L'eco della scuola 2012

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   Via S. Ten. Ippedico, n.11 70037 Ruvo di Puglia (BA) Tel./fax 0803611009 Codice Mecc. BAMM189001 www.scuolamediacotugno.it scuolamediacotugno@libero.it cotugno@pec.scuolamediacotugno.it

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1982 1982-2012 Giugno2012

Numero

Le pagine di questo giornale, per quanto compresse, non possono contenere tutta la ricchezza di una degna celebrazione dei Trent’anni del giornale scolastico e di un’intensa attività didattica annuale. Ci abbiamo provato. La voce dei protagonisti di ieri e di oggi e la storia della scuola riletta fra i 30 anni di editoriali e di rubriche, un patrimonio da non disperdere. E mentre chiudiamo il giornale apprendiamo la tragica notizia dell’attentato alla scuola di Brindisi; eleviamo il nostro “NO!” deciso alla cultura della morte che vogliamo combattere con il nostro impegno quotidiano di studenti e docenti che fanno della scuola un baluardo di valori ed una palestra di convivenza civile. Buona lettura! Il linguaggio del giornale è veicolo per suscitare negli alunni uno spirito critico

Trent’anni ed altri ancora

Gli Auguri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Gli anni della maturità, dell’età adulta, tempo di decisioni importanti. Anche il nostro giornale scolastico si interroga sul suo futuro e avanza due proposte nuove per Ruvo

n occasione del trentesimo anniversario del «I giornale scolastico “L’eco della scuola”, il Presidente della Repubblica desidera esprimere

La redazione

ai giovani che animano con impegno e passione questa importante esperienza e all’intera comunità scolastica i migliori auguri di buon lavoro e di nuovi traguardi. L’occasione mi è gradita per associare il mio cordiale saluto».

Editoriale

Un anno che si chiude e che apre ad una nuova stagione

Pasquale Cascella

Consigliere del Presidente della Repubblica per la Stampa e la Comunicazione.

Mittente: Segretariato generale della Repubblica Palazzo del Quirinale, 00187 Roma 6 aprile 2012

Dott. Michele Bonasia, Dirigente

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el mentre il corrente anno scolastico volge al termine, sono pervenute le prime disposizioni relative al prossimo anno. Con la delibera n. 221 del 7 febbraio 2012, la Giunta Regionale per la Puglia ha disposto per il Comune di Ruvo di Puglia di rinviare “l’attuazione del piano di dimensionamento al 2013/2014, con accorpamento, per il 2012/2013, delle due Scuole Sec. di 1° grado.” Si tratta di un primo processo di dimensionamento che, rinviando la definizione della rete scolastica, non realizza l’obiettivo posto dalla L. 111/2011, cioè istituire Istituti comprensivi al fine di garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione. Credo che non sfugga a nessuno, anche ai non addetti ai lavori, il livello di complessità che bisognerà affrontare: nei prossimi anni le (Continua a pagina 2)

■ Dossier

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privamo il numero 29 del nostro giornale già proiettati verso il 30° e la scuola ha creduto e voluto celebrare questa tappa perché rappresenta un segno di serietà e di maturità per una esperienza non facile da conservare nel tempo. Ha voluto dedicare un progetto PON di scrittura creativa con i linguaggi del giornalismo e sarà il lettore a giudicarne il risultato. Il lavoro svolto ha stimolato lo spirito critico e la sperimentazione del linguaggio giornalistico, sollecitati anche dalla esperienza di professionisti invitati o incontrati nelle rispettive redazioni. La redazione è passata alla fase più produttiva, con la progettazione di inchieste, interviste, articoli di classe, realizzando i pezzi e titolandoli, dopo aver strutturato il timone disegnato il menabò e impaginato al PC. Un viaggio complesso e affascinante realizzato al meglio delle possibilità,

L’eco dei 30 anni e gli auguri delle personalità A pag. 2-3 sicuramente con molte cose da migliorare, ma con la certezza di aver vissuto da protagonisti. Infatti, noi ragazzi non vorremmo essere sempre considerati solo i “cittadini di domani”, ma i ragazzi di oggi, che vogliono offrire il proprio contributo alla città. Una prima proposta che vogliamo lanciare, allora, è quella del Consiglio Comunale dei Ragazzi che in altre città è già sperimentato con successo, come forma di partecipazione diretta alla vita sociale e di protagonismo dei ragazzi. E adesso che possiamo sfogliare soddisfatti il 30° numero del giornale, rimbalza la domanda: che ne sarà dell’Eco della scuola con i cambiamenti scolastici che ci saranno a Ruvo? Forse gli toccherà raccontare e lasciare traccia di una nuova fase della storia scolastica locale e da qui la seconda proposta: perché non un periodico promosso da tutte le scuole ruvesi? ■

La vignetta

di A. Crispo

Nel giornale ■ Inchiesta

Quando il gioco diventa una malattia. Allarme sociale

A pag. 7

■ Memoria e Legalità

Modigliani a scuola. Un nespolo in memoria di Michele Fazio

A pag. 5-6

■ Visite

Il giornalismo visto da vicino alla Gazzetta del Mezzogiorno ■ Esperienze

A pag. 11

Progetti PON, educazione affettiva e mille altre attività

Pagine interne


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

   Da gennaio 2012 L’Eco della scuola è anche on line sulla piattaforma dell’associazione “Alboscuole”. Lo trovi sul sito www.scuolamediacotugno.it

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dirigenze scolastiche saranno impegnate a gestire tutte le problematiche che porta un dimensionamento: dagli adempimenti amministrativi-contabili a quelli tipici della organizzazione scolastica. Appare, peraltro, opportuno sottolineare che tale impegno è “doppio” per le scuole secondarie di 1° grado, le quali dovranno prima accorparsi (a.s. 2012/2013) e poi dividersi per aggregarsi, contestualmente, in Istituti comprensivi. I problemi posti sono notevoli, ma non possono costituire un alibi per spiegare eventuali ritardi o ingiustificate “frenate”. Al contrario, la problematicità dovrà essere un motivo in più per “fare meglio”. Soffermandoci sulla collegialità, si rileva che per il prossimo anno scolastico i docenti delle Scuole secondarie di 1° grado “D. Cotugno” e “CarducciGiovanni XXIII” faranno parte di un unico Collegio. Si incontreranno docenti che hanno maturato esperienze professionali e modi di fare scuola del tutto personali, contribuendo a definire quella identità di grupposcuola che non può essere smarrita o annullata. Si tratta di una condizione che potrà certamente favorire la crescita professionale di tutti e di ciascun docente. Il primo imperativo che si porrà per la dirigenza, dunque, sarà quello di organizzare un servizio scolastico, che al di là dei problemi posti dal dimensionamento, sia capace di contribuire alla formazione degli alunni, contemperando la propria azione alle esigenze poste dalle famiglie e dal territorio; obiettivo che non può prescindere dall’individuare e garantire tutte quelle condizioni di organizzazione scolastica che possano favorire la sinergia delle competenze professionali e il rispetto delle identità dei docenti della “Cotugno” e dei docenti della “Carducci-Giovanni XXIII”. Non posso chiudere questa riflessione senza il riferimento al 30° del giornale “L’eco della scuola” che si colloca proprio sul crocevia di una svolta della nostra scuola come anche delle altre scuole ruvesi. Nei cambiamenti che lo hanno caratterizzato negli anni, esso rappresenta certamente l’identità e la storia della “Cotugno” e come tale non può che farsi simbolo di una istituzione che sa affrontare il cambiamento, radicata al passato e proiettata al futuro. Non posso che augurare almeno altri 30 anni di vita al giornale, non prima di aver ringraziato ed essermi complimentato con i ragazzi e docenti che lo hanno prodotto. ■

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L’eco di 30 anni

La parola al dott. Angelo Tedone, giornalista, primo direttore de “L’eco della scuola”

Intervista al prof. Lotito e alla prof.ssa Bruni che nel tempo hanno coordinato il giornale

Angelo Tedone

A cura di Raffaele Altamura e Roberta Carlucci, redazione

Una sperimentazione Molti “alti” che continua pochi “bassi”

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L 4 Febbraio 1982, presso la sala convegni de “La scuola editrice” in Bari si tenne un incontro-dibattito sul tema “Il quotidiano nella scuola, Motivazioni, metodologie, esperienze”. A volerlo fu il prof. Vito Antonio Baldassarre, docente di Pedagogia Sperimentale presso l’Università di Bari coadiuvato dal sottoscritto, in qualità di “complice operativo”, che girava per le scuole, per conto della Regione Puglia, cercando di creare un piacevole impatto tra carta stampata e nuovi lettori. Dopo le prime titubanti lezioni, da alcuni ritenute ore di svago, attraverso la lettura di una stessa notizia da diversi quotidiani, si notava sempre più un aumento di interesse dei ragazzi che, indirettamente, apprendevano nozioni di storia, geografia, educazione civica, rispetto per l’ambiente. A Ruvo la scuola media “Cotugno” è stata l’antesignana di un progetto che è durato 30 anni senza invecchiare, grazie alla fiducia posta dal preside prof. Leonardo Caldarola e alla sensibilità della prof. Liliana Bruni. Il progetto era esteso ad alcune seconde e terze classi alla presenza del docente delle materie letterarie; l’interesse dei ragazzi cresceva al punto che venivano formati dei gruppi di lettura (battezzati redazioni) che si autotassavano per acquistare i giornali da leggere e commentare. Quei giornali non diventavano carta straccia in quanto servivano per svolgere esercizi pratici durante i quali ogni gruppo ritagliava tutto di un giornale ideando delle prime pagine originali (titoli, testo, foto, pubblicità) al fine di valutare poi l’importanza della correlazione di tutti e quattro gli elementi. La visita al Quirinale con l’intervista dei ragazzi al presidentegiornalista Sandro Pertini, le escursioni sulle Murge e nel centro storico con relativa scoperta di epigrafi ed edicole votive, hanno rappresentato alcuni momenti dell’essenza del progetto senza dimenticare l’esperienza che i ragazzi facevano alla fine di ogni anno scolastico quando si improvvisavano “giornalai porta a porta” colloquiando con la gente e procacciando pubblicità. La scuola media “Cotugno” ha avuto il coraggio di continuare il progetto adeguandosi anche alle nuove tecniche informatiche con la produzione di un giornale online: segno che ci si crede ancora nel valore pedagogico dei media, come dimostra anche il progetto “I quotidiani della tua Puglia in classe “, voluto dal Consiglio Regionale di cui il sottoscritto è referente, avente come partner l’Ordine dei Giornalisti di Puglia, che dal 2002 coinvolge ogni anno circa 2000 studenti pugliesi di scuola media superiore. ■

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er celebrare i trent’anni della nascita del nostro giornale scolastico abbiamo incontrato i docenti che hanno iniziato e proseguito l’esperienza del giornale: la professoressa Liliana Bruni e il professore Michele Lotito. Molti “alti” pochi “bassi” in 30 anni. Riportiamo una sintesi dell’intervista. Quando e perché è nata l’iniziativa del giornale? «L’iniziativa di scrivere un giornale è abbastanza antica e nacque dal desiderio di alcune classi di scrivere e condividere le esperienze scolastiche, poi esteso a tutta la scuola. Nata come attività pomeridiana, si trasformò in una sperimentazione al mattino per la lettura de quotidiani poi diventò un progetto extracurriculare.» (Bruni) «L’iniziativa è nata per rispondere al bisogno di scrivere ed esprimere le proprie opinioni con un linguaggio specifico, quello giornalistico, unico modo possibile di comunicare all’epoca, a differenza di noi che oggi abbiamo un avanzato sistema elettronico, ma purtroppo una carenza nel lessico.» (Lotito). Com’era organizzata la redazione? «Grazie al prof. Tedone e la prof. Lo bosco, si insegnò ai ragazzi l’arte di scrivere l’articolo di giornale, avendo suddiviso i ragazzi della redazione per ambiti di informazione. Si ricevevano poi gli articoli dalle classi; quella che fu l’esperienza di una classe divenne ben presto espressione di

tutto l’istituto.» (Bruni) Come ha condiviso questa esperienza la comunità scolastica? «La comunità scolastica ha condiviso sempre questa esperienza tra alti e bassi, dando varie vesti al giornale, dalla stampa monocolore, al ciclostilato e, nel 1998/99, alla stampa a colori. Nel tempo, il giornale ha avuto un incremento di ragazzi in redazione, tanto che fu necessario lavorare con più gruppi» (Bruni). «L’entusiasmo dell’inizio andò calando, fino quasi al rifiuto del giornale scolastico da parte dei docenti, ritenendolo superato come attività didattica. Ma l’entusiasmo degli alunni ha spinto e ha fatto proseguire sempre con tranquillità, fino al 2010.» (Lotito). Alla fine è servito partecipare a questa esperienza? «É stato fondamentale perchè i ragazzi scrivevano con piacere e avevano modo di esprimere i loro pensieri.» (Bruni). «Questa esperienza è servita molto ai ragazzi anche come potenziamento dell’uso della lingua italiana, della grammatica, nonché negli ultimi anni, per la conoscenza delle nuove tecnologie.» (Lotito) Cosa augurate alla nostra redazione giornalistica? «Vi auguro un in bocca al lupo apprezzato perché è un lavoro difficile; vi consiglio di leggere per arricchire il lessico.» (Bruni) «Continuate e soprattutto appassionatevi a questa esperienza perché il giornale a differenza della TV, rende più personalizzata l’informazione.» (Lotito) ■

Archivio. Costanti, negli anni, alcuni temi affrontati dalle diverse redazioni

Sfogliando sfogliando... Domiziana Barile, redazione

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e pagine dei giornali scolastici sono testimonianza della crescita, del cambiamento della società vista dai più giovani, e hanno visto crescere tantissime generazioni di ragazzi. Sfogliando i numeri a disposizione osserviamo alcune rubriche fisse: pagine relative al mondo dei ragazzi e all’adolescenza, anni più critici del cambiamento non solo fisico; inchieste nelle quali si discuteva e si denunciava comportamenti della società, come l’assunzione di sostanze stupefacenti, l’alcool, la dipendenza dal computer, in poche parole le problematiche più rilevanti che incombevano in quel momento. In qualche edizione erano scritti articoli sulla situazione economica, come il giornale 2001 che aveva uno spazio riservato all’euro, la nuova moneta che sostituiva la lira; e altri di attualità come il box presente nel giornale del 2000 che parlava del Giubileo; a volte sostituiti da quelli sull’ambiente (risorsa sempre più sfruttata da parte dell’uomo), sullo sport,e sulla storia del territorio ruvese. Ogni anno uno spazio importante era dedicato ai giorni della memoria: alle manifestazioni e agli incontri tenuti a scuola per commemorare la morte di tante anime innocenti, decedute a causa della guerra e dell’odio.

Non mancano poi le numerose pagine dedicate alle iniziative scolastiche, viaggi di istruzione, incontri tenuti sulla legalità, settimana scientifica, spettacoli teatrali e i vari progetti. Il giornale testimonia poi iniziative che sono state attuate una volta sola ma, molto coinvolgenti per i ragazzi: come il percorso svolto dagli alunni di seconda del 2006 sul Rinascimento; hanno impersonato quadri dell’epoca oppure si sono vestiti come cortigiani, da Lorenzo dei Medici (il Magnifico); con molta semplicità ogni classe ha fatto rivivere gli anni del rinascimento curandone una parte importante. Il primo giornale della scuola stampato a colori, risale al 1999, anno in cui l’edizione de “l’Eco della scuola” ha vinto un concorso. Da citare è anche un inserto speciale, curato dal Prof. Lotito, dedicato interamente alla figura di Domenico Cotugno, allegato al numero del 2008. In ogni edizione è racchiuso un pezzetto di storia, un vero e proprio reperto che testimonia la crescita e i cambiamenti della scuola che rimarranno immortali nelle sue pagine. Per questo motivo festeggiamo orgogliosi i suoi 30 anni di informazione. ■

Fotonews Borsa di studio “Visicchio”

Come ogni anno la Scuola “D. Cotugno” ha voluto premiare con la borsa di studio istituita e intitolata a “Vincenzo Visicchio” il ragazzo giudicato più meritevole dell’Istituto, Tommaso Cascarano. A lui gli auguri per l’importante riconoscimento assolutamente meritato. (Nella foto, Tommaso con il Prof. Acri, presidente della commissione, e il DS Bonasia)


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L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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L’eco di 30 anni Attenti e critici lettori ed interpreti della realtà Vito Nicola Ottombrini, Sindaco di Ruvo di Puglia

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ingrazio di cuore il DS, i Docenti, Personale e Alunni, per l’impegno profuso in questo progetto di alto profilo culturale e pedagogico. I ragazzi non mancano di informazioni e notizie, grazie a mezzi veloci quali internet e la TV, ma a fronte della quantità, la qualità dell’informazione e l’acquisizione delle stesse è spesso labile e poco duratura. Leggere un giornale invece, ti consente anche di meditare sulle notizie. Se poi, come alla “Cotugno”, i ragazzi diventano “giornalisti, editorialisti o redattori”, allora da un punto di vista formativo c’è un ulteriore salto di qualità: scrivere vuol dire informarsi, guardarsi intorno, fare ricerca, approfondire, documentarsi… Tutto questo perché i nostri ragazzi capiscano che la conoscenza non è a costo zero. Sono convinto che domani questi giovani concittadini diventeranno, grazie alla qualità della scuola “Cotugno”, degli attenti e critici lettori ed interpreti della realtà di cui saranno protagonisti. Questa è la vera scuola formatrice di coscienze civili di cui il nostro Comune, e tutto il Pese, ha bisogno. Grazie ancora e auguri!»

Scrigno della memoria, palestra di incontro, annuncio di sogni + Luigi Martella, Vescovo di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi

olto volentieri colgo l’occasione del 30° anno di fondazione «M del Giornale della scuola “D. Cotugno” in Ruvo di Puglia, per porgere gli auguri più fervidi al dirigente scolastico, dott. Michele Bonasia, ai docenti, al personale ausiliare, agli alunni. Il Giornale scolastico rappresenta il segno e lo strumento della vitalità di una comunità sempre in divenire; è lo scrigno della memoria che si arricchisce nella successione di generazioni; è la palestra dell’incontro di compagni di viaggio che pongono le basi per il futuro; è annuncio di sogni, di aspirazioni, di progetti, di proiezioni oltre la cronaca del quotidiano; è racconto e narrazione di esperienze condivise. Tutto questo costituisce “L’eco della scuola”, titolo quanto mai appropriato! L’alto valore educativo di un simile strumento, mi spinge non solo a incoraggiarne la continuazione negli anni avvenire, ma, nello stesso tempo, ad esprimere l’auspicio che l’onda della vostra “Eco” si diffonda sempre di più, provocando interesse, partecipazione e voglia di costruire una società migliore. Per tutti l’assicurazione della mia stima e del mio affetto.»

