L'eco della scuola 2013

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Periodico della Scuola Secondaria di 1° grado Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII Ruvo di Puglia Via S. Ten. Ippedico, n.11 Via Madonna delle Grazie, n.10 70037 Ruvo di Puglia (BA) Tel./fax 0803611009 080/3612658 Codice Mecc. BAMM281007 www.scuolamediacotugno.it www.carducci-papagiovanni.it scuolamediacotugno@libero.it cotugno@pec.scuolamediacotugno.it

31 Numero

Cotugno Cotugno--Carducci Carducci--Giovanni XXIII º Ruvo di Puglia

1982 1982-2013

Il presente numero del giornale scolastico, edito dall’unica scuola secondaria statale di 1° grado di Ruvo, nella nuova configurazione conseguente al dimensionamento scolastico, integra il n.27 del periodico “Qui Carducci-Giovanni XXIII” CCR Un diritto stabilito dall’art.57 dello Statuto Comunale, ma sinora mai applicato. Qualche idea per pensarci insieme.

EDITORIALE L’unione delle scuole ha dato dinamicità (e qualche problema) all’anno scolastico

I ragazzi al centro di ogni impegno Dott. Michele Bonasia, Dirigente scolastico

L’

anno scolastico 2012-2013 si è connotato per due aspetti fondamentali: da una parte l’accentuata complessità, determinata dall’accorpamento delle due “scuole medie” di Ruvo e dalle vicissitudini legate alla definizione delle risorse di istituto, attribuite tra l’altro con notevole ritardo, dall’altra si giustappone la realizzazione di una offerta formativa dall’am-pio respiro culturale. Si è potuto coniugare il percorso del curricolo obbligatorio con i progetti di ampliamento, di recupero e rinforzo delle competenze acquisite. Punto di riferimento è la centralità dell’alunno, colto nella duplice dimensione di “persona” e di “cittadino”, cioè a dire di persona che ha il diritto di partecipare a costruire la propria identità in un contesto scolastico capace di leggere le potenzialità di ciascuno e promuovere in ognuno quelle competenze necessarie per interagire in una società complessa. In quest’ottica si muovono tutte le attività progettuali che adottano metodologie didattiche lontane dai canoni tradizionali dell’insegnamento e permettono di liberare potenzialità solitamente inespresse, generando aggregazione, spirito di collaborazione e uno sguardo critico verso il mondo. Nello svolgimento delle attività, gli alunni si sentono i veri protagonisti, comprendono l’utilità di quelle conoscenze apprese durante le lezioni, che trasformano in vere competenze per relazionarsi con l’esistente e con le sue dinamiche così complesse. Un posto di rilievo va riconosciuto ai progetti che si propongono di indagare il mondo dei valori e delle relazioni e fra i quali ricordo “L’amore conta”, che ha riscosso un significativo successo, non fosse altro perché ha permesso agli alunni di interrogarsi, di vedersi ”dentro”, di riflettere sulla propria corporeità e sulle relazioni, ma ha anche permesso agli adulti, genitori e docenti, di conoscerli meglio. Ruolo fondamentale hanno svolto, peraltro, le attività promosse con il Progetto “Diritti a Scuola”, che ha potenziato il nostro organico di ben sei docenti (Continua a pagina 2)

LA SCUOLA IN PRIMA PAGINA

Altri 60 articoli della nostra scuola pubblicati sul blog e sulla pagina di Newspapergame de La Gazzetta del Mezzogiorno www.lagazzettadelmezzogiorno.it/blog

Consiglio Comunale dei Ragazzi

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’avevamo lanciata sul precedente numero, l’iniziativa del Consiglio Comunale dei Ragazzi, già sperimentata da anni in altre città, potrebbe essere un’occasione di protagonismo sociale dei ragazzi. Offriamo qualche spunto perché magari il prossimo anno possa essere attuata. L’invito è rivolto all’Amministrazione comunale e alle altre Scuole ruvesi e associazioni.

Servizi a pag. 4

REDAZIONE Il progetto di giornalismo, a scuole unificate, incoraggiato da tre importanti riconoscimenti nazionali

Triplo successo per il nostro giornale

Ringraziamento Esprimiamo il nostro Grazie al Sindaco e all’intera Amministrazione Comunale che ha patrocinato moralmente e materialmente questo giornale.

