il domani

Page 6

6

il Domani Mercoledì 13 Luglio 2011

ECONOMIA L’Italia vista dal Fmi: buoni i numeri e la manovra, manca solo la crescita

Il listino milanese apre in ribasso di circa il 5%, ma riesce a recuperare chiudendo a +1,18%. Rifiatano anche le banche

Piazza Affari rifiata con le Aste. Alla fine è la migliore di Gaia Mutone MILANO – Come hanno sottolineato molti osservatori, il primo impatto della crisi di Piazza Affari è che la manovra economica appena approvata, sul cui cammino parlamentare si sta cercando di accelerare, potrebbe rivelarsi insufficiente a centrare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014. Il ragionamento infatti è sempre lo stesso, ma varrebbe la pena riproporlo per capirlo meglio. Un differenziale (spread) tra Btp e Bund tedeschi di 300 punti base e oltre va valutato nel seguente modo: per ogni 100 punti base di differenziale lo Stato italiano (con le sue finanze) deve pagare 3,2 miliardi di interessi in più per l’anno in corso e 6,4 per il prossimo. E se si pensa che il grosso della manovra è centrata sul biennio 2013-2014 (40 miliardi) e che nel 2011 e nel 2012 lo Collocati titoli di Stato "sforzo" è nell’ordine dei 2 miliardi, caper 6,75 miliardi. Lo piamo che già facenspread tra i BTp a 10 do il calcolo degli inc’è il pericolo anni e il Bund tedesco teressi di sforare rispetto agli obiettivi. scende a 290 punti L’auspicio, come ac(dopo il picco a 353) caduto ieri, è che il famoso spread si riduca e che diminuiscano gli oneri per le finanze pubbliche. Piazza Affari ha infatti reagito bene dopo che l’asta dei Bot a 12 mesi (da 6,75 miliardi di euro a fronte di titoli in scadenza per 7,5 miliardi) era stata interamente collocata dal Tesoro, anche se con rendimenti in netto rialzo (rendimenti balzati al 3,67%, contro il 2,147% dell’ultima asta, il 10 giugno scorso): in discesa lo spread del decen-

nale italiano con il Bund tedesco, che calato a 290 punti base dai 332 appena prima dell’asta e dal nuovo massimo storico di 353 toccato in mattinata. Il titolo a 10 anni italiano è sceso invece di 20 punti base al 5,798% dopo avere sfiorato il 6% prima dell’asta. Questa la situazione per quanto ci riguarda. L’atteggiamento dei leader europei però tende a tranquillizzare i mercati. Soprattutto, l’obiettivo dell’Eurogruppo sembra essere quello di convincere le piazze finanziarie della bontà della manovra, lodata dalla Germania lunedì e giudicata complessivamente positiva. Lo stesso ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha dichiarato che non c’è allarmismo sulla situazione italiana, che non sembra neanche al primo punto dell’agenda: «Non abbiamo parlato molto dell’Italia perché siamo convinti che il nocciolo della crisi è la Grecia» ha affermato Schaeuble, che ha ribadito come il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia vedrà la partecipazione del settore privato. Rassicurante anche il commissario Ue per gli Affari economici: «Il pacchetto di misure pluriennali di consolidamento fiscale è accolto con molto favore» ed è in linea con le raccomandazioni «per raggiungere un pareggio di bilancio nel 2014 e accelerare la riduzione dell’elevato debito italiano», ha detto Olli Rehn definendo la manovra «uno sforzo serio» e dando così fiducia a Piazza Affari che nel pomeriggio si mette addirittura a correre. Dopo un avvio disastroso a -5%, infatti, man mano la perdita si riduce per poi trasformarsi in un rialzo, prima +0,8 poi +1,18% facendo di Milano la migliore in Europa. Rimbalzano anche i bancari: Unicredit guadagna il 6,24%, IntesaSanpaolo il 3,34% e Banca popolare di Milano il 2,48%.

