Stefanelli primo classificato concorso pittura byron 2016

Page 1

Claudio Stefanelli

Metamorfica



A.rte

image 2016

Claudio Stefanelli Metamorfica


Questa monografia è dedicata all’Artista Claudio Stefanelli, come Primo Premio al

Concorso Arte Contemporanea Premio Città di Terni “G.L.G. Byron” 12 a Edizione 2016 Direttore artistico: Boccolini Anna Rita Giuria: Dott.ssa Fulvia Pennetti, Funzionario del Comune di Terni Dott.ssa Elisa Polidori, Storico e Critico d’Arte Prof. Francesco Santaniello, Critico d’Arte Dott.ssa Claudia Sensi, Giornalista e Critico d’Arte Mostra Arte Contemporanea 21 ottobre - 1° novembre 2016 Museo Diocesano - Terni Curatrice Mostra e Catalogo: Anna Rita Boccolini Segretaria di redazione: Loriana Baldoni Critico d’Arte: Claudia Sensi Redazione: Barbara Bartolucci Laura Bertolini Federica Federici Servizi fotografici: Paolo Bertolini Progetto grafico e impaginazione: Emilio Trentanni Copertina: Studio grafitre

.

In copertina: Claudio Stefanelli - Il prediletto Giovanni - tecnica mista 130x100 Opera Prima classificata Con il

Patrocinio del Presidente del Senato della Repubblica Italiana


Reinterpretazione del dato astratto e informale

C

laudio Stefanelli: Per la straordinaria e personalissima reinterpretazione del dato astratto e informale, per la sapiente modellazione delle velature che creano delle vere e proprie sculture ottiche, in un’atmosfera onirica e rarefatta le sue figure sembrano muoversi in nebulosi e sottili strati di veli dai colori tenui e ben accordati. Per tali presupposti Claudio Stefanelli con l’opera “Il prediletto Giovanni”, si aggiudica il primo posto. Elisa Polidori Storico e Critico d’Arte

Sperimentazione materica e dai ricercati effetti cromatici

L

a pittura di Claudio Stefanelli trae origine e forza dalla sperimentazione materica e dai ricercati effetti cromatici. L’armonia compositiva dell’opera intitolata “Il prediletto Giovanni” è data dai delicati passaggi cromatici, dalle trasparenze e dai trapassi tonali del colore. Tali effetti cromatici, inoltre, sono rafforzati dall’inserimento di materie extrapittoriche che movimentano le superfici. Francesco Santaniello Critico d’Arte

5


Sapienza tecnica coniugata a precise istanze concettuali

U

na tessitura pittorica di gusto informale nella quale è intuibile una matrice figurativa, raffinate armonie cromatiche che tratteggiano una dimensione poetica sottilmente emotiva, esiti formali di grande suggestione. Claudio Stefanelli propone una situazione evocativa determinata dalla luce con una resa lirica in serrato colloquio con il sentimento. Gli effetti visivi si esaltano in uno spazio dinamico mediante la vibrazione cromatica che evidenzia una precisa sensibilitĂ emotiva. La modalitĂ espressiva di Claudio Stefanelli si sostanzia di sapienza tecnica coniugata a precise istanze concettuali che rifuggono soluzioni meramente edoniste. Claudia Sensi Critico d’Arte e Giornalista

6


Fiori - 1969 - cm. 28x23

7


Palude - 1969 - cm. 25x35

8


Fiori - 1970 - cm. 100x130

9


Fiori secchi - 1970 - cm. 48x78 (Primo premio “LA TAVOLOZZA D'ORO”)

10


1970 - Ospiti alla prima mostra personale

11


1970

Il Ministro Giacinto Bosco in visita alla mostra

12


Taccuino Toscano di

Daniele Piombi Il Tirreno - settembre 1970

Pescia ha ospitato in occasione della Biennale del Fiore mostre e presentazioni di altro genere. Fra le mostre di pittura più seguite e più visitate quella di un giovane personalissimo ed originale artista di Pescia, Claudio Stefanelli. Appena ventun anni, alla sua prima personale. Claudio Stefanelli nato a Lecce ma subito trasferitosi a Pescia, ha frequentato l’Istituto d’Arte prima a Lucca poi a Pistoia e si è ora iscritto alla Accademia di Belle Arti di Firenze. Alle pareti della piccola sala che ha accolto una quindicina di sue “opere prime” appesi gli originali pannelli interessanti proprio per quella pasta materica che si amalgama con i toni bruni e bianchi. Stefanelli infatti lavora in rilievo; sono foglie secche e fiori, cespugli di palude, rose e cartocci, ancora fiori e nature di sottobosco che spiccano dalle tele nella loro consistenza di carta e stucco; il tutto elaborato e amalgamato, come scrive il prof. Bassi nel depliant di presentazione, con una certa raffinatezza cromatica e composta con altrettanto certa “malizia” che suggeriscono al primo incontro una piacevole sensazione per il buon livello che alcuni pezzi hanno in sè. Da profano ma già ammiratore, non posso far altro che fare i migliori auguri all’amico pittore Claudio Stefanelli di Pescia. Intanto Gloria Cristian ed io ci siamo comprati due suoi quadri.

