Lettera M_#4

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Ci accingiamo a scrivere questo editoriale con l’estate che ormai è alle porte, anche se la primavera ancora non si è fatta vedere. L’umore del settore, che ha dovuto affrontare un’economia globale disturbata dalle “maledette” guerre con ciò che ne consegue, tende a essere però più positivo: il nostro mercato, il vino italiano in genere, mantiene le proprie posizioni soprattutto grazie al posizionamento dei vini premium e alla ripresa del canale della ristorazione. Certamente restano le preoccupazioni, soprattutto sulla redditività, ma non mancano le opportunità: la capacità tipica di noi italiani di adattamento alle “nuove” regole di mercato e di conseguenza alle esigenze dei consumatori sarà cruciale per farci trovare pronti per queste sfide garantendoci così il successo. In questo numero di Lettera M il tema dell’arte sarà centrale, e come a noi piace ricordare anche il vino è arte, in quanto opera sapiente dell’uomo. Il vino è infatti capace di stimolarci, nelle riflessioni, nelle percezioni e nell’immaginazione, diventando per chi lo produce e per chi lo degusta un valore aggiunto, proprio come fanno le arti, figurative e non. Buona lettura e non scordatevi di abbinare anche a questo numero il giusto calice di vino, perché se il vino è arte, è anche fonte di piacere sensoriale e fisico.

intervista a CHIARA MACI Il mio pranzo della domenica ideale è festa

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L’arte del vino: un dialogo speciale tra due mondi complementari

Un incontro ricco di sfumature: l’uscita estiva di Lettera M si colora di tante storie con un unico, artistico, filo conduttore.

La bella stagione si porta dietro un’uscita di Lettera M particolarmente colorata: partiamo infatti con un percorso che, come in una galleria d’arte, ci porta nel mondo più artistico delle nostre etichette e dei nostri vini, dove i capolavori non sono solo dentro la bottiglia. Dalla Toscana in poi, scopriremo che arte e vino hanno un legame speciale, che va a definire ed elevare l’identità di ogni creazione, enologica e non. L’Etna, una delle realtà più in fermento del nostro settore, è la meta che abbiamo scelto per la rubrica dell’enoturismo: tra cra-

Un viaggio incredibile alla scoperta dell’Etna e della sua viticoltura. pag.04 - ENOTURISMO - - NOVITÀ MEREGALLI SPIRITSUn vulcano, due gioielli: Cottanera e Terrazze dell'Etna

El Mayor: Tequila e artigianalità

Il fenomeno del Tequila continua a crescere: ecco uno degli ultimi arrivi. pag.06

teri, colate laviche e vigneti ad alberello abbiamo visitato Cottanera e Terrazze dell’Etna, scoprendo un’ospitalità davvero vulcanica. Abbiamo risalito la Penisola per scambiare quattro chiacchiere con Brandino Brandolini, che ci ha raccontato della sua Vistorta, e Chiara Maci, che ha condiviso con noi l’importanza della qualità nel mondo dei social. Si parla anche di sostenibilità, con il contributo biodinamico di 1701 Franciacorta, di Tequila, Gin e tanto altro, con la consapevolezza che l’arte da sempre fa parte del nostro mondo.

Blockchain: un nuovo servizio

Meregalli certifica tutti i suoi prodotti attraverso la Blockchain.

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Gruppo

Vino e arte: un abbinamento naturale

Vino e arte sono un abbinamento vincente e praticamente naturale: questi due mondi si incontrano e si plasmano l’un l’altro, creando un legame concreto e tangibile, tanto nelle etichette quanto nei vini che rappresentano.

Partiamo dalla Toscana, dove Nittardi e Bibi Graetz condividono una visione artistica del vino. Il legame tra Nittardi e l’arte parte da molto lontano e si ramifica poi in diversi elementi. La tenuta in passato era di proprietà di Michelangelo Buonarroti e la cantina, per omaggiarlo, ogni anno commissiona a un’artista internazionale la realizzazione dell’etichetta e della velina del Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa, celebre Chianti Classico ricercatissimo da appassionati e collezionisti. Dal 1981 si sono succeduti nomi come Emilio Tadini, Valerio Adami, Friedensreich Hundertwasser, Mimmo Paladino, Pierre Alechinsky, Dario Fo, Otto Götz, Mikis Theodorakis, Johannes Heisig, Yoko Ono. La storia di Bibi Graetz ha in comune con Nittardi la regione, i vitigni e anche le etichette d’artista: ogni bottiglia è vestita con le sue opere e la sua visione si traduce anche nella cantina e nella filosofia che porta avanti. Il nostro viaggio nel mondo del vino e dell’arte ci porta poi in Sicilia e in Campania, dove troviamo due cantine che per le loro etichette si sono ispirate a elementi artistici del proprio territorio, Gulfi e Masseria Frattasi. L’omaggio al territorio di Gulfi parte dalla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, maestoso palazzo Patrimonio Unesco. In particolare le bottiglie della cantina presentano in etichetta Eros (Amore) e Psiche (Bellezza). L’iconico mosaico presente nella Villa raffigura la storia d’amore tra i due che darà vita a Voluttà (Piacere). Allo stesso modo Gulfi si identifica in Eros e l’amore per la bellezza della sua terra (Psiche) fa nascere i vini della cantina, Piacere. Masseria Frattasi, nel Beneventano, raccoglie l’ispirazione nelle ceramiche di Giustiniani, il più famoso ceramista del Settecento che utilizza i colori tipici della tradizione napoletana, il giallo, il verde e l’azzurro. La sua bottega sorgeva non lontano dalla masseria e le sue ceramiche sono state recuperate dopo un terremoto che distrusse una cappella del Seicento: da lì in poi saranno raffigurate sulle etichette della cantina. L’arte ha molteplici forme e la musica è una di queste. Lo sa bene Michel Loriot,

