DISTILLAZIONE
Le sfide si vincono con la formazione
Novembre /November 2025 - Numero/Number 4
DISTILLERIA ROMANO LEVI
100 anni di qualità
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DISTILLAZIONE
Le sfide si vincono con la formazione
Novembre /November 2025 - Numero/Number 4
DISTILLERIA ROMANO LEVI
100 anni di qualità
MIXOLOGY Il bar come linguaggio contemporaneo

DISTILLATI D’ITALIA: RADICI FORTI, SGUARDO GLOBALE
La rivista bilingue che racconta la cultura dell’olio e i protagonisti della filiera olivicola italiana.
Dal campo alla tavola, I Grandi Oli d’Italia è il magazine che esplora il valore, la qualità e l’eccellenza dell’olio extravergine. Articoli in doppia lingua, inchieste, servizi e approfondimenti dedicati alla produzione, al mercato e alle nuove tendenze del settore.
Distribuita in Italia e nel mondo, in versione cartacea e digitale, è presente nelle principali fiere di settore: Olio Capitale, Sol Verona, Tuttofood, Enoliexpo.


il


Dalle migliori vinacce a una grappa d’eccellenza.
Per fare la storia, abbiamo messo la nostra anima.
Per fare la Storica, oltre un secolo di arte distillatoria.





GIOVANNI PELLICCI
Direttore de I Grandi Vini dal 2005, è un giornalista professionista esperto di wine&food con lunghe esperienze e collaborazioni nel mondo del gusto.
Il comparto dei distillati italiani affronta una fase di passaggio cruciale. I numeri testimoniano la forza di un settore che ha saputo crescere e internazionalizzarsi, raggiungendo 1,8 miliardi di euro di export, ma oggi chiamato a ridefinire strategie e modelli di sviluppo in un contesto complesso, segnato da consumi in flessione, nuove sensibilità e incertezze globali.
Il valore distintivo resta la qualità, declinata attraverso la tradizione, il radicamento territoriale e la capacità di innovare. Accanto ai marchi storici del made in Italy, una nuova generazione di distillerie artigianali rinnova linguaggi e approcci produttivi, contribuendo a rafforzare l’immagine e la competitività del Paese.
In un orizzonte che guarda al 2030, la sfida è coniugare crescita e identità.
Premiumizzazione, sostenibilità e turismo esperienziale rappresentano le chiavi per consolidare il ruolo dei distillati italiani nel panorama internazionale. Il nuovo numero de I Grandi Distillati raccoglie queste voci, offrendo una panoramica che non è solo fotografia, ma visione, attraverso le voci e le opinioni dei protagonisti di un settore chiamato ad una nuova fase di crescita.
The Italian spirits industry is facing a crucial transition. The figures confirm the strength of a sector that has successfully grown and expanded internationally, reaching €1.8 billion in exports, yet now finds itself called to redefine its strategies and development models in a complex context marked by declining consumption, new consumer sensitivities, and global uncertainties.
Its defining value remains quality, expressed through tradition, territorial roots, and a strong capacity for innovation. Alongside the historic names of Italian excellence, a new generation of artisanal distilleries is renewing production methods and communication styles, helping to strengthen the image and competitiveness of the entire country.
Looking ahead to 2030, the challenge will be to combine growth with identity. Premiumization, sustainability, and experiential tourism will be key drivers in consolidating the role of Italian spirits on the international stage.
The new issue of I Grandi Distillati brings together these perspectives, offering not just a snapshot but a vision — through the voices and insights of the key players guiding the sector into a new phase of growth.

SPIRITO NOBILE FRIULANO
LE ULTIME DAL MONDO DEI DISTILLATI
IL MONDO DEI DISTILLATI
DISTILLATI ITALIANI, CRESCE
L’EXPORT MA PESA
L’INCOGNITA DEI DAZI AMERICANI
ITALIAN SPIRITS: EXPORTS ON THE RISE, BUT U.S. TARIFF
UNCERTAINTY LOOMS
LA VISIONE DELLE AZIENDE LEADER
TRADIZIONE E GLOBALIZZAZIONE, L’EQUILIBRIO IDEALE TRADITION AND GLOBALISATION, THE IDEAL BALANCE
DISTILLERIE EMERGENTI
NUOVI VOLTI, NUOVE SFIDE PER IL DISTILLATO ITALIANO THE INNOVATION OF EMERGING DISTILLERIES: NEW FACES, NEW CHALLENGES FOR ITALIAN SPIRITS

DISTILLERIA NARDINI
L’ARTE DELLA DISTILLAZIONE
34 FORMAZIONE E NUOVE COMPETENZE
42 MIXOLOGY

37
ACCADEMIA DELLE PROFESSIONI
LAURA BOESSO, CO DIRETTRICE DELL’ACCADEMIA DELLE PROFESSIONI, RACCONTA LA FILOSOFIA DEL CORSO PER DIVENTARE MAESTRI DISTILLATORI

CONTEMPORANEO: L’ITALIA
CHE SPERIMENTA 44
52 GLI EVENTI 50 VINITALY 2026
56 DENTRO LA DISTILLERIA
DISTILLATI 4.0, INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ E TRASFORMAZIONE DIGITALE
MERCATI E SCENARI FUTURI
Novembre 2025 • Anno 3 • IN COPERTINA Grappa Mangilli • EDITORE/PUBLISHER Wom srl, Via Toscana 50/3 • 53035 Monteriggioni (SI),Tel. 05771606999 • info@womcom.it • Supplemento al N. 146 della rivista I Grandi Vini - Registrazione Tribunale di Grosseto n• 9 del 02/11/2005 • DIRETTORE RESPONSABILE/EDITOR-IN-CHIEF Giovanni Pellicci • DIRETTORE EDITORIALE/EDITORIAL DIRECTOR Fabrizio Barbagli · REDAZIONE/ EDITORIAL STAFF Stefania Abbattista, Luca Barbagli, Elisa Berti, Annarita Cacciamani, Giusy Carosella, Francesco Carrubba, Francesca Granelli, Alessia Manoli, Tommaso Nutarelli, Giulia Pettini, Vittoria Sparano, Stefania Tacconi • ART DIRECTOR Linda Frosini TRADUZIONI/TRANSLATIONS Wom Translations • PUBBLICITÀ/ADVERTISING Stefania Abbattista, Elisa Berti, Valentina Migliaccio, Giulia Spolidoro · STAMPA/ PRINTERS Petruzzi, Via Venturelli, 7 - Città di Castello (PG) 61

di Stefania Abbattista
HA IL SUO CONSORZIO
È arrivato a metà ottobre l’atteso riconoscimento del Consorzio di Tutela del Vermouth di Torino da parte del MASAF. Un traguardo fondamentale per il vino piemontese, aromatizzato con erbe e spezie e conosciuto in tutto il mondo. Il Consorzio avrà quindi tutti i titoli per operare in modo da assicurare che il nome di questa Igp sia usato correttamente e non venga impiegato in modo ingannevole, combattendo le contraffazioni e la concorrenza sleale. A raccogliere i frutti del lavoro dell’ex Presidente Roberto Bava, e a dare ulteriore impulso anche alla promozione, sarà il neoeletto Bruno Malavasi, attualmente Master of Botanicals presso “Davide Campari Milano”.
GSUCCESSO PER “MARE MIO BY GIN MARE 2025”
Si è conclusa la quinta edizione del progetto ecologico voluto e supportato da Gin Mare: “Mare Mio”. Ed è stato un successo. Da maggio a settembre, un team di marinai e sommozzatori ha effettuato oltre 60 uscite in mare e 8 immersioni mirate nelle acque più iconiche del Mediterraneo: Camogli, Portofino, Capri.
L’obiettivo dichiarato a primavera era restituire vita a ecosistemi soffocati da plastica, reti abbandonate e rifiuti invisibili. I numeri parlano da soli: 9 subacquei, scesi tra i 40 e i 55 metri di profondità, hanno rimosso 3 reti fantasma e la scocca arrugginita di un motorino.
E in totale, sono stati recupreati 1.504 kg di rifiuti. Grazie a Marevivo, Fondazione ambientalista con oltre quarant’anni di attività alle spalle, ogni rifiuto recuperato viene analizzato, catalogato e smaltito responsabilmente e ogni intervento è tracciabile.
The fifth edition of the ecological project promoted and supported by Gin Mare, “Mare Mio”, has come to an end. And it has been a success.
From May to September, a team of sailors and divers carried out over 60 sea trips and 8 targeted dives in the most iconic waters of the Mediterranean: Camogli, Portofino, Capri.
The goal set in spring was to restore life to ecosystems suffocated by plastic, abandoned nets and invisible waste. The numbers speak for themselves: 9 divers, descending to depths of between 40 and 55 metres, removed 3 ghost nets and the rusty shell of a moped.
A total of 1,504 kg of waste was recovered. Thanks to Marevivo, an environmental foundation with over forty years of experience, all recovered waste is analysed, catalogued and disposed of responsibly, and every intervention is traceable.
In mid-October, the long-awaited recognition of the Turin Vermouth Protection Consortium by MASAF arrived. This is a fundamental milestone for this Piedmontese wine, flavoured with herbs and spices and known throughout the world. The Consortium will therefore have full authority to ensure that the name of this PGI is used correctly and not in a misleading way, combating counterfeiting and unfair competition.
Reaping the rewards of the work of former President Roberto Bava, and giving further impetus to promotion, will be the newly elected Bruno Malavasi, currently Master of Botanicals at “Davide Campari Milano”.

A dirlo è un rapporto, datato 6 ottobre, del Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS): le esportazioni di liquori distillati Usa sono calate del 9% su base annua nel secondo trimestre del ‘25. “I cali sono stati particolarmente marcati verso i principali mercati di riferimento, tra cui Canada, Unione Europea, Giappone e Regno Unito: il 70% del valore totale dell’export americano”. Chris Swonger, Presidente e CEO di Discus, ha ammesso “una crescente preoccupazione per il fatto che i consumatori internazionali scelgano sempre più spesso distillati di produzione locale o importati da Paesi diversi dagli Stati Uniti, segnalando un progressivo allontanamento dai marchi storici dei grandi spiriti americani”. Uno dei primi contraccolpi in risposta ai dazi di Trump?

TRIONFO PUNICO ALLO SPIRITS SELECTION 2025
Triplo riconoscimento per la siciliana Punico Liquori alla premiazione 2025 del Concours Mondial de Bruxelles by CMB, l’evento che premia le bevande spiritose provenienti dalle migliori aziende produttrici internazionali. In questa prestigiosa occasione, la vincitrice ha ottenuto infatti tre premi importanti: una Gran Medaglia d’Oro per Zahare 2025, il suo liquore ai fiori di agrumi; una Medaglia d’Oro per l’Amaro Punico, suo prodotto storico; una Medaglia d’Argento per Millelumie, il limoncello di Sicilia. Si tratta di un grande risultato, non solo per l’azienda marsalese, ma anche per l’intera Sicilia, realtà virtuosa e prolifica in grado di dare vita a liquori e amari di qualità, che riescono a incontrare il gusto dei degustatori di tutto il mondo.
This is according to a report dated 6 October by the Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS): exports of US distilled spirits fell by 9% year-on-year in the second quarter of 2025. “The declines were particularly marked in key markets, including Canada, the European Union, Japan and the United Kingdom, which account for 70% of the total value of US exports.” Chris Swonger, President and CEO of Discus, admitted “growing concern that international consumers are increasingly choosing spirits produced locally or imported from countries other than the United States, signalling a gradual shift away from the historic brands of great American spirits”. One of the first backlashes in response to Trump’s tariffs?
Triple recognition for the Sicilian brand Punico Liquori at the 2025 edition of the Concours Mondial de Bruxelles – Spirits Selection by CMB, the event that celebrates the finest spirits from the world’s leading producers. On this prestigious occasion, Punico Liquori received three major awards: a Grand Gold Medal for Zahare 2025, its citrus blossom liqueur; a Gold Medal for the brand’s iconic Amaro Punico; and a Silver Medal for Millelumie, its authentic Sicilian limoncello. This remarkable achievement represents not only a milestone for the Marsala-based company but also a tribute to Sicily itself — a vibrant and prolific land capable of producing high-quality liqueurs and bitters that continue to captivate the palates of tasters worldwide.


PUNICO LIQUORI
www.punico.it

IL MONDO DEI DISTILLATI
Annarita Cacciamani
Calano i consumi interni di spirits: -8,5% rispetto al 2019. Ma il consumatore cerca sempre più qualità
Negli ultimi anni il mondo dei distillati sta attraversando una trasformazione profonda, tra la spinta dell’export e un consumo interno più selettivo. In Italia il settore vale oggi oltre un miliardo e mezzo di euro e impiega migliaia di addetti in una filiera che unisce tradizione e innovazione. I dati AssoDistil, elaborati da Nomisma, indicano che nel 2024 i consumi nazionali di spirits si sono fermati a circa 127 milioni di litri, con un calo dell’8,5% rispetto al 2019. Un arretramento che colpisce soprattutto liquori, grappa e rum, mentre il gin resta in controtendenza, con una crescita di circa il 25% negli ultimi cinque anni. A compensare la flessione interna è la spinta dell’export, che negli ultimi dieci anni è cresciuto in modo costante, con l’Europa come primo mercato di riferimento e gli Stati Uniti che assorbono circa il 15% delle vendite estere. Secondo AssoDistil, nei primi mesi del 2025 le esportazioni italiane hanno continuato a salire, sebbene a ritmo più contenuto rispetto agli anni precedenti. Il dato riflette la solidità del
comparto, che negli ultimi dieci anni ha quasi triplicato il valore delle esportazioni, trainato dalla qualità dei prodotti e dall’affermazione di marchi premium nel panorama internazionale. A livello globale, secondo IWSR, il mercato degli alcolici ha registrato nel 2024 una lieve contrazione dei volumi (–1%) ma un aumento del valore medio, segnale di un consumatore sempre più orientato verso prodotti di fascia medio-alta. La premiumizzazione, insieme alla crescita della cocktail culture, è oggi uno dei principali motori di sviluppo: i distillati non sono più soltanto bevande da meditazione, ma ingredienti essenziali di un’esperienza sensoriale più ampia. Accanto a questo trend, la sostenibilità sta diventando un fattore determinante: riduzione dell’impatto ambientale, packaging eco-compatibile e filiere corte sono ormai elementi distintivi della comunicazione dei brand. Sul fronte internazionale, tuttavia, il settore - come per il vino - non nasconde preoccupazione per la storia dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti. Secondo AssoDistil, quasi la metà
delle imprese italiane teme effetti negativi sui ricavi se la misura resterà in vigore, soprattutto per chi esporta grappa e liquori negli Stati Uniti. Un eventuale calo delle vendite americane potrebbe pesare in modo rilevante su un comparto che ha fatto dell’export uno dei suoi pilastri. Nonostante queste incognite, l’industria italiana dei distillati mostra una capacità di adattamento che la distingue: continua a investire nella qualità, nella ricerca e nella valorizzazione del territorio.
ITALIAN SPIRITS: EXPORTS ON THE RISE, BUT U.S. TARIFF UNCERTAINTY LOOMS
Domestic consumption down by 8.5% compared to 2019, while consumers increasingly seek quality
In recent years, the world of spirits has undergone a profound transformation, driven by strong export performance and more selective domestic consumption. In Italy, the sector today is worth over €1.5 billion and employs thousands of pro-
Effetto dazi: un eventuale calo delle vendite americane potrebbe pesare in modo rilevante sul comparto dei distillati che ha fatto dell’export uno dei suoi pilastri

fessionals in a supply chain that bridges tradition and innovation. According to data from AssoDistil, processed by Nomisma, domestic consumption of spirits in 2024 amounted to around 127 million liters, marking an 8.5% decline compared to 2019. The drop mainly affects liqueurs, grappa, and rum, while gin remains an exception, posting a 25% growth over the past five years. Balancing the domestic slowdown is the steady growth of exports, which have increased consistently o Tariff effect: A potential drop in U.S. sales could significantly impact the Italian spirits industry, which has made exports one of its strategic pillars.ver the past decade. Europe remains the primary destination market, while the United States accounts for around 15% of Italian spirits exports. AssoDistil reports
that in the first months of 2025, exports continued to rise—albeit at a slower pace than in previous years—confirming the sector’s resilience. Over the past decade, export values have nearly tripled, driven by product quality and the growing global recognition of premium Italian brands. Globally, according to IWSR, the alcoholic beverages market recorded a 1% decline in volumes in 2024, yet an increase in average value, reflecting a consumer base increasingly oriented toward mid- to high-end products. This premiumization trend, coupled with the rise of cocktail culture, is one of the key engines of growth. Spirits are no longer seen merely as stand-alone drinks but as essential ingredients in a broader sensory experience. Alongside this evolution, sustainability has become a defining
factor: reduced environmental impact, eco-friendly packaging, and short supply chains are now central elements of brand communication. On the international front, however, the industry—like the wine sector—remains concerned about the ongoing U.S. trade tariffs. According to AssoDistil, nearly half of Italian producers fear negative impacts on revenues should these measures remain in force, particularly for those exporting grappa and liqueurs to the United States. A potential decline in U.S. sales could significantly affect a sector that has made exports one of its key pillars. Despite these uncertainties, the Italian spirits industry continues to demonstrate remarkable adaptability, investing steadily in quality, research, and territorial identity.
Il profumo del Friuli si fa distillato L

