Numero 4 Giugno 2013
SISM RomaSant'Andrea
Concorso Specializzazioni: a breve la svolta? In Italia è così, puoi essere bravo ma se non hai la
una prova scritta a risposta multipla di 60 domande e
spinta non entri. Lo dicono tutti. Quante volte abbiamo
una prova pratica che consiste in un caso clinico. Il
sentito o pronunciato questa espressione riferendoci
problema è che le domande a crocette fanno parte di
alle specializzazioni. Non c’è meritocrazia, non c’è
un archivio di 5000 quesiti noto agli studenti che infatti
trasparenza, ci vuole la raccomandazione. Colpa di
si esercitano prima della prova e sono in grado di
chi? I medici, la politica, il sistema? Ed allora al
imparare quasi a memoria le domande; l’accesso ce lo
Ministero dell’Istruzione vanno avanti ormai da mesi
si gioca nella seconda prova, qui viene il bello, perché
discussioni e trattative per cambiare le modalità di
non ci sono criteri “scientifici” e oggettivi per decidere
accesso. E sembra che fra non molto questa esigenza
se il caso clinico è svolto bene o male, dipende dalla
di cambiamento venuta dal basso e in più occasioni
commissione, e questo negli anni ha fatto sorgere non
contrastata possa diventare legge. Al tavolo sono
pochi sospetti. Quindi sono 100 i punti a disposizione,
presenti diversi organismi, il CNU (Consiglio Nazionale
60 per la prova scritta, 15 per la prova pratica, 7 per il
Universitario), il CNSU (Consiglio Nazionale degli
110 e lode (meno per voti inferiori), 18 per il
Studenti Universitari), ci sono associazioni come SIGM
curriculum. Nel curriculum entra 1) voto conseguito in
(Segretariato
7
Italiano
Giovani
Medici),
esami,
diversi
per
ciascuna
scuola
di
Federspecializzandi, il Comitato Pro nuovo concorso
specializzazione (accettare meno di un 27 non dà
specializzazioni mediche.
punti), 2) attinenza della tesi, 3) attività elettive
Ma che cos’è che viene contestato nell’attuale
attinenti la specializzazione, 4) pubblicazioni accettate
regolamento? Il fatto che manchi un criterio obiettivo
da riviste scientifiche (anche queste sono accusate di
nella valutazione dei punteggi d’accesso. Quali sono i
essere “manipolate” per aumentare i punteggi degli
motivi? Il primo risiede nella stessa Commissione
studenti).
giudicatrice, composta attualmente dal direttore della
In Italia è così, non si va avanti, bisogna andare via.
scuola e quattro professori di ruolo e/o ricercatori
Sono sempre di più gli studenti di medicina che dicono
afferenti alla scuola, e questo può portare a decisioni
di volersi specializzare all’estero. Come fanno ad
non trasparenti nel caso in cui la commissione
essere sicuri di vincere un concorso in un'altra lingua e
“simpatizzi” per questo o quell’altro candidato. Il
con programmi diversi, magari più difficili? Molti non lo
secondo sta nella modalità del concorso, che prevede
sanno, ma ritengono che il sistema di accesso sia più
equo. Come funziona allora fuori di qui? In Francia
essere “stretti” di voti, vengano penalizzati rispetto ad
hanno l’ECN, un esame nazionale dopo i 6 anni di
altri studenti che magari provengono da università in
Medicina e poi inizia la procedura di scelta della
cui è d’uso mettere voti alti alla maggior parte; e quindi
specializzazione e della sede on line, i primi in
per evitare disparità di cui gli studenti non avrebbero
graduatoria ovviamente hanno precedenza su tutti; il
certo colpa, dovute alla “filosofia” propria di ciascun
concorso consiste in 9 casi clinici e pare sia molto
ateneo. Dal curriculum invece è stato escluso
difficile, tanto che i francesi per allenarsi fanno dei
praticamente
corsi a partire dal 5° anno. In Spagna la faccenda è
eccetera, conterà soltanto, ma non sappiamo in che
simile, concorso nazionale con quiz a risposta
misura, la media dei voti. Dopo le modifiche apportate
multipla, si tiene conto di questo e della media dei voti
il 4 marzo, non avrà valore nemmeno il fatto di essere
degli esami. In Germania va ancora meglio, infatti non
in o fuori corso. Le maggiori perplessità avanzate in
è previsto un concorso di ammissione, ma ci si
questi mesi riguardano quella che sembra essere una
candida direttamente all’ospedale in cui si vuole
idea completamente diversa su quelle che sono le
tutto,
pubblicazioni,
tesi,
attività,
priorità per uno studente in medicina. Con questo Un concorso concorso diventa fondamentale il voto di laurea e una buona media durante il corso: non conterà con graduatoria più la frequenza in reparto, perché comunque nazionale già non sarà un nostro professore a giudicarci, e dal 2014 non saranno quantificabili in alcun modo
lavorare e imparare. In Inghilterra il sistema è più complesso, diviso in più livelli in modo da garantire a tutti le stesse conoscenze di base e tutto è documentato con attestati dei tirocini, addirittura diari clinici sulle attività svolte. Negli USA invece la situazione è tutt’altro che facile,
soltanto uno su due ottiene l’accesso alle Medical
neanche le attività extra e i percorsi di formazione.
School, la competizione è molto serrata.
Conterà solo e soltanto la preparazione che dovrà
E in Italia è così, ma non sappiamo ancora per quanto.
essere adeguata tanto per avere il massimo dei titoli
Il
rappresentare
quanto per rispondere bene ai quiz. Nella quotidianità
un’importante svolta. Il concorso diventerà nazionale
nuovo
regolamento
potrebbe
questo si traduce in un bel dilemma per lo studente:
o, con minore probabilità, macroregionale. Significa
oggi vado in reparto o mi metto a studiare? Cosa
che il test sarà uguale in tutta Italia. Le commissioni
conta di più? Che tipo di medici volete, preparati sulle
saranno locali e composte dal direttore della scuola
nozioni di base o che sappiano cosa fare di fronte ai
più tre professori designati direttamente dal Ministero
pazienti? E qui nasce un altro problema: è giusto
dell’Istruzione. Le nuove modalità consentiranno una
cambiare le regole in corsa? Magari qualcuno ha
valutazione obiettiva della preparazione dello studente
costruito la sua carriera universitaria sull’assiduità in
e non suscettibile di interpretazioni “soggettive”: un
reparto, ed ora? O magari aveva la raccomandazione
test con quiz a risposta multipla (non si conosce
già pronta ed allora va bene, ben venga riformare
ancora bene la quantità, nel testo di dicembre erano
subito. Ancora non è stato deciso quando entrerà in
85), composto da due fasi separabili; la prima, di
vigore il decreto, probabilmente per i laureati di
maggiori dimensioni, con domande sul corso di
quest’anno
Medicina in generale, la seconda con quesiti diversi
informarli con un po’ di anticipo…
per ogni singola scuola di specializzazione, con
Ma nonostante i limiti di questa riforma, era necessario
valutazione di dati clinici, diagnostici e analitici. Cosa
un cambiamento. Dobbiamo capire però che se
importante, i test faranno parte di un archivio che non
vogliamo un concorso nazionale è necessaria una
sarà mai reso noto, a differenza di quanto avviene ora.
preparazione che sia standardizzata in tutto il Paese.