proprietario di Apollonis che nella Vallée de la Marne crea, anzi compone, Champagne davvero fuori dal comune. Nella sua idea, la musica può influenzare vigne e vini: proprio per questo nei vigneti, così come in cantina, risuonano le note dei più importanti maestri, da Mozart a Beethoven, fino a Vivaldi. Così nascono Champagne speciali, che esaltano il Meunier, timbro di Apollonis, nella sua armonia migliore. Dalle parti di Marqués de Riscal invece, nel cuore della Rioja, l’arte ha le forme ondulate e perfettamente riconoscibili dell’edificio-icona progettato dall’archistar internazionale Frank Gehry, che ha firmato altri edifici come il Guggenheim di Bilbao. Si tratta di un hotel inserito nel contesto di una vera e propria città del vino: la storicità di questo marchio, uno dei pionieri nella Rioja, si esprime nello spirito avanguardistico della cantina.

VINO & ARTE
Un viaggio nel mondo del vino attraverso uno sguardo diverso, artistico, a partire dalle etichette fino alla filosofia di ogni produttore.
Marqués de Riscal Frank Gehry Selection
Masseria Frattasi
Gulfi
Bibi Graetz
Nittardi
Donnalaura
Nerojbleo Colore
Casanuova di Nittardi
Vigna Doghessa

Un vulcano, due gioielli: Cottanera e Terrazze dell'Etna

Ford Ranger Raptor

Alimentazione: benzina

Potenza: 292 CV

Cilindrata: 2956 cc

Trazione: 4x4 inseribile e permanente con riduttore

Un viaggio alla scoperta dei grandi territori del vino italiano attraverso le nostre cantine. Dalle visite in azienda alle attività collegate, con consigli su dove dormire, mangiare, cosa fare e cosa vedere. A cura di Alessandro Rigatto.

Continua il nostro viaggio in giro per l’Italia enologica: per andare in Sicilia abbiamo utilizzato il poderoso pick-up Ford Ranger Raptor nella nuova edizione turbobenzina da 292 CV. Un “gigante buono” capace di muoversi tra i vigneti e sulla pietra lavica con disinvoltura.

COTTANERA

Cottanera è il nome di una delle contrade del comune di Castiglione di Sicilia nelle quali sorgono i vigneti dove Enzo Cambria dal 1960, e in seguito i suoi nipoti Emanuele, Francesco e Mariangela portano avanti con successo il loro progetto. La sfida è quella di realizzare alle pendici dell’Etna un presidio di viticultura moderna mirato alla ricerca della qualità, traducendo in vino la voce del territorio e rispettando le tradizioni che gelosamente custodiscono e tramandano, come quella che vuole le donne a raccogliere a mano le uve, a garanzia della precisione e

della cura prestata a ogni singolo acino. La proprietà fondiaria di Cottanera si estende oggi su 110 ettari di terreno, quasi tutti accorpati: 65 vitati e 10 coltivati a uliveto. E pensare che tutto cominciò alla fine degli anni Novanta, quando Enzo e Guglielmo Cambria decisero di convertire un vecchio noccioleto in un grande vigneto, arrivando a imbottigliare la prima vendemmia nel 1998.

DIECI ETICHETTE PER 350MILA BOTTIGLIE ALL’ANNO

La filosofia produttiva di Cottanera è volta a generare, già in vigna, uve di grande equilibrio da cui ricavare quella complessità aromatica che contraddistingue questi terreni. Dalle uve di Nerello Mascalese e Carricante prendono forma dieci etichette per circa 350mila bottiglie all’anno, di bianco, rosso, rosato e spumanti. I nomi dei vini si ispirano alle contrade dove sono coltivati i vigneti: tra questi, i bianchi Calderara, i rossi Zottorinoto e il nuovo Etna DOC Rosso Cottanera. L’ospitalità qui si chiama Dimora Cottanera, risultato del progetto di recupero degli

antichi magazzini delle nocciole e della casa di famiglia, caratterizzata da uno stile altoatesino, che si differenzia completamente dall’architettura locale, con una riuscita contaminazione tra mobili d’epoca e soluzioni più moderne e minimaliste.

