Il Futurista Marche 01/2013

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Stavolta stiamo con Silvetti marco

compromesso tra le americanate zeropositiviste e Ci siamo ma che nausea. Rimasta inalterata la nostalgismo di una larga fetta di Fli che pensava legge elettorale – senza preferenze – il passaggio di rifare l’Msi dopo il dito puntato di Fini -, perché alle urne che ci prepariamo a compiere è davvero gli riconosciamo il coraggio delle scelte e delle triste se consideriamo che le ultime due tornate idee anche quando queste vanno in contrasto con (2006 e 2008) hanno regalato agli italiani un il resto della truppa. Gli riconosciamo lo spirito Parlamento di poco onorevoli nominati, slegati d’iniziativa di colui che apre il gruppo lungo il dai territori e al servizio dei capi di partito. Liste sentiero. Una posizione non facile la sua. Poteva scelte da Roma, dunque. Anche di fronte alle starsene al caldo, nel Pdl, consigliere Primarie come quelle di Pd e Sel. I regionale delle Marche. Ha preferito partiti, in caduta libera in termini Non ci siamo mai seguire la strada più difficile. E’ anche di credibilità e fiducia da parte dei schierati ma è scivolato. Capita a chi sta davanti e cittadini, lo hanno capito e almeno giunta l’ora: segna il passo. Abbiamo preso questa in questo si sono adeguati. Se ci c’è da remare per un decisione, di schierarci al suo fianco, guardiamo in casa, Futuro e Libertà dopo un mese di stop. Abbiamo uomo di valore ha puntato alla Camera su Daniele preferito uscire direttamente a Silvetti. Scelta che ci fa piacere ma ridosso del voto proprio perché ci si è posto questo che, da una parte, ci mette nella situazione di interrogativo. Il panorama politico nazionale è dover ribadire la nostra posizione. Come tutti ben parecchio deludente. Quelli #senzapaura alla fine sapranno, Silvetti è il promotore di questo mensile. sono rimasti nell’ovile, Berlusconi ha ripreso a fare Ci legano da decenni fiducia e stima reciproca. il venditore di pentole e di sogni lanciando idee e E’ stato lui a indicarmi per dirigere il Futurista soluzioni ma dimenticandosi della nullafacenza Marche. In questo anno di lavoro mi è capitato di quando ha avuto responsabilità di governo. più volte di essere attaccato per i contenuti del Monti? Salutata la Fornero (adoro inserire l’odiato giornale, per gli articoli che venivano pubblicati, articolo davanti al cognome di Nonna), il Prof è per il taglio che si dava a determinate notizie. I “salito” nella competizione attaccando non poco più hanno pensato che il mandante occulto della gli avversari, ammiccando a Bersani (ma senza mia direzione fosse proprio il capogruppo Fli in Vendola) e criticando sé stesso per il troppo Regione. Ecco, non si è capito che il Futurista rigore. Le speranze? Per noi marchigiani restano Marche è autonomo rispetto al partito. Non si quelle legate al territorio. Silvetti, appunto. è capito (ma ve lo avevo detto fin dall’inizio) Interessante anche la candidatura di Roberto che non si tratta di una bacheca di partito. Un Oreficini. Il direttore regionale della Protezione osservatorio, sì. Un ring dove scambiarsi colpi di Civile è stato scelto da Monti alla Camera. idee, pure. Ma mai, almeno finché al timone ci sarà Il governatore Spacca, da Palazzo Raffaello, il sottoscritto, un megafono del capetto di turno. guarda con interesse. Il rapporto di forze che si Premessa necessaria per prepararvi a quanto concretizzerà dopo le urne, avrà sicuramente un segue. Ci schieriamo per Silvetti. Gli affidiamo riflesso tra gli schieramenti in Regione. La fine la nostra preferenza (anche se non ne abbiamo della legislatura è per il 2015. Se ci si pensa sono facoltà) per la sua visione della politica fatta di appena due anni. diritti civili, di solidarietà sociale – un giusto

editoriale

CATALANI

IL FUTURISTA MARCHE Anno 2 – numero 1 Rivista mensile in attesa di registrazione direttore responsabile MARCO CATALANI In redazione Maurizio Grilli, Sergio Solari

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Hanno collaborato Rossella Favi, Luca Giordani

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sommario

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12 Ecco i candidati marchigiani

Castellani: “Riparto da Zero per cambiare tutto”

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Rifiuti, la gestione passa alle assemblee dei Comuni

Daniele Silvetti ci prova

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18 Sanzio e Interporto: la politica è pronta?

Toponomastica, l’ultima barriera ideologica

Voto, a maggio si riparte con i Comuni

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futuro cercasi

Le Marche al voto: ecco i candidati al Parlamento

Domenica 24 e lunedì 25 febbraio gli italiani sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti in Parlamento, ancora una volta con il cosiddetto Porcellum e, quindi, senza poter esprimere preferenze di sorta rispetto ai candidati. Il Futurista Marche, ad ogni modo, vuole presentarvi gli aspiranti parlamentari della nostra regione, anche quelli che, almeno sulla carta, hanno poche o nessuna chance di essere eletti. Troverete nomi noti e nomi nuovi, all’interno delle liste presentate dai vari partiti, così come vecchi e nuovi schieramenti. La nostra regione eleggerà un totale di sedici deputati e otto senatori: da Maria Paola Merloni a Roberto Oreficini e Daniele Silvetti, da Remigio Ceroni a Emanuele Lodolini, da Laura Boldrini ad Andrea Marchetti, ecco tutti i candidati a Camera e Senato per le Marche.

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di Maurizio Grilli La XVII legislatura della Repubblica italiana sta per iniziare, cosa ci regalerà il Porcellum? L’attuale infame legge elettorale dal 2006 ci impedisce, come noto, di scegliere i nostri rappresentanti e, purtroppo, ha abituato la maggioranza degli elettori, quelli che non seguono abitualmente la politica, a concentrare l’attenzione sui protagonisti nazionali della ribalta politica dimenticando, di conseguenza, quanto sia importante conoscere chi davvero ci rappresenterà in Parlamento perché eletto nella nostra regione. Una questione che può anche essere oggetto di aspre critiche e tensioni tra gli addetti ai lavori come è successo nel Pdl: nella prima versione i primi nominati nelle liste preparate a Roma erano catapultati da fuori regione. Amedeo Ceroni è dovuto ricorrere alla minaccia delle dimissioni per ottenere un posto sicuro in lista. Rientrato il suo problema personale, è rimasta sul piatto l’ineludibile incapacità delle elite politiche che gestiscono le segreterie di partiti di non saper compiere scelte che non mortifichino i mondi locali trascurando i retroscena sociali. Una politica dunque che disorienta perché essa stessa ha perso la bussola, e allora ecco gli apparati di partito e i movimenti adoperarsi per contenere gli effetti imbarazzanti di una inadeguata cultura politica: “parlamentarie” per gli uni, candidati “locali” nominati nei posti considerati sicuri per altri. Le Marche eleggeranno 16 deputati e 8 senatori, ma chi sono i candidati marchigiani che potrebbero davvero rappresentarci nella prossima legislatura?


Il partito che porterà un maggior numero di parlamentari dovrebbe essere il Pd, Ucchielli punta ottimisticamente ad eleggerne 14-15 dai 12 (5 senatori e 7 deputati) che avevano. Ecco i papabili: Enrico Letta, Emanuele Lodolini, Marco Marchetti, Maria Stella Bianchi, Irene Manzi, Luciano Agostini, Piergiorgio Carrescia. Ce la faranno in tempi di antipolitica dilagante considerato anche che il Pd non è un partito intimamente unito? L’altro grande partito per numero di potenziali eletti, almeno sulla carta, dicono sia il Pdl. Sarà interessante conoscere gli esclusi in caso di mancata vittoria. Al Senato i primi due nominati dietro Berlusconi capolista sono Ceroni e Casoli, sarà davvero Ubaldo Trenta il primo degli esclusi? Le nomine per la Camera dei deputati, invece, prevedono nelle prime tre posizioni: Simone Baldelli, Ignazio Abrigani, Salvatore Piscitelli.

Non ce ne voglia Francesco Massi, quarto in lista, per lui immaginiamo un futuro roseo a livello regionale con una piattaforma politica più credibile. Altri eletti sicuri arriveranno tra le file del M5S, destinato anche nelle tradizionalissime Marche a mietere consensi: Donatella Agostinelli, Andrea Cecconi e Terzoni Patrizia i probabili deputati, Serenella Fucksia Peppino Giorgini Sabina Vallerga i potenziali senatori. Per la Scelta Civica Marche i primi due inseriti in lista sono Valentina Vezzali e il capo della protezione civile regionale Roberto Oreficini Rosi, candidato su cui puntano forte i montiani marchigiani per competenze e serietà dimostrate e riconosciute trasversalmente. Maria Paola Merloni sarà probabilmente l’unica senatrice montiana eletta nelle Marche. Nella coalizione guidata da Mario Monti aspirano ad un seggio alla Camera il finiano futurista Silvetti (Fli) e l’Amedeo

Ciccanti, entrambi secondi in lista dietro a Fini e Rocco Buttiglione. I vendoliani di Sel propongono Laura Boldrini, portavoce dell’agenzia ONU per i rifugiati capolista per la Camera, seguita da Lara Ricciatti che aveva trionfato alle primarie. Maria Luisa Boccia è la capolista degli aspiranti senatori. Alessandro Stecconi e Sabino Patruno per la Camera e Andrea Marchetti per il Senato sono le punte di diamante per il movimento di Fare per fermare il declino Marche. I liberisti marchigiani godono di un buon seguito nella nostra regione. Rivoluzione civile, la lista dei magistrati, per le Marche mette in campo oltre Ingroia come capolista alla Camera, anche Franco La Torre e Ivan Rota. La Lega Nord cercherà di confermare il seggio di Luca Rodolfo Paolini alla Camera. Infine MIR di Samorì candida in seconda posizione per la Camera Piero Casula, un amico del Futurista Marche.

La riscossa del ras Ce lo ricordiamo scrivere reiteratamente in maiuscolo sulla sua bacheca facebook ogni sorta di amenità contro il governo dei tecnici, affamatore del popolo italiano. Ce lo ricordiamo anche quando scrisse una lettera di fuoco con tanto di finale “cordialmente vaffanculo” al nostro direttore, reo di aver dato spazio in questo giornale ad attività ed iniziative di altri personaggi politici manco fossimo un bollettino di partito. Ce lo ricordiamo, infine, pubblicare foto inneggianti al Duce, il dittatore fascista, sempre sulla sua bacheca fb. Come non dedicare, pertanto, questo box al ras fanese-partenopeo Antonio Napolitano, che appena sentito odor di canditura alla Camera dei deputati, desideroso com’è di visibilità, ha smesso gli abiti del tribuno populista per porsi a disposizione, allineato e coperto, del partito di Fini, sempre meno finiano, ma che almeno per la nostra regione ha saputo offrire agli elettori solo ed esclusivamente candidati espressione del territorio. Ma.Gri.

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Daniele Silvetti: alla Camera per il rilancio delle Marche di Rossella Favi

Sarà secondo solo a Gianfranco Fini, tra i candidati alla Camera per le Marche: Daniele Silvetti, infatti, conquista un posto al sole per entrare in Parlamento e, da capogruppo di Fli in consiglio regionale, si gioca le sue carte puntando dritto verso Roma. Tra i primi ad aderire al progetto finiano, subito dopo il celebre “dito alzato” contro Berlusconi del presidente della Camera nell’aprile 2010, ora Silvetti coglie i frutti di quella immediata fiducia. L’investitura ufficiale è arrivata lo scorso 8 febbraio, con una conferenza stampa presso l’Hotel Passetto di Ancona che ha visto il consigliere regionale Fli proprio insieme a Gianfranco Fini e a Maria Paola Merloni, capolista al Senato per Scelta Civica con Monti (la lista che, alla Camera, si presenta federata con Fli e Udc, mentre invece al Senato raccoglie le tre forze sotto un’unica insegna). Il pomeriggio elettorale è proseguito con una visita a Porto San Giorgio, dove, presso il Teatro Comunale, Fini ha guidato l’incontro “Amare l’Italia ha un costo”, di nuovo con Silvetti e insieme al senatore marchigiano Mario Baldassarri e a Renato Rossi, coordinatore provinciale Fli di Fermo, anch’egli candidato alla Camera. E del resto, Gianfranco Fini era già stato ad Ancona in novembre, a conferma dell’importanza del suo legame col territorio marchigiano. Ma quali sono le idee che propone Daniele Silvetti, qualora fosse eletto? Cosa racconta il suo slogan “Dai forza alle Marche”? “Un impegno costante per il rilancio della nostra regione”, come spiega anche sul suo sito web www. danielesilvetti.it e sui social network. Il programma che propone Silvetti si articola in vari punti e riprende il suo impegno in tema ambientale e per la riduzione della spesa pubblica. In particolare, si mostra necessaria una riduzione del numero dei parlamentari e il cambio della legge elettorale attuale, “restituendo ai cittadini il potere di scelta”. Ancora, l’abolizione di tutte le province e l’aumento dell’autonomia degli enti locali in ambito fiscale. Ma

