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il Domani Mercoledì 18 Febbraio 2009 19
CALABRIA REGGIO CALABRIA Secondo gli inquirenti, avrebbero aiutato la latitanza di Renato Petullà, esponente della ’ndrangheta arrestato nell’ottobre del 2007
Sei in manette per favoreggiamento L’operazione è stata condotta dagli uomini del commissariato di Polistena su richiesta della Dda REGGIO CALABRIA — Carcere per i presunti favoreggiatori del boss Renato Petullà, catturato dopo quattro anni di latitanza nell’ottobre del 2007. Il trentenne presunto esponente della ‘ndrangheta di Cinquefrondi, durante il periodo in cui veniva ricercato dalla polizia di tutta Italia, avrebbe ricevuto protezione ed ospitalità dal cognato e da altre cinque persone. La polizia del commissariato di Polistena, diretto da Angelina Costanzo, e gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Reggio hanno stretto le manette ai polsi di quattro persone, mentre altre due sono state poste agli arresti domiciliari. I provvedimenti restrittivi del Gip hanno riguardato: Francesco Fidale, 21 anni, fratello della moglie del latitante, Francesco Ierace (38); Sebastiano Pasqualone (34) e Giuseppe Tigani (33). Domenica Curinga (68) e il marito Vincenzo Fusà (75) - che secondo l’accusa avrebbero favorito gli incontri tra
Vincenzo Fusà
Domenica Curinga
Giuseppe Tigani
Francesco Ierace
Sebastiano Pasqualone
Francesco Fidale
sunti favoreggiatori l'avrebbe svolto Francesco Fidale, fornendo assistenza al cognato per i suoi spostamenti e procurandogli anche delle armi. A Giuseppe Tigani, invece, viene attribuito il ruolo di “vedet-
ta” in concomitanza delle riunioni e degli incontri che il latitante teneva. Alla logistica ed al rifornimento di viveri ci avrebbero pensato Ierace e Pasqualone, mentre i coniugi Fusa' avrebbero ospitato il
latitante nella loro abitazione. Tra quanti avrebbero favorito Petullà, vi sarebbe anche un minorenne. L’arresto del boss, avvenuto nell’ottobre di due anni fa, è avvenuto mentre il giovane partecipava ad
un summit. E quando la polizia fece irruzione nel luogo della riunione sorprendendo il ricercato, con lui vi erano anche due camionisti, i quali vennero denunciati a piede libero dalla polizia. Nella circostanza le forze dell’ordine trovarono una pistola 7,65 con matricola cancellata, tre caricatori monofilari, una sessantina di cartucce per armi dello stesso calibro, due coltelli a serramanico. Il giovane boss in tasca aveva oltre mille euro in contanti e nel portafoglio dei “pizzini” per comunicare con i familiari e con quanti lo agevolavano negli spostamenti. Petullà era inseguito da un provvedimento restrittivo nell’ambito di un’operazione di polizia indirizzata contro una gang che tentava di mettere a segno un’estorsione ai danni di un’impresa impegnata nel settore edilizio. Subito dopo la cattura del latitante, la polizia ha proseguito l’attività investigativa nel tentativo di tagliare le maglie della rete di protezione
Il tavolo della conferenza stampa
il latitante e la moglie - si trovano ai domiciliari. Secondo le indagini della polizia, le quattro persone finite in carcere avrebbero rifornito Petullà di armi, viveri e copertura. Un ruolo di primo piano, tra i pre-
che, per quattro anni, ha consentito a Renato Petullà di rimanere uccel di bosco. Ieri mattina l’ultimo atto con l’arresto delle sei persone. Antonio Latella
Furto di alberi, 59enne denunciato
Omicidio Aversa, imputato assolto si oppone ad archiviazione Cerminara
BOVALINO — Gli uomini del
CATANZARO — Giuseppe Rizzardi,
BOVALINO Gli uomini della Forestale lo hanno sorpreso dopo che aveva asportato già sessanta pioppi
cemento da adibire a ricovero di animali ed attrezzi. I forestali, appartenenti ai Comandi stazione di Locri e di S. Luca, hanno sorpreso sul posto S. A., di anni 59, residente a S. Luca, che è stato denunciato a piede libero per l’occupazione di area demaniale, furto di piante e violazioni varie delle norme vigenti in materia urbanistica e di difesa dell’ambiente e del paesaggio.