RELAX E STILE MINIMAL CON VISTA ETNA

Suite e appartamenti di pregio immersi nel verde e nei vigneti sorgono a pochi metri dal corpo dell’azienda agricola. Qui domina la sensazione di relax, di accoglienza, insieme con la ricerca dell’autenticità negli ambienti, con docce ricavate nella pietra lavica e il lusso di arredi tanto essenziali quanto pregiati. Nel segno del bien vivre gli ospiti possono deliziarsi e viziarsi con infinity pool e vasche idromassaggio riscaldate, per immergersi in un ambiente senza eguali in tutte le stagioni, lontani dallo stress ma vicini al tempo stesso a destinazioni e richiami culturali come quelli rappresentati dalle vicine Taormina, Bronte oppure praticare escursioni più o meno avventurose sull’Etna.

TERRAZZE DELL’ETNA

Pochi chilometri a est di Cottanera si trova Terrazze dell’Etna, un’altra eccellenza vitivinicola siciliana inserita in un contesto paesaggistico unico, nei terrazzamenti in contrada Bocca d’Orzo, nel comune di Randazzo. Un progetto nato nel 2008, quando la passione per il vino spinge la famiglia Bevilacqua a recuperare l’antico e caratteristico ambiente agricolo locale con l’acquisto di piccoli apprezzamenti di terreno, da 650 a 950 metri di altitudine. La sfida è quella di valorizzare il terroir dell’Etna e il suo autoctono, il Nerello Mascalese, e con esso scoprire nuove e inedite espressioni di vitigni internazionali come lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Petit Verdot, che si nutrono dell’energia del vulcano.

PRODUZIONI LIMITATE ALL’INSEGNA DELL’ECCELLENZA

Oggi Terrazze dell’Etna, inizialmente estesa su 15 ettari a vitigno, si è ampliata su 41, di cui 5 acquistati lo scorso novembre: la produzione, a seconda delle annate, varia da 120mila a 150mila bottiglie. La filosofia produttiva si fonda su ricercatezza ed eccellenza, con una speciale attenzione alla tutela dell’ambiente naturale e al recupero delle tradizioni secolari, fattori coniugati con l’impiego delle più moderne tecnologie.

50 MESI E CIRNECO AL VERTICE DELL’OFFERTA

Il Cirneco è il vino più prestigioso e rappresentativo della cantina: affinato 18 mesi in tonneau e 3 anni in bottiglia, è affiancato dai Cuvée Brut e Rosé Brut, moderne espressioni della spumantizzazione praticata fin dall’Ottocento, quando venivano prodotti gli “Champagne Etna”. A loro si aggiungono alcune etichette speciali realizzate in quantità limitate e solo in alcune annate, come il Pinot Nero, il Rosé Brut 50 Mesi e il Cuvée Brut 50 Mesi, vini eleganti, particolari, unici. Per quanti amano il buon vino ma anche il piacere di degustarlo nel luogo in cui viene prodotto, è possibile soggiornare all’interno della tenuta. Terrazze dell’Etna è dotata di 3 camere indipendenti e 2 appartamenti, con tutti i comfort, piscina compresa, e realizzati secondo una visione che racconta ed esalta la bellezza del luogo.

JOURNEY TIPS

DOVE MANGIARE COSA VISITARE

Carnezzeria La Chianina

Nicolosi

tel. 371 147 9886

Le Bistrot Napoleon

Catania

tel. 360 529 549

Vineria Modì

Taormina

tel. 0942 23658

DOVE DORMIRE

Dimora Cottanera

Castiglione di Sicilia

dimoracottanera.com

Terrazze dell’Etna

Località Bocca d’Orzo

Randazzo terrazzedelletna.it

Escursioni sui crateri dell’Etna e nelle grotte vulcaniche

Valle del Bove

Versante orientale dell'Etna

Borghi etnei

Zafferana Etnea, Nicolosi, Bronte e Trecastagni

A’ Piscaria: mercato del pesce

Catania

Dal lunedì al sabato dalle 07:00 alle 14:00

Ex monastero benedettino

San Nicolò La Rena Nicolosi

Taormina

Teatro Antico e Isola Bella

Un terroir unico

Per chi viaggia dalla costa tirrenica della Sicilia verso la Piana dell’Alcantara, l’inconfondibile sagoma dell’Etna inizia a stagliarsi all’orizzonte poco prima di valicare la catena dei Monti Nebrodi. Per la gente di qui, l’Etna è “a Muntagna”, prima ancora che un vulcano. Chi soggiorna a Dimora Cottanera o presso le camere e gli apartment di Terrazze dell’Etna ha la possibilità di effettuare escursioni turistiche e culturali nelle spettacolari zone circostanti. Tra i luoghi di maggior richiamo culturale, Taormina con il suo teatro greco, Noto, la perla del Barocco Siciliano, e le città di Catania e Siracusa la fanno da padrone