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le proposte su questo tema si fanno anche vicine al territorio e al mondo del lavoro, nella volontà di ridurre la pressione fiscale e il costo del lavoro, a favore delle medie e piccole imprese. Il taglio della spesa pubblica sarà quindi tra le priorità, e tra i metodi individuati vi è la riduzione del 50% delle consulenze esterne e il complessivo snellimento dell’apparato pubblico. Al capitolo ambiente, caro a Silvetti anche per la sua vicepresidenza della commissione consiliare regionale dedicata, la proposta è l’incentivazione delle energie rinnovabili e dell’ecosostenibilità, fermando invece le maxi centrali a bio-gas. Tutto questo va di pari passo con la volontà di sostenere l’agricoltura, ed anche il turismo. Ultimo obiettivo inserito nel programma, ma non per questo meno importante, visto anche il ruolo che sta giocando nella partita la Regione Marche, consolidare la regione all’interno del corridoio cosiddetto Baltico – Adriatico. Durante l’incontro col presidente Fini dello scorso 8 febbraio, si è molto parlato di economia, come è del resto inevitabile in questo periodo, di crisi, ma anche di come ripartire, ridando finalmente fiato alla crescita e all’impresa. Non è stato tenero, Gianfranco Fini, con il precedente governo Berlusconi e con Berlusconi stesso, e non le ha mandate a dire neanche a Beppe Grillo, sottolineando che solo Mario Monti è l’autentica novità di queste elezioni, che Fli ha sempre sostenuto anche in Parlamento. Naturale e coerente, quindi, proseguire nell’appoggio anche per le prossime elezioni e per la prossima legislatura. Fini si è detto fiducioso anche nelle potenzialità dello stesso Fli, che saprà portare il suo contributo in termini di riforme concrete. Nel corso della conferenza stampa a fianco di Silvetti e Merloni, Gianfranco Fini ha voluto ancora una volta sottolineare la vocazione europeista del partito, così come la rilevanza dell’impresa marchigiana per l’economia nazionale e non solo.

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Gramillano addio, Ancona alle urne

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di Rossella Favi

Alla fine, anche il Comune di Ancona andrà alle urne questa primavera. Dopo una lunga serie di tira e molla e lascia o raddoppia, l’ormai ex sindaco Gramillano si è arreso, ed ha ufficialmente rassegnato le sue dimissioni lo scorso 27 dicembre, come aveva preannunciato nel consiglio comunale di dieci giorni prima. Senza risparmiare critiche alla propria maggioranza, giudicata “debole, risicata e non sempre coesa”. Dopo uno stillicidio durato anni, il capoluogo dorico ha quindi visto la fine della giunta Gramillano, non senza che qualcuno lanciasse ipotesi di ritiro in extremis per quelle dimissioni che avevano, per legge, venti giorni per diventare effettive. Ed invece, si è trattato davvero di una rinuncia irrevocabile. Ora, quindi, da metà gennaio, Ancona è amministrata da un commissario prefettizio, Antonio Corona, viceprefetto vicario della Prefettura di Ancona. Ma che succederà in primavera? Le forze politiche già affilano le armi. Il centrosinistra è alle prese con i movimenti (e le grane) per le primarie. Il Pd ha visto scendere in campo per prima l’avvocato Valeria Mancinelli, attuale presidente Conerobus, sostenuta tra gli altri dall’ex capogruppo del partito in consiglio, Benaducci. Mentre David Favia (ex Idv, ora Centro Democratico) appoggia apertamente la candidatura del rettore della Politecnica Marco Pacetti, “anche senza primarie”. Sel, dal canto suo, candida Stefano Crispiani con lo slogan “Ancona Bene Comune”. Si attende comunque l’esito delle elezioni politiche per chiarire la situazione ed anche le future alleanze. Il Pdl, intanto, ha candidato a sindaco il vice presidente del Consiglio regionale e consigliere comunale uscente Giacomo Bugaro, che avrà a suo sostegno anche la lista civica “Rialzati Ancona”. Andrea Quattrini, che ne era capogruppo nell’ultimo consiglio, sarà invece il candidato del Movimento 5 Stelle. Spunta all’orizzonte anche un progetto civico, Sessantacento Ancona, con Stefano Tombolini, Davide Barigelli e Domenico Allegri.

Falconara, alla ricerca delle quote rosa Chi dice donna, dice danno. In tempi di flash mob e “se non ora quando” si rischia il linciaggio se si prova a rispolverare il vecchio proverbio ma a questo devono aver pensato a Falconara alla notizia che la quota rosa nelle liste dei candidati al consiglio comunale deve essere di un terzo e calcolata per eccesso. Se i candidati sono 16, la truppa al femminile deve essere composta da almeno sei elementi. E così, chi già aveva presentato la sua deve correre ai ripari. Ne sa qualcosa il sindaco uscente Goffredo Brandoni. La civica che ha allestito, Falconara in Movimento, è già stata presentata ma non al completo. Mancano due caselle da riempire e visto che e donne sono già quattro, non si torna indietro ma la scelta è comunque obbligata. La sua maggioranza in consiglio, che non si presenterà come Pdl ma sotto il simbolo civico di Uniti per Falconara, deve invece rimodularsi. Annunciata come espressione dell’attuale gruppo consiliare più gli assessori, vede al momento in pista Giorgia Fiorentini e Ombretta Baldini. L’assessore Stefania Signorini, in forse fino all’ultimo, entrerà giocoforza. Ne servono altre tre. Giusto i posti rimasti per completare la compagine. Stessi problemi per Lucio Virgulti e Falconarapuntoeacapo: lista già presentata con 14 uomini e due donne. Da rifare, si parla di una seconda lista. E gli altri candidati? Antonio Mastrovincenzo (Pd e alleati) e Riccardo Borini (Falconara Bene Comune e Cittadini in Comune) non le hanno ancora presentate, evitando così una retromarcia ufficiale.