Esaltare il volto pulito della scuola italiana Ettore Cristiani, presidente di Alboscuole Associazione Nazionale di Giornalismo scolastico

n occasione del trentennale del giornale "L'eco della scuola" è «I con vivo piacere partecipare a questo evento importante con la prima candelina dell' Eco della scuola on line infatti un'attività di così lunga durata può solo che esaltare il volto pulito della scuola italiana, quella scuola che spesso balza agli onori della cronaca solo per gli aspetti negativi, dimenticandosi di realtà importanti e meritevoli delle luci della ribalta come il vostro giornale. Grazie alla nostra piattaforma cercheremo di dare la massima visibilità all'attività dei giovani redattori che trattano con incredibile disinvoltura argomenti della vita reale con precisione e professionalità. Un encomio particolare al corpo docente che negli anni si è prodigato in questa iniziativa, al prof. Luigi Sparapano che dirige la testata ed al dirigente scolastico dott. Michele Bonasia. Auguri vivissimi per i 30 anni dell'attività e che possa proseguire per altrettanti ricchi di successo.»

Suscitare interesse e partecipazione nei giovani Francesco Colaprice, Presidente Consiglio d’Istituto

ono trascorsi trent’anni, ma il ricordo di aver impaginato il primo «S numero de “L’Eco della scuola”, è sicuramente rimasto vivo, che lo ricordo come se fosse ieri. Conservavo gelosamente, come spesso accade, il primo numero del giornale, e quando ho appreso dell’anniversario, senza che nessuno me lo chiedesse, ho voluto omaggiare la popolazione scolastica. L’allora Direttore responsabile era il Dott. Angelo Tedone, professionalmente preparato e con molta voglia di fare che ha portato poi alla riuscita di questo giornale. Colgo l’occasione per augurare, in quanto genitore e Presidente del Consiglio di Istituto, a tutti gli alunni presenti e quelli che nei prossimi anni si avvicenderanno, di coltivare, valorizzare, conservare tali esperienze dense di significato che sicuramente arricchiscono tutti quanti.

Una lettura trasversale degli editoriali, scritti dai presidi-dirigenti degli ultimi anni

La scuola cambia e si racconta Il lessico scolastico, gli assetti organizzativi e didattici, la nuova sede e tanta passione Vito Carlo Castellana

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ipercorrere gli editoriali dell'Eco della scuola si è rivelato un lavoro prezioso ed importante. La disamina dei articoli, che all'inizio è cominciata per curiosità, è poi diventata occasione per riflettere su quello che è accaduto in questi decenni per la scuola di Ruvo in particolare e, più in generale, per il sistema scolastico italiano. Quello che è cambiato lo si evince subito già dai termini usati. La prima edizione del giornale è datata giugno 1982 e il suo editoriale porta la firma del Preside Leonardo Caldarola, nell'ultima edizione del 2011 la firma è del Dirigente Scolastico dott. Michele Bonasia. Quella che prima era Scuola Media oggi si chiama Scuola Secondaria di I grado. Negli ultimi editoriali si parla di P.O.F., di progettualità, di P.O.N. Anche la sede della scuola è cambiata: da quella storica sita in via Valle Noè, le cui mura hanno scandito gioie e tristezze di migliaia di Ruvesi fino al 1998, si giunge a quella attuale in via Ippedico 11. A questi cambiamenti si aggiunge quello non da meno che ha condizionato in positivo la nostra vita, l’avvento delle tecnologie informatiche. I primi editoriali sono su pagine in bianco nero o ciclostilate, gli ultimi su pagine a colori, con foto ritoccate al Photoshop e

impaginazione che, fino a qualche etici e sul ruolo educativo che la tempo fa, avrebbe fatto invidia ai scuola ha, il Dirigente Scolastico più blasonati tabloid. Tanti caminvita le famiglie a sostenere la biamenti, perché la scuola italiana scuola, in un momento di crisi dei nella sua organizzazione e nella sistemi valoriali e dei tradizionali sua gestione è notevolmente campresidii educativi. Molto emoziobiata (bene o male?). Qua invece nante è l’editoriale del 2009, semè bene evidenziare, come emerge pre del preside Moramarco, che scorrendo le appassionate parole saluta la scuola dopo tanti anni di dei presidi-dirigenti Caldarola, onorato servizio e annuncia il suo Moramarco, Mangini e Bonasia, pensionamento. che sempre la scuola “Cotugno” è Altrettanto significativo e carico stata un importante di emozione è presidio di cultura e l’editoriale della diridi alti valori per la gente Angela Mangisocietà di Ruvo. ni, che esprime la Nelle parole di quevicinanza di tutta la ste figure emerge comunità scolastica tutto il loro amore all’altra istituzione per la scuola e tutto “Domenico Cotugno” l’ impegno profuso dell’Aquila, affinché ogni anno all’indomani del teravesse luogo la pubremoto che ha sconblicazione del giorvolto quella città. nale scolastico. TutPurtroppo questo può to questo costellato essere solo un breve da tante difficoltà, e parziale excursus L’Eco della scuola n. 1 molto spesso orgadegli editoriali, a nizzative, sempre sopperite dalla causa della perdita di molti numebuona volontà dei docenti, ancor ri del giornale. più di frequente economiche, perQua c’è un appello a tutti gli ex ché la stampa di un giornale sostudenti, docenti, genitori, cittadivente è troppo costosa per le esini che conservano qualche copia gue casse scolastiche. del giornale degli anni passati di Tra gli editoriali più significativi donarla alla scuola, affinché si c’è da ricordare quello del 2007 possa ricomporre l’archivio comdel prof. Moramarco, dove c’è pleto di tutte le edizioni de l’Eco spazio alle riflessioni su contenuti della scuola. ■

L’intervista Giornalista, un mestiere frenetico, ma molto coinvolgente.

«Mi aspetto di capire il mondo» La nostra redazione ha intervistato Rosaria Malcangi per farci comprendere più da vicino la professione del giornalista A cura di Maria Dingeo e Rossella Giordano, redazione

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uesta la risposta che Rosaria Malcangi, giornalista corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno, ha dato alla nostra redazione nell’incontro del 26 marzo, dialogando sulle domande che le abbiamo posto per conoscere più da vicino la professione del giornalista. «Mi aspetto di capire il mondo che mi circonda e di riuscire a raccontarlo». Essere «testimone attenta del mio tempo», questa la sua ambizione, da quando ha cominciato questa attività. Già, ma quando e perché le è nata questa passione? Frequentava il liceo quando venne uccisa la giornalista Ilaria Alpi, inviata del Tg3, la Alpi aveva perso la vita per compiere al meglio il suo lavoro, scoprendo traffici illegali di armi e rifiuti tossici. Rosaria ne provò ammirazione e rimase scossa dalla notizia. Pur volendo fare la giornalista, Rosaria non ha mai frequentato una vera e propria scuola di giornalismo, ma ha completato i suoi studi con il Liceo Classico, l’Università alla Facoltà di Lettere e altri corsi in tutta Italia per approfondire l’argomento. Attualmente scrive su dei giornali locali, Gazzetta del Mezzogiorno e alcuni settimanali. Ci racconta che gli argomenti vengono decisi in parte da lei. In altri casi scrive quanto accade o le viene richiesto di appro-

fondire. Inoltre ha dichiarato che lavora anche come addetto stampa di un’azienda in quanto questo lavoro, da corrispondente, non assicura la totale stabilità economica. Ci ha detto, inoltre, che Internet è molto importante ma che non bisogna prendere per “oro colato” tutto quello che c’è scritto. Adempiendo seriamente al suo lavoro di giornalista, infatti, lei accerta le notizie che reperisce quasi sempre di persona documentando, quando possibile, anche le fotografie. Rosaria ci riferisce che non è bene inserire commenti nei propri articoli, ma riferire i fatti; se qualche volta capita di dare giudizi oppure inviare provocazioni, non si deve mai manipolare la verità per far del male a qualcuno. Lei appartiene alla categoria dei giornalisti “freelance” e la Gazzetta del Mezzogiorno le rinnova il contratto ogni anno; la retribuzione degli articoli varia a secondo del tipo di giornale e di articolo o servizio realizzato. Si può arrivare anche ai 100-150 euro per particolari servizi. A differenza dei giornalisti “dipendenti”, i freelance possono scrivere per qualsiasi giornale, quindi sarebbero anche più liberi. Tutta la mattina passa a recuperare notizie e scrive-

re gli articoli che deve consegnare entro le 16 o massimo entro le 24 se succede un avvenimento importante per cui si realizza la cosiddetta “ribattuta”; cioè i giornali già stampati vengono mandati in città lontane dal territorio in cui è accaduto l’avvenimento e per quel territorio viene ristampata la pagina prima di chiudere il giornale. Circa le fonti consultate, Rosaria ci ha detto che «le fonti sono tutti» e che le piace rivolgere domande a chiunque le possa dare informazioni sull’argomento scelto. Gli articoli che scrive variano di lunghezza e possono essere da 300 a 6000 battute, in relazione all’importanza della notizia o dell’argomento. Fondamentale però è invogliare continuamente il lettore a leggere senza annoiarlo. Alla nostra redazione è servita molto quest’esperienza per sapere un po’ di più sul mestiere di giornalista, per conoscere opinioni personali direttamente da una persona esperta in questo campo che “sperimenta” tutto questo ogni giorno, per questo ringraziamo Rosaria per averci dato questa opportunità. E forse a qualcuno è anche frullata in testa l’idea di pensare ad un possibile mestiere. ■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

17 marzo. Alla scoperta dei veri valori del nostro paese.

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Storia & Memoria

Giornata della Memoria. Enrico Modigliani a scuola per ricordare la Shoah

150 anni di unità! Nel ghetto di Roma Tutti i ragazzi delle scuole per celebrare insieme questa nuova festa nazionale Classe 2D

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entocinquant’anni … Wow, davvero tanti per una nazione! E perché non celebrare il suo compleanno? A questo ci hanno pensato le autorità insieme agli alunni delle scuole di Ruvo di Puglia primarie, secondarie di primo e secondo grado … insieme anche all’orchestra della scuola secondaria “Carducci Giovanni XXIII” guidata dal professore Rocco Di Rella. Il 17 Marzo, di quest’anno, tutti si sono ritrovati per festeggiare questa data così importante per tutta la nazione, infatti, ne è diventata festa nazionale, in Piazza Castello. Da qui, i bersaglieri, le autorità assieme al Sindaco Vito Ottombrini e gli Assessori e tutti gli alunni sono partiti per giungere poi alla scuola “San Giovanni Bovio “. Lì sono stati posti i fiori al monumento a Francesco Rubini, patriota della nostra città, ed il corteo è proseguito fino a tornare in piazza Castello per toglier via dal Municipio la bandiera tricolore lunga 30 metri, tanto quanto la torta creata da tutti i pasticceri di Ruvo in onore della città e della grande manifestazione compiuta quel giorno! Ovviamente prima di mangiare la torta, c’è stato il discorso da parte del Sindaco e del Presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri Ferdinando Damiani con il doveroso ricordo dei venti bambini in gita scolastica, morti nell’incidente del pulman, in Belgio. Una giornata solo per noi ragazzi, per far capire che anche noi valiamo e noi siamo il futuro che manderà avanti il Paese!! Adesso rimane nelle nostre menti questa giornata indimenticabile e la consapevolezza di chi siamo veramente e che noi abbiamo le chiavi del destino. É strano pensare a tutto questo, e riflettere che forse nessuno ci ha mai pensato soffermandosi un po’ di più di quel che doveva. E adesso proviamo a fermarci e a pensare e ad osservare quel che ci accade intorno ...■

L’esperienza che segna la vita e la orienta ad un futuro più giusto Romeo Ottavio Vitale e la 3D

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l 26 Gennaio 2012 l'onorevole Enrico Modigliani è venuto nella nostra scuola "Domenico Cotugno" per testimoniare la sua esperienza nel ghetto di Roma durante la seconda guerra. All'incontro, voluto e promosso dalla prof. Stefania Carbonara, hanno partecipato tutte le classi terze per celebrare la "GIORNATA DELLA MEMORIA". Enrico Modigliani è nato a Roma nel 1937 e oggi dimostra di essere una persona arzilla dell'età di 75 anni, padre di tre figli e nonno di sette nipoti. Si è laureato in giurisprudenza con tesi di laurea in economia e commercio; è stato eletto deputato del parlamento nella XI legislatura come indipendente nella lista PRI. Durante la sua permanenza alla Camera promosse la formazione di un intergruppo che diede vita al testo della legge 205/93 contro la "discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". Con estrema semplicità ci ha raccontato che la sua famiglia venne coinvolta dalle conseguenze delle leggi razzia-

li; prima dell'occupazione nazista suo padre ed altri suoi parenti persero il lavoro solo perchè erano ebrei. La sua famiglia si salvò con molta fortuna grazie all'aiuto di alcuni suoi amici e alla prudenza dei genitori, e altri suoi parenti invece sono stati deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Dopo la liberazione (4-5 Giugno 1944) ricominciò la loro vita "normale", anche se questa "esperienza" rimase impressa in modo indelebile nella mente di tutti gli ebrei. Modigliani attualmente è membro del consiglio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea; promotore di "PROGETTO MEMORIA" che si propone di collaborare con tutta le scuole, per organizzare incontri con testimoni e seminari di approfondimento per gli insegnanti. "Ricordare per non dimenticare" è la parola chiave di questa giornata, perchè, ciò che è accaduto in un momento terribile della storia non possa ripetersi più nè per gli Ebrei nè per alcun altro popolo della terra. La memoria ci aiuta a costruire il futuro. ■

Mostra. Un concorso di disegni e poesie per ricordare

I bambini e la shoah Caterina Lobascio, redazione

Memoria. Una mostra sui Bambini del Ghetto di Roma

L’infanzia rubata

Impariamo i valori dell’accoglienza e il rispetto delle regole. Giuseppe Damato e la Classe 1D

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n occasione del “Giorno della Memoria” presso il plesso Bianco della scuola Cotugno, noi alunni della classe I D abbiamo visitato una mostra dal titolo “Infanzia rubata” sui diritti negati ai bambini ebrei. La lettura dei testi esposti e l’osservazione delle foto ci hanno aiutato a riflettere sulla crudeltà con cui le famiglie ebree venivano rastrellate per essere poi condotte in luoghi per soli ebrei. Gli ebrei che restavano a vivere in città non potevano uscire in orari diversi da quelli imposti dai tedeschi e potevano frequentare luoghi per soli ebrei e non potevano inoltre frequentare le scuole. Com’era ben spiegato in alcuni testi, la vita nei campi di sterminio e in quelli di concentramento era atroce e i bambini spesso morivano anche per la sporcizia che provocava tante malattie. Inoltre, molto spesso i bambini (soprattutto gemelli) venivano usati per presunti esperimenti scientifici. Molti bambini costretti a viere nei campi di con-

centramento finivano di provare la gioia della loro fanciullezza e piano piano abbandonavano anche il sogno della libertà. Si comprende dunque, che in quel momento storico erano negati i diritti fondamentali per la vita di un uomo e soprattutto di un bambino, il diritto alla salute, alla sicurezza, alla libertà, all’uguaglianza, alla famiglia, all’istruzione. Questi sono diritti fondamentali e naturali per cui negarli ad un uomo significa non riconoscere quell’uomo come persona, ma considerarlo come un animale o persino una cosa. In un clima di forte emozione per i crimini commessi durante la seconda guerra mondiale (e in precedenza ad essa), in primo luogo il genocidio del popolo ebreo, è nata l’esigenza di elaborare la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo affinché i diritti fondamentali potessero essere garantiti a tutti gli uomini e a tutti i bambini del mondo. Confrontarsi con tanta crudeltà

del passato deve servire a noi, cittadini di oggi e di domani, a non cadere nell’errore di pensare che un uomo possa sentirsi superiore ad un altro e sentirsi autorizzato per questo ad offenderlo o maltrattarlo, e solo perché diverso per il colore della pelle, per la lingua parlata o per la religione professata o anche per condizioni economiche diverse. Questo modo di pensare è molto pericoloso perché, come i fatti spesso hanno dimostrato, facilmente sfocia in veri e propri atti di violenza fisica nei confronti di chi si ritiene inferiore e, quindi, degno di essere maltrattato, picchiato e in alcuni casi anche ucciso. Oggi è sempre più frequente incontrare a scuola o per strada persone di nazionalità diversa e dobbiamo imparare ad accogliere le differenze che rappresentano un valore, un’occasione di confronto e di arricchimento. Del resto, ognuno di noi è diverso dall’altro e, quindi, nella diversità non siamo tutti uguali? ■

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I premiati al concorso, con l’assessore Altamura (a sinistra), il Dirigente Bonasia e la docente referente Carbonara

ono ormai passati 73 anni dall’ inizio della catastrofe che causò la morte di milioni di anime, tra queste diverse delle quali erano anime di bambini, come noi, come tutti, ma con la sola colpa di essere ebrei. Per non dimenticare quindi questa strage, la professoressa Stefania Carbonara ha organizzato il concorso a premi “I bambini e la shoah”; diversi i ragazzi della S.S.S. di primo grado “Domenico Cotugno” ma di questi solo otto sono stati premiati, quattro di questi per la sezione letteraria: Raffaella Mastrorilli, della classe 2^ G, con la poesia “Cristalli di fumo”; Caterina Lobascio, della classe 2^ E, con la poesia “Mi chiamo Anna”; Arianna Longone della classe 3^A , con la poesia “Caro bambino” e Mariapia Binetti, della classe 2^E , con la poesia “Io che”. Nella sezione artistica invece, i vincitori sono stati: Angela Pia Turturo, della classe 2^ D, per “originalità del materiale utilizzato e del soggetto rappresentato”; Cosimo Pellicani della classe 3^ D per “capacità di rappresentare il dramma della deportazione con sintesi e grande impatto emotivo”; Yassine Sellak della classe 3^ D per “capacità di rappresentare la condizione umana in tutta la sua impotenza di fronte al male e all’ ingiustizia” e Carlo Scardigno della classe 1^ H per “capacità di rappresentare l’ innocenza dell’ infanzia calpestata dal sopruso e dalla disumanità”. Naturalmente, anche gli altri ragazzi della scuola si sono impegnati al fine di poter esprimere i propri pensieri su quest’ episodio che ha segnato la storia dell’ umanità e che non dovrà mai essere dimenticato, specie da noi ragazzi che, siamo il mondo di domani e che dobbiamo combattere per un mondo migliore. ■


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L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

Legalità Classi 1^ Il Giudice Bisceglia per parlare di diritti dei bambini

   Classi 2^ Educazione alla legalità

Carabinieri a scuola?

