Lettera M_#2

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Autunno - Inverno

Apriamo questo numero parlando di noi e della lunga collaborazione con Gruppo Bollinger, due aziende leader nelle rispettive attività ma soprattutto due aziende fatte da uomini, due aziende familiari. È giusto ricordare che le aziende familiari non sono necessariamente piccole, con pochi collaboratori e con risultati economici altrettanto “piccoli”, anzi: solo in Italia l’80% del PIL è generato proprio da aziende familiari, segno di un'importanza economica ma anche sociale. Un'impresa di questo tipo è gestita da più membri di una famiglia o da più famiglie: uno degli obiettivi è quello di avere la continuità attraverso le generazioni. Per farlo si passa da uno dei principali punti di forza di un’impresa familiare: la visione a lungo termine. La famiglia sarà dunque un tema ricorrente di questa uscita e lo scoprirete anche leggendo la bellissima storia di Oddero. In questo numero troverete novità, curiosità e approfondimenti sul meraviglioso mondo del vino. Siamo al giro di boa di questo 2023 e il nostro Gruppo si appresta ad affrontare l’inverno mantenendo saldo il timone, con un segno positivo importante, motivo per ringraziarvi per il sostegno e la continua fiducia. Non mancheremo mai nel farci in quattro per essere all’altezza delle vostre aspettative.

intervista a CAROLINA STRAMARE Bere un buon vino mi dà una sensazione di armonia

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Un nuovo modo di approcciare il bicchiere?

Il progetto Senses firmato Italesse punta a valorizzare al meglio i singoli vini. pag.02 - VINO & RICERCA -

Giuseppe Meregalli nel 1993.

Meregalli & Bollinger: 30 anni di Champagne e amicizia

Festeggiamo il trentennio di collaborazione con la Maison. Ecco cosa ci ha raccontato Etienne Bizot, presidente di Bollinger

Ho conosciuto Giuseppe Meregalli nel 1992. Oltre a trovarlo molto affascinante, mi accorsi subito che aveva gusto per i grandi vini e la buona cucina, e che conosceva molto bene il mercato italiano: il Marchese Incisa della Rocchetta gli aveva già dato fiducia affidandogli la distribuzione dei suoi vini in tutta Italia. Ai tempi voleva ampliare la gamma di etichette per i suoi clienti e aveva bisogno di una prestigiosa Maison di Champagne. Così inizia la storia della nostra collaborazione, che è innanzitutto la storia di due fa-

miglie che si sono apprezzate e fidate l’una dell’altra. Nel 1993 abbiamo gettato le basi di un rapporto che dura ormai da 30 anni, di cui siamo molto felici: grazie a Giuseppe, e ora grazie a Marcello, Corrado e a tutto il team Meregalli, l’Italia è diventata uno dei nostri principali mercati, il 3° o il 4° a seconda degli anni. Da allora, abbiamo affidato a Meregalli la distribuzione di tutto il nostro portfolio di vini: Ayala in Champagne, Chanson in Borgogna, Langlois-Chateau nella Loira e Anaë Gin. Segue a pag.07

Oddero: qui si è fatta la storia del Barolo

Un viaggio nelle Langhe alla scoperta di una cantina tra le più significative del territorio. pag.04 - ENOTURISMO - - NOVITÀ MEREGALLI SPIRITS -

Cardamaro: il primo amaro al cardo

Uno degli ultimi ingressi in catalogo è un amaro piemontese davvero fuori dal comune. pag.06

VINO & RICERCA

Studi e ricerche che portano nel futuro il mondo del vino. Italesse è un brand italiano fondato nel 1979 che crea prodotti professionali per il beverage e la degustazione, con un metodo scientifico e un occhio al design.

Italesse

attraverso il progetto Senses ha elaborato un nuovo modo di intendere il calice. L’obiettivo è quello di massimizzare le espressioni dei singoli vini, andando oltre il bicchiere universale e varietale.

Intensità: è stata immaginata come una forma triangolare che impatta al naso e al palato, ed è stata studiata attraverso aromi come l'anice stellato.

Freschezza: è stata immaginata come una forma rettangolare che si esalta o smorza a seconda delle dimensioni del bevante, ed è stata studiata attraverso aromi come gli agrumi.

Morbidezza: è stata immaginata come una forma trapezoidale che impatta sull'apertura e sull'inclinazione della coppa, ed è stata studiata attraverso aromi come il miele.

Se il calice universale rischia di non valorizzare le peculiarità dei singoli vini e quello varietale potrebbe appiattirne alcuni aspetti, la soluzione è quella di amplificare i sensi. Come? Il punto di partenza è lo studio degli aromi: ciò permette di comprendere in maniera oggettiva quali forme esaltano sensazioni come eleganza, freschezza, morbidezza, struttura e intensità. Il progetto Senses, destrutturando il vino in singoli aromi, come il ribes, i lamponi e il pepe nero, li ha testati per individuare le micromodifiche da apportare al calice, migliorando così l’esperienza sensoriale.

