Mezzo Secolo Franco Balan

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Franco Balan

con amicizia, Walter Barbero

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Credo che poter aggiungere altro alle considerazioni, ai giudizi e alle lodi che da circa quarant’anni, in tanti, soprattutto esperti del settore e critici, hanno dedicato al “nostro” Franco Balan, un artista a tutto tondo, mai banale nel suo dinamico e incommensurabile mondo fatto di idee e creatività, sia un’impresa quasi impossibile e sarebbe oltremodo riduttivo pensare di voler conoscere Balan solamente attraverso lo spazio grafico che da circa cinque anni “La Vallée Notizie”, settimanale valdostano, concede, ricevendone un buon riscontro. Quindi è consigliabile rinunciare a porsi eventuali domande e godersi questa mostra, per il personale tratto grafico di Balan e il messaggio didascalico che il maestro usa per far “parlare” i suoi disegni che confermano il geniale esprit che conserva e anima l’autore. Avevo conosciuto Franco Balan attraverso la sua arte molto prima di incontrarlo; successivamente, sono stato onorato di averlo potuto frequentare e apprezzare anche come persona, annoverandolo addirittura tra i talenti che hanno formato la nutrita schiera dei miei collaboratori. Nonostante il suo impegno con il giornale sia sempre stato improntato soltanto sul rapporto amicale e la stima reciproca, posso confermare che in tanti anni di direzione de “La Vallée Notizie”, nell’ultimo periodo non mi è capitato sovente di potermi relazionare con un collaboratore così entusiasta e puntuale come Balan nel consegnare il materiale, per rinnovare l’appuntamento del sabato con migliaia di lettori. Ricordo che mi ero avvicinato, molto incuriosito e quasi inconsapevolmente al mondo colorato dell’artista di Châtillon alla fine degli anni settanta, spinto e guidato da mia moglie Viviane la quale, facendo affidamento sulla sua formazione artistica, più di una volta conversando con i suoi colleghi insegnanti l’avevo sentita ribadire che Franco Balan era “un’artista contemporaneo eclettico, moderno; sicuramente d’esportazione”. Un’affermazione che solitamente veniva condivisa dai presenti. Certo è che se a distanza di anni le opere e i disegni di Franco Balan continuano a essere esposti in diverse città italiane ed europee e arricchiscano le pareti della stanza “più bella” di tante abitazioni valdostane, una ragione ci deve essere. Infatti, con matite e colori, il maestro Balan disegna e dipinge personaggi, situazioni, segmenti di vita quotidiana che formano la storia della Valle d’Aosta, fermandone l’immagine affinché rimangano scolpite nel tempo. Franco Balan, nel limite del possibile, è sempre stato un uomo libero da condizionamenti, tuttavia, all’irriverenza tipica dell’artista di razza, ha saputo anteporre quei valori umani che rimangono una prerogativa di gran parte delle persone della sua e della mia generazione, le quali, pagandone a volte anche le conseguenze, hanno ancora rispetto di tutto ciò che impersona la vita e il creato. A mio parere, Balan interpreta meglio di ogni altro artista valdostano vivente, il ruolo di number one della comunicazione visiva, legata alla sempre rinnovata ed estroversa creatività dell’arte figurativa. Inoltre Franco non si sottrae mai, esprimendolo con fierezza nelle sue opere, dall’intenso, anche se a volte conflittuale, rapporto con il territorio e la comunità valdostana dalla quale ha sempre tratto l’ispirazione del suo fare. Anche in queste oltre duecento “vignette” pubblicate nell’ultimo lustro da “La Vallée Notizie” con il titolo di “Espacebalan”, raccolte per realizzarne una mostra, l’artista non si smentisce. Infatti dai suoi schizzi e disegni, conditi di ironia e sarcasmo, non soltanto riemergono le misere vicende della politica nazionale, de chez nous e dei suoi effimeri protagonisti, ma pure e soprattutto la voglia di quel fare che non ha mai fatto difetto al popolo valdostano. Così è anche Franco Balan; un piccolo grande uomo che non si ferma mai, mobile nello stile di vita e nella sua creatività che, sono sicuro, rimarrà indelebile nella storia dell’arte valdostana. Grazie Franchino.


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