■ Le nostre inchieste e servizi

Un progetto per conoscere don Tonino Bello · 3 La crisi economica anche tra di noi · 5 Immigrazione, accoglienza e integrazione · 8 Cultura, società e territorio · 6-7-8-9

Benevento 18 aprile Maria Elisabetta Di Terlizzi e Martina La Fortezza, redazione

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hi crede che non sia utile fare il giornale nelle scuole? È sbagliato pensare ciò, in quanto è un’esperienza altamente istruttiva ed educativa, che sprona la curiosità di

noi ragazzi e ci spinge ad essere più intraprendenti. A confermarlo anche i tre premi, per il giornale dello scorso anno scolastico, grazie all’impegno di (Continua a pagina 20)

Adolescenza e dintorni · 12-13-14 Lettera aperta al Sindaco · 19

█ Progetti

█ Classi Terze

█ Affettività

█ Esperienze

Competenze disciplinari in Italiano e Matematica, uno sportello psicologico e attività di mediazione interculturale scuola..■ p. 2, 8, 12

La tradizione di pubblicare le foto di gruppo delle classi terze è un modo per conservare il ricordo di tre anni a scuola. ■ p. 10-11

Grande apprezzamento per il secondo anno del percorso di educazione socio affettiva e sessuale. Tutto parte dal cuore. ■ p. 10-11

Sempre difficile poter dar conto di tutto un anno scolastico, ma di molte esperienze abbiamo cercato di lasciare traccia. ■

«Diritti a scuola» perché nessuno rimanga indietro

Un saluto alle Amiche e Amici che ci lasciano

«L’amore conta» un progetto per conoscerci meglio

9 mesi di scuola nelle 20 pagine di questo giornale


L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

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Vita Scolastica (Continua da pagina 1)

per realizzare attività di recupero e consolidamento delle conoscenze, a vantaggio degli alunni più in difficoltà. Nell’ambito dello stesso progetto è stato attivato il modulo “Tipologia C”, che prevede l’intervento di una psicologa, per rispondere ad esigenze non solo degli alunni, ma anche dei docenti. Il docente, infatti, è per definizione un esperto di didattica, che organizza la propria azione per permettere il passaggio delle conoscenze dalle discipline alla “mente” dell’allievo. Talvolta, però, ci si trova a dover gestire alunni che esprimono una emotività fatta di ansia, di preoccupazioni che non si riesce a spiegare. In questi casi occorre l’intervento di un esperto di psicologia per poter indagare il mondo interiore dell’alunno e ricercare la miglior strategia per poter costruire una comunicazione didattica efficace ed includere lo stesso alunno nel percorso di formazione. In tal senso è stata attuata anche l’azione di mediazione interculturale e linguistica.

Ognuna delle attività meriterebbe di essere “lodata ed illustrata” con più compiutezza per cogliere l’alta valenza formativa. Lo spazio di un editoriale, tuttavia, non è sufficiente. Mi limiterò, pertanto, ad evidenziare alcuni semplici punti del giornale scolastico “L’Eco della scuola”, che, tra l’altro, rappresenta la “bacheca espositiva” della nostra scuola. Il nostro giornale scolastico è il risultato finale di una attività laboratoriale centrata sugli alunni; rappresenta ormai una realtà consolidata, che si è affermata gradualmente dal lontano 1982, ha festeggiato il trentesimo genetliaco nel 2012 ed è stato destinatario di importanti riconoscimenti (leggi articolo a parte). Altrettanta importanza ha avuto il progetto “Area rischio” che, attraverso il linguaggio musicale, ha coinvolto circa duecento alunni in un percorso di rimotivazione e relazionalità positive. Dopo aver effettuato questa sintetica esposizione, mi preme ritornare a quella complessità di cui parlavo in premessa, determinata dall’accorpamento delle due “scuole medie”, per poter fare il punto della situazione in funzione del prossimo futuro. Va detto che non è stato un anno facile da gestire, sia dal punto di vista amministrativo, visti tutti gli adempimenti imposti dall’accorpamento, quanto dal punto di vista della riorganizzazione dell’identità scolastica. L’accorpamento, infatti, ha comportato il dover “mettere insieme” due scuole, ognuna delle quali ha sviluppato una propria identità e regole organizzative proprie. Il processo di integrazione delle scuole medie “Cotugno” e “Carducci-Giovanni XXIII”, posso dire che si sta realizzando, grazie ad una comunità scolastica che si distingue per l’elevato valore professionale, ma è bene ricordare che le istituzioni scolastiche, per poter garantire un servizio scolastico che sia di qualità, hanno bisogno di stabilità che investe il personale scolastico (Docenti e personale ATA) e l’articolazione delle classi secondo le regole previste dagli Ordinamenti vigenti. Mi auguro, pertanto, che ogni tentativo di rimodulazione delle istituzioni scolastiche di Ruvo tenga ben presente che garantire stabilità alle istituzioni scolastiche, infatti, non significa ingessare il quadro complessivo in una rigida e immutabile cornice ma, rivedendone aspirazioni, obiettivi e potenzialità concrete, comporta il conferire all’intera rete scolastica una visione d’insieme logica, coerente ed equilibrata nel suo concepimento e nel suo funzionamento efficiente e convincente. ■

LA NOVITÀ Le due scuole secondarie accorpate per effetto della legge 111/2011. Un passo in avanti

Dimensionati! Non sono mancate le difficoltà, ma è prevalsa la voglia di unirci e condividere

PROGETTI La scuola, comunità educante allargata, per dare risposte ai bisogni formativi

«Diritti a scuola» per tutti e ciascuno Italiano, Matematica e non solo.

Maria Dingeo ed Ester Sparapano, redazione

Prof.ssa Anna Andriani

uest’anno la nuova “parola” che è entrata a far parte del nostro vocabolario scolastico è stata: “dimensionamento”. A seguito dalla legge 111/2011 e la decisione di creare istituti comprensivi nella nostra regione presa dal Miur, le nostre due scuole, “Carducci -Giovanni XXIII” e “Cotugno”, sono state accorpate. Ma non potremmo dire che questa fusione sia stata del tutto positiva. Per quanto riguarda la segreteria, comunicazioni da dare alle classi, non sempre i ragazzi della “Carducci-Giovanni XXIII” godono della stessa immediatezza come alla Cotugno. In pratica la sede principale, dove si sfornano comunicazioni, è la Cotugno. L’accorpamento ha portato anche all’unione dei fondi delle due scuole, e questo significa che con meno soldi si portano avanti due istituti; se c’è da spendere per una significa toglierli anche all’altra. Ulteriore problema è quello riguardante i diversi progetti scolastici: adesso gli alunni si trovano a doversi spostare da una sponda all’altra di Ruvo, per svolgere due diversi pro-

uando i ragazzi di oggi saranno adulti, gli sarà chiesto di assumere decisioni che riguarderanno l’intera comunità, e lo faranno sulla base di quanto saremo stati in grado di trasmettere loro. Spesso sentiamo affermare che loro, i ragazzi, rappresentano il nostro futuro, resta da capire: che cosa siamo in grado di fare come adulti per i ragazzi? L’impegno nei loro confronti può essere espresso su più fronti, ma di certo deve prevedere un sistema di collaborazioni e di senso, condiviso con i diversi soggetti della società, pubblici e privati, che siano capaci di mettere al centro i diritti concreti dei ragazzi, valorizzando le loro risorse e le loro specifiche capacità. In tale ottica è stato possibile immaginare di potenziare l’offerta formativa della scuola pubblica, facendo ricorso alle prassi di buona politica, affinché fossero costruite sinergie e programmati interventi che appaiono particolarmente urgenti, in un momento in cui i fondi rivolti alle istituzioni scolastiche diventano sempre più inconsistenti. “Garantire l’uguaglianza sociale a tutti i ragazzi affinchè abbiano accesso a quelle opportunità nonché a quelle speranze che altrimenti potrebbero essere negate”, è l’obiettivo del Progetto Regionale “Diritti a Scuola” che coinvolge professori di Italiano e Matematica i quali, affiancando i docenti curriculari, rivolgono i loro interventi agli alunni che presentano elementi di criticità nell’apprendimento. Quest’anno, per la prima volta, sono stati finanziati ed attuati anche interventi di mediazione culturale e di supporto psicologico, rivolto sia agli alunni che agli adulti. La piena condivisione e la collaborazione hanno consentito di realizzare un lavoro efficace, apprezzato tanto dagli alunni, quanto dai genitori. Quando la scuola interviene con intenzionalità didattica ed educativa, allarga la composizione della comunità educante ed affianca con professionalità i ragazzi, in realtà esplora le strade della sperimentazione. E sperimentare non significa cercare a tutti i costi qualcosa di diverso, quanto piuttosto cimentarsi nella migliore attualizzazione di modelli educativi e didattici. Pensiamo di poter affermare che il lavoro svolto in questo anno scolastico, attraverso l’apporto dei docenti di Diritti a Scuola, abbia rappresentato un valido contributo nella posa in opera di una preziosa tessera di quel mosaico chiamato Persona.■