Anche Grottammare e Porto Sant’Elpidio al voto di Luca Giordani In un periodo di grande fibrillazione elettorale anche i piccoli comuni si preparano ad andare alle urne per rinnovare i propri organi consiliari. Nelle Marche sono dieci le realtà che, il 26 e 27 maggio, dovranno eleggere i nuovi sindaci e la squadra che li accompagnerà nel prossimo mandato. In provincia di Ancona andranno al voto, oltre Ancona e Falconara, anche Chiaravalle e Morro d’Alba, in quella di Macerata Gagliole e San Ginesio, Mondavio per Pesaro Urbino, Altidona, Montegiorgio e Porto Sant’Elpidio per la provincia di Fermo e Grottammare per la provincia di Ascoli Piceno. A Grottammare saranno 15.615 le persone ad essere chiamate ad eleggere il nuovo sindaco. Il primo cittadino uscente è Luigi Merli, appartenente alla lista civica Solidarietà e Partecipazione inserita nella coalizione di centrosinistra. Alle elezioni del 2008 l’attuale sindaco e la sua coalizione si imposero sul diretto avversario Serafino Bruni della coalizione di centrodestra. A correre per la poltrona di sindaco a queste comunali 2013 saranno Enrico Piergallini (Solidarietà e Partecipazione) e Filippo Olivieri (Pdl). Entrambi i candidati hanno una lunga esperienza politica alle spalle e sono membri attivi in questa legislatura ormai agli sgoccioli. Il primo ricopre la carica

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di vicesindaco con deleghe a Cultura e Lavori Pubblici mentre il secondo è consigliere comunale nei banchi dell’opposizione. Una sfida che si preannuncia interessante vista la giovane età dei candidati e le problematiche che dovranno essere affrontate nella prossima legislatura. Insieme a Grottammare anche Porto Sant’Elpidio si prepara ad eleggere il suo nuovo sindaco. I cittadini chiamati ad esprimere la propria preferenza sono 25.684 e anche in questo caso la lotta per la poltrona di sindaco si preannuncia interessante. Il primo cittadino uscente è Mario Andreanacci del Pd il quale ha battuto durante le elezioni del 2008 il diretto avversario Giovanni Spina (centrodestra): 8.293 preferenze hanno permesso al sindaco uscente di prevalere sui 3018 dell’avversario, segnando una percentuale di preferenza del 53,15%. Da sottolineare inoltre che l’attuale sindaco è decaduto dalla sua carica dopo aver accettato la candidatura alla Camera dei Deputati con la lista civica di Mario Monti. A traghettare il Comune fino alle prossime elezioni sarà il vicesindaco Monica Leoni. A candidarsi per la carica di primo cittadino saranno Nazzareno Franchellucci (centrosinistra) e Andrea Putzu (lista civica). Una battaglia tutta under 30.

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regione

Aereoporto e interporto: sfida alla politica

L’aeroporto delle Marche è stato dichiarato di interesse nazionale dal Piano del governo. Ora la politica che farà? Saprà cogliere questa opportunità per farne davvero un volano di sviluppo? Tra il traffico passeggeri e il traffico merci, sembra infatti il secondo la vera risorsa strategica per le Marche, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra infrastrutture, regionali, nazionali e internazionali. Un primo ed importante passo potrebbe essere, sempre in questa direzione, la creazione di una gestione unica per aeroporto ed interporto, che divenga fulcro per le imprese marchigiane volte all’internazionalizzazione, ma anche per i traffici nazionali ed europei. Intanto, l’atto di indirizzo del Piano governativo è stato inviato lo scorso 6 febbraio alla Conferenza Stato – Regioni per le valutazioni previste dalla legge.

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di Rossella Favi

L’aeroporto marchigiano “Raffaello Sanzio” è stato riconosciuto di interesse nazionale, sia per il traffico merci che per quello passeggeri. La notizia, contenuta nell’atto di indirizzo del Piano aeroporti varato dal ministro Passera, è di fine gennaio, ma già nella versione iniziale del Piano stesso, qualche mese fa, si parlava di “riconoscimento”, anche se solo per il traffico merci. Ora, invece, lo scalo anconetano è stato inserito ufficialmente tra i trentuno in Italia di interesse nazionale, per entrambi i settori. Indubbiamente, un riconoscimento importante per le Marche, anche e soprattutto per la posizione strategica del Sanzio, rispetto al territorio regionale e rispetto al corridoio Adriatico. Soddisfazione è stata ovviamente espressa dal presidente della Regione Marche Gianmario Spacca, per una notizia che va nella direzione di un potenziamento delle infrastrutture regionali. Il ruolo dell’aeroporto per le Marche non ha comunque mancato di suscitare un dibattito, negli ultimi mesi, tra le forze politiche e “sociali” della regione. Soprattutto, sul fronte dell’effettiva rilevanza del Sanzio rispetto all’incoming turistico e dell’effettivo traffico passeggeri. Tutto è cominciato con la quasi totalità delle forze politiche che ha parlato di “declassamento” dell’aeroporto, quando il riconoscimento dell’interesse nazionale sembrava sarebbe stato per il solo traffico merci. Ma in effetti, a ben vedere, si trattava già allora di una sorta di promozione, anche se solo a metà, e comunque di un provvedimento che non sarebbe andato


a togliere nulla al settore passeggeri. Passeggeri che sono lontani da quel milione all’anno inizialmente auspicato e, anzi, si mostrano in calo: da gennaio a dicembre 2012 (dati Assaeroporti), sono stati 564.576, con un calo del 7,5%. Strategico diviene quindi, anche in virtù di questi dati, il traffico merci. Infatti, date le tante imprese marchigiane, tipicamente medie e medio – piccole, molte delle quali ormai volte all’internazionalizzazione, un aeroporto potenziato dal punto di vista delle strutture dedicate alle merci diverrebbe una notevole risorsa. Il traffico cargo potrebbe rappresentare davvero la svolta, per lo scalo anconetano, anche nella

visione più ampia legata al lavoro che la stessa Regione Marche sta portando avanti in merito alla Macroregione Adriatico – Ionica. Fondamentale, in questo senso, e del resto in linea con le direttrici indicate dal Piano Aeroporti del governo, anche operare, nel futuro, in un’ottica di rete con altre infrastrutture aeroportuali, piuttosto che di competizione: con Bologna, Rimini e Pescara, cioè, si potrebbero realizzare sinergie efficaci, sia dal punto di vista del trasporto passeggeri che merci. Ma del resto, l’opportunità di collaborazioni si mostra prima di tutto e con evidenza a livello locale: tra le altre grandi infrastrutture marchigiane

non c’è, infatti, solo il porto di Ancona, ma anche l’Interporto delle Marche, nel comune di Jesi. Sinergia di infrastrutture per il traffico merci, economie di scala. La questione sta iniziando ad avere una sua rilevanza anche a livello politico, dopo il “sasso” lanciato nello stagno dall’associazione Zeropositivo, sulla scorta del pensiero di un esperto come Carlo Pietrosanti, consulente aziendale, già Executive Vice President di Aeroporti di Roma. La “sfida” è stata per ora raccolta dal Comune di Falconara Marittima, tramite il vicesindaco Clemente Rossi. Jesi che farà?