con le loro vestigia di tempi lontani, mentre per passeggiate a corto raggio da mezza giornata Bronte e Randazzo costituiscono le destinazioni di maggior richiamo. I più avventurosi potranno affrontare escursioni sull’Etna accompagnati da guide specializzate con mezzi fuoristrada, mentre per immergersi nella natura boschiva del Parco Naturale dei Nebrodi e godere di panorami a perdita d’occhio sui monti circostanti una sgambata in bicicletta, con o senza l’aiuto elettrico della pedalata assistita, magari fino a Floresta e dintorni, può rappresentare una valida opportunità.

Tequila El Mayor

L’ARTIGIANALITÀ SI FA TEQUILA

Michele Reina, Brand Ambassador Luxco per l’Europa, si trasferisce a Londra più di dieci anni fa diventando una figura conosciuta nel settore. Il suo amore per il mondo dei distillati lo porta a partecipare e vincere diverse competizioni mondiali. Con lui abbiamo approfondito il mondo Tequila.

Com’è cambiato il mercato del Tequila negli ultimi anni?

Il mercato ha visto un aumento della domanda di Tequila premium e artigianali. I consumatori sono sempre più interessati a comprendere l’origine e i metodi di produzione.

Il tuo lavoro ti porta a girare il mondo: quali sono le tendenze emergenti nel mondo spirits?

La sostenibilità: i consumatori sono alla ricerca di marchi che diano priorità alla responsabilità ambientale e al benessere della comunità. Un esempio è El Mayor, con i suoi sforzi di riforestazione, programmi di formazione degli agricoltori locali e pratiche naturali di coltivazione.

Quanto è importante la qualità dell’agave?

Estremamente importante! La famiglia Gonzalez utilizza solo le agavi migliori e fa uso di lieviti indigeni per rispettare il sapore vegetale della pianta. Inoltre, il terreno vulcanico conferisce sapori unici. Rodolfo Gonzalez dà priorità anche alla coltivazione in terreni rocciosi che rilasciano più minerali nel suolo, per ottenere un prodotto di qualità superiore.

Al di là dei grandi classici, come si può utilizzare il Tequila in mixology?

La versatilità del Tequila si estende ben oltre i Margarita! L’enfasi posta da El Mayor nel mettere in risalto i sapori naturali dell’agave rende questo Tequila perfetto per una varietà di cocktail, mescolando note speziate, salate e affumicate che si abbinano bene con erbe fresche e succhi di agrumi. Il suo utilizzo nella mixology ha come limite solo la fantasia.

Qual è il tuo drink preferito a base Tequila?

Dipende dall’umore e dalla stagione. Durante l’estate, preferisco cocktail rinfrescanti che mettono in risalto il carattere naturale dell’agave. Un Tommy’s Margarita o un Paloma ben fatto sono sempre apprezzati. Tuttavia, quando il tempo si raffredda, vado su cocktail di Tequila più complessi come un Rosita o la Perla

NOVITÀ MEREGALLI SPIRITS

IL COCKTAIL DEL BARTENDER

Graceful

El Mayor Blanco è pulito e croccante, con note di agave accompagnate da sentori floreali e pepati. In questa ricetta si esalta insieme al cioccolato bianco e allo Champagne.

50 ml El Mayor Blanco

15 ml succo di lime

5 ml nettare di agave

15 ml crema di cioccolato bianco

Top Champagne Ayala Brut Nature

Tecnica: shake e double strain

Bicchiere: flute

Tequila El Mayor è l’ultima referenza entrata a catalogo Meregalli Spirits in questo 2024. Nasce dall’esperienza della distilleria Gonzalez Lux, una delle più importanti e famose, che si distingue per un approccio totalmente artigianale.

Più di 200 varietà

Maturazione da 5 fino a 30 anni

50 kg: peso medio della piña - parte utilizzata per la produzione dei distillati

Servono 7 kg di piña per ottenere 1 litro di Tequila con il 100% agave

Gambo Piña
Foglia Penca
Cuore
Meristeno

Una passione da Bordeaux a Vistorta

L'INTERVISTA

Brandino Brandolini è il proprietario della cantina Conte Brandolini

e Vistorta, dove nasce il Merlot.