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getti, motivo per il quale diversi tendono a rinunciare ad attività extrascolastiche. Ma, dato che molti progetti ed incontri si svolgono tutti insieme, l’aspetto positivo è fare nuove amicizie. Si sono dovute unire anche le nostre due redazioni, quindi anche i nostri giornali che hanno dovuto condividere i propri nomi e la propria storia, di entrambi molto lunga, significativa e sentita dalla propria redazione. È stato molto difficile unire queste due realtà diverse, che non si sa per quanto resteranno unite in una sola, cominciare tutto da capo, secondo la nostra opinione non sarebbe stato per nulla efficace: siamo stati catapultati nell’unione di due scuole e all’inizio eravamo indecisi sul da farsi. In questa, come tutte le cose, però, ci sono anche aspetti positivi, essendo di più c’è più scambio di idee, quindi lo stesso nostro progetto è più ricco di tante opinioni diverse che vengono da due scuole fino ad un anno fa divise e con diversi modi di vedere le cose. Speriamo che, in futuro, con i numeri non venga anche dimensionata la qualità.■

CONSIGLIO D’ISTITUTO Un breve bilancio dell’attività annuale

E l’anno scolastico va! Come sempre, nonostante tutto Rachele Mastrorilli,

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arissimi ragazzi, Carissimi Genitori, nel dicembre scorso è stato convocato, in prima seduta, il neo eletto Consiglio di Istituto, che, con i consigli di classe, è l'organismo collegiale essenziale per il coinvolgimento di genitori nella gestione della scuola insieme agli insegnanti, al preside e al personale amministrativo. Riporto alcune semplici riflessioni a conclusione di questo primo anno di impegno. Il nuovo anno 2012/2013 si è aperto all’insegna dello stravolgimento per il dimensionamento, ossia l’unificazione orizzontale delle istituzioni scolastiche D. Cotugno e Carducci-Giovanni XXIII. Nel cambio e nel passaggio di testimone, numerosi sono stati gli adempimenti amministrativo-contabili per formare la nuova identità di Istituto. Inoltre la crisi della finanza pubblica e le restrizioni di bilancio hanno reso tutto più difficile con

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il conseguente “ridimensionamento” del piano dell’offerta formativa (meno visite guidate e viaggi d’istruzione, meno laboratori legati ad attività extracurriculari, classi più numerose). Nonostante tutto non si sono ridotte le possibilità per la scuola di offrire un servizio adeguato ai ragazzi e alla propria comunità. Le buone idee, la voglia di fare, il piacere di esserci, sono “risorse” che solo la nostra pigrizia può tagliare. Il Dirigente Scolastico si è mosso per vivere il dimensionamento come un’occasione da sfruttare, da vivere con uno sguardo positivo attraverso la costruzione di una comunità professionale che, nell’incontro, ha confermato lo stile attivo, collaborativo e cooperativo che è patrimonio della migliore scuola. Noi genitori, siamo stati sicuramente importanti nell'esprimere i nostri pareri, perplessità e valutazioni sui temi trattati all'ordine del giorno, in tale ambito abbiamo avuto l'opportunità di trasmettere le nostre conoscenze ed essere propositivi. Il merito del ricco ventaglio di iniziative attivate e delle conseguenti belle soddisfazioni va ai numerosi docenti e agli alunni. È stato per me un onore e un piacere incontrare persone, tra docenti, personale ATA e genitori che, a vario titolo, si dedicano con passione a creare un ambiente educativo positivo di apprendimento.■


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L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

Vita scolastica RELIGIONE Un progetto diocesano a venti anni dalla morte del Vescovo

Conosci don Tonino? Noi si! Attraverso un percorso curriculare gli alunni hanno conosciuto la figura di un testimone dei nostri tempi. È stato realizzato un e-book con molteplici elaborati multimediali, sfogliabile su www.conoscidontonino.it: video, spot, canzoni, giochi... Classe 1D

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on Tonino. Così si è fatto sempre chiamare il vescovo della diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi, anzichè Monsignore. Come un sacerdote qualsiasi, ma non passava certo inosservato. Era davvero speciale! Scomparso il 20 aprile del ’93, quest’anno la nostra scuola lo ha ricordato nel ventennale della morte con delle iniziative interessanti che hanno coinvolto l’intera comunità scolastica. Era una personalità molto particolare, si scontrò con il mondo della politica e con le gerarchie ecclesiastiche che lo consideravano “estremista”. Don Tonino è stato un personaggio esemplare. Un santo dei nostri tempi. La sua proverbiale gentilezza e disponibilità è nota a tutti, e ha fatto colpo su noi ragazzi che, pur se non lo abbiamo mai conosciuto, lo riteniamo un amico, vicino alla nostra sensibilità (nelle nostre aule c’è la sua fotografia!). Parlando del vescovo a scuola ci ha colpito la definizione di ‘chiesa del grembiule’ cioè vicina alle persone accanto a ‘Chiesa della stola’. Il suo impegno lo rese noto a tutti. Sensibile nei confronti dei più deboli, ha sempre aiutato il prossimo ed è stato sempre molto solle-

cito per le persone senza tetto, senