il domani

Page 16

Pag. 16

CALABRIA il Domani

Giovedì 21 Agosto 2008

www.ildomanionline.it

REGGIO CALABRIA

Il boss della ’ndrangheta Giuseppe Coluccio, 42 anni, arrestato il 7 agosto, è stato espulso dal Canada

Torna in Italia il re del narcotraffico Sbarcato alle 6 all’aeroporto di Ciampino è stato trasferito in un carcere della Capitale REGGIO CALABRIA — Il “re del narcotraffico”, Giuseppe Coluccio, 42 anni, è tornato in Italia dopo tre anni di latitanza. Il boss della ’ndrangheta, arrestato il 7 agosto scorso a Toronto dai carabinieri del Ros e dalla polizia canadese, è stato espulso dal Canada e ieri mattina alle 6 è sbarcato, sotto scorta, all’aeroporto romano di Ciampino e trasferito in un carcere della Capitale. Coluccio, originario di Marina di Gioiosa Ionica, nel Reggino, era ricercato dal 2005, quando era sfuggito all’arresto nell’ambito dell’operazione “Nostromo” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Le accuse nei suoi confronti sono di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione. La sua è stata una latitanza dorata. I carabinieri lo hanno sorpreso in un lussuoso appartamento nei pressi di Toronto, in un grattacielo affacciato sul lago Ontario, dove teneva un milione e mezzo di dollari canadesi in con-

tanti, traveller cheques, assegni e gioielli. L’ex latitante, il cui nome era inserito nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi, per gli investigatori ha svolto un ruolo di primo piano nella gestione dei traffici di cocaina ed eroina dal Sud America all’Europa. Traffici in cui la ’ndrangheta è ormai leader mondiale. Le indagini del Ros hanno evidenziato il legame di ’ndrangheta e Cosa nostra siciliana nel narcotraffico. Coluccio, infatti, non solo aveva mantenuto rapporti costanti con la Calabria, gestendo il traffico di ingenti quantitativi di hascisc e cocaina per le cosche ionico-reggine, ma in Canada era anche entrato in “stretto contatto” con Giuseppe Cuntrera, detto “Big Joe”, esponente della famiglia di narcotrafficanti siciliani Caruana-Cuntrera, coinvolta nel ’94 nell’operazione “Cartagine” che portò tra l’altro al sequestro di cinque tonnellate di cocaina. (Ansa)

Riuscì a sfuggire alla cattura nel giugno del 2005

Da oltre oceano gestiva lo smercio di droga Hashish e cocaina destinati in Calabria ROMA — Giuseppe Coluccio si era

Giuseppe Coluccio

Era nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi

Le indagini mettono a fuoco i rapporti tra la ’ndrangheta e cosa nostra unite negli affari

La stretta alleanza con “Big Joe” ROMA — La ’ndrangheta e Cosa no-

stra siciliana unite nel narcotraffico internazionale: è lo scenario che emerge dall’indagine dei carabinieri del Ros che ha portato alla localizzazione in Canada e all’arresto del boss Giuseppe Coluccio, trasferito ieri in Italia. Secondo gli investigatori, infatti, non solo Coluccio (sotto falsa identità) aveva continuato a mantenere costanti rapporti con la Calabria, gestendo il traffico di ingenti quantitativi di hashish e cocaina destinati alle cosche jonico-reggine, ma in Canada era anche entrato in “stretto contatto” con Giuseppe Cuntrera, detto “Big Joe”, figlio di Pasquale (arrestato dal Ros nel 1998 in Spagna) ed esponente della famiglia di narcotrafficanti siciliani Caruana -Cuntrera, coinvolta nel ’94 nell’operazione “Cartagine” che portò tra l’altro al sequestro di 5 tonnellate di cocaina. Coluccio e “Big Joe” Cuntrera, peraltro soci in affari in un’azienda di generi alimentari di Toronto (denominata “Mangiare”), in Canada era-

Coluccio era sempre in contatto con le cosche jonico-reggine

no molto assidui tra loro: sono stati anche documentati frequenti incontri tra i due in diversi locali pubblici dell’Ontario. L’indagine “Nostromo” del 2005 - in seguito alla quale Coluccio si dette latitante - accertò il coinvolgimento del boss della ’ndrangheta anche in attività estorsive, con particolare riferimento alla gestione ed al controllo del mercato della pesca in un ampio tratto della costa jonico-reggina. Anche in questo caso si assiste ad una alleanza tra la ’ndrangheta e Cosa nostra, grazie ai rapporti tra Coluccio e Santo Mazzei, ritenuto dagli investigatori “esponente di vertice” della criminalità mafiosa catanese: i due si sarebbero messi in affari tra loro per lo sfruttamento ittico della zona di Melito Porto Salvo. Ma resta il traffico di stupefacenti l’attività principale dei Coluccio (Salvatore, fratello di Giuseppe, venne arrestato nel 2004 per associazione mafiosa e narcotraffico): il boss catturato in Canada è stato al centro di numerose indagini che ne hanno accertato il ruolo di raccordo tra i grandi cartelli fornitori sudamericani e le cosche del Reggino che, sul finire degli anni ’80, superando le storiche rivalità, avevano dato vita ad inedite alleanze, costituendo dei veri e propri “consorzi” di acquirenti attraverso i quali ridurre i costi della droga ed ottimizzare la gestione delle importazioni sul mercato europeo. Nel 1998, anche dall’indagine “Windshear” del Ros emerse il coinvolgimento di Coluccio in un vasto traffico di cocaina che, dalla Colombia, veniva introdotta in Italia a bordo di aerei da turismo che atterravano all’aeroporto “S. Egidio” di Perugia. Ma il boss, secondo le indagini dei carabinieri, aveva «molteplici collegamenti» nel panorama mondiale del narcotraffico: è risultato in contatto anche con gruppi della criminalità turca, dai quali venivano approvvigionate ingenti partite di eroina trasportate sulle coste calabresi a bordo di pescherecci controllati dalla cosca di Gioiosa Ionica. (Ansa)