WASHINGTON – È una "benedizione" che conta quella che viene dal nuovo Fondo monetario internazionale targato Lagarde. Di sicuro c’è fiducia nell’esecutivo italiano: la crisi in Italia è «essenzialmente determinata dai mercati, ai quali il governo italiano e i suoi partner europei saranno molto attenti». Per il direttore generale del Fmi, però, la pecca è sempre ala stessa: la crescita economica italiana deve migliorare per assicurare la stabilità: «è essenziale per ristabilire la situazione, oltre alle misure già decise con l’obiettivo di riportare il deficit al 3% nel 2012». Poi passa ai numeri. «Alcune cifre dell’Italia sono eccellenti. Il deficit primario è uno dei migliori. Il debito è Lagarde: «Alcune cifre particolare nelle sue caratteristiche perché è detenuto dell’Italia sono eccellenti. all’interno del paese. È chiaIl deficit primario è uno ro che l’Italia si confronta al momento con problemi che dei migliori. Il debito è sono dettati dai mercati» ha detto la Lagarde, criticando detenuto all’interno le agenzie di rating che, nella del Paese» crisi europea, «giocano un ruolo. Non c’è dubbio». A nessuno è andato giù il taglio del rating del Portogallo (a "spazzatura") da parte di Moody’s. Quello per molti è stato l’inizio della crisi europea, già infiammata dalla Grecia. «La Grecia ha lavorato molto per ridurre il deficit e riuscire a riequilibrare il budget di 5 punti percentuali del pil. Si tratta di una performance considerevole ma sappiamo tutti non sufficiente: bisogna fare di più. La soluzione dovrà essere trovata fra i partner europei, compreso il governo greco, la troika (il Fmi, la Commissione europea e la Bce)». Rimane però ancora da definire il nuovo piano di aiuti: «Non siamo ancora in una fase di studio delle condizioni, dei termini, della durata e del volume. Nulla può essere considerato come acquisito» ha detto Lagerde. E da questo piano B dipenderà anche lo sblocco della sestatranchediaiuti.

Chi detiene il nostro debito sovrano? Il balletto dei numeri MILANO – La Lagarde dice che la maggior parte del debito italiano si trova in Italia. Tuttavia, statistiche affidabili e aggiornate sull’ammontare esatto dei titoli in possesso dei non residenti non ve ne sono. Il Sole 24 Ore riferisce tuttavia di alcuni studi dai quali emergerebbe che il debito negoziabile italiano è essenzialmente un debito europeo. Secondo alcune stime circa 700 miliardi di euro di BTp e 90 miliardi tra BoT e CTz si trovano all’estero. I CcT, per poco più di 150 miliardi, e meno della metà dei BTp e BoT sarebbero invece tutti in Italia. Secondo la Banca dei regolamenti internazionali, alla fine del 2010, la quota dei titoli di stato italiani in mano alle banche tedesche, francesi e inglesi era superiore all’ammontare dei bond portoghesi, greci e irlandesi posseduti da quelle stesse banche. Sempre

nel 2010, la Banca d’Italia evidenzia la tendenza degli investitori a fuggire dalle piazze dei Pigs (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) per riversarsi su quella italiana: nel dettaglio gli stranieri avrebbero aumentato i BTp e CTz acquistandone per oltre 64 miliardi, facendo salire la quota del debito italiano in mano ai non residenti dal 50 al 52%. Interessanti anche i numeri di Bnp Paribas, per la quale solo il 15% dei titoli di stato italiani si trova nei portafogli delle banche italiane, contro il 30% delle banche estere. Il 25%, circa 390 miliardi di titoli, sarebbe nei portafogli dei fondi comuni e delle compagnie di assicurazione italiane, le banche centrali e i fondi sovrani esteri deterrebbero BTp e BoT per 230 miliardi circa (il 15% di cui attorno al 5% in Bankitalia) mentre i fondi stranieri avrebbero il 10% dei BTp.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.