Nascere e nascondersi Un film, un libro, un incontro per mettere a fuoco diritti e doveri Sofia Cantatore e la 1E

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egalità, giustizia, diritti…sembrano parole così lontane dal mondo dei bambini, parole che riguardano e comprendono solo gli adulti e, invece, sono profondamente vicine alla nostra realtà. La legalità consiste nel rispetto delle regole civili, nel rispetto del proprio ambiente, nel rispetto degli altri e il rispetto lo si impara sin da piccoli e solo se si vive nella cultura della legalità: per questo sin dai primi mesi di scuola abbiamo parlato di legalità con i nostri professori e con alcuni esperti, come il giudice dei minori Edgardo Bisceglia, e durante questi incontri abbiamo discusso sull’ importanza delle regole e del rispetto delle leggi. Ognuno di noi, per piccolo che sia, può e deve impegnarsi a vivere nella legalità per diventare, da adulto, un cittadino onesto, rispettoso delle leggi, pronto a difendere i valori della democrazia e della società, piuttosto che favorire solo i propri interessi. Tuttavia, è altrettanto importante tutelare i diritti dei bambini: il diritto alla salute, il diritto all’istruzione, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione e opinione. Sarebbe bello vivere in un mondo a misura di bambini, ma non è così. Attualmente, nella nostra società così avanzata vivono milioni di bambini a cui vengono negati i diritti fondamentali: bambini malnutriti, violentati, bambini costretti a lavorare, bambini costretti ad impugnare armi e a combattere. Bambini clandestini, come Alina e Radu, i due protagonisti del film “Quando nasci non puoi più nasconderti” che abbiamo visto a scuola durante il Progetto Legalità. Nel film c’è un forte contrasto tra la vita agiata di un bambino,

Rosamaria Sorice, redazione

C Sandro, che trascorre le vacanze in barca con la sua famiglia e Alina e Radu, figli di immigrati clandestini che, invece, sono costretti a passare intere nottate su un barcone di profughi nella speranza di una vita migliore. A causa di un incidente quei bambini, provenienti da mondi tanto diversi, si incontrano e vivono insieme imparando l’amicizia, ma scoprendo anche la delusione, lo sfruttamento dei minori e l’illegalità. Sarebbe bello vivere in un mondo dove non esistano queste realtà tanto dure e piene di dolore. Sarebbe bello vivere in un mondo a misura di bambini. E allora, proviamo noi a cambiare le cose, proviamo noi a cambiare il mondo, se non ci sono riusciti gli adulti! Sono sicura che possiamo farcela impegnandoci, studiando, imparando a rispettare gli altri e noi stessi, imparando a vivere nella legalità. ■

Classi 2^ La giornata della memoria e del ricordo delle vittime della mafia

Un nespolo in memoria di Michele Fazio

os’è la legalità? Sappiamo ben praticarla? Non è saper solo il “semplice significato”, ma soprattutto essere in grado di agire nella giustizia e nel rispetto di questo principio. Praticare la cultura della legalità è dare impulso al rispetto delle regole per garantire la libertà di noi stessi e dei nostri coetanei. Di questo si è trattato in una conferenza con alcuni dei rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, il Ten. Golino, il Luogotenente della stazione di Ruvo Angiulli e il Maresciallo della stazione di Trani Muti, nella scuola Domenico Cotugno, il giorno 7 marzo 2012. Numerosi sono i meriti ricevuti, ora conservati a Roma nel Museo Storico dell’Arma, presente in Italia dal 13 luglio 1814. L’Arma comprende circa 4670 tenenze e stazioni, 5 comandi interregionali, 19 regionali e 103 provinciali. I cittadini possono rivolgersi al 112, numero unificato per tutta l’Italia, e i comandi collegati determinano una tempestività di intervento. Dal 1814 si opera per tutelare la sanità e l’ambiente. Molti sono i comandi per la tutela culturale, per l’antifalsificazione monetaria, per il reggimento paracadutistico, per i cinofili e per il reggimento corazzieri per la tutela delle importanti cariche politiche come il Capo dello Stato, al Quirinale. Inoltre vi è una squadra speciale per il rispetto dei diritti umani, il R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale) che difende l’uomo dal terrorismo, dalla criminalità organizzata e da qualsiasi forma di comportamento anti-sociale ritenuto pericolosamente grave per l’ordine e la sicurezza del popolo, ossia da qualunque tipo di criminalità. Delinquenza, criminalità organizzata, terrorismo: tutte forme di reato, frutto di comportamento umano. Gli Ospiti hanno riferito, inoltre, quali sono gli elementi del reato: il fatto, il soggetto e l’autore, la colpa e la condanna poichè chi adempie un reato deve essere sanzionato dal codice di diritto penale. Sinonimo di delinquenza è il bullismo, purtroppo sempre più frequente. Oltre a ciò, si è discusso di quanto questo comportamento aggressivo si stia diffondendo in maniera eccessiva soprattutto nelle scuole. Il bullo non ha rispetto delle regole e del prossimo, ignora o tende ad ignorare in significato di umiliazione perché per il bullo mortifica la propria vittima appare, anzi è divertente. Si è discusso, inoltre, di altre forme di reato come il cyberbullismo con il quale termine si indicano tutti gli atti di bullismo effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, i blog, i telefoni cellulari, i siti web per offendere o diffamare qualcuno. Ai chiarimenti di noi alunni alla questione, si sono aggiunti alcuni video attinenti all’argomento presentati dagli stessi Ospiti. Insomma, qualunque tipo si società ha bisogno di valori e norme per poter garantire a tutti i cittadini una civile convivenza. ■

Gli alunni delle classi terze incontrano i genitori del ragazzo ucciso 11 anni fa. Si rinnova la tradizione della dedicazione dell’albero

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on la piantumazione dell’ albero del nespolo, simbolo di vita e prosperità, nel giardino scolastico, si è conclusa la Giornata della Memoria e dell’ Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, in cui gli alunni delle classi terze e i professori della scuola “Domenico Cotugno”, hanno ricordato il giovane Michele Fazio, assassinato dalla malavita barese 11 anni fa. Questa giornata del 19 marzo, per noi non è stata solo la festa del papà, ma un occasione per riflettere, con la testimonianza dei genitori di Michele e del professor Francesco Minervini autore di un volume che racconta l’ evento. Il cuore di questi genitori, a cui è stato portato via un figlio ancora non cosciente dell’ atrocità della vita in un paese travolto dalla mafia, o come dice Lella, madre di Michele Fazio, dalla “merda”, sanguina ancora internamente. Ha dato inizio alla giornata l’ intervento della prof.ssa Colaprice che ha portato il saluto del dirigente scolastico e ha ribadito che da sempre la nostra scuola porta avanti questo progetto sulla legalità. Successivamente, a turno, sono intervenuti Francesco Minervini, autore del libro, a cui è stata posta la domanda “Perché scrivere un libro su Michele?” ed egli ha risposto “Perché io, essendo insegnante, ho il compito di

dare delle informazioni al pubblico, cioè agli studenti”. Dopo il suo intervento hanno dato la loro testimonianza i coniugi Fazio, i quali hanno ricordato, anche con i minimi dettagli, l’assassinio del figlio. “Mi ricordo, un giorno, un via vai di ragazzi che compravano la droga, e se mancavano poche lire i venditori li massacravano, fino a farli quasi morire”; è così che Lella, madre di Michele Fazio, cerca di farci solamente immaginare cosa succedeva in quegli anni a Bari vecchia. Lella ignorava questa gente, perché diceva “basta che non tocchino i miei figli”, ma ora se ne pente ancora perché è proprio dalle mani luride di queste persone che è passato Michele. “Noi abbiamo cominciato la lotta contro la mafia dopo la morte di nostro figlio, precisamente dopo quattro anni e mezzo, perché in questi anni avevamo le mani legate e pensavamo che con il nostro silenzio saremmo restati estranei alla situazione. Poi abbiamo capito che non era giusto restare in silenzio e non denunciare e parlare alla gente di questo avvenimento che ha colpito la nostra famiglia”, ci dice Pinuccio Fazio. Ancora Lella, ci ha raccontato quella tragica serata in cui il loro generoso ragazzo era stato portato via dal mondo per sbaglio.

“Michele quella sera era a lavoro, in un bar, e io e Pinuccio eravamo con le due bambine (8 e 13 anni ) dallo zio di Pinuccio che dopo alcuni giorni è morto. Tornammo a casa alle 22.45; chiamò Michele e ci avvisò che aveva finito di lavorare e stava arrivando. Appena chiusi la chiamata sentimmo gli spari, mia figlia, quella più grande, mi disse che andava in bagno, ma solo per aprire la finestra e vedere cosa fosse successo.

Arcangela Guicciardini e la 3A

Mia figlia vedendo Michele per terra, senza nessuno che lo soccorresse, ha subito un trauma molto forte difficile da superare”. Ognuno di noi ha ricordato le 900 vittime della mafia con un minuto di silenzio. La classe 3°A, diretta dal Prof. Di Rella, ha accompagnato, suonando con la diamonica, la piantumazione dell’ albero con i brani “ We shall overcome” e “ Inno alla gioia”. L’albero cresce e con lui speriamo cresca la nostra voglia di legalità. ■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

Classi Terze Viaggio tra corporeità e sentimenti

L’ Amore conta

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Guicciardini Arcangela, redazione

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G

Cosimo Pellicani, 3D

Nella quinta unità “L’ amore conta”, abbiamo imparato a credere al vero amore, al sentimento fra due persone, a dare importanza ai sentimenti in questa età adolescenziale. Nella sesta e ultima unità “Vivere l’ amore con responsabilità”, abbiamo imparato a non ridere se si dice la parola “sesso”, ma a comprendere le potenzialità riproduttive del nostro corpo nonché sul modo di vivere la sessualità come linguaggio di amore piuttosto che come strumento di piacere. Non secondaria la riflessione sulle possibili malattie sessualmente trasmissibili. Un indescrivibile viaggio nei sentimenti e nelle sensazioni, rappresentato anche da alcuni elaborati pittorici esposti a scuola, che in questi anni si sviluppano velocemente, per imparare a conoscerci e conoscere gli altri nel rispetto più autentico. ■

Amicizia alla nostra età

Sui social network si tratta più di contatti e c’è la corsa al numero Giusi Edmondo, redazione

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Le impressioni dei ragazzi, per un percorso molto diverso dal solito e… senza voti, per fortuna!

Rosa Salvatorelli, Alessia Bruno, Simona Ficco e la Classe 3B

Questi incontri sono stati preceduti da attività svolte in orario curriculare nelle varie materie, con la lettura di brani di letteratura e dalla Bibbia, con lo studio dell’ apparato riproduttore maschile e femminile, con l’ ascolto di canzoni, ecc. Nella prima unità “La preziosità della vita umana”, abbiamo visionato un video che ci ha fatto apprezzare il dono della vita, ripercorrendo i nove mesi di vita. Nella seconda unità “Conoscere e amare il proprio corpo”, ci siamo confrontati con la fatidica domanda: “Io ho un corpo o io sono un corpo?”, leggendo due testi su questo argomento. Nella terza unità “Io e i miei genitori”, abbiamo scritto delle lettere ai nostri genitori in cui li ringraziavamo di tutto ciò che hanno fatto, stanno facendo e faranno per noi, ma anche abbiamo fatto capire che in quest’ età abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia accanto, anche se non sono loro. Nella quarta unità “I miei amici”, abbiamo imparato a conoscere amici, non tramite una “richiesta di amicizia” inviata su un social network, ma con l’ approfondimento del vero significato dell’ amicizia.

Anche in seconda affrontato quello che è il tema sempre gettonato dai ragazzi

l tempo vola e, da essere bambini si diventa ragazzi. Tutto cambia, modi di comportarsi, rapporti con persone adulte, ma soprattutto i rapporti con gli AMICI. Molte sono le domande che ci poniamo, tra le quali: “Cos’è l’amicizia?”. Possiamo dire che l’amicizia da un punto di vista oggettivo è un legame, un sentimento di affetto reciproco, tra persone o animali. Mentre da un punto di vista soggettivo è un sentimento fondamentale nella vita dell’uno o dell’altro; un rapporto basato su stima e disponibilità reciproca. Molto spesso non ci rendiamo conto su chi sono i veri amici. Per questo abbiamo svolto un’indagine rivolta a tutti i ragazzi di seconda ponendo molte domande tra le quali: “I contatti di Facebook sono tutti veri amici, o solo persone comuni con cui stringiamo amicizia solo per aumentare il numero degli amici?” È emerso che molti di noi “chiedono” e “accettano” amicizie su facebook solo per aumentare il numero dei

Affettività

Gli occhi di un adolescente

Un percorso di educazione socio-affettiva e sessuale per imparare ad accettarsi ’ amore conta “ è stato così intitolato il progetto svolto dagli alunni delle classi terze . In circa un mese e mezzo, i ragazzi hanno imparato ad apprezzare il proprio corpo che in questa fase di vita evidenzia particolari cambiamenti fisici, psicologici e comportamentali. Questo progetto è stato principalmente suddiviso in sei unità: “La preziosità della vita umana”, “Conoscere e amare il proprio corpo”, “Io e i miei genitori”, “I miei amici”, “L’ amore conta” e “Vivere l’ amore con responsabilità”, introdotte da alcuni test per verificare le nostre conoscenze. Durante questo periodo ogni adolescente ha bisogno di capire cosa sta cambiando in lui, cosa migliora e cosa peggiora. Molte volte, come dice la canzone scritta dai Modà “Come un pittore” per i genitori è “difficile trovare parole molto serie” per informare i propri figli su cosa li aspetta durante l’ adolescenza, per questo a volte l’arma più facile da usare è il silenzio. Ma noi ragazzi questo silenzio l’ abbiamo rotto, con l’ aiuto e l’ intervento dei professori e degli esperti (ginecologo, psicologa e sacerdote).

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contatti. In questo anno scolastico abbiamo compreso il vero significato dell’amicizia; leggendo alcuni brani, abbiamo vissuto ciò che in fondo accade a noi ogni giorno. Ci siamo resi conto che molte volte le amicizie sono condizionate da caratteristiche fisiche, da modi di comportarsi e di vestire. Tutto questo non è amicizia, ma solo invidia e altruismo. Abbiamo compreso il significato delle parole COMPAGNO e AMICO. Compagno è colui che sa farti ridere e stare bene in qualsiasi momento della giornata. Il vero amico è colui che non ti giudica mai, ti aiuta, e t’indica la buona strada sempre e comunque. Il sentimento che proviamo per un vero amico non riusciamo ad esprimerlo, è quello stato d’animo stupendo che per nessun motivo al mondo vorresti s’interrompa. Quando sei in presenza di un amico anche un abbraccio può renderti felice, un semplice gesto che ti faccia capire che per lui/lei sei importante. ■

«P

osso dire che sono contenta di aver affrontato questo percorso, spero che passeremo alla storia come le classi che hanno affrontato per prime questo progetto. Spero anche che il prossimo anno venga riproposto un progetto simile perché solo dalla scuola possiamo capire il vero e proprio significato della «VITA»; la vita espressa come voglia di vivere, come amicizia, come amore, come affetto, ma soprattutto la vita che ha bisogno di essere rispettata e amata perché è proprio dal rispetto che impareremo ad essere persone serie, fedeli, oneste e piene di «VITA» Claudia Rutigliano

li argomenti legati alle problematiche affettive e soprattutto sessuali sono, per noi, di grande interesse. Tutti noi eravamo partiti con delle nostre idee a riguardo, ma nel corso del progetto, ci siamo resi conto che le informazioni in nostro possesso erano approssimative e certamente poco sufficienti. Invitati dai nostri professori, abbiamo cercato di focalizzare alcuni punti fondamentali, e ci è piaciuto molto riflettere su un concetto, il corpo, visto da due angolazioni: avere un corpo ed essere un corpo. All’inizio ci sembrava poco chiara la differenza, ma poi abbiamo capito che Ogni docente ha l’affetdato il suo tività e la contributo al sessualità percorso in passano riferimento alla propria disciplina. proprio Molto presente il attraverso il corpo. metodo Ci siamo autobiografico resi conto che proprio dal rispetto per il nostro corpo parte il rapporto con noi stessi e con gli altri. Inizialmente abbiamo trattato argomenti teorici sul periodo dell’adolescenza e sulla sessualità. L’ imbarazzo c’era ed era tanto. Ma poi abbiamo fatto nostra una massima che una nostra prof ci ripete sempre: “ciò che è umano non è tabù” e cosi ci siamo liberati dalle nostre ansie e abbiamo riferito all’intera classe i nostri dubbi e le nostre paure. Tutti abbiamo colto i cambiamenti fisici e psicologici che si stanno verificando in noi. Abbiamo discusso sulla differenza tra sesso e amore e sull’amicizia. E abbiamo notato che alcuni ragazzi della nostra classe vivono da qualche tempo esperienze affettive importanti che, talvolta, sono motivo di inquietudine. Parlare e confidare le paure è stato davvero importante. Abbiamo analizzato le nostre relazioni con gli altri scri-

vendo lettere ai genitori e ai/ alle nostri/e fidanzati/e. Abbiamo letto poesie, testi e citazioni bibliche relative all’amicizia e all’amore, e abbiamo rintracciato anche nelle canzoni momenti di riflessione. Il lavoro svolto in classe è stato importante e anche divertente. E mai avremmo pensato che con i nostri professori ci saremmo sentiti davvero liberi di poter parlare (anche perché in questa materia non c’è voto!). Le fasi del progetto sono state intervallate dall’intervento di esperti. Abbiamo incontrato il ginecologo Dr. Volpe e la psicologa Dr.ssa Quinto, del Consultorio di Ruvo, che si sono soffermati sull’aspetto riproduttivo e genitale e su alcuni aspetti emotivi. L’intervento conclusivo è stato affidato ad un sacerdote, don Vincenzo di Palo, direttore della Pastorale Familiare diocesana, che abbiamo subito percepito come vicinissimo a noi. Ci ha catturati con la sua capacità di comunicare. Ci ha parlato di ‘morale’ e di ‘etica’ . Ci ha fatto cogliere la differenza tra amicizia e amore e ci ha invitati a condividere il principio di ‘eternità’ dell’amore coniugale. Abbiamo parlato di progettualità, di sentimenti, di vita e di umanità. Questo progetto ci ha dato tanto. Ha permesso a tutti noi di guardarci dentro, di non vergognarci dei nostri sentimenti né dei nostri dubbi. Siamo riusciti a esprimere, anche ai nostri genitori, le nostre perplessità. Certo, un po’ di imbarazzo rimane sempre, anche perché i nostri genitori fanno fatica a non considerarci più dei bambini. Noi invece ci vediamo come adolescenti, abbiamo le nostre idee, ma vogliamo che qualcuno ci guidi e ci aiuti, perché abbiamo tante paure e tante incertezze. Il progetto che abbiamo seguito ci è sembrato molto utile. Se avessimo avuto più tempo, avremmo tirato fuori altri aspetti di noi che non sempre riusciamo a far emergere. ■

Dopo la scuola secondaria di 1° grado cosa scegliere?

Orientiamoci

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Giuditta Cassano, Maria Pia Rubini e la 3C

er noi ragazzi di terza, quest'anno è stato davvero impegnativo perchè abbiamo dovuto scegliere il tipo di scuola superiore con numerose difficoltà, poichè la maggior parte dei ragazzi era ancora indecisa in questa scelta. Come sempre la nostra scuola ha organizzato una serie di incontri relativi all'orientamento, i quali si sono svolti durante le ore curriculari. Negli anni precedenti, quando questi incontri orientativi si sono svolti nel pomeriggio, non tutti i ragazzi partecipavano. Tutti i ragazzi, avendo avuto la possibilità di conoscere le diverse scuole in mattinata, hanno saputo esprimere le proprie opinioni in base alle loro attitudini o potenzialità, infatti, abbiamo avuto meno incertezza e meno difficoltà nello scegliere la scuola futura. A questi incontri hanno partecipato docenti delle diverse scuole superiori (licei, istituti tecnici e professionali...) presenti nel territorio limitrofo, le quali hanno mostrato le varie offerte lavorative e i diversi piani di studio. Per noi questi incontri sono serviti molto per decidere in modo sicuro quali sono le nostre capacità, al fine di metterle in atto nel nostro futuro. ■


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L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

Inchiesta dipendenze Sempre più persone vivono il problema delle dipendenze

Quando il gioco diventa una malattia

   Giovedì 7 giugno - ore 19 Ex Convento Domenicani

INDEPENDENCE DAY Parole, immagini e testimonianze contro la cultura della dipendenza

La nostra scuola ha promosso un progetto in rete con tutte le scuole secondarie della città, per sensibilizzare alunni e famiglie contro la cultura della dipendenza. In questa serata anche i nostri alunni presenteranno i lavori realizzati nei rispettivi percorsi didattici. In collaborazione con: Comune di Ruvo di Puglia, SerT, CASA “don Tonino Bello”, ACAT.

È ormai diventato il campanello d’allarme della società Alessia Colaprice

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l gioco d’azzardo è un fenomeno molto diffuso nella società di oggi, che potremmo definire un’illusione, legale o illegale che sia, soprattutto per i più deboli che credono di risolvere i loro problemi economici puntando e scommettendo. Questo può portare alla dipendenza da gioco (ludopatia) in persone che finiscono così per perdere il controllo della situazione. Non possiamo ignorare il problema e rimanere con le mani in mano poiché la situazione che si è venuta a creare è molto critica e, osservando attentamente il ricavato dello Stato dai giochi d’azzardo, con-

stateremo che le entrate sono aumentate in modo a dir poco vertiginoso, fino ad arrivare al 2011 con circa 80 miliardi di Euro. Tra gli altri dati a disposizione balza agli occhi quello di 1.260 euro procapite, neonati inclusi, come spesa media annua bruciata in slot machine, videopoker, lotto e gratta & vinci, oltre cinque volte il dato del 2000; circa il 47% sono indigenti, il 66% disoccupati e 800mila in Italia, coloro che hanno superato la soglia della capacità di controllarsi. Ma analizzando in modo accurato il problema, noteremo che una buona parte della responsabilità è dello Stato, che

Ripartizione dei giochi più gettonati

pubblicizza e incentiva il gioco invece di proteggere e aiutare i cittadini più fragili a venirne fuori; e della criminalità organizzata, che ricicla il denaro sporco e ne ricava un gran capitale. Anche i servizi sociali e i SerT (vedi intervista) devono poi faticare a recuperare le patologie. Ora spetta a noi, cittadini consapevoli della situazione, decidere e capire cosa fare e nel più breve tempo possibile, perché c’è gente che purtroppo si trova in una situazione da cui non è facile uscire. Occorre intervenire perché il gioco rimanga quello che è, divertimento, e non trasgressione. ■

Milioni (in Euro) incassati in Italia dai giochi d’azzardo

Chi è il giocatore tipo? Quanto spende e quanto guadagna?

Tanti giocano e solo qualcuno vince Ne abbiamo parlato con il titolare di una tabaccheria molto frequentata. La legge impone il 70% di incasso restituito in vincite. A cura di Samuel La Fortezza

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uale è il giocatore tipo e il gioco più scelto? Tutti giocano, non c’è la prevalenza; anziani, donne, giovani, benestanti e poveri… magari scelgono giochi diversi, ma tutti indistintamente. Gli anziani giocano ancora al vecchio lotto, i ragazzi maggiorenni provano i nuovi giochi come 10 e lotto, Si vince tutto, ecc…. I giochi più diffusi al momento sono Gratta e vinci Lotto, 10 e Lotto, seguono le scommesse sportive. In che rapporto sono giocate e vincite?

A fronte di 15-20 mila euro di giocate settimanali si distribuiscono anche 10.000 euro di vincite, ovviamente in media tra più settimane. Di tutte le giocate il 70%, per legge dello Stato, viene redistribuito in vincite. Solo che a fronte di tanti giocatori, solo qualcuno vince e prende quello che gli altri giocano. I giocatori si indebitano per giocare? Si, si indebitano per giocare, ma solo

pochi; un tempo la gente giocava cifre astronomiche e quindi si indebitava sempre di più, invece oggi le cose sono cambiate perché la crisi si fa sentire, inoltre il governo Monti impone di spendere massimo mille euro. Settimanalmente c’è gente che spende 5 euro e chi 50 o più. Sono poche le persone che arrivano a spendere centinaia di euro. Qual è il suo consiglio? Semplice, solo giocare il giusto, non attaccarsi e non farsi prendere. ■

L’esperto. Intervista al dr. Leone, dirigente SerT di Ruvo

Alcol, sigarette, droghe, giochi: un aiuto per chi ha bisogno Il Ser.T. aiuta a superare le dipendenze A cura di Marica Armenise e Adriana Paparella, redazione

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n questi anni ormai chiunque può essere manipolato dalla dipendenza dall’alcool, dalle sigarette, dalle droghe, dai giochi, dalle slot machine, da Internet,… Per rispondere a queste problematiche è stato istituito il Ser.T. (Servizio per le Tossicodipendenze). É un servizio nazionale che affronta i vari problemi legati all’abuso e alla dipendenza da sostanze legali, illegali e comportamentali. Tutti questi problemi sono affrontati dalle famiglie con l’aiuto di medici specializzati, psichiatri, assistenti sociali e molte altre persone esperte nel campo delle dipendenze. È un ente diffuso in tutta Italia ed è un servizio gratuito disponibile per tutti; nella nostra città, infatti, si trova nell’ospedale “Monte di Pietà”. Per informarci di più, siamo andate a verificare di persona ciò che accade nell’istituto e abbiamo fatto qualche domanda ad un medico specializzato in psicologia. Ecco la nostra intervista. Quali sono i casi seguiti? E da cosa nasce questa dipendenza? «Noi ci occupiamo di tutte le dipendenze dalle sostanze, ma anche del gioco d’azzardo, giocatori che comprando dal tabaccaio le schedine sviluppano una dipendenza, dal computer, dall’affettività, disturbo della personalità,… Tutte que-

disponibile nel recuperare materiale utile per il progetto: un vecchio paio di scarpe, calzini e un jeans. L’attività si è conclusa con la Michele Verriello e la Classe 2F realizzazione del manichino: con la Prima che ti spenga carta di giornale è stato riempito l’ spegnila! i siete mai chiesti cosa vuol dire essere dipendenti? interno dei jeans, con della lana sono Essere dipendenti vuol dire essere “COMANDATI” stati riempiti i calzini e gli sono state messe le scarpe. Un altro gruppo di da qualcuno o da qualcosa ad esempio: fumo, alcool, droga, gioco, ecc. Per diffondere e divulgare a tutti ragazzi si è preoccupato della cura degli slogan, cercando anche delle queste informazioni la classe 2^F, motivata dalla immagini. Per concludere questa professoressa di matematica e scienze Anna Lucia Arcadite e con l’aiuto delle classi 1^F e 3^F, ha deciso di esperienza e condividerla con l’intera comunità, abbiamo esposto il nostro aprire una campagna contro il fumo. Il progetto è stato lavoro al pubblico. L’ impegno e la accolto da tutti con molto entusiasmo. Questa attività è passione profuso in questo progetto ha stata realizzata concretamente raccogliendo pacchi di sigarette in grande quantità, che in seguito sarebbero stati ricevuto l’apprezzamento e l’ utilizzati per ricoprire la nostra “scultura” col fine di creare approvazione da parte di tutti. La nostra installazione (soggetto di uno spot) è un manichino. Abbiamo così deciso di fare una gara per sollecitare tutti a raccogliere pacchi di sigarette, che dopo attualmente collocata all’ ingresso dell’ poche settimane, son stati conservati dagli alunni di 3^, di edificio scolastico: siete invitati a farci visita e riflettere sul significato della 2^ e di1^ in un grande busta nera. In seguito, un gruppo di alunni della classe 2^ F si è reso nostra attività. ■

Dipendenze? Evitiamole!

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ste dipendenze sono dovute a disturbi della persona, fase dell’eccitamento, schizofrenia, paranoia,…» Quante persone ricevete in media in un giorno? «I nuovi casi sono circa 6-7 a settimana, ma ogni giorno passano diversi assistiti, considerando anche quelli mandati dalla Prefettura per la patente, considerando che il nostro servizio opera sul territorio di Ruvo, Terlizzi e Corato.» Come questo ente aiuta la singola persona o la famiglia? Con quali terapie? «Per prima cosa è necessario trovare un punto di incontro con le persone, perché loro hanno delle aspettative e sperano che tutto finisca senza l’aiuto di nessuno. Bisogna anzitutto che loro si riconoscano nel disagio; a questo servono diverse attività che svolgiamo, come l’ “Art Terapy” o gruppi di attività musicale… Così diventa più semplice agganciarli e se necessario passare anche ad una terapia farmacologia. Spesso le persone non ammettono queste loro dipendenze e perciò è come se non tendessero mai una mano.» Cosa consigliate a noi ragazzi per non cadere nella trappola delle dipendenze? «Vi consiglio di non provare mai, neanche per curiosità. Perché la prima volta è rischiosa e si ammettono le proprie colpe solo dopo quattro o cinque anni, quando ormai è già troppo tardi. Adesso non rimane che sollecitarvi a evitare tutte queste dipendenze e a non cadere in questa trappola che ci cambia in tutti i sensi; non solo nell’aspetto fisico ma anche nel nostro carattere. Quindi no alla prima volta, neanche per curiosità, o per far felice qualche falso amico che ci inganna e ci fa cadere nell’ oblio.■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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Progetti PON

Pon Italiano, classi 2^ - 3^

Pon Inglese livello A2, classi 2^ e 3^

Esperto: Luigi Sparapano, Tutor: Vito Carlo Castellana

Esperto: Cinzia Petrarota, Tutor: Stefania Carbonara

Giornalisti si diventa

From London to Ruvo

Angela Summo, redazione

Gli alunni del PON

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ra le attività di potenziamento consentite dai Pon c’è quello che ci ha permesso di realizzare il nostro giornale scolastico l’Eco della Scuola e anche di fare nuove amicizie. Il giornale è composto da una redazione che a sua volta è formata da dei corsisti che organizzano il lavoro: un corsista realizza la copertina del giornale, ma quel che conta sono i nostri articoli in cui ognuno di noi ci mette il suo impegno, il suo animo e il suo cuore. Inizialmente, noi corsisti prendiamo appunti sulla composizione del giornale, poi man mano ad ognuno di noi viene affidato un compito ovvero un articolo; si prepara una scaletta in cui si applicano le cinque domande fondamentali “REGOLA DELLE CINQUE “W”: 1) WHO? 2)WHAT? 3) WHEN? 4)WHERE 5)WHY? E anche la “REGOLA DEL CARCIOFO” o della “PIRAMIDE ROVESCIATA”.

Osserviamo dai giornali come sono scritti i pezzi e impaginati. Successivamente prepariamo lo schema dei nostri articoli, poi la titolazione composta da: occhiello, catenaccio, sommario, titolo. Conosciamo la tipologia dei pezzi giornalistici: la notizia, la cronaca, il commento, l’intervista e l’inchiesta, il servizio giornalistico. Dopo di questi appunti fondamentali proseguiamo nel vedere la stampa del giornale con visite alla Gazzetta del Mezzogiorno in cui ognuno di noi immagina di vedere un giorno il proprio articolo stampato, ed è proprio alla conclusione dei nostri “capolavori” che assisteremo alla stampa del nostro giornale. Ancor prima delle visite, abbiamo ricevuto dall’esperto uno schema del giornale, detto timone, in cui c’è il riepilogo di tutti i nostri articoli pagina per pagina. Lo abbiamo completato e proceduto a disegnare il me-

nabò cartaceo, per poi trasferirlo al computer. I primi nostri articoli finiscono su Alboscuole, un giornale on line che ci ha permesso di diffondere i nostri articoli su internet e di farli leggere al mondo, come se fossimo veri giornalisti. I Pon non sono tutti “rose e fiori” ma ci sono anche come a scuola, delle verifiche sommative e test di valutazione del percorso, come anche un limite alle assenze consentite. Ma dal lato positivo c’è molto divertimento ed entusiasmo da parte di tutti noi poiché ci sono anche momenti di svago e di conoscenza, anche con un solo saluto ciascuno accumula una marea di tesori che sono gli amici, inoltre ci sono anche momenti di pausa per noi e per i professori. Tutto sommato il giornalino scolastico può esserci anche utile perché chissà può anche darci una marcia in più per diventare veri giornalisti! ■

Pon Italiano, classi 3^

Esperto: Pina Malerba, Tutor: Alessandra Speranza

Latinum, caput linguae

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uesto pon d’inglese intende mettere a confronto la cultura, le tradizioni, i monumenti di Londra con quelli di Ruvo. Questo pon ha come prodotto finale un power point che mostra il percorso fatto a partire dagli elementi geografici della Gran Bretagna. Il nostro vuol essere il tentativo di dimostrare che, pur non vivendo in una città grande come Londra che ha tante attrazioni importanti, la nostra piccola cittadina di Ruvo offre degli importanti elementi storici, artistici e culturali come la Cattedrale, il museo nazionale Jatta, le varie chiese con le proprio storie. Infatti abbiamo anche organizzato una visita guidata nella città e ognuno di noi ne ha fatto una piccola descrizione orale in inglese. Per noi ragazzi questo pon è stato molto interessante perché oltre ad imparare tante cose nuove sulla Gran Bretagna, abbiamo potuto conoscere meglio il paese in cui viviamo e imparare nuovi termini in inglese. Per tutto questo ringraziamo la professoressa Carbonara e l’esperta professoressa Cinzia Petrarota che sono state molto disponibili per noi e ci hanno dato un grande aiuto ad imparare cose nuove.

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his English PON “ From London to Ruvo” wants to compare the culture, the traditions, the monuments of London with those of Ruvo. This PON has got as final product a power point (each for student) which shows the course done starting from the geographic elements of Great Britain and a Apulia. Our aim wants to demonstrate that, even if we don’t live in a big city like London (which has a lot of important attractions), our little town Ruvo offers some important historic, artistic and cultural monuments like the Cathedral, the Museum National Jatta and the many churches with their Histories. In fact we have organized a guided tour in the town and everyone of us has done a small description of it in English. For us guys this PON has been very interesting because as well as we have learned new things about the Great Britain, we have also learned that our town is important, too. What is more we have learnt a lot of new English words. For all this, we thank our tutor Stefania Carbonara and our teacher Cinzia Petrarota who have been available to us and have given us a great help to learn new things. ■

Marica Montaruli

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già! Anche quest’anno scolastico è volato via come una rondine, portando via con sé le conoscenze vecchie e nuove acquisite in tre anni. L’ultimo è un anno fondamentale per noi ragazzi di terza, perché al termine di esso affronteremo una prova finale: il tanto temuto “esame”. Inoltre, con dispiacere, dovremo salutare e ringraziare i docenti che con tanta pazienza e affetto ci hanno tramandato il loro sapere; il nostro gruppo classe, con il quale siamo cresciuti, condividendo momenti di felicità ma anche di tristezza. E che dire dei collaboratori che ogni giorno ci trasmettono buon umore? Insomma, dovremo prendere un altro treno che avrà diversa destinazione e che ci condurrà a nuove frontiere: il liceo. Qui avremo nuovi studi da seguire, tra cui il latino. E per prepararci al

meglio ci è bastato il buon impegno e la precisione di due docenti che hanno portato avanti l’iniziativa del PON di Latino: la prof.ssa Giuseppina Malerba e la prof.ssa tutor Alessandra Speranza. Loro hanno suscitato in noi ragazzi la voglia di saperne di più, la curiosità di scoprire l’origine della nostra lingua e le diverse etimologie latine. Il latino, come il greco, è una lingua “morta”, ma in questi quattro mesi ci ha donato tanta vitalità e ci ha stupito scoprire che molte delle parole, che noi comunemente pronunciamo, in realtà sono latine. Durante questo PON abbiamo seguito un iter che ci ha permesso di acquisire le regole base della lingua e fare un tuffo nel lontano mondo romano, attraverso miti e testi sulla civiltà antica che si può dire sia stata l’archetipo della cultura del nostro Paese. E non è finita

qui! Quanti di voi, per esempio, sanno che bus o sponsor sono vocaboli latini anziché inglesi, come molti credono? Infatti, anche altre lingue finanche non neolatine come l’inglese, derivano parte del loro lessico dalla lingua dei conquistatori romani. Tra declinazioni, verbi, aggettivi e complementi, guarniti da tanto interesse, siamo arrivati al termine di questo progetto che ben ci aiuterà ad affrontare senza alcun timore gli studi prossimi. Con un enorme grazie salutiamo le nostre docenti, augurando loro di poter riproporre questo PON, perché insegni anche ad altri alunni della “D. Cotugno ” quanto il latino ci ha dato, donandoci anche un tocco di eleganza nella nostra lingua. ■

Pon Italiano, classi 1^

Esperto: Pierluigi Auricchio, Tutor: Mariella Afronio

“Voglio volare” Gli alunni del PON

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uest’anno, il Pon di Italiano ha visto noi ragazzi delle classi prime impegnati in un laboratorio ludico-teatrale grazie al quale, dopo un primo momento teorico dedicato alla dizione e alla storia del teatro, abbiamo portato in scena "Voglio volare!", un riadattamento del "Piccolo Principe", il racconto di formazione di Antoine de Saint-Exupery (1900-1944). La storia prende spunto dall'attività di pilota aeropostale del protagonista, scomparso misteriosamente durante la seconda Guerra Mondiale nel mar Tirreno, durante un volo di ricognizione. In questa libera trasposizione, Antoine precipita in uno strano deserto. Mentre tenta di riparare il suo aereo per poter ritornare a volare, incontra una Piccola Principessa e tanti personaggi che esprimono una filosofia di vita molto profonda, pur nella sua semplicità. Le lezioni sono state molto interessanti e ci hanno dato la possibilità di approfondire lo studio dell’italiano, in modo divertente e coinvolgente. L'adattamento, la selezione musicale e la regia sono state curate da Pierluigi Auricchio e le coreografie da Ela Pellegrini; il tutoraggio del progetto è stato seguito dalla prof.ssa Mariella Afronio. ■

Pon Francese, classi 1^

Esperto: Maria Pina Manca, Tutor: Marilena Grieco

Lingua Francese A1 Caldarola Gabriella, Catalano Luigi, De Venuto Gabriele, Gramegna Alessandro, Montaruli Elena, Bucci Gabriele Vincenzo

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’importanza della conoscenza delle lingue straniere “per un futuro garantito”. É con questo spirito che ci siamo avvicinati ad un progetto di 50 ore di lingua e civiltà francese tenuto dalla dott.sa Manca Maria Pina in qualità di esperto e dalla prof.ssa Grieco in qualità di tutor. Un’esperienza fantastica e indimenticabile data dal contatto diretto con un’esperta madrelingua di origini belghe. Sin dal primo momento l’esperta ha saputo catturare la nostra attenzione in modo molto coinvolgente e ironico spiegandoci argomenti difficili e allo stesso tempo interessanti attraverso un continuo confronto tra le due diverse culture. Ciò che più ci ha colpito è stata la facilità e la naturalezza con la quale abbiamo appreso determinati argomenti attraverso una vera e propria full immersion nella lingua e nella cultura francese che ci ha visti protagonisti nell’ascolto, nella lettura e nella visione di video musicali. I lavori di gruppo in particolare, ci hanno fatto stringere nuove amicizie e hanno contribuito ad accrescere una maggiore fiducia in noi stessi portandoci verso ottimi risultati. La tutor si è complimentata con noi per il nostro comportamento e la nostra attenzione durante le lezioni svolte. ■

Fotonews Borsa di studio “Catalano - Moramarco”

Nell’ambito della Settimana scientifica, presentati e premiati i giovani scienziati che hanno dimostrato le eccezionali competenze nello studio dei fenomeni e nell’ideazione di congegni di utilità. La premiazione è stata fatta a conclusione di un convegno sulla valenza della cultura scientifica nella formazione degli alunni. Complimenti!