Dal cuore del Friuli nasce una storia di passione, innovazione e radici profonde. Sin dalla fine dell’Ottocento, la Distilleria Mangilli è sinonimo di arte distillatoria e amore per la propria terra. Fondata dai Marchesi Mangilli a Flumignano di Talmassons, nasce dal sogno
del Marchese Fabio, che iniziò a produrre grappa per la famiglia e pochi intenditori, trasformando un gesto quotidiano in tradizione d’eccellenza.
Da allora, la storia Mangilli si intreccia con quella del progresso, portando nel bicchiere il carattere autentico della regione. Gia’ nel 1890 alle conferenze sulla distillazione
del Prof. Comboni dove Fabio Mangilli illustrava il suo alambicco, si citava: “Riteniamo che da queste conferenze deriverà un notevole giovamento per l’industria della distillazione in Friuli, tanto più che la legge consente ora l’utilizzo delle vinacce, della frutta e delle altre materie fermentate”.
È un passaggio chiave: studi e prove condivise innalzano l’asticella qualitativa della grappa friulana, e fissano il nome Mangilli nella mappa dei pionieri. Alla scomparsa di Fabio, il figlio Massimo raccoglie il testimone e lo porta nel Novecento con visione e coraggio: realizza la fornace di Torsa, fonda la Società Elettrica Mangilli per illuminare la Bassa Friulana e introduce servizi innovativi di recupero e valorizzazione dei residui agricoli, anticipando di decenni il concetto di sostenibilità.
Dopo la guerra è Fabio Mangilli, figlio di Massimo e nipote di Fabio, a rilanciare la produzione di grappa, disegnando la celebre bottiglia dal collo lungo che diventa simbolo del marchio. Nel frattempo la famiglia sostiene la comunità e la tradizione equestre, terreno su cui Fabio eccelle. Appassionato di cavalli sin da bambino e ufficiale con carriera nell’equitazione, può dedicarsi pienamente alla disciplina nel dopoguerra: dopo importanti piazzamenti in concorsi nazionali e internazionali, viene chiamato a preparare la squadra italiana di concorso completo per le Olimpiadi di Tokyo 1964, guidandola a un oro individuale e a un oro a squadre.
Negli anni 70, con Francesco Perissinotto, appartente alla famiglia Barbieri proprietaria del marchio Aperol di Padova, l’azienda cresce ulteriormente e affianca alla distillazione la produzione di vini di alta qualità, consolidando la reputazione di Mangilli come marchio d’eccellenza friulana.
Nel 2019, la distilleria entra a far parte del Gruppo Caffo 1915, nota al mondo per il Vecchio Amaro del Capo e per i suoi liquori


e distillati eleganti, autentici, riconoscibili: ha inizio una nuova fase di sviluppo dove le Grappe trovano nuova forza sui mercati nazionali e internazionali.
Oggi, alla Distilleria Mangilli, tradizione e innovazione convivono in equilibrio. È il mastro distillatore a curare ogni passaggio: dalla selezione delle vinacce, alla loro distillazione a vapore in alambicchi di rame, fino al riposo in legno delle grappe invecchiate, dove il distillato si arricchisce di aromi e personalità.
Simbolo di questa maestria è la Grappa Furlanina Gentile che all’International Wine & Spirit Competition 2025 di Londra, ha raggiunto il punteggio di 92/100, il più alto tra le grappe bianche in gara: un premio che celebra la capacità di unire radici e modernità, eleganza e identità friulana.
“Ogni distillazione è un atto d’amore verso la nostra terra,” afferma Stefano Durbino, mastro distillatore e direttore generale, “trasformiamo la tradizione in linguaggio contemporaneo, senza mai perdere il legame con le nostre origini e radici.”
La Grappa Furlanina si è distinta anche al Concours Mondial de Bruxelles, confermando l’eccellenza del Gruppo Caffo. “Questi risultati,” sottolinea Nuccio Caffo, “premiano la passione che mettiamo in ogni bottiglia e la nostra filosofia fondata sulla qualità delle materie prime, autenticità e rispetto della tradizione.” Mangilli non produce semplicemente grappa: custodisce un sapere, rinnova un’eredità. Ogni bottiglia racchiude il profumo del Friuli, la sua eleganza schietta, la forza di una terra indomita.
“Radici profonde, spirito indomito. Ogni goccia distillata racconta la nostra terra, il suo carattere forte, la sua capacità di trasformare la tradizione in futuro. La nostra storia è fatta di visione e ingegno. Da generazioni, miglioriamo senza mai tradire l’essenza di ciò che siamo. Distilliamo con rispetto, innoviamo con equilibrio, trasformiamo con intelligenza. Un’arte che racchiude lavoro, passione e dedizione. Custodiamo la tradizione per tramandarla, con l’orgoglio di appartenere a questa terra. Non ci accontentiamo, non ci fermiamo. Guardiamo avanti con la stessa determinazione di sempre: perché il futuro è il nostro impegno, e la nostra grappa, un’eredità che continua.”
Mangilli, Spirito Nobile Friulano


The scent of Friuli becomes distilled From the heart of Friuli, a story of passion, innovation, and deep roots is born. Since the late 19th century, the Mangilli Distillery has been synonymous with the art of distillation and love for its land.
Founded by the Marquises Mangilli in Flumignano di Talmassons, it was born from the dream of Marquis Fabio, who began producing grappa for his family and a few connoisseurs, transforming an everyday gesture into a tradition of excellence. Since then, the Mangilli story has been intertwined with that of progress, bringing the authentic character of the region to the glass. As early as 1890, at Professor Comboni’s conferences on distillation, where Fabio Mangilli presented his still, it was quoted: “We believe that these conferences will bring considerable benefit to the distillation industry in Friuli, especially now that the law allows the use of pomace, fruit, and other fermented materials.”
It was a key moment: shared studies and trials raised the quality standards of Friulian grappa, enstablishing the Mangilli name on the map of pioneers.
Upon Fabio’s passing, his son Massimo took up the mantle and led the family legacy into the 20th century with vision and courage: he built the Torsa furnace, founded the Società Elettrica Mangilli (Electric Company) to illuminate the Lower Friuli area, and introduced innovative systems for the recovery and valorization of agricultural residues, anticipating the concept of sustainability by decades.
After the war, his grandson Fabio Mangilli, son of Massimo and nephew of Fabio, relaunched grappa production, designing the famous long-necked bottle that became
the symbol of the brand.
Meanwhile, the family supported the community and the equestrian tradition, a field in which Fabio excelled. Passionate about horses since childhood and a career as an official in equestrian sports, he was able to dedicate himself fully to the discipline after the war: following major placements in national and international competitions, he was called upon to train the Italian eventing team for the 1964 Tokyo Olympics, leading them to both an individual and a team gold medal.
In the 1970s, under Francesco Perissinotto, belonging to the Barbieri family, owner of the Aperol brand. the company grew further and combined distillation with the production of high-quality wines, cementing Mangilli’s reputation as a brand of Friulian excellence.
In 2019, the distillery became part of the Caffo 1915 Group, known worldwide for the Vecchio Amaro del Capo and its elegant, authentic, and distinctive spirits. This marked the beginning of a new phase of growth, in which the grappas gained renewed strength in both domestic and international markets.
Today, at the Mangilli Distillery, tradition and innovation coexist in perfect harmony. The master distiller oversees every step of the process: from selecting the pomace to steam distilling it in copper stills, to aging the grappa in wooden barrels, where the distillate is enriched with aromas and character.
A symbol of this mastery is the Grappa Furlanina Gentile, which at the 2025 International Wine & Spirit Competition in London achieved a score of 92/100 — the highest among the white grappas in the competition. This award celebrates the distillery’s ability to combine roots and modernity, elegance and Friulian identity.
connection to our origins and roots.” Grappa Furlanina also distinguished itself at the Concours Mondial de Bruxelles, confirming the excellence of the Caffo Group. “These results,” emphasizes Nuccio Caffo, “reward the passion we put into every bottle and our philosophy based on the quality of the raw materials, authenticity, and respect for tradition.”
Mangilli does more than produce grappa: it preserves knowledge and renews a heritage.
Each bottle captures the fragrance of Friuli—its pure elegance and the strength of an indomitable land.



“Every distillation is an act of love towards our land,” says Stefano Durbino, master distiller and general manager, “we transform tradition into a contemporary language, without ever losing our www.mangilli.it

TESTO/WORDS
Francesco Carrubba
L’interazione fra le istituzioni è essenziale perché la voce degli spirits si possa sentire forte in Italia e all’estero
La guida del mondo dei distillati è salda. Ad occuparsene sono alcune realtà consolidate, che sanno unire le energie e le voci, in Italia e all’estero, com’è successo di recente quando è stato necessario esprimere forte preoccupazione di fronte ai dazi americani sui superalcolici.
Così AssoDistil - Associazione Nazionale Industrie Distillatori di Alcoli e Acquaviti - racchiude le aziende del settore, al fine di promuovere il comparto, con uno sguardo all’economia circolare e alla sostenibilità. Il Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa poi riunisce istituti, produttori ed enti regionali dedicati alla grappa. Invece Anag - Associazione nazionale assaggiatori grappa e acquaviti si focalizza sia sulla grappa come “eccellenza 100% made in Italy” sia sul mondo dei distillati in generale, stimolando “una cultura del buon bere consapevole attenta alla qualità, alla trasparenza in etichetta e alla divulgazione”. Il loro peso si fa
Their influence is tangible — from Palazzo Chigi to Brussels — across regulatory processes, fiscal matters, and customs issues. LA VOCE DELLE ISTITUZIONI / THE VOICE OF THE INSTITUTIONS &
sentire, da Palazzo Chigi a Bruxelles, nei processi normativi, nei nodi fiscali e nelle questioni doganali.
Institutional collaboration is essential for the voice of spirits to be heard loud and clear, both in Italy and abroad
The leadership of the Italian spirits sector is solidly established. It is entrusted to a number of well-structured organizations capable of uniting energies and voices, in Italy and
internationally — as demonstrated recently when strong concern had to be expressed over U.S. tariffs on spirits.
AssoDistil – the National Association of Alcohol and Spirits Distillers – brings together companies in the sector to promote the industry, with a particular focus on the circular economy and sustainability.
The Consorzio Nazionale di Tutela della Grappa unites institutions, producers, and regional bodies dedicated to this iconic Italian spirit.
Meanwhile, Anag – the Nation-

al Association of Grappa and Spirits Tasters – focuses both on grappa as a “100% Made in Italy excellence” and on the broader world of spirits, promoting “a culture of responsible drinking attentive to quality, transparency in labeling, and knowledge sharing.”
Le realtà alla guida dei distillati sanno unire energie e voci, in Italia e all’estero, com’è successo recentemente per esprimere con forza preoccupazione di fronte ai dazi americani sui superalcolici
The organizations leading the spirits sector know how to combine energies and voices, in Italy and abroad, as they did recently to strongly voice their concern over U.S. tariffs on spirits
TESTO/WORDS
Giovanni Pellicci
In uno scenario complesso per plurimi fattori, l’export e le nuove abitudini di consumo instillano ottimismo nel settore. Le parole di AssoDistil
Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil, traccia un quadro dell’attualità e delle prospettive dei distillati italiani in uno scenario complesso ma che offre spunti e prospettive interessanti e stimolanti per l’intero settore. Come sta andando l’export dei distillati italiani e quali mercati hanno maggiore potenziale?
“Il 2024 è stato un anno complesso per il settore distillatorio, tra calo dei consumi interni, incertezze globali e nuovi dazi. Tuttavia, grazie alla promozione internazionale, l’export italiano è cresciuto: in dieci anni è triplicato, raggiungendo 1,8 miliardi di euro. Nel 2024 l’aumento è stato del 5% e il primo trimestre 2025 conferma il trend con +3%. L’Europa è la principale destinazione (Germania e Francia), seguita dagli USA (15%). Cresce l’interesse per America Latina, Cina e Brasile”. Quali sono oggi i principali rischi per il settore?
“Il settore affronta rischi culturali, economici e geopolitici. Cresce la critica verso l’alcol, con rischio di demonizzazione anche per consumi moderati. Tuttavia, il consumo consapevole è parte della dieta mediterranea e della longevità italiana. Sul piano economico pesano costi energetici e tensioni commerciali: dazi Usa e azioni antidumping cinesi minacciano l’export. Emergono nuove tendenze: prodotti low-alcol e Ready To Drink, cresciuti del 34,2% in 5 anni. I distillatori italiani si trovano oggi in una situazione di equilibrio delicato: il futuro del settore dipenderà dalla capacità di innovare senza snaturare la tradizione e di raccontare al mondo — ancora una volta — l’unicità e la qualità del made in Italy”.
Quali azioni sta portando avanti AssoDistil per supportare i produttori?
“AssoDistil promuove numerose iniziative a sostegno dei propri soci e per favorire la conoscenza consapevole dei distillati,
anche con la collaborazione con il Consorzio Nazionale Grappa. L’altro fronte fondamentale è il sostegno all’internazionalizzazione favorendo l’apertura di nuove destinazioni e il consolidamento di quelle già esistenti, anche in collaborazione con Ice. Da oltre otto anni investiamo con fondi Ue per promuovere Grappa e Brandy in Usa e Cina (ad oggi già 8 milioni di euro investiti a favore di Grappa e Brandy italiani). Sul fronte formativo e culturale stiamo rafforzando collaborazioni con scuole di bartender e operatori mixology. Infine, sviluppiamo sinergie con il terzo settore e università per progetti sociali e osservatori di mercato, offrendo strumenti concreti per affrontare le sfide future. Tutte queste attività permettono di monitorare in modo puntuale le dinamiche di mercato, fornendo al comparto strumenti concreti per affrontare con competenza le sfide future”.
In a complex landscape shaped by multiple factors, exports and new consumption habits are inspiring optimism across the industry. The insights of AssoDistil Sandro Cobror, Director of AssoDistil, outlines the current situation and outlook for Italian spirits within a challenging yet stimulating scenario that offers interesting opportunities for the entire sector. How are Italian spirit exports performing, and which markets show the greatest potential?
“2024 has been a challenging year for the distillation industry, marked by declining domestic consumption, global uncertainties, and new tariffs. Nevertheless, thanks to international promotion, Italian exports have continued to grow: over the past ten years they have tripled, reaching €1.8 billion. In 2024 exports increased by 5%, and the first quarter of 2025 confirms the trend with an additional 3% growth. Europe remains the main destination—particularly Germany and France—followed by the United States (15%). Interest is also growing in Latin America, China, and Brazil.” What are the main risks facing the industry today?
“The sector faces cultural, economic, and geopolitical risks. There is a growing wave of criticism toward alcohol, with the risk of demonization even of moderate consumption. However, responsible drinking is an integral part of the Mediterranean diet and a hallmark of Italian longevity. On the economic front, energy costs and trade tensions weigh heavily: U.S. tariffs and Chinese anti-dumping measures threaten exports. Meanwhile, new trends are emerging-low-alcohol products and Ready-toDrink beverages have grown by 34.2% over the past five years. Italian distillers today operate in a delicate balance: the future of the sector will depend on their ability to innovate without betraying tradition and to continue showcasing to the world the uniqueness and quality of Made in Italy.” What initiatives is AssoDistil pursuing to support producers?
“AssoDistil promotes numerous initiatives to support its members and to encourage responsible appreciation of spirits, in collaboration with the National Grappa Consortium. Another key focus is interna-

tionalization—opening new markets and strengthening existing ones, also in partnership with ICE (the Italian Trade Agency). For over eight years, we have been investing EU funds to promote Grappa and Brandy in the U.S. and China, with a total of €8 million already invested to date. On the educational and cultural front, we are strengthening partnerships with bartend-
ing schools and mixology professionals. Finally, we are developing synergies with the non-profit sector and universities for social projects and market observatories, offering tangible tools to address future challenges. All these activities allow us to closely monitor market dynamics and provide the industry with concrete resources to navigate the road ahead with competence.”
CONSORZIO NAZIONALE GRAPPA
TESTO/WORDS
Elisa Berti
Nasce il primo Consorzio di tutela della Grappa riconosciuto dal
Masaf. Con l’ufficialità del Ministero, la Grappa entra nel sistema dei Consorzi di tutela al pari di vini e specialità Dop e Igp
Il riconoscimento ufficiale del Consorzio Nazionale Grappa da parte del Masaf segna un momento epocale per il settore dei distillati italiani. Per la prima volta, una bevanda spiritosa a Indicazione Geografica ottiene un proprio organismo di tutela, dotato di strumenti concreti per difendere, promuovere e valorizzare la Grappa nel mondo. Ne parliamo con Nuccio Caffo, Presidente del Consorzio
Nazionale Grappa, per comprendere la portata di questo traguardo e le prospettive future per i produttori e per la valorizzazione della Grappa italiana. Il riconoscimento ufficiale del Consorzio
Nazionale Grappa da parte del Masaf rappresenta una tappa storica per il settore. Che cosa significa concretamente questo traguardo per la filiera e per la valorizza-
zione della Grappa italiana?
“Con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la Grappa diventa la prima bevanda spiritosa italiana a Indicazione Geografica ad avere un proprio Consorzio di tutela riconosciuto dal Ministero. Questo riconoscimento segna l’ingresso ufficiale del nostro distillato nel sistema dei Consorzi di tutela, al pari dei vini e delle specialità alimentari protette. Significa disporre di uno strumento istituzionale capace di tutelare e promuovere in modo unitario il valore della Grappa sui mercati italiani e internazionali. La Grappa è l’unico distillato al mondo ottenuto esclusivamente da vinacce italiane ed è legata alla sostenibilità del settore vitivinicolo, poiché nasce dal principale sottoprodotto della vinificazione, in un esempio di economia circolare.
Questo passo rafforza l’intero comparto e consolida il ruolo delle bevande spiritose italiane nel panorama delle produzioni di qualità”.
In che modo il Consorzio lavora con i produttori per la promozione?
“Il Consorzio Nazionale Grappa è nato anche per unire i produttori attorno a un obiettivo comune: difendere e valorizzare la Grappa, proteggendone l’identità e rafforzandone la presenza sui mercati. L’attività del Consorzio si sviluppa su più fronti. Il primo riguarda la tutela della denominazione “Grappa” e il contrasto agli usi impropri. Accanto alla vigilanza, il Consorzio promuove la filiera produttiva attraverso iniziative in Italia e all’estero, partecipando a fiere e manifestazioni per accrescere la conoscenza e la visibilità della Grappa. Nel 2024, grazie a un progetto finanziato dal bando Unioncamere, sono state realizzate attività di promozione in Germania, uno dei principali mercati per l’export, con campagne dedicate alla valorizzazione del marchio collettivo e alla diffusione della cultura della Grappa come eccellenza del Made in Italy. Tra le iniziative, la partecipazione al Bar Convent di Berlino ha avuto un ruolo di primo piano, insieme a collaborazioni con la grande distribuzione tedesca per raggiungere il consumatore finale. Un ulteriore ambito di intervento riguarda la formazione e l’informazione continua rivolte ai produttori e ai consumatori, per garantire aggiornamento sulle normative e sulle migliori pratiche produttive. In questo modo, il Consorzio sostiene la crescita della cultura della Grappa e rafforza la competitività delle imprese italiane del settore”.
www.consorziograppa.it
THE FIRST GRAPPA PROTECTION CONSORTIUM RECOGNIZED BY MASAF: A HISTORIC TURNING POINT FOR THE ITALIAN SPIRIT
With official recognition from the Ministry of Agriculture, Grappa officially enters the system of Protection Consortia, on par with wines and DOP and IGP specialties — marking a new, shared path for promotion, oversight, and valorization in international markets.
The official recognition of the Consorzio Nazionale Grappa by Masaf (Italian Ministry of Agriculture, Food Sovereignty and Forestry) represents a milestone for the
Italian spirits industry. For the first time, a spirit with a Geographical Indication obtains its own protection body, equipped with concrete tools to defend, promote, and enhance the image of Grappa worldwide. We spoke with Nuccio Caffo, President of the Consorzio Nazionale Grappa, to understand the significance of this achievement and its future implications for producers and for the international recognition of Italian Grappa.
The official recognition of the Consorzio Nazionale Grappa by Masaf marks a historic milestone for the sector. What does this achievement concretely mean for the supply chain and for the valorization of Italian Grappa?
“With the decree published in the Official Gazette, Grappa becomes the first Italian spirit with a Geographical Indication to have its own Protection Consortium recognized by the Ministry. This recognition marks the official entry of our distillate into the system of Protection Consortia, alongside wines and protected food specialties.
It means having an institutional tool capable of safeguarding and promoting, in a unified way, the value of Grappa on both Italian and international markets.
Grappa is the only spirit in the world made exclusively from Italian grape pomace, and it is closely linked to the sustainability of the wine sector, as it is produced from the main by-product of winemaking — a true example of circular economy.
This step strengthens the entire industry and consolidates the role of Italian spirits within the landscape of quality productions.”
How does the Consortium work with producers to promote Grappa?
“The Consorzio Nazionale Grappa was also created to unite producers around a common goal: to defend and enhance Grappa, protecting its identity and reinforcing its market presence.
The Consortium’s activities develop on several fronts. The first concerns the protection of the ‘Grappa’ denomination and the fight against improper uses.
Alongside protection and monitoring, the Consortium promotes the production chain through initiatives in Italy and abroad, participating in trade fairs and events to increase awareness and
visibility of Grappa.
In 2024, thanks to a project funded by Unioncamere, we carried out several promotional activities in Germany, one of the main export markets, with campaigns aimed at enhancing the collective brand and spreading the culture of Grappa as an excellence of Made in Italy. Among these initiatives, participation in the Bar Convent Berlin played a key role, together with collaborations with major German
retail chains to reach the final consumer. Another important area of work involves training and continuous information for producers and consumers, ensuring updates on regulations and best production practices.
In this way, the Consortium supports the growth of Grappa culture and strengthens the competitiveness of Italian producers in the sector.”