Ogni quiz esatto porta un punto, per arrivare al
Serve una scossa ancora più forte, che possa minare
massimo dei punti ne vanno aggiunti altri relativi ai
il sistema universitario alle basi, che elimini le
titoli. Nei titoli rientrano il voto di laurea e il curriculum.
differenze regionali, che renda centrale l’approccio
Il voto di laurea non verrà valutato secondo il suo
clinico con esami fatti sul paziente, che ci renda medici
valore assoluto ma relativamente alla media dei voti di
a 360 gradi. Ci auguriamo che questo sia soltanto il
laurea del proprio ateneo di appartenenza, tramite il
primo passo e non un punto di arrivo. Perché in Italia è
calcolo statistico dei percentili. Questo per evitare che
così, ma non sempre. Forse.
2013,
studenti provenienti da facoltà di medicina in cui i professori e le commissioni di laurea sono abituati ad
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Alessandro D’Andrea
certo
sarebbe
giusto
almeno
L'intervista doppia L'alternativa
I sostenitori Sulla nuova riforma abbiamo voluto sentire i pareri
Non contrari, ma fuori dal coro, si schierano i ragazzi del
degli
Elisabetta
Comitato Pro Riforma Locale. Abbiamo sentito due
Indelicato, studentessa di V anno del Sant’Andrea
responsabili, Francesco Guerrini e Federica Azzolini,
nonché membro del Comitato Pro Riforma Concorso
studenti dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma.
Specializzazioni Mediche.
Cos’è e come nasce il vostro comitato?
Come nasce e che cosa si prefigge la vostra
Siamo studenti di medicina e ci siamo resi conto che una
associazione?
nazionalizzazione fatta così e con i termini previsti dalla
Il comitato nasce per sostenere una riforma per
bozza non ci soddisfa. Abbiamo costituito il gruppo
l’accesso alle scuole di specializzazione, una riforma
intorno al 7 marzo inizialmente con il titolo “Concorso
meritocratica con test a livello nazionale per rendere
Nazionale di Specializzazione: sì ma non dal 2013/2014”,
effettivamente presentabile questo concorso, che
era un titolo provocatorio. Poi lo abbiamo cambiato,
adesso ha moltissime pecche. Il comitato nasce da
perché comunque noi siamo favorevoli a una riforma
studenti di medicina che, in questo momento in cui le
anche dal prossimo anno.
istituzioni si sono dichiarate favorevoli e fattive per
Quali sono gli aspetti che non vi soddisfano?
questa riforma, hanno voluto sostenere il progetto
In primis la nazionalizzazione troverebbe un terreno che
cercando consenso tra gli studenti.
ancora
studenti.
Abbiamo
intervistato
non
è
assolutamente
pronto,
una
riforma
Continua a pag.8
La parola a chi ci conosce Un giro per il Sant'Andrea... Il Bugiardino da tre anni si occupa di dare una voce agli studenti permettendo loro di esprimersi sugli argomenti più disparati. Ma cosa pensano degli studenti tutte quelle figure che vi gravitano attorno? In questo numero abbiamo voluto provare ad invertire le parti. Così ci siamo fatti un giro per il Sant’Andrea...
Giorgio, 41 anni, ci accoglie nella sua edicola di fronte alla fontana. Racconta che sono 8 anni che lavora qui al Sant’Andrea. Prima aveva un’altra edicola, in un altro ospedale, l’IFO di Mostacciano, un polo oncologico. “C’erano alcuni studenti di scienze infermieristiche e anche dei medici specializzandi” racconta “però meno di qua al Sant’Andrea dove c’è proprio la Facoltà di Medicina e di studenti è pieno”. Siamo nel periodo delle lezioni, è una bellissima giornata primaverile, nelle pause il solito via vai di studenti . “Guarda so’ sincero, per me è un piacere lavorare qua, è pieno di giovani, il verde davanti. Nell’altro ospedale l’edicola era in un locale interno, quindi il sole lo vedevo sì e no la mattina quando entravo e se ero fortunato la sera quando uscivo. I clienti che ho qui chiaramente sono sempre pazienti, ma fortunatamente non sono solo oncologici. Anche per questo l’ambiente lavorativo in cui mi trovavo prima era decisamente più cupo”. Lavorare in un ospedale universitario fa la sua differenza, se non altro l’umore è diverso. “Da questo punto di vista come dico io, qui mi sembra di stare in una piccola isola felice. Te lo dico sinceramente, col fatto che è pieno di ragazzi a volte qui mi dimentico proprio di stare dentro un ospedale.”
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Gli chiediamo se per quanto riguarda gli articoli che vende c’è qualche differenza rispetto a prima “Mah, no, su per giù gli articoli sono sempre quelli, qui magari vendo qualche articolo di cartoleria in più, parecchi evidenziatori!” In quel momento entra una ragazza che interrompe la nostra chiacchierata, è in abiti civili ma la riconosciamo: è una specializzanda. “A me servirebbe un Santino del Papa…” “Quello di adesso…oppure…” “Sì sì, quello di adesso”. La ragazza lascia l’edicola, riprendiamo a chiacchierare con Giorgio Gli chiediamo se gli è mai capitato di essere paziente del Sant’Andrea. “Sì, mi è capitato. Facendo sport mi è capitato di venire per alcuni controlli.” Parliamo di formazione medica, tutti gli studenti devono andare in reparto a svolgere dei tirocini, per imparare come condurre una visita. Come reagisce il paziente? Magari uno è ricoverato, sta poco bene, vorrebbe stare per i fatti suoi, invece si presentanto questi apprendisti medici, è un aspetto che potrebbe dare fastidio… “Mah infastidito no, magari un po’ imbarazzato nel riconoscere facce conosciute di ragazzi che vedo spesso in edicola, questo sì”. Tanto da cambiare struttura, col senno di poi? “No, qui mi son sempre trovato bene, certamente non per questo cambierei ospedale.”
Sono le 5 del pomeriggio, ci avviciniamo al bancone del bar per uno spuntino, pizza con la nutella. C’è Salvatore, responsabile del Caffè Sant’Andrea, chiede se la deve scaldare. Gli domandiamo se ha due minuti liberi e lui con la solita gentilezza ci dice di seguirlo in una stanzetta sul retro. Ha tanta esperienza nel suo campo. Gli chiediamo se rispetto ad altre strutture ha notato differenze nel lavorare con gli studenti. “L’unica differenza è che con voi è più elastico il lavoro, più semplice, lineare, mentre con il paziente o addirittura gli ospiti che vengono a visitare i pazienti diventa tutto un po’ più complicato, ma comunque relativamente, perché noi siamo gente che ormai da anni tratta con queste cose e quindi il problema non c’è, è relativo”. Entra un dipendente del bar ci guarda un po’ sorpreso, “ma che state a fa’ qua dentro? vabbè…” Quale posto più frequentato c’è al Sant’Andrea di questo. Chi più dei nostri barman ha l’occasione di conoscere gli studenti con tutte le ore che trascorrono qui. Ormai ci si chiama per nome… E se dovessimo chiedergli pregi e difetti degli studenti? “Il pregio è che siete tutti ragazzi, innanzitutto giovani e quant’altro e quindi lo spirito nostro è più ‘predisposto’, scherzoso, giocherellone, con il sorriso, insomma è bello lavorare con voi che siete giovani. Difetti? Beh difetti ci sono in tutte le cose, però chi è che non ne ha compreso io…” Entra un'altra dipendente, vuole sapere se ci sono altri panini speciali. “Tutto ora il bordello”, ride. Salvatore, per fortuna (ci tiene a dirlo), qui non ha mai ricoperto le vesti di paziente. Gli chiediamo come vedrebbe l’idea di essere visitato da studenti che frequentano i reparti. “E’ ottima direi. Anche perché si abituano, vedono realmente qual è il problema ospedaliero, qual è la sanità. Io certo che mi fiderei insomma, ovviamente se guidati e comandati da medici con esperienza come credo già accada. Anzi ben venga che i giovani lavorino, si diano da fare, in tutti i campi, anche nella sanità. Voto a favore vostro! Davanti ai giovani sempre, io darei sempre lavoro ai giovani, i vecchi li manderei tutti a casa, fra un po’ io me ne vado, non sto a occupare un posto, quando non ci riuscirò più io andrò via e volentieri per lasciare il posto a qualcuno più bravo, più capace e più giovane. Così dovrebbe essere in tutti i settori secondo me”… Proprio quello che accade in questo paese insomma…
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Giovedì 8 Aprile. Prendiamo l’ ascensore e saliamo al quinto piano. Incontriamo Alberto e la moglie Teresa. Alberto è un uomo sulla settantina che ha subito una gastrectomia. Faccia simpatica, ciarliero, si vede proprio che ha voglia di dirci la sua (e la moglie non sembra da meno!). Subito si pronuncia a favore della presenza di giovani studenti in camera durante la visita: "E’ una cosa bellissima.. io sono già stato in ospedale ho subìto già di solito questi gruppi di studenti specializzandi e medici, una volta erano tutti belli compunti, seri adesso sono spiritosi, allegri ci si scherza…io so contento quando vengono". E poi continuando, appoggiato dalla moglie, ci dice che nonostante una parvenza per così dire frivola, vede negli studenti serietà ed affidabilità "Forse sarà anche sti ragazzi che li vedi così allegri, magari fanno la battutina fra de loro, la telefonatina, però intanto il lavoro lo fanno e io questo ho notato…largo a questi ragazzi!" Alberto ci fa capire che oggi traspare molto di più l’ umanità dietro chi sta maneggiando la salute del paziente. "Mentre una volta c’era quella serietà che gli incutevano i primari, i medici, allora anche sti ragazzi si tenevano un po’ sulla loro, si sentivano un po’ soggiogati da queste personalità. Adesso so’ molto più allegri, spiritosi. Questa è una cosa che volevo proprio dire, l’ho notato. A me personalmente facilita perché scambio delle battute, ce se scherza invece una volta seri loro e seri noi. Aja! Attento!" E proprio in riferimento a questo vi riportiamo un simpatico aneddoto. Alberto ci confida: "Quando sono stato in intensiva me so meravigliato perché si è avvicinata na ragazza e m’ ha detto : senta la barba glie la faccio io Mi ha pulito, mi ha lavato, mi ha fatto tutto" E la moglie: "ma na ragazza? Io avevo capito ragazzo…una ragazza, cambia! Pensavo ragazzo...bravo!" E sul rapporto medicostudente si pronuncia così: "Adesso viene il dottore si mette da una parte e gli specializzandi lavorano, fanno il loro lavoro quello ogni tanto guarda. Addirittura il dottore capo, oggi per due o tre volte è uscito a prendere delle cose che servivano a loro, vedere questo cameratismo…una volta no, allora faceva delle domande, loro rispondevano..è bello quello!" Ma non vogliamo portarci a casa solo plausi, vogliamo strappare una critica, che sia uno stimolo per migliorare. Teresa prende la parola: "O’dico io. Le infermiere, hanno tanto lavoro, sono poche , ma quando suona il campanello ci mettono molto molto molto ad arrivare. Non è neanche tanto colpa loro eh perché non hanno il tempo, suono e nello stesso tempo suonano altre due, ma dappertutto, nel reparto dove mi trovavo prima non venivano mai. Sono brave, quello si. Qua al quinto piano so’ un po’ più veloci, so’ brave , gentili, scherzano, chiamano per nome". E ancora: "Penso che dovrebbero permettere la presenza di una persona per ogni malato, per chi ha bisogno. Per me non è stato facile , mi hanno cacciata via quando lui stava male con l’ emorragia, lì non è stato bello. Allora prima che venisse l’infermiera ce ne voleva, allora io so stata utile in tante cose e poi volevo stare vicino a mio marito perché stava male." Affrontare una malattia significa inevitabilmente affrontare il gelo dentro. Ma da quanto traspare, entrare in un ospedale universitario oggi pare dia la possibilità all’uomo di lasciarsi attraversare dal calore dei gesti e di nutrirsi dell’energia che irradiano i giovani appassionati. Rimane comunque un fatto, ed è Alberto a ricordarcelo: "E che glie devo dì…se sta meglio a casa propria!"
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"Partir, c'est mourir un peu" ticabile,
E’
il 2 gennaio, è già arrivato il giorno della
partenza. Si torna a Roma, dopo un’esperienza indimen molto più di un viaggio o di uno stage… una lezione di vita. Certo che
un mese vola via così velocemente! Mi sembra solo ieri quando sono arrivata all’aeroporto di Marsiglia, l’1 dicembre, con un bel sole splendente in cielo e il cuore fremente dalla curiosità e dall’entusiasmo. Mi sono diretta verso la stazione a prendere il treno per Montpellier, la meta ultima del mio viaggio, una città che in un solo mese mi ha conquistata e mi è divenuta tanto cara. D’altra parte mi sembra passato anche più tempo perché questo periodo è stato talmente ricco di incontri, di piccoligrandi viaggi nel viaggio, di esperienze e soprattutto di amicizia e affetto scambiati con la coppia di ragazzi che mi ha ospitata, così gentile e disponibile, simpatica e accogliente! Per tutto questo, la clerkship non è solo un tirocinio in ospedale, ma molto, molto di più. Sono una studentessa del terzo anno, l’anno scorso sono stata responsabile degli scambi del SISM, ho partecipato al concorso e sono riuscita a partire! Forse era un po’ presto, sono stata troppo precipitosa? Probabilmente sì, ma non me ne pento affatto. Ho chiesto di frequentare il reparto di Medicina Interna, perché mi sembrava il più adatto per me che ero “alle prime armi”, si fa un po’ di tutto senza entrare particolarmente nello specifico. E così è stato nell’internato di preparazione che ho voluto fare in autunno al S. Andrea, prima di partire. Arrivata in Francia, però, ho capito che la Medicina Interna all’estero è tutt’altro! Sono stata catapultata nel “reparto di Dr. House in reumatologia”, in cui si curano malattie autoimmuni rarissime e difficilissime da diagnosticare. Lì in ospedale non ci sono tanti pazienti oncologici come da noi, perché vengono seguiti in centri regionali appositi e gli studenti dal terzo anno in poi si occupano personalmente di due o tre pazienti che vengono loro affidati. Un altro mondo, davvero! E già questo è servito a farmi aprire
gli occhi su
una realtà così diversa dalla nostra. Anche se non ero in grado di capire molto, mi hanno seguita, aiutata e ho potuto fare qualcosa anche da sola. All’inizio ho
Quanti sono secondo voi gli immigrati in Italia….ma soprattutto CHI sono? Sono immediate le associazioni immigratobarcone, immigratavelo, immigratoTBC ma rispecchiano davvero le persone che arrivano nel nostro paese per realizzare il loro progetto migratorio? Potremmo iniziare dicendo che gli immigrati in Italia sono circa 4,2 milioni, rappresentando il 7% della popolazione. Potremmo soffermarci rapidamente sul fatto che la maggior parte degli immigrati in Italia, a partire dal 2007, proviene dalla Romania e che quindi di certo non arriverà in barcone ma in aereo e che il 49,1% della popolazione immigrata è di religione cristiana. Ma oggi più di ogni altra cosa voglio parlarvi del terzo luogo comune: l’immigrato che porta le malattie. Vi chiedo di chiudere gli occhi e immaginare di essere un padre di una famiglia molto numerosa non so….del Perù? E’ una vita che lavorate per sostenere fratelli, genitori, zii, moglie e figli. E’ una vita che cercate di far studiare i vostri figli. E’ una vita che lavorate insieme a tutta la famiglia e alle altre famiglie della comunità per mettere da parte dei soldi e finalmente far partire qualcuno che vada in un paese come l’Italia per lavorare?