Autovalutazione nelle scuole: convegno Uil ad Ancona Autovalutarsi per migliorare. Le scuole marchigiane hanno da tempo iniziato processi di autovalutazione che, una volta messi in rete e condivisi con gli altri istituti, possono suggerire modifiche e migliorie per innalzare i livelli di qualità. Se ne è parlato all’Itis Volterra di Ancona a metà gennaio in un convegno organizzato dalla Uil Scuola Marche e al quale hanno partecipato Claudia Mazzucchelli (segretaria regionale Uil Scuola), dell’assessore regionale all’Istruzione Marco Luchetti, Massimo Di Menna (segretario nazionale Uil Scuola), Rosa Venuti (presidente nazionale Irase), Michele Calascibetta (direttore Usr Marche), Mirella Paglialunga (dirigente scolastica e coordinatrice regionale della rete Au.Mi.), Isolina Marcelli (ispettore tecnico del Miur e referente Invalsi per le Marche), Giancarlo Cerini (ispettore tecnico del Miur e autore, nel 2012, del libro Una certa idea di valutazione. Apprendimenti, insegnanti, scuole, sistema: questioni aperte) e Maurizio Tirittico (esperto in politiche scolastiche, già ispettore tecnico, svolge attività formativa e convegnistica. Saggista e autore, collabora con l’Università Roma 3). A moderare l’incontro, Elio Carfagna, ex dirigente scolastico dell’ Istituto alberghiero di Cingoli. Dai dati emersi gli studenti marchigiani hanno voti superiori alla media e non copiano. Il punteggio medio nazionale è di 200, le Marche sono a 205. Sopra la media italiana e tra le prime del centro Italia. Questo per quanto riguarda l’italiano. Nella matematica, stesso trend: 203 punti e primato della fascia geografica.

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regione

da sinistra Lorenzo Castellani con Piercamillo Falasca, presidente nazionale Zero+

Giovani e politica: un divario ancora troppo ampio di Luca Giordani

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Con una politica così metamorfica e spesso teatro di scandali, ruberie e “ricicli” storici sono molti i giovani che se ne allontanano (come biasimarli!) e che perdono sfiducia in quei rappresentanti che dovrebbero incarnare giustizia, equità sociale e futuro per una nazione che si sta avvitando su se stessa verso un pericoloso declino. Di quei giovani però ce ne sono molti altri che ancora credono nei più profondi valori della nostra “res publica” e che giorno dopo giorno cercano di costruire movimenti sani che “sfornano” buona politica, basata su dibattito e confronto. Giovani come Lorenzo Castellani, studente di giurisprudenza e fondatore insieme ad altri ragazzi dell’associazione, nonché start-up politica, Zero+. Allora Lorenzo, parlaci un po’ del movimento. Come è nata l’idea di fondare Zero+? L’idea nasce da un gruppo di persone che si riconoscono nei principi del libero mercato, nella società aperta ed inclusiva, nella cultura della concorrenza. Alcune avevano già avuto esperienze politiche e avevano rilevato l’insufficienza di partecipazione nei partiti, altri erano apolidi della politica ma con un profilo politico e culturale molto chiaro. Abbiamo pensato di realizzare eventi in cui tutti potessero parlare, invitando giovani intellettuali, professori universitari, professionisti e qualche parlamentare che negli anni si era distinto per serietà e proposte liberali.


Vogliamo costruire un modo di fare politica orizzontale e non più verticale, ingessato e burocratico. Lo zero è da sempre un numero “nefasto”. Voi invece lo avete scelto come simbolo... Lo zero rappresenta il segnale che bisognerà essere molto radicali nel fare politica. Quando abbiamo fondato Zero+ l’Italia era sull’orlo del baratro, all’anno zero e da lì, per ripartire, bisognava cambiare tutto. Ci abbiamo aggiunto positivo per siamo aperti, ottimisti e soprattutto non siamo un’associazione che si limita alla sola protesta senza proposte. Vogliamo rappresentare gli esclusi, chi è tagliato fuori dal mercato del lavoro, chi non riesce ad inserirsi nella professioni corporative, chi è soffocato da tasse e burocrazia quando vuole aprire la propria start up. Per farlo abbiamo scritto 13 proposte per il 2013 che vi invito a leggere su www.zeropositivo.org Elezioni 2013: 215 simboli presentati, molti politici “riciclati” ma anche tanta società civile. Che la svolta per l’Italia sia davvero vicina? Il termine società civile non ci appassiona. Penso sia meglio dire nuove persone che partecipano alla vita politica e questo è sicuramente un bene per un Paese che per decenni si è visto costretto a votare le stesse facce. Se sia la svolta è presto per dirlo, certo ci sono stati segnali incoraggianti e penso alle

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primarie e parlamentarie del Pd e alla salita in politica del Presidente Monti. Ci saranno anche gli attivisti del Movimento 5 stelle. Sicuramente avremo un Parlamento molto rinnovato, bisognerà capire se saprà essere migliore. Molti giovani in questi anni si sono allontanati dalla politica. Voi di Zero+ invece la promuovete. Semplice controtendenza? Noi promuoviamo la politica perchè siamo cresciuti tra i rumori e le sporcizie di una politica screditata. Sogniamo un’Italia libera, aperta, veloce, dinamica e competitiva. Vogliamo liberarci del debito pubblico, della spesa eccessiva e promuovere concorrenza, libero mercato e quindi merito. Vogliamo scardinare i monopoli pubblici e privati, digitalizzare e velocizzare la pubblica amministrazione e rendere più aperta anche la politica. Ci proviamo ogni giorno e vorremmo che come noi lo facessero in tanti, anche chi la pensa diversamente. Competizione di idee e partecipazione sono valori democratici da difendere e promuovere sempre. L’idee di questo giovane, come quelle di tanti altri, sono decisamente chiare. Da un sostrato sociale così attivo e propositivo non può e non deve esserci una politica così chiusa e refrattaria al cambiamento. Politici di vecchio stampo, è ora di farsi da parte.

