il domani

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Sabato 05 Giugno 2010

il Domani 19

POLITICA NAZIONALE

Con l’allentamento sul limite dei giorni per le intercettazioni il disegno di legge viene accolto meglio

Modifiche, meno critiche per il ddl Umberto Di Giacomo ROMA - Con l’annuncio della maggioranza di modifiche al ddl intercettazioni sembra più agevole la strada verso l’approvazione del provvedimento. Restano le perplessità dei magistrati, ma all’interno del centrodestra il clima appare più disteso. Il superamento, grazie a possibile proroghe, del limite dei 75 giorni per la durata di un’intercettazione ha contribuito ad avvicinare le posizioni. E non solo quelle politiche. Così, se l’Associazione nazionale magistrati ammette "miglioramenti", ma conferma un giudizio "negativo" dl testo, il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso - in precedenza molto critico - ora chiarisce: «Se il vincolo, come leggiamo

Gasparri: «Anche la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, ha riconosciuto che le misure da noi proposte sono più restrittive» oggi sui giornali, non sarà più quello dei 75 giorni, il problema sarà risolto». «Non vogliamo perdere il filo con il Copasir» assicura il Guardasigilli, Angelino Alfano, annunciando che le valutazioni sulla norma riguardante gli 007 si faranno insieme con il centrosinistra. Il ministro poi parla delle critiche dei magistrati: «Il loro è uno sciopero politico». Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl, ragiona sui contrasti interni alla maggioranza: «Non è interessante discutere di chi è il primo della classe nel caso dell’approvazione di una legge. Non ci sono vincitori e vinti, ma la necessità di tutelare esigenze e diritti che in questo caso sono molteplici e tutti molto importanti. Il centrodestra - spiega Quagliariello - ha compiuto con rigore e senso di responsabilità un percorso. Ora l’opposizione non ha più alibi». Quanto alla possibilità che il governo

75

Giorni: il tetto per le intercettazioni ora sollevato, con particolare soddisfazione del procuratore Piero Grasso

presenti un maxiemendamento su cui, eventualmente, porre la fiducia Quagliariello spiega: «Non è una possibilità allo stato presa in considerazione anche se a deciderlo è il governo e non la maggioranza. Naturalmente molto dipenderà da come si comporterà l’opposizione di fronte alla prova di responsabilità della maggioranza e da quanti emendamenti presenteranno». Il Pd sta alla finestra, ma l’atteggiamento appare meno duro. «Io sono soddisfatta dei risultati che il nostro impegno in Commissione e in aula ha sinora prodotto - dice Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato -. Mi auguro che la maggioranza ora sia così lungimirante da proporre un testo migliore, non per compiacere l’opposizione ma per rispondere ai numerosi rilievi critici che dal Parlamento e dal Paese sono venuti». Felice Casson, magistrato membro del Pd della commissione Giustizia, annuncia il terreno su cui continueranno a dare battaglia: «Abbiamo già presentato gli emendamenti che impongono cinque filtri e l’esclusione di persone terze e di fatti non rilevanti. È uno dei nostri punti fon-

damentali. Due dei nostri emendamenti sono già stati accolti al Senato: l’obbligo di estromettere dal procedimento notizie per fatti irrilevanti e la sanzione per i magistrati che non lo rispettano. Ora cerchiamo di far passare anche i filtri». La giornata decisiva sarà martedì: in rapida successione si riuniranno l’ufficio di presidenza del Pdl (alle 9) che dovrà esaminare il pacchetto di nuove proposte della maggioranza, la commissione Giustizia del Senato (alle 12) e l’aula di Palazzo Madama (alle 16). Con le modifiche annunciate della maggioranza si potrà intercettare anche oltre i 75 giorni di ascolto, termine massimo precedentemente stabilito dalle nuove norme, se sarà necessario per l’accertamento del reato per cui si stava indagando. La proroga sarà di 48 ore e sarà reiterabile potenzialmente per tutta la durata delle indagini preliminari. Il presupposto è che ci siano motivi fondati per ritenere che sia necessario proseguire l’ascolto per accertare il reato per cui si sta indagando. Ad esempio, se al 74esimo giorno di intercettazioni si intuisce che nelle 48 ore successive possano

uscire elementi utili alle indagini il pm potrà disporre lo slittamento di due giorni del termine chiedendo una "ratifica" al tribunale collegiale. Se in quelle altre 48 ore servirà prorogare ulteriormente sarà possibile farlo. Sarà possibile intervenire con una proroga anche al di fuori dei 75 giorni di intercettazioni, se altri atti di indagine rendessero necessario un nuovo ascolto. Se invece sarà accertata una nuova tipologia di reato, diverso rispetto a quello per cui erano state disposte le intercettazioni (ad esempio se si indaga per usura e si scopre un omicidio) si ripartirà da capo con un nuovo filone di ascolti. Un’altra modifica riguarderà le intercettazioni ambientali: la norma precedente prevedeva che si potessero effettuare solo nel caso in cui si avesse certezza che si stesse, in un determinato luogo pubblico, commettendo un reato. Adesso si potrà intercettare anche se, in quel luogo, non si sta per commettere un reato: ad esempio all’interno di un penitenziario, hanno fatto notare Berselli e Centaro, ci sono persone che potrebbero parlare di un reato e quindi devono poter essere intercettate. Un’altra norma che verrà "chiarita meglio", come ha spiegato Gasparri, riguarda la "ricusazione automatica", visto che, secondo il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, la norma collegava "automaticamente la sostituzione del pm o del suo capo al mero dato formale dell’iscrizione nel registro degli indagati". Con le nuove norme dovranno essere vagliati dal capo dell’ufficio del magistrato accusato di fuga di notizie "elementi oggettivi" e non basterà la sola denuncia per ricusarlo. L’emendamento sui servizi segreti verrà discusso in altra sede, a quanto ha lasciato capire il capogruppo della maggioranza al senato Maurizio Gasparri .


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