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il Domani Sabato 28 Febbraio 2009 7

Attualità

Per lungo tempo una ragazzina ha taciuto gli abusi subiti da un uomo di 55 anni

Legataallettoconlemanette L’infernodiunaundicenne NAPOLI - Come in un film dell’orrore: per poter compiere le violenze legava la sua vittima di 11 anni con delle manette assicurandola al letto con delle molle. I reperti delle torture sono stati trovati dagli uomini della sezione Minori della Squadra Mobile della Questura di Napoli che hanno scoperto un altro caso di pedofilia in città. Michele Riccio, 55 anni, che lavorava saltuariamente come custode in alcune autorimesse, è stato bloccato nel quartiere di BarraSan Giovanni, periferia orientale di Napoli, non lontano da dove erano state compiute le violenze nei confronti di un ragazzino di 12 anni da parte di Pasquale Modestino, arrestato mercoledì scorso. L’aguzzino era in apparenza una persona gentile e affettuosa: così aveva conquistato la fiducia dei ragazzini dello stabile. Approfittando di alcuni momenti in cui riusciva a rimanere da solo con una dodicenne ne approfittava per compiere le sue violenze. Poi, per ’comprare’il silenzio della piccola vittima alternava la parte del buo-

La confidenza a una conoscente ha fatto scattare le indagini Michele Riccio, il 55enne arrestato per violenza sessuale aggravata, esce dalla questura di Napoli Secondo caso di pedofilia a Napoli in pochi giorni

no, con regali di piccole somme di denaro e telefoni cellulari, a quella del cattivo, pronto a minacciare botte se la piccola avesse rivelato qualcosa. L’inferno è durato tre anni, poi la ragazzina ha confidato tutto ad un’amica della madre, ignara delle violenze subite dalla dodicenne. La vittima è stata sentita dalla Squadra Mobile e dal pm nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico. Una con-

sulenza psico diagnostica ha accertato la piena attendibilità del racconto fornito. Riccio, arrestato a Barra, è ora in isolamento nel carcere di Poggioreale. È stata intanto fissata per oggi, davanti al gip Enrico Campoli, l’udienza di convalida del fermo di Pasquale Modestino. La Procura, da quanto è emerso, chiederà la convalida del provvedimento eseguito mercoledì scorso dalla Squadra Mobile e l’emissione di

un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il sottopassaggio degli orrori, teatro della violenza ai danni del dodicenne, che collega via Gussone con via Don Bosco è stato chiuso. In azione uomini del commissariato di polizia VastoArenaccia, della Polizia municipale, del Comune di Napoli e dell’Asia, l’azienda di igiene urbana. Sono stati rimossi i rifiuti accumulati ed è stato apposto al cancello di accesso un lucchetto di sicurez-

za, in attesa della chiusura permanente con un muro che avverrà nei prossimi giorni. Sulla vicenda dell’uomo, in libertà nonostante precedenti analoghi su una bimba, il ministro della Giustizia Angelino Alfano aveva chiesto all’ispettorato del ministero di disporre accertamenti. Secondo quanto si è appreso, gli ispettori del ministero della Giustizia hanno preso contatto con il procuratore della Repubblica Giovandome-

Con l’indulto solo un anno di carcere per stupro IMPERIA - Arrestato nel dicembre del 2007 per lo stupro di una ragazza di vent’anni e condannato dal gup a 4 anni e 2 mesi di reclusione, tra pochi giorni tornerà libero grazie all’indulto. Si tratta di D.B., 24 anni, di Pieve di Teco (Imperia), con precedenti specifici alle spalle. Sdegno per l’imminente scarcerazione è stato dimostrato dalla giovane vittima degli abusi, della madre di lei e dall’avvocato di parte civile, Piera Poillucci. L’imputato, infatti, giudicato nelle forme del rito abbreviato, ha ottenuto dopo pochi mesi di carcere il beneficio degli arresti domiciliari, con possibilità di recarsi al Sert, per legami col mondo dell’alcol e della tossicodipendenza. Dopo un anno di reclusione, D.B. tornerà quindi in libertà. I fatti risalgono al 13 dicembre del 2007 quando la ragazza, nell’incamminarsi sul lungomare Vespucci di Imperia, diretta da alcuni amici, venne braccata dal giovane che la condusse in spiaggia e abusò di lei, dopo averla picchiata con violenza. I carabinieri, intervenuti su chiamata di alcuni clienti di un vicino chiosco, trovarono la ragazza insanguinata e con il volto tumefatto.

nico Lepore per avere la copia degli atti relativi alla precedente vicenda dello stupratore e valutare se ci siano state negligenze da parte dei magistrati che se ne occuparono. Il procuratore, sempre secondo quanto è emerso, ha assicurato che la documentazione sarà inviata al più presto. Nei primi giorni della prossima settimana, dunque, gli ispettori esamineranno gli atti e decideranno se chiedere integrazioni e come procedere.

