2 minute read

Giovanni Lussu Franco Balan

Franco Balan

Franco Balan è un talento naturale. Mi ricorda un mio compagno di classe delle scuole medie che, pur non allenandosi, nelle gare di corsa mi batteva sempre. Il suo talento compositivo e cromatico e la sua capacità di tradurre in immagini le idee sono invidiabili, come pure imprevedibile la sua tecnica. L’influenza polacca è evidente ma non è mai predominante. Difficile è infatti poter inserire i lavori di Balan in una ideale geografia della grafica internazionale. Gli echi dell’est europeo sono avvertibili ma le invenzioni sembrano a volte citare il francese Savignac, a volte alcuni maestri scandinavi, altre correre indietro e confrontarsi con il Kurt Schwitters dada. Sempre però con un personalissimo guizzo “mediterraneo” che - per uno nato ad Aosta - non è male. Ma, soprattutto, Balan assomiglia a un compositore. Le diverse forme ritagliate e le loro diverse grandezze formano la melodia, come il loro rapporto spaziale ne segna il ritmo; combinazioni di accordi inconsueti tra colori e forme tracciano spesso un’armonia schoenberghiana e, appunto, rapporti cromatici netti ne caratterizzano il timbro (o tone-color all’inglese). E infine, osservando i suoi bellissimi bozzetti, prime idee della definitiva stesura, non si può non cogliere come la tecnica scelta - la pennellata di tempera, le carte colorate ritagliate, il pastello che graffia la superficie - dia una chiara indicazione della dinamica, della forza espressiva che comunica di volta in volta, piano, forte, fortissimo. Si tratta, dunque, proprio di una scrittura musicale. Una scrittura che sfida il linguaggio e la lingua. Una sfida, questa di Balan, che fa riacquistare alle lettere alfabetiche “pienamente la loro qualità d’immagine e, allo stesso tempo, com’è giusto che sia, fa riprendere alle figure la funzione di scrittura”, come acutamente ha osservato Giovanni Lussu. Questa capacità di superare il linguaggio è sicuramente il motivo del successo internazionale che Franco Balan continua ad avere e la chiave che lo ha condotto a essere invitato nell’Alliance Graphique Internationale, il club che, dal 1951, riunisce i migliori interpreti della comunicazione visiva internazionale. Ma solamente riuscendo a emozionare con la propria scrittura, esattamente come fa un talentuoso musicista, si riescono a superare le barriere del linguaggio e delle lingue. E invidio a Franco Balan questa capacità di scrittura come facevo con il mio compagno delle medie.

Advertisement
This article is from: