Per dei calci non dati

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non tutti i soldi per portarlo nella mia” disse amareggiato. Attilio provò simpatia per quell'uomo fortunato solo a metà, e in uno dei suoi caratteristici slanci di generosità, cercò di lenirne la delusione e l'amarezza. “Senta, è sua la vacca che porta?” “Sì, è la più bella della zona” rispose il contadino. “Certo che è bella. Bene” disse Attilio” la faremo coprire da Bufalo, e chissà se anche lei avrà quel colpo di fortuna che si merita. Beninteso, non voglio un soldo”. Il contadino alzò leggermente la tesa del cappello e guardò Attilio. La proposta era davvero irrinunciabile, ma l'astio dovuto alla differenza di classe lo fece titubare. Poi, rotto ogni indugio, disse secco: ” Affare fatto!” senza accennare al benché minimo grazie, cosa che metteva al riparo la sua coscienza socialista. Attilio mise di nuovo mano alle redini e ripartì, non prima di aver salutato tutti i partecipanti alla protesta con un braccio alzato. Lentamente giunsero a casa. Bufalo fu messo nella sua nuova stalla, tirata a lucido per l'occasione. Davanti al cancello si era radunata una piccola folla di curiosi: mercanti di bestiame, sensali, fattori e contadini si era dati appuntamento per vedere Bufalo arrivare. Nell'attesa i figli di Attilio non avevano perso l'occasione per attribuirsi un qualche merito sull'affare. Chi diceva di aver spronato il padre all'acquisto, chi aveva dato notizia della messa in vendita del toro, chi, infine, aveva dato consigli al padre su come comportarsi di fronte a Bufalo. Solo uno se ne era stato zitto in disparte. Era Stefano, colui che aveva tirato a lucido la stalla. Sembrava uno dei tanti curiosi invece che il bifolco della famiglia. Gli animali della proprietà erano la sua mansione quotidiana, comprese le otto vacche che al momento occupavano la stalla. Nonostante non lo desse a vedere era il più emozionato: quella splendida bestia sarebbe stata di lì a poco nelle sue mani e in cuor suo sperava ardentemente di emulare la fortuna del padre. Nonostante fosse la sua mansione, lasciò che fosse il padre a sciogliere Bufalo dal calesse e condurlo alla sua greppia, rimandando alla notte l'incontro personale con Bufalo, che avvenne oltre le undici, dopo l'ultima visita al toro fatta da suo padre e quando tutti se ne erano andati a letto. 70


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