13


Senza titolo - 1972 - cm. 55x50

14


Omaggio al prof. G. C. Pupilli - 1973 - cm. 80x110

15


Fiori - 1974 - cm. 70x90

16


Autoritratto - 1974 - cm. 70x50

17


Cartoccio - 1974 - cm 60x90

18


Monumento vegetale - 1974 - cm. 100x70

19


1) Parco Monumentale di Pinocchio - Collodi - L'epilogo della fiaba - 1975 - cm. 280x650

20


Maternità -1976 - cm. 130x90

21


Maternità - 1977 - acquaforte - cm. 17,5x12,5

22


Figure sedute - 1977 - cm. 110x90

23


Figure - 1977 - cm. 88x120

24


Figura seduta - 1979 - cm. 100x70

25


Clochard - 1981- cm. 100x70

26


Fusione - 1982 - cm. 90x120

27


2) Museo d'arte Moderna di Turania - Anna - 1983 - cm. 120x90

28


Abbraccio di forme - 1984 - cm. 95x130

29


Umberto G. Tessari 1984

Pittore colto dotato di capacità espressive considerevoli. Claudio Stefanelli è interessato ad un genere astratto di pittura in cui l’aspetto grave della materia plasticizza le idee matrici e dispone ad una lettura comparativa delle opere. Carnosi frammenti appartenenti al mistero di oggetti senza nome, ma presenti come intuizione ed emozione, sembrano nascere all’improvviso dal profondo di un mare fantastico dove il tempo e la memoria ricompongono il magico delle forme germinali.

Il vecchio e la bambina - 1985 - cm. 110x90 - (Primo premio di pittura “OSCARMUVIN”)

30


Lei -1985 - cm. 116x87

31


Remo Brindisi 1985 Capita andare nelle Puglie e trovarsi impastati con l’argilla informale e con le immagini figurali da indovinare fra le tufacee giallastre di un territorio ai quali le antiche tecniche dell’uomo ora vivono ai margini. Queste sensazioni le ho ritrovate nei quadri di Claudio Stefanelli, di origine di quelle parti. Per me convinto di trovare ogni uomo con il fardello sulle spalle per trascinarlo per il mondo, è facile vedervi un rapporto etnico tra il lavoro di Stefanelli e la terra dalla quale queste origini provengono. Come dire che la civiltà culturale nella pietraia lascia ogni pretesa estetica e storica per quelle rivendicazioni dell’artista per una sofferta autonomia sulla invenzione e nello spazio da riempire con i propri valori umani. Dire che la già troppa estetizzazione nelle figure di Stefanelli portano a pensare che proprio quel riferimento etnico avrà più ascolto che però, tuttavia, le sue istanze, ora appena iniziate, vogliono una maggiore frequentazione nei luoghi ispirativi per diventare concreta storia di opere e di riflessioni morali. Il mondo dell’uomo si va sempre più rarefacendosi della scienza e quanto più l’uomo si forma ad immagine naturale tanto più l’arte se ne avvantaggerà a conclusione di una genesi di grandi tensioni spirituali. Dire che la già troppa estetizzazione nelle figure di Stefanelli portano a pensare che proprio quel riferimento etnico avrà più ascolto che però, tuttavia, le sue istanze, ora appena iniziate, vogliono una maggiore frequentazione nei luoghi ispirativi per diventare concreta storia di opere e di riflessioni morali. Grande forma - 1985 - cm.240x140

32


Rino Boccaccini 1985 Arrivare ad esporre al Museo Alternativo "Remo Brindisi" è senz’altro un traguardo di grande prestigio per un artista. Stefanelli c'è arrivato con pieno merito e con un concorso di pubblico veramente imponente ed attento. “Pittore di cultura” come l’ha definito lapidariamente il M.° Brindisi - Stefanelli presenta una straordinaria, significante serie di “forme” attraverso le quali emerge, vibrante e lirico, il senso del meditativo e del contemplativo insieme, ma mai dell’incubo o del mistero. In ognuna di queste forme, sia essa intonata ad una maternità, ad una figura di donna con cappello o anche ad una patetica figurazione delle due generazioni - il vecchio e il giovane - vi si scorge l’impegno dell’indagine, la misura dell’interpretazione, la pensosità contenutistica, la preziosità disegnativa, ma anche la sottile e sempre pregnante umanizzazione degli accenti che si levano e si confondono nell’armonia dell’atmosfera, voluta, sentita in profondità dall’artista. Un discorso nuovo, squisitamente originale, quello proposto da Claudio Stefanelli, ma con solidità di base e piena rispondenza di clima e di sentimenti. Forma in danza - 1985 - cm. 100x70

