IL Bolscevico n.43 2011

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N. 43 - 1 dicembre 2011

PALERMO La protesta degli studenti si aggrega a quella dei lavoratori al Teatro Massimo. Cariche della polizia contro uno dei tre cortei. Apprezzata la presenza in piazza dei marxisti-leninisti palermitani Dal corrispondente della

Cellula “1° Maggio-Portella 1947” di Palermo Il 17 novembre ha visto le piazze palermitane animate da tre cortei. Il primo è stato quello dello sciopero generale indetto dai lavoratori dei Cobas, sindacato A.L.Ba (Associazione lavoratori di base) e CUB (Confederazione unitaria di base); il secondo, indetto dalle Rete dei collettivi, che ha visto la partecipazione di una de-

za. I compagni palermitani presenti al corteo si sono soffermati in piazza con i lavoratori del sindacato Alba che si sono avvicinati spontaneamente richiamati dalla bandiera del PMLI. Affascinati dalla poderosa falce e martello - ormai scomparsa dalle piazze palermitane assieme alle bandiere dei partiti sedicenti comunisti o della “sinistra” borghese - hanno voluto fare una foto reggendo con le proprie mani la nostra bandiera. I compagni han-

“Lettera alla BCE” dei Draghi Ribelli napoletani

“UNO DI NOI, DA SOLO, NON VALE NULLA MA INSIEME SAPPIAMO QUANTO BASTA PER METTERVI ALL’ANGOLO” Pubblichiamo il testo quasi integrale della “Lettera alla Bce” dei Draghi Ribelli di Napoli. Cara Bce, avrai certamente sentito parlare di noi: siamo i DRAGHI RIBELLI. Siamo studenti, intermittenti, inoccupati, disoccupati, artisti precari, siamo gli elenchi di tutti gli esclusi, siamo gli operai in cassa integrazione, siamo giovani

17 novembre 2011. La manifestazione degli studenti a Palermo cui ha partecipato il PMLI (foto Il Bolscevico)

legazione della palermitana Cellula “1° Maggio-Portella 1947” del PMLI. Un terzo corteo è stato organizzato dall’area autonoma del C.S.O. “Anomalia”, Coordinamento studenti medi e “OccupyUniPa”. Quest’ultimo è stato più volte caricato dalle “forze dell’ordine” ferendo i dimostranti, anche in maniera grave, come nel caso di Giovanni Pisciotta, 47 anni, senzatetto dello Zen che è stato ferito alla testa mentre tentava di difendere i ragazzi dalle manganellate degli agenti. Gli scontri sono avvenuti lungo via Roma durante i lanci di uova e fumogeni contro le banche lungo il percorso, compresa la filiale dell’Intesa San Paolo che era stata oggetto di un tentativo di occupazione simbolica. Gli altri due cortei si sono snodati lungo i rispettivi percorsi in maniera pacifica. Lo sciopero generale indetto dai sindacati non confederali ha fatto incrociare le braccia a diverse categorie di lavoratori palermitani tra cui quelli dell’AMAT (trasporti pubblici) quelli della municipalizzata per il gas AMG, insegnanti, pubblico impiego, artigiani. Il corteo partito da p.za Croci è arrivato fino in prefettura in via Cavour dove ha tenuto un sit-in. Il corteo della Rete dei collettivi e Rete degli studenti, a cui ha partecipato il PMLI, ha sfilato invece lungo un percorso alternativo al solito di via R. Settimo per raggiungere il teatro Massimo dove le proteste dei lavoratori e degli studenti si sono aggregate in un sitin che ha dato il via all’iniziativa “Occupy Massimo”: una mini tendopoli allestita a presidio in piaz-

no colto l’occasione per intervistare brevemente alcuni di loro tra cui Marcello, operaio dell’AMG, che ha espresso la sua consapevolezza della situazione con queste parole: “È il fallimento del capitalismo, dobbiamo liberarcene. Il socialismo non ha avuto il tempo di svilupparsi e chi lo condanna non sa nemmeno di che parla”. Nel pomeriggio, un centinaio di studenti hanno fatto irruzione presso la sede della Fondazione Banco di Sicilia per interrompere un convegno organizzato con la facoltà di Architettura sui rapporti tra imprese e università. Gli studenti, dopo avere esposto lo striscione ‘’contro governo e università delle banche’’, hanno anche preso la parola per ribadire il rifiuto all’ingresso dei privati nella gestione dell’Ateneo. Anche in questo caso momenti di tensione con le forze dell’ordine giunte sul posto in assetto antisommossa. A Palermo le organizzazioni di massa della “sinistra” borghese continuano incessantemente a perdere posizioni a favore di un risveglio generale del popolo che preferisce auto-organizzarsi piuttosto che continuare a porsi sotto il giogo delle politiche di palazzo. Il PMLI ad ogni occasione riscuote consenso e interesse e la sua Cellula, presente alle più importanti iniziative di piazza, porta ancora con orgoglio le bandiere e la linea marxista-leninista. Il terreno è fertile e tutto sta nelle capacità e possibilità dei compagni palermitani che, pur essendo già molto attivi, si prefiggono di aumentare l’impegno politico, sia in piazza che nello studio.

La polizia manganella gli studenti a Palermo

“neet”, siamo i migranti, gli abitanti di territori avvelenati e depredati, i clochard, i musicisti da due soldi e gli attori senza stipendio. Siamo tanti, qualcuno dice che siamo talmente tanti da essere quasi tutti. Siamo ovunque, ovun-

que colpisca la crisi; ovunque si taglia, ovunque si svende, ovunque si liberalizza. Siamo sempre di più, nasciamo e ci riproduciamo inarrestabilmente. Attacchiamo senza preavviso, colpiamo i punti deboli del sistema finanziario allo sfascio, mettiamo a nudo le diseguaglianze e pretendiamo giustizia sociale. Alcuni come noi, creature simili e altrettanto feroci, si aggirano a New York, a Okland, a Santiago, a Madrid, a Reikiavik, a Boston, a Londra. I nostri luoghi sono ai margini, sono fuori dai salotti, e fuori dai palazzi delle city finanziarie, ma sono in mezzo ai nervi scoperti delle metropoli, agli angoli delle strade, soprattutto sono nel mezzo delle piazze. Abbiamo un solo cervello, pensiamo tutti insieme. Uno di noi, da solo, non vale nulla ma insieme sappiamo quanto basta per mettervi all’angolo. Vi conosciamo tutti e da tempo vi abbiamo smascherati, siete troppo pochi, siete accerchiati e avvinti dal potere e soprattutto siete sempre gli stessi. Quando parlate di noi non potete che darci ragione. I nostri piani per annientarvi sono imprevedibili. Tenete a cuccia i vostri Servizi Segreti da quattro soldi, con noi non servono a nulla. Siamo una macchia, una macchia piccola e scura che appare

da lontano nella notte, e che avanza, fino ad allargarsi e a riempire tutto lo spazio visibile. Avanziamo compatti, ma senza ordine e senza disciplina. Siamo come il mercurio, inafferrabili e infinitamente divisibili. Difficilmente ci sentirete parlare. I draghi sono silenziosi e restii a lasciare tracce scritte della loro presenza. Stamane tuttavia utilizziamo con voi questo metodo che vi sta tanto a cuore e che tanto spesso utilizzate voi. Vi scriviamo, con tono perentorio, un elenco di pochi punti, chiari e semplici, che sono il nostro programma di uscita dalla crisi: 1. Tassazione delle transazioni finanziarie, dei patrimoni e delle rendite; 2. Cura, tutela e gestione partecipata dal basso dei beni comuni tutti (secondo la volontà maggioritaria espressa dai cittadini nei referendum del 12 e 13 giugno) e dunque assoluta contrarietà alla svendita di risorse naturali, di terre e di risorse artistiche di proprietà collettiva, per pagare il debito alle banche; 3. Introduzione di un welfare adeguato alla condizione di povertà a sottoccupazione a cui le giovani generazioni sono condannate (...); 4. Abolizione della legge 30 e del pacchetto-Treu, incubatori veri