Dalla collaborazione con Gruppo Meregalli alla nascita di Vistorta, fino alle feste veneziane: ecco cosa ci ha raccontato Brandino Brandolini.

Come nasce il rapporto con Gruppo Meregalli?

Nel lontano 1990 mi trovavo a Vinexpo a Bordeaux, patria dei mitici grandi cru. Era un giugno caldissimo e i padiglioni all’epoca non erano condizionati. In questo clima equatoriale incontrai un caro amico, Primo Franco, che mi portò nel suo stand in condivisione con Meregalli. In quell’occasione conobbi Giuseppe e subito iniziammo a parlare della straordinaria rivoluzione qualitativa che tanti produttori italiani avevano intrapreso, che lui aveva da tempo iniziato a distribuire. Parlammo poi del mio progetto di Vistorta, ancora agli albori, e ne fu subito interessato. Durante l’inverno successivo, in una giornata fredda e innevata, Giuseppe Meregalli venne a trovarmi e ci accordammo per la distribuzione del Merlot Vistorta 1989, il primo millesimo prodotto: iniziò così la nostra collaborazione pluridecennale.

Qual è stata la migliore avventura trascorsa con Giuseppe Meregalli? Ho incontrato Giuseppe Meregalli in moltissime occasioni, spesso a Bordeaux. All’epoca mi occupavo di Château Greysac e là ci si riuniva con tanti amici del mondo del vino, scoprendo cantine prestigiose e assaggiando grandi bottiglie. Mi ricordo di una serata bellissima alla Fête de la Fleur allo Château Lurton. Era uno spettacolo grandioso con 100 tavolate imbandite e illuminate a candela e la musica che suonava in una notte tiepida e stellata. Per un attimo mi sono appartato per prendere una boccata d’aria e ho intravisto Giuseppe, con un cenno ci siamo salutati e senza dire niente abbiamo continuato a guardare lo spettacolo; credo che entrambi pensassimo a quanto meraviglioso fosse il nostro mondo… il vino!

Quando hai iniziato ad appassionarti al mondo del vino? E perché?

La mia passione inizia un giorno di febbraio del 1986 a Bordeaux dove incontrai per pranzo, in un

ristorante famoso all’epoca, La Feuille d’Or, Philippe Dambrine, il giovane direttore di Château Greysac, con cui avrei iniziato a lavorare. Nei mesi successivi, scoprendo i grandi cru del Médoc, mi sono innamorato di quelle sconfinate distese di vigna contornata da piccoli boschi con la Gironda sempre a vista d’occhio e di quelle cantine impregnate della storia di tanti grandi vini. Capii allora che il vino sarebbe divenuto un punto focale della mia vita.

Come vedi la tua azienda tra dieci anni?

Il mio sogno è che Vistorta, la nostra cantina, diventi sempre di più una boutique winery per produrre vini unici legati alla natura e alla nostra storia. Tante creazioni dove il Vistorta sarà sempre il fratello maggiore che affiancherà nuovi vini, anche in edizioni limitate, ma sempre con una storia da raccontare.

Quale vino ti ricorda Venezia?

Venezia è una città unica e irripetibile, dunque un grande Champagne millesimato.

Qual è stata la migliore festa veneziana a cui hai partecipato?

Venezia è luogo di festa: da sempre le feste migliori, quelle dove mi sono divertito di più, sono state a casa nostra. Fra le tante in tutti questi anni ricordo

la prima di Carnevale nel 1982: non avevamo invitato nessuno ma incredibilmente venne tutta Venezia in maschera; eravamo giovani e abbiamo ballato la notte intera.

Chi ha creato Vistorta?

Guido Brandolini, mio prozio, avviò nel 1872 una moderna azienda agricola dove prosperava la coltura della vigna, la bachicoltura, l’allevamento di bestiame, coltivando in rotazione in particolare il mais per la polenta. Costruì fabbricati di grande pregio, la villa, la barchessa e le scuderie contornate dal parco che sono oggi il centro nevralgico di Vistorta e di tutte le sue attività.

Perché proprio il Merlot?

La storia del Merlot a Vistorta ha più di un secolo. Infatti, già Guido Brandolini dopo la filossera lo aveva selezionato e piantato nei terreni argillosi, i vini erano già molto apprezzati. Il mio compito è stato quello di interpretare questo vigneto con l’esperienza di Bordeaux e con il tempo e la passione farne un grande vino rosso italiano.

Nella foto: Brandino Brandolini d'Adda insieme ai figli Marcantonio e Guido.

d’Adda

La Sostenibilità al cuore di 1701

UN VIAGGIO VERSO LA BIODINAMICA

IN FRANCIACORTA

1701 produce il primo Franciacorta biodinamico e rappresenta una testimonianza dell’accentuato interesse per la sostenibilità ambientale, in particolare per quanto riguarda la salute del suolo e la salvaguardia della biodiversità.

