Giuseppe Mannoni, primo classificato concorso pittura narni 2016

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Giuseppe Mannoni Tra il reale e il fantastico



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Giuseppe Mannoni Tra il reale e il fantastico


Questa monografia è stata stampata in occasione del Premio Copertina Città di Narni - 2016 VIII Edizione Concorso di Pittura Direttore artistico: Prof. Giovanni Faccenda, Critico d’Arte Giuria: Dott. Mauro Civai, Critico D’Arte Dott.ssa Claudia Sensi, Giornalista e Critico D’Arte Vincitore del 1° Premio: Giuseppe Mannoni Mostra di Pittura: 16 aprile -15 maggio 2016 Museo della Città e del Territorio - Palazzo Eroli - Narni Curatrice Mostra e Catalogo: Anna Rita Boccolini Segretaria di redazione: Loriana Baldoni Critico d’Arte: Claudia Sensi Redazione: Barbara Bartolucci Laura Bertolini Federica Federici Servizi fotografici: Paolo Bertolini Progetto grafico e impaginazione: Emilio Trentanni Copertina: Studio grafitre

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Giuseppe Mannoni - residente in via Ernesto Nathan 102 - 00146 Roma Studio: Via del Casale di S. Angelo 1395 - 00054 Fiumicino RM Mail: Giuseppe-mannoni@libero.it www.Artemannoni.it tel. 06 55265607 - cell. 3407809273

In copertina: Giuseppe Mannoni - Fontana di Trevi - olio su tela - cm 140x120


L’arte accresce la vitalità dell’uomo di Giovanni Di Michele In un pensiero di Giacomo Leopardi trovo l’essenza di quanto vorrei dire del personaggio e dell’artista Giuseppe Mannoni: "L’arte accresce la vitalità dell’uomo". Conoscendo fin dalle origini il processo pittorico del Mannoni - ne posseggo un quadro di quando aveva 16 anni e poi altri cinque delle varie fasi della sua e mia vita - e studiando più a fondo il suo cammino di uomo e di pittore, ritengo l’idea di Leopardi sull’arte quanto mai adatta alla personalità del Mannoni. Infatti nella sua arte pittorica egli traduce tutta la vitalità della propria personalità, timida e riservata all’estemo, vivace, creativa e, oserei dire, vulcanica, nella profondità del suo essere. L’uomo interiore, saggio, riflessivo e discreto diventa, nella produzione artistica, quasi temerario, imprudente, esplosivo. Due nature, due personalità? Oppure una personalità che nell’azione traduce tutta la ricchezza della sua capacità contemplativa della vita, dell’amore, delle persone e delle cose? Chi conosce l’uomo, Pino per i familiari, sa di quante idee, di quanta fecondità di interessi e di attività è costellata tutta la sua vita di marito, di padre, di artigiano del libro, di costruttore - operaio in proprio, e quindi di artista. La sua personalità la si ritrova tutta e la si scopre forse appieno nella poliedricità della sua arte pittorica: pittura difficile da descrivere in parole, molto più facile studiarla e scoprirla in questa prima raccolta, davvero ricca, soprattutto per la diversità della produzione, che viene fuori prepotente da ogni quadro che qui si ha la possibilità di ammirare e contemplare nella sua completezza. La pittura del Mannoni non è monocorde: è variegata, diversa, anticonformista per certi accostamenti audaci. Passato, presente... ma anche futuro. Certa critica all’arsura e all’aridità del tempo che viviamo e soprattutto vivremo, è descritta magistralmente e drammaticamente in quadri apocalittici dove, alcuni personaggi, il vecchio ad esempio, (oh, il tema del vecchio!) va incontro al vuoto umano, tra le ciminiere sbuffanti smog e vuoto esistenziale. Dalla laudabilis passio di certi nudi (femminili soprattutto) e clown umanissimi, l’artista esprime una grande passione per le realtà belle della vita, si passa a immagini in cui viene descritta la totale mancanza di humanitas in questa nostra società disumana, priva di ogni genere di vita interiore e relazionale: temi e messaggi di infinita valenza esistenziale. Nella pittura del nostro artista i segni hanno un valore determinato, di messaggio appunto, non esprimono il vago e l’indefinito. Piace al nostro pittore l’imitazione dell’uomo e delle sue passioni: oltre ai nudi femminili e maschili in genere, come si è detto, si contemplino i volti pensosi, scavati, affranti, sbigottiti, sorpresi e spauriti dei più svariati personaggi; adolescenti, giovani, anziani e clown. Molti, moltissimi i pagliacci. Mi sono chiesto il perché: ho trovato una possibile risposta accostando il tema del clown a quello della maschera e dell’uomo solo, in questa società della tecnica che vede l’essere umano solamente come funzione, per poi abbandonarlo totalmente all’estraneazione, in città e fabbriche spettrali dove la persona è assente perché non esiste più. Il nichilismo della tecnica ha messo in gioco l’essere stesso dell’uomo e questi ha perso la sua battaglia. Nella società della tecnica l’uomo non trova più la sua individuazione. Questo dissolvimento dell’individuo il Mannoni lo descrive con una spettralità sconvolgente. Più ancora che omologato l’essere unano è annientato: in certi quadri il dramma è attinto appieno.