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Gestione rifiuti: con le Assemblee Territoriali

d’Ambito lo scenario cambierà profondamente di Maurizio Grilli

La governance regionale del sistema di gestione dei rifiuti sta affrontando un passaggio epocale. In ottemperanza alle normative europee e nazionali anche nella nostra regione Province e Comuni stanno procedendo all’approvazione degli atti necessari alla costituzione delle Assemblee Territoriali d’Ambito (ATA). Questi nuovi organismi istituzionali diverranno i protagonisti della gestione dei rifiuti mediante l’attribuzione delle funzioni che erano in capo alle Autorità d’ambito (nella provincia di Ancona sono due). Quest’ultime, è previsto, dovranno essere soppresse. Lo scopo è di ridurre il numero di gestioni ottimizzando le risorse e migliorare il servizio nell’ottica di renderlo più efficace, efficiente ed economico secondo i dettami del D.lgs. n. 152/2006 (il Testo Unico dell’Ambiente) che nella nostra regione è recepito e disciplinato attraverso le leggi le regionali n. 24 del 2009 e nelle sue più recenti integrazioni e modifiche (L.R. n. 18/2011 e n. 4/2012). Nel 2011 la Regione Marche ha sancito che l’attribuzione delle funzioni in materia di servizio e gestione integrata dei rifiuti urbani, estesa anche a quelli dei siti inquinati da bonificare, spetta all’Assemblea Territoriale d’Ambito (ATA) alla quale partecipano obbligatoriamente i Comuni e la Provincia. Nelle Marche è prevista la costituzione di ben cinque ATA, vedremo cosa succederà se riprenderà l’iter istituzionale di riodino delle province nella prossima legislatura parlamentare. Intanto sappiamo che i rapporti tra questo nuovo soggetto e gli enti locali è regolato con apposita convenzione che stabilisce, con un criterio proporzionale,

la quota di partecipazione di ciascun Comune sulla base dell’estensione territoriale e della popolazione residente. I Comuni concorrono, in percentuale, alle spese di gestione mentre la Provincia ne è esentata. L’ATA è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia gestionale, amministrativa e di bilancio è presieduta dal Presidente della Provincia, che ne ha la rappresentanza legale. Svolge funzioni d’indirizzo, programmazione e controllo delle attività in tema di gestione integrata dei rifiuti, in conformità alla legislazione statale e regionale vigente. In particolare, si occuperà di: redigere e approvare il Piano straordinario d’Ambito e il Piano d’Ambito monitorandone l’attuazione; individuare le modalità di affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti; predisporre gli indirizzi per l’organizzazione dei servizi; approvare i bilanci e il piano di riparto delle spese fra i Comuni; determinare la tariffa per la gestione dei rifiuti urbani. Qual è la situazione attuale sul territorio regionale? Risultano costituiti, ai sensi della previgente L.R. n. 28/99, tre Consorzi di gestione dei rifiuti urbani: COSMARI, nell’intero ATO 3 della provincia di Macerata; Coneroambiente e CIR 33 nell’ATO 2 della provincia di Ancona. Dove non sono stati costituiti i Consorzi, la gestione dei rifiuti è effettuata direttamente dai Comuni o loro Unioni con varie modalità di affidamento. Considerato tale scenario, è evidente quanto esso sia destinato a grandi e profondi cambiamenti. La prima ATA costituita è quella della Provincia di Ancona, “Abbiamo tagliato un altro importante traguardo – ha affermato il


commissario straordinario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande - che consentirà di migliorare le già buone performance del nostro territorio nella gestione del ciclo dei rifiuti. Siamo soddisfatti perché fino a oggi la pianificazione provinciale ha dato risultati importanti: un’impiantistica efficiente e all’avanguardia, ma soprattutto la crescita di una cultura ambientale fondata su pratiche di sostenibilità come la raccolta differenziata, il riciclo, il risparmio energetico e l’oculata gestione dei beni

comuni. L’obiettivo ora non può che essere quello di estendere e migliorare questi effetti e la costituzione dell’ATA rappresenta lo strumento idoneo a raggiungerlo”. Anche per la Provincia di Macerata l’iter procedurale è al termine, quando scriviamo, sappiamo che l’Autorità territoriale d’ambito si costituirà il 27 febbraio, lo ha annunciato il Presidente provinciale Antonio Pettinari aggiungendo di condividere la necessità espressa dai sindacati di insediare l’ATA in tempi rapidi, superando lo stallo provocato

dalla trattativa per l’acquisizione della Smea da parte del Cosmari per la gestione unitaria del servizio. L’assemblea per la sottoscrizione della convenzione con i 57 sindaci è stata fissata per subito dopo il voto che rinnoverà il Parlamento italiano. Per quanto riguarda l’organizzazione nelle province di Pesaro, Fermo e Ascoli Piceno, il provvedimento in via di attuazione è il commissariamento, a causa della mancata adesione, che è invece obbligatoria, da parte di alcuni Comuni.

Dimissioni Gentili, anno nuovo vita nuova? Alessandro Gentili si è dimesso dal suo ruolo di coordinatore provinciale di Fli lo scorso gennaio: forse per tenere fede al proverbio “anno nuovo vita nuova”? Una scelta da lui stesso motivata con i crescenti impegni professionali che gli avrebbero potuto impedire progressivamente l’impegno politico sia a livello territoriale che nazionale. Una decisione la cui tempistica è discutibile: poco più di un mese prima delle elezioni politiche. Un peccato, a nostro parere, anche considerato il suo notevole impegno profuso per prevalere al congresso provinciale lo scorso novembre 2011, celebrato non tanto sui programmi, quanto sul dualismo tra i due candidati, che ha imprigionato il partito provinciale in termini di contenuti ed azioni. Non ce ne voglia l’amico Gentili, ma è impresa assai ardua trovare tracce politiche dell’azione di Fli nella provincia di Ancona durante il suo mandato. Un altro duro colpo anche per il coordinatore nazionale di Generazione Futuro Mariniello, che alcuni mesi fa aveva indicato, da queste pagine, in Gentili e nel coordinatore provinciale dei giovani Mattia Morbidoni (ai saluti a settembre) le persone per costruire il suo progetto politico in questa provincia. Anche sulla base di ciò, pertanto, non possiamo non augurare ad Alessandro Gentili una grande stagione di soddisfazioni in campo professionale. Ma. Gri.