Micorrize, corno letame, silicio e dinamizzazione: la scelta biodinamica di 1701 Franciacorta passa da questi elementi, raffigurati sulle etichette.

La sfida di mantenere terreni produttivi nel rispetto dell’equilibrio ecologico è diventata una priorità assoluta per agricoltori consapevoli. L’uso eccessivo di prodotti chimici, la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico minacciano la vitalità dei nostri suoli, un bene prezioso e irrinunciabile per la vita sulla Terra. Ogni anno, oltre venti miliardi di tonnellate di suolo fertile vengono perse a livello globale a causa degli effetti combinati dell’erosione e della scarsa gestione del territorio. Per salvaguardare la fertilità del terreno per noi e per le generazioni future, è imperativo adottare metodi colturali che diano priorità al ripristino e al mantenimento della salute del suolo. Adottare pratiche biodinamiche favorisce la formazione di humus, lo strato del suolo ricco di sostanze nutritive, essenziale per la crescita sana delle piante e per sequestrare la CO2. Ma sostenibilità significa anche uso razionale delle risorse, mitigazione dei cambiamenti climatici, consumo responsabile, che passa attraverso la riduzione degli sprechi, il riciclo dei materiali e il riuso. Sostenibilità sociale, cioè la capacità di creare e mantenere una società equa, giusta e inclusiva a lungo termine.

La visione di 1701 va oltre le semplici pratiche agricole: è una storia di terra e di persone unite da ideali, visione e passione. Il loro percorso comprende una

profonda connessione con la natura, un impegno per un’agricoltura sostenibile e una scelta di abbracciare principi etici come stile di vita. La mission di 1701 è quella di un’agricoltura rigenerativa, che lasci un’impronta positiva sulla comunità e sull’ambiente, creando vini che raccontano la storia autentica del territorio. Situate nel suggestivo paesaggio di Cazzago San Martino, le vigne si estendono su undici ettari di terreni sabbiosi e limosi, principalmente coltivati con Chardonnay e Pinot Noir. Questi terreni, ricchi di vita microbica, anche grazie alle pratiche biodinamiche, contribuiscono al carattere unico dei loro vini. In cantina l’approccio è minimalista, intervenendo il meno possibile nel processo naturale di vinificazione. La fermentazione avviene spontaneamente con lieviti indigeni, e i vini sono affinati separatamente in vari recipienti, tra cui vasche di cemento, anfore di terracotta, acciaio e botti di legno. La diversità di questi metodi di vinificazione si traduce in vini complessi e distintivi, veri e propri specchi del loro impegno per autenticità e sostenibilità. In 1701 fare vino non è solo un mestiere, è una celebrazione della generosità della natura e una testimonianza della relazione armoniosa tra terra, vite e vignaiolo. Un viaggio verso la sostenibilità attraverso il vino, con radici profonde nel rispetto della natura e dell’identità del territorio franciacortino.

MICORRIZA
SILICIO

MEREGALLI & FRIENDS

Chiara Maci è una food blogger e presentatrice, nata nel 1983 ad Agropoli. Dopo la laurea in Giurisprudenza e un Master in comunicazione ha aperto un blog di cucina insieme alla sorella. Oggi è uno dei volti più apprezzati della cucina italiana.

Chiara

Maci

le pentole, i taglieri, gli impasti. Per fortuna, viaggiando per centinaia di ristoranti, il cibo buono non manca mai.

Tutto ebbe inizio con il blog creato insieme a tua sorella, Sorelle in pentola. Chi cucina meglio, tu o tua sorella?

Secondo me cucina meglio Angela, ma la cucina, si sa, è cuore, non solo tecnica. Io sono molto brava nei lievitati, negli impasti, lei è bravissima negli antipasti, nei secondi. Ma la verità è che vince sempre nostra mamma.

Cosa pensi di blogger e influencer, lavoro oggi socialmente riconosciuto?

Credo sia bellissimo condividere con gli altri la propria passione e soprattutto trovo che il lavoro di molti influencer sia utile a tante persone che cercano ispirazioni o idee, in diversi settori. Come tutti i lavori però va fatto con preparazione, rispetto e regole.

Siamo entrati nel mondo di Chiara Maci, che ci ha raccontato la sua passione, i suoi momenti perfetti e l’importanza della preparazione tecnica nel mondo dei social.

Nel pranzo della domenica ideale qual è il tuo abbinamento cibo/vino preferito?

Il mio pranzo della domenica ideale è festa, rumore, bambini e adulti. Quindi il piatto mi piace che sia democratico e “ruffiano”, come uno spaghetto alle vongole d’estate con un vino bianco, fermo, secco e sapido, ma anche un tagliere di formaggi quando è autunno, accompagnato da un rosso morbido, di grande struttura.