LA VOCE DELLE ISTITUZIONI / THE VOICE OF THE INSTITUTIONS &
L’associazione vede numeri in crescita tra coloro che scelgono la formazione consapevole quale approccio al mondo dei distillati

TESTO/WORDS
Giovanni Pellicci
Con il presidente di Anag, Raffaele Vecchio, tracciamo un quadro sull’approccio culturale e formativo al mondo dei distillati italiani che Anag ha recentemente esteso anche al gin. Quanto è importante la cultura della degustazione per diffondere la qualità dei distillati italiani?
“La cultura della degustazione è fondamentale per promuovere la qualità di un prodotto e, nel nostro caso, di un distillato puntando su un approccio consapevole e basato su qualità anziché quantità. La grappa rappresenta un’eccellenza 100% italiana ed è un patrimonio unico e identitario del nostro Paese. La sua corretta degustazione è sicuramente uno strumento di tutela e di valorizzazione.Per questo noi puntiamo forte sulla formazione che rappresenta un pilastro anche in termini di investimento per il futuro della distillazione italiana nonché per rafforzare l’identità dei nostri prodotti. I nostri corsi prevedono un approccio tecnico e sensoriale che portano i partecipanti al conseguimento della patente di degustazione che, negli ultimi anni, vede numeri in crescita”.
Che ruolo hanno gli eventi e i concorsi nel creare valore per i produttori?
“Gli eventi e i concorsi sono sempre occasioni di incontro e di confronto molto importanti per chi li promuove e per i produttori. Oltre al concorso Alambicco d’Oro (giunto alla 42^ edizione), Anag promuove durante tutto l’anno, grazie ai suoi qualificati assaggiatori attivi in tutta Italia, eventi dedicati alla promozione dei distillati e della cultura del buon bere, coinvolgendo molto spesso anche i produttori accanto ad appassionati e soci assaggiatori. Ogni appuntamento è un bel momento di conoscenza e crescita collettiva all’insegna della qualità dei prodotti. In particolare, l’Alambicco d’oro rappresenta una vetrina autorevole e che nel tempo ha saputo evolversi: l’edizione 2025 ha visto per la prima volta anche la partecipazione di produttori di gin. Il fatto che ogni anno la qualità dei prodotti e il loro numero siano in crescita testimonia la vivacità del settore e per questo mi dichiaro ottimista anche alla luce dei nuovi trend di consumo”.
A proposito, come si può avvicinare il pubblico giovane al mondo dei distillati?
“La strada per avvicinarci ai giovani è quella della mixology che, in collaborazione con bartender di spessore, abbiamo esplorato anche con la grappa e con altri distillati, ottenendo risultati importanti. E’ indispensabile utilizzare un linguaggio nuovo che può consentire anche alla grappa di battere nuove strade”.

The association reports growing numbers among those who choose conscious education as their approach to the world of spirits.
With ANAG President Raffaele Vecchio, we outline the cultural and educational approach to Italian spirits, which the association has recently extended to include gin.
How important is tasting culture for promoting the quality of Italian spirits?
“Tasting culture is essential for promoting the quality of a product and, in our case, of a spirit, emphasizing a conscious approach based on quality rather than quantity. Grappa represents a 100% Italian excellence and is a unique and identifying heritage of our country. Proper tasting is undoubtedly a tool for its protection and enhancement. That is why we place strong emphasis on education, which serves as a cornerstone both as an investment in the future of Italian distillation

and as a way to reinforce the identity of our products. Our courses adopt a technical and sensory approach, leading participants to obtain a tasting certification, which has seen growing numbers in recent years.”
What role do events and competitions play in creating value for producers?
“Events and competitions are always important opportunities for meetings and exchanges, both for those who organize them and for producers. Beyond the Alambicco d’Oro competition (now in its 42nd edition), ANAG promotes throughout the year, thanks to its qualified tasters active across Italy, events dedicated to the promotion of spirits and the culture of fine drinking, often involving producers alongside enthusiasts and member tasters. Each event is a valuable moment of learning and collective growth focused on product quality. In particular, Alambicco d’Oro represents an authoritative showcase that has evolved over time: the 2025 edition saw, for the first time, the participation of gin producers. The fact that both the quality and the number of products continue to grow each year reflects the sector’s vitality, and for this reason, I remain optimistic, especially in light of emerging consumption trends.”
On that note, how can young audiences be engaged in the world of spirits?
“The way to reach young people is through mixology, which we have explored in collaboration with skilled bartenders, applying it to grappa and other spirits, achieving significant results. It is essential to use a new language that can also allow grappa to forge new paths.”
SGUARDO INTERNAZIONALE

Mark Titterington
TESTO/WORDS
Stefania Tacconi
Mark Titterington guarda ad Asia, Africa e Sud America
Mark Titterington, Direttore Generale di SpiritsEUROPE, traccia un quadro della situazione dei mercati internazionali. Egli vede nell’Asia meridionale e sudorientale, nell’Africa subsahariana e nel Sud America un forte potenziale di crescita “trainato da una classe media in crescita – spiega- e dall’apprezzamento per i prodotti di alta qualità e autentici. Mercati maturi come gli Stati Uniti e la Cina rimangono fondamentali per le esportazioni di alto valore, sebbene oggi siano molto competitivi”. Per sviluppare un nuovo mercato ad un produttore occorrono circa 10 anni, “per questo -continua- è fondamentale un ambiente commerciale stabile e aperto. L’Ue svolge un ruolo cruciale nell’affrontare dazi elevati e barriere non tariffarie, dalla discriminazione fiscale agli standard restrittivi, dalle procedure doganali complesse e costose alla debole protezione della proprietà intellettuale”.
Anche le Indicazioni Geografiche sono essenziali: “Due terzi delle nostre esportazioni -conclude- sono protetti da IG, garanzia
di qualità e autenticità per i consumatori in tutto il mondo; esse identificano prodotti genuini, e sostengono l’occupazione rurale”.
Mark Titterington looks to Asia, Africa, and South America
Mark Titterington, Director General of SpiritsEUROPE, outlines the current state of international markets. He identifies South and Southeast Asia, Sub-Saharan Africa, and South America as regions with strong growth potential, “driven by a rising middle class,” he explains, “and an increasing appreciation for high-quality, authentic products. Mature markets such as the United States and China remain key destinations for high-value exports, although they are now highly competitive.”
Developing a new market takes around ten years for a producer, he continues, “which is why a stable and open trading environment is essential. The EU plays a
crucial role in addressing high tariffs and non-tariff barriers — from discriminatory taxation and restrictive standards to complex and costly customs procedures and weak intellectual property protection.” Geographical Indications (GIs) are also fundamental: “Two-thirds of our exports,” he concludes, “are protected by GIs, which guarantee quality and authenticity for consumers worldwide. They identify genuine products and support rural employment.”
Le Indicazioni Geografiche sono essenziali, come garanzia di qualità e autenticità. L’Italia ne ha 36 ed è al secondo posto dopo la Francia
Geographical Indications are essential as a guarantee of quality and authenticity. Italy has 36 of them, ranking second only to France &




www.distilleriaeterea.com
DISTILLERIA ETEREA
Nata da un’idea della
Master Distiller Giorgia D’Amico, Distilleria Eterea rappresenta l’incontro tra ricerca scientifica, passione per la botanica e spirito imprenditoriale femminile. Laureata in Scienze Biologiche e con esperienza nell’ hospitality, Giorgia ha scelto il Borgo di Tragliata come luogo dove coltivare e raccogliere le botaniche, valorizzando la biodiversità locale e mantenendo un legame diretto con il territorio.
In Distilleria Eterea, la sapienza artigianale incontra la
tecnologia più avanzata: accanto alla lavorazione tradizionale delle erbe, trovano spazio un evaporatore rotante sottovuoto e un moderno alambicco Istill, che permettono di preservare aromi delicati e creare distillati dalla straordinaria complessità.
L’ innovazione è alla base di questa azienda, che combina tecnologie moderne e pratiche tradizionali per garantire qualità costante e carattere distintivo ai propri distillati.
Il 5th Element Gin è il prodotto di punta della distilleria e prende il nome dal “quinto elemento”, inteso come l’essenza che si ottiene al termine del
processo di distillazione. L’ottaedro, adottato come logo e sigillo ufficiale, rappresenta i principi di equilibrio e trasformazione, diventando l’emblema visivo della filosofia produttiva di Distilleria Eterea, fondata sull’integrazione tra ricerca scientifica, natura e design.
Non a caso il packaging della bottiglia ha conquistato il Best in Show e il Trofeo Black al Vinitaly Design Award 2025, premiando l’eleganza di un marchio che racconta, attraverso ogni dettaglio, l’essenza di un gin italiano unico e visionario.
Born from an idea by Master Distiller Giorgia D’Amico, Distilleria Eterea embodies the meeting point between scientific research, a passion for botany, and female entrepreneurial spirit. With a degree in Biological Sciences and a background in hospitality, Giorgia chose Borgo di Tragliata as the place to cultivate and harvest botanicals — enhancing local biodiversity while maintaining a direct and genuine connection with the territory. At Distilleria Eterea, artisanal expertise meets cutting-edge technology: alongside the traditional processing of herbs, the distillery employs a vacuum rotary evaporator and a state-ofthe-art Istill still, which allow for the preservation of delicate aromas and the creation of spirits with remarkable complexity. Innovation lies at the very core of the company, which combines modern technology with traditional practices to ensure consistent quality and a distinctive character in every distillate. The 5th Element Gin is the distillery’s flagship product, named after the “fifth element” — the pure essence obtained at the end of the distillation process. The octahedron, adopted as both logo and official seal, symbolizes the principles of balance and transformation, becoming the visual emblem of Eterea’s production philosophy — one rooted in the integration of science, nature, and design. It is no coincidence that the bottle’s packaging has won both the Best in Show and the Black Trophy at Vinitaly Design Award 2025, celebrating the elegance of a brand that expresses, through every detail, the essence of a truly unique and visionary Italian gin

&
Artigianato e industria si sposano nelle grandi aziende italiane, mentre il settore dei distillati affronta nuove sfide

TESTO/WORDS
Francesco Carrubba
Le aziende di riferimento nel panorama dei distillati italiani svolgono un ruolo strategico che va ben oltre la produzione. Custodi di grandi tradizioni e al contempo motori di innovazione, alimentano un equilibrio virtuoso tra artigianato e visione industriale. La loro forza risiede nella capacità di unire radici locali e respiro globale: esportano grappa, amari, liquori e gin in ogni continente, contribuendo alla diffusione del made in Italy come emblema di qualità e cultura. La premiumizzazione ridefinisce il valore percepito, trasformando il distillato in un bene accessibile ma ricercato, spesso valorizzato da uno storytelling d’impatto che rafforza l’identità del brand e mette in luce territori, persone e saperi. La diversificazione dell’offerta, che oggi include anche il whisky italiano, risponde a nuovi gusti mantenendo coerenza con la propria storicità. In questo scenario, le imprese si confermano ambasciatrici del comparto: investono e sperimentano senza tradire le origini.
Ma le sfide attuali impongono una visione sempre più condivisa, consapevole e lungimirante. L’internazionalizzazione non è più solo export:
è dialogo con mercati emergenti, confronto oltreconfine, presidio distributivo. L’apertura di segmenti inediti richiede piani flessibili, competenze interculturali e abilità nel posizionamento per esaltare le caratteristiche del prodotto. La sostenibilità, ormai imprescindibile, si traduce in processi a basso impatto, filiere tracciabili e packaging all’avanguardia, in grado di coniugare estetica e responsabilità ambientale. La mixology, da nicchia creativa a trend globale, si rivela alleata preziosa: interpreta gli spirits, li racconta, li rende protagonisti di esperienze sensoriali originali. Ma innovare non è sinonimo di snaturare: ogni evoluzione deve rispettare la profonda unicità del marchio. In questo contesto, il ruolo delle aziende è centrale: orientano il settore, ne consolidano la reputazione, ne anticipano le traiettorie. I Grandi Distillati dà loro voce raccontando le prospettive di un mondo in continua trasformazione, un ecosistema dinamico, dove il distillato non è più solo prodotto ma linguaggio, cultura, ricerca, futuro.
Craftsmanship and industry come together in large Italian companies, while the spirits sector faces new challenges
Le grandi aziende, oltre che brand iconici, sono testimonial economiche e culturali: rappresentano i nostri distillati nel mondo. Al contempo investono su ricerca, occupazione e innovazione in Italia
Large companies, as well as iconic brands, are economic and cultural ambassadors: they represent our spirits around the world. At the same time, they invest in research, employment and innovation in Italy.
Leading companies in the Italian spirits industry play a strategic role that goes far beyond production. Guardians of great traditions and drivers of innovation, they foster a virtuous balance between craftsmanship and industrial vision. Their strength lies in their ability to combine local roots with a global outlook: they export grappa, amari, liqueurs and gin to every continent, contributing to the spread of Made in Italy as a symbol of quality and culture. Premiumisation redefines perceived value, transforming spirits into an accessible but sophisticated commodity, often enhanced by impactful storytelling that strengthens brand identity and highlights territories, people and knowledge. The diversification of the range, which now also includes Italian whisky, responds to new tastes while remaining consistent with its history. In this scenario, companies confirm their role as ambassadors for the sector: they invest and experiment without betraying their origins. But today’s challenges require an increasingly shared, informed and forward-looking vision. Globalisation is no longer just about exports: it is about dialogue with emerging markets, cross-border comparison and distribution oversight. Opening up new segments requires flexible plans, intercultural skills and positioning expertise to highlight product characteristics. Sustainability, now essential, translates into low-impact processes, traceable supply chains and cutting-edge packaging that combines aesthetics and environmental responsibility. Mixology, from a creative niche to a global trend, proves to be a valuable ally: it interprets spirits, tells their story and makes them the protagonists of original sensory experiences. But innovation is not

synonymous with distortion: every evolution must respect the profound uniqueness of the brand. In this context, the role of companies is central: they guide the sector, consolidate its reputation and anticipate its trajectories. I Grandi Distillati gives them a voice by recounting the prospects of a constantly changing world, a dynamic ecosystem where spirits are no longer just a product but a language, a culture, research and the future.
DISTILLERIA NARDINI

Distilleria Nardini, la più antica d’Italia, fondata a Bassano del Grappa nel 1779, compie nel 2025 un passo strategico di grande rilievo acquisendo Domenis1898, storica distilleria friulana simbolo di qualità e autenticità.
L’operazione segna un rafforzamento nel segmento premium della grappa, con l’ingresso di marchi di prestigio come Storica Nera, riconosciuta per eleganza, equilibrio e carattere distintivo.
L’obiettivo è chiaro: integrare senza snaturare. Domenis continuerà a operare nel suo storico stabilimento di Cividale del Friuli, mantenendo la produzione con vinaccia esclusivamente friulana e l’utilizzo dell’impianto a caldaiette, nel pieno rispetto della tradizione locale. Nardini sosterrà il sito con investimenti mirati in efficienza e sostenibilità, garantendo così continuità produttiva, occupazione e qualità costante. Con questa acquisizione, Nardini
conferma una visione di crescita fondata su valori di autenticità, eccellenza e radicamento territoriale, rafforzando al contempo la propria presenza nel canale on trade.
L’unione tra le due storiche distillerie diventa un simbolo concreto di come la grappa italiana possa evolversi rimanendo fedele alla propria identità: un ponte tra memoria e futuro, capace di portare nel mondo la cultura e l’arte distillatoria del nostro Paese.
DOMENIS1898: A NEW CHAPTER FOR PREMIUM GRAPPA
Distilleria Nardini, the oldest distillery in Italy, founded in Bassano del Grappa in 1779, takes a significant strategic step in 2025 by acquiring Domenis1898, a historic Friulian distillery synonymous with quality and authenticity.
The transaction marks a strengthening of the premium grappa segment, bringing prestigious brands such as Storica Nera into its portfolio, a label recognized for its elegance, balance, and distinctive character.
The goal is clear: to integrate without distorting. Domenis will continue to operate at its historic plant in Cividale del Friuli, maintaining production using exclusively Friulian pomace and using the traditional pot stills, fully respecting local tradition.
Nardini will support the site with targeted investments in efficiency and sustainability, thus ensuring production continuity, employment, and consistent quality.
With this acquisition, Nardini confirms a vision of growth founded on the values of authenticity, excellence, and local www.nardini.it


roots, while strengthening its presence in the on-trade channel.
The union between the two historic distilleries becomes a concrete symbol of how Italian grappa can evolve while remaining true to its identity: a bridge between past and future, capable of bringing our country’s culture and art of distilling to the world.

