Officinae Giugno 2010

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scientifica sulle sostanze organiche ed inorganiche e sulle leggi che ne governano la composizione e la trasformazione, portò al tramonto dell'alchimia, la quale ancora oggi si pone come antidoto ecologico alla tirannia della tecnologia. Helmut Gebelein non ci narra soltanto la nascita e l'evoluzione dell'alchimia, egli parla all'Uomo comunicandogli un messaggio che viene da lontano ed i cui contenuti tuttora sopravvivono. ***

La reliquia del Gran Maestro

Massimo Centini, Piemme 2010, pp.222

Quello tra la Sindone e i Cavalieri Templari è un rapporto particolarmente problematico, che spesso fa storcere il naso agli studiosi. Massimo Centini, con rigore e senza enfasi, ha raccolto nel recente volume La reliquia del Gran Maestro. Indagine sulla Sindone e i Cavalieri Templari un ampia documentazione sull argomento, facendo un po d ordine e separando la storia dal mito e della leggenda. Il binomio Sindone-Cavalieri Templari è problematico e pericoloso. Problematico perché i metodi dell analisi storica e culturale spesso devono fare i conti con un endemica scarsità di fonti; a ciò si aggiunga che un certo numero di fonti sono oltretutto attraversate da un corpus di miti e leggende prodotte dalla storiografia del XIX secolo. È pericoloso perché contrassegna il lino di Torino con toni mitici che, nel corso dei secoli, hanno condotto lontano anni luce dalla realtà. In un vortice di ricostruzioni più adatte alla sceneggiatura di un film con Indiana Jones che all indagine dello storico o dell archeologo, Sindone, Graal (in misura minore l Arca dell Alleanza) e Templari sono diventati una sola cosa. Questi soggetti risultano così inscindibili e parte integrante di una storia altra , parallela, che, a detta di un certo numero di studiosi ancora condizionati dalle riletture mitiche effettuate dalla cultura del Romanticismo, sarebbe stata volutamente oscurata per motivi sempre diversi. La storia dei Templari, di cui spesso il grosso pubblico conosce solo i tratti maggiormente inquietanti, cioè quelli più tragici o avventurosi, è caratterizzata da peculiarità che sono soprattutto di ordine politico, finanziario, giuridico e inquadrate in uno scacchiere geografico dominato da istanze in cui, tragicamente, gli

aspetti materiali avevano un peso molto superiore a quelli spirituali. Dobbiamo inoltre ricordare che la caratura esoterica che ha contrassegnato (e ancora contrassegna) l esperienza dei monaciguerrieri, è soprattutto il frutto di un processo successivo alla loro presenza oggettiva nella storia tra XII e XIV secolo. Infatti, si tratta dell effetto della rilettura in chiave mitica dell epopea dei Templari e delle loro relazioni con la Sindone: tutto ciò ha determinato uno stravolgimento sia dell immagine autentica del Sacro Lino che del ruolo storico dei Cavalieri Templari. Eppure, questa distorsione funziona da sempre, perché soddisfa quell urgenza di mistero che continua ad essere uno degli elementi del moderno successo incontrato dalle vicende che hanno come protagonista questo ordine cavalleresco, creato intorno al 1120 con la funzione di difendere la Terra Santa, costituito da monaci-guerrieri e che raggiunse un potere straordinario. L ascesa, e soprattutto l autonomia, dei Templari ebbero un effetto deleterio, poiché furono l origine della loro fine. Una fine che ha una data ufficiale: 18 marzo 1314, il giorno del rogo di Parigi. ***

Sub Rosa

V. Meattini, Albatros il Filo, Roma 2010

La poesia è tornata. Le parole s essenziano di gocce di vita, medicina rara e costosa, della Visione che distilla / nel core il dolce del vino e della rosa di Khayyàm, di Ungaretti e ancor prima di Dante. Queste pagine dense, questi versi di mano lieve - ripreso il filo del discorso che da Omero in poi di volta in volta ogni poeta raccoglie riverberano suggestioni e atmosfere d altra poesia: in particolare la palpabilità della parola magica di Borges e l instancabile ricerca della vita interiore che impegnò il canto di Kavafis. E tuttavia qui non s ode il frastuono di antiche battaglie; tacciono le voci di Antiochia, le acclamazioni di gloriosi re, il tonfo dei corpi caduti, il tintinnio dei ferri. Non v è traccia del tempo dilatato della Storia; si vive invece il tempo dell istante, dell attimo vibrante, al ritmo costante del pulsare di epifanie divine.

Recensioni

Nell intermittenza di luci ed ombre, nella vita che romba, freme, schiocca, frusta, frulla, improvvisamente / cede la trama, s apre lo squarcio: è il tempo del Miracolo. Il rumore della Storia sfuma in un tenero strepitio e si placa nell infinito silenzio della luce che schianta, in un tempo sospeso che è quello dell In-Canto. In questa immersione rapida e profonda s intravede la speranza di un Dio possibile (il Dio in cui dio crede); possibile ma non dicibile giacché svanisce a tentarlo / nel più profondo il fondo. Quella luce infatti non smeriglia ma acceca la vista: è un pensiero sì grande che strema la mente, che tuttavia può conservarne impressa l essenza. Allora è possibile quantomeno vivere una vita autentica, scavalcare il giorno troppo corto, la stagnante monotonia del quotidiano, spogliarsi dell inutile e di ciò che ingombra, ed essenziarsi. È il Segreto velato, e non dis-velato, che il poeta porge, nella mano aperta: la rosa, immagine del mondo, vita segreta, la unica rosa, grazia che riscatta i giorni e le cose perdute, la risorgente rosa. Nella speranza di poter cogliere il suo Segreto bisogna scavare, cercare e osare parole ancora vive, affondare la vanga e scavare. Scavare finché la terra cede anche di poco e poi scendere. Scendere dove tu non possa perdermi: Sub Rosa. Raffaella Bisceglia

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