Questo qualcuno rappresenta la speranza per tutta la famiglia e di riflesso magari di tutta la comunità. Dovrà lavorare duramente e dovrà essere in grado di sopportare tutto quello che un progetto di migrazione comporta: stress, isolamento, mancanza di contatti, discriminazione. Insomma da buoni padri di famiglia: chi scegliereste? Il nonno malandato? La figlia con l’AIDS? Vostro fratello che ha una strana malattia esotica? Il figlio giovane, sano, istruito, intraprendente, emotivamente stabile e magari l’unico che è riuscito a
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pensato di chiedere di cambiare reparto, poi mi sono detta: “perché non provare qualcosa che difficilmen te
troverò al S. Andrea, in Italia?”, e sono restata. La lingua mi ha
aiutata
molto, anzi direi che è stata fondamentale anche nel rapporto con i pazienti, e
consiglio a chi volesse partire di considerare questo aspetto. Certo, se avessi avuto più tempo avrei potuto integrarmi meglio e imparare di più… ma, come dicevo, per fortuna la clerkship non è solo ospedale. Il ragazzo e la ragazza che mi hanno ospitata, lui studente di medicina al 5° anno e lei infermiera, sono stati meravigliosi con me. Lui era partito in clerkship la scorsa estate, ed è per questo che ha dovuto ospitarmi (lì chi parte poi è obbligato a ospitare, diversamente da qui), ma mi ha detto di averlo fatto con piacere, perché anche lui era stato ospite di uno studente e si era trovato benissimo. Mi ha accompagnata il primo giorno in reparto per presentarmi, per darmi coraggio nell’avventura, nonostante i suoi impegni in ospedale (in Francia gli studenti fanno turni anche di 24h, ma sono “stipendiati”: 250 euro al mese). La sera a cena insieme loro si interessavano sempre alla mia giornata, davanti a un piatto tipico delle loro famiglie di origine marocchina o a della pasta cucinata da me. Grazie a loro ho fatto dei viaggi nel weekend (Perpignan, Lione, Parigi) e delle escursioni durante le vacanze. Abbiamo festeggiato insieme Natale e Capodanno, anche con i miei genitori, venuti a trovarmi in quel periodo, e con il mio ragazzo, che mi ha raggiunta e che è stato ospitato insieme a me fino al giorno della mia partenza, oggi. Si sa: “partire è un po’ morire”. Mi mancheranno i miei nuovi amici, mi mancherà quest’aria che si respira così diversa dalla nostra, che ho potuto assaporare per così poco tempo ma che resterà indelebile nella mia memoria, nella mia formazione, nella mia persona. E sarò per sempre grata al SISM per avermi permesso di vivere una tale esperienza.. che auguro di fare a tutti voi! Benedetta Cerasoli
laurearsi? Questo è l’effetto migrante sano in poche parole: i migranti nel momento del loro arrivo nel Paese che li accoglierà sono fondamentalmente sani perché dovranno rappresentare la speranza di un futuro per tutta la comunità e hanno quindi già subito quella che in letteratura è chiamata “l’autoselezione”. E poi? Intanto siamo arrivati SANI in Italia quello che succederà dopo ve lo spiego nella prossima puntata. Benedetta Goletti
La malalingua...
Una testimonianza
(continua a pag. 8 )
Pag. 7
(continua da pag. 7)
Pag. 8
continua da pag. 3 Quali sono in sintesi gli aspetti peggiori della legge
dovrebbe essere graduale, così risulterebbe affrettata
vigente?
e
Sono molti. Il peggiore in assoluto è il fatto che
nazionale, basti pensare alla distribuzione dei crediti,
l’attuale legislazione non pone nessun punto cardine.
dei percorsi di studio. Inoltre in vari test fatti per altre
Gli unici punti cardine sono il fatto che ci siano due
categorie vediamo che la meritocrazia non viene
prove e che sia contato il curriculum. Ma di fatto non
premiata dal concorso nazionale, perché molte volte è
permette di regolamentare in maniera chiara il
più semplice scavalcare la graduatoria nazionale. E
concorso e questo fa sì che ci possano essere
poi non ci piacciono le modalità perché per quanto è
favoritismi, senza poter denunciare queste cose
previsto dalla bozza del 4 maggio e per altre
perché poi non c’è nessun appiglio legale.
informazioni che ci sono state fornite dal colloquio con
Perché concorso nazionale? Innanzitutto diversi
per
evitare
candidati
che
abbiano
possibilità diverse di entrare a seconda
dell’ateneo
che
scelgono, già è stato detto dalla Corte
Costituzionale;
quindi
il
Le modalità: due prove con quiz a risposta multipla
poco
risolutiva.
C’è
disomogeneità
a
livello
l’on deputato Crimì, che conosce ulteriori sviluppi non ancora pubblicati, risulta una distribuzione in 120 domande di medicina generale e 20 di specialistica, e a questo siamo contrari, perché è giusto avere conoscenze
come
specializzando competenze.
medici
appena Poi
se
generali,
entra si
deve
possono
però
uno
avere
delle
inserire
più
concorso nazionale uniformerebbe da un punto di
preferenze, un candidato magari entra in una sede e
vista meritocratico le graduatorie. Poi perché garantire
lavora per un anno, l’anno successivo vince il
la mobilità, la possibilità di accedere a scuole di
concorso per la specialità che desidera fare, e allora
eccellenza pur provenendo da altre parti d’Italia è il
c’è una borsa che è stata spesa senza motivo, non si
presupposto
assicura
per
una
formazione
in
medicina
la
continuità
assistenziale
al
Sistema
veramente valida.
Sanitario Nazionale, e ciò in più crea problemi a chi
Chi ci assicura che con il concorso nazionale non ci
invece è fortemente motivato verso una certa
saranno raccomandazioni?
specialità. E poi ci chiediamo che fine farebbero le
Una sicurezza del 100% ovviamente nessuno la può
borse finanziate a livello privato o regionale, poiché
dare, certamente se c’è un organismo centrale che
visto il panorama di ristrettezze economiche eliminarle
elabora le domande è altamente improbabile che ci
sarebbe sbagliato.
possano essere raccomandazioni. O meglio, forse ci
Voi non siete mai stati ascoltati dalle autorità,
potranno essere delle raccomandazioni eccellenti,
compreso il MIUR?
due tre casi in tutta Italia, ma non un sistema così
A marzo abbiamo redatto un documento che abbiamo
capillare come è adesso
mandato al direttore generale del MIUR, dottor Livon,
Secondo te prima di nazionalizzare non si dovrebbero
all’ex
anche abbattere le disuguaglianze nel territorio?
giornalistiche. Non siamo stati ricevuti nonostante
Questo è un punto fondamentale, è vero, però non si
avessimo raccolto più di mille firme. Abbiamo scritto
può prendere questo come un pretesto per ritardare la
poi all’attuale ministro Carrozza che ha risposto “sto
riforma a quando queste disuguaglianze verranno
sentendo le parti in causa e vi farò sapere”; peccato
abbattute. Primo perché significa dire che la riforma
che poi dopo pochi giorni ha scritto un articolo
praticamente non ci sarà mai, sia perché non ci sarà
francamente favorevole alla riforma senza nemmeno
più l’opportunità di avere una congiuntura politica
prendere in considerazione quello che avevamo da
favorevole,
di
dire, incontrando invece i rappresentanti del Comitato
omogeneizzazione magari non ci si arriverà mai.
Pro Riforma e del SIGM. L’on. Crimì ci ha ascoltato
Secondo, fare un concorso nazionale fa sì che gli
insieme ai ragazzi di Verona (gruppo di studenti della
studenti finalmente inizino a studiare veramente per
Facoltà di Medicina di Verona, da subito tra le voci
sapere qualcosa e non per passare gli esami del
portanti di questo Comitato, ndr), ci siamo trovati
proprio corso di laurea che possono essere più o
davanti una persona che aveva già una sua
meno facili.
posizione. Dopo che Crimì ha fatto un’interrogazione
Parliamo dei contenuti. Innanzitutto dicono che sarà
parlamentare il 14 maggio gli abbiamo scritto e lui ha
Pag. 10
sia
perché
al
processo
ministro
Profumo
e
a
tutte
le
testate
possibile inserire tre scelte di specializzazione nel
risposto che il ministro incontrerà le parti in causa;
test…
però ancora non siamo stati contattati.
Bisogna separare la scelta delle specializzazioni e la
Non è ingiusto che lo studente sia costretto a
scelta delle sedi. La prima avverrà per graduatoria,
scegliere la specialistica troppo presto per accumulare
come nello specifico ancora non è noto, o il candidato
il massimo dei titoli relativi all’area che sceglie?.
potrà mettere in ordine tutte le sedi venendo poi
Noi non vogliamo prendere in considerazione titoli
assegnato in base alla posizione in graduatoria o
relativi alla specializzazione, ma soltanto la media voti
viceversa, verrà chiamato dal MIUR in ordine di
generale, il voto di laurea, la tesi. Su questo non c’è
posizione in base alla disponibilità delle sedi. Per
grande disaccordo con la proposta di riforma che è
quanto riguarda la specializzazione il problema è che
stata fatta. Siamo contro la presenza nel curriculum
attualmente i concorsi sono nelle stesse tre date in
soltanto del voto di laurea, perché noi cresciamo in un
tutta Italia, un giorno c’è il concorso per le specialità
sistema in cui gli esami contano e molte persone si
servizi, un giorno per le chirurgie, un giorno per le
sono già organizzate, rifiutando voti che magari
specialità mediche. Il concorso vuole essere fatto in
avrebbero accettato. Chiediamo che questi sforzi
modo che si possano provare fino a tre specialità
vengano riconosciuti. Secondo la nostra ultima
nella stessa area, cosa che oggi non si può fare, cioè
proposta la media degli esami in totale dovrebbe
che si possano tentare 3 cliniche, 3 chirurgie. Forse,
valere il doppio rispetto al voto di laurea, perché in
ma questo non è certo, si potrà tentare addirittura in 3
molte facoltà con una media bassa si prende un voto
specialità per ogni area, quindi 9 specialità.
di laurea alto.
Non c’è il rischio che qualcuno solo per il fatto di
S ulla
avere un posto di lavoro subito magari “ci prova”,
specializzazione nel test come vi esprimete?
penalizzando chi invece è molto interessato a una
Noi non siamo contrari. Il problema non è questo, ma
specializzazione?
il fatto che nessuno ci può dire che con la
Questo è un problema che sarà sicuramente arginato
nazionalizzazione il concorso sarà effettivamente
dalla stessa normativa. Perché quando si entra in
legale, che sarà possibile avere una visualizzazione
specializzazione si firma un contratto di lavoro, cioè
dello
qualcosa di vincolante; non è come la scelta della
graduatoria locale almeno è più visibile il tutto. Per
facoltà, dove si possono provare più facoltà e poi si
andare a riempire i posti vacanti abbiamo proposto la
legislativi
per
arginare
il
fenomeno.
di
scorrimento
inserire
della
preferenze
graduatoria.
una
curriculum esclusi tirocini, ADE e pubblicazioni
Adesso parliamo dei titoli. Non
più
Con
di
una
formazione, in seguito al primo test, di
Dal
sceglie. Ci saranno dei vincoli giudiziari e
possibilità
graduatoria
nazionale,
fatta con una parte del test che sarebbe uguale in tutta
sarebbe giusto essere valutati anche su attività extra?
Italia; quindi metà delle domande di medicina
La direzione sembra essere sempre di più quella del
generale uguali in tutta Italia e metà diverse per sede;
nozionismo e meno quella di un approccio a 360
e tutto questo che sia prodotto e corretto comunque a
gradi, che valuti anche l’attitudine al lavoro…
livello centrale.
Secondo la mia personale opinione sarei favorevole a
Che modalità vorreste utilizzare per il test?
considerare anche attività extra. Però significherebbe
120 domande nozionistiche ci sembrano persino un
valutare qualcosa che di base non può essere
offesa all’impegno dello studente di medicina che
valutato in maniera oggettiva e standardizzata. Inoltre
comunque
sappiamo
le
ragionamento clinico e poi le competenze ultra
frequentazioni di reparto e questi lavori extra sono
specialistiche e ultranozionistiche. Per cui abbiamo
attività sterili, che il candidato fa per avere una firma,
proposto una modalità in cui ci sia una parte generale
per accumulare quelle famose ADE che verranno
a risposta multipla. Però vogliamo conservare la
valutate nel momento in cui arriva il concorso e che
seconda prova, nei termini di compito scritto uguale
non danno qualcosa al sapere del candidato; certo
per tutti i candidati in quella sede, risolvibile mediante
questo è un concetto che non può essere generale e
crocette in un percorso che va ad esplicitare l’iter
valido per tutti. In più è stato posto l’accento sul fatto
diagnostico. Però per evitare che possa essere
che
molto
spesso
attualmente
dovrebbe
acquisire
in
primis
il
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che molto spesso le pubblicazioni sono una parte del
favorito il partecipante locale, abbiamo pensato che le
curriculum che il candidato potrebbe non avere per
commissioni delle varie scuole potessero elaborare
merito ma perché il suo nome è stato inserito dal
uno scritto da inviare poi a livello centrale con
professore.
redistribuzione casuale alle varie scuole.
Questa è una domanda che abbiamo posto all’ex
Su Internet si legge che siete favorevoli ad una
Ministro della Sanità Balduzzi quando è venuto al
p ro ro g a a l 2 0 1 9 / 2 0 2 0
Sant’Andrea: come si possono valutare 6 anni di
Se una cosa deve esser fatta va fatta bene. Perché in
medicina e la capacità di ragionamento clinico con un
Italia le cose che vengono fatte male rimangono tali.
quiz a crocette?
Chiediamo di non fare riferimento a quelle date
Anche questo è un altro punto su cui siamo disposti al
perché era un’idea iniziale, fatta in modo che fossero
dialogo. Certo tutti auspicheremmo un concorso come
coinvolti i nuovi iscritti a medicina così che avessero
quello in Francia con domande aperte, però lì c’è un
piena consapevolezza di quello a cui andavano
omogeneizzazione del percorso di laurea, gli studenti
incontro. La nostra proposta di riforma potrebbe
dall’inizio vengono abituati a studiare cercando le
partire già dall’anno prossimo, abbiamo pensato ad
parole chiave per descrivere le malattie, quindi sono
una soluzione tampone, che potrebbe comunque
già focalizzati su quel tipo di compito, una realtà che
andare bene a lungo termine, perché si assicurerebbe
qui non c’è. Inoltre i compiti a risposta aperta si
trasparenza e meritocrazia anche così; un concorso
prestano
alle
che rimanga a livello locale almeno per questi anni,
singolo
finché non cambi effettivamente la legge, perché è
appunto
raccomandazioni,
al
alle
“manovre”,
riconoscimento
del
candidato, ed è per questo che vogliamo cambiare la
quella che
seconda prova. Il test a crocette, per quanto sia
oggetto di possibili ricorsi al TAR rispetto a una
assolutamente spersonalizzante, è l’unico che si
nazionalizzazione fatta però con la legge vigente.
presta ad essere valutato in maniera oggettiva.