Corpo Forestale dello Stato hanno scoperto una vasta area occupata abusivamente sulla sponda del Fiume Bonamico nel Comune di Bovalino. La zona è stata completamente disboscata mediante il taglio e l’asportazione di n° 60 piante di pioppo e di salice ed erano in corso dei lavori per la recinzione del terreno e la costruzione di n° 2 manufatti in blocchi di
Taurianova, riunione registrata di nascosto deferite quattro persone
Angela Napoli: «Azione disciplinare nei confronti del giudice di Reggio»
TAURIANOVA — I carabinieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Palmi 4 persone accusate di avere collocato di nascosto un registratore prima di una riunione tra esponenti della maggioranza al Comune di Taurianova. A scoprire il registratore furono i partecipanti alla riunione, che denunciarono il fatto ai carabinieri della Compagnia di Taurianova. L'identità delle persone denunciate non è stata resa nota.
ROMA — «In riscontro all’inter-
rogazione relativa al video, andato in onda venerdì 13 febbraio 2009, nella trasmissione televisiva “Le Iene”, il Ministro della Giustizia, on. Angelino Alfano, ha sollecitamente comunicato che già nel settembre 2008, su proposta dell’Ispettorato della Giustizia, la Cassazione ha promosso l’azione disciplinare nei confronti della dott. ssa Concettina Garreffa,
giudice del Tribunale di Reggio Calabria, incolpata dell’illecito disciplinare di cui agli artt.1 e 2, comma 1, lett. a) e g) del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, per aver mancato al proprio dovere di diligenza e arrecato un indebito vantaggio alle due persone condannate con sentenza del 6 novembre 2006». A renderlo noto, la parlamentare Angela Napoli.
assolto con Renato Molinaro (deceduto) per l'omicidio dell'ispettore di polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, si è opposto all'archiviazione nei confronti di Rosetta Cerminara, accusata di false dichiarazioni al pm, e dell'ispettore di polizia Giacomo Isabella, accusato di calunnia e falsa testimonianza. Dell'opposizione alla richiesta di archiviazione, avanzata dal sostituto procuratore, Gerardo Domijanni, si è discusso ieri mattina dinanzi al Gup, Antonio Rizzuti, che al termine dell'udienza si è riservato di decidere. Nel corso dei processi per l'omicidio Aversa era emerso che l'ispettore Isabella aveva appreso dalla Cerminara che Rizzardi e Molinaro l'avevano violentata e lei li aveva accusati dell'omicidio dei coniugi Aversa per punirli. Le dichiarazioni fatte durante i processi sono state acquisite dalla Procura che ha chiesto l'archiviazione. Il difensore di Rizzardi, l'avvocato Armando Veneto, ha sostenuto che le accuse nei confronti dei due indagati non vanno archiviate perché «é necessario chiarire tutti gli aspetti della vicenda». Nel marzo del 2007 la Cassazione ha confermato la con-
danna a 2 anni e 2 mesi di reclusione, per calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato, nei confronti di Rosetta Cerminara ex testimone di giustizia nel processo per l'assassinio dei coniugi Aversa, uccisi nel 1992 a Lamezia Terme in un agguato mafioso. Successivamente due collaboratori di giustizia di origini pugliesi si sono autoaccusati dell'omicidio dei coniugi Aversa e Rizzardi e Molinaro sono stati assolti. «Nonostante calunnia e truffa ai danni dello stato Rosetta Cerminara continua ad andare in giro con la scorta con spese a carico dei cittadini». Lo ha de false dichiarazione al pm nei confronti di Rosetta Cerminara. L'avv. Veneto, che è il difensore di Giuseppe Rizzardi, assolto con Renato Molinaro (deceduto negli anni scorsi) per l'omicidio dell'ispettore di polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, ha poi evidenziato che «lo Stato sta pagando un debito molto alto. Stamani Cerminara si è presentata in tribunale accompagnata da due poliziotti per non dire nemmeno una parola. Mi pare - ha concluso - che Cerminara stamani è stata protagonista di una passeggiata che però è stata pagata dallo Stato". (Ansa)