Per dei calci non dati

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IL FILO SOTTILE DEL DESIDERIO Non ricordava neppure il numero degli anni che erano passati dall'ultima volta che aveva visitato quella sterminata casa abbandonata. Tutt'attorno la natura aveva preso possesso. I maestosi noci veleggiavano nel cielo oscurandolo. Si girò e si posero di fronte ai suoi occhi le tre casupole che resistevano sommerse dalla vegetazione. Di fronte alla mole della casa padronale sembravano vecchie pietre rotolate dal fianco della collina. Nella loro piccolezza erano state però capaci di accogliere una famiglia e un somarello magari, che d'inverno spingeva il suo calore oltre il diaframma del pavimento. Giunto all'ingresso della vecchia casa padronale entrò e salì le scale di pietra che portavano alla grandissima cucina. Il vano della porta era impedito da un sottile filo di ragnatela, posto come un sigillo all'altezza delle sue spalle. Si dipanava teso da uno stipite all'altro. Poteva spezzarlo e sarebbe stato normale; ma perché farlo? Meglio rispettare i nuovi inquilini, pensò, e si abbassò per procedere oltre. Intanto, incuriosito, un vecchio ragno osservava la scena e in cuor suo sperava che quello strano visitatore avesse proprio l'accortezza di non spezzare il filo, messo lì più e più volte ma sempre spezzato. La bestiola tirò un sospiro di sollievo vedendolo chinarsi e superarlo, mentre il giovane, fatti i primi passi nella stanza, osservava quanto il tempo avesse conservato dalla sua ultima visita. L'unica modifica alla polvere, che come un sigillo di cera dominava anche ogni più remoto angolo, era la cenere di un fuoco acceso dai cacciatori, forse. All'improvviso il giovane sentì dei colpetti di tosse. Si girò, si rigirò, guardò in alto, in basso ma niente! Era lì lì per pensare di aver immaginato tutto, quando udì di nuovo quei colpetti di tosse e una voce anziana e gentile che diceva: «Buongiorno giovane!». La voce proveniva dalla vecchia cappa fumaria. Si avvicinò, si pose sotto la cappa e guardo in alto. Penzoloni a un filo stava un grosso ragno che si dondolava beatamente come se fosse in un'altalena.

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