Prima avete detto: un concorso nazionale non si può
Comunque i membri del tavolo che ha elaborato la
fare se continuano ad essere presenti disomogeneità
bozza hanno dichiarato che le domande saranno
sul territorio. Come fare nella pratica?
quanto più simili a dei casi clinici, simili a quelle del
In Europa i piani di studio sono tutti uguali. Qui invece
Progress Test.
dipendono dalle Università locali. Alcuni esami si
Si è detto: non possiamo cambiare le regole in corsa,
accorpano in modo diverso nelle diverse facoltà
per chi magari ha basato la sua carriera universitaria
(esempio cliniche svolte separatamente o tutte
sul frequentare il reparto, sull’accettare o rifiutare dei
insieme), e questo crea differenze sull’approfondire o
voti, eccetera
meno determinati argomenti. Quindi chiediamo un’
Il Comitato risponderebbe: se una cosa è sbagliata le
omologazione in tutte le facoltà italiane, che i
regole si cambiano anche quando il gioco è in corso.
programmi di studio siano tutti uguali. Poi che ci sia
Io aggiungo che anche adesso le regole cambiano
una rivisitazione dei programmi. Inoltre la maggior
continuamente, perché gli esami attinenti che sono
parte delle facoltà usano testi diversi, e questo è un
valutati nell’ingresso per la specializzazione possono
problema che all’estero eliminano indicando dei testi
cambiare di anno in anno; anche le pubblicazioni che
unici ministeriali. Un altro modo per omologare può
sono fatte dopo la laurea teoricamente nell’attuale
essere riformare l’esame di abilitazione, l’Italia è
decreto non si possono valutare però in realtà a
l’unico Stato in cui non si tiene conto delle capacità
seconda della sede queste vengono valutate, a scelta
pratiche. Si deve omologare il sistema per portarlo su
del professore. Quindi, anche adesso, non è vero che
un piano da cui tutti partono allo stesso livello. E poi le
uno studente si prepara sicuro di arrivare al concorso
scuole di specializzazione sono totalmente autonome
con le regole con cui è partito.
con differenze negli esami e negli insegnamenti,
Secondo voi questa riforma segna la parola “fine”
quindi come facciamo a scegliere le 3 sedi senza
oppure potrebbe essere uno spunto per migliorare
conoscerle? E non c’è un minimo di controllo, spesso
l’istruzione, il sistema sanitario e dialogare sui
lo specializzando di chirurgia diventa chirurgo e
contenuti?
invece sa fare soltanto suture. Per cui quando
Non segna la parola fine, le persone che si stanno
verranno attuate queste misure e questi controlli,
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deve cambiare, sarebbe molto meno
occupando della riforma si stanno impegnando anche
possiamo fare il test nazionale.
per migliorare altri aspetti del corso di laurea in
Ma i tempi per attuare tutto ciò sarebbero molto lunghi,
medicina, ad esempio la laurea abilitante. Soprattutto
conoscendo anche i tempi dell’Italia, forse decine di anni.
non ci si ferma perché la riforma segnerà una
Infatti per questo abbiamo proposto un sistema tampone.
rivoluzione culturale veramente epocale, che porterà
Ma non ci vuole molto tempo. Se le cose si vogliono fare
sicuramente un cambiamento positivo nella sanità,
si fanno, siamo in un periodo di cambiamento. Se il
nella carriera medica e già nell’approccio degli studenti
ministero vuole fare dei cambiamenti drastici deve
che dal liceo vogliono entrare a medicina.
cominciare con il corso di studi, in 3 o 4 anni è possibile.
Intervista del 20/05/2013
Intervista del 17/05/2013
La PREVENZIONE DEL SUICIDIO è possibile e riguarda tutti PERCHÉ PARLARE DI SUICIDIO? Il suicidio rappresenta una delle prime cause di morte a livello mondiale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS,1999) stima che ogni anno nel mondo siano circa un milione gli individui che commettono il suicidio e si prevede che nel 2020 le vittime potrebbero aumentare fino ad un milione e mezzo. L'incidenza dei tentativi di suicidio è maggiore rispetto a quella dei suicidi di 1020 volte. Questo significa che in media avviene una morte per suicidio ogni 40 secondi e un tentativo di suicidio ogni 3 secondi. Per renderci conto della portata del fenomeno ogni giorno per suicidio muore l'equivalente delle vittime causate dall'attacco alle torri gemelle di New York dell'11 settembre del 2001. In Italia i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità indicano
che vi sono circa 4.000 suicidi ogni anno. Appare evidente, quindi, come il tema del suicidio non possa essere ignorato ma al contrario si fa sempre più forte la necessità di infrangere quel silenzio e quel deleterio sviamento attuato quotidianamente su questo tema. PERCHÉ
PARLARE DI SUICIDIO AGLI
STUDENTI DI MEDICINA?
I medici, ancor più delle altre figure coinvolte nella salute pubblica, hanno un ruolo cruciale nella Prevenzione del Suicidio. Chiedere se il paziente abbia mai pensato al suicidio non è mai rischioso anzi rappresenta la principale arma di prevenzione. Particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla formazione, specialmente durante gli anni che conducono al
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conseguimento della laurea. Avere professionisti capaci di trattare il rischio di suicidio con serenità e destrezza rappresenta uno dei grandi traguardi della medicina. Infatti il suicidio rappresenta uno dei tabù più radicati nella nostra società. Parlare dell’argomento suscita riluttanza ed evitamento e persino dagli operatori della salute il tema é in gran parte misconosciuto. Tuttavia i dati della letteratura riportano che frequentemente, i soggetti che hanno commesso il suicidio, nei mesi e settimane precedenti la morte si erano recati da un operatore della salute, in primo luogo un medico di base, il quale aveva fallito nel riconoscimento del rischio di suicidio per quel paziente. LO STIGMA È NEMICO DELLA PREVENZIONE Per prevenire efficacemente il suicidio e’ necessario che l’operatore conosca bene il proprio impatto con il tema, interrogandosi con domande simili: Ritengo che il suicidio sia un segno di debolezza di cui la gente dovrebbe vergognarsi? Ritengo il suicidio come immorale o peccaminoso? Penso che il tema del suicidio sia un tabù? Penso che il suicidio sia il risultato della follia? Reagisco eccessivamente con ricoveri e precauzioni di ogni genere in presenza di un’ideazione suicidaria? Il paziente può cogliere il giudizio del terapeuta dal tono della voce o dal linguaggio corporeo. Se il terapeuta nutre delle attitudini di condanna nei confronti del suicidio, sostenendo i miti e non i fatti sul suicidio, probabilmente fallirà nel suo compito. Il medico deve poter comunicare al paziente che si può parlare di suicidio e che la trattazione del tema avviene su un terreno sicuro. Se al contrario, il medico evita di chiedere e si affretta a chiedere con modalità non appropriate otterrà dal paziente solo la chiusura. LA SUICIDOLOGIA La suicidologia è la scienza dedicata alla prevenzione e allo studio scientifico del suicidio, tale disciplina è nata e si è sviluppata a Los Angeles grazie all’opera pionieristica di Edwin Shneidman. Nel corso di una vita trascorsa a studiare il suicidio, Shneidman ha concluso che l‘ingrediente base del suicidio è il dolore mentale, egli chiama questo dolore insopportabile "psychache" ovvero "tormento nella psiche". La vergogna, il senso di colpa,la rabbia, la solitudine, la disperazione derivanti dai "bisogni psicologici" frustrati sono tra le fonti principali di dolore psicologico. Il suicidio risulta meglio comprensibile se considerato, non come un movimento verso la morte, ma come un movimento di allontanamento da qualcosa che è sempre la stessa: emozioni intollerabili, dolore insopportabile o angoscia inaccettabile. Nella trattazione del suicidio la parola chiave non è “‘morte” ma “vita” dal momento che questi individui sono fortemente ambivalenti circa la loro scelta; vogliono vivere! ma senza il loro dolore mentale