Ha sgozzato madre e bimba “per gelosia”

Raffaele Sollecito alla sesta udienza del processo per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher

Omicidio di Perugia, la difesa di Raffaele Sollecito vuole appurare se esistono video

Bancomat di Mez usato dopo il delitto PERUGIA - Sesta udienza per il processo Kercher a Perugia. La difesa di Raffaele Sollecito parte all’attacco e, nel corso del processo a Perugia per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, dove il ragazzo è imputato insieme all’ex fidanzata Amanda Knox, gli avvocati puntano l’indice contro il reperto del gancetto del reggiseno di Meredith, sul quale sono state trovate alcune tenui tracce del Dna di Sollecito: secondo il difensore Giulia Bongiorno, sarebbe stato «contaminato». Ciò per il ritardo con cui il fatidico gancetto è stato ritrovato: ci sono volute due ispezioni e due visite delle forze dell’ordine nella casa di Perugia e il frammento sarebbe finito persino «sotto un tappetino». A conferma-

re le circostanze del ritrovamento, avvenuto soltanto il 2 novembre, il giorno dopo l’omicidio, è stato l’ex capo della squadra mobile della Questura, Giacinto Profazio. Ieri, sotto la minuziosa lente d’ingrandimento dei difensori di Sollecito c’è stato un altro particolare, quello di un prelievo di 20 euro con il bancomat di Meredith avvenuto dopo il delitto. O meglio, secondo l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia di Meredith Kercher, la transazione sarebbe stata registrata in un orario successivo all’omicidio dalla banca, ma sarebbe avvenuta prima della morte di Meredith. Di fatto, però, se non fosse un errore di calcolo, la telecamera del bancomat potrebbe avere ’registrato’ il volto del-

l’assassino e questo, per la difesa di Sollecito, è un aspetto ancora da chiarire. Altra novità legata al racconto di Profazio: i telefonini di Amanda e Raffaele la notte del delitto si sarebbero spenti entrambi tra le 20 e le 20.30. E se è certo che i telefonini si spensero, non è certo quando si siano riaccesi: quello di Raffaele intorno alle 6, mentre per quello di Amanda il testimone non avrebbe fornito un dato certo sul tempo. Dalle parole di Profazio emergono anche gli atteggiamenti dei due ex fidanzatini quando furono convocati in questura dopo l’omicidio: la giovane americana e il ragazzo pugliese erano sempre insieme e Amanda faceva ’la ruota’, come se nulla fosse accaduto.

Il convivente ha trovato in casa il corpo straziato della vedova

Una colombiana si è avvicinata con la scusa di volerlo guardare

SASSARI - Una vedova di 63 anni è stata tre vagava da solo e alla vista dei militari non uccisa a coltellate nella sua abitazione a Sen- avrebbe opposto alcuna resistenza. Sulle manori, nel Sassarese. Il corpo è stato trovato ni sono evidenti - riferiscono gli inquirenti - i dal convivente, rincasato dotagli che si sarebbe procurato po il lavoro. Subito i sospetti La polizia ha fermato avventandosi con furia sulla si sono concentrati sul figlio l’unico sospettato madre. Il medico legale Frandella vittima, un giovane di mentre vagava cesco Lubinu ha riscontrato 26 anni con problemi psichisul cadavere della vittima alin stato confusionale ci. E proprio il figlio, Nino meno 30 coltellate. Cattari, in Cattari, di 32 anni, avrebbe confessato il de- cura da diverso tempo presso l’ospedale psilitto e il luogo all’interno della casa dove chiatrico di Sassari, in passato aveva avuto avrebbe nascosto il coltello prima di fuggire. frequenti litigi, anche violenti, con la madre, Cattari è stato fermato ieri pomeriggio men- ma la donna non lo aveva mai denunciato.

ANCONA - Una donna ha cercato di rapire l’apparente età di 30-40 anni, con i capelli un bimbo colombiano di circa un anno nel biondi e lisci e la pelle piuttosto scura, si è centro di Ancona, ma è stata bloccata dalla avvicinata al bambino e ha cominciato a madre e si è poi allontanata vezzeggiarlo. Poi, con un moa bordo di un’auto con un Un complice vimento fulmineo, lo ha sfilacomplice. Il fatto è avvenuto attendeva to dal seggiolino e ha cercato nei pressi degli uffici finan- poco distante di portarlo via, mentre l’amiziari, all’angolo tra via Paleca della madre cominciava a la sconosciuta stro e via Simeoni. La maurlare. La mamma, uscita dadre, una 35enne colombiana, aveva lasciato gli uffici, ha bloccato la sconosciuta e recuil figlioletto nel seggiolino sul sedile anterio- perato il piccolo. La donna bionda si è poi re, con un’amica in piedi fuori dell’auto- allontanata a bordo di una vettura grigia, mezzo. A quel punto una sconosciuta, del- dove l’attendeva un complice.

Muore accoltellata 30 volte dal figlio Cerca di rapire un bebè in pieno centro

TREVISO - Il marocchino Fahd Bouichou ha confessato di aver ucciso la sua ex compagna e la figlia di quasi 2 anni per un raptus motivato da gelosia. Alla fine non ha seguito il consiglio della sorella di negare tutto, ma ha rivelato anche il movente. L’uomo, catturato in Slovenia dopo una breve fuga seguita al delitto, commesso a Paese (Treviso), ha ammesso le sue responsabilità agli agenti della polizia che giovedì sera gli avevano notificato il mandato di arresto. L’immigrato ha riferito ai poliziotti di aver compiuto il duplice omicidio «per un eccesso di gelosia». Dopo il duplice omicidio l’uomo sarebbe sceso nel garage della palazzina dove si è cambiato gli abiti sporchi di sangue, nascondendoli. Ha preso poi l’auto dell’ex compagna con cui ha raggiunto Jesolo, spegnendo i cellulari per non farsi rintracciare, ha abbandonato lì la vettura e ha preso una corriera che l’ha portato a Trieste, dove si è fermato alla stazione ferroviaria per chiamare da una cabina pubblica la sorella in Marocco. La polizia, che nel frattempo aveva messo sotto controllo i telefoni di varie persone che potevano essere in contatto con lui, hanno intercettato la telefonata durante la quale la sorella ha inviato Fahd Bouichou a scappare, a nascondersi e a disfarsi di tutto ciò che lo poteva compromettere distruggendo le prove. «Nega, nega sempre tutto - ha detto la donna in arabo al fratello - nega anche l’evidenza».


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