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L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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Progetti PON Pon Matematica, classi 1^ Statistiche e isometrie Esperto: Mimma Amenduni, Tutor: Rocco Di Rella

InforMatematica

Multimedi@music, classi 2^ - 3^

Esperto: Michele Pagano, Tutor: Vincenzo Iurilli

Conoscere la musica Alessia Cantatore, Michelangelo Gattulli, Simona Ficco, Gabriella Ferrieri

Francesco Gadaelta, Emanuele De Astis

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Sabato 9 giugno Auditorium Liceo “Tedone” ore 17

“VOGLIO VOLARE”

Rappresentazione teatrale ore 19

PRESENTAZIONE DI TUTTI I PON

ra i vari progetti organizzati dalla scuola, abbiamo preso parte anche al P.O.N. tenuto dal professoressa Amenduni nel ruolo di esperto e dal professor Di Rella in qualità di tutor. Lo scopo del P.O.N. era quello di approfondire le nostre conoscenze informatiche, studiando la struttura del computer e i suoi programmi. Inoltre abbiamo messo in evidenza il legame tra informatica e matematica, poiché quest’ultima è un supporto fondamentale per lo sviluppo della tecnologia; da qui il titolo “la matematica nell’informatica”. La durata del P.O.N. è stata di 30 ore, distribuite in incontri settimanali da due ore e mezza. Abbiamo preso parte a quest’attività con molto piacere, poiché ci è stata di grande aiuto per studiare argomenti non compresi nei programmi scolastici, tuttavia interessanti. È stata un’esperienza fantastica, che non dimenticheremo mai e che non capita spesso e facilmente nella vita. Il lato della esperienza che bisognerebbe apprezzare è stata la possibilità concessaci dalla scuola per approfondire le nostre conoscenze e ampliare la nostra cultura. ■

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all’anno scolastico 20082009 ad oggi si è avviato il PON di musica elettronica e di registrazione. Questo progetto è servito a costruire tracce ritmicomelodiche di colonne sonore e musiche da film sulle quali poter eseguire live le successive parti orchestrali. Nei primi incontri abbiamo conosciuto e imparato ad usare il programma CUBASE PROFESSIONAL utilizzato nelle più importanti sale di registrazione e, sotto la guida dell’esperto, il professor Michele Pagano, abbiamo mosso i primi passi incidendo e registrando i primi suoni delle basi musi-

Pon Matematica, classi 2^ Avvio alle dimostrazioni

Storia della Fisica, classi 2^ - 3^

Pensiero ipotetico deduttivo

Strumentazione museale

Esperto: Sabina Di Monte, Tutor: Tina Mazzone

Gli alunni partecipanti

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’impossibile non è altro che una molteplice soluzione. Qualche banco di scuola, dei numeri e un po’ di risate e voilà! la ricetta perfetta per il PON di matematica classi seconde “Pensiero ipotetico deduttivo: avvio alle dimostrazioni”, che per quei 26 alunni che ne hanno fatto parte è stato un corso di matematica, ma soprattutto un corso di vita, che ne ha valorizzato le capacità sviluppando la logica e il pensiero laterale. Infatti durante le lezioni abbiamo trattato problemi con frazioni, con il M.C.D. e il m.c.m., altri riguardanti la geometria, ma soprattutto dimostrazioni… insomma di tutto di più. Il PON ci ha offerto anche la possibilità di ampliare le nostre abilità informatiche, utilizzando un nuovo programma GEO GEBRA, che permette di costruire figure geometriche e rendendo, così, la geometria più attraente e meno astratta. Dunque questo corso ci ha dato una duplice possibilità: consolidare conoscenze già acquisite ed approfondire argomenti che oltre ad essere particolarmente interessanti potrebbero esserci utili per i percorsi di studio futuri. Le lezioni sono state tenute in modo chiaro interessante e non noioso dall’esperta professoressa Dimonte Sabina supportata dalla tutor professoressa Mazzone Tina, docente di matematica della nostra scuola. Partecipando al PON ci siamo arricchiti sia da un punto di vista didattico che da un punto di vista delle relazioni interpersonali: nella nostra classe si è creato un forte spirito di collaborazione che ci ha permesso di stringere nuove amicizie. In conclusione il bilancio di questa opportunità che la Scuola ci ha offerto è nettamente positivo e speriamo che negli anni avvenire possa ripetersi. ■

Pon Matematica, classi 3^ Omotetie e similitudini Esperto: Mauro Sorgente, Tutor: Nicla Carlucci

Trasformazioni geometriche Vincenzo Catalano, Giuseppe Campanale

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in dall'inizio di questa esperienza, gli alunni di terza coinvolti hanno mostrato il loro interesse prestando di volta in volta attenzione agli argomenti trattati. Uno di questi è stato l'utilizzo del programma GEOGEBRA con cui, mediante l'uso del computer, si possono rappresentare traslazioni, omotetie e rotazioni. Ogni alunno ha ampliato le proprie conoscenze in quanto è stato in grado, per esempio, di ricavare la superficie reale di un territorio partendo dalla sua riduzione in scala e viceversa. Dalle opinioni dei partecipanti emerge entusiasmo nel svolgere questo tipo di attività che, in definitiva, vuole essere un approfondimento degli argomenti svolti in geometria durante le ore curriculari. Le attività sono state proposte saggiamente dall'esperto Prof. Mauro Sorgente (supportato dalla tutor Prof.ssa Nicoletta Carlucci), che ha coinvolto noi ragazzi con un'intensa attività laboratoriale. Siamo contenti di aver partecipato perchè n'è valsa veramente la pena! ■

cali. Abbiamo raccolto i primi dialoghi estrapolati dai film originali dai più grandi registi italiani e non: Massimo Troisi, Sergio Leone, R.Scott, H. Hallstromm e abbiamo iniziato l’operazione di fonomontaggio con i supporti armonici (basi musicali) realizzati in precedenza. Il risultato finale è stato ascoltare suoni e testi verbali integrati in un’unica traccia sonora. Parallelamente nel laboratorio orchestrale abbiamo studiato i temi dei più famosi film scritti dai più grandi musicisti: E. Morricone, N. Rota, Vangelis, H. Zimmer, R. Portman ed infine abbiamo eseguito la parte orchestrale inte-

grandola con i lavori realizzati con il software CUBASE. Per quest’anno la verifica dei lavori è stata stabilita il 28 maggio, quando nel Chiostro dei Domenicani si terrà il concerto conclusivo della Light Music Orchestra con la presentazione dei lavori realizzati. Secondo noi questo progetto è servito a farci conoscere, la musica nei suoi dettagli e a superare e le paure che proviamo durante le esibizioni in pubblico. Vivere e regalare emozioni attraverso la musica è stata per noi un’avventura davvero entusiasmante. ■

Esperto: Francesca Ciocia, Tutor: Gabriella Colaprice

Giuseppe Albrizio e la 3G

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uesto PON è stato un evento unico per la nostra scuola: per la prima volta, dopo decenni, gli antichi strumenti gelosamente custoditi negli armadietti in legno del Plesso Rosa del nostro Istituto, sono stati affidati alle mani di noi ragazzi, che prima potevamo soltanto ammirare attraverso lungo i corridoi. Ci è stato affidato il compito di “ristrutturare” questi oggetti, spolverandoli e lucidandoli; di ricercare informazioni su di essi, scoprendone la composizione, l’inventore, il periodo storico in cui sono stati utilizzati e il loro funzionamento; e di catalogarli in delle schede virtuali che sarebbero poi state assemblate in un libro infor-

matico. Per far questo ci siamo serviti dei numerosi mezzi messi a disposizione dalla scuola (computer, libri, enciclopedie e l’intero laboratorio scientifico) e ci siamo anche avvalsi dell’aiuto dell’Esperta Ciocia Francesca. e della Tutor Colaprice Gabriella. Ma la gran parte del lavoro lo abbiamo svolto noi: questo PON ci ha insegnato a ricercare, a sperimentare e a lavorare in gruppo. Infatti, per analizzare e catalogare tutti gli oggetti museali presenti ci siamo organizzati in 7 gruppi, ognuno riguardante strumenti compresi in diversi ambiti della Fisica, tra cui: 1-Elettrostatica 2- Elettrostatica (dato che gli stru-

menti riguardanti quest’ambito erano molti si son venuti a creare due gruppi per l’elettrostatica) 3-Comunicazione 4-Gravità 5-Ottica 6-Termodinamica 7-Astronomia/Scienze della Terra Inoltre questo PON ci ha insegnato ad esporre ciò che abbiamo imparato, come abbiamo dimostrato durante la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica che si terrà il 7 Maggio mattina e il 9 Maggio pomeriggio, replicata il 29 maggio. Non mancate! ■

Educazione scientifica per docenti Esperto: Tutor: Gabriella Colaprice

Presidio per le Scienze Gabriella Colaprice

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a Scuola “D. Cotugno” di Ruvo di Puglia in qualità di Presìdio disciplinare di Educazione Scientifica è stata autorizzata all’attuazione di n.2 corsi di formazione in presenza, della durata di 15 ore ciascuno, per promuovere e valorizzare le competenze professionali dei docenti di discipline scientifiche delle scuole di ogni ordine e grado. L’iniziativa si propone di rafforzare nel territorio il ruolo degli Istituti Presidio come poli di reti disciplinari di approfondimento, sperimentazione e ricerca didattica. Con questa proposta, infatti, gli Istituti Presidio si attivano quali catalizzatori della formazione per i docenti del territorio per consentire l’aggiornamento disciplinare, innovare i curricula, proporre una didattica attenta ai problemi attuali della ricer-

ca scientifica. Obiettivo del percorso è quello di sviluppare negli studenti maggiori competenze scientifiche avvicinandoli alla materia in maniera più coinvolgente e promuovendo l’utilizzo delle conoscenze e delle abilità apprese a scuola per affrontare problemi e compiti analoghi nella vita reale. Com’è noto, sviluppare maggiori competenze scientifiche negli studenti è una delle priorità che il nostro Paese, assieme agli altri dell’Unione europea, si è assunto con l’aggiornamento degli obiettivi di Lisbona (ET2020). La nostra scuola ha selezionato l’esperto dall’elenco degli esperti dei Piani Nazionali di formazione, pubblicato ai sensi della circolare prot. n. AOODGAI/10212 del 09/09/2012 che include docenti selezionati e formati dall’ANSAS come Tutor del piano nazionale di formazione.

L’esperto selezionato, (la sottoscritta), ha condotto i due corsi che si articolati in n. 5 incontri in presenza di 3 ore ciascuno (per un totale di 15 ore) attivando percorsi di ricercaazione sperimentali, nel laboratorio scientifico-tecnologico della nostra Scuola. Ai due corsi di formazione si sono iscritti rispettivamente 16 e 22 docenti provenienti da Scuole primarie, Secondarie di 1° grado e dal biennio di Scuole secondarie di 2° grado di Ruvo e di cittadine limitrofe. Durante i corsi i docenti hanno avuto modo di studiare e sperimentare i materiali prodotti nell’ambito del piano nazionale di formazione Educazione Scientifica, oggi disponibili nel sito web http:// risorsedocentipon.indire.it, coerenti con i documenti programmatici emanati dal MIUR. ■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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Esperienze

Gara di lettura proposta dalla libreria l’Agorà al Teatro comunale

Un viaggio immaginario tra note e melodie

Ogni iniziativa è opportuna se stimola il piacere di leggere

In quanti ascoltano una canzone e pensano che parli della propria vita?

Una giornata indimenticabile Classe 1B

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enerdì 9 marzo 2012… Un giorno come gli altri? Crediamo proprio di no! In una splendida giornata primaverile, riscaldata dai luminosi raggi del sole, la nostra classe ha partecipato a una gara di lettura presso il teatro comunale di Ruvo. I ragazzi delle varie classi coinvolti nel progetto organizzato dalla cartolibreria “L’Agorà”, dovevano aver letto il libro di E. Salgari “IL CORSARO NERO” e quindi sfidarsi con altre squadre di alunni della nostra scuola e della “Carducci Giovanni XXIII”. Il gruppo vincitore avrebbe partecipato alla gara finale. Eravamo tutti pensierosi, nervosi, emozionati, e “con il cuore in gola” per la paura di sbagliare. Finalmente, dopo tanta attesa, conosciamo le altre squadre che si sarebbero sfidate: la nostra classe con la 2H contro il gruppo formato dalla 2B e 1H e la 2B dell’altra scuola media. I presentatori, dunque, danno il via alla gara e con grande ansia…s’inizia! La prima prova consiste nell’individuare l’appartenenza di un oggetto a un personaggio del libro; la seconda, un po’ più complicata, nell’indovinare il personaggio mimato dal presentatore; e la terza nel collocare in ordine gli eventi proposti. Mentre il pubblico incitava ogni squa-

dra e osservava con ammirazione i ragazzi che si concentravano nel loro, i presentatori e la giuria attribuivano il punteggio a ciascuno. La gara si fa avvincente e ogni squadra cerca, con il massimo impegno e tanta energia, di totalizzare il massimo punteggio. Nonostante noi conoscessimo diverse risposte, purtroppo il nostro pulsante risultava difettoso e quindi ci penalizzava nella fase di prenotazione. Con coraggio ed entusiasmo, tuttavia, abbiamo continuato “a lottare” ed ecco … conseguire ben due punti con il gioco del “tiro alla corda” e con quello ancora più complicato di raccontare in 60 secondi la trama del libro. In tale circostanza la nostra portavoce Alessia è stata davvero bravissima: disinvolta, sicura di se con una capacità di sintesi straordinaria. Il nostro entusiasmo era alle stelle, il pubblico ci sosteneva e la nostra speranza di vittoria sembrava concretizzarsi. Ma … ecco l’ultima prova, quella decisiva. C’è silenzio e tutti osservano impietriti: … il presentato-

re compie dei gesti e i giocatori devono indovinare il personaggi. A conclusione si comunica il verdetto… : “I vincitori sono il gruppo formato dalla 1H e 2B! Il pubblico esulta ma noi non riusciamo a nascondere la nostra delusione e la nostra amarezza … , siamo tristi e sconsolati, ci avevamo creduto fin all’ultimo istante, invece … siamo arrivati secondi e questo non ci consente di arrivare alla finale. Ma quando la tristezza e lo sconforto sembravano aver preso il sopravvento, ecco avvicinarsi la nostra professoressa, orgogliosa del risultato conseguito e soprattutto soddisfatta della “bella” gara disputata. Non credevamo alle nostre orecchie: era davvero felice del risultato conseguito e si complimentava con tutti noi! Felici, dunque, per quanto accaduto, sportivamente ci congratuliamo con la squadra vincitrice e ritorniamo a scuola. Quest’ indimenticabile esperienza ci ha dato una grande lezione di vita: in una gara il migliore non è colui che arriva primo, ma chi dà il massimo di sé per raggiungere il traguardo. ■

Cultura della dipendenza, anche da moda e tecnologia

Essere se stessi o apparire come gli altri? Classe 2H

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n una società come la nostra, dove c’e’ di tutto e abbiamo di tutto siamo bombardati costantemente e quotidianamente da segnali molto forti di messaggi pubblicitari che ci creano nuovi bisogni e nuovi desideri. Negli spot, nei cartelloni, sulle riviste, la pubblicità non reclamizza soltanto il prodotto, ma crea veri e propri stili di vita e modelli da imitare nei quali facilmente i giovani si identificano perché promettono benessere e felicità. Oggi tutto è moda, dal taglio di capelli al nuovo taglio di abbigliamento, al modo di indossare magliette e pantaloni o di fare le vacanze. A volte la scelta di un vestito diventa il primo passo, soprattutto per noi adolescenti, per entrare in un gruppo, per farsi nuove amicizie, per farsi carini agli occhi degli altri o per far capire che “sei alla moda” e segui le tendenze. Insomma, la moda è uno strumento potente, è una specie di passaporto per essere accolti bene ed apprezzati nel gruppo dei coetanei. E se poi si possiede un cellulare all’ultima moda, di marca, di quelli multifunzione o persino uno smartphone? Allora si, questo strumento indispensabile ci “aprirà le porte del mondo”: tutti i coetanei sapranno apprezzarci o valorizzarci e farci sentire parte integrante del gruppo. Ogni ragazzo, infatti, deve sempre averne uno a portata di mano e non passi minuto senza che mandi o riceva massaggi. E proprio il mezzo che più di tutti ha stregato noi ragazzi che non riusciamo più a farne a meno. Or-

Adriana Paparella e la 2A

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anti ne parlano, tanti l’ascoltano…ma per voi, cos’è la musica ? Beh … per me la musica è tutto… praticamente è la mia vita… un mondo senza musica è un mondo senza voce. La musica da sempre ha accompagnato l’esistenza dell’uomo nel corso della sua storia come anche le tappe principali della vita di ogni persona. Quando ad esempio si ha voglia di piangere, gridare, gioire, insomma, quando si vuol dare espressione ai propri stati d’animo, alle proprie emozioni spesso lo facciamo attraverso la musica, canale privilegiato soprattutto da noi giovani. La musica dà il coraggio di andare avanti, di affrontare la vita con un sorriso. Essa, a volte, ci fa ritornare in mente i vecchi tempi o ricordi incancellabili, la musica è una “Goccia di Memoria”. É un linguaggio che ci permette di entrare in comunicazione con gli altri, di veicolare messaggi ed esprimere emozioni e stati d’animo. Quali sono i generi musicali che piacciono di più ai ragazzi? Ovviamente non si possono elencare tutti, ma per esempio c’è la musica Pop ascoltata da molti ragazzi; Rock, e molte altre, comunque è certo che i ragazzi non ascoltano sempre e solo lo stesso genere, ma vanno continuamente alla ricerca di cantanti nuovi e generi diversi. Ogni ragazzo ha gusti diversi, quindi, non si possono scegliere dei cantanti ben precisi, ma ognuno sceglie il proprio idolo. Da una prima indagine risulta che i cantanti più ascoltati sono: Ligabue, Modà, Francesca Michielin, Alessandra Amoroso, Vasco Rossi e uno degli ultimi che sta riscuotendo successo tra gli adolescenti è Caparezza. Più che altro i giovani si identificano con un cantante o con un altro perché condividono i messaggi veicolati dai testi delle loro canzoni, che spesso parlano di un mondo a loro vicino, lasciando emergere quelle emozioni, stati d’animo, tipici del mondo adolescenziale: amore, amicizia, solitudine, rabbia, rottura con il mondo degli adulti, inquietudine… Ad esempio una canzone che colpisce molti ragazzi, soprattutto per il significato nascosto tra i versi, è “Un Senso” di Vasco Rossi. Eccone un pezzo molto significativo: «Voglio trovare un senso a questa vita/Anche se questa vita un senso non ce l’ha / Voglio trovare un senso a questa storia/Anche se questa storia un senso non ce l’ha» Questa canzone rispecchia proprio quel disorientamento, quello stato di confusione interiore che spesso noi adolescenti proviamo e che ci spinge alla ricerca di una meta da seguire nella nostra vita. Ciascuno di noi, infatti, deve dare “un senso”alla propria vita, che, nel bene o nel male, merita di essere vissuta e, perché no,…sempre con la musica! ■

Non dimentichiamo l’omicidio di Giuseppe Di Terlizzi e non dimentichiamo i suoi figli, ai quali rivolgiamo una intensa lettera Noemi Stefanucci, redazione

mai il 96% degli adolescenti possiede il cellulare e lo tiene con sé anche dieci ore al giorno e in alcuni casi anche acceso la notte. E se poi si vuol fare nuove amicizie e stringere nuovi legami?Non è più come una volta, quando i ragazzi si conoscevano esclusivamente a scuola, in strada, in palestra,... Adesso accorre Internet. Con i nuovi mezzi diventa più facile comunicare dato che non ci si vede faccia a faccia e per questo non c’è alcun imbarazzo, persino chi non accetta il proprio corpo,per esempio, se chatta in Internet, può, con un certo senso, modificare il suo aspetto con una piccola bugia. Il mondo dell’informatica, insomma, è per tutti noi un sogno, un divertimento, una distrazione, un piacere, un’ esigenza. L’invio di cento SMS al giorno o il navigare in Internet, può veramente migliorare le relazioni interpersonali e farci sentire più accettati dal gruppo? O piuttosto è più opportuno parlare di una vera e propria “dipendenza psicologica”? Ovviamente sì, quest’ultima affermazione ci sembra la più giusta. Alla fine vogliamo dire se è meglio essere o avere: è meglio essere davvero una bella persona, che segue i propri gusti, il proprio modo di essere, che sia l’espressione di sé stessa, purtroppo che pensare di essere per il solo fatto di indossare un bel vestito o possedere uno strumento tecnologico di ultima generazione. Infondo, il vecchio detto dell’ “Abito non fa il monaco” rimane sempre valido e la vera moda è sentirsi bene, a proprio agio con sé stessi anziché essere esclusivamente imitazione degli altri. ■

Noi giovani e la musica!

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Cari Antonio e Angela...

ari Antonio e Angela, poco più di un mese fa una mano assassina ha tolto la vita al vostro papà Giuseppe e tutta la cittadinanza ruvese è rimasta molto scossa. Tutti noi proviamo forti rancori per chi ha fatto questo terribile gesto, arrecando dolore e sconvolgimento alla vostra famiglia. Per esperienza personale, so bene cosa si prova. Crescere senza la figura del papà accanto non è facile. Ci si sente non protetti, sempre tristi e nostalgici per i primi tempi, come se mancasse una parte di noi stessi. Ad esempio, un momento in cui se ne avverte di più la mancanza è quando arriva la festa del papà. Tutti fanno regali e poesie ai propri papà e chi non lo ha si sente sempre più triste. Spesso compare una punta di invidia per gli amici che sanno di poter contare su due genitori. C’è anche molta nostalgia, quando si rivivono momenti piacevoli trascorsi con il papà. Si rimpiange di non aver avuto il tempo di fare delle attività che avreste voluto fare. Insomma, non si fa che ripensare al terribile evento che vi ha cambiato per sempre la vita. Il suo ricordo rimane per sempre, però non fatene un’ossessione: ricordatevi che siete bambini e che per crescere bene dovete contate sull’aiuto della mamma, dei nonni, degli zii, dei parenti in generale, sugli amici …! L’aiuto morale dato dai parenti e dagli amici è tantissimo: sono quelli che ti aiutano a superare momenti difficili come quello che state trascorrendo e che si dimostrano sempre disponibili a trascorrere del tempo con voi. Cercate di fare il più possibile attività, come sport o altro, sono molto utili per liberare la mente. Ma soprattutto, l’importante è che voi siate convinti che il vostro papà vi è vicino in modo spirituale e per nulla al mondo vi lascerebbe. Siate convinti anche della sua presenza, del suo aiuto, del suo appoggio. Seguite il suo esempio, siate sempre rispettosi e onesti come lui. Tutto quello che farete nella vita dovrete farlo al meglio per voi stessi, ma anche per dare onore al vostro papà, che è morto lavorando. Concludo facendovi tanti auguri per un futuro bello e prosperoso! ■


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Esperienze Biblioteca Finalmente un nome alla biblioteca scolastica

Reportage Una giornata alla Gazzetta del Mezzogiorno per seguire l’iter del quotidiano

Un invito ne “L’angolo di Sofia” Sulle ali del Giornale Una commissione ha scelto il titolo fra oltre 100 proposte pervenute Samuel La Fortezza, Gianvito Rutigliani, Michele Verriello, redazione

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eggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all'interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un'aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.”( dal libro "Cara Mathilda" Susanna Tamaro) Sono questi i valori che abbiamo voluto dare alla nostra biblioteca scolastica; anche per questo motivo è nata la necessità di organizzare un concorso con lo scopo di darle un nome. Attribuire, infatti, un nome alla nostra biblioteca deriva dall’esigenza di appartenenza. Questa iniziativa è stata condivisa con circa centoventi alunni di tutte le classi dell’ istituto. In data 11/11/2011, la commissione, appositamente istituita,composta dal D.S. dott. Michele Bonasia, dal docente responsabile del Progetto prof. ssa Giovanna De Leo, dal Presidente del Consiglio di Istituto sig. Francesco Colaprice e da un genitore del Consiglio di Istituto sig. Vincenzo F. Campanale, ha esaminato i lavori presentati dagli studenti per il Concorso “Un nome per la Biblioteca Scolastica”. E’ risultata vincitrice l’alunna Valeria Paparella. Il nome selezionato è “L’ angolo di Sofia”. Non è stato semplice il compito della commissione perché

ogni proposta è risultata bella, interessante e curiosa,visitando il sito www.angolodisofia.altervista.org è possibile trovarle tutte pubblicate. Il 24 aprile 2012, giorno della festa del libro, successivamente all’incontro con l’autore Claudio Elliott e alle “rappresentazioni ” dei ragazzi delle sue opere (l’Eneide, I giorni della tartaruga e il Barcone della speranza),si è deciso di premiare la concorrente vincitrice, tale scelta è motivata dal significato del nome “Sofia” che deriva dal greco e significa “saggezza”, questo nome, rappresenta la saggezza nel divino ed è il cardine centrale della creazione, rafforzando uno degli obiettivi principali della nostra biblioteca che è quello di diffondere l’amore per la lettura col fine di arricchire la vita di ogni allievo, promuovere la sua crescita e accompagnarlo nel suo cammino di vita. Siamo tanto orgogliosi della nostra biblioteca che ci sentiamo ambasciatori di una grande passione: libri e lettura … “come carrozzoni carichi di attori del Medioevo portano lo spettacolo nelle corti e nelle città, noi portiamo la passione per la lettura, la scrittura e la cultura in generale ovunque ci siano occhi pronti a vedere, orecchie pronte a sentire e penne pronte a scrivere.” ■

La storica manifestazione sportiva tra le scolaresche

I Giochi della Gioventù

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Classe 1G

Giochi della Gioventù sono una manifestazione sportiva nazionale per ragazzi e ragazze dagli 11 ai 15 anni, creata nel 1968 dal presidente del CONI Giulio Onesti. Il giorno 8 maggio siamo andati ad Andria per partecipare ai giochi della gioventù. Appena arrivati abbiamo incontrato le altre classi; il presentatore ha inaugurato la manifestazione facendoci fare dei balli e una “ola“. I giochi che vi si svolgono sono molto vari e divertenti: staffette, basket, passaggi con la palla, percorsi ad ostacoli e capovolte. Poi noi ci siamo esibiti in meravigliose acrobazie e tra un intervallo e un altro abbiamo ballato. Secondo noi, è stata un’ esperienza da ripetere, anche perché abbiamo scoperto che la nostra classe è molto unita. Purtroppo non abbiamo vinto, ma siamo soddisfatti di aver partecipato. ■

Accompagnati dal giornalista Nicola Patruno tra i diversi piani di lavoro di via Scipione l’Africano. Giusy Bernocco e Michele Verriello, redazione

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gni giorno migliaia di persone sfogliano un giornale e, dopo cinque minuti o poco più, lo gettano tra tutte le altre montagne di riviste, lì sul tavolino. Mai ci siamo chiesti cosa c’è dietro un quotidiano di oltre 50 pagine? Noi della redazione sì. Infatti, il 29 marzo siamo andati a fare una visita guidata alla “Gazzetta del Mezzogiorno”: abbiamo fatto tantissime scoperte! È con questo mini reportage che vorremmo farvi capire l’importanza di un lavoro svolto da decine di impiegati che ogni mattina corrono in redazione per buttar giù articoli da pubblicare già il giorno dopo! A seguirci durante tutto il percorso a ritroso del giornale e a spiegarci ogni minimo particolare è stato il giornalista Nicola Patruno che ci ha introdotti con un filmato riguardante la storia della Gazzetta. Con il supporto di un ingegnere ci ha poi portati a piano terra dove abbiamo visto le rotative e ci ha spiegato il procedimento di stampa (su carta riciclata da 45 grammi). Le rotative stampano grazie alla combinazione di quattro colori: magenta, ciano, giallo e nero. Prima di stampare le pagine, vengono create delle lastre di alluminio per ognuna di esse su cui viene impressa l’immagine del giornale impaginato al computer. Queste vengono messe sulle rotative e così comincia la stampa, seguita e “comandata” dai tecnici dall’interno della “Camera Silente”, proteggendosi così dai rumori molto forti causati dalle rotative. Successivamente, siamo saliti ai piani superiori dove erano situate le postazioni di ognuno dei giornalisti, organizzati in due redazioni: nazionale e locale. Redazione quasi vuota perché al mattino ognuno è in giro a raccogliere notizie e argomenti su cui scrivere tra il pomeriggio e la tarda serata, prima di dare alle stampe e distribuire durante la notte e le primissime ore del mattino. Mentre il mondo dorme. È così che nasce un giornale e questo ci porta a valorizzare e capire cosa c’è dietro un giornale, prima che, inevitabilmente, sia gettato via. ■

Progetto Lettura Un affascinante itinerario concluso con il grande successo della Festa del Libro

Una bella giornata con i libri in festa

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Sara di Gravina e la 1F

l 24 aprile si è tenuta, presso la nostra scuola, la Festa de Libro, San Jordi, una rosa per un libro. La Festa ha concluso il Progetto Lettura che, per il quarto anno, è stato organizzato presso la nostra scuola dalle professoresse C. Tarantino, P. Malerba e G. de Leo. Al progetto hanno partecipato più di 60 alunni, di tutte le classi che, durante il percorso hanno avuto modo di leggere alcuni libri di Claudio Elliott. E proprio Claudio Elliott è stato il gradito ospite della festa, accolto da un metaforico equipaggio coordinato da Gianluca delle Fontane, attore di teatro e capitano di una altrettanto metaforica nave che ha ripercorso il ‘viaggio’ dei protagonisti dei libri letti. I tre libri, infatti, sono stati presentati al pubblico in un modo innovativo: quattordici tra i ragazzi che hanno partecipato al progetto, si sono voluti cimentare

nella rappresentazione teatrale che Gianluca delle Fontane ha voluto proporre. Il divertimento è stato grande ma anche la fatica non è stata da meno. Ci siamo incontrati diversi pomeriggi presso l’Auditorium della nostra scuola: prima l’assegnazione della parte, poi la memorizzazione (quante prove per riuscire a trovare l’intonazione e la mimica giuste!) e infine siamo andati ‘in scena’. La magica serata è cominciata alle 18 davanti ai nostri genitori, insegnanti e Dirigente scolastico. Anche i nostri compagni di classe erano incuriositi e hanno partecipato in tanti alla Festa. L’esordio è stato proprio un ‘benvenuti a bordo’ e così, tutti insieme, siamo salpati, destinazione Fantasia (questo era il nome della nave!). I primi piccoli attori hanno affronta-

to il tema del bullismo a scuola, traendo ispirazione dal libro I giorni della tartaruga; a seguire si sono esibiti gli alunni che hanno voluto rappresentare momenti dell’Eneide e, infine, i ragazzi che hanno portato

in scena le emozioni scaturite da Il barcone della speranza. Noi tutti eravamo emozionati e nervosi e la platea affollata ci creava una certa ansia. Ma, calcare il palcoscenico è stato davvero emozionante e, testimoniare temi come il bullismo, l’amicizia, l’amore, il disagio giovanile, l’emigrazione clandestina e la speranza, ci ha fatto sentire grandi. Come in tutte le navi c’era un’orchestra e la nostra si chiamava

BOAT’S BAND composta da insegnanti di musica,alunni ed ex alunni della nostra scuola che, sotto la guida del prof. V. Iurilli, ci hanno accompagnato con alcune colonne sonore per tutto il nostro viaggio. Inaspettata è stata la premiazione con un attestato di partecipazione al Progetto Lettura e alla Festa. Questo ci ha particolarmente inorgogliti e tutti i nostri sforzi, alla fine, avevano avuto il giusto riconoscimento. Durante la Festa è stata premiata anche la vincitrice del concorso indetto durante l’anno scolastico per suggerire il nome alla Biblioteca di Istituto. Tra le proposte giunte L’angolo di Sofia è sembrato il nome più adatto. Questa esperienza è stata per noi davvero travolgente: divertimento, libri, cultura, incontri, amicizia, risate tutto proprio come vorremmo fosse la scuola! ■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

Auspici per il futuro, a partire dal presente

A.A.A. futuro cercasi Il desiderio di una convivenza dignitosa si fa più pressante in conseguenza degli ultimi tragici avvenimenti a Ruvo e a Brindisi Roberta Carlucci, Giuseppe Fiore, Leonardo Caldarola , e la 2B

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ella società di oggi ci sono degli avvenimenti che colpiscono molto noi ragazzi: giovani padri che vengono derubati della loro vita, ragazzi che rubano per procurarsi quello che non hanno, imprenditori che si tolgono la vita, politici che tradiscono i cittadini, famiglie che si disgregano … Noi non vogliamo vivere in un mondo caratterizzato dalla delinquenza, dalla cattiveria e dalla divisione. Vogliamo una società in cui la delinquenza non si impossessi di nessuno, in cui non ci siano dei problemi nel trovare lavoro e nel formare una famiglia. Noi non vogliano vivere in una società in cui le persone si tolgano la vita, ma piuttosto gli uomini devono essere contenti di questo dono così grande che Dio ha fatto loro. Vogliamo un mondo in cui le persone non sentano la necessità di rivolgersi a falsi indovini per avere

l’illusione di un futuro felice. Vorremmo un mondo più pulito dove per il bene di tutti la gente fosse disposta a usare meno le automobili e di più i mezzi di trasporto non inquinanti, come le biciclette o le proprie gambe, perché viviamo, giorno dopo giorno, sempre più nella sporcizia e a contatto con un’aria che fa male alla nostra salute. Vorremmo che la delinquenza sparisse proprio o, se non è possibile, che almeno diminuisse. In particolare ci riferiamo a quei ragazzi ancora minorenni e agli adolescenti che, per mostrarsi superiori, offendono gli altri e sé stessi. Vorremmo che questi nostri “cari” politici smettessero di rubarci soldi a volontà e che si ricordassero il motivo per cui occupano quelle comode poltrone. Vorremmo che i nostri giovani non debbano andare all’estero per trovare quello spazio e quell’attenzione per i loro sogni che in Italia non trovano. Il futuro che vorremmo si costruisce giorno dopo giorno. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma che gli adulti facciano la loro. ■

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Cari compagni di classe...

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i scrivo per farvi capire quanto vi voglio bene. So di essere molto timida ma spero presto di riuscire a parlare come voi senza timori. Con voi sto davvero bene, perché siete dei ragazzi e ragazze gentili e disponibili. Non giudicate mai e siete attenti con tutti. Mi piace molto la vostra allegria, che mi fa tanto ridere. Sono stata molto contenta quando mi avete invitato ad uscire con voi. I miei genitori non mi avevano mai dato il permesso di passeggiare con le amiche: quindi adesso mi sento più sicura e autonoma. Penso che questa fiducia in me dipenda un po’ anche da voi. Mi dispiace molto che nella nostra piccola “famiglia” da un po’ di mesi manchi S., sono molto affezionata anche a lei. È una ragazza dolce e silenziosa, proprio come me. Speriamo che torni presto qui con noi. Cari amici e care amiche, io mi auguro che il nostro rapporto diventi sempre più solido e sincero, anche se dovesse incontrare delle difficoltà. Vi voglio un mondo di bene. Grazie di tutto, V.

Quando la vivacità supera i limiti. Biasimare i “disturbatori”.

Il Preside in classe... Non sono rare le situazioni di dinamiche di classe inadeguate. Classe 2E

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er me si va ne la città dolente, Per me si va ne l’etterno dolore, Per me si va tra la perduta gente, Lasciate ogni speranza , voi ch’ entrate” Ma perché colui che entra nella no-

stra classe deve abbandonare le proprie speranze? Di recente “siamo stati pazienti’’ del preside, nel senso che abbiamo avuto diverse “visite’’ per il comportamento che si assume in classe. Il nostro preside sdrammatizza la situazione dicendo che lui non perderà mai la speranza con noi. Su questo ci ridiamo sopra, ma una domanda ci sorge in mente: ma perché siamo sotto l’ occhio del Dirigente scolastico? Ci sono regole che in classe, a volte, non si rispettano; tra di noi succede spesso e volentieri :

ma come possiamo controllare la nostra vivacità? Ormai, il nostro auto-controllo è andato in tilt, ma noi lo vogliamo recuperare per arrivare ad essere i ragazzi della futura terza; è un grosso obiettivo puntare verso l’ alto avendo questo comportamento, ma come già detto ce la metteremo tutta per diventare una delle “classi modello” dell’ istituto. Ma prima dobbiamo capire a cosa è dovuto questo comportamento, perciò l’intervento del dirigente non deve essere applicato sul solo soggetto, ma su tutto il gruppo classe perché ci si diverte alle insensate e inutili battute dei “simpaticoni”, quindi per cambiare questi comportamenti dei diversi soggetti, i compagni devono dimostrare disinteresse e ignorarli. Allora sì che potremmo dire: Per me si va nel la città più bella, Per me si va nel l’ etterna gioia Per me si va tra la miglior gente, Non lasciate la speranza, voi ch’ entrate ■

L'aquilone del dolore Ho trovato un aquilone, in riva al mare era stato abbandonato. Sul suo tessuto erano dipinti i volti di mille bimbi tristi. Mi son chiesto semplicemente chi fossero. Delle voci ad una ad una lentamente son venute fuori e mi hanno detto tutte insieme: “Guardaci, siamo semi mai germogliati, a te affidiamo il nostro aquilone che è il nostro unico ed eterno fiore.”. (Lulù B.)