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insopportabile. osservano
Se
si
retrospettivamente i dati dei soggetti suicidi si osserva che la sofferenza mentale prolungata, l’ambivalenza nei confronti del suicidio, fantasie di vendetta, di essere salvati e di rinascita sono state presenti per un lungo periodo di tempo. Il tentativo di porre fine alla sofferenza è caratterizzato da manovre maladattative fallimentari che poi riconducono il soggetto all’idea del suicidio. Il soggetto emette dei segnali inerenti la sua preoccupazione coinvolgendo le persone che lo circondano attraverso parole e azioni, concentrando nelle sue comunicazioni il "Cry for Help" ossia la richiesta di aiuto. Shneidman suggerisce che le domande chiave che possono essere rivolte ad una persona che vuol commettere il suicidio sono "Dove senti dolore?" e "Come posso aiutarti?". Se il ruolo del suicidio è quello di porre fine ad un insopportabile dolore mentale, allora lo scopo è alleviare questo dolore. Se infatti si ha successo in questo compito, quell’individuo che voleva morire sceglierà di vivere. Il Servizio per la Prevenzione del Suicidio Presso l’UOC di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea in Roma è attivo il Servizio per la Prevenzione del Suicidio diretto dal Prof. Maurizio Pompili. Il Servizio per la Prevenzione del Suicidio ha lo scopo di fornire uno spazio di cura specializzato le cui attività garantiscano un approccio diretto e continuativo con i pazienti e i loro familiari al fine di evitare l'emarginazione sociale e affettiva. A tale scopo sono attivi programmi di visite ambulatoriali, psicoterapie di sostegno e anche una helpline attiva dalle ore 9.00 alle ore 16.30 al numero 06/33.77.77.40 . Per ulteriori informazioni potete visitare il sito: www.prevenireilsuicidio.it Nel nostro paese vi sono pochissime strutture simili e costituiscono il fiore all'occhiello per le strutture che li ospitano. Il Prof.Pompili in occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio dello scorso anno affermava: "Il motto di quest'anno è: la prevenzione del suicidio nel mondo: rafforzare i fattori protettivi ed infondere speranza. Il suicidio si può prevenire e la miseria umana può essere compresa. A noi spetta il compito di cimentarci con le emozioni negative degli individui suicidi e di come trovare quel ponte immaginario che può condurci alla vera comprensione del loro dramma interiore." EVENTI FUTURI 10 Settembre 2013: Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio Come ogni anno ,il prossimo 10 Settembre verrà celebrata la Giornata
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Mondiale per la Prevenzione del Suicidio con convegni e dibattiti. Quest'anno il motto sarà:"Lo stigma come principale ostacolo alla prevenzione del Suicidio". 6 Ottobre 2013: Race for Life 17 Novembre 2013: Giornata Mondiale dei Survivors per info e approfondimenti: www.prevenireilsuicidio.it
www.giornataprevenzionesuicidio.it
;
www.raceforlife.it
;
La prevenzione del suicidio è possibile e tutti insieme possiamo farla diventare una grande importantissima realtà diffusa e condivisa. Il primo fondamentale passo che ognuno di noi deve fare è quello di combattere attivamente lo Stigma in modo da combattere le sue tragiche conseguenze. Lo stigma è nemico della conoscenza e l’ignoranza in medicina, come sappiamo, è pericolosissima. Speriamo di cuore che questo articolo costituisca, per il lettore, uno spunto di riflessione, una piccola breccia nel silenzio assordante che circonda troppo spesso la parola Suicidio.
Carlotta Mazzetta e Lucia Longo
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SmileX Cup: siamo medici o calciatori?... In otto per la gloria, manca poco alla finalissima
Si sta svolgendo in queste settimane la terza edizione della SMILEX CUP 2013, torneo che ha lo scopo di raccogliere soldi per finanziare il progetto di clown terapia “SmileX”. Come lo scorso anno le squadre iscritte sono state 16 composte tutte da studenti o personale interno dell’ospedale Sant’Andrea (professori inclusi) che si stanno dando battaglia per la conquista del titolo. Sono iniziate da poco le fasi finali: tra martedì 21 e mercoledì 22 maggio si svolgeranno i quarti di finale e nella settimana successiva semifinali e finale, prevista per venerdì 31 alle 20:30. Delle iniziali 16 squadre ne sono quindi rimaste in gioco 8. I due gironi non sono stati molto equilibrati, la sorte ha creato un girone (quello rosso) di ferro con 5 squadre a contendersi i quattro posti per qualificarsi alle fasi a gironi. Come prima si è qualificata il Racing Sant’Andrea (detentore del titolo dello scorso anno) che ha fatto un girone quasi perfetto con un solo pareggio.
estro del professor Ferdinando Nicoletti!
negli scontri fisici… Il capocannoniere del torneo
Nel girone verde invece si e creata una gara a due per il primo posto spuntata dalla rappresentanza de “I pediatri” (Ped Bulls) che si presentano a tutte le gare con un nutrito pubblico di specializzandi e vantano tra le file l'esperienza del prof. Parisi, secondi “gli ortopedici” anche loro con un professore bomber (Raffaele Iorio) da poter schierare. Per le ultime due posizioni disponibili è stata una volata a 4 squadre che ha visto gli Stemi arrivare terzi solo per una differenza reti favorevole (visto che avevano lo stesso punteggio) con gli HGato. Da apprezzare anche quest’anno la presenza di Alice, unica ragazza del torneo, nella squadra Natural Killer, giocatrice che si è fatta valere in campo, un po’ meno
per ora è Gianmarco Piccolino, giocatore dei Fun Cool che, nonostante le 23 reti segnate dal loro bomber, non sono riusciti a qualificarsi nel girone rosso finendo quinti. Il secondo e il terzo sono rispettivamente Barbera (ADAB) con 21 reti e Zannini (GTA S. Andrea) con 19. Il premio di migliore attacco lo conquistano gli ADAB con 51 reti, subito seguiti dai Ped Bulls con 46. La porta meno battuta è quella degli anestesisti (Osteria Intensiva con Luigi Maggi a difendere la porta) con solo 10 reti e secondi il Racing Sant’Andrea con il portiere Marco Scicchitano con 14 gol al passivo. Premio personale al giocatore Michele “Ciccio” Altomare che si aggiudica il premio “Hector
Secondi sono arrivati “gli anestesisti” (Osteria Intensiva) con una sola sconfitta nello scontro diretto per il primo posto, terzi gli ADAB (“all doctors are bastard”) e quarti i Warriors, squadra che può vantare nelle sue file il grande
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Cuper” (l’allenatore di calcio capace di perdere per due anni di seguito la finale di Champions League con il Valencia) come unico giocatore del torneo ad aver perso tutte e due le precedenti edizioni della SmileX cup in finale; voci di corridoio dicono che se la sua squadra (i Warriors) dovesse arrivare in finale lui non giocherà per paura di rivivere gli incubi di un passato non ancora dimenticato… Per la classifica “nome più buffo” sono in lotta per il titolo le squadre: KColon, I Pezzenti, Natural Killers, Fun Cool, Drink Team e G.T.A. Sant’Andrea. A voi il verdetto! Per le finalissime in programma venerdì 31 è prevista, dopo la finale tra primo e secondo posto (in programma alle 20:30), un festa per concludere nel migliore dei modi questo torneo con un piccolo rinfresco che si terrà al Veio Tennis Club, che è stata la location di questo torneo.