Preferisci mangiare o cucinare?

La domanda più difficile che mi si possa fare. Adoro mangiare bene, ma non riesco a stare senza cucinare. Quando registro per lunghi periodi, mi mancano

In un mondo come quello dei social dove mediamente vincono l’apparenza e la finzione, quanto è difficile creare contenuti di qualità?

Nel settore del food per fortuna c’è anche tanta preparazione. Ci sono pagine di ragazze e ragazzi giovanissimi che condividono ricette facili ma molto interessanti così come c’è chi prova ad elevare la propria cucina da autodidatta a un livello superiore. Io queste persone le seguo e le appoggio, tutto il resto, quello che vive di apparenza e finzione, non dura. Ma questo non solo sui social.

Come nasce l’idea di Piano Terra e cosa ti aspetti da questo progetto?

Sono una persona che, a ogni crisi, rinasce. Rimette insieme i cocci e crea qualcosa di nuovo. Da un corso di ceramica, un anno fa, è nata una passione talmente forte da farmi scegliere di creare un mio spazio dove poter condividere con gli altri questo amore. L’argilla è un po’ come un impasto. Se le dai cuore e tecnica, crea capolavori. Piano Terra è un piccolo sogno che si realizza. E l’ho costruito pezzo per pezzo da sola. Non mi aspetto nulla se non che diventi il mio luogo felice. E non solo mio.

Per i colleghi “LaGabri”, per alcuni clienti “Gab/Gabi”, in famiglia “Lella”.

TECNOLOGIA

Lʼexport expert

IDENTIKIT

Età Posso avvalermi della facoltà di non rispondere? Ok lo ammetto, quest’anno sono 51!

In Meregalli da Gennaio 2006, sono 18 anni.

Ruolo

Responsabile Export

Sogno nel cassetto

Sogno cose semplici, del tempo, ad esempio: per riflettere, per gustarmi ogni momento (e un buon bicchiere in santa pace), per viaggiare (e vedere le balene). Siamo così impegnati tra casa e lavoro, che il tempo ci scorre tra le mani in un attimo.

Vino preferito

ll vino è un mondo tutto da scoprire, sono aperta alle novità e cambio spesso opinione. Di recente mi appassiona il Metodo Classico, la bollicina di alta qualità al di fuori delle appellazioni tradizionali. Se invece penso a un evergreen, per me il Pinot Noir, in ogni sua declinazione territoriale.

A che concerto hai preso la sbronza più memorabile?

Sbronza? Io? Quale? Non ricordo…

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Il mercato export è molto vasto e sempre ricco di opportunità. Mi soddisfa tentare nuovi sbocchi commerciali oltre al consolidato. Abbiamo iniziato da

Cosa ti piace di meno del tuo lavoro?

L’export dei prodotti vitivinicoli è costellato di vincoli e lungaggini burocratiche; il “libero scambio” nel nostro settore è ancora una chimera e alcuni Paesi hanno politiche protezionistiche che rendono il lavoro molto impegnativo.

Com'è cambiato il mondo dell'export vinicolo post-Covid?

Il Covid è stata una battuta d’arresto a livello globale; le differenze interculturali si sono allineate a una situazione d’emergenza che ci ha messi tutti sullo stesso piano. Il post-Covid ha portato una ventata d’apertura ed energia senza pari, che però ora vede il suo attenuarsi. Sicuramente è emerso il settore “privato”, che ha cambiato le regole del gioco sulle piattaforme internazionali.

Quali pensi siano i mercati emergenti?

Le destinazioni principali del vino italiano sono ancora le piazze tradizionali, mentre soffrono il mercato americano e asiatico. La situazione globale è intricata, fare pronostici non è semplice. Le cose cambiano in fretta, bisogna essere sempre pronti; con Tenuta Fertuna abbiamo consolidato ad esempio il mercato sudcoreano e quello scandinavo. Pensando alle “tendenze” emergenti, in aumento la quota dei vini bianchi e sempre più attenzione alla questione ambientale e alla sostenibilità.

Blockchain: un nuovo servizio

Gruppo Meregalli è la prima realtà distributiva in Italia ad adottare questo sistema, con l’obiettivo di garantire la tracciabilità del prodotto in ogni fase, da quando esce dalla cantina al nostro magazzino, fino alla consegna al cliente. Attraverso la Blockchain

Gruppo Meregalli garantisce ai propri clienti la sicurezza totale delle etichette acquistate. Una garanzia importante per tutti gli attori della filiera, a partire dal produttore per arrivare al consumatore finale, che può avere la certezza che quella bottiglia ha seguito un percorso di un certo tipo. Questo servizio è disponibile per tutti i clienti di Gruppo Meregalli attraverso il sito web, nell’area personale. Una volta effettuato l’accesso e aperta l’area dedicata, basta inserire il numero di documento della bolla e il codice articolo del prodotto. Il sistema restituirà tutte le informazioni sulla vita di quella singola etichetta: quando è partita dal produttore e quando