Era il 1779 quando Bortolo Nardini aprì la prima distilleria d’Italia all’ingresso del Ponte Vecchio di Bassano del Grappa, cambiando per sempre il modo di fare grappa.
Fino ad allora i distillatori si spostavano di maso in maso con un alambicco mobile; Bortolo invertì la prospettiva: da quel momento furono i contadini a portare le vinacce in distilleria.
Oggi, dopo sette generazioni, Nardini continua a essere guidata dalla stessa famiglia, che ha saputo coniugare artigianalità e tecnologia all’avanguardia.
Con 100 mila quintali di vinacce distillate ogni anno e oltre un milione di bottiglie prodotte, Nardini mantiene salda la sua identità, fondata su attenzione, amore e costanza.
Ogni fase del processo è ancora oggi seguita dal Mastro Distillatore, garanzia di un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale e premiata in tutto il mondo.
It was 1779 when Bortolo Nardini opened Italy’s first distillery at the entrance to the Ponte Vecchio in Bassano del Grappa, forever changing the way grappa was made.Until then, distillers traveled from farm to farm with a mobile alembic still; Bortolo reversed the perspective: from then on, the farmers brought the pomace to the distillery.
Today, after seven generations, Nardini continues to be led by the same family, which has successfully combined craftsmanship with cutting-edge technology.
With 100,000 quintals of pomace distilled each year and over a million bottles produced, Nardini maintains its identity, founded on attention, love, and consistency.
Every stage of the process is still overseen by the Master Distiller, a guarantee of internationally recognized excellence and awards worldwide.



DISTILLERIA ROMANO LEVI
NLel 1925 Serafino Levi fondava la sua distilleria a Neive, nel cuore delle Langhe. Oggi quella distilleria- che porta il nome del figlio di Serafino, Romano Levi - celebra i suoi cent’anni. Abbiamo chiesto a Lucio Scaratti, alla guida della distilleria insieme a Luigi Schiappapietra, di raccontarci le iniziative previste per questo storico anniversario.
Come vi state preparando a celebrare questo importante traguardo?
Stiamo organizzando una mostra storica a Neive, che si terrà nei primi mesi del
2026, dedicata alla famiglia Levi e alla loro eredità. Sarà un percorso attraverso bottiglie, fotografie, scritti e testimonianze che raccontano il legame tra la distilleria e il territorio. Tutte le bottiglie del 2025 porteranno inoltre un sigillo celebrativo dei 100 anni, che accompagnerà questa occasione speciale.
La vostra è una delle poche distillerie che ancora lavora con l’alambicco a fuoco diretto. Cosa comporta oggi questa tradizione?
Significa continuare a produrre come cento anni fa. Distilliamo solo vinacce del
territorio (Barolo, Barbaresco, Moscato, ecc.) È un processo lento: da circa 500 chili di vinacce e 500 litri d’acqua otteniamo appena 20 litri di grappa. È un metodo però che ci permette di conservare tutti i profumi, le fragranze e gli aromi naturali. Poi, il lungo invecchiamento arrotonda e conferisce al distillato un gusto unico e irripetibile. Produciamo circa 20.000 bottiglie l’anno, metà destinate all’Italia e metà esportate in 25 Paesi del mondo. Cosa resta oggi dell’eredità artistica e poetica di Levi?
Romano Levi disegnava a mano ogni

etichetta, accompagnandola con versi e immagini della celebre “donna selvatica che scavalica le colline”. Dopo la sua morte, abbiamo acquisito dalla famiglia di Luigi Veronelli il suo archivio di 500 etichette originali, che oggi riproduciamo fedelmente.
E poi c’è la figura di Lidia Levi, sua sorella, che nel silenzio della casa distillava le rare grappe alle erbe. In realtà dovremmo parlare delle grappe di Lidia e Romano Levi.
Ci racconta la cerimonia del “fiammifero”?
Il rito nacque nel 1945, quando Lidia e Romano, rimasti orfani, accesero per la prima volta l’alambicco di famiglia dopo la guerra. Quel gesto segnò la rinascita della distilleria, e da allora ogni autunno il “fiammifero” riaccende simbolicamente la sua fiamma. Quest’anno, sabato 25 ottobre, si terrà l’81ª accensione del fiammifero. È una cerimonia semplice ma carica di emozione: nel cortile della distilleria la comunità di Neive si ritrova per assistere alla prima fiamma della stagione. Un gesto antico che ricorda come da una piccola scintilla possa rinascere ogni anno una grande storia.

ROMANO LEVI: ONE HUNDRED YEARS OF FIRE AND POETRY IN THE LANGHE
In 1925, Serafino Levi founded his distillery in Neive, in the heart of the Langhe.
Today, the distillery—named after Serafino’s son, Romano Levi—celebrates its centenary.
We asked Lucio Scaratti, who runs the distillery alongside Luigi Schiappapietra, to tell us about the initiatives planned for this historic anniversary.
How are you preparing to celebrate this important milestone?
We are organizing a historical exhibition in Neive, to be held in early months of 2026, dedicated to the Levi family and their legacy.
It will be a journey through bottles, photographs, writings, and testimonies that recount the bond between the distillery and the local area.
All 2025 bottles will also feature a special 100-year commemorative seal, marking this unique occasion.
Yours is one of the few distilleries that still uses direct-fire stills. What does this tradition mean today?
It means continuing to produce as we did a hundred years ago. We distill only local pomace (Barolo, Barbaresco, Moscato, etc.).
It’s a slow process: from about 500 kilos of pomace and 500 liters of water, we obtain just 20 liters of grappa. However, it’s a method that allows us to preserve all the aromas, fragrances, and natural flavors.
Then, the long aging process rounds out the flavor and gives the spirit a unique and unrepeatable taste. We produce about 20,000 bottles a year, half destined for Italy and half exported to 25 countries around the world.
What remains today of Levi’s artistic and poetic legacy?
Romano Levi drew each label by hand, accompanying it with verses and images of the famous “wild woman who climbs over the hills.” After his death, we acquired his archive of 500 original labels from Luigi Veronelli’s family, which we faithfully reproduce today.

And then there’s the figure of Lidia Levi, his sister, who in the silence of the house distilled the rare herbal grappas. Actually, we should be talking about the grappas of Lidia and Romano Levi.
Can you tell us about the “match” ceremony?
The ritual began in 1945, when Lidia and Romano, orphaned, lit the family still for the first time after the war. That gesture marked the rebirth of the distillery, and every autumn since then, the “match” has symbolically rekindled its flame. This year, on Saturday, October 25th, the 81st lighting of the match will take place. It’s a simple yet emotional ceremony: in the distillery courtyard, the community of Neive gathers to witness the first flame of the season. An ancient gesture that reminds us how a small spark can give birth to a great story every year.

VIA XX SETTEMBRE, 91 2052 NEIVE (CN) Tel. 0173677139 info@distilleriaromanolevi.com


“Dalla tradizione centenaria della distilleria di Casale Monferrato nasce una grappa stravecchia che racchiude eleganza, armonia e storia piemontese”
Dalla centenaria tradizione di Magnoberta, distilleria fondata nel 1918 nella capitale del Monferrato, ora sito Unesco, nasce la Grappa di Moscato 10 Anni Le Riserve: un distillato che incarna la tradizione e l’arte della distillazione piemontese. Invecchiata per un decennio in carati di rovere di Slavonia, questa grappa stravecchia si distingue per il suo colore ambrato intenso e la straordinaria armonia al palato.All’olfatto sprigiona profumi avvolgenti di rosa, pesca matura e un delicato accenno di salvia, mentre in bocca rivela una

morbidezza vellutata che si fonde con la struttura complessa e persistente. È il frutto di una selezione accurata di vinacce di Moscato, distillate con metodo discontinuo a vapore, secondo una tradizione che Magnoberta custodisce da oltre un secolo. La linea Le Riserve celebra il tempo come ingrediente prezioso, e questa etichetta lo testimonia. La famiglia Luparia, oggi alla quarta generazione, custode degli antichi saperi dell’arte dell’alambicco, continua a innovare nel rispetto delle radici, offrendo distillati che raccontano il territorio e la passione di chi lo vive. Un sorso di Grappa di Moscato 10 Anni è un viaggio sensoriale nella storia e nell’eccellenza. La Grappa di Moscato 10 anni Le Riserve è acquistabile presso la Grapperia 918, shop della Distilleria Magnoberta.
GRAPPA DI MOSCATO 10 YEARS LE RISERVE: THE EXCELLENCE OF TIME BY MAGNOBERTA
From the century-old tradition of the distillery in Casale Monferrato comes an aged grappa that embodies the elegance, harmony, and heritage of Piedmont
From the hundred-year tradition of Magnoberta, a distillery founded in 1918 in the capital of Monferrato—now a UNESCO World Heritage site— comes Grappa di Moscato 10 Years Le Riserve, a spirit that embodies the tradition and art of Piedmontese distillation. Aged for a decade in Slavonian oak casks, this extra-aged grappa stands out for its deep amber color and extraordinary harmony on the palate. On the nose, it releases enveloping aromas of rose,

www.magnoberta.com
ripe peach, and a delicate hint of sage, while on the palate it reveals a velvety softness that blends with a complex and persistent structure. It is the result of a meticulous selection of Moscato pomace, distilled using the discontinuous steam method, in keeping with a tradition Magnoberta has preserved for over a century.
The Le Riserve line celebrates time as a precious ingredient, and this label perfectly embodies that philosophy.
The Luparia family, now in its fourth generation and guardian of ancient distillation craftsmanship, continues to innovate while honoring its roots—creating spirits that tell the story of their land and the passion of those who live it.
A sip of Grappa di Moscato 10 Years is a sensory journey through history and excellence. Grappa di Moscato 10 Years Le Riserve is available for purchase at Grapperia 918, the official shop of Distilleria Magnoberta.

DISTILLERIE VALDOGLIO SPA
Nella GDO italiana ed estera, il nome Valdoglio è sinonimo di fiducia, continuità e passione familiare
Nata agli inizi degli anni Cinquanta come piccola attività a conduzione familiare, Distillerie Valdoglio Spa ha intrapreso un percorso di crescita che l’ha portata a diventare una delle realtà più solide del panorama liquoristico italiano. Da laboratorio artigiano a impresa
moderna, ha saputo coniugare esperienza, visione e innovazione senza perdere il legame con le proprie radici. Oggi, con sede a Roccafranca (Brescia), produce circa 20 milioni di bottiglie all’anno e collabora con la quasi totalità della grande distribuzione organizzata (GDO), in Italia e all’estero. La sua forza risiede
nell’equilibrio tra impianti produttivi automatizzati e una gestione attenta e flessibile, dove ogni dettaglio conta.
Alla guida, la famiglia Longhi, che con determinazione e competenza ha saputo imporsi in un settore esigente e in continua evoluzione. Dalle grappe e brandy ai liquori, gin, rum, vodka, creme e limoncino, ogni bottiglia racchiude la storia di un’impresa che da oltre settant’anni distilla l’essenza della qualità italiana.
In Italian and international large-scale retail trade, the Valdoglio name is synonymous with trust, continuity, and family passion.
Distillerie Valdoglio Spa: seventy years of italian distilling excellence
In Italian and international large-scale retail trade, the Valdoglio name is synonymous with trust, continuity, and family passion.
Founded in the early 1950s as a small family-run business, Distillerie Valdoglio Spa has embarked on a growth path that has led it to become one of the most established names in the Italian liqueur industry.
From an artisan workshop to a modern enterprise, it has successfully combined experience, vision, and
innovation without ever losing its connection to its roots.
Today, headquartered in Roccafranca (Brescia), it produces approximately 20 million bottles per year and collaborates with nearly all large-scale retail trade (GDO) retailers in Italy and abroad. Its strength lies in the balance between automated production facilities and attentive, flexible management, where every detail counts. At the helm is the Longhi family, who, with determination and expertise, have succeeded in establishing themselves in a demanding and constantly evolving sector.
From grappa and brandy to liqueurs, gin, rum, vodka, creams, and limoncello, every bottle embodies the story of a company that, for over seventy years, has been distilling the very essence of Italian quality.

DISTILLERIE VALDOGLIO SPA
Via Francesca Sud, 2 25030 - Roccafranca (BS) Tel: +39 030/7090151-392 info@distillerievaldoglio.it www.distillerievaldoglio.it


DISTILLERIE EMERGENTI &
TESTO/WORDS
Alessia Manoli
Una nuova generazione di distillerie artigianali sta rivoluzionando il panorama del beverage nazionale con creatività, sostenibilità e radici territoriali, portando energia e identità nel mondo dei distillati italiani

Negli ultimi quindici anni l’Italia ha visto nascere una nuova generazione di distillerie artigianali che sta ridisegnando la mappa del distillato nazionale. Piccole realtà indipendenti, spesso fondate da giovani imprenditori, stanno portando nel mondo degli spirits un’energia creativa fatta di ricerca, sostenibilità e identità territoriale. Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per il Piemonte, l’Emilia-Romagna e la Toscana, il Paese vive un fermento diffuso che ha cambiato il modo di produrre e raccontare il “bere bene”.
I numeri confermano la tendenza: nel 2024 il mercato italiano degli spirits ha raggiunto un valore di 689 milioni di euro, in crescita del +2,1% rispetto al periodo pre-pandemia. Tra i distillati, il gin artigianale si conferma il segmento più dinamico, con un incremento del +15% nel 2024 e un fatturato complessivo di circa 80 milioni di euro.
Il gin è stato infatti il motore della rivoluzione: un distillato versatile, capace di raccontare il territorio attraverso le botaniche. Dai profumi mediterranei alle note ispirate all’arte e alla cultura locale, fino ai gin
alpini che celebrano erbe e acque di montagna, la varietà delle produzioni racconta un’Italia creativa e sfaccettata.
Accanto al gin crescono altri segmenti. Il whisky italiano, prodotto anche in aree montane del Nord, rappresenta una nuova frontiera di qualità, mentre il rum artigianale, sviluppato in alcune distillerie del Sud, vale oggi circa 58 milioni di dollari, con previsioni di crescita fino a 94 milioni entro il 2030. Anche il mondo dei liquori botanici e degli amari contemporanei si rinnova con ingredienti naturali e una forte attenzione estetica. Il comparto dei craft spirits italiani nel suo insieme vale oggi oltre 550 milioni di dollari, con un tasso di crescita previsto del +20,8% annuo fino al 2030. Parallelamente, le esportazioni di distillati italiani sono triplicate in dieci anni, passando da 0,6 miliardi di euro nel 2014 a circa 1,8 miliardi nel 2024. Questi dati raccontano un settore in piena trasformazione, dove la distillazione diventa anche un atto culturale. Le nuove distillerie — con il loro mix di artigianalità, design e visione — stanno restituendo al distillato un ruolo da protagonista: ambasciatore dei territori italiani e simbolo di una creatività che guarda lontano.