In alto: gli Stemi, terzi nel girone verde In basso: Osteria Intensiva, secondi nel girone rosso
Articolo del 20/05/2013 Alberto Amati
Il corso "Ospedale dei pupazzi" è focalizzato sull'aspetto umano e psicologico del rapporto con i bambini, per promuovere una sensibilizzazione nei confronti del medico ed esorcizzare la paura del camice. I bambini hanno portato i loro pupazzi preferiti in un ospedale immaginario "organizzato" in diversi reparti (pronto soccorso, chirurgia, radiologia, ecc.) ed insieme agli studenti li hanno curati. Il gruppo dell'Ospedale dei Pupazzi, che ha piantato le tende al Veio Tennis Club il pomeriggio di domenica 26 maggio ci tiene a fare un bel po' di ringraziamenti! Il primo va senza dubbio all'organizzazione del Veio Tennis Club, che ci ha ospitati e fornito tutto ciò di cui avevamo bisogno per creare il nostro ospedale! Non meno importanti sono però quelli alla Direttrice di Settimanale Zona Nicoletta Liguori, al Direttore Editoriale di RomaNordNews e del seguitissimo VignaClaraBlog Claudio Cafasso nonchè alla Redazione di www.pontemilvio.net, in particolare a Nico, che hanno consentito, avendo gentilmente pubblicato le informazioni sul nostro evento, di diffondere capillarmente la notizia pubblicandola sui siti che curano. Un altro ringraziamento va a Paola
De
Martino,
seguita
blogger, che ha condiviso e diffuso la nostra iniziativa. Ultimo ma non per importanza è il
ringraziamento
a
"Elthilea
Pharma Sanitaria Ortopedia" di Hermecita Duronio, che ci ha fornito numerosi materiali per arricchire i nostri ambulatori.
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Dal web "Informazione libera" ha pubblicato il 2 giugno l'appello di una studentessa turca in Erasmus a Perugia. La Redazione ritiene opportuno riproporlo anche come contributo di riflessione della comunità di cui fa parte sulla crisi in atto nel suo paese. Ci auguriamo che dare spazio a voci critiche espresse da studenti come noi possa concorrere all'affermazione della democrazia e della libertà. "Sono Yasemin, sono una studentessa turca in Erasmus a Perugia e scrivo a nome di tutte le persone turche che si trovano qui adesso. Anche se siamo a 2000 km dal nostro paese, vogliamo lo stesso dare il nostro contributo al movimento di resistenza alle politiche attuate dal governo turco negli ultimi tempi. In questo momento, i media turchi non stanno parlando affatto delle proteste in corso ad Istanbul, Ankara, Izmir e in ogni angolo del Paese. Gli unici canali ufficiali che stanno documentando gli eventi sono i media stranieri. La sola fonte d’informazione libera e indipendente rimasta in Turchia sono i social network, come Facebook e Twitter. Grazie a questi, noi, ragazzi turchi a Perugia, siamo riusciti a rimanere in contatto con chi ora protesta in Turchia, e vogliamo portare la loro testimonianza, e le ragioni che li spingono a lottare per i nostri diritti, all’attenzione dell’opinione publica italiana. In realtà, gli occupanti di Gezi Park hanno iniziato la loro protesta per bloccare il previsto abbattimento degli alberi, piantando tende, organizzando picnic e leggendo libri sotto gli stessi alberi, tutto questo per proteggere uno dei polmoni verdi di Istanbul dalla distruzione e dalla costruzione dell’ennesimo centro commerciale. La mattina del 31 Maggio, alle 5, la polizia è entrata nel parco per cacciare i ragazzi. A seguito delle iniziali resistenze dei giovani presenti, la polizia ha reagito bruciando le loro tende. Alle 10, altri ragazzi sono accorsi al parco per unirsi alla resistenza. La polizia a questo punto ha iniziato a utilizzare lacrimogeni, gas al peperoncino e idranti contro le persone. Lo sdegno suscitato da questa reazione ha spinto prima tutta Istanbul, e poi il resto del Paese, a scendere nelle strade e ribellarsi. La questione di Gezi Park è solo l’ultimo di una serie di eventi e provvedimenti presi dal governo di Erdoğan che hanno suscitato malcontento nella popolazione. L’AKP, partito di destra liberale, è in carica da ormai 11 anni ed è al suo terzo mandato. Negli ultimi anni la politica di Erdoğan ha preso una forte piega autoritaria, aumentando il controllo sui media, emarginando i gruppi etnici, politici e religiosi minoritari, e facendo forte pressione per un pesante cambiamento della Costituzione che dia maggiore potere al governo. Lo scontento popolare è cresciuto in particolare dopo gli attentati di Reyhanli,vicino al confine con la Siria, avvenuti all’inizio del maggio 2013, che hanno causato più di 100 vittime. Il governo ha censurato ogni riferimento all’evento nei media, causando la rabbia della popolazione, lasciata senza informazioni riguardo la morte di numerosi propri connazionali. Nello stesso mese Erdoğan ha dato l’ordine di avviare i lavori per la costruzione del terzo ponte sul Bosforo, nonostante le forti proteste dei cittadini nei mesi precedenti, preoccupati in particolare dai danni ambientali causati dall’enorme costruzione. Erdoğan ha dimostrato di essere insensibile a qualsiasi dialogo e protesta riguardo ogni questione, decidendo e attuando unilateralmente provvedimenti o ordini di nuove costruzioni, come centri commerciali o enormi moschee. Tutto questo per pura megalomania. Ad oggi, 2 Giugno, Erdoğan, dopo tutte le proteste e dimostrazioni in Turchia e all’estero, come quella nostra, avvenuta ieri nel centro di Perugia, non ha cambiato di una virgola la sua posizione. Ha definito i manifestanti una “minoranza insignificante”, ha dichiarato che, oltre a proseguire nella distruzione di Gezi Park, demolirà lo storico Palazzo dell’Opera di Istanbul a Piazza Taksim, per sostituirlo con una nuova moschea. In conclusione, vogliamo mandare il nostro sostegno alla protesta, invitando voi a fare altrettanto. Se avete Twitter o Facebook vi preghiamo di diffondere le nostre opinioni su questi link o hashtag: https://www.facebook.com/geziparkidirenisi Pagina ufficiale Facebook della protesta https://www.facebook.com/DirenAnadolu Pagina Facebook OccupyTurkey Hashtag per Twitter: #direngeziparki #occupygezi #tayyipistifa #direnbesiktas #direnistanbul " La comunità turca a Perugia Yasemin Sert
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La redazione Alessandro D'Andrea Adelaide Aprovitola Dario Marino Giulia Muzi Benedetta Cerasoli Hanno collaborato alla stesura di questo numero: Alberto Amati, Benedetta Goletti, Carlotta Mazzetta, Cecilia Berardi, Lucia Longo e il nostro speciale vignettista "Mauro" Il Bugiardino è il giornale degli studenti del Sant'Andrea, perciò date libero sfogo alle vostre idee per articoli o suggerimenti! Per far parte della redazione, scrivere articoli, ricevere informazioni o manifestare critiche contattateci a: giornalino@romasantandrea.sism.org oppure visitate e commentate la nostra pagina Facebook Il Bugiardino: http://www.facebook.com/ilbugiardino.sism
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