di precarietà in questo paese; 5. Reintroduzione e tutela del contratto collettivo nazionale e dell’articolo 18; 6. Abolizione di ogni spesa militare; 7. Re-immissione di ingenti risorse nella scuola e nell’università, ripensando inoltre lo statuto del sapere come bene comune non mercificabile o quantificabile e organizzabile, nelle accademie e nelle scuole, solo in maniera democratica e partecipata; 8. Interruzione immediata dei “commissariamenti” degli stati da parte delle istituzioni finanziare tramite il sostegno e la spinta alla formazione di governi tecnici eterodiretti; 9. Fine dei privilegi delle istituzioni religiose e soprattutto del Vaticano; 10. Introduzione di un sistema fiscale fondato sulla giustizia sociale e sulla equa distribuzione del reddito; 11. Ritiro immediato di ogni strumento legislativo atto a ridurre lo spazio di agibilità democratica. Ci raccomandiamo che eseguiate pedissequamente quanto riportato qui sopra e in tempi brevi. Pena, come sapete, il commissariamento delle vostre istituzioni. Fossi in voi non scherzerei con il 99% del pianeta. Distinti saluti

DOPO CHE IL NEOPODESTÀ DI ROMA LI AVEVA VIETATI PER UN MESE

Per Alemanno cortei solo di sabato Dal 18 novembre 2011 è entrata in vigore l’ordinanza del neopodestà di Roma Alemanno che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre che limita fortemente il diritto di manifestare liberamente nelle strade e nelle piazze di Roma: il provvedimento prevede che le manifestazioni statiche si potranno svolgere in qualsiasi giorno ma soltanto in determinate aree: piazza Bocca della Verità, piazza Santi Apostoli, piazza della Repubblica, Circo Massimo, piazza Farnese, piazza San Giovanni, piazza del Popolo e le sedi istituzionali a seconda delle prescrizioni della questura, ma il colpo più duro lo ricevono i cortei in quanto si prevede che essi possano essere organizzati solo nella giornata settimanale di sabato e seguendo cinque itinerari prestabilitì. Il primo da piazzale dei Partigiani attraverso piazzale Ostiense, viale della Piramide Cestia, viale Aventino e piazza di Porta Capena dovrà terminare al Circo Massimo, il secondo da piazza della Repubblica attraverso piazza dei Cinquecento, via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori imperiali, via Celio Vibenna, via di San Gregorio e via dei Cerchi dovrà terminare a piazza Bocca della verità. Il terzo poi da piazzale Aldo Moro situato di fronte alla sede della Sapienza dovrà fermarsi a poche centinaia di metri, in piazza della Repubblica, il quarto da piazza della Repubblica attraverserà poi viale Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni e via

Emanuele Filiberto per arrestarsi a piazza di Porta San Giovanni, ed infine il quinto da piazzale dei Partigiani dovrà percorrere via delle Cave Ardeatine, piazzale Ostiense, piazza di Porta San Paolo, via Marmorata, largo dei Gelsomini, via Marmorata, piazzale dell’Emporio, ponte Sublicio, piazza di Porta Portese, via Induno ed arrestarsi in largo Bernardino da Feltre. Prendendo a pretesto gli inci-

Richiedete

Le richieste vanno indirizzate a: PMLI commissioni@pmli.it indirizzo postale: IL BOLSCEVICO C.P. 477 50100 FIRENZE Tel. e fax 055 2347272

denti che si verificarono lo scorso 14 dicembre e soprattutto quelli del 15 ottobre, il fascista ripulito Alemanno – la cui inettitudine insieme a quella della sua giunta è apparsa chiara nell’ultima alluvione che ha colpito duramente Roma – vuole presentarsi come un duro che intende soffocare la crescente rabbia sociale e studentesca ponendo dei rigidi limiti al diritto di manifestazione che è tutelato direttamente dall’art. 17 della Costitu-

zione. Ma tale squallida operazione si smaschera come il tentativo di soffocare la protesta spontanea che sempre più sta divampando nel paese in conseguenza della crisi capitalistica e della macelleria sociale provocata dai governi Berlusconi prima, e Monti, ora, che spingono tante fasce sociali, da quelle giovanili e studentesche fino ai pensionati, a quella protesta che questo fascista ripulito non riuscirà ad arginare.


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