Il Territorio N.5

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l’inchiesta - A cquaviva delle Fonti

L’usura ormai è diffusa tra di noi I commercianti fanno sentire la loro voce e additano le banche

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e questioni sono assai serie. C’è un negozio di calzature, proprio sotto palazzo De’ Mari, di Luigi Plantamura. Per la prima volta, salta fuori il nome usura. Ogni volta che il Sud viene abbandonato, fiorisce un’economia illegale. Vediamo cosa ci dice. “Siamo circondati dalla grande distribuzione. La gente veniva qui da Taranto. Ad Acquaviva abbiamo sempre catturato il cliente da lontano, perchè eravamo bravi a presentare un buon rapporto prezzo/qualità. Oggi, ciò che conta è il consumo, non la qualità”. Pronunciamo il nome banche: “Madonna Santa! Le banche! Lasci perdere!”. Ma sono oltre 10 gli istituti di credito. “C’è chi va in Svizzera a depositare i soldi, e c’è qualcuno che porta soldi da fuori nelle nostre banche”. La curiosità è a mille. Chi riempie le casseforti delle banche di Acquaviva? “Lei deve aver pazienza. Non andiamo oltre. Non si può”. Che cosa c’è oltre? “Oltre, ci sono gli organi idonei. Anche se sapessi, non potrei sostituirmi agli organi inquirenti. I negozi chiudono, ma come mai le banche non chiudono mai? E come mai, in un paese di 21 mila abitanti, abbiamo 12 sportelli bancari?”.

MI MANDA PICONE Se un commerciante ha bisogno di soldi per non chiudere l’attività, può trovarli, non nelle banche. E’ ancora Plantamura che parla: “Sì, sotto sotto, ci sono dei canali. E’ un passaparola. Sa quanti ne hanno spellati ad Acquaviva? Ci sono esercizi che hanno chiuso dopo 15 anni, perchè non ce l’hanno fatta. La banca ti mangia vivo. E allora, preferisci andare da certe persone. Ti lasciano lavorare, sono bravi a dare i soldi, perchè capiscono chi sei. Ne conosco 4 o 5”. Finalmente, ci siamo. Usura. Plantamura batte i pugni sul tavolo: bisogna andare al fondo, non fermarsi in superficie. “Dobbiamo pagare l’Iva, il com-

Via Roma, tante le serrande chiuse

mercialista, la dichiarazione dei redditi; alla fine, preferisci pagare chi ti presta i soldi. Un benefattore che poi dice: non azzardarti a toccare Gigino altrimenti ti sparo”. Che trafila devo seguire per avere i soldi? “Devi cominciare a dire che ti manda Picone. E quello valuta. Che potenza ha Picone?”. Picone è uno che vive nel Palazzo? “Dappertutto. Oggi, Picone ha fatto il salto di qualità. Lo trovi dove meno l’aspetti. Se non c’è una forza fuorilegge, non cresce il paese”. ANDIAMO A ROTOLI Altro giro, altra corsa. “Andiamo a rotoli. La gente è stanca. Non si decide niente”. E’ Pasquina Di Monte a parlare in questo modo. Un atelier

in pieno centro, una catena di negozi d’alta moda fuori Acquaviva. “Le banche, I fornitori, ci stringono il collo in una morsa”. Che vuol dire stringere la morsa? “Scoperti bancari? Non ci concedono più possibilità. Non parliamo, poi, di Basilea 2. Se non chiudi il bilancio in un certo modo, niente mutui. La fortuna è quella di avere dei beni personali, le nostre aziende hanno beni immobiliari. L’azienda, non la persona fisica. Devo dire grazie a Tonino Santamaria, con la Cofidi. Santamaria è uno che fa i fatti. Ha aiutato tante aziende, quando la banca era assente”. La signora ha realizzato una complessa ristrutturazione, di tutta la logistica. “Guardi io sono cliente numero 1 della banca. Se uno come noi ha problemi, lei mi dice cosa deve fare chi è nullatenente? Si rivolge all’usura”. Questa è la tragica realtà di Acquaviva, nel 2010. “E ci vanno davvero all’usuraio. E ad Acquaviva ce ne sono tanti”. Per la signora, avventurieri avviano un commercio perchè si illudono che siano sufficienti 50 o 60 mila euro iniziali che dà lo Stato. “Sono persone ignoranti del settore. Il commercio è ben altro. Oggi, non esiste l’approssimazione”. L’azienda-madre ti considera suo cliente se sei professionale. Se non lo sei, ti falcidia. “Se vai a Milano, discutono con te solo se sei un’azienda capitalizzata”. Il Sindaco deve capire che la città può andare avanti se gira denaro, a cominciare dal commercio. Devono portare soldi dall’esterno. Soldi puliti. “Prima venivano per l’ospedale. Guardavano la vetrina e acquistavano. Hanno tolto il Miulli. E ora che cosa facciamo?”. Per la prima volta, un commerciante lancia una proposta: nel Consiglio comunale deve esserci un rappresentante ufficiale dei commercianti. Il problema è che se “Vito Abrusci, Confcommercio, tiene una riunione, già cominciano a malignare che deve mettersi due o tre milioni in tasca, capisce?”. Ancora una volta economia a nero: “Qui c’è gente che acquista un appartamento per 1 milione 800 mila euro, ma sulla carta costa 600 mila euro”. Economia sommersa. “Io ho 12 dipendenti, tutti regolarizzati. Per me, la spesa è insostenibile. Non può durare molto. Io non ho lo stipendio del Direttore di banca. Io investo capitali personali”. V.S. N° 5 - GIUGNO 2010

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