A new generation of artisanal distilleries is transforming Italy’s beverage landscape through creativity, sustainability, and a strong connection to their roots—bringing fresh energy and identity to the world of Italian spirits. Over the past fifteen years, Italy has witnessed the rise of a new wave of craft distilleries that is redefining the national spirits scene. Small, independent producers—often founded by young entrepreneurs—are infusing the industry with a creative drive centered on research, sustainability, and regional identity. From Lombardy to Sicily, through Piedmont, Emilia-Romagna, and Tuscany, the country is experiencing a widespread dynamism that has changed the way Italians produce and talk about “fine drinking.”
The numbers confirm this trend: in 2024, the Italian spirits market reached a value of €689 million, up +2.1% compared to the pre-pandemic period. Among distillates, craft gin remains the most dynamic segment, with +15% growth in 2024and total revenues of around €80 million. Gin has indeed been the driving force behind this revolution — a versatile spirit capable of expressing local identity through its botanicals. From Mediterranean aromas to notes inspired by local art and culture, and alpine gins celebrating mountain herbs and spring waters, the variety of styles reflects a creative and multifaceted Italy.
Alongside gin, other segments are also growing. Italian whisky, produced even in the mountainous regions of the North, represents a new frontier of quality, while craft rum, developed by several southern distilleries, is now worth around $58 million, with forecasts reaching $94 million by 2030. The world of botanical liqueurs and contemporary bitters is also evolving, with a focus on natu-

ral ingredients and refined aesthetics. Overall, the Italian craft spirits sector is now worth over $550 million, with an expected annual growth rate of +20.8% through 2030. Meanwhile, exports of Italian spirits have tripled in the last decade, growing from €0.6 billion in 2014 to approximately €1.8 billion in 2024.
These figures tell the story of a rapidly evolving industry, where distillation is becoming not only a technical process but also a cultural expression. The new generation of distilleries — blending craftsmanship, design, and vision — is giving Italian spirits a renewed role: as ambassadors of local territories and symbols of creativity with a global outlook.
INTRO
FORMAZIONE
TESTO/WORDS
Tommaso Nutarelli
Il peso crescente dell’export e il posizionamento verso segmenti premium richiedono competenze e conoscenze per diversificare e innovare senza rinunciare alla qualità
Il Piccolo ma dinamico. Potremmo sintetizzarlo così il mondo della distillazione. Nonostante il calo dei consumi, il settore sta vivendo una una fase di grande fermento, caratterizzata da innovazione, ricerca della qualità, internazionalizzazione e un crescente appeal verso i giovani, che guardano alla distillazione anche come opportunità professionale. Dalla pandemia il numero delle distillerie è cresciuto del 20%, un trend trainato dal fenomeno delle micro distillerie. Oggi si contano circa 600 aziende tra distillati, acquaviti liquori e amari e, all’incirca, 140 distillerie tradizionali, che raddoppiano se si considera anche la filiera dell’imbottigliamento, l’80% delle quali non superano i dieci addetti.
In questo contesto la formazione diventa una leva strategica di crescita e professionalizzazione per l’intera filiera. Il peso
crescente delle esportazioni richiede export manager e brand ambassador con una conoscenza delle normative internazionali, doganali e della logistica senza dimenticare la conoscenza delle lingue e un network consolidato nei vari mercati. Altre figure di punta sono il bartender e il mixologist, che devono destreggiarsi non solo tra le varie tecniche di preparazione, ma saper raccontare il prodotto, innovarlo e cogliere i gusti del mercato.
La dimensione ridotta delle distillerie non sempre è un punto a favore per la formazione. Questo significa che molte realtà non sempre hanno risorse interne sufficienti, sia in termini economici sia di personale. Dunque la presenza di accademie e di percorso professionali sono centrali anche per il ricambio generazionale. Il calo demografico non solo impatta sulla riduzione delle forza lavoro a disposizione ma comporta anche la perdita di conoscenze. La formazione non solo può aggiornare e innovare le competenze ma permette di trasmettere quel patrimonio di sapere che conservano le distillerie alle nuove generazioni.
DISTILLATION: WINNING INDUSTRY CHALLENGES THROUGH EDUCATION
The growing weight of exports and the shift toward premium market segments demand skills and expertise to diversify and innovate without compromising on quality


Small but dynamic — that’s how the world of distillation can be described. Despite declining consumption, the sector is experiencing a phase of remarkable vitality, marked by innovation, a focus on quality, international expansion, and a rising appeal among younger generations, who increasingly see distillation as a professional opportunity. Since the pandemic, the number of distilleries has grown by 20%, a trend largely driven by the rise of micro-distilleries. Today, Italy counts around 600 companies operating in spirits, brandies, liqueurs, and bitters, and approximately 140 traditional distilleries — a number that doubles when including the bottling supply chain — 80% of which employ fewer than ten people. In this context, education and training are becoming strategic tools for growth and professionalization across the entire supply chain. The increasing importance of exports requires export managers and brand ambassadors with a solid under-
standing of international, customs, and logistics regulations, as well as language skills and a well-established network across different markets. Other key professionals include bartenders and mixologists, who must not only master diverse preparation techniques but also be able to narrate the story behind each product, innovate, and anticipate market trends. The small scale of many distilleries does not always favor structured training programs. This often means that companies lack sufficient internal resources, both financially and in terms of personnel. For this reason, the presence of specialized academies and professional training paths is crucial, also to support generational turnover. Demographic decline not only reduces the available workforce but also risks the loss of valuable knowhow. Training, therefore, not only serves to update and modernize skills but also enables the transfer of the deep heritage and craftsmanship that distilleries embody to new generations.
Qualità, innovazione, trasferimento delle competenze e internazionalizzazione.
Obiettivi che la distillazione può raggiungere con la formazione e le competenze
Quality, innovation, knowledge transfer, and internationalization — these are the goals that the distillation industry can achieve through education and professional development.
FORMAZIONE ANAG
Giovanni Pellicci &
Due corsi, di primo e secondo livello, portano al conseguimento della patente di assaggiatore
Per Anag la formazione è uno dei pilastri dell’attività associativa: l’obiettivo è diffondere conoscenza, creare consapevolezza e rafforzare l’identità della grappa ma anche degli altri distillati.
I corsi che Anag propone sul territorio, non sono solo dei momenti didattici: rappresentano percorsi di crescita sensoriale e culturale con un approccio tecnico ma accessibile a tutti coloro che vogliono scoprire da vicino il mondo dei distillati attraverso la cultura del buon bere, dagli appassionati a chi opera nel settore della distillazione. Ogni assaggiatore Anag diventa, così, ambasciatore della qualità di grappa e distillati e anche delle eccellenze spirits del proprio territorio.
ANAG AIMS TO TRAIN QUALITY AMBASSADORS OF SPIRITS
Two courses, at first and second level, lead to the attainment of the tasting certification.

I corsi Anag sono di primo e secondo livello, con frequenza obbligatoria. Il corso di primo livello prevede cinque lezioni curate da qualificati docenti dell’associazione: al termine, oltre alla visita in distilleria, viene consegnato l’attestato di partecipazione, necessario per accedere ai corsi Anag di secondo livello. Il secondo livello prevede sei lezioni con maggiori approfondimenti, anche tecnici: il corso si chiude con l’esame per il conseguimento della patente di assaggiatore Anag e una seconda visita in distilleria. La media dei partecipanti ad ogni corso è intorno alle 15/20 persone, con la quota giovani in crescita. I corsi si svolgono in presenza ma anche online. Le delegazioni regionali Anag sono attive in queste regioni: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia (la cui referente territoriale Anna Maria De Luca è anche alla guida delle Donne della Grappa di Anag), Sicilia, Trentino Alto Adige, Toscana, Umbria, Veneto Per conoscere da vicino la realtà ed essere aggiornati sulle attività dedicate a grappa e distillati, è possibile consultare il sito anag.it oppure seguire Anag Italia sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram. La pagina web di riferimento è questa: https://anag.it/corsi-eventi/
For Anag, education is one of the cornerstones of the association’s activities: the goal is to spread knowledge, raise awareness, and strengthen the identity of grappa as well as other spirits. The courses offered by Anag across the country are not merely educational sessions: they represent journeys of sensory and cultural growth, combining a technical approach with accessibility for anyone wishing to explore the world of spirits through the culture of fine drinking—ranging from enthusiasts to industry professionals. Each Anag taster thus becomes an ambassador of the quality of grappa and other spirits, as well as of the local excellence in spirits. Anag courses are offered at first and second levels, with mandatory attendance. The first-level course includes five lessons conducted by qualified association instructors: at the end, participants undertake a distillery visit and receive a certificate of participation, which is required to enroll in the second-level courses. The second-level course consists of six lessons with more in-depth, technical content; it concludes with an exam to obtain the Anag Tasting Certification and a second distillery visit. The average number of participants per course is around 15–20, with a growing proportion of young attendees. Courses are available both in-person and online.
Anag’s regional branches are active in the following regions: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardy, Marche, Piedmont, Puglia, Sicily, Trentino-Alto Adige, Tuscany, Umbria, and Veneto.
To learn more about the association and stay updated on activities dedicated to grappa and spirits, visit https:// anag.it/corsi-eventi/ or follow Anag Italia on Facebook and Instagram.
ACCADEMIA DELLE PROFESSIONI
FORMAZIONE E NUOVE COMPETENZE / TRAINING AND NEW SKILLS
TESTO/WORDS
Tommaso Nutarelli &
Laura Boesso, co direttrice dell’Accademia delle professioni, racconta la filosofia del corso per diventare maestri distillatori
“Oggi il distillatore è un professionista versatile, un ibrido tra un chimico, un botanico, un artista e un imprenditore. Su questa base si innestano competenze nuove e altrettanto cruciali. La prima è una sensibilità sensoriale e creativa fuori dal comune” sostiene Laura Boesso, co direttrice dell’Accademia delle Professioni, da quindici anni impegnata nel mondo della formazione e che ospita il nuovo per il conseguimento della Certificazione Professionale di Distillatore.
“La nostra ambizione è coltivare i maestri distillatori di domani, partendo dal cuore pulsante della didattica: una micro-distilleria didattica completa e professionale. Il percorso si conclude la possibilità di stage formativi in aziende su tutto il territorio nazionale o anche all’estero, e una certificazione professionale riconosciuta in tutta l’Unione Europea secondo il quadro EQF”.
“La distillazione punta sulla qualità estrema e nuove modalità di consumo.

Tra le sfide la prima è quella dei prodotti no-low-alcohol, una straordinaria opportunità creativa. Assistiamo, poi, a una polarizzazione verso l’alto, la cosiddetta “premiumization”. Il futuro è innegabilmente globale. Un distillatore oggi deve pensare oltre i confini nazionali. La nostra scommessa, come Accademia, è proprio quella di preparare i distillatori a navigare questa complessità”.
Laura Boesso, Co-Director of the Academy of Professions, discusses the philosophy behind the course for becoming a master distiller
“Today, a distiller is a versatile professional—a hybrid of chemist, botanist, artist, and entrepreneur. On this foundation, equally crucial new skills are built. The first is an exceptional sensory and creative sensitivity,” says Laura Boesso, co-director of the Academy of Professions, who has been active in the field of professional training for fifteen years and now hosts the new program leading to the Professional Distiller Certification. “Our ambition is to cultivate the master distillers of

tomorrow, starting from the very heart of our teaching: a fully equipped educational micro-distillery. The program concludes with the opportunity for internships in companies across Italy or even abroad, and a professional certification recognized throughout the European Union according to the EQF framework.”
“Distillation today focuses on extreme quality and new consumption patterns. Among the challenges, the first is the development of no- or low-alcohol products—a remarkable creative opportunity. We are also witnessing an upward polarization, the so-called ‘premiumization.’
The future is undeniably global. A distiller today must think beyond national borders. Our commitment as an Academy is precisely to prepare distillers to navigate this complexity.”
Panorama accademia
FORMAZIONE E NUOVE COMPETENZE / TRAINING AND NEW SKILLS
TESTO/WORDS
Vittoria Sparano &
Maria
Bartenders Academy Italia è l’hub che forma professionisti capaci di unire tecnica e passione a una visione innovativa della mixology

In poco più di quindici anni, Bartenders Academy Italia ha costruito una reputazione solida nel panorama della formazione professionale. Nata per intercettare l’esigenza crescente di barman qualificati, l’Academy si è trasformata in un vero ecosistema dove teoria, pratica e contatti con il mercato convivono in modo strategico. Il valore aggiunto è l’esperienza diretta: grazie alla collaborazione con la divisione eventi interna, gli allievi possono misurarsi sul campo, lavorando in contesti reali e acquisendo competenze immediatamente spendibili. L’offerta formativa comprende diversi percorsi professionali, con focus specifici su diversi aspetti del mondo del bartending. Tutti i corsi, sia quelli in aula sia le masterclass online, sono guidati da un team di formatori e specialisti attivi
nel settore, capaci di trasmettere non solo tecnica ma anche cultura del bar contemporaneo. I risultati si vedono nelle competizioni internazionali, dove ex studenti hanno raggiunto podi prestigiosi, e nelle collaborazioni con scuole, enti e marchi leader del beverage. Un approccio che consolida il ruolo dell’Academy come punto di snodo tra formazione e professione nel mondo della mixology.
Bartenders Academy Italia is the hub that shapes professionals capable of combining technique and passion with an innovative vision of mixology
In just over fifteen years, Bartenders Academy Italia has built a solid reputation in the field of professional training. Founded to meet the growing demand for qualified bartenders, the Academy has evolved into a true ecosystem where theory, practice, and industry connections coexist strategically.
Its key added value lies in hands-on experience: thanks to collaboration with the in-house events division, students have the opportunity to apply their skills in real-world settings, gaining immediately applicable expertise.
Dalla miscelazione al management, tra formazione in aula ed eventi sul campo, l’Academy veronese è un ponte diretto tra giovani talenti e industria del beverage
From mixology to management, combining classroom instruction with field events, the Verona-based Academy serves as a direct bridge between young talent and the beverage industry
The Academy’s educational offerings include various professional pathways, each with a specific focus on different aspects of bartending. All courses—both classroom-based and online masterclasses—are led by a team of active industry trainers and specialists, who convey not only technical skills but also the culture of the contemporary bar.
The results are evident in international competitions, where former students have reached prestigious podiums, and in collaborations with schools, institutions, and leading beverage brands.
This approach reinforces the Academy’s role as a key junction between education and professional practice in the world of mixology.
CAMPARI ACADEMY
FORMAZIONE E NUOVE COMPETENZE / TRAINING AND NEW SKILLS
Maria Vittoria Sparano &
Un laboratorio di tecnica e creatività per formare appassionati, ispirare professionisti e offrire una visione dinamica del bartending
Nel cuore di Sesto San Giovanni, tra gli spazi industriali della sede Campari, si trova un luogo in cui il bartending non è solo un’arte, ma cultura viva.
La Campari Academy è molto più di una scuola: è un centro di ricerca, formazione e ispirazione per chi vuole crescere professionalmente dietro il bancone. Qui si esplorano le radici della miscelazione italiana, si studiano i mostri sacri della tradizione e si sperimentano linguaggi nuovi, in un dialogo continuo tra i grandi classici del passato e i twist più audaci e d’avanguardia. I programmi formativi, pensati per professionisti e appassionati evoluti, alternano lezioni frontali, workshop pratici e momenti di confronto con alcuni dei migliori bartender e brand ambassador del panorama internazionale. Roma e Milano sono i due poli principali, ma la community è globale: attraverso contenuti digitali e collaborazioni con scuole e bar di tutto il mondo, la Campari Academy contribuisce a definire i trend della mixology contemporanea. Un luogo dove il sapere diventa esperienza, e l’esperienza visione condivisa.
A laboratory of technique and creativity designed to train enthusiasts, inspire professionals, and offer a dynamic perspective on the art of bartending
In the heart of Sesto San Giovanni, within the industrial spaces of the Campari headquarters, lies a place where bartending is not just an art form, but a living culture. Campari Academy is much more than a school: it is a center for research, education, and inspiration for those who aspire to grow professionally behind the bar. Here, the roots of Italian mixology are explored, the great masters of tradition are studied, and new creative languages are experimented with — in a continuous dialogue between timeless classics and the boldest, most avant-garde twists. The Academy’s training programs, designed for professionals and advanced enthusiasts alike, combine lectures, hands-on workshops, and exchanges with some of the world’s most renowned bartenders and brand ambassadors. Rome and Milan are its two main hubs, but the community is global: through digital content and

collaborations with bars and hospitality schools around the world, Campari Academy helps shape the trends of contemporary mixology. A place where knowledge becomes experience — and experience turns into shared vision.
La Campari Academy vanta tra i suoi docenti alcuni dei professionisti più qualificati nel panorama internazionale della miscelazione e del bartending
Campari Academy proudly counts among its instructors some of the most accomplished professionals in the international mixology and bartending scene.
TESTO/WORDS
Annarita Cacciamani &
Università Scienze Gastronomiche: “Formiamo professionisti capaci di interpretare i distillati come parte del patrimonio culturale”
All’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo la formazione nel campo dei distillati è parte stabile del percorso accademico. Nei corsi di laurea e nei master vengono affrontati aspetti produttivi, sensoriali e culturali legati a whisky, rum, gin, grappa e liquori. «Integrare la conoscenza degli spirits nel piano di studi – spiegano dall’ufficio Comunicazione dell’ateneo – permette agli studenti di acquisire competenze tecniche e strumenti per leggere un settore complesso e in evoluzione».