33


Abbraccio - 1987 - cm.100x60

34


Forma - 1987 - cm. 120x100

35


Figura seduta - 1992 - cm. 118x88

36


7) Figura - 1994 - cm. 140x90

37


Forma - 1997 - cm. 100x70

38


Pittoscultura - 1999 - cm. 90x60

39


Denim - 2000 - cm. 130x170

40


5) Opera in quattro atti - 2003 - cm. 100x100

41


Forma sensibile a variazioni di color ruggine - 2003 - cm. 95x190

42


Sfumature su variazioni di color rosso - 2003 - cm. 95x95

43


9) Forma sensibile su variazioni di grigio-azzurro chiaro - 2005 - cm.195x100

44


8) Forma sensibile su fondo grigio-rosa antico - 2008 - cm. 103x103

45


Eraldo di Vita Claudio Stefanelli è un caso a parte nel panorama dell’arte contemporanea. Non esiste un caso al mondo in cui pittura, scultura, formale, informale, astratto, figurativo, popart e bodyart siano così insieme amalgamati. Le immagini che Stefanelli trasferisce nella tela sembrano nascere dalle viscere della terra come Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre: figure che si muovono sotto un telo di lino stropicciato, come le luci e le ombre che ne scaturiscono, che stanno per uscire dalla placenta nella quale hanno vissuto fino ad ora, per venire alla luce ed iniziare il loro cammino nella vita. Le figure, le nature, le forme sembrano abbracciarsi in un interminabile amplesso. Claudio Stefanelli è al di fuori di ogni classificazione logica e con la sua opera fa una specie di “rivoluzione linguistica strutturale” ridefinendo il modo di fare arte, che diventa tensione spirituale. Questo artista sente l’esigenza dell’illusione tridimensionale dell’opera e la realizza con questo intento, confermando ancora una volta la complementarietà tra formale e informale, astratto e figurativo. Claudio Stefanelli ha oltrepassato con la sua arte la “cultura della contrapposizione” e l’opposizione astratto-figurativo che caratterizzava l’arte del passato, superando ogni idea di conflitto e concependo il proprio astrattismo in termini figurativi, poichè è vero che dietro ogni astrazione vi è figurazione e che la figurazione è sempre un elemento di vulnerabilità all’interno dell’astrazione. Opere come “Natura morta” del 1970 1° premio al concorso nazionale la Tavolozza d’Oro, oppure “Pinocchio, l’epilogo della fiaba” (Collezione pubblica del Parco Monumentale di Pinocchio a Collodi), ci fanno capire la poliedricità artistica di Claudio Stefanelli e come i suoi lavori siano esempi di simbiosi fra concettualità, astrazione, figurazione ed emotività ed esprimono quanto linguistica si possa trovare in opere che prendono corpo attraverso un razionale processo di formalizzazione. La luce, la profondità, le relazioni fra forma e colore, gli spessori, le trame, le ombre sono tutti elementi che pongono l’accento sul concetto di bellezza e di qualità della pittura, al cui interno convivono realtà diverse. In conclusione le opere di Claudio Stefanelli non appartengono né al mondo puramente astratto né a quello reale, ma sono da collocarsi in uno spazio del divenire, non ancora completamente scoperto e analizzato. Esse alludono ad una reale trasformazione del mondo di fare arte. da: EUROARTE - anno XI° - numero 3 - novembre-dicembre 2008.

46


Forma sensibile a tonalità varie - 2009 - cm. 101x101

47


Forma sensibile a variazioni di color terra di siena bruciata - 2009 - cm.95x65

48


Gemma cosmica - 2010 - cm. 180X150

49


Integration - 2010 - cm. 120x100

50


La rosa nera - 2010 - cm. 60x90

51


Il prediletto Giovanni - 2011 - cm. 130x100 Primo Premio Concorso Arte Contemporanea Premio Città di Terni “G.L.G. Byron” - 12a Edizione 2016

52


Forma sensibile a vari colori - 2012 - cm. 130x90

53


Forma sensibile su fondo rosa - 2012 - cm. 65x50

54


Forma sensibile su fondo grigio-rosa antico - 2012 - cm. 45x55

55


Ecce homo - 2015 - cm. 200x115

56


Forma sensibile al color grigio - 2015 - cm. 50x50

57


Materia sensibile a variazioni dei colori ocra gialla-rossa-ombra - 2015 - cm. 130x100