Forme e percezioni

L’ampiezza del bevante e l’inclinazione delle pareti incidono in maniera decisiva sulle percezioni del vino. Ogni percezione delle sensazioni organolettiche ha una forma geometrica, che va domata o assecondata a seconda del calice. Così per l’intensità, triangolare, sarà importante lavorare su chiusura o apertura del bevante. Per la complessità, di forma sferica per la capacità di riempire gli spazi, si agisce sul volume della coppa. E così via per la morbidezza, trapezoidale, e la freschezza, rettangolare. L’eleganza infine è la percezione con la forma più complessa per cui è importante “giocare” sull’equilibrio delle linee.

IL CALICE SENSORIALE

Dalla teoria alla pratica

L’applicazione del progetto Senses è realizzata attraverso il T-Made Lab, un vero e proprio laboratorio che si affianca ai consorzi e ai singoli produttori per creare calici su misura, basandosi sulle sensazioni organolettiche dei singoli vini. Per progettare questi calici Italesse studia i differenti suoli, vitigni e tecniche di produzione tramite il proprio team di enologi, sommelier e ingegneri. L’esempio pratico è il bicchiere T-Made 70, costruito sul territorio di Montalcino e calice ufficiale del Consorzio del Brunello.

Intensità

Complessità

Eleganza

Freschezza

Morbidezza

Struttura

I BENEFICI DELL'USO DEI CALICI DI QUALITÀ PROFESSIONALE

Intensità

Complessità

Eleganza

Freschezza

Morbidezza

Struttura

Ampiezza e forma della coppa influiscono su:
Inclinazione delle pareti e ampiezza del bevante influiscono su:
VINI BIANCHI
VINI ROSSI
VINI BIANCHI
BOLLICINE
BOLLICINE
VINI ROSSI
INDICE DI GODIBILITÀ
INDICE DI GODIBILITÀ
Valorizzazione della tavola e del locale Migliore esperienza d'uso e soddisfazione del cliente

Poderi e Cantine Oddero: qui si è fatta la storia del Barolo

L’enoturismo è uno dei tesori più preziosi del nostro Paese. Girare per cantine e scoprire territori attraverso il patrimonio enogastronomico fa parte ormai dell’immaginario italiano. Per questa uscita siamo andati nelle Langhe, da Oddero, con una confortevole BMW X7 fornita da Magni & Carnevale Motors di Sesto San Giovanni.

AUTO

BMW X7 xDrive 40d

Potenza: 250 kW / 340 CV

Cilindrata: 2.993 cc

Trazione: 4x4

Alimentazione: Mild Hybrid Electric Vehicle (MHEV) / Gasolio

ENOTURISMO

Un viaggio alla scoperta dei grandi territori del vino italiano attraverso le nostre cantine. Dalle visite in azienda alle attività collegate, con consigli su dove dormire, mangiare, cosa fare e cosa vedere. A cura di Alessandro Rigatto.

DESTINAZIONE LANGHE

Le indicazioni stradali riportano con un certo gusto per l’understatement “Poderi e Cantine Oddero”, mentre la nostra SUV BMW a 7 posti (messa a disposizione da Magni & Carnevale di Sesto San Giovanni) fluttua tra una curva e l’altra tra i contrafforti delle Langhe. Siamo in provincia di Cuneo, nei pressi di La Morra, un paio d’ore d’auto da Milano e Genova, un’oretta da Torino, anche se – osservando la provenienza dei turisti che incontriamo, molti dal Nord Europa – la distanza di riferimento è quella dall’Aeroporto di Malpensa, che dista un centinaio di minuti da questa incantevole terrazza naturale sospesa a dominare le Langhe, un mare di vigne di proprietà familiare che, come un tempo, vinifica unicamente le uve dei propri vigneti nel rispetto del territorio.

IL BAROLO DELLA TRADIZIONE

Nei circa 35 ettari occupati dalle vigne della famiglia Oddero, suddivisi tra la vigna principale di Santa Maria e quelle di minori dimensioni, sparpagliate nella zona per offrire tante diverse espressioni del territorio, vengono prodotti il Barolo Classico della tradizione e, in misura minore, il Barbaresco, il Dolcetto, la Barbera, il Moscato e il Langhe Riesling, che affianca i vini dal DNA piemontese. Come ci spiega con passione e competenza Isabella Oddero, alla guida, con la zia Mariacristina e con il cugino Pietro, dell’azienda di famiglia fondata nel lontano 1878, “qui non seguiamo la moda del momento di produrre solo Barolo monovigna (cru), un concetto molto francese proveniente soprattutto dalla Borgogna. Contrap-

poniamo invece la tradizione del Barolo Classico, ottenuto per il 100% da uve Nebbiolo provenienti però da vigne diverse, site in zone diverse, da cui caratteristiche diverse che generano un vino equilibrato, dove la struttura delicata, quasi vellutata, si abbina a uno spessore sorprendente”.

LE SFIDE DELLA QUALITÀ

Alle Cantine Oddero da sempre si investe in qualità, a cominciare dal sistematico ricorso a manodopera specializzata ed esperta che è sempre più difficile trovare e per questo viene fidelizzata, tanto più che quasi tutte le operazioni avvengono manualmente. A complicare le attività hanno provveduto negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico, che obbligano a tempi molto rigidi nelle singole operazioni, pena la perdita del raccolto. Le criticità sono amplificate, nel caso di questa Cantina, dalla distanza che separa le diverse vigne e che obbliga a tenere in attività più forza lavoro e più macchinari e veicoli.

OSPITALITÀ ANTICA

Gli ospiti che raggiungono le Cantine Oddero possono dedicare il loro tempo alla visita guidata alle Cantine stesse e alle degustazioni; per chi intendesse inoltre pernottare sono a disposizione, a pochi chilometri dalle Cantine, quattro appartamenti di elevato standing, presso Villa Carla. Questo edificio di gran lusso e dal design moderno prende nome dalla nonna di Isabella e Cristina Oddero, Carla appunto, che tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, cogliendo con grande lungimiranza lo sviluppo che avrebbe avuto l’industria enologica, ha acquistato, con i proventi della sua attività di farmacista svolta nella vicina Alba, la maggior parte delle vigne storiche della zona. Carla Oddero amava l’ospitalità, un valore di famiglia in cui convergono fiducia e trasparenza che l’attuale generazione desidera perpetuare con questa struttura, fornita di una infinity pool e di un parco barbecue a disposizione degli ospiti che volessero improvvisare una grigliata in famiglia. La visione di Carla Oddero è stata davvero vincente: oggi la zona è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dall’UNESCO, i prezzi di mercato delle vigne hanno raggiunto livelli spaventosi, alla portata ormai solo di fondi d’investimento, e la regione è divenuta molto attrattiva per appassionati di vino provenienti da tutto il mondo, USA e Nord Europa soprattutto, che tra l’altro possono approfittare della tradizionale fiera del tartufo che nella stagione autunnale si protrae da qualche anno per ben due mesi.

ATTIVITÀ E RISTORANTI

Tra le attività sportive che possono essere praticate durante i soggiorni che abitualmente si prolungano da 3 giorni a una settimana intera, le escursioni in e-bike sono particolarmente consigliate per visitare le bellezze naturali e architettoniche circostanti, come il Castello di Serralunga, il Castello di Barolo e la Cappella del Barolo (una chiesa colorata mai consacrata e nota anche come Cappella della Santissima Madonna delle Grazie, situata a La Morra), così come per raggiungere ristoranti storici come la Trattoria della Posta a Monforte d’Alba e Bovio a La Morra, oltre al More e Macine, sempre a La Morra, e la Vinoteca Centro Storico di Serralunga d’Alba.

JOURNEY TIPS

DOVE MANGIARE

Osteria More e Macine

La Morra

tel. 0173 500395

Ristorante Bovio

La Morra

tel. 0173 590303

Vinoteca Centro Storico

Serralunga d'Alba

tel. 0173 613203

Trattoria della Posta Monforte d'Alba

tel. 0173 78120

COSA VISITARE

La Cappella del Barolo

La Morra

Il Castello di Serralunga d'Alba Serralunga d'Alba

Il Castello di Barolo

Barolo

DOVE DORMIRE

Villa Carla Barolo

www.villacarlabarolo.com

Vini di famiglia

Il nome di famiglia Oddero compare nell’etichetta già tra fine Settecento e inizio Ottocento, come riportano documenti ufficiali dell’Archivio Storico di La Morra, il Comune cui appartengono Borgata Tetti e la frazione Santa Maria, dove ha sede la Cantina Oddero, una delle poche aziende storiche per la produzione del Barolo e tra le pochissime a essere rimaste sempre nella proprietà della stessa famiglia. Da uno studio dei documenti parrocchiali e comunali risulta infatti con sicurezza che gli Oddero sono presenti sul territorio di La Morra almeno dal XVIII Secolo. La storia contemporanea dell’azienda si lega inestricabilmente a quella di Giacomo Oddero, nato nel 1926, nipote del primo Giacomo di famiglia, da cui ereditò il nome. È sotto la guida di Giacomo che Poderi e Cantine Oddero assumono l’attuale

configurazione produttiva, ampliando l’estensione dei vigneti, il numero di bottiglie prodotte (nel perimetro di una produzione artigianale focalizzata sulla massima qualità, a costo di non soddisfare tutte le richieste) e sostenendo una politica di qualità che oggi è riconosciuta a livello internazionale. “Poderi e Cantine Oddero” è un marchio storico tra i produttori del Barolo. Rimasto per generazioni saldamente in mani maschili, è adesso di proprietà di Mariacristina e Mariavittoria, figlie di Giacomo Oddero, patriarca del Barolo e personaggio noto non solo in terra di Langa. La cantina è portata avanti dalla figlia Mariacristina, entrata in azienda verso la fine degli anni Novanta, e dai nipoti Isabella e Pietro, che rappresentano la settima generazione.

Cardamaro

UN AMARO FUORI

DAL COMUNE

MOR cocktail è un locale dal sapore hipster e vintage nel centro di Trieste. Vintage solo nell’aspetto, perché i drink proposti sono creativi e all’avanguardia. Abbiamo parlato con Stefano Zuliani, titolare e barman al MOR, chiedendogli di creare un cocktail diverso dal solito con base Cardamaro, il nuovo amaro nel catalogo di Meregalli Spirits.

Da dove hai iniziato e quando hai capito che questo sarebbe stato il tuo lavoro?

Ho iniziato molto giovane a 16/17 anni, lavorando durante le vacanze estive: avevo trovato lavoro come cameriere in un ristorante. Nelle estati successive sono passato dietro al bancone di diversi locali. Ho capito fin da subito che quello era il lavoro per me: amavo l’interazione con i clienti e stare al centro dell’attenzione.

Se fossi un cocktail, quale saresti e perché?

Se fossi un cocktail sarei un Old Fashioned, il mio preferito. È un drink all’apparenza molto semplice ma in realtà nasconde alcune difficoltà, con il suo gusto dolce e complesso allo stesso tempo.

Che cosa ti piace di più del tuo lavoro? E cosa meno?

La cosa più bella sono gli infiniti modi di poter creare. Amo molto anche l’interazione con i clienti, il costruire esperienze ad hoc per ognuno di loro, e lo studio continuo di prodotti e tecniche diverse. La parte burocratica invece è il lato che mi piace meno.

Che futuro pensi abbiano gli zero alcol?

Penso che, come sta accadendo all’estero, si tratta di un mercato in espansione: credo che nel nostro Paese questa crescita sarà più lenta.

Quali tendenze hai notato negli ultimi anni nella mixology triestina?

A Trieste ultimamente si nota una crescita in senso di qualità e conoscenza del mondo della mixology. Ovviamente Gin Tonic, Sour e Spritz fanno ancora da padrone. Manca sicuramente l’interazione e la progettualità con le aziende per costruire qualcosa di più grande: forse ciò è dovuto anche alla posizione geografica rispetto al resto del territorio italiano, nonostante la città sia la porta per l’Est Europa.

NOVITÀ MEREGALLI

SPIRITS

Cardamaro è una nuova referenza del catalogo Meregalli Spirits 2023. L’unico amaro a base di Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, è nato negli anni ’50 grazie a una ricetta di Rachele Torlasco Bosca, perfezionata nel corso del tempo. La formula segreta prevede l’utilizzo di vino bianco Cortese, tre tipologie di cardo e altre erbe.

LE BOTANICHE

30 ml Cardamaro

40 ml Rye Whiskey

10 ml Sciroppo di legno

3 drops Cardamom Bitter

1 dash Chocolate Bitter

Tecnica: shake

Cardo Gobbo di Nizza Monferrato
Genziana Cardo Santo
Salvia Sclarea
Cardo Mariano Liquirizia
Una ricetta che vuole usare Cardamaro come una sorta di Vermouth. Il suo gusto morbido infatti dona una nota amara non invasiva che si sposa benissimo con Whiskey e sciroppo di legno.

BContinua dalla prima pagina. Ci piacerebbe affidargli altre cantine. Sono tanti i bei momenti trascorsi: come Marcello, Giuseppe ha una passione per le belle auto e mi ricordo molti viaggi in Maserati a una velocità che oggi è totalmente un tabù. La nostra famiglia è felice di vedere la continuità in Meregalli. Marcello sta facendo un lavoro straordinario: Giuseppe mi dice persino con più successo di lui.

Quest’anno sono 30 anni di collaborazione tra Champagne Bollinger e Gruppo Meregalli: com’è stato questo periodo e quali sono stati i momenti migliori?

