il domani

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Giovedì 25 Novembre 2010 il Domani 25

IL DOMANI DELLA CULTURA

Il cimitero immaginario nei lavori di Carlos Casas Dopo il successo di “End” all’Hangar Bicocca l’artista torna a Milano Valentina Cavera Un elefante e il suo Mahout conducono i visitatori della "Marselleria permanent exhibition" in un cimitero sconosciuto, dove gli elefanti giacciono senza vita. Questo scenario immaginario, nel territorio di confine tra Nepal e India, è un nuovo progetto di Carlos Casas (Barcellona, 1974, filmmaker e artista visivo. Uomo da sempre impegnato ad unire generi espressivi diversi. Il suo lavoro è un incrocio tra film documentario, del cinema e arti visive contemporanee e del suono): video, disegni e collage in mostra per raccontare quegli spazi intraducibili a parole, dove abitano vita e morte, dove forse risiede il segreto della reincarnazione e dell’immortalità.

L’artista decide di inoltrarsi in tale ricerca esibendo proprio quei territori dove la cultura buddista e quella induista si fronteggiano. Due aspetti di due diverse civilità in cui rinvenire tracce comuni. Dopo il clamoroso successo della sua video trilogia, intitolata "End" all’Hangar Bicocca nella quale Casas, con estrema sensibilità, descrive alcuni territori ai margini della civiltà, dei quali molti sono ignari dell’esistenza, per rappresentare quel confine dove il principio e la fine della vita umana trova una residenza, l’artista torna a Milano, esibendo altri territori, in anteprima assoluta. Attraverso il montaggio di alcuni stralci di classiche pubblicazioni cinematografiche d’avventura, di documentari e d’immagini, colte da vecchie pellicole che riproducono l’"età d’oro" dei film d’avventura, quelli esotici degli anni

C. Casas, s. t.

Trenta, Quaranta, Cinquanta e Sessanta, nasce "Cemetery", un nuovo viaggio verso l’ignoto. Fino al 14 gennaio. Marselleria permanent exhibition, via Paullo 12 a, Milano . Info: 0276394920; www.marselleria.com.

Sesta edizione nel Sud America per Venezia cinema italiano i migliori film in concorso al lido sbarcano nel nuovo continente

Cinema, il Brasile applaude i nostri film e i nostri registi Emma Martano Proseguono da giorni ormai le inziative promosse dai principlai attori della cinematografia italiana contro i tagli ministeriali al Fus. Solo lunedì scorso l’ultimo appuntamento alla multisala teatro Adriano di Roma che ha visto millecinquecento persone protestare contro la finanziaria 2011. Perché il cinema è un’industria e perché chi lo fa non è solo un «buffone perditempo che non sa cosa significhi la parola lavoro» come ironizza qualcuno. Perché se la manovra dovesse passare così com’è 250mila persone potrebbero perdere il posto di lavoro. E mentre da noi si cerca di non far tirare l’ultimo anelito al

cinema italiano, la Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica proseguono anche nel 2010 il progetto culturale internazionale che negli ultimi anni ha promosso e diffuso il cinema italiano nel mondo. Anche quest’anno, infatti, dopo il successo delle precedenti edizioni, una selezione significativa di film italiani della 67esima mostra Internazionale d’arte cinematografica, diretta da Marco Mueller, viene presentata in Brasile nell’ambito della sesta edizione della rassegna Venezia Cinema Italiano, in programma fino 7 dicembre. Venezia Cinema Italiano IV, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, in collaborazione

con l’Ambasciata d’Italia in Brasile - guidata da Gherardo La Francesca - con il fondamentale contribuito degli Istituti italiani di cultura di San Paolo e Rio de Janeiro e con il Consolato generale d’Italia a Curitiba, si svolgera’ fino al 28 novembre a San Paolo, con la proiezione dei seguenti film presentati lo scorso settembre alla mostra del cinema di Venezia: La passione di Carlo Mazzacurati (Concorso Venezia 67), La pecora nera di Ascanio Celestini (Concorso Venezia 67), Malavoglia di Pasquale Scimeca (Orizzonti), Notizie degli scavi di Emidio Greco (Fuori Concorso), Passione di John Turturro (Fuori Concorso), Profumo di donna (1974) di Dino Risi (Omaggio a Gassman). La rassegna fara’ tap-

Carlo Mazzacurati durante le riprese di La passione

pa anche a Rio de Janeiro, Brasilia, Curitiba. L’evento, giunto alla sua sesta edizione e sempre accolto con grande interesse e partecipazione di pubblico, conferma la

vocazione della Biennale di Venezia come battistrada multiculturale e consolida il suo ruolo di promozione internazionale del cinema e della cultura italiana.

Roma, i luoghi di lavoro negli scatti di Bruna Biamino

Studio di studi Grazie all’incontro tra lo spazio Cerere e la galleria Tedeschi un viaggio fotografico nelle professioni romane

Maria Letizia Bixio Torino un anno fa, oggi a Roma, grazie all’incontro e alla collaborazione tra lo spazio Cerere e la galleria Ermanno Tedeschi. Studio di studi, viaggio fotografico attraverso le professioni romane, è un progetto nato con l’intento di rappresentare il luogo in cui si trascorre gran parte della giornata: l’ufficio, lo studio, una stanza, la scrivania o un dettaglio particolarmente significativo o rappresentativo dell’ambiente lavorativo. Grazie agli scatti lucidi e, talvolta, cinici della fotografa Bruna Biamino, ex docente all’Istitito euro-

Studio odontoiatrico romano

peo di design e alla Scuola Holden, vengono svelate le intime realtà quotidiane legate al luogo di lavoro. Da anni, infatti, Bruna Biamino svolge un’attività di ricerca sul paesaggio urbano. Angoli, dettagli, spazi, che improvvisamente rivelano, come su un nitido specchio, il riflesso della personalità di chi vi si insedia. 100x100 è il for-

mato prescelto per le cinquanta foto esposte, scatti per altro raccolti in un libro a edizione limitata, con testi critici di Massimo Teodori e Jas Gawronski, che verrà presentato in occasione dell’evento, dove interverrà l’assessore alle Politiche culturali e della comunicazione del comune di Roma Umberto Croppi. Il fine ultimo è quello di rendere giustizia e storicità, a quei luoghi spesso dati per scontato, che di fondo sono gli scenari di gran parte del nostro tempo, nonché della nostra stessa vita. Fino al 4 dicembre. Spazio Cerere, via degli Ausoni 3, Roma. Info: 064470912.

Attraverso scatti lucidi e, talvolta, cinici vengono svelate le intime realtà quotidiane legate al luogo di lavoro per svelare la natura di chi li vive


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