è arrivata nei nostri magazzini, quanto tempo ci è rimasta e quando è stata spedita al cliente. Un servizio in guanti bianchi, come afferma Marcello Meregalli:

“Grazie a questa tecnologia possiamo dare ancora più trasparenza e garanzia ai clienti di come il nostro gruppo cura i prodotti distribuiti. Il mostrare come funziona il nostro processo logistico è importante per far vedere ai nostri fornitori e ai nostri clienti il servizio in guanti bianchi che mettiamo in campo. Il

cliente inoltre, in caso di problematiche, potrà avere certezza di come gli è stato recapitato il prodotto, azzerando anche il problema dei falsi e del parallelo”.

Questo sistema permette una trasparenza totale e inoltre certifica il lavoro. Gruppo Meregalli è la cantina del produttore e gestisce direttamente la merce. In questo modo, in caso di eventuali problemi, il cliente ha la garanzia che la bottiglia arriva direttamente dal distributore. Un’altra garanzia arriva dalla piattaforma, che non è modificabile in quanto il sistema è gestito esternamente. Un servizio in più che dimostra l’attenzione di Gruppo Meregalli nei confronti dei suoi clienti.

I VOLTI DI MEREGALLI
zero e fatto passi da gigante negli ultimi dieci anni.
Nome Gabriella
Nickname
Photo Credit Lombardo Teresa

PAIRINGS

Una rubrica originale con abbinamenti delle nostre bottiglie totalmente fuori dal comune, inaspettati, per conoscere i lati nascosti di ogni etichetta.

SpiritMatch

Nasce in Nuova Zelanda ed è il primo Gin naturalmente nero al mondo: il colore si raggiunge grazie a un’attenta e perfetta combinazione di ingredienti che crea un effetto cromatico uni co. Ideale per la mixology classica (unito alla tonica si veste di un violetto vivo e brillante) come per quella sperimentale, è un distillato audace e innovativo.

ZONA DI PRODUZIONE

Nuova Zelanda, Isola del Sud.

BOTANICHE PRINCIPALI

Bacche di aronia, patata dolce, zafferano, ananas, butterfly pea e ginepro.

DISTILLAZIONE

La distillazione avviene per singolo lotto in alambicco in rame Pot Still del XIX secolo.

Il Cavaliere Oscuro Christopher Nolan, 2008

Qui il paragone è facile ma azzecca tissimo, non solo per il colore. Anche Scapegrace Black ha una doppia ve ste, trasformandosi quando entra in contatto con la tonica. Il Gin che ogni appassionato merita, ma anche quello di cui ha bisogno in questo momento.

ATTORE

Sean Penn

Uno dei giganti di Hollywood, vincitore di due Oscar per il miglior attore nel 2004 e nel 2009. Le sue interpretazioni sono sempre in tense e impattanti, da Carlitos Way a Mystic River: personalità e versatilità, come quella di Scapegrace Black.

Racconti, Edgar Allan Poe, 1845

Racconti del terrore, dall’anima decisa mente Black, proprio come Scapegrace: ogni racconto è un po’ come ogni singola botanica che concorre alla nascita di que sto Gin. L’insieme dà vita a qualcosa che lascia decisamente il segno.

SCAPEGRACE

Berlino è ricca di sfaccettature: un mix di storia e divertimento, architettura, locali e musei. Una città cosmopolita e all’avanguardia, che nelle sua essenza ricorda il carattere di questo Gin eclettico e contemporaneo.

Un sound funky attraverso il quale la band californiana riflette sui lati oscuri della vita di ognuno e sull’importanza di accettarli. Scena perfetta: aperitivo al tramonto con Scapegrace Black Tonic e questa canzone in sottofondo.

MUSICA

L’estate è la stagione che esalta l’indole di Scapegrace Black. Il nero in questo caso è il colore delle notti che fanno da sfondo a feste infinite con vecchi e nuovi amici, con un bicchiere di Gin Tonic sempre in mano.

Estate STAGIONE

Ford Mustang 1968

La Ford Mustang è una delle più celebri e iconiche Muscle Car americane, una leggenda a stelle e strisce conosciuta in tutto il mondo. Scapegrace Black ha la stessa stoffa di questo mito del mondo dei motori.

Città
Dark Necessities, Red Hot Chili Peppers, 2016
AUTO

Château Gassier

Ai piedi del Mont Sainte-Victoire, la montagna protagonista di alcuni capolavori di Cézanne, Château Gassier imbottiglia tutte le sfumature della Provenza in due rosé colorati e freschissimi.

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