Giuseppe ha lavorato fianco a fianco a Bollinger con uno spirito di fiducia, e questa fiducia reciproca continua con Marcello e Corrado e il loro team. Abbiamo partecipato e sostenuto molti eventi, il 100vini su tutti, che è diventato una delle migliori degustazioni per il mondo Horeca. L’evento più bello è stato all’autodromo di Monza: una grande opportunità per mettersi alla guida di alcune delle più famose auto d’epoca, tra cui una Mini Cooper decorata con i colori e lo stemma di Bollinger.

Come saranno i prossimi 30 anni?

Sono molto tranquillo e ottimista. Nel mondo, e in particolare in Italia, ci sono sempre più amanti dei grandi vini. Negli ultimi 30 anni, Meregalli ha dimostrato le sue indiscusse capacità nella distribuzione e il nostro gruppo a conduzione familiare ha fatto della premiumisation un suo principio guida.

Come vedono lo Champagne gli italiani?

La storia ha dimostrato che gli italiani amano il bello e il buono e sanno esportare il loro savoir-faire in tutto il mondo: l’Italia produce alcuni dei migliori vini del mondo, ed è un francese a dirlo! Lo Champagne fa parte di questo universo: è bello, perché i momenti di consumo sono momenti felici, ed è buono, perché rimane il miglior spumante del mondo grazie ai suoi terroir unici.

Quali sono le politiche produttive future della Maison? Si darà sempre più spazio a cuvée

ollinger

30 ANNI CON

GRUPPO MEREGALLI

iconiche e limited edition oppure la strategia si concentrerà sulle referenze classiche? Bollinger si è sempre distinto dagli altri marchi di Champagne per il carattere unico dei suoi vini, basato sul tempo e sul Pinot Noir. Abbiamo spesso innovato e puntato su queste peculiarità: Vieilles Vignes Françaises, R.D., PN, 2003 by Bollinger, B13 e ora Champagne Côte Aux Enfants. Continueremo su questa strada perché i terroir dei nostri vigneti racchiudono tesori che dobbiamo offrire ai nostri consumatori. Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che i nostri appassionati sanno apprezzare anche la Special Cuvée e La Grande Année. Il futuro ci riserva quindi delle belle sorprese e il mercato italiano sarà ovviamente uno dei primi a beneficiarne.

Previsioni per il futuro: quali saranno gli investimenti? Ci saranno nuovi vigneti e nuove cantine al di fuori della Champagne?

Negli ultimi 5 anni abbiamo ampliato i vigneti di proprietà nella Côte Chalonnaise, a Sancerre e in Oregon: tutti vini che Gruppo Meregalli distribuisce o distribuirà. Nei prossimi anni poi investiremo in due aree principali: in primo luogo nell’accoglienza dei clienti nelle nostre cantine. Vogliamo sviluppare offerte enoturistiche all’altezza dei nostri vini, creando un boutique hotel a 4 stelle ad Aÿ. Questo ci permetterà di offrire ai clienti momenti indimenticabili legati ai nostri vini, rafforzando il legame con loro. Inoltre, continueremo a essere attenti e curiosi, perché ci sono tanti altri magnifici terroir da scoprire in tutto il mondo.

Il bicentenario di Bollinger è un traguardo importante: come lo festeggerete?

Nel 2029 celebreremo il bicentenario di Maison Bollinger e quindi del nostro gruppo: il nostro bicentenario ci permetterà di celebrare i valori che ci stanno a cuore dal 1829. Innanzitutto lo spirito familiare: il gruppo è al 100% di proprietà della stessa famiglia dal 1829, una situazione unica nel nostro mondo. Poi l’eccellenza, i nostri team infatti sono famosi per le loro competenze in vigna e in cantina, e la responsabilità nei confronti delle nostre terre. Infine

l’imprenditorialità: audacia, innovazione e impegno fanno parte da sempre del nostro DNA.

“Bevo Champagne quando sono felice, e quando sono triste. A volte lo bevo quando sono sola. Ma quando sono in compagnia lo considero indispensabile. Mi ci diverto quando non ho fame, e lo bevo quando ne ho. Altrimenti non lo tocco, a meno che non abbia sete”. Quand’è il momento migliore per bere Champagne?

Sono totalmente d’accordo con Lily Bollinger: non c’è un solo momento migliore, ce ne sono molti.

30 Grandi Annate è il logo ideato dallo studio di design Aznom per celebrare la collaborazione tra Meregalli e Bollinger.

L'INTERVISTA

Etienne Bizot è il presidente di Gruppo Bollinger e uno degli uomini chiave della Maison di Aÿ.

NOVITÀ VISCONTI43

Una delle novità 2023

di Visconti43 arriva

direttamente dalla Liguria di Ponente: due cantine, SanSteva e Poggio dei Gorleri, unite in un unico gruppo.

Cantine SanSteva e Poggio dei Gorleri

Le sfumature della Liguria

Ci sono vini che riflettono il loro territorio in ogni sfumatura, profumo, dettaglio, e ci sono cantine che li interpretano con il solo obiettivo di far emergere queste caratteristiche. Ci sono poi territori che, per la loro conformazione, per il clima e per la posizione, sono naturalmente vocati a dar vita a determinati vini

I PRIMI VINI LIGURI DEL NOSTRO CATALOGO

Prendiamo la Liguria, una terra divisa fra mare e montagne, Levante e Ponente, piccoli borghi indiscutibilmente genovesi e porti: siamo andati qui, nella provincia di Imperia, a cercare la prima cantina ligure del nostro catalogo e abbiamo trovato una realtà davvero unica, che imbottiglia tutte le migliori caratteristiche di questa terra. Una cantina, anzi due, che sotto un solo gruppo, Tenute MFR, parlano, raccontano ed esaltano i profumi del Ponente Ligure: Cantine SanSteva e Poggio dei Gorleri.

CANTINE SANSTEVA

Cantine SanSteva è una realtà giovane che vuole mettere la giusta attenzione sugli autoctoni liguri. Siamo a Santo Stefano al Mare, un classico borgo marinaro a metà strada fra Imperia e Sanremo. Il progetto della famiglia Risso è quello di puntare sul territorio, senza compromessi: in questa direzione vanno anche i vini della cantina, in particolare il Moscatello di Taggia, figlio di un antico vitigno della zona che sta facendo sempre più parlare di sé, e Cantine SanSteva è infatti tra i principali promotori della sua riscoperta. Insieme a Poggio dei Gorleri, la cantina fa parte del gruppo Tenute MFR, un progetto ambizioso che ha come obiettivo la valorizzazione del Ponente Ligure. Per farlo è in costruzione una nuova cantina, affacciata sul mare e immersa nel paesaggio circostante e a bassissimo impatto.

POGGIO DEI GORLERI

Poggio dei Gorleri nasce nel 2003, quando la famiglia Merano prende in mano l’azienda: siamo in un periodo in cui la Liguria di Ponente fatica a emergere

con le sue eccellenze. La zona è estremamente vocata e i vitigni, Vermentino e soprattutto Pigato, hanno tutto per dar vita a grandi vini: è con queste premesse che in pochissimo Poggio dei Gorleri riesce a dare una spinta importante per la valorizzazione di questa zona. La critica ben presto si accorge di tutto ciò, così come gli appassionati, e la cantina diventa un punto di riferimento per i bianchi di Ponente. Nei vigneti i protagonisti sono Vermentino e Pigato: quest’ultimo in particolare rappresenta un vero e proprio caso enologico degli ultimi anni. Diverse aziende hanno puntato sulle sue caratteristiche, plasmando vini di carattere, spesso longevi e oltre i luoghi comuni e il vitigno è diventato un simbolo di questo angolo di Liguria. Le vigne si trovano nell’immediato entroterra ligure e godono di un microclima davvero unico, dove il mare gioca un ruolo fondamentale, con la sua brezza che soffia tra le piante. Poggio dei Gorleri è una realtà giovane ma con le idee ben chiare, che grazie al suo spirito è riuscita a far cambiare prospettiva alla viticoltura regionale.

PIGATO CYCNUS

Il Pigato nella sua essenza più autentica: passa 6 mesi in acciaio e si distingue per le note di erbe aromatiche e per una bella sapidità. La Liguria in bottiglia.

MOSCATELLO DI TAGGIA

Intenso e profumato, il Moscatello di Taggia firmato SanSteva è un bianco di grande personalità. Una bella riscoperta per un antico autoctono ligure.

MEREGALLI & FRIENDS

Carolina Stramare è una modella italiana, vincitrice nel 2019 dell’80ª edizione del concorso di bellezza Miss Italia. Ha lavorato come conduttrice sportiva, affiancato Enrico Papi in Scherzi a Parte e ha partecipato a Pechino Express 10

Carolina

Stramare

Direttamente da Pechino Express, con una passione per il vino che nasce grazie alle sue origini venete: abbiamo fatto una bella chiacchierata con Miss Italia 2019.

Come hai festeggiato e cos’hai stappato quando hai vinto l’80ª edizione di Miss Italia? Il 6 settembre 2019, dopo la vittoria, senza avere il tempo di realizzare e metabolizzare quello che mi era successo, ero già catapultata nelle mani dei media per rilasciare le prime interviste. Nei giorni successivi ho avuto modo di festeggiare in famiglia e quale miglior bottiglia se non una di casa nostra? Le mie origini venete, di Valdobbiadene, per la precisione di Segusino, non fanno mai mancare in casa un buon Prosecco. Se non ricordo male proprio una del nostro Col de Roer