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Una padronanza assoluta della materia di Italo Marucci Nelle sue opere Giuseppe Mannoni rivela sempre una padronanza assoluta della materia: le sue superfici sono impeccabili, i pieni si succedono in modo estremamente ingegnoso; egli tende a liberare le forme dall’esterno piuttosto che crearle dall’interno. Penso che Mannoni agli inizi fosse alla ricerca di forme (intese come costruzioni architettoniche) che non avessero un rapporto diverso con l’immagine, ed è riuscito ad inserirsi nell’ambiente dei pittori fantastici, dopo aver definitivamente abbandonato l’immagine tradizionale, esprimendosi con costruzioni architettoniche sia di esterni che di interni, che egli associa per via surreale: l’atmosfera surreale che avvolge le sue opere è ricca di gamme cromatiche spesso tenui, per cui il magma fantastico agisce in modo positivo sulla situazione percettiva delle forme. Attualmente Giuseppe Mannoni è riuscito, dopo aver selezionato i colori e maggiormente approfondito le forme, a rendere più vivo il suo discorso. Innanzi tutto la visione appare più chiara, la sua suddivisione più intensa da un punto di vista prospettico. Naturalmente egli è all’inizio di una libertà che gradualmente gli darà ottimi risultati, sia sul piano della verifica, che su quello dell’impostazione. La sua pittura si basa sostanzialmente su dati di figuratività fantastica, e su una luce ed uno spazio mentali, sorretti e governati da costruzioni legate ad una geometria non euclidea. Mannoni propone soluzioni architettoniche le cui scansioni siano graduate sulla luce, e dove gli elementi spaziali non siano solo ripartizioni di aree disposte in alternativa, ma agiscono da guida agli spostamenti cromatici di tipo chiarista. La pittura di Giuseppe Mannoni è caratterizzata da un rigore stilistico e da una calda partecipazione umana; la fantasia compositiva, aperta alla pacatezza dei colori piatti, esclude ogni ricerca manieristica, ogni surrogato dell’intelligenza; la sensibilità trasfigurante del pittore nasce dall’intuizione, oltre che dalla cultura; le sicure campiture nascono dalla necessità di aderire ad un linguaggio che si fa misure di esistenza, oltre che di estetica.

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Un linguaggio basato su una intellettualistica creativa di Gino Tralongo La pittura di Giuseppe Mannoni si svolge secondo le regole della prospettiva geometrica convenzionale, in un contesto artistico, però, dove la forma e i volumi vengono concepiti come assoluta imminenza di sperimentazione metafisica. I volumi compatti e lineari servono da contorno alla collocazione sapientemente simbolica della figura. Volumi e figure si inseriscono nel quadro in un raffinato motivo concettuale di simultanea visione artistica, dove forma e volume danno il senso dello spazio-tempo in una geometria proiettiva dove la continuità fra l’oggetto e lo spazio diviene assoluta. Mannoni consegue una visione realistica del mondo che lo circonda, inserendola in una fusione ultrafonica di linee e di colore che sta alla base del suo linguaggio artistico basato su una intellettualistica creatività dell’«io» interiore. Una tecnica pittorica sapientemente affinata, meticolosa e raffinata consente all’artista la creazione di una nuova figuratività filtrante e fluida dove ogni volume, spazio ed oggetto trovano la giusta collocazione nella complessità degli eventi emotivi narrati metaforicamente nella composizione di linee geometriche di volumi e di spazio colorati vibranti di vita propria dove il soggetto-oggetto si materializza sulla tela con assoluta imminenza costituendo il punto di sutura tra la realtà e l’immaginazione. Ogni quadro di Mannoni è una sceneggiatura spirituale materializzata dal tratto e dal colore in una composizione di forme plasticamente e felicemente risolte dove la visione dà luogo alla riflessione e mette in moto i più reconditi meccanismi della mente alla ricerca di una interpretazione filosofica del complesso linguaggio dell’artista tendente a scoprirne i segmenti rappresentativi simbolici e concettuali.