rifugiato in Canada nel giugno 2005 per sottrarsi all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’indagine “Nostromo” del Ros, su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Da oltre oceano, sotto falsa identità, aveva continuato a mantenere costanti rapporti con la Calabria, gestendo il traffico di ingenti quantitativi di hashish e cocaina destinati alle cosche jonico - reggine. In Canada, il latitante era anche entrato in stretto contatto con Giuseppe Cuntrera, detto “Big Joe”, figlio di Pasquale arrestato dai Carabinieri del Ros nel maggio 1998 a Malaga (Spagna) ed esponente di spicco della famiglia di narcotrafficanti siciliani CaruanaCuntrera, già coinvolta nell’operazione “Cartagine” che, nel 1994, aveva consentito il sequestro in provincia di Torino di 5 tonnellate di cocaina e l’arresto di una decina di persone, accertando gli interessi nella colossale importazione di narcotico, di un vero e proprio consorzio formato dalle più importanti famiglie della ’ndrangheta. Dopo circa quindici anni, le indagini finalizzate alla localizzazione del latitante nel Paese nord-americano hanno confermato quindi l’attualità dei rapporti tra esponenti di spicco delle cosche della ’ndrangheta e di Cosa Nostra siciliana, documentando i frequenti incontri in diversi locali pubblici dell’Ontario tra “Big Joe” Cuntrera e Giuseppe Coluccio, peraltro soci in affari in un’azienda di generi alimentari di Toronto (denominata “Mangiare”). Oltre agli enormi interessi nel traffico di stupefacenti, l’indagine “Nostromo” ne aveva accertato il coinvolgimento in attività estorsive, con particolare riferimento alla gestione ed al controllo del mercato della pesca in un ampio tratto della costa ionicoreggina. In questo ambito erano emersi anche i rapporti con Santo Mazzei, esponente di vertice della criminalità mafiosa catanese, in affari con Coluccio per lo sfruttamento ittico della zona antistante a Melito Porto Salvo. L’autorizzazione a pescare nelle acque antistanti Melito Porto Salvo, concessa da Coluccio a cinque pescherecci siciliani era stata peraltro all’origine di un acceso contrasto con il referente della locale cosca melitese per le pretese di gestione del tratto di mare interessato. In relazione ai rapporti con le consorterie mafiose della Sicilia orien-

tale, le indagini del Ros avevano documentato inoltre collegamenti con il sodalizio dei Laudani, funzionali all’importazione di 2.000 chilogrammi di cocaina. In questo caso, i Coluccio si erano avvalsi di una flottiglia di pescherecci idonei alla navigazione internazionale, per il recupero dei carichi di narcotico scaricati in mare aperto dalle navi provenienti dal Sudamerica, con il tradizionale sistema del punto nave. L’impegno dell’Arma contro la cosca “Coluccio-Aquino” aveva inoltre già consentito, il 2 aprile 2004, di arrestare Salvatore Coluccio, fratello di Giuseppe, latitante sin dal 2000 in quanto destinatario di due provvedimenti cautelari per associazione mafiosa ed associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Tratto in arresto per la prima volta nel 1991 per traffico e spaccio di stupefacenti, negli anni successivi Coluccio è stato al centro di numerose indagini che ne hanno accertato il ruolo di raccordo tra i grandi cartelli fornitori sudamericani e le cosche del reggino che, sul finire degli anni ’80, superando le storiche rivalità, avevano dato vita ad inedite alleanze, costituendo dei veri e propri “consorzi” di acquirenti attraverso i quali coniugare domanda ed offerta, ridurre i costi del narcotico ed ottimizzare la gestione delle importazioni della droga sul mercato europeo. Nel 1998, anche l’indagine “Windshear” del Ros ne aveva accertati il coinvolgimento in un vasto traffico di cocaina che, dalla Colombia, veniva introdotta in Italia a bordo di aerei da turismo che atterravano presso l’aeroporto “S. Egidio” di Perugia. All’approvvigionamento del narcotico provvedeva peraltro Roberto Pannunzi, broker di riferimento per il narcotraffico dei piu’ importanti sodalizi di stampo mafioso italiani ed in contatto con il Coluccio per ingenti forniture dirette alle cosche reggine. Altre indagini, negli anni scorsi, hanno successivamente confermato il ruolo di spicco assunto dal latitante e la molteplicità dei suoi collegamenti nel panorama mondiale del traffico di stupefacenti. Coluccio è risultato infatti in contatto anche con sodalizi della criminalità turca, dai quali venivano approvvigionate ingenti partite di eroina trasportate sulle coste calabresi a bordo di pescherecci controllati dalla cosca di Gioiosa Ionica (RC). (Agi)


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.