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Esperienze È un argomento di cui si discute quando gli episodi balzano alla cronaca. Ma non bisogna abbassare la guardia.

“No” al bullismo! Classe 2C

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ullismo» che cosa sialtra forma di comunicazione ricongnifica? Da un sondagducibile al web che è arrivato a rapgio fatto nella nostra presentare circa un terzo del bulliclasse è emerso che il bullismo è smo totale. Benchè si presenta in un fenomeno considerato molto una forma diversa, anche quello su lontano da noi ragazzi, ma in realtà internet è bullismo: far circolare ci è più vicino di quanto si pensi e delle foto spiacevoli o inviare e-mail ultimamente ci sta coinvolgendo contenenti materiale offensivo può molto. far più male di un pugno o di un Il bullismo, quindi, è un atteggiacalcio. mento che consiste nel far del male Ma chi è la vittima? La vittima é in modo ripetuto e intenzionale, sia quella persona che subisce passifisicamente che moralmente, a vamente le prepotenze del bullo; è qualcuno più debole e indifeso: la una persona gracile, quindi, debole vittima. fisicamente e psicologicamente, Il bullismo è caratterizzato da tre timida e con pochi amici che appare elementi fondamentali: la presenza come una “diversa”, una “tagliata di un bullo, una vittima e la ripetitivi- fuori”. tà degli atti di prevaricazione. Esso E chi è il bullo? Il bullo invece è è, perciò, un fenomeno colui che maltratta la che con l’andar del vittima ed ha una tempo provoca alla forte carica di agBullismo diretto, gressività dovuta ad vittima difficoltà verbale o nell’instaurare rapporti un disagio personaindiretto. normali con gli altri e le. Un altro fattore quindi il fatto che i giorimportante sono Ed ora anche il nali, la TV, le scuole e invece gli spettatori cyberbullismo. le famiglie ne parlino è, che osservano paschiaramente, un fatto sivamente la scena. positivo. Ci sono dei luoghi Esistono tre forme di bullismo: prediletti dal bullo, sono luoghi mebullismo diretto, che si manifesta no sorvegliati oppure quelli in cui la attraverso percosse e aggressioni confusione è tanta, per cui è meno fisiche, estorsioni e ricatti , limitazio- probabile che un adulto si accorga ni alla libertà personale; di quanto sta succedendo e interbullismo verbale, che si manifesta venga a fermare l’ azione del bullo. attraverso insulti e minacce, derisioAlcuni luoghi del bullismo sono la ni e prese in giro, umiliazioni verbali classe, l’ intervallo, i bagni, la mendirette; sa, il tragitto casa-scuola, i parchi, i bullismo indiretto, nel quale la campi sportivi, gli oratori, ecc. vittima viene esclusa dalle attività Ci sarebbero, però, secondo noi, del gruppo, fatta oggetto di calunnie “tattiche” per “smontare” il bullo: per e falsità, messa in condizione di esempio, parlare con lui riguardo al sentirsi diversa o inferiore. suo comportamento, coinvolgerlo in Inoltre, esiste un’ altra forma di bulattività ricreative come ad esempio lismo: il cyberbullismo. recite, gare e competizioni scolastiCon questo termine si indicano que- che. gli atti di bullismo e di molestia efPerò, per permettere ciò, non bisofettuati tramite mezzi elettronici gna tacere di fronte a questi episocome l’ e-mail, le chat, i blog, i teledi, perché il bullo è una persona foni cellulari, i siti web o qualsiasi che va aiutata e rieducata. ■

Religione Un’inchiesta tra i ragazzi di 3^

Essere Cristiani oggi La fede come dono, intelligenza e atteggiamento esistenziale Simona Caldarola

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l percorso didattico svolto nel corso dell’anno dai docenti di Religione, ha permesso alle scolaresche di conoscere sommariamente le religioni non cristiane, soffermandosi su alcuni elementi che caratterizzano ciascuna esperienza religiosa. Ma cosa vuol dire essere cristiani? A tale proposito, gli alunni si sono guardati intorno nel loro ambiente famigliare, amicale e sociale, e hanno cercato di dare una risposta adeguata e sincera a una domanda che richiede particolare interesse e attenzione. In seguito a questo meticoloso lavoro, la risposta è risultata comune per molti di loro: essere cristiani vuol dire avere fede, ovvero credere in Gesù Cristo morto e risorto. Credere è un atto personale di fiducia che crea un legame tra l’uomo e la divinità e coinvolge l’uomo nella sua totalità. Infatti, abbiamo individuato alcuni atteggiamenti che rivelano una fede autentica come, ad esempio, usare il proprio tempo libero per aiutare gli altri, dire sempre la verità e rispettare le idee altrui. Ma, purtroppo, risultano diffusi ancora oggi atteggiamenti che, al contrario, tradiscono questo dono di Dio e conquista personale. Similmente, in alcuni (Continua a pagina 13)


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L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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Esperienze

La lettura di un libro per conoscere la vita di quanti vengono in Italia in cerca di fortuna, e trovano ben altro

Mettersi nei panni degli immigrati Stefania De Nigrisi, Morena Di Terlizzi e la 1C

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e vicende narrate nel libro Viki che voleva andare a scuola, scritto da F. Gatti, sono veramente accadute. Questa è la storia di un ragazzo albanese venuto in Italia con la sua famiglia, la sua sorellina Brunilda e la madre Mara, per rivedere e riabbracciare il padre Zef che vive a Milano per motivi di lavoro. La storia di chi insegue il sogno di una vita migliore! Dall’ Albania, dove vive a Lezne con i nonni, la famiglia di Viki decide addirittura di trasferirsi a Milano per fare una sorpresa a Zef, emigrato e clandestino. Viaggiano illegalmente verso l’Italia e in questa avventura subiscono maltrattamenti. Arrivati nella ricca Milano, Viki ha la crudele sorpresa di trovare una vita al limite del vivibile tra fango, sporcizia, topi e freddo. È costretta a vivere in una baracca con la sua famiglia e gli zii. Una nuova vita inizia, mostrando al piccolo albanese le ingiustizie dovute allo sfrutta-

mento degli immigrati. Inoltre, la mancanza di permesso di soggiorno crea un’angoscia che fa soffrire un’intera famiglia. Un reale spiraglio di normalità viene dalla scuola dove Viki viene accolto con un grandissimo calore umano. Per presentare questo racconto ad altre persone, abbiamo realizzato una mostra che si è svolta a scuola. Noi ragazzi di 1C e 1D abbiamo realizzato dei disegni ed in seguito li abbiamo esposti su cartelloni che hanno fatto parte della mostra.

Essa poi è stata visitata dai bambini di quinta elementare con i quali abbiamo letto e discusso una parte del libro. Per approfondire i temi di questo libro sono venuti a scuola dei frati francescani di Giovinazzo che ci hanno parlato delle loro missioni nei paesi più poveri dell’Europa. Da questa esperienza vissuta abbiamo capito la sofferenza che provano gli immigrati vivendo in una paese ricco che non accetta persone di diversa razza . ■

Positiva l’esperienza di attività motorie svolte in piscina

Il progetto “nuoto” Nycla De Palo, Rosa Spinelli IA

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urante il I quadrimestre di quest‘anno scolastico, con la nostra professoressa di Lettere Afronio e il nostro insegnante di Scienze motorie Lonardelli, abbiamo frequentato un corso di nuoto, nelle ore del rientro pomeridiano del giovedì. Nel primo incontro ci hanno divisi in due gruppi di I livello e livello avanzato: uno seguito da Maria, e l'altro da Irene, due istruttrici molto brave e pazienti. La lezione cominciava sempre con un momento di riscaldamento in acqua e proseguiva con esercizi o gare fra le squadre. Inizialmente molti avevano paura o si vergognavano. Ma dopo le prime lezioni, ci sentivamo tutti più sicuri e bravi in acqua. Spesso, abbiamo fatto anche dei giochi, come quello del cerchio: l’istruttrice buttava un cerchio al centro della piscina e la persona che lo prendeva per prima segnava un punto per la propria squadra ... era davvero divertente! Abbiamo lavorato molto anche sulle regole, singolarmente e in squadra. La lezione si svolgeva per 50 minuti, dopo andavamo a fare la doccia e poi a vestirci. Il corso è durato dieci settimane, che purtroppo sono passate troppo in fretta

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casi, i “cristiani” frequentano assiduamente la Chiesa e gli istituti religiosi e professano la propria religione, ma, allo stesso tempo, assumono comportamenti negativi verso gli altri, conducendoli sulle strade sbagliate. Quest’esperienza carica di significati ha permesso alla classe di comprendere che le fedi vissute nella loro autenticità, fanno sentire l’altro come fratello, come prossimo e che le religioni hanno consentito all’umanità di trovare un linguaggio comune, un linguaggio che parla di fratellanza, di solidarietà, di aiuto, d’amore nella costruzione di una casa comune di tutti gli uomini, di un riparo che accolga tutti indipendentemente dal colore di pelle e dalla nazionalità… ■

e siamo arrivati presto all’ultima lezione. Dopo le gare finali, abbiamo fatto le foto e ricevuto un brevetto dal responsabile Filippo. Quella è stata una giornata indimenticabile perché, dopo esserci rivestiti con tanta malinconia, pronti per tornare a scuola, abbiamo trovato una bella sorpresa, preparataci dalla professoressa: una festa per il brevetto conseguito, con una torta alla crema. Tutta la classe ha partecipato al corso di nuoto: davvero una bella esperienza che ci ha arricchito tanto. Abbiamo fatto lezione di educazione fisica e di cittadinanza ... divertendoci!! ■

Un viaggio dall’Italia al Mondo

Gaeta, Napoli e... Korogocho Cecilia Di Terlizzi e la Classe 3C

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l 28 e 29 ottobre 2011 le classi 3°B e 3°C si sono recate a Gaeta (Roma). Ad accompagnare i ragazzi sono stati i docenti: prof.ssa Andriani, prof.ssa Bellomo e prof.ssa Gangai. Lo scopo del viaggio didattico è stato di visitare la città, ultima roccaforte dell’impero delle Due Sicilie, liberata da Giuseppe Garibaldi. Ad indicare il percorso e le informazioni ai partecipanti sono state delle guide. Il viaggio è tenuto in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Inoltre la classe 3C ha affrontato dalla prima media un percorso didattico riguardante la legalità. Durante i diversi anni la classe ha svolto varie attività tra cui nel 2° anno l’incontro con l’autrice del libro intitolato “Ragazzi di camorra”, Pina Variale. Quest’anno il progetto è culminato con il viaggio a Napoli, il 29 febbraio 2012. Meta del viaggio è stato il teatro San Carlo, accompagnati anche dal Prof. Bucci, con la visione dello spettacolo “Dieci storie proprio così”, incentrate sulla vita di uomini e donne che sono stati coinvolti o rimasti vittime della mafia. Nel pomeriggio i ragazzi hanno avuto l’onore di incontrare Alex Zanotelli, parroco missionario, residente nel rione Sanità a Napoli. Lui ha esposto le sue esperienze di vita finalizzate ad aiutare prima le popolazioni africane (Korogocho) e dopo il quartiere Sanità, da sempre martoriato dalla grave piaga della camorra. Quest’incontro ha dato un esempio e una testimonianza ai ragazzi, Alex Zanotelli ha dedicato la propria vita agli altri nella lotta contro le ingiustizie sociali e la povertà.

Alla scoperta della città eterna Classe 3F

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OSSIS NIHIL URBE ROMA VISERE MAIUS” (Non potrai mai visitare nulla di più grande di Roma): è così che Orazio, antico autore latino del I secolo a.C., descrive Roma. Quale occasione migliore se non quella di osservare coi nostri occhi la bellezza e la grandiosità esaltata da Orazio, con una visita guidata proprio alla città di Roma? Dopo due anni trascorsi “inermi” tra le mura e i banchi di scuola, è arrivato il nostro “premio” tanto atteso, come preludio agli esami di licenza media. Il nostro viaggio ha avuto inizio alle ore 23.00 di martedì 17 Aprile: tra canti e chiacchierate, ed un clima di euforia e spensieratezza, siamo arrivati a Roma alle ore 5.00 del mattino seguente. Ciò che ci ha spinto a scegliere Roma come meta del nostro viaggio è stato quello di voler conoscere e far nostra la storia di questa grande città, raccontata tra le pagine dei nostri libri di storia. E così la mattinata è trascorsa molto velocemente tra visite a musei e monumenti (Altare della Patria e San Pietro …) mettendo a dura prova la nostra resistenza fisica, percorrendo senza sosta le strade della Città Eterna. Dopo aver visitato la magnifica struttura architettonica del Pantheon, abbiamo finalmente gustato il nostro pranzo a sacco. Il nostro itinerario è proseguito alla volta della Fontana di Trevi. Ad un gruppo di alunni è stata data la possibilità di visitare una delle più autorevoli istituzioni italiane: il Senato. Prima della visita essi hanno potuto documentarsi con una guida messa a loro disposizione, che ha chiarito loro il ruolo e le funzioni spettanti ai Senatori. In seguito, gli alunni sono stati condotti nella camera del Senato dove era appena terminata una seduta; un senatore si è reso disponibile ad illustrare loro la storia della Camera, la suddivisione dei posti che spettano ai diversi membri dei partiti politici ed anche le differenti modalità di voto, percorrendo i corridoi e le stanze di Palazzo Madama. Questa visita ha generato molto entusiasmo tra noi ragazzi, perché si è trattato di un’esperienza che non capita tutti i giorni, ed ha permesso ai noi giovani di avvicinarci alla politica. Tutti i partecipanti al viaggio d’istruzione, sono rimasti affascinati dall’immensità della Capitale e nutrono la speranza di poter ripetere questa bella esperienza in un futuro prossimo. ■

Religione Un tuffo nella cultura islamica sempre più presente a scuola

Quando il lontano diventa vicino Ciliberti Roberta, Paparella Anna, Bucci Daniela e la 1H

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ella nostra classe, la prima H, poco tempo fa abbiamo fatto un tuffo in un mondo a noi sconosciuto, un mondo intricato e che molto spesso abbiamo criticato: il mondo islamico. Poiché coincideva esattamente con il programma di Storia, la nostra professoressa di lettere, prof.ssa C. D’Aniello, ci ha esposto questa brillante idea: l’enunciazione pratica del matrimonio, del calendario e dell’alimentazione islamica. Ha successivamente formato, tra gli alunni volontari, tre gruppi di lavoro. Quello che ha colpito di più la classe è stato il lavoro svolto da due nostre compagne: Ciliberti Roberta e Campanale Rossana. Le nostre amiche, infatti, si sono distinte per l’impegno, l’intensità e le modalità di svolgimento dalla ricerca del materiale alle musiche selezionate e soprattutto nella raccolta delle testimonianze. La testimonianza più importante, quella fondamentale per la riuscita del tutto, è giunta da una nostra cara amica di prima A: Ouidad Inass. Nel periodo delle vacanze natalizie, invece di mangiare solo dolci e panettoni, le nostre “esploratrici” si sono recate a casa di Inass ed hanno iniziato a porre domande su come si svolgono i matrimoni islamici. L’amica Inass ha spiegato, senza indugio, le varie fasi delle celebrazioni sia da un punto di vista religioso, che da un punto di vista celebrativo. Poi ha fornito tutti gli abiti necessari alla rappresentazione, e da lì, Roberta e Rossana hanno iniziato a provare e riprovare, quasi fino alla nausea! In seguito, dopo il ritorno a scuola, è giunto il grande giorno: tutto era pronto per l’inizio! Tutto si svolse al meglio dalle danze al banchetto cerimoniale … tutto era quasi perfetto! Ci siamo divertiti un mondo anche perché le nostre compagne ci hanno anche coinvolti nei momenti più importanti della celebrazione. Le ringraziamo davvero tanto per tutto quello che hanno fatto e ringraziamo soprattutto la nostra cara amica Inass!!! ■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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Esperienze

L’entusiasmante gara si replica già da diversi anni con molto successo delle nostre classi

Dodicesima edizione della Settimana scientifica 7 e 9 maggio

Cantatore Pierluigi, Lamura Michele, Omobono Enrico e la 3G

negli studenti gli interessi nelle materie scientifiche

Provette e microscopi Rally Matematico Sui banchi di scuola transalpino L’evento rientra in una iniziativa mondiale promossa per alimentare Q

uesto il nome di un’attività che accompagna ormai da parecchi anni la nostra scuola. Ma perché si svolge ogni anno? I motivi sono vari. In primis l’invito, rivolto agli studenti, a collaborare tra loro, a sapersi organizzare in modo preciso ed efficace, ma soprattutto, ad imparare a superare difficoltà in modo pacifco, considerando l’attività come occasione per mettersi in gioco e migliorarsi e non come un momento di sfida all’interno di un gruppo perche l’ unione fa la forza. Una forza che deve essere ben distribuita tra i componenti dei gruppi i quali devono aiutare i membri meno preparati proprio perché il rally matematico deve essere considerato momento di unione: solo dando un contributo da parte di tutti si possono ottenere risultati. Ma perché dare così tanta importanza al gruppo? Perché quando si è in gruppo c’è bisogno innanzitutto che si instauri un clima di rispetto tra i componenti; c’è bisogno che si crei anche una sorta di “unione a livello mentale”: più menti possono creare, per così dire, una “mente perfetta”. Il rally, inoltre, favorisce lo sviluppo della capacità espositiva in quanto bisogna saper spiegare le conclusioni raggiunte. Perchè considerare il rally come una sfida? Perché se si partecipa al rally con l’unico scopo di vincere si sbaglia prima di iniziare, perché gli scopi del rally sono i seguenti : - Importanza dell’ apprendimento: noi dobbiamo considerare il rally come una gara che ci serve ad ampliare le nostre conoscenze in vari settori. - Sviluppo da parte degli alunni di organizzarsi in maniera autonoma. Infine un’annotazione che ci riempie d’orgoglio: un primato da parte della nostra scuola con tre classi qualificate in finale. ■

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ai mai provato a mettere due pezzi di carne con l’osso in due boccacci, uno con la coca cola l’altro semplicemente con l’acqua? Alla fine dell’esperimento, dopo una settimana vedrai che il pezzo immerso nell’acqua è rimasto illeso mentre noterai dei cambiamenti nel pezzo immerso nella coca cola che e stato corroso da essa e l’osso è diventato molliccio. Curioso vero? Nella settimana della cultura scientifica, svolta il 7 ed il 9 maggio, vedrete questo e altro realizzato non da scienziati esperti ma da noi ragazzi a scuola. Partecipano a questa iniziativa le classi seconde. Durante la manifestazione si possono osservare anche altri curiosi esperimenti tra cui: la ricerca dell’amido nelle sostanze (qui attraverso la tintura di iodio si capirà se

La palestra: verità o mistero?