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Un mondo pittorico compositivo di Italo Marucci In Giuseppe Mannoni, c'è un mondo pittorico compositivo, come in un collage surrealista, rivissuto attraverso una visuale avveniristica, in cui però la nostalgia classica nasce dalle immagini e si determina in figure in cui ogni nesso logico è stravolto. Mannoni ha la consapevolezza di compiere un’opera di estrema precisione, sostenuta da una tecnica che conosce a fondo: crea così, in una luce limpida, un mondo immobile, con possibilità illimitata d’evasione e di mistero. I suoi quadri sono tutti poeticamente compiti dal suo segno meticoloso, la poesia anima la materia, risveglia lo spirito, gli dà carattere, e significato. Egli ha scelto la poesia delle forme: nel vuoto dei suoi quadri c’è un’atmosfera intensa anche se le sue statue o le sue figure femminili sembrano messe lì con indifferenza, come se la cosa non avesse nessuna importanza, mentre tutta l’attenzione è principalmente attratta da un’atmosfera in cui gravita un inconsistente gioco fantasioso fatto di tanto e di niente. Le sue statue e le sue figure hanno corpi favolosi, città avveniristiche, superbe e alienanti, sono integrati l’uno con l’altro dello sdoppiamento di una scrittura ardita, oggettivizzata e meravigliosamente controllata, quanto basta per resistere e durare nel suo labirinto di strade che sembrano senza uscita, in questa città dall’aspetto di gabbie d’oro, ma il pittore è in disparte rispetto al suo quadro, la personalità del pittore è distante, non per riserbo né per freddezza, la sua distanza è determinata dalla distanza reale tra chi conduce l’operazione di questo genere e la cosa che accade. Guardiamoci però dall'’nfrangere le regole del suo gioco ravvicinando chi firma questi quadri al nostro tentativo di scrivere. Le metafore, che per taluni agganci culturali hanno l’eco di una metafisica e di un mondo fantastico vicino a Yves Tanguy; i suoi dipinti, che sanno essere pensose riflessioni di squisito gusto dove mai una sola nota è fuori tempo. Non vi è certo in questi mondi fantastici alcuna compiacenza decadentistica. Si tratta sempre, di maschere, città, figure, statue, dove esiste una struttura solida soprattutto da un punto di vista ideologico e intellettuale; dove l’invenzione pittorica ha potenti agganci ad un sentimento primordiale di umanità. Invenzioni ricche di stimolo, questi dipinti sono figure e paesaggi oggettivizzati, in un ambiente spesso alienante; idoli in cui troviamo un paradosso di umanità; discorso in cui la fantasia e il sogno prendono corpo per essere alternativa non solo di poesia, ma di comunicazione: piattaforma di incontro morale. Nell’arte di Giuseppe Mannoni il racconto predomina un narrare risvolto ad un’invenzione fantastica, condizionata e nello stesso tempo animata dagli elementi di cui si avvale per dar corpo all’espressione, così che il nesso con le intenzioni originarie degli elementi pittorici assunti non ha nulla a che fare nella definitiva giustificazione, paesaggio, statue, figure, maschere ne definiscono le finalità razionali: e tuttavia queste riecheggiano nel mondo dell’invenzione fantastica in cui vengono introdotte queste figurazioni come un gioco d’insolito contropunti. Si muove, serpeggia nelle opere di Mannoni, un sentore di quieta e sorniona ironia, forse non del tutto voluta, come avviene spesso nel fare artistico. I suoi dipinti sono spesso simbolici nel sentimento ma il simbolismo è essenzialmente pittorico. Le tematiche opportunamente costruite con rigore stilistico, si inseriscono nel mondo espressivo dell’artista romano con quella opportunità significativa che manifesta l’assoluta aderenza ad una complessità fantastica che Mannoni non trasfigura, in quanto sente il bisogno di mantenersi su una linea di condotta che richiami ad una severità di lavoro, e al senso della sua più intima arte.