Hai avuto il coraggio di buttarti anche in un altro mondo, completamente all’opposto di un concorso di bellezza, mettendoti in gioco in uno dei programmi più faticosi della TV, Pechino Express. Com’è andata? Quest’anno ho partecipato a Pechino Express, esperienza che rifarei altre mille volte se mi fosse concesso. Mi sono messa alla prova, mi sono allontanata dalla mia comfort zone, dalla mia famiglia, dai miei interessi, per immergermi in un mondo lontano dal mio. Mi sono privata di tutti gli agi e questo credo che, nonostante le difficoltà iniziali, abbia dato una svolta anche alla mia personalità. Dopo poche ore tutto ciò che spesso consideriamo di vitale importanza è diventato superfluo. Le uniche necessità erano trovare una dimora per passare la notte e tanta forza mentale per riuscire a proseguire il tragitto durato più di un mese. Non nego che al mio ritorno ho avuto bisogno di qualche giorno per riadattarmi alla normalità: rientrare a casa mi è sembrato come entrare in un hotel di lusso, rivedere la mia famiglia mi ha fatto capire quanto io non possa fare a meno di loro. È un viaggio che porto nel cuore, così come porto nel cuore le persone che mi hanno aiutato nel percorso, mi hanno fatto capire quanto dobbiamo esser grati per quello che abbiamo. Apparire perfetta o quasi era molto difficile, anzi impossibile, ma

in quella circostanza poco importa. Rivedendomi in TV ho fatto un grande sospiro di sollievo. Ho partecipato al programma perché il mio “personaggio” è nato da un concorso basato sull’estetica e le mie intenzioni erano di farmi conoscere per ciò che mi considero: una ragazza normale, ironica, con tutte le sue debolezze e che di rado si sente giudicata per come è dentro. Penso e spero di esserci riuscita.

Che vino abbineresti alla tua coppia a Pechino Express, Le Mediterranee?

Le Mediterranee sono grandi bevitrici. Io, Barbara Prizio e anche Joe Bastianich non abbiamo quasi mai rinunciato ai calici di vino offerti dalle persone del posto. Insomma, ci siamo un po’ adattati ma mai tirati indietro. In alcuni casi abbiamo viaggiato con la mente: ricordo ancora quando in Cambogia aprimmo delle bottiglie di birra, per di più calda, brindando con la stessa enfasi che si ha il 31 dicembre. Se fossimo un vino saremmo un buon Arneis.

Sei più da cena a lume di candela e calice di vino oppure da cocktail e party in spiaggia?

Fino a qualche anno fa, forse nel pieno dei miei anni da teenager, avrei scelto un Gin Tonic in riva al mare. Ora probabilmente farei quasi fatica a berlo. Mi piace il buon vino, mi piace degustarlo a tavola anche quando sono a casa con il mio compagno: il più delle volte non termino neanche il bicchiere ma mi dà una sensazione di armonia, di pace, e mi permette di staccare da una giornata più o meno impegnativa, soprattutto se accompagnato da un buon salame nostrano e qualche tarallo. Quindi, che sia rosso o bianco fermo, vada per il calice!

Photo Credit Alberto Buzzanca

Una donna che conta

Nome

Maristella Nickname Mari

Età 55 anni

In Meregalli da 12 anni

Ruolo

Responsabile amministrativa

Cosa volevi fare da piccola Gestire una cartoleria

Vino preferito

Pinot Nero Riserva Matan di Pfitscher

Cosa ti piace di più del tuo lavoro

Risolvere le varie problematiche ed essere di supporto per le decisioni strategiche dell’azienda.

Cosa ti piace di meno del tuo lavoro

Le scadenze fiscali, sono troppe e cambiano in continuazione.

A che età hai iniziato a contare?

A 4 anni.

Quali sono le innovazioni introdotte nella gestione del tuo lavoro?

Con la fatturazione elettronica è iniziato un processo innovativo di digitalizzazione che ha cambiato il metodo di lavoro della contabilità: ormai il lavoro di un contabile non è più quello di inserire dati, ma si basa anche sul controllo dei processi di acquisizione dei dati stessi.

Cosa significa per te essere responsabile di un ufficio strategico come l’amministrazione di un grande Gruppo?

Significa dedicare tempo e impegno non-stop, ricevendo in cambio molte soddisfazioni, come ampliare il proprio know-how in un Gruppo in continua crescita. Far parte di un ambiente di lavoro dinamico come il nostro è entusiasmante e gratificante.

PAIRINGS

Una rubrica originale con abbinamenti delle nostre bottiglie totalmente fuori dal comune, inaspettati, per conoscere i lati nascosti di ogni etichetta.

Wine Match

Un Porto Tawny Reserve che imbottiglia al meglio la filo sofia produttiva di Niepoort, sempre pronta a innovare e sperimentare senza uscire dai confini della tradizione. Il lungo invecchiamento in legno consente un lento processo di ossidazione e disegna un vino vellutato e ricco, tutto gio cato su un perfetto equilibrio tra complessità e freschezza.