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Veneziani ad Ancona per parlare di libertà: si spera in un rilancio del capoluogo Un’Ancona dalla guida sicura che diventi il traino per la provincia e l’intera regione. L’auspicio viene lanciato da Clemente Rossi, vicesindaco della vicina Falconara, durante l’incontro organizzato ad Ancona dall’associazione Liberi di Costruire il Domani che ha ospitato all’hotel City l’editorialista de Il Giornale Marcello Veneziani. “Dopo quattro angoscianti anni di giunta Gramillano – ha detto Rossi - Ancona diventi finalmente un faro per l’intera provincia. Un capoluogo serve a tutti. In questi anni è mancato. Per noi falconaresi, Ancona è un interlocutore importante. Ci lega il territorio, contiguo tra le Palombina Vecchia e Nuova, le problematiche della spiaggia e della sicurezza, la viabilità. E in ambito di area vasta, non possiamo dimenticare che si deve avviare un dialogo (comprendendo anche Jesi) per mettere in sinergia le nostre infrastrutture. Porto, aeroporto e Interporto, coordinati, porteranno sviluppo e lavoro nel nostro territorio”. Carlo Negri, presidente dell’associazione, ha trattato la tematica riguardante l’esercizio della libertà, che oggi sembra seriamente in pericolo. E’ difficile infatti in un periodo come l’attuale esprimere liberamente le proprie opinioni quando sono in contrasto con le modalità di pensiero dominanti. Poi Negri si è soffermato sui sistemi invasivi messi a punto dallo Stato per controllare la vita privata degli Italiani che saranno chiamati a giustificare ogni atto della loro esistenza e ha proposto l’istituzione dello “Spesometro per lo Stato” un prezziario nazionale elaborato dall’Istat a cui tutte le spese affrontate dalle pubbliche amministrazioni dovrebbero far riferimento. Ha concluso affermando che la progressiva privazione di sovranità nazionale ci porterà a perdere la nostra identità, il nostro carattere, la nostra fisionomia di Italiani. Veneziani ha toccato vari temi di fronte ad un pubblico molto numeroso, sottolineando che il governo tecnico è arrivato per un clamoroso fallimento della politica. Un po’ quello che è successo ad Ancona. Marcello Veneziani ha apprezzato le motivazioni che hanno determinato la creazione del movimento, prendendo spunto dall’atto costitutivo che contiene l’espressione “Una storia da riaffermare, una dignità da difendere, un ruolo da riconquistare” ha messo in evidenza come il presente acquisisca maggiore significato se vissuto alla luce della storia passata e come sia importante oggi parlare di nuovo di dignità. Da un pubblico attento e interessato sono venuti poi numerosi interventi a quali Veneziani ha fornito risposte precise e puntuali.

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pesaro e provincia

Il turismo marchigiano riparte da Gabicce

Dal recupero del Mississippi, attraverso le “trame urbane” proposte e progetti per “reinventare il modo di fare turismo” non solo a Gabicce Mare, ma in tutte le Marche attraverso il progetto denominato “riviera reattiva”. Per far uscire il turismo regionale dai localismi, occorrono condivisione, coordinamento e collaborazione mettendo in sinergia le specificità del territorio con l’obiettivo di captare l’interesse e le risorse della UE destinate alla Macroregione Adriatico – Ionica, affinché le Marche possano davvero acquisire una vera vocazione turistica.

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di Maurizio Grilli L’ex Mississippi di Gabicce Mare è stata la sede del convegno “Trame Urbane, la città del mare”, un dibattito pubblico per pensare a nuovi scenari e a possibili strategie di sviluppo per la costa che si è tenuto lo scorso 25 gennaio. L’evento, organizzato dal Comune di Gabicce mare, ha visto la partecipazione del Presidenete della Regione Gian Mario Spacca, Pietro Talarico, dirigente Turismo della Regione, Renato Claudio Minardi, assessore al Turismo della Provincia di Pesaro-Urbino e di Vittoriano Solazzi, presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche. Presenti anche numerosi operatori ed esponenti di categoria. Sono intervenuti anche Gianfranco Cenci, presidente S.I.S. Spa, società italiana servizi, che ha presentato i risultati del Workshop 3T Think Tank Turismo; l’ architetto Luca Emanueli, direttore di Sealine, centro dipartimentale di ricerca per lo sviluppo dei sistemi costieri e del turismo del dipartimento di Architettura dell’ Università di Ferrara. Sealine è un centro di ricerca nato per studiare e formulare proposte sul tema dello sviluppo sostenibile delle coste: uno sguardo rivolto dal mare alla terra. Il dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, su incarico di S.I.S., sta effettuando una serie di studi sulla costa e ha presentato diversi progetti a Cattolica, Misano e Riccione. “A Gabicce è nato il fare turismo degli anni 60’- ha introdotto il sindaco Corrado Curti – e oggi dobbiamo reinventare il modo di fare vacanza. Ci sono tre ambiti di riqualificazione importanti : il lungo porto, il borgo di Gabicce Monte e la spiaggia. Mississippi, spiaggia, mare e hotel sono un’unica grande risorsa”. Il ruolo di Gabicce Mare è stato evidenziato dal Presidente Spacca, che lo ha definito “qualificante dell’intera strategia turistica regionale”,


agganciando così questa iniziativa a quelle già avviate in altre località, centrali per il nuovo turismo marchigiano che si svilupperà attraverso il progetto “Rivera reattiva”. Il recupero della rotonda a mare (ex Mississippi) è indubbiamente il nodo centrale per una nuova visione e riqualificazione di Gabicce, “una struttura strategica che può diventare il fulcro dell’offerta turistica per un pubblico sempre più esigente”. Infatti, “i turisti ai quali oggi le Marche si rivolgono non sono più solamente quelli di prossimità, ma anche e soprattutto quelli del villaggio globale”, ha detto Spacca. “Gabicce

rappresenta un esempio straordinario nella nostra regione grazie all’eccezionale dotazione di beni culturali, di tradizione agricola, di ricchezze ambientali che non possono non avere successo adottando una strategia fatta di concretezza e progettualità, di cui questo progetto che ridisegna la trama urbana in un rapporto più stretto con il mare è un esempio intelligente” Il Presidente regionale ha poi collegato quanto di buono si sta facendo a Gabicce con le esperienze avviate anche a San Benedetto, al Conero e a Senigallia, parlando di esempi di “riflessioni originali avviate per la riqualificazione del proprio

waterfront, che si stanno distinguendo per concretezza e funzionalità di visione”. Il convegno di Gabicce è stata l’occasione utile per evidenziare, quindi, l’assoluta necessità di fare network tra queste importanti località, cosicché possano fare da traino per l’intero turismo regionale, captando, tra l’altro l’attenzione dell’Europa: infatti, attraverso lo sviluppo della Macroregione Adriatico - Ionica, la UE potrà guardare al mare Adriatico con particolare interesse, con la possibilità di sostenere i progetti dell’area, finalizzati, in particolare, alle interconnessioni tra infrastrutture marittime.