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Compone e traduce sulle tele immagini originali di Franco La Guidara Franco La Guidara, romanziere e poeta noto anche all’estero, ha scritto questa presentazione alla pittura di Giuseppe Mannoni in occasione della mostra a Cesano di Roma. Più che un suggello critico, questa nota di La Guidara è la schietta espressione dell’artista verso l’autore di una produzione pittorica che sta conseguendo vivi consensi. Dopo una ricerca artistica durata vari anni, Giuseppe Mannoni approda ad una propria realtà pittorica, essenziale ed autentica nella ispirazione, nelle tonalità dei colori, nella forma geometrica. Sotto la spinta di quotidiane emozioni, il Mannoni compone e traduce sulle tele immagini originali che mirano a ritrarre la figura umana, il paesaggio o l’opera architettonica e nello stesso tempo contengono messaggi avveniristici, che sconfinano a volte nell’astrazione metafisica. Avvincente è dunque l’oggetto reale dipinto dal Mannoni per la limpida trasparenza, ma anche per l’inventata traspirazione di uomini, cose e paesaggi che indicano una sublimazione della forma figurativa. A proposito del suo quadro «Roma malata», che fu tra i vincitori dell’Estate romana 1979, è stato scritto che: «nella sua classicità, il Mannoni fonde in un crogiuolo storia e mistificazione. Simboli di fede si mescolano a luoghi, palazzi e strade dove, giorno dopo giorno, si perpetuano le più grandi ingiustizie e... un manichino 'filosofo' cerca pazientemente una spiegazione». Con spirito inventivo, Mannoni sovrappone fantastiche immagini alla effettiva ed esteriore e riesce ad esprimere i suoi stati d’animo e le sue ribellioni conservando però chiarezza ed armonia, che sono gli elementi sostanziali della sua espressione pittorica. Il triste clown, i caldi nudi di donna, i bei paesaggi solari e nevosi, lo fanciulla sulla soglia, le strade sotto gli archi al tramonto, gli alberi nel vento o nello splendore di un lago, la grandiosità del Colosseo o la suggestiva villa di campagna hanno in comune nitidezza e splendore raccolgono essenziali silenzi, comunicano ansie di nuovi approdi, definiscono emozioni, vibrano di messaggi interiori, esternano sentimenti e sono testimonianze del nostro vivere. Il Mannoni riesce a dare un senso di drammaticità anche al grottesco di una maschera o alla belezza invernale di un paesaggio e concede festosità in alcuni motivi che, rasentano l’ironia, svelano un filo conduttore sempre intriso di verismo con un vigore scandito da eloquenti cromatiche tonalità, Giuseppe Mannoni esprime così l’istintiva passione per un’arte, che lo ha affascinato sin dall’infanzia e che ora è diventata felicemente operante nel bagliore di un rapporto che si rinnova sulla tela.

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Adolescente - olio su tela - cm 90x95

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Adolescente - olio su tela - cm 85x75

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Al fiume - olio su tela - cm 50x65

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All’ombra dei chiostri - olio su tela - cm 50x70

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Amore Psyke - olio su tela - cm 100x100

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Amore Psyke Stasi - olio su tela - cm 50x70

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Apollo e Dafne - olio su tela - cm 75x90

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Bellezze di Roma - olio su tela - cm 400x130

Opera in lavorazione

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Cultura e Mitologia - olio su tela - cm 75x100

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Deframmentazione - olio su tela - cm 75x100

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Diana - olio su tela - cm 85x110

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Egitto - olio su tela - cm 50x70

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Emigranti - olio su tela - cm 50x70

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Fontana dei Fiumi - olio su tela - cm 100x80