Rinvenuti frammenti di oggetti archeologici. I lavori sono cominciati. La conclusione? Alessandro Crisp,o redazione

di aranciata, è meglio uno di latte. Sono anche molto coinvolgenti gli esperimenti sulle cellule animali e vegetali: si preleva la saliva da una “cavia” e si osserva al microscopio poi si prende una foglia di elodea o eugenia densa (una pianta acquatica conservata nell’acquario della nostra scuola) e anch’essa si osserva al microscopio e si notano le differenze tra la cellula animale e la cellula vegetale tra cui la più evidente è la forma rotondeggiante per la cellula animale e rettangolare per la cellula vegetale. Questa settimana della cultura scientifica, che ha luogo nella scuola Domenico Cutugno, non serve solamente ad alimentare negli studenti l’interesse verso materie scientifiche ma soprattutto serve per migliorare l’alimentazione, perché grazie a questa iniziativa noi parliamo anche di questo e dei nostri stili di vita. ■

Il concerto promosso per raccogliere fondi necessari per l’aiuto alle famiglie in difficoltà che la Caritas cittadina cerca di sostenere

La Light Music Orchestra suona per la Caritas

Un anno fa’, alla fine della scuola, la posa del pannello indicativo degli imminenti lavori.

una sostanza contiene amido); la ricerca dei grassi nel latte e delle sue proteine; il riconoscimento dei coloranti naturali e artificiali nelle aranciate (qui qualche cavia assaggerà due tipi diversi di aranciata senza sapere la marca e alla fine si sveleranno le marche e si osserverà quale delle due ha più coloranti artificiali); la scomposizione di un carboidrato e per finire una vera bomba artigianale creata con la coca cola e la mentos (queste messe insieme creano una vera bomba molti anni fa tutto ciò nello stomaco di un ragazzo morto all’istante). Molto interessante è l’esperimento del ph nel quale ci sarà il riconoscimento di una sostanza acida, neutra o basica grazie alla carta indicatrice universale e si metterà a confronto il latte, l’aranciata e la nostra amata coca cola per dire che a merenda al posto di un bicchiere di coca cola o

Classe 2G

Salvatore Dingeo, redazione

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ra i fiori all’occhiello della scuola "D. Cotugno" vi è la talentuosa orchestra, composta da ragazzi che hanno voluto intraprendere la strada della musica. Conosciuta come la "Light Music Orchestra", l’ensemble musicale è stata protagonista, il 3 marzo scorso, di un meraviglioso concerto di beneficienza per la Caritas, a cui tutti i genitori dei ragazzi del progetto vi hanno partecipato. La Caritas è una organizzazione che ha il compito di assistere ragazzi e famiglie in situazioni disagiate, prestando assistenza sociale. La "Light Music Orchestra", diretta dal prof. Vincenzo Iurilli, ha proposto alcuni brani, quali "Cantico”, “Flying Office” e “Super Ocarina", suonando il meraviglioso strumento dell'ocarina, ac-

È

come un fantasma, il mistero della palestra mai costruita per la nostra scuola; molto spesso i ragazzi si pongono la fatidica domanda: DOVÉ LA NOSTRA PALESTRA? Per questo si è deciso di dare una svolta agli eventi parlando direttamente con la persona interessata: l’Assessore alle Politiche per lo Sport del Comune di Ruvo di Puglia. Innanzitutto bisogna partire dicendo che la scuola aveva richiesto al Comune uno spazio sportivo al chiuso adeguato per l’attività sportiva degli alunni, sia durante le lezioni, sia durante le ore pomeridiane per i progetti e le altre attività extracurriculari. Garantire un luogo dove poter fare promozione sportiva per i ragazzi, sia frequentanti la scuola che altri cittadini e società sportive, è un dovere di un Comune. Inoltre i lavori non si avviano perché Ruvo di Puglia è una città particolare per la sua lunga storia. Questo comporta il fatto che nel suo sottosuolo ci sono spesso reperti archeologici, cioè tombe antiche, vasi, manufatti risalenti anche a molti secoli prima della nascita

compagnato contemporaneamente dall'orchestra. Questo concerto ha avuto anche altri protagonisti come: un quartetto di viola, violini e violoncelli, canti e balli, tutti organizzati da professori di musica, cantanti solisti e ballerine, appartenenti a gruppi di danza di Ruvo di Puglia. Il concerto ha avuto luogo nell’auditorium del Liceo scientifico "Orazio Tedone" ed è stato molto apprezzato dai genitori dei ragazzi che hanno ascoltato anche il bellissimo discorso fatto dal Dirigente scolastico dott. Michele Bonasia, sulla valenza culturale e sociale dell’iniziativa. Appuntamento clou dell’orchestra il 28 maggio nell’ambito della festa della scuola promossa dal Comune di Ruvo. ■

di Cristo. La zona dove è costruita la Scuola Media Cotugno è un’area di interesse archeologico, quindi da studi fatti nel passato sotto tale struttura c’è un’elevata probabilità di ritrovare pezzi di interesse storico. Lo Stato, per evitare che chi costruisce, distrugga tali reperti o li rubi, invia dei suoi fiduciari archeologi, nominati dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici, organismo del Ministero dei Beni Culturali, Ente superiore per poteri al Comune. In questo momento la Soprintendenza sta individuando l’archeologo che deve effettuare i “carotaggi. In pratica si scava il terreno prendendo dei campioni del sottosuolo per verificare la presenza di reperti archeologici. Senza questo passaggio, che fa cambiare le procedure degli scavi che si effettueranno, non potranno partire gli scavi stessi, perché se si rileva la presenza di reperti archeologici, durante i lavori ci dovrà essere un archeologo che verifichi che eventuali beni archeologici non vadano distrutti o trafugati. I lavori si avvieranno subito dopo

questa fase che non durerà probabilmente più di qualche settimana. Anche se la palestra non esiste ancora si forniscono i dati tecnici della nuova palestra in modo tale da avere qualcosa di più concreto: la palestra sarà lunga 33,90m e larga 28,20m; inoltre, sarà provvista di un bagno per uso esterno, uno spogliatoio per uomini con area servizi, due spogliatoi per l’istruttore, uno spogliatoio per donne ed un locale tecnico; mentre, sopra questi vani, sorgerà una piccola tribuna con capacità limitata per gli spettatori. Per quanto riguarda la dirigenza scolastica, il preside lamenta la mancanza di una palestra adeguata alle esigenze della scuola che non consente agli alunni di esercitare il diritto allo studio. La scuola cerca di ridurre ai minimi termini la situazione, utilizzando due palestre interne e alcuni spazi esterni (tempo permettendo). Inoltre il dirigente scolastico si augura che i lavori inizino presto e ci tiene a sottolineare che l’impresa appaltatrice ha già transennato l’area su cui sorgerà la nuova palestra. ■


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L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

Esperienze Da Dante a Manzoni, agli autori moderni.

Di teatro in teatro

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IL giro d’Italia In mongolfiera

Roberta Carlucci, redazione (2B)

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ari è stata meta di molti spettacoli teatrali in cui hanno partecipato alcune classi della scuola Domenico Cotugno. Il primo spettacolo è stato al teatro Royal, dal titolo «Io fo buchi nella sabbia», che ha coinvolto le classi 2B, 2H e 2A. L’attore è stato Massimo Bagliani con la sua Isabella, i quali hanno suscitato allegria facendo divertire il pubblico con poesie e barzellette. Per alcuni l’attore poteva risparmiarsi alcune espressioni, per altri sono state proprio queste espressioni a rendere più spiritoso lo spettacolo. Alcuni ragazzi sono stati attirati dalla spiegazione dell’attore come si portano i pantaloni in questo periodo che si dice comunemente «i pantaloni col cavallo basso fin sotto le ginocchia». Un altro argomento che ha attirato i ragazzi è il modo in cui scrivono gli adolescenti di oggi; ad esempio se si vuole scrivere «domani» loro lo comunicano con «dmn» oppure «qualcuno» con «qlc1». Il secondo spettacolo è stato quello sulla «Divina Commedia». Qui hanno partecipato le classi 2G, 2E, 2C, 2F e 2H «Teatroteam» di Bari. Lo spettacolo è stato reso più coinvolgente dalle musiche di Marco Frisina, racconta del viaggio di Dante Alighieri, scrittore molto importante, nell’Inferno, Purgatorio e Paradiso. Lo spettacolo del viaggio di Dante ha creato ai ragazzi alcuni momenti di terrore e qualche brivido. Ma, interrogando i ragazzi, abbiamo scoperto che è stata una bella esperienza per tutti. Le classi 3C, 3B e alcuni di 2B hanno partecipato a uno spettacolo di lingua inglese «Boys and Girls» in cui si raccontava di come era l’Inghilterra nei tempi passati. Per alcuni dei ragazzi lo spettacolo non è stato molto interessante perché i personaggi recitavano velocemente non dando ai

Visite e viaggi. Le impressioni dei ragazzi, per un percorso molto diverso dal solito

Giusy Bernocco, redazione

ragazzi, soprattutto quelli di seconda, il tempo di capire cosa stessero dicendo; però è stato comunque uno spettacolo molto avventuroso. Un altro spettacolo a cui hanno partecipato le terze è quello dei «Promessi Sposi».Si parla dell’amore di Don Rodrigo, della Monaca di Monza e dei due personaggi più importanti: Renzo e Lucia. Per alcuni dei ragazzi la parte più commovente è stata la conclusione, in cui tutti gli attori hanno chiesto il perdono a Dio per non aver avuto fiducia verso lui; e proprio

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in questo momento scatta l’applauso di tutto il pubblico. Per altri ragazzi, non essendo interessati alla letteratura, lo spettacolo non è stato molto bello. Possiamo affermare che gli spettacoli hanno attirato i ragazzi e si riconferma come attività didattica valida e da riproporre. ■

Lezioni di Primo soccorso Mariapia Binetti

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nche quest' anno le classi seconde della nostra scuola, hanno partecipato alla lezione di primo soccorso tenutasi nel mese di Aprile dal volontario della croce rossa nonché infermiere Francesco Marinelli. Durante la lezione si è discusso di varie problematiche ospedaliere come ferite, emorragie e varie vari tipi di ustioni. Come ultimo argomento si è discusso dell' "arresto cardiaco" e come prestare soccorso in questa situazione quando ci si trova in luoghi sprovvisti di persone qualificate (infermieri, medici o semplici volontari). A conclusione della lezione il volontario ha preso un manichino e simulando un episodio di "arresto cardiaco" ci ha mostrato come prestare soccorso .Durante la lezione noi ragazzi ci siamo posti delle domande a cui il volontario ha risposto con piacere, facendoci anche vedere delle diapositive. Speriamo che questa occasione la possano vivere tutti, ragazzi e genitori, in modo tale da aiutare, anche con piccoli gesti in caso di soccorso. ■

così, i primi di marzo, (ma qualche fortunato anche in novembre) la grande mongolfiera dal nome “Viaggiando insieme” è partita carica di passeggeri, nonché l’intera scuola “D. Cotugno”, per compiere un vero e proprio… Giro d’Italia in mongolfiera! Un viaggio nella fantasia unico e davvero interessante! Pieno di curiosità e anche di molta stanchezza, che è però stata ripagata da nuove e utili notizie. Partiti la mattina presto, il Un viaggio capitano immaginario per Michele Bonasia, richiamare le mete dei viaggi ovvero il preside, ha d’istruzione, seguito un sempre molto preciso graditi dagli percorso: alunni si è avviato verso nord, toccando il Gargano, dove una buona parte dei giovani passeggeri ha avuto la fortuna di sostare e di visitare per un giorno l’ inimitabile spettacolo della natura. Dopodiché la successiva destinazione da raggiungere è stata Roma: un’altra parte di ragazzi è qui scesa e ha avuto la possibilità di inoltrarsi nella storica città, ovviamente dopo essersi ricaricati di pura volontà! Un altro splendido traguardo è stato Gaeta, dove alcune classi hanno potuto visitare la unica città

grazie ad un viaggio vinto per i 150 dell’Unità d’Italia. Il capitano ha poi proseguito per Caserta, precisamente verso la Reggia di Caserta: un posto davvero interessante e coinvolgente e da tutti molto apprezzato! La prossima meta è invece stata Pertosa, città unica dove alcuni di noi sono atterrati e hanno visitato le meravigliose grotte e, a pochi chilometri di distanza, la mitica Certosa di Padula. La penultima visita è stata compiuta a Lecce, una città molto storica, grande e provincia della Puglia e Otranto. Come ciliegina sulla torta, l’ultima meta è stata il bosco di Scoparella: bosco che si estende su ben 13 paesi della Puglia (Altamura, Andria, Ruvo di Puglia, Gravina di Puglia, Minervino murge, Corato, Cassano delle Murge, Bitonto, Toritto, Santeramo in Colle, Grumo Appula, Poggiorsini). Carichi di nuove informazioni e tanta stanchezza, siamo tornati a Ruvo! Un viaggio fatto di scoperte e vissuto con gioia da tutti… Peccato però, che sia stato solo uno di quei viaggi nella mia fantasia. È stato però un modo per far capire a voi lettori che, secondo noi studenti, i viaggi d’istruzione sono molto utili ma soprattutto sono una maniera per cambiare la monotona lezione di sempre! Per non annoiarci e per sgranchire un po’ le gambe! Ecco perché sarò sempre della opinione… VIVA I VIAGGI DI ISTRUZIONE!■

La serata è servita anche a raccogliere fondi per le due adozioni a distanza, da tempo a nostro carico

"Cerco un'anima in cui vivere” Marica Montaruli, Alessandra Catalano, Lucia De Astis, 3E

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ratta da "Il sogno di Natale" di che in francese e inglese; momenti L. Pirandello, questa frase è musicali, con armoniose melodie stata il filo rosso della manifeeseguite dalle diamoniche degli alunstazione natalizia ni e dall'orchestra che ha avuto luo"Casual Street go nella Chiesa di Band" diretta dal S.Lucia il 21 diLa manifestazione natalizia prof. Di Rella; una cembre 2011, ad alla chiesa videopresentazioopera delle classi S. Lucia, con la ne commentata terze della scuola dell'opera d'arte partecipazione di tutte le media scelta come sog"D.Cotugno". Una terze che hanno offerto getto del manifespunti di meditazione con i sto, "Adorazione molteplicità di linguaggi per dire diversi linguaggi espressivi dei Magi" di G. il Natale. In queHovic, presente sta rappresentanella chiesa di S. zione, infatti, si Michele Arcangesono alternati momenti corali ed elo; l'interpretazione a cura della Prof. spressivi, con l' esecuzione di alcuni ssa Afronio di alcuni brani del testo brani, poesie e commenti aventi co"In nome della Madre" di E. de Luca. me tema il Natale e le sensazioni E in conclusione di questa splendida che esso evoca, sia in lingua italiana serata, partecipatissima tanto che la

chiesa non conteneva tutti gli intervenuti, Vittoria Di Bisceglie, ex alunna del nostro istituto, sulle note di "Blanc Noel" ha incantato il pubblico presente con la sua ammaliante voce, per una parte senza la base musicale. Hanno dato un tocco di delicatezza in più le ragazze che hanno interpretato una coreografia lungo il corridoio centrale della chiesa. Dopo l'immane fatica che ci è costata mettere su questo spettacolo, l'unico conforto sono stati i commenti e gli elogi presentati da amici, parenti e docenti che hanno apprezzato e riconosciuto la nostra bravura, nonostante fossimo presi dall'emozione. La serata si è conclusa con la presentazione delle due ragazze che la nostra scuola ha adottato a distanza da oltre 10 anni: Narath Prangthip

(Thailandia) e Claudia Cristina de Assis Boa Morte (Brasile) per le quali sono state raccolte delle offerte. Alla luce di queste riflessioni, abbiamo dedotto il messaggio principale che ha lo scopo di renderci partecipi del "mistero"del Natale, proprio come

lo sguardo innocente e coinvolgente del Bambin Gesù, immortalato nel dipinto di Gaspar Hovic, che ci invita a rendere questo avvenimento uno dei più significativi, seguendo le orme lasciate da Lui verso un cammino di fratellanza e amore per il prossimo. ■


L’eco della scuola n. 30 - giugno 2012

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Un doveroso ringraziamento al Dirigente Scolastico, al Direttore dei Servizi GeA, al Presidente del Consiglio di Istituto, ai Docenti, agli Assistenti Amministrativi, ai Collaboratori Scolastici, agli Educatori e Assistenti, agli Alunni. A chi va e a chi resta … BUONE VACANZE!

«Ciao, semplicemente ciao, difficile trovar parole molto serie, tenterò di disegnare. Come un pittore, farò in modo di arrivare dritto al cuore con la forza del colore…» (Modà)

AMORE

L'amore! la profonda convinzione di amare qualcuno questo è cio che rende il cuore fragile e impaurito. Come una farfalla in una bufera sbattuta quà e là cosi mi sento quando ti guardo, ti ascolto, ti penso, tutto questo mi fa sentire smarrita ma convinta di aver trovato un fiore sul quale posarmi.

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A voi i colori e i pennelli per fare della vostra vita un

Capolavoro!

Auguri!

LOVE

Love! the deep convinction to love someone this is what makes the heart more fragile and frightened. Like a butterflay shaken here and there. This is how i feel wher i look at you, i listen to you, i think of you. All this makes me feel lost but secure that i've found onse flower i can lie on.

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Viviana Amenduni

█ La redazione de

L’Eco della Scuola

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n. 30 Giugno 2012 Alunni:

Altamura Raffaele, Armenise Marica Barile Domiziana, Bernocco Giusy Carlucci Roberta (3D), Carlucci Roberta (2B), Colaprice Alessia, Crispo Alessandro Dingeo Maria, Dingeo Salvatore Edmondo Giusi, Giordano Rossella Guicciardini Arcangela, La Fortezza Samuel, Lobascio Caterina Paparella Adriana, Rutigliani Gianvito Sorice Rosamaria, Stefanucci Noemi Summo Angela, Verriello Michele Vitale Romeo Ottavio

Docenti: Luigi Sparapano (coordinatore ed esperto PON), Vito Carlo Castellana (tutor) Il giornale è stato interamente progettato e impaginato a scuola nell’ambito del Progetto PON C1 Lingua Italiana classi 2-3. La redazione si scusa per eventuali refusi e per non aver dato adeguato spazio alle diverse attività. Il giornale è stato finanziato con fondi PON e della Scuola. La vignetta della testata, su idea di Marica Armenise, è stata realizzata da Michele Lamura. Le fotografie sono state pubblicate unicamente a scopo didattico. È vietato ogni altro uso.

Stampa: De Biase - Ruvo Tiratura: 1000 copie

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Manifestazioni conclusive dell’anno 

28 maggio ex Convento domenicani TEATRO “VOGLIO VOLARE” ore 17 CONCERTO LIGHT MUSIC ORCHESTRA ore 19

29 maggio Scuola “D. Cotugno” ore 17 Percorso museale scientifico

30 maggio Scuola “D. Cotugno” ore 17 Seminario di studi per Docenti “IL GIORNALISMO SCOLASTICO NELL’ERA DIGITALE. ESPERIENZE E PROSPETTIVE DIDATTICHE, CULTURALI E SOCIALI”

7 giugno ex Convento domenicani ore 19 INDEPENDENCE DAY Parole, immagini e testimonianze contro la cultura della dipendenza

9 giugno Auditorium Liceo “Tedone” TEATRO “VOGLIO VOLARE” ore 17 PRESENTAZIONE PROGETTI PON ore 19 Megatorta per i 30 anni de  

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Vi aspettiamo!


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