Seasonings Autumn 2017

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AUTUMNCULTURE text Patricia Lurati

EFFIMERO ETERNO

A Palazzo Pitti una mostra-installazione dedicata alla moda At Palazzo Pitti an art exhibit-installation devoted to fashion Era da tempo che non si vedeva una mostra così. Una successione di stanze storiche, quelle di Palazzo Pitti, che incantano, sorprendono e raccontano, con tocco lieve e poetico, la natura effimera della moda. Effimera perché se la moda nel suo continuo divenire, di stagione in stagione, condanna gli abiti all’oblio e all’abbandono, il tempo, la polvere e l’usura non sono da meno logorandoli, alterandoli e lacerandoli. A evocare la caducità degli abiti è il carattere provvisorio dell’allestimento: cornici accatastate, mobili consunti, polverosi, a volte coperti da teli di plastica, riesumati dalle soffitte e dalle cantine di Palazzo Pitti, dove da tempo giacevano, anch’essi, dimenticati. Scenografia congegnata per accogliere vestiti e accessori che, dopo un lunga torpida attesa su scaffali, grucce e scatole, possono finalmente evadere dalla salubre oscurità dei depositi del parigino Palais Galliera e del fiorentino Museo della Moda per godere, all’interno delle sontuose stanze di Palazzo Pitti, di un’immaginaria quanto effimera ora d’aria. Capi che per poter rivivere l’intrinseca ragione della loro creazione, catturare sguardi e suscitare ammirazione, sono disposti a sfidare il loro più infido nemico: la luce, che sbiadendone i colori mina la loro sopravvivenza. Ed è proprio questo pericolo a essere messo in scena, in una sorta di memento mori, in una delle sale: abiti stagliati davanti a una parete con drappi neri 45

We have been waiting a very long time to see such a beautiful exhibition. A suite of historic rooms, those of Palazzo Pitti, so enchanting and powerful and which describe, with a delicate and poetical touch, the ephemeral nature of fashion. Ephemeral because, as fashion goes fast, changing season by season and condemning clothing to oblivion and neglect, so does time, by damaging and deteriorating it through dust and regular use. Fashion’s caducity is emphasized by the temporary nature of the exhibition’s setting: stacked frames and worn out, dusty furniture, some covered in plastic wrap, rescued from Palazzo Pitti’s attics and cellars, where it too laid forgotten for years. A setting designed to showcase clothing and accessories which, after a long wait on shelves, hangers and in boxes, can finally escape the salubrious obscurity of the storehouses of the Parisian Palais Galliera and of the Florentine Fashion Museum to enjoy, within the sumptuous rooms of Palazzo Pitti, an imaginary and ephemeral breath of fresh air. Garments which, in order relive the intrinsic reason behind their creation, capture attention and command admiration, are willing to challenge their most treacherous enemy: the light that, making colors lose their intensity, endangers their existence. And it is exactly this danger which is showcased, in a sort of memento mori, in one of the rooms: gar-


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