Il programma prevede lezioni teoriche, degustazioni guidate, laboratori e viaggi didattici presso realtà produttive, con l’obiettivo di unire esperienza diretta e approccio critico. Gli studenti approfondiscono anche la comunicazione e il marketing del prodotto, aree sempre più centrali per l’inserimento professionale.
Secondo i dati dell’Università, a un anno dal conseguimento del titolo oltre tre quarti dei laureati è già occupato o in tirocinio retribuito. «Formare professionisti capaci di interpretare i distillati come parte del patrimonio gastronomico e culturale – concludono da Pollenzo – è una delle sfide più attuali della nostra didattica».
AS AN INTEGRAL PART OF AN ACADEMIC
University of Gastronomic Sciences: “We train professionals capable of interpreting spirits as part of cultural heritage.”
At the University of Gastro-

nomic Sciences in Pollenzo, education in the field of spirits is a permanent component of the academic curriculum. The undergraduate and master’s programs explore the production, sensory, and cultural aspects of whisky, rum, gin, grappa, and liqueurs.
“Incorporating the study of spirits into the curriculum,” explains the University’s Communications Office, “allows students to develop technical expertise and analytical tools to understand a complex and evolving sector.”
The program includes theoretical lectures, guided tastings, workshops, and educational trips to production sites, with the aim of combining handson experience with a critical approach. Students also study product communication and marketing—areas increasingly central to professional development.
According to university data, one year after graduation more than three-quarters of alumni are already employed or engaged in paid internships.
“Training professionals capable of interpreting spirits as part of the gastronomic and cultural heritage,” concludes the University of Pollenzo, “is one of the most relevant challenges of our educational mission.”
Secondo i dati dell’Università, a un anno dal conseguimento del titolo oltre tre quarti dei laureati è già occupato o in tirocinio retribuito
According to university data, one year after graduation more than three-quarters of graduates are already employed or engaged in a paid internship.
UNIVERSITÀ DI UDINE
FORMAZIONE E NUOVE COMPETENZE / TRAINING AND NEW SKILLS
TESTO/WORDS
Francesco Carrubba &
Carla Da Porto: “C’è la tendenza ad approfondire la ricerca. È un’ottima strada, anche per ottenere distillati migliori”
L’interesse dei giovani è costante”. La professoressa Carla Da Porto, riferimento dell’Università di Udine per gli spirits da circa 40 anni, guida i corsi Tecnologia delle bevande alcoliche e Tecnologia dei distillati di origine vitivinicola. “Tutti vorrebbero distillare bene e ottenere buoni prodotti. Pochi riescono a raggiungere l’obiettivo”, spiega, “Si pensa spesso alla distillazione come se si trattasse di fare il vino. Non è così: distillare è complesso. Le conoscenze per gestire adeguata-
mente un impianto sono consistenti. Ma qualcosa si muove”.
È questo il ruolo della formazione. “È un mondo in evoluzione. Alcuni lavori, fatti soprattutto dai cinesi, evidenziano novità nella miscela acqua-etanolo con risultati a livello sensoriale. Il futuro potrebbe essere ridurre l’alcol mantenendo le sensazioni cui il consumatore è abituato, con le tecnologie: ci sono, vanno solo applicate”.
“Vedo una tendenza ad approfondire di più la ricerca di base - conclude -. È un’ot-
Carla Da Porto: “There is a trend toward deeper research. It’s an excellent path, also for achieving better spirits.”
“The interest among young people is constant.” Professor Carla Da Porto, a reference point at the University of Udine for spirits for nearly 40 years, leads courses in Alcoholic Beverage Technology and Wine-Based Distillates Technology. “Everyone wants to distill well and produce good products. Few succeed in achieving this goal,” she explains. “Distillation is often thought of as if it were winemaking. It isn’t: distilling is complex. Managing a distillation plant properly requires substantial knowledge. But things are moving.” This is where education plays a key role.

tima strada: forse ci permetterà di ottenere anche dei distillati migliori”.
Si pensa spesso alla distillazione come se si trattasse di fare il vino. Non è così: distillare è complesso. Le conoscenze per gestire adeguatamente un impianto sono consistenti. Ma qualcosa si muove
“Distillation is often thought of as if it were winemaking. It isn’t: distilling is complex. Managing a distillation plant properly requires substantial knowledge. But things are moving.”
“It’s a constantly evolving field.
Some studies, particularly those carried out by Chinese researchers, highlight innovations in the water-ethanol mixture, with interesting sensory results. The future could lie in reducing alcohol content while maintaining the sensations consumers are used to. The technology exists; it just needs to be applied.” “I see a clear trend toward more in-depth basic research,” she concludes. “It’s an excellent path and may even allow us to produce better spirits.”
Nuove mode, cocktail analcolici e consumatori alla ricerca di nuove esperienze

CTESTO/WORDS
’è un’Italia del bere che sta cambiando pelle. Non è solo questione di gusti, ma di abitudini, di ritmi di vita, persino di valori. Il bar oggi è uno specchio di tutto questo: un luogo dove si mescolano non solo liquori e profumi, ma stili di consumo, generazioni e modi diversi di intendere il piacere.
Il rum, che attorno al 2008 aveva conosciuto il suo momento d’oro, è scivolato in fondo agli scaffali. Il whisky, amatissimo nel resto del mondo, in Italia non è mai riuscito davvero a conquistare un pubblico largo.
A dettare la linea sono invece gli spiriti bianchi – gin su tutti –con la loro idea di freschezza e leggerezza. Segno di un bere più pulito, più agile, più consa-
Elisa Berti & L
Il bere in Italia sta cambiando: dominano gin, vodka e distillati d’agave, mentre cresce il mercato del non alcolico, segno di un consumo più consapevole e inclusivo.
Drinking in Italy is changing: gin, vodka, and agave spirits now lead, while the rise of non-alcoholic options marks a shift toward more mindful and inclusive consumption.
pevole.
A confermare che si tratta anche di una tendenza internazionale, arriva anche il Brands Report di Drinks International, la testata britannica che ogni anno fotografa le tendenze globali attraverso i dati raccolti da un centinaio tra i migliori bar del mondo.
Nel 2025 dominano gin, vodka e distillati d’agave, mentre il rum continua a perdere posizioni.
Un quadro che racconta la frammentazione del mercato: meno grandi marchi, più produzioni artigianali, più curiosità. Anche la tequila, spinta dal segmento premium, si è guadagnata un posto fisso tra i protagonisti.
Nel frattempo, il Negroni resta saldo in vetta alla classifica dei cocktail più richiesti, seguito da Old Fashioned e Margarita. Un segno di continuità in un panorama che però cambia sottotraccia.
E la trasformazione più evidente è forse quella del non alcolico.
Fino a pochi anni fa non esisteva davvero un’offerta strutturata: oggi è un mercato a parte, con drink complessi, costruiti con la stessa cura di quelli tradizionali. Complici diversi fattori: la crescente presenza di clienti asiatici, spesso poco inclini al consumo di alcol, le
nuove regole sulla guida e una sensibilità diffusa verso salute e benessere.
“Il non alcolico ormai è una realtà imprescindibile- spiega Giovanni Allario, bar manager di Moebius e Lubna- Non lo facciamo per moda, ma per inclusione”.
Così, tra nuove leggi, clienti più attenti e una curiosità che non si ferma, il bar italiano si fa laboratorio e teatro insieme. Un luogo dove le tendenze passano dal bicchiere, ma raccontano molto di più: un modo nuovo di stare al mondo.
New Trends, Alcohol-Free Cocktails, and Consumers in Search of New Experiences
There is an Italy of drinking that is changing its skin. It’s not just a matter of taste, but of habits, lifestyles, and even values. Today, the bar has become a mirror of all this — a place where not only spirits and aromas blend, but also consumption styles, generations, and different ways of understanding pleasure. Rum, which enjoyed its golden age around 2008, has


now slipped to the back of the shelves. Whisky, though loved across much of the world, has never truly managed to win over a broad Italian audience. Instead, it’s the white spirits — gin above all — that are setting the pace, embodying an idea of freshness and lightness. A sign of a cleaner, more agile, and more conscious way of drinking.
Confirming that this is also part of a global trend, the Brands Report by Drinks International, the British publication that annually captures worldwide tendencies through data gathered from a hundred of the world’s best bars, paints a similar picture.
In 2025, gin, vodka, and agave-based spirits dominate, while rum continues to lose ground. The report reflects a fragmented market: fewer big brands, more craft production, and a growing curiosity among consumers. Tequila, driven by the premium segment, has also earned a firm place among the leading players.
Meanwhile, the Negroni remains firmly at the top of the list of most-ordered cocktails, followed by the Old Fashioned
and the Margarita — a sign of continuity in a landscape that, nonetheless, is shifting beneath the surface.
Perhaps the most visible transformation, however, is in the non-alcoholic category.
Just a few years ago, there was no structured offering to speak of; today, it stands as a market of its own, with complex drinks crafted with the same attention to detail as their traditional counterparts. Several factors are driving this shift: the growing presence of Asian customers, often less inclined to drink alcohol, new regulations around driving, and a widespread sensitivity toward health and well-being.
“The non-alcoholic segment is now an essential reality,” explains Giovanni Allario, bar manager at Moebius and Lubna “We don’t do it for fashion — we do it for inclusion.”
And so, amid new regulations, more mindful consumers, and an ever-curious clientele, the Italian bar becomes both a laboratory and a stage — a place where trends are expressed through the glass, yet tell a much deeper story: that of a new way of being in the world.
MIXOLOGY

Una nuova grammatica del bere che mette al centro equilibrio, sperimentazione e consumi consapevoli
Più che un premio, un segnale.
L’ingresso di Moebius Milano nella top ten dei World’s 50 Best Bars 2025, dal 38° al 7° posto, racconta di un’Italia del bere che sta cambiando pelle. Non più solo mix, ma pensiero, cultura, racconto.
A Milano, Lorenzo Querci e Giovanni Allario lo fanno convivere in un luogo che è ristorante stellato e cocktail bar d’autore, laboratorio e palco insieme.
“Questo riconoscimento non è un punto d’arrivo – racconta Lorenzo Querci, fondatore del Moebius e del Lubna – ma un segno che la direzione è quella giusta. È il risultato di un lavoro collettivo che nasce dal divertimento, dalla curiosità e dalla voglia di dare qualcosa di diverso. Per arrivare a questo risultato esclusivo c’e’ pianificazione, sforzo e impegno e sarebbe sbagliato non riconoscerlo.
L’obiettivo sicuramente è rimanere dentro a questa lista restando fedeli a noi stessi e migliorare quello che facciamo ogni giorno”.
Come si traduce questa idea di esperienza dietro al bancone?
«Per noi – spiega Giovanni Allario, bar manager di Moebius e Lubna – il bar non è più una parentesi del pasto, ma una parte del racconto. In 700 metri quadrati convivono cucina e cocktail, due linguaggi che oggi non possono più essere separati”.
Una “nuova grammatica del bere”, insomma. Come si traduce in quello che offrite?
“Significa pensare un drink come fosse un piatto: struttura, tecnica, profondità del gusto.
Al Moebius c’è il Pesto Martini, un pre-batched Martini con un pesto genovese, un modo per portare dentro al bicchiere un ricordo familiare, ma con rigore gastronomico. È un classico riconoscibile, ma con un’anima personale. Al Lubna invece c’è lo Yogurt Toreador, la nostra interpretazione del classico Toreador. Usiamo tequila lavata con yogurt, acquavite di albicocca, lime e un tocco di olio affumicato ricavato dal carbone della griglia. Il risultato è lattico,
Elisa Berti
morbido, profondo”.
In generale, che direzione stanno prendendo oggi i consumi?
“Il non alcolico è una rivoluzione silenziosa, ma irreversibile. Fino a pochi anni fa era marginale, oggi rappresenta una parte importante delle richieste, soprattutto nel weekend. Al Moebius e al Lubna abbiamo versioni analcoliche dei nostri cocktail iconici: non sono mocktail improvvisati, ma veri drink con struttura, aroma e profondità”.
E in termini di gusti e spiriti?
“Gin e agave restano protagonisti: sono versatili, puliti, contemporanei. Ma il punto non è seguire le mode: è raccontare chi sei attraverso ciò che versi. Il vero ingrediente, al Moebius, resta sempre lo stesso: la voglia di migliorarsi senza smettere di giocare”.
THE BAR AS A CONTEMPORARY LANGUAGE: ITALY IN EXPERIMENTATION
A new grammar of drinking that places balance, experimentation, and conscious consumption at its core
More than an award, it’s a statement. Moebius Milano’s leap into the top ten of The World’s 50 Best Bars 2025—from 38th to 7th place—tells the story of an Italy that’s redefining its drinking culture. No longer just about mixing, but about thought, culture, and storytelling.
In Milan, Lorenzo Querci and Giovanni Allario bring all of this together in a space that is at once a Michelin-starred restaurant, a signature cocktail bar, a creative lab, and a stage.
“This recognition is not a finishing linesays Lorenzo Querci, founder of Moebius and Lubna- but a sign that we’re heading in the right direction. It’s the result of collective work born out of fun, curiosity, and the desire to offer something different. Achieving such an exclusive result requires planning, effort, and dedication, and it would be wrong not to acknowledge that.
Our goal is certainly to remain on this list while staying true to ourselves and continuing to improve what we do every day.”
How does this idea of experience translate behind the bar?
“For us,” explains Giovanni Allario, bar manager of Moebius and Lubna, “the bar is no longer a parenthesis in the meal— it’s part of the story. Within 700 square meters, kitchen and cocktail coexist: two languages that can no longer be separated.”
A new way of drinking, then. How does that take shape in what you serve?
“It means conceiving a drink as you would a dish: structure, technique, and depth of flavor.
At Moebius, we have the Pesto Martini—a pre-batched Martini infused with Genoese pesto, a way to evoke a familiar memory while maintaining gastronomic precision. It’s a recognizable classic, but with a personal soul.
At Lubna, there’s the Yogurt Toreador, our take on the classic Toreador. We use yogurt-washed tequila, apricot eau-de-vie, lime, and a touch of smoked oil derived from grill charcoal. The result is lactic, soft, and layered.”
And what direction are drinking habits taking more broadly?
“The non-alcoholic segment is a silent but irreversible revolution. A few years ago it was marginal—today it accounts for a significant part of demand, especially on weekends. At Moebius and Lubna we offer non-alcoholic versions of our signature cocktails: they’re not improvised mocktails, but true drinks with structure, aroma, and depth.”
And in terms of tastes and spirits?
“Gin and agave remain central—they’re versatile, clean, contemporary. But the point isn’t to follow trends: it’s to express who you are through what you pour. The real ingredient at Moebius has always been the same—the drive to improve without ever losing the sense of play.”
MIXOLOGY / COCKTAIL BAR
TESTO/WORDS
Maria Vittoria Sparano &
Venezia, Roma e Milano raccontano come eventi e cocktail bar d’eccellenza stiano guidando il mercato del bere d’autore
Non c’è dubbio: la mixology si sta sempre più consacrando come motore strategico per il settore dell’ospitalità e della cultura del bere, capace di incidere su segmenti dell’economia come il turismo e la produzione stessa degli ingredienti del bartending, distillati in primis; basti pensare a come il panorama nazionale e internazionale della produzione di gin si sia trasformato nel giro di pochissimi anni.
Questa rivoluzione è stata accompagnata, se non addirittura favorita in molto casi, da tutti quei nuovi progetti di cocktail bar che, da un lato, hanno visto nell’ultimo decennio fiorire soprattutto speakeasy, spesso guidati da professionisti del bartending noti a livello internazionale, e che dall’altro, anche con format diversi, hanno portato il nostro Paese a vantare una presenza di ben quattro insegne nella World’s 50 Best Bar del 2025. Senza contare i sempre più frequenti e frequentati festival, concorsi di mixology e le settimane a tema.
In questa trasformazione Venezia, Roma e Milano rappresenta-
no tre tappe complementari.
Con la Venice Cocktail Week, infatti, la Serenissima vede riunirsi il meglio della scena italiana e internazionale della mixology, che trasforma la città in un laboratorio di creatività liquida con una proposta di cocktail in edizione limitata nella suggestiva cornice di uno dei bar più cool di tutta la laguna, lo Skyline Rooftop Bar dell’Hilton Molino Stucky Venice.
A Roma è senza dubbio il Drink Kong ad aver ridefinito il concetto di cocktail bar contemporaneo. Fondato da Patrick Pistolesi, è oggi tra i migliori locali al mondo e si distingue per la sua filosofia minimalista espressa nella drink list Flux, che riduce tutto all’essenziale per esaltare ingredienti e tecnica. L’ambiente gioca un ruolo cruciale: luci basse, neon e sale tematiche evocano atmosfere metropolitane e orientali, trasformando la visita in un percorso multisensoriale. A completare il triangolo di questo virtuale “Cocktail Bar” Grand Tour c’è Milano con Moebius, spazio poliedrico che fonde mixology, cucina e cultura in un ex magazzino tessile. Oltre 300 referenze, un bancone monu-
ternational renown, while other innovative formats have helped position Italy among the global elite, boasting four venues in the World’s 50 Best Bars 2025. Not to mention the growing number of well-attended festivals, mixology competitions, and themed weeks. Within this transformation, Venice, Rome, and Milan represent three complementary milestones.
mentale e la guida di Giovanni Allario ne fanno una destinazione globale. Il cocktail bar convive con bistrot, vinili e uno spazio sperimentale in cui la preparazione diventa spettacolo dal vivo.
THREE CITIES TELL THE STORY OF A DRINKING REVOLUTION
Venice, Rome, and Milan reveal how top-tier events and exceptional cocktail bars are driving the evolution of the craft drinking scene
There is no doubt: mixology is increasingly establishing itself as a strategic engine for both the hospitality industry and the culture of drinking, influencing key sectors such as tourism and the very production of bartending ingredients—spirits above all. Just think of how dramatically the national and international gin production landscape has evolved in just a few years. This revolution has been accompanied—and in many cases even fueled—by a new wave of cocktail bar projects. Over the past decade, speakeasies have flourished, often led by bartending professionals of in-
In Venice, the Venice Cocktail Week brings together the finest talents of the Italian and international mixology scene, transforming the city into a true laboratory of liquid creativity. Exclusive limited-edition cocktails are featured against the enchanting backdrop of one of the lagoon’s most stylish venues—the Skyline Rooftop Bar at the Hilton Molino Stucky Venice. In Rome, Drink Kong has undoubtedly redefined the concept of the contemporary cocktail bar. Founded by Patrick Pistolesi, it ranks among the world’s best, distinguished by its minimalist philosophy expressed through the Flux drink list, which strips everything down to its essence to highlight ingredients and technique. The setting plays a crucial role: dim lighting, neon accents, and themed rooms evoke metropolitan and Eastern atmospheres, turning each visit into a multisensory experience.
Completing the triangle of this virtual “Cocktail Bar Grand Tour” is Milan, home to Moebius—a multifaceted space that blends mixology, cuisine, and culture within a former textile warehouse. With over 300 labels, a monumental bar counter, and the vision of Giovanni Allario, Moebius stands as a global destination. The cocktail bar coexists with a bistro, vinyl collection, and an experimental space where preparation itself becomes a live performance.