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Il Ratto di Proserpina- olio su tela - cm 85x110

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Interno - olio su tela - cm 60x65

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L’Arte nei tempi - olio su tela - cm 100x150

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La Bella e la Bestia - olio su tela - cm 600x80

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Maschere a Venezia - olio su tela - cm 80x120

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Mattino - olio su tela - cm 100x150

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Medioriente - olio su tela - cm 250x150

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Meditazione - olio su tela - cm 70x100

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Metamorfosi - olio su tela - cm 150x100

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Peruviano - olio su tela - cm 60x80

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Piazza Navona - olio su tela - cm 75x100

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Pulcinella - olio su tela - cm 60x90

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Ritratto - olio su tela - cm 60x80

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Roma oggi - olio su tela - cm 150x100

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S. Agostino - olio su tela - cm 150x100

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Scultura - olio su tela - cm 70x100

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Suonatrice di corno - olio su tela - cm 602x70

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Tempio d’Achille - olio su tela - cm 70x105

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Vetrina - olio su tela - cm 75x100

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Al Castello - olio su tela - cm 100x80

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All’ombra dei grattacieli - olio su tela - cm 50x70

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Allo specchio - olio su tela - cm 60x60

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Carnevale a Venezia - olio su tela - cm 602x100

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Carnevale - olio su tela - cm 100x75

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Complesso Jazz - olio su tela - cm 100x100

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Donna con manichino - olio su tela - cm 60x80

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Futuro - olio su tela - cm 60x80

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Critzner - olio su tela - cm 50x70

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I grandi del Jazz - olio su tela - cm 90x60

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Infinito - olio su tela - cm 50x70

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Maschere - olio su tela - cm 70x60

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Le Maschere - olio su tela - cm 40x50

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Manichino - olio su tela - cm 70x70

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MaternitĂ adolescenziale - olio su tela - cm 60x50

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Passeggiata nel bosco - olio su tela - cm 60x100

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Ricordi d’infanzia - olio su tela - cm 50x70

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Tivoli - olio su tela - cm 60x50

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Urbanistica - olio su tela - cm 60x80

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Venezia - olio su tela - cm 50x70

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Vetrina 2 - olio su tela - cm 60x60

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Adamo e Eva - olio su tela - cm 30x40

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Carnevale - olio su tela - cm 60x80

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Arlecchino - olio su tela - cm 50x70

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Disagio - olio su tela - cm 60x80

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Lago Pio, Villalago - acquaforte

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Infinito - acquatinta

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Villalago, particolare -acquaforte

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Villalago, scorcio - acquaforte

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china - cm 25x35

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Amanti - acquatinta

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Tra le manifestazioni di rilievo vanno ricordate: mostre personali, riconoscimenti, collettive, estemporanee MOSTRE Comune di Roma- Murales P. Margana Roma - Palazzo Braschi – Premio Bernini Roma - Biennale Internaz. D’Arte – Premio Ostia Acireale – Premio Occhio di Bue Comune di Civitavecchia – Murales Artelefantasi – Premio Arte Roma Cesano di Roma – Sala Mostre – Personale Roma – Galleria 75 – Personale Bracciano – Estemporanea Roma - Galleria IL Leone – Personale Roma – Sala Mostre Dea Roma – Personale Cesano RM.– Sala Mostre Auditorio S. Sebastiano – Personale Spoleto - Cantiere Oberdam – Collettiva Ambasciata Egiziana - Sala Mostre – Personale Roma - Galleria Il Leone – Personale Cerveteri Sala Consiliare – Personale

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Roma - Galleria IL Leone - Personale Arte Roma Telefantasi – Presentazione Teleroma – Presentazione Roma galleria - Profumi D’Arte – Personale Museo del Cairo e Alessandria D’Egitto – Esposizione Premio Internaz. Spoleto Festival Art 2013 Premio Internaz. Spoleto Festival Art 2015 Città di Riano – Collettiva Roma - Palazzo Valentini – Cento Pittori via Margutta Roma - Galleria IL Trittico – Triennale - Primo Classificato Anguillara RM. – Sala Mostre - Personale Tivoli – Sala Comunale Scuderie Estensi - Personale Presenza annuale Cento Pittori di via Margutta


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