Erosione della costa, un convegno sullo stato dell’arte Si è tenuto lo scorso 6 dicembre, presso il palazzo Leopardi della Regione, il convegno “L’erosione della costa marchigiana: cause, conseguneze, soluzioni”. Organizzato dal gruppo misto in consiglio regionale, l’incontro è stato guidato dal presidente del gruppo Giancarlo D’Anna, ed ha visto gli interventi dell’ingegner Giorgio Filomena (del Servizio infrastrutture, trasporti ed energia della Regione), del geologo e consulente del Wwf Andrea Dignani, di Leonello Negozi di Legambiente Marche e del dottor Stefano Sofia della Protezione Civile. Conclusioni invece affidate all’assessore Paolo Eusebi. Nel dibattito è stato analizzato il Piano di gestione integrata delle aree costiere della Regione Marche, ed in particolare lo stato di attuazione del Piano stesso. Sono state inoltre presi in esame i metodi più recenti e innovativi per la difesa della costa, ed anche meno invasivi dal punto di vista ambientale. Le cause dell’erosione, infatti, comunque legate ad interventi antropici, non includono solo i cambiamenti climatici e il deficit di trasporto solido dai fiumi, ma anche un terzo tipo di “interferenza” umana: proprio la presenza di strutture rigide per la difesa costiera. In coda al convegno, infine, un dibattito che ha coinvolto il pubblico e gli amministratori locali presenti in platea. r.f.

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marche sud

Quando la storia (e la politica) diventa il nome di una via di Rossella Favi

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Il passato che non passa, la storia che fa fatica a diventare storia con la esse maiuscola. Così, finisce che le forze politiche – per carità, sempre molto impegnate dal punto di vista dei programmi e dell’azione amministrativa, ma forse non abbastanza, verrebbe da dire – si accapiglino su questioni fondamentali come la toponomastica cittadina. I nomi da attribuire a vie e piazze. In provincia di Macerata sono due le vicende alla ribalta all’inizio di questo 2013. La prima riguarda Civitanova Marche, dove l’amministrazione di centrosinistra guidata da Tommaso Corvatta ha deciso di eliminare dal proprio stradario via Almirante, anche perché vi si trovano molte scuole (sic), con tanto di siparietto dell’assessore Francesco Peroni che con gesto – lasciatecelo dire – assai poco istituzionale cestina la targa della via. “Pecchiamo di inesperienza – lo ha scusato Corvatta – ma


mi chiedo come si possa intitolare una strada a una persona che ha avuto un ruolo importante nella Repubblica di Salò e che firmò ordini di eccidi contro i partigiani italiani”. E del resto lo stesso Peroni conferma: “Avevamo messo nel nostro programma elettorale la proposta di eliminare via Almirante”. Quindi, insomma, una volta tanto ci sono politici che mantengono le promesse. Nella diatriba – a nostro giudizio sempre indizio di un Paese che non sa ancora fare i conti con se stesso e si accapiglia su questioni che niente hanno a che fare con il buon governo – sono interventute anche donna Assunta Almirante, vedova del politico, e la figlia, che si sono ripromesse di venire al più presto a Civitanova, giudicando quanto avvenuto “un fatto grave, la popolazione dovrebbe ribellarsi”. Ma, lo sappiamo tutti, gli italiani sopportano ben altro. E, del resto, sono ancora spesso le polemiche ad illuminare un altro periodo buio della storia italiana come quello delle foibe e degli esuli della Venezia Giulia e della Dalmazia. Teatro più recente, il Comune di Tolentino, in cui la proposta della maggioranza di intitolare un campo sportivo ai Martiri delle Foibe e dell’esodo degli italiani di Fiume, Istria e Dalmazia ha scatenato un putiferio, rimbalzato anche sui media nazionali. L’idea toponomastica non è infatti piaciuta all’opposizione, che in un documento congiunto di Pd, Sel, Idv e Rivoluzione Civile ha esposto tutta la sua contrarietà: “Le foibe rappresentano il prodotto di quello che il regime fascista impose in tutto il Venezia Giulia e cioè una violenta politica di snazionalizzazione. Negli ultimi anni – proseguono

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la nota – in nome della “pacificazione” e “i morti sono tutti uguali”, viene condotta una campagna di stravolgimento della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del fascismo”. Una presa di posizione che ha portato la vicenda agli onori delle cronache italiane, e ha scatenato le ire del presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Alberto Ballarin: “Illuminati ambienti della sinistra radicale in quel di Tolentino riesumano il vecchio, corroso e spregevole armamentario ideologico caro al totalitarismo comunista che volle far credere la Venezia Giulia “italianizzata” dal fascismo per giustificare le pretese jugoslave di annessione. La vicenda del confine orientale appartiene alla memoria dell’intera Nazione, ogni altra, logora e dolosa strumentalizzazione le è estranea”. Insomma, la politica non ci ha fatto una gran bella figura. Ma si sa, rievocando fascismo, resistenza, foibe e comunismo, si arriva alla pancia di un paese che non ha ancora digerito la sua storia recente. Tanti politici hanno detto la loro sulla vicenda, chi più chi meno tentando di tirare per la giacchetta, e pro domo sua, vicende che fanno parte della Storia e sono – o dovrebbero essere – patrimonio condiviso di tutti gli italiani. Com’è finita a Tolentino? Quasi con una beffa: il consiglio comunale ha detto sì all’intitolazione, quasi all’unanimità, perché un emendamento ha trasformato i “martiri” delle foibe in “vittime”. Chi lo ha presentato, mettendo tutti d’accordo e pacificando gli animi? Il Movimento 5 Stelle.

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