VITIGNI

Touriga Nacional, Touriga Franca, Tinto Cão, Tinta Francisca, Tinta Amarela, Sousão, Tinta Roriz e altri

ETÀ DEI VIGNETI

Più di 30 anni

ZONA DI PRODUZIONE

Douro, Valle del Pinhão / Ferrão

TERRENO

Scistoso

VINIFICAZIONE

ALLEVAMENTO

Guyot e Rojat

Le uve provengono da vigneti a bassa quota a Cima Corgo, nella regione del Douro e vengono pigiate prevalentemente con i piedi, nelle tradizionali vasche chiamate “Lagares”, prima dell'affinamento in vecchie botti nelle cantine di Vila Nova de Gaia.

INVECCHIAMENTO

7 anni in botti di rovere francese

AUTO

Citroën 2CV

Look rétro, linee sinuose, un’immagine nostalgica e schiere di appassionati a cui brillano ancora gli occhi quando la incrociano per strada. La Citroën 2CV ha segnato un’epoca, in tutte le sue versioni: una vecchietta che ha sempre qualcosa di interessante da raccontare, così come il The Senior Port.

NIEPOORT THE SENIOR PORT

TAWNY RESERVE

Da sorseggiare leggendo

Dylan Dog, 1986 - oggi

Dylan Dog: un fumetto-icona tutto italiano che racconta le avventure dell’omonimo protagonista, un detective chiamato a indagare casi che riguardano il soprannaturale.

Una serie horror piena di colpi di scena e storie avvincenti, proprio come un sorso di questo vino.

CITTÀ

New Orleans

La città più famosa della Louisiana custodisce un pezzo importante della storia degli USA. La sua atmosfera magica, quasi soprannaturale, e la musica Jazz che fa da colonna sonora alle sue vie rappresentano il palcoscenico perfetto per godersi un calice di questo Porto.

Peaky Blinders, 2013-2022

Peaky Blinders ha conquistato il pubblico di tutto il mondo: la serie TV segue le avventure criminali di una famiglia di origini irlandesi nella Birmingham del primo dopoguerra. Le atmosfere cupe e fumose chiamano almeno un calice del The Senior Port, per una serata davanti a Netflix.

Da stappare guardando SERIE

STAGIONE

L’inizio dell’inverno è probabilmente il periodo che si abbina al meglio a questo Porto: il freddo si potrebbe definire caldo, grazie all'atmosfera natalizia e al clima di frenetica attesa. E quando fuori le temperature si abbassano non c’è niente di meglio di un sorso di questo Tawny.

Da bere ascoltando

You Never Can Tell, Chuck Berry, 1964

Una canzone d’amore allegra e spensierata che inizia con il matrimonio tra Pierre e la sua amata e si conclude con i due che celebrano l'anniversario. C’est la vie, dicono i vecchi, e non puoi mai sapere quello che ti capita: una saggezza da Senior, proprio come questo Porto.

ATTORE

Danny DeVito

Personaggio poliedrico: attore, produttore e regista di origini italiane nato nel New Jersey nel 1944. Nella sua carriera non si contano i successi in tutti i campi in cui si è cimentato. Il suo carattere e il suo spirito eclettico si legano perfettamente a quello del The Senior Port di Niepoort.

Tenuta Isaquas

NOVITÀ VISCONTI43

La Sardegna si unisce al catalogo Visconti43 con Tenuta Isaquas, una nuova cantina fortemente voluta da Argiolas.

Il tempo sembra essersi fermato in questo angolo di Sardegna alle porte di Serdiana, uno dei più importanti centri agricoli dell’isola. Tutto qui riporta a una Sardegna rurale, battuta dal sole e da ritmi antichi: un vero e proprio paradiso agreste, dove convivono vigneti, animali e uomo.

Tenuta Isaquas raccoglie al suo interno tutto questo: l’azienda agricola fa parte dell’universo Argiolas, uno dei nomi più importanti della viticoltura regionale, che ha deciso di creare una nuova linea, con una sua precisa identità. I 28 ettari vitati accolgono i principali autoctoni sardi; il resto della tenuta è un alternarsi di oliveti e altre colture, oltre a una fattoria e a un laghetto, punto di passaggio e di sosta per varie specie di uccelli. Vermentino e Cannonau sono gli ambasciatori di questi luoghi unici: nascono in vigne che vanno dai 5 ai 20 anni di età che affondano le radici su terreni argillosi. Il Vermentino esprime la freschezza tipica del vitigno unita a sapidità e delicatezza, con intriganti rimandi fruttati, mentre il Cannonau è elegante e speziato, caldo, rotondo ed estremamente territoriale

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