Mixology d’autore e cocktail bar con concept definiti e accattivanti muovono e orientano le scelte e le richieste di un mercato sempre più attento e informato
Today, signature mixology and concept-driven cocktail bars are shaping and inspiring the choices of an ever more informed and discerning market.
Come la figura del bartender
sta guidando la rivoluzione culturale della mixology

&
TESTO/WORDS
Giusy Carosella
Negli ultimi dieci anni la mixology ha vissuto una vera rivoluzione culturale: non più tendenza passeggera, ma una forma d’arte capace di plasmare gusti, consumi e immaginari. Autori privilegiati di questa trasformazione sono i bartender, veri e propri ambasciatori del distillato, che reinterpretano la tradizione con sensibilità contemporanea e una nuova attenzione alla sostenibilità e alla qualità delle materie prime. “Il ruolo del bartender è cambiato- afferma Dennis Zoppi, master distiller e fondatore della Zoppi Distillery- non è più un semplice esecutore, ma un interprete e narratore del prodotto; un vero e proprio comunicatore culturale, capace di creare connessioni tra prodotto e consumatore,
BARTENDER
Oggi i bartender sono dei comunicatori culturali capaci di creare connessioni tra prodotto e consumatore Today, bartenders are cultural communicators, capable of creating meaningful connections between product and consumer.
traducendo un distillato in emozione e racconto”. Parallelamente anche il ruolo del pubblico è cambiato: “è diventato più consapevole, curioso e informato, spinto dal desiderio di vivere esperienze di consumo autentiche e di qualità- prosegue Zoppi- per questo, accanto alla riscoperta dei grandi classici reinterpretati con tecniche moderne e ingredienti locali, si fa strada una nuova generazione di ricette identitarie, che rispecchiano il territorio e la sensibilità contemporanea: più equilibrio, più ricerca di autenticità e sostenibilità”.
La rivoluzione della mixology si esprime anche fuori dal bancone, nei grandi eventi e nelle fiere di settore, dove bartender, aziende del beverage e consumatori costruiscono un linguaggio comune. “Serve complementarità totale in tutto il settore: formazione sui prodotti, capacità di partnership, strategie condivise, progettualità e una comunicazione capace di creare sinergie – afferma Luca Pirola, fondatore di Bartender.it e ideatore di Mixology Experience, il format nato con l’obiettivo di portare professionalità e business matching all’interno del sistema beverage. – Fin dal 2006, come gruppo Bartender. it, non siamo mai stati aman-

ti del ludico a tutti i costi o degli stand open bar per gli avventori. Abbiamo sempre preferito tasting consapevoli, seminari di approfondimento e un approccio professionale serio, che ha contribuito a far crescere l’intera comunità del bartending italiano”.
Ed è proprio nel dialogo tra chi il distillato lo crea e chi lo comunica che la mixology italiana trova la sua vera identità.
How the bartender is leading the cultural revolution of mixology
Over the past decade, mixology has undergone a true cultural revolution: no longer a passing trend, but a genuine art form capable of shaping tastes, consumption habits, and collective imagination.
At the heart of this transformation are the bartenders — true ambassadors of spirits — who reinterpret tradition with contemporary sensibility and a renewed focus on sustainability and the quality of ingredients.
“The role of the bartender has changed,” explains Dennis Zoppi, master distiller and founder of Zoppi Distillery.
“He is no longer just an executor, but an interpreter and storyteller of the product — a true cultural communicator, capable of building connections between the product and the consumer, translating a spirit into emotion and narrative.”
At the same time, the role of the public has also evolved: “Consumers have become more aware, curious, and informed, driven by the desire to enjoy authentic, high-qual-

ity experiences,” continues Zoppi. “Alongside the rediscovery of great classics — reimagined with modern techniques and local ingredients — a new generation of identity-driven recipes is emerging, reflecting both regional character and contemporary sensibility: more balance, more authenticity, and greater attention to sustainability.” The mixology revolution extends beyond the bar counter, reaching major events and trade fairs, where bartenders, beverage companies, and consumers come together to build a shared language.
“What’s needed is total complementarity across the sector — product education, partnership skills, shared strategies,
long-term vision, and communication that fosters synergy,” says Luca Pirola, founder of Bartender.it and creator of Mixology Experience, the format designed to bring professionalism and business networking to the beverage world. “Since 2006, as the Bartender.it group, we’ve never focused on pure entertainment or open-bar stands for visitors. We’ve always preferred conscious tastings, in-depth seminars, and a professional approach that has helped elevate the entire Italian bartending community.”
It is precisely in the dialogue between those who create spirits and those who communicate them that Italian mixology finds its true identity.
VINITALY 2026
Quattro giorni per scoprire, degustare e immaginare il futuro degli spirits: dove i distillati incontrano le idee e nasce la nuova energia del bere

TESTO/WORDS
Elisa Berti
Nel 2026, a Vinitaly, il mondo degli spirits cambia pelle. Quella che per anni è stata un’area tematica si trasforma in qualcosa di nuovo: un vero side show, un evento dentro l’evento, con un’identità propria e un ritmo tutto suo. Non un semplice spazio espositivo, ma un luogo che vive di energia, di incontri e di scoperte e dove la qualità diventa emozione perché è sempre più importante proporre non solo il prodotto ma offrire esperienze immersive.
Non più solo mixology quindi, ma una celebrazione dei prodotti e degli ingredienti.
Distillati, liquori, vini fortificati e aromatici, hard seltzer, ready to drink, soft drink e ingredienti premium diventano i protagonisti di un racconto che mette al centro la nuova cultura del bere.
La mixology diventa un tema, non un confine: un filo conduttore che unisce ricerca, sperimentazione e contaminazione tra mondi diversi come un filo conduttore capace di unire ricerca, sperimentazione e contaminazione tra mondi diversi.
Tutto questo sarà reso possibile anche grazie a collaborazioni che apriranno le porte a nuove connessioni tra produttori, bartender e professionisti del settore, pronti a condividere &


idee, visioni e nuove tendenze. Dal 12 al 15 aprile 2026, Vinitaly ospiterà quattro giorni di masterclass, incontri, tasting e talk dedicati all’evoluzione degli spirits e alla cultura del gusto. Un laboratorio vivo, dove ogni prodotto diventa ispirazione e ogni ingrediente racconta una storia. Perché la mixology non è solo tecnica: è ricerca, equilibrio, intuizione. È la capacità di trasformare un sapore in emozione. E da Vinitaly 2026, questa emozione avrà una nuova casa.
VINITALY 2026: THE AREA DEDICATED TO THE WORLD OF SPIRITS CHANGES SKIN, A COMPLETE RENEWAL, INCLUDING ITS NAME
Four days to discover, taste, and imagine the future of spirits: where distillates meet ideas and a new energy of drinking is born
In 2026, at Vinitaly, the world of spirits changes skin. What for years has been a thematic area is now transforming
into something new — a true side show, an event within the event, with its own identity and rhythm. Not just an exhibition space, but a place brimming with energy, encounters, and discoveries, where quality turns into emotion — because it’s increasingly important to offer not just products but immersive experiences. No longer just about mixology, but a celebration of products and ingredients.
Distillates, liqueurs, fortified and aromatic wines, hard seltzers, ready-to-drink cocktails, soft drinks, and premium ingredients will become the stars of a narrative centered on the new culture of drinking.
Mixology becomes a theme, not a boundary — a common thread connecting research, experimentation, and cross-pollination among different worlds.
All of this will also be made possible through collaborations that will open doors to new connections among
producers, bartenders, and industry professionals ready to share ideas, visions, and emerging trends.
From April 12 to 15, 2026, Vinitaly will host four days of masterclasses, meetings, tastings, and talks dedicated to the evolution of spirits and the culture of taste.
A living laboratory where every
product becomes inspiration and every ingredient tells a story. Because mixology is not just technique — it’s research, balance, intuition.
It’s the ability to transform a flavor into emotion.
And starting with Vinitaly 2026, that emotion will have a new home.
Con Vinitaly.USA e il wine2wine Business Forum a Chicago, Vinitaly continua a rafforzare la propria presenza nel primo mercato mondiale per l’export del vino. Al Navy Pier si sono riunite oltre 250 aziende italiane e 1.500 buyer da Stati Uniti, Canada e Messico.
La rassegna ha segnato un passo avanti nell’espansione internazionale del brand, che dopo gli Stati Uniti ha fatto tappa in Giappone, Serbia, Albania, Thailandia e India, confermando la vocazione globale del vino italiano.
VINITALY LOOKS BEYOND BORDERS
With Vinitaly.USA and the wine2wine Business Forum in Chicago, Vinitaly continues to strengthen its presence in the world’s leading wine export market.
At the Navy Pier, over 250 Italian companies and 1,500 buyers from the United States, Canada, and Mexico gathered together. The event marked a step forward in the brand’s international expansion, which — after the United States — also stopped in Japan, Serbia, Albania, Thailand, and India, confirming the global vocation of Italian wine.
Di Giusy Carosella

Verona Fiere, dal 12 al 15 aprile 2026 www.vinitaly.com
MERANO WINE FESTIVAL
Merano, dal 7 all’11 novembre 2025 www.meranowinefestival.com
MILANO WHISKY FESTIVAL
Milano, dal 29 novembre al 1° dicembre 2025 Evento che riunisce i più importanti distributori e distillerie internazionali di whisky e rum, con oltre 4.000 etichette in degustazione, masterclass esclusive, aree collezionisti e possibilità di acquistare bottiglie rare e limited edition direttamente dagli espositori. www.whiskyfestival.it
WINE PARIS
Parigi, dal 9 all’ 11 febbraio 2026 www.event.wineparis-vinexpo. com
BEER&FOOD ATTRACTION
Quartiere Fieristico di Rimini, dal 15 al 17 febbraio 2026 www.beerandfoodattraction.it
SLOW WINE FAIR
BolognaFiere - dal 22 al 24 febbraio 2026 www.slowinefair.slowfood.it
PROWEIN
Dusseldorf, dal 15 al 17 marzo 2026 www.prowein.com
Fiera Milano Rho, dall’11 al 14 maggio 2026 www.mixologyexperience.it Ospitata all’interno di Tuttofood, l’edizione 2026 mette al centro il Beverage Pairing, nuovo terreno di dialogo tra food, mixology e retail. Oltre a masterclass, degustazioni e talk, la fiera offrirà esperienze immersive e la Mixology Week diffusa in città. In programma anche i Bartender.it Awards dedicati ad amari, gin, grappe e vermouth.
TUTTOFOOD
Milano, dall’11 al 14 maggio 2026 www.tuttofood.it
Centro Espositivo di Norimberga- dal 10 al 12 novembre 2026 Torna la fiera internazionale della filiera beverage. Con oltre 850 espositori, 9 padiglioni e 35.000 m², copre l’intera catena produttiva - dai materiali prime al confezionamento- con workshop, tasting e focus su innovazione, vino e startup. www.braubeviale.com
MERANO WINE FESTIVAL
Merano from 7 to 11 November 2025 www.meranowinefestival.com
MILAN WHISKY FESTIVAL
Milan, from 29 November to 1 December 2025
An event that brings together
the most important international whisky and rum distributors and distilleries, with over 4,000 labels available for tasting, exclusive masterclasses, areas for collectors and the opportunity to purchase rare and limited edition bottles directly from exhibitors. www.whiskyfestival.it
PARIS
Paris, 9 to 11 February 2026 www.event.wineparis-vinexpo. com
BEER&FOOD ATTRACTION
Rimini Exhibition Centre, from 15 to 17 February 2026 www.beerandfoodattraction.it
BolognaFiere – from 22 to 24 February 2026 www.slowinefair.slowfood.it
Dusseldorf, from 15 to 17 March 2026 www.prowein.com
Verona Exhibition Centre, from 12 to 15 April 2026 www.vinitaly.com
Fiera Milano Rho, from 11 to 14 May 2026
Hosted within Tuttofood, the 2026 edition focuses on Beverage Pairing, a new area of dialogue between food, mixology and retail. In addition to masterclasses, tastings and talks, the fair will offer immersive experiences and Mixology Week throughout the city. The Bartender.it Awards dedicated to bitters, gin, grappa and vermouth are also on the programme. www.mixologyexperience.it
Milan, from 11 to 14 May 2026 www.tuttofood.it
Nuremberg Exhibition Centre –10 to 12 November 2026
The international beverage industry trade fair is back. With over 850 exhibitors, 9 pavilions and 35.000 m², it covers the entire production chain - from raw materials to packagingwith workshops, tastings and a focus on innovation, wine and startups. www.braubeviale.com


Hydra Spirit Software è la soluzione completa per gestire produzione, commercializzazione e circolazione di prodotti alcolici soggetti ad accisa
Ne parliamo con Flavio Basso, CEO di Spazio Informatico.
Com’è nata l’idea di Hydra?
“Hydra Spirits Software è stato sviluppato per gestire e documentare tutte le
lavorazioni e i movimenti di prodotti alcolici soggetti ad accisa. Nato 30 anni fa grazie alla collaborazione con una distilleria del trevigiano, il software permetteva già nel ‘96 di automatizzare la stampa registri cartacei su
chiara ed intuitiva e per il servizio di assistenza sempre pronto e risolutivo. È proprio questa sinergia tra tecnologia accessibile e supporto professionale che rende Hydra una soluzione di riferimento per il settore. Nei prossimi anni continueremo ad accompagnare le aziende nel passaggio al progetto Re.Te. e alla telematizzazione del DAS Nazionale, prevista per gennaio 2027”. Siete attivi da oltre trent’anni: come ci si mantiene al passo con l’evoluzione del settore?
“La passione per il nostro lavoro ci ha permesso di comprendere a fondo le esigenze delle aziende, portandoci a sviluppare funzionalità mirate a ottimizzare i tempi e ridurre al minimo gli errori nella tenuta dei registri, nell’invio telematico, nella gestione dei documenti e in molte altre attività operative.
Un esempio concreto è la Certificazione IG Grappa e Brandy IT, il cui Piano dei Controlli impone una gestione rigorosa e puntuale della documentazione: abbiamo sviluppato un sistema avanzato che consente di standardizzare e centralizzare l’archiviazione di tutta la documentazione e renderla velocemente ritracciabile dai vari utenti in azienda. Inoltre, è possibile ottenere in automatico la compilazione delle Schede di Lavorazione e di Imbottigliamento”.
Quali sviluppi o nuove funzionalità vedete all’orizzonte per sostenere la transizione digitale nei prossimi anni?
“La sfida principale sarà dimostrare alle aziende il valore del progetto Re.Te. e i vantaggi concreti che ne derivano. Parallelamente, continueremo a lavorare per offrire una piattaforma gestionale in grado di integrare produzione, amministrazione e contabilità”.
moduli vidimati, con largo anticipo rispetto all’avvio della telematizzazione delle accise”. Quali sono gli aspetti di Hydra più apprezzati dai vostri clienti?
“I clienti scelgono il software Hydra per la sua interfaccia

SPAZIO INFORMATICO
info@spazioinformatico.com www.spazioinformatico.com

DS GLASS SRL e il vetro per i distillati
Nel mondo dei distillati, ogni dettaglio è frutto di scelte precise: dalla selezione delle materie prime, al processo di invecchiamento, fino alla presentazione finale del prodotto.
Ed è proprio in quest’ultima fase – spesso sottovalutata dal consumatore ma fondamentale per il produttore – che entra in gioco un elemento chiave: il contenitore in vetro.
Perché un distillato, per quanto eccellente, non può prescindere da un packaging che lo valorizzi, lo protegga e lo rappresenti nel modo giusto. È qui che DS GLASS SRL, azienda con sede ad Arzano (Napoli), si è ritagliata negli anni un ruolo da protagonista nel commercio di contenitori in vetro destinati all’industria alimentare e in particolare a quella delle bevande alcoliche di qualità.
Fondata su una solida esperienza e una conoscenza approfondita del mercato, DS GLASS SRL si propone come punto di riferimento per distillerie, imbottigliatori e aziende del settore beverage che cercano soluzioni affidabili, esteticamente curate e pronte per il mercato. L’azienda offre una vasta gamma di bottiglie e contenitori in vetro, selezionati in base agli standard più elevati di qualità, funzionalità e design Nel segmento dei distillati – che include whisky, rum, vodka, gin, grappe, liquori e spiriti artigianali – la bottiglia non è mai un semplice involucro. È un elemento identitario, spesso riconoscibile a colpo

d’occhio, capace di trasmettere valori come tradizione, artigianalità, eleganza o innovazione. Un buon packaging in vetro non solo protegge il prodotto, ma contribuisce attivamente alla sua percezione sul mercato.
DS GLASS SRL lo sa bene: per questo seleziona contenitori in vetro adatti a ogni esigenza produttiva e comunicativa, affiancando i clienti nella scelta delle soluzioni più coerenti con la propria immagine di marca.
Che si tratti di bottiglie classiche dal gusto tradizionale o di contenitori dallo stile moderno e minimalista, ogni proposta risponde a criteri precisi di resistenza, sicurezza alimentare e presentazione estetica.
Oltre all’ampio catalogo di modelli standard, l’azienda è in grado di fornire soluzioni personalizzate per quei brand che desiderano distinguersi anche attraverso la forma o il colore della bottiglia. Un servizio sempre più richiesto
soprattutto dai produttori artigianali e dalle distillerie boutique, in crescita sia sul mercato nazionale che internazionale. Il vetro resta il materiale d’elezione per il packaging dei distillati di qualità: è inerte, riciclabile al 100%, resistente e capace di conservare intatte le proprietà organolettiche del prodotto. DS GLASS SRL lavora solo con fornitori affidabili e certificati, garantendo elevati standard di sostenibilità ambientale e continuità nella fornitura.
Ma il vero punto di forza dell’azienda di Arzano è la capacità di combinare efficienza commerciale, servizio al cliente e flessibilità. Grazie a una struttura snella e dinamica, DS GLASS SRL riesce a rispondere rapidamente alle richieste del mercato, offrendo soluzioni logistiche e consulenziali a supporto di ogni fase del processo di acquisto.
In un settore sempre più competitivo, dove l’immagine del prodotto è parte integrante della sua strategia di vendita, scegliere
il contenitore giusto non è più un dettaglio, ma una leva di differenziazione fondamentale. Con DS GLASS SRL, il vetro diventa non solo una scelta tecnica, ma un vero alleato di marketing e identità. Dietro ogni grande distillato, c’è una bottiglia capace di raccontarlo.
E dietro quella bottiglia, spesso, c’è l’esperienza di chi ha saputo sceglierla con competenza e visione. Proprio come fa ogni giorno DS GLASS SRL.

DS GLASS S.R.L.
Via Sette Re 80022 Arzano (NA) Tel. +39 081 19168265 amministrazione@dsglass.it www.dsglass.it

Le distillerie italiane protagoniste di una filiera sempre più circolare e tracciabile
Il mondo dei distillati è sempre più attento ai principi di sostenibilità e all’impiego di tecnologie avanzate per migliorare le prestazioni produttive e la qualità del prodotto finale. Uno degli aspetti più interessanti riguarda la circolarità della filiera produttiva: le distillerie gestiscono gli scarti di cantina, vinacce, fecce e residui vegetali, trasformandoli in prodotti ad alto valore aggiunto come alcoli, acido tartarico, ammendanti e energia termica. Dai sottoprodotti della distillazione si generano inoltre biogas e biometano, utilizzati per alimentare parte degli impianti.
Secondo l’ultimo rapporto di sostenibilità di AssoDistil, la quota di energia autoprodotta risulta circa il doppio di quella acquistata, grazie all’impiego di biocombustibili e impianti fotovoltaici.



