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il Domani Lunedì 16 Febbraio 2009 11

CALABRIA CATANZARO L’intervento della Federazione provinciale del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, sulla celebrazione del 10 febbraio

«Giornata del Ricordo, Scuola assente» «Alla Shoa, invece, solo pochi giorni prima, è stato dato uno spazio eccessivo» CATANZARO — La Federazione

provinciale del Movimento Sociale - Fiamma Tricolore, sezione “F. lli Capocasale” di via Case Arse 22, intreviene sulla “Giornata del Ricordo”. «La presente nota intende essere un riepilogo ed un definitivo chiarimento, almeno per quest’anno, rispetto alla “Giornata del Ricordo” ed alle manifestazioni che sono state attuate in tale occasione, ad iniziare da quella che abbiamo collaborato ad organizzare ed a portare a termine il 10 febbraio a Lamezia Terme con la eccellente e toccante testimonianza di Gian Micalessin. A prescindere dalle valutazioni espresse in merito al dramma degli Italiani di Fiume, Istria e Dalmazia dall’attuale Presidente della Repubblica - che ha dimenticato, o volontariamente omesso, di dire agli Italiani chi furono gli autori di questo genocidio, per sessant’anni dimenticato e nascosto a tutti, pur non esimendosi dal solito pistolotto, del tutto fuori luogo nella fattispecie, sulle responsabilità del Fascismo e del Nazismo (?) - tanti gruppi ed Associazioni hanno inteso onorare la memoria delle tantissime LAMEZIA TERME — Vittorio Gi-

gliotti, responsabile di “Cantiere Laboratorio”: «In occasione del “Giorno del Ricordo” del 10 febbraio 2009, l’incontro al Teatro Umberto di Lamezia Terme che ha visto Cantiere Laboratorio tra i sodalizi organizzatori, è stato momento di riflessione su quanto accaduto in Istria, nel territorio di Trieste e in gran parte della Venezia Giulia a partire dall’8 settembre 1943 a tutto il 1946, quando i partigiani comunisti di Tito (rivoluzionario di professione e agente salariato del Comintern) usavano le Foibe (cavità naturali molto profonde) per l’eliminazione di fascisti e di parte della popolazione civile italiana, attraverso una vera e propria pulizia etnica: un vero e proprio genocidio che ha colpito gli italiani in quanto tali. Centinaia di migliaia furono i profughi in un esodo senza precedenti nella nostra storia, migliaia di morti nelle Foibe e nei vari campi di concentramento comunisti nel tentativo di ripulire dalla presenza italiana le zone conquistate (o regalate?),

vittime, avremo mai la ventura di poterne sapere il numero esatto?, dell’odio belluino dei partigiani titini contro l’Italia e gli Italiani. A noi del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore si sono affiancate le associazioni “L’Orizzonte”, “Almerigo Grilz”, Cantiere Laboratorio” e il Comitato Martiri delle Foibe; a Catanzaro hanno sfilato i giovani di “Alternativa Popolare” ed a Lamezia quelli di “CasaPound Italia”; un’azione “futurista” è stata compiuta, ancora a Catanzaro, da “Gioventù Italiana” con l’imbandieramento di Corso Mazzini, mentre “Nuova Era” ha prodotto un gazebo informativo; a Borgia i giovani di “Gioventù Nazionale” hanno effettuato un volantinaggio ed in due Istituti scolastici di Catanzaro Lido gli stessi giovani hanno chiesto di poter effettuare una Assemblea per celebrare questa ricorrenza. Anche qualche amministrazione comunale (vedi Stalettì e Crotone) nonché i componenti dell’Associazione Nazionale del Fante di Falerna hanno organizzato manifestazioni e convegni che ricordassero la data. Un plauso particolare ed un ringra-

«Un plauso particolare, invece, al Comune di Lamezia per aver deciso di intitolare una via della Città»

ziamento, anche a nome dei tanti familiari dei nostri connazionali periti ma, soprattutto, di quelli che da allora sono costretti a vivere in altra parte d’Italia, che però non è la loro terra natia, all’Amministrazione Comunale di Lamezia per aver deciso di intitolare una Via della Città proprio ai Martiri delle Foibe. Unica, e grave a nostro giudizio, assenza è stata quella delle Istituzioni Scolastiche - che solo po-

LAMEZIA TERME La soddisfazione di Vittorio Gigliotti per la riuscita dell’incontro

«Importante riflessione per le vittime delle Foibe» annettendosi la Venezia Giulia e il Friuli orientale fino al fiume Tagliamento. L’autorevole, forte e toccante testimonianza nella narrazione di quegli avvenimenti di Gian Micalessin, figlio di esuli istriani, giornalista de “Il Giornale” e reporter di guerra, ha dato ampio risalto a questo importante avvenimento nella nostra città. Un ringraziamento particolare e doveroso per la presenza, a nome dell’amministrazione comunale, del vice-sindaco dott. Giuseppe Vitale che ha elogiato l’iniziativa poiché “accantona la congiura del silenzio che ha coperto, sotto la polvere dell’oblio, la tragedia delle Foibe”, annun-

chi giorni prima avevano, anche eccessivamente e spesso senza rigore storico, celebrato “La giornata della Memoria” sulla shoa - e che invece hanno omesso completamente di dare spazio ad un dramma tutto Italiano che la Storia ha riportato alla memoria ed all’attenzione del Mondo. Queste poche righe anche a conforto delle note apparse sulla stampa locale, una a firma di Danilo De Fazio che chiedeva l’intitolazione di una via a Norma Cossetto - una delle vittime del genocidio di cui si è venuta a conoscere la drammatica vicenda legata alle indicibili sevizie subite prima di morire - e l’altraa firma di Giovanni Iuffrida che chiede ad una non meglio identificata “destra” di svegliarsi dal torpore e di tornare a fare la “destra” come forse l’aveva conosciuta lui e che, ci dispiace dirlo al nostro amico, non esiste più da anni (se si riferisce ad An) mentre la “altra destra” esiste e gli esempi che abbiamo portato sopra lo attestano, e la Fiamma Tricolore ha l’orgoglio e la presunzione di averne preso l’eredità e di rappresentarla “tra la gente e con la gente! ”». ciando che l’amministrazione comunale avvierà la procedura per intitolare una via ai “Martiri delle Foibe”. Così come molto gradita è stata la presenza dell’ing. Francesco Grandinetti e della sua emittente televisiva “City One”, una voce al servizio della nostra città, che ha dato risalto all’incontro. Ringrazio, altresì, quanti, come singoli, associazioni e circoli culturali, hanno condiviso e preso parte alla Giornata. Non si è trattato di nessun revisionismo perché la verità non può essere revisionata, ma di una lettura degli avvenimenti alla luce della realtà storica affinché quest’ultima diventi, dopo sessant’anni di occultamento, memoria condivisa di tutto il popolo italiano, senza letture approssimative ed ideologiche imposte con la complicità di quanti in Italia sapevano, ma tacquero; e in Occidente aiutarono Tito ad imporre l’ideologia comunista alla Jugoslavia attraverso la disinformazione, sterline e dollari, con il tragico esito che conosciamo».


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