58


Forma sensibile al color azzurro - 2015 - cm. 50x50

59


Forma sensibile ai colori rosso e nero - 2016 - cm. 110x90

60


Forma in blu - 2016 - cm. 100x100

61


Riciclaggio in ocra rossa e gialla - 2016 - cm. 68x55

62


Riciclaggio in blu - 2016 - cm. 25x25

63


Riciclaggio in grigio - 2016 - cm. 42x40

64


Marziano Almaviva

“...Diversamente, e altrove, abbiamo la condizione di chi esprime il suo disappunto esistenziale nelle modalità limitate alla convenzione in campo artistico: infrange il canone, sovverte le regole. Ma tutto ciò, per quanto sia apprezzabile o condivisibile, non può avere in quanto tale il valore dirimente e condizionante che assume l’atto o il processo rivoluzionario. D’altra parte la referenzialità, nel suo aspetto più immediato come figurazione, rappresenta anche il significato di un limite che l’operare artistico riconosce quando rifiuta le poetiche incentrate sull’assoluta centralità di un soggetto che nella sua pretesa iconoclastia affida all’informe l’espressione della sua (forse presunta) esclusività. Se l’attenzione deve essere posta anche sulla prassi, sull’azione che si qualifica anche in relazione ad un limite che si impone a prescindere dalle nostre istanze e, soprattutto, dalle eventuali dichiarazioni di poetica. E in questi casi il compromesso o la sintesi non hanno senso. Se può apparire riduttivo o strumentale il richiamo ad un’arte che si fa innanzitutto con le mani, pur sempre si tratta di un monito necessario che rimanda al limite della materia, al processo formativo di un manufatto che non è mai il puro trasferimento di una generica idealità al dato delle cose ma richiede il confronto stretto con un’artigianalità che si fa costante, persistente nel tempo. È sotto questo aspetto che bisogna riconsiderare l’agire di Stefanelli, a partire dal momento germinativo della sua arte fatto di quelle prime concrezioni tufacee che si sono riproposte lungo la linea costante di variazioni lente e mai discontinue. Se l’operare metamorfico dell’artista riflette tutta la processualità che dal piano dell’esteticità si condensa nel manufatto d’arte, in questo caso, la persistenza e la costanza della produzione artistica di Stefanelli esprimono una solidità strutturale nei cui confronti il cambiamento per essere accolto necessita di buone e fondate ragioni. Al contrario, prevale la conferma, la presenza di una collezione di opere (Metamorfica) per le quali il divenire, lento e inevitabile, riguarda processi lunghi e non sempre facilmente percettibili, conformi nella loro analogia a trasformazioni litogenetiche, metamorfiche appunto, che agiscono in profondità prima ancora che destabilizzare l’apparenza delle cose”.

Aprile 2016

65


Riciclaggio - 2016 - cm. 100x100

66


Biografia CLAUDIO STEFANELLI, diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1973 seguendo i corsi dei professori Breddo e Loffredo. Ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di materie artistiche. È risultato vincitore del primo premio nazionale de “La Tavolozza d’Oro” e di “Oscarmuvin”. L’artista ha effettuato numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, fra le quali ricordiamo quella alla Fondazione Museo Remo Brindisi, la partecipazione alla prima Biennale Città di Gallipoli e la collettiva della “Giovane Arte Italiana” a Lido di Spina. Negli anni Novanta le opere che hanno caratterizzato il suo ventennale percorso artistico, hanno costituito una mostra itinerante dal titolo “Dalle nature morte alle forme” che è stata ospitata in varie città tedesche della Westfalia a partire da Unna (Hellweg Museum) poi a Munster (Geleria Horten) poi a Ludenscheid, Bochum, Bielefeld ecc. La stessa mostra, rientrata in Italia, è stata ospitata nel suggestivo scenario del Castello di Buggiano in Toscana. Dal 1983 al 1992 ha alternato la sua attività artistica con l’incarico presso il Comune di Pescia di Conservatore dei Civici Musei e dal 1992 al 2015 con la funzione di Direttore. Fra le sue recenti esposizioni sono da ricordare la personale alla Gold Smith Gallery USA (Boston), quelle virtuali organizzate da Web Art Magazine e ART-ARTE, la partecipazione a Opeen Art Code presso l’Auditorium Ranieri III di Montecarlo Principato di Monaco, quella presso la Galleria OXO di Londra, ultimamente a Bruxelles presso la Galleria Napiorkowsca e alla Pinacoteca Civica di Vignole Borbera.

L'Ammiraglio Gino Birindelli in visita alla seconda personale di Stefanelli nel 1972

Claudio Stefanelli Via dei Cardellini 10 51017 PESCIA (PT) E-mail: claudio.stefanelli49@gmail.com

Claudio Stefanelli

67



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.