Francesca Granelli &
Anche il consumo idrico è costantemente monitorato: i processi di distillazione e di estrazione adottano sistemi di ricircolo e riduzione dei consumi, con un bilancio delle emissioni da biomasse quasi neutro. I materiali di confezionamento sono gestiti secondo logiche di recupero e riciclo: il vetro resta predominante, ma avanzano prototipi di bottiglie ecosostenibili. Alla sostenibilità ambientale si affianca quella sociale, con occupazione qualificata, welfare aziendale e un indotto di valore diffuso. Altro elemento che conferisce valore aggiunto al comparto è l’implementazione della tecnologia di processo, con strumenti in grado di monitorare costantemente le fasi produttive e garantire elevati standard qualitativi. Sempre più distillerie adottano sensori ambientali, sistemi di micro-ossigenazione controllata e monitoraggio
digitale di temperatura e umidità, per ottenere risultati costanti e ripetibili. Parallelamente cresce l’attenzione alla sostenibilità del legno, con l’utilizzo di foreste certificate e il recupero di botti rigenerate. Il legno rimane il protagonista dell’affinamento, ma la sua gestione è oggi più scientifica e controllata: tempi di maturazione e scelta dell’essenza lignea determinano il profilo sensoriale finale del distillato.
Il mercato mondiale di botti e fusti per vino e distillati supera i due miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo medio di circa +4,5%, spinto dalla ricerca di qualità e dal trend della premiumizzazione. Lo stesso principio si applica al packaging, parte integrante del prodotto e della sua identità: bottiglie alleggerite, vetro riciclato e materiali certificati con-




tribuiscono a ridurre emissioni e costi di trasporto. Le direttive europee sull’economia circolare promuovono una maggiore tracciabilità dei materiali e la valutazione dell’impatto ambientale dei processi. Negli ultimi cinque anni il settore europeo degli
spirits ha ridotto il peso medio delle bottiglie di oltre il 10%, con un risparmio complessivo di centinaia di tonnellate di CO2 Il design diventa sempre più funzionale e compatibile con linee automatizzate, mentre la sostenibilità si trasforma in valore
comunicativo: forma e materia raccontano l’impegno ambientale del produttore. Anche l’etichetta assume un ruolo tecnico e comunicativo: le tecnologie di stampa digitale consentono tirature brevi e personalizzate, mentre l’uso di materiali rici-
Sostenibilità, qualità e competitività delle distillerie si fondano sull’integrazione tra tecnologia e competenze, leve decisive per la crescita del settore distillati
clati e inchiostri a base d’acqua migliora la sostenibilità del processo. Sul fronte della sicurezza e tracciabilità, codici univoci, inchiostri invisibili e chip NFC garantiscono autenticità e trasparenza. Sempre più etichette rimandano a contenuti digitali, schede sensoriali e storytelling di filiera, in risposta alla crescente domanda di informazione da parte dei consumatori. Le chiusure si evolvono anch’esse in chiave eco e anti-manomissione, con soluzioni a basso impatto ambientale e ad alto controllo qualitativo.
La digitalizzazione sta trasformando profondamente il settore: software gestionali

e piattaforme IoT monitorano magazzino, tracciabilità, parametri di produzione e analisi sensoriale in tempo reale. In Europa, il mercato dei sistemi di gestione per distillerie ha raggiunto circa 370 milioni di dollari nel 2024, con una crescita prevista del 10,2% annuo fino al 2033, sostenuta dagli investimenti in tecnologia e dall’espansione del settore dei distillati artigianali. Paesi come Regno Unito, Germania e Francia guidano l’adozione, migliorando efficienza operativa, conformità normativa e coerenza del prodotto. L’integrazione di sistemi automatizzati consente di ridurre gli scarti, aumentare la prevedibilità sen-
soriale e rendere l’innovazione accessibile anche alle distillerie artigianali. Dalle botti al software, ogni innovazione contribuisce alla costruzione di un modello produttivo più efficiente, sicuro e sostenibile. La forza del settore dei distillati risiede nella capacità di integrare tradizione e tecnologia, trasformando la filiera dei fornitori in un vero motore di sviluppo. Non semplici esecutori, ma partner strategici, custodi di competenze tecniche, materiali innovativi e soluzioni digitali che consentono al settore di evolvere nel segno della qualità, della sicurezza e della responsabilità ambientale.


Il mercato tra luci e incertezze, in una fase in cui consumi e Horeca soffrono, mentre incombono i dazi. Le prospettive
Francesco
Carrubba &
’export italiano di spirits è cresciuto in modo importante nel tempo: vale 1,8 miliardi di euro al 2024, +187% rispetto a dieci anni fa, come dicono i dati dello studio di riferimento condotto da Nomisma per AssoDistil. Nel primo semestre del 2025, anno di sofferenza per le bevande, l’esportazione degli spiriti è calata del 2,8% rispetto ai primi sei mesi del 2024. Ci sono differenze: si riduce l’export di Grappa e di altri segmenti ma i liquori, prodotto di punta del made in Italy, segnano una crescita positiva. La premessa è che le esportazioni si concentrano in 3 aree geografiche, capaci di intercettare la gran parte dei volumi: il 59% dell’export italiano va nell’Unione Europea; seguono con un peso del 15%, alla pari, Nord America e Paesi europei non facenti parte dell’UE, con un ruolo di primissimo piano per Regno Unito e Svizzera. Intanto lo scenario macro-economico e demografico non è dei migliori. Gli italiani rinunciano ai consumi fuori casa. Infatti il canale Horeca - centrale per i consumi di spirits - fatica, impattando sui consumi complessivi di distillati, insieme alle tendenze dettate dalle nuove generazioni: bevono meno di quelle che le hanno precedute, fanno più attenzione ai prodotti che consumano per motivi salutistici e prediligono quindi quelli con un minor contenuto di alcol oppure i mixati. Ad incidere contribuirà inoltre l’effetto dei dazi statunitensi, ma gli spirits dovrebbero riuscire a salvaguardare il proprio status, in quanto prodotti di fascia medio-alta e con una forte awareness: i più colpiti saranno in primis i prodotti facilmente sostituibili con produzioni USA o di altri Paesi, ad esempio la pasta e le conserve di pomodoro. Di contro, per i prodotti premium ed ultra-premium e a minor grado di sostituibilità - tra cui alcune DOP di formaggi o vino, referenze di brand famosi e ben posizionati a scaffale come gli spirits
-, l’urto sarà inferiore. Quali sono le prospettive da qui al 2030? L’Italia si destreggia tra mercati consolidati come l’Europa ed emergenti, dal Sudamerica all’Asia. Se Premiumizzazione e diversificazione non sono trend passeggeri, il turismo fa da traino accanto alla digitalizzazione che avanza decisa.
The market between lights and uncertainties, in a phase where both consumption and the HoReCa channel are struggling, while tariffs loom. The outlook.
Italian spirits exports have grown significantly over time, reaching a value of €1.8 billion in 2024, an increase of 187%compared to ten years ago, according to data from the benchmark study conducted by Nomisma for AssoDistil.
In the first half of 2025, a challenging year for beverages overall, spirits exports fell by 2.8% compared to the same period in 2024. There are, however, some differences: exports of Grappa and other categories have declined, while liqueurs, a flagship product of Italian excellence, continue to show positive growth.
Italian spirits exports are mainly concentrated in three key geographic areas, which together account for the majority of volumes: 59% of Italian exports go to the European Union; followed by North America and non-EU European countries, each representing 15%, with the United Kingdom and Switzerland playing a leading role. Meanwhile, the macroeconomic and demographic outlook is less than favorable. Italians are cutting back on out-of-home consumption. The HoReCa channel—crucial for spirits consumption—is struggling, impacting overall demand. This is compounded by the behavior of younger generations, who drink less than their predecessors and are more conscious of what they consume for health reasons, preferring lower-alcohol or mixed drinks. Another factor at play is the impact of U.S. tariffs, although spirits are expected to maintain their position thanks to their mid-to-high-end status and strong brand awareness. The most affected will be products that can be easily replaced by U.S. or other countries’ production—such as pasta and canned tomatoes. On the other hand, premium and ultra-premium
products with low substitutability—including certain DOP cheeses, wines, and well-established spirits brands—should be less severely impacted. What are the prospects to 2030? Italy is balancing between consolidated markets such as Europe and emerging ones, from South America to Asia. If premiumization and diversification are not passing trends, tourism continues to act as a powerful driver, alongside the steady advance of digitalization.

L’Italia si destreggia tra mercati consolidati, l’Europa in primis, ed emergenti, dal Sudamerica all’Asia.
Se Premiumizzazione e diversificazione non sono trend passeggeri, il turismo resta centrale
Italy navigates between consolidated markets— Europe first and foremost—and emerging ones, from South America to Asia. If premiumization and diversification are here to stay, tourism remains central.
MERCATI E SCENARI FUTURI &
TESTO/WORDS
Francesco Carrubba
Consumi, dazi e nuovi Paesi: la fotografia di Emanuele Di Faustino di Nomisma.“Il turismo? Un volano. La Premiumizzazione? Resterà”
n bilico tra luci e ombre”. Descrive così la fase attuale dei distillati italiani Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria e Retail di Nomisma. Cosa dice il mercato?
“Ci sono cambiamenti nei modelli di consumo. Al pari di ciò che accade nel vino si riducono i consumi e cresce l’interesse per i prodotti no e low alcohol tra le generazioni più giovani e i consumatori di alcuni mercati esteri - Usa e Regno Unito in primis - ma si tratta ancora di una nicchia. Così come è un trend rilevante quello dei Ready to Drink che continua a registrare tassi di crescita notevoli”.
Quali leve di crescita ha l’Italia per distinguersi dai concorrenti?
“Il turismo è un volano, un po’ come accade nel vino. Gli
stranieri che vengono da noi amano frequentare ristoranti e bar e quindi consumano i nostri prodotti. Una volta tornati a casa, tendono a riacquistarli. Il comparto degli spirits si caratterizza inoltre per player con brand e prodotti famosi in tutto il mondo: questo ci aiuta. Dal Limoncello alla Grappa, sono ambasciatori del made in Italy nel mondo. Ci distinguono inoltre territorialità e tradizione.
Tra liquori e grappe, abbiamo eccellenze in ogni regione: è un punto di forza”.
La Premiumizzazione è strutturale?
“Resterà, anche in virtù del fatto che si beve di meno ma con maggiore qualità. Le bevande spiritose non vengono consumate tutti i giorni ma in deter-

minate occasioni, magari dopo i pasti o per l’aperitivo. Quindi il consumatore è disposto a spendere di più, anche se tutto va contestualizzato con l’attuale scenario che sta vivendo il Paese: i consumi sono ancora dettati dalla necessità e dalla salvaguardia del portafoglio”. I dazi pesano?
“Gli Stati Uniti sono un mercato importante per gli spirits: intercettano il 13% del nostro export, secondo solo alla Germania che segna il 21%”. Quali sono i mercati più promettenti?
NOMISMA: “THE MARKET? FRAGILE, YET FULL OF OPPORTUNITY”
Consumption, tariffs, and new markets: the analysis of Emanuele Di Faustino
“Tourism? A driving force. Premiumization? It’s here to stay.”
A market “poised between light and shadow.” “There are clear shifts in consumption patterns,” explains Emanuele Di Faustino, Head of Industry and Retail at Nomisma.
“Tra quelli che sono cresciuti di più negli ultimi anni c’è l’America Latina. Tuttavia negli ultimi anni sono aumentate le esportazioni verso il Medio Oriente dove il prodotto non è destinato alla popolazione locale: è trainato più che altro dal turismo internazionale e dagli expat che vivono in quelle aree. Poi ci sono l’Asia - il Far East e la Cina in primo luogo - e l’Australia”.

Tra i mercati che sono cresciuti di più negli ultimi anni c’è l’America Latina. Tuttavia negli ultimi anni è aumentato l’export verso il Medio Oriente. Poi l’Asia - il Far East e la Cina in primo luogo - e l’Australia
“Among the markets that have grown the most in recent years is Latin America. However, exports to the Middle East have also increased in the past few years. Then there’s Asia — with the Far East and China leading the way — and Australia.”
What Does the Market Say?
“There are changes in consumption patterns. As in the wine sector, overall consumption is declining, while interest in noand lowalcohol products is growing among younger generations and consumers in certain foreign markets—primarily the U.S. and the U.K.—although it still remains a niche segment. Equally significant is the Ready to Drink trend, which continues to record remarkable growth rates.”
What Growth Levers Can Italy Use to Stand Out from Competitors?
“Tourism is a key driver, much like in the wine industry. Foreign visitors who come to Italy love dining out in our restaurants and bars, and in doing so, they consume our products. Once they return
Spesa delle famiglie per consumi finali Numeri indice: 2019=100, valori destagionalizzati e costanti
home, they tend to purchase them again.
The spirits sector is also characterized by players with globally recognized brands and products—this is a great advantage. From Limoncello to Grappa, these are true ambassadors of Made in Italy around the world. What further distinguishes us are our strong regional identities and traditions. Between liqueurs and grappas, we have outstanding products in every region—this is one of our key strengths.”
Is Premiumization Here to Stay?
“It will remain, largely because people are drinking less but drinking better. Spirits are not consumed daily, but on specific occasions—perhaps after a meal or as an aperitif. Therefore, consumers are willing to spend more, even if everything must be viewed in the context of the


country’s current economic climate: consumption is still influenced by necessity and the need to safeguard household budgets.”
Do Tariffs Have an Impact?
“The United States is a crucial market for spirits, accounting for 13% of our exports—second only to Germany, which holds 21%.”
Which Markets Are the Most Promising?
“Among those that have grown the most in recent years is Latin America. However, exports have also increased toward the Middle East, where products are not aimed at the local population but rather driven by international tourism and expatriate communities living in the region. Then there’s Asia—with the Far East and China at the forefront—as well as Australia.”
Innovare il settore partendo dalle radici è la via per sostenere il mercato e alimentare la cultura tra tensioni globali

TESTO
Francesco Carrubba
Come evolverà l’universo dei distillati? È la domanda che rivolgiamo ora dopo aver fotografato i numeri, le istituzioni, le aziende, le realtà emergenti, la mixology, la competenza tecnica e gli scenari. È il momento di indagare l’orizzonte delle prossime stagioni. Per rispondere al quesito, il mondo degli spirits conta su due solidi punti di partenza solidi: può attingere alle antiche radici della tradizione ma allo stesso tempo può far leva sulla spinta innovativa del comparto, per incontrare i gusti delle nuove generazioni e le frastagliate esigenze del mercato. Quest’ultimo, per quanto concerne gli spiriti, risulta tutto sommato in buona salute nonostante le incertezze che tuttora attraversano un contesto storico segnato da forti tensioni geopolitiche e conflitti internazionali. Il 2025, sulla scia del 2024, si conferma un’annata di transizione fra incertezze globali e cambiamenti negli stili di consumo. Nel frattempo chi sceglie un distillato continua a cercare autenticità ma anche sorpresa. Per attraversare le correnti instabili del quadro globale, che non favoriscono la serenità delle vie del commercio, il settore deve saper tessere vele inedite senza strappare il tessuto della propria storia. La sfida è preservare e rinnovare l’identità lungo i binari dell’evoluzione, senza voltare le spalle al faro della tradizione, come ci ha illustrato in queste pa-
Per attraversare correnti instabili, che non favoriscono la serenità delle vie del commercio, il comparto degli spirits deve saper tessere vele inedite, senza strappare il tessuto della propria storia
To navigate unstable currents that challenge the serenity of global trade routes, the spirits industry must learn to weave new sails without tearing the fabric of its history

gine AssoDistil. Un’altra strada da seguire con convinzione è quella della formazione, come ha spiegato Anag, per alimentare la conoscenza del segmento, la cultura della degustazione e l’interesse dei giovani. Intanto il riconoscimento del Consorzio Nazionale Grappa da parte del Masaf segna una svolta storica: per la prima volta, una bevanda spiritosa a Indicazione Geografica ottiene un proprio organismo di tutela.
E allora in generale l’internazionalizzazione, la sostenibilità, la creatività e il capitale umano rappresentano i vettori su cui investire. Ancora una volta, dal nostro osservatorio, I Grandi Distillati conferma l’impegno a raccontare l’intero settore e dà spazio a chi lo guida, lo trasforma e lo vive quotidianamente, invitando lettori e lettrici a partecipare attivamente a questa visione.
Innovating from the roots is the key to sustaining the market and nurturing culture amid global tensions
How will the world of spirits evolve? This is the question we ask now, after having explored the numbers, institutions, companies, emerging players, mixology, technical expertise, and market outlook. It is time to investigate what lies ahead in the coming seasons.
To answer this question, the spirits industry can rely on two solid foundations: it can draw on its ancient roots and traditions, while at the same time embracing the innovative drive of the sector to meet the tastes of new generations and the changing demands of the market.
The latter, when it comes to
spirits, remains in relatively good health despite the uncertainties of a historical moment marked by strong geopolitical tensions and international conflicts. 2025, following in the footsteps of 2024, confirms itself as a year of transition, between global instability and shifts in consumer habits. In the meantime, those who choose a spirit continue to seek authenticity—but also surprise. To navigate the unstable currents of the global landscape, which hardly favor calm trade routes, the industry must learn to weave new sails without tearing the fabric of its history. The challenge is to preserve and renew its identity along the path of evolution, without turning its back on the guiding light of tradition, as highlighted in these pages by AssoDistil. Another key direction, as
Anag has emphasized, lies in education and training— essential tools to foster knowledge of the sector, a culture of tasting, and the interest of younger generations. Meanwhile, the official recognition of the Corsorzio Nazionale della Grappa by Masaf marks a historic turning point: for the first time, a spirit with Geographical Indicationstatus gains its own dedicated protection body. Overall, internationalization, sustainability, creativity, and human capital remain the driving forces worth investing in. Once again, from our editorial perspective, I Grandi Distillati reaffirms its commitment to telling the story of the entire sector—giving voice to those who lead it, shape it, and live it every day—while inviting readers to take an active part in this shared vision.










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