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il Domani Lunedì 16 Febbraio 2009 33

IL PERSONAGGIO

Autoritratto di un futurista

Nato a Reggio Calabria nel 1882, Umberto Boccioni, scultore e pittore, fu uno tra i principali esponenti del movimento futurista nazionale di Ludovico Casaburi ROMA - Pittore e scultore straordinario, Umberto Boccioni fu il principale esponente del movimento futurista, nonché maggior esponente dell'arte futurista m eridionale italiana. Nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882 da Raffaele Boccioni e Cecilia Forlani, genitori romagnoli trasferitisi in Calabria, l’artista trascorse a Reggio Calabria, città alla quale resterà estremamente legato, tutta l’infanzia. Dal 1897 frequenta l'Istituto Tecnico ottenendo in seguito il diploma, dopo di che comincia a collaborare ad alcuni giornali locali, finché, nel 1901, coglie al volo l’occasione e si trasferisce a Roma presso una zia, e inizia a frequentare lo studio di una cartellonista. È di quest'epoca il suo incontro con Gino Severini, altro fondamentale interprete dello stesso movimento: ambedue diventano allievi di Giacomo Balla, esponente di spicco del Futurismo che firmerà assieme a Marinetti i manifesti che sanciranno gli aspetti teorici del movimento. Nell'aprile 1906 Umberto compie il primo viaggio a Parigi, dove resta fino ad agosto, per partire poi verso la Russia, cui ritorna nel novembre dello stesso anno, per stabilirsi in Ve n e t o , dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia. In questo periodo, densissimo di disegni e dipinti, Boccioni inizia ad avvertire però un senso di malessere dovuto ai molti limiti della cultura italiana, che reputa ancora essenzialmente "cultura di provincia". Nel frattempo affronta le prime esperienze nel campo dell'incisione. Nell'autunno del 1907 si trasferisce a Milano, la città che

in quel momento più di altre è in ascesa e risponde alle sue aspirazioni dinamiche. Diventa amico di Romolo Romani, frequenta Previati, di cui risente qualche influsso nella sua pittura che sembra rivolgersi al simbolismo, e diviene sempre in questi anni socio della Permanente, storico sodalizio artistico e culturale milanese. Dopo l'arrivo a Milano e l'incontro con i divisionisti e con Filippo Tommaso Marinetti, scrive, insieme a Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini, il già citato Manifesto dei pittori futuristi (1910), cui segue il Manifesto tecnico del movimento futurista (1910): obiettivo dell'artista moderno doveva essere, secondo gli autori, liberarsi dai modelli e dalle tradizioni figurative del passato, per volgersi risolutamente al mondo contemporaneo, dinamico, vivace, in continua evoluzione. Quali soggetti della rappresentazione si proponevano dunque la città, le macchine, la caotica realtà quotidiana. Nelle sue opere, Boccioni seppe esprimere magistralmente il movimento delle forme e la concretezza della materia. Benché influenzato dal cubismo, cui rimproverò l'eccessiva staticità, Boccioni evitò nei suoi dipinti le linee rette e adoperò colori complementari. In quadri come Dinamismo di un ciclista (1913), o Dinamismo di un giocatore di calcio (1911), la raff i g u r a z i o n e di uno stesso soggetto in stadi successivi nel tempo suggerisce e fficacemente l'idea dello spostamento nello spazio. Simile intento governa del resto anche la scultura di Boccioni, per la quale spesso l'artista trascurò i materiali nobili come marmo e bronzo, preferendo il

Sopra, Umberto Boccioni, “Autoritratto” (1908). Nell’immagine in basso, “La Risata”(1911)

legno, il ferro e il vetro. Ciò che interessava era illustrare l'interazione di un oggetto in movimento con lo spazio circostante. Pochissime sue sculture sono sopravvissute. Durante il suo impegno bellico nella prima guerra mondiale, dove si era arruolato come volontario, dovette ricredersi riguardo la teoria futurista enunciata da Marinetti, secondo cui la guerra è "unica igiene del mondo". Coniò quindi la sua famosa equazione "guerra= insetti+noia". Umberto Boccioni morì il 16 agosto del 1916 a causa di una banale caduta da cavallo durante un'esercitazione militare, a Chievo, frazione di Verona, dove oggi si trova la sua lapide commemorativa, in una stradina immersa nella campagna.

La scultura “Forme uniche della continuità nello spazio” è rappresentata sulla moneta da 20 centesimi

Boccioni, nelle tasche di 300 milioni di europei Boccioni? L’abbiamo in tasca! No, non è una trovata pubblicitaria, è proprio letteralmente così: sarà una rivelazione sconvolgente per molti, ma da che l’euro è entrato nella vita di tutti i cittadini europei, il futurista Umberto Boccioni è entrato nelle nostre tasche. La sua scultura “Forme uniche della continuità nello spazio”, realizzata nel 1913, infatti, al momento di coniare le nuove monete fu scelta per essere l’immagine impressa sulla faccia personalizzata dall'Italia della moneta da 20 centesimi di euro. Oltre che sulle monetine, la figura del celebre artista viene ricordata in Italia anche nella città natale Reggio Calabria. Sono infatti intitolate allo scultore e pittore clabrese una via e un istituto superiore; in particolare "Via-

le Umberto Boccioni", è una strada ampia, nuova nelle concezioni dello spazio e della viabilità, simbolo della vita e dell’interpretazione dinamica dello spazio e dei colori che lo stesso artista ebbe. Qualche tempo fa, poi, al genio visionario del calabrese e alla sua poliedricità d'artista, Raiuno dedicò uno sceneggiato televisivo, dal titolo “I colori della gioventù”, andata in onda lo scorso 18 maggio 2006, che ne ripercorreva, con qualche inevitabile licenza di natura cinematografica, la parabola esistenziale, segnata dai fermenti del nascente movimento futurista e dall'imminente scoppio della prima guerra mondiale. Lu.Cas.

La moneta da 20 centesimi di Euro. A fianco, la scultura “Forme uniche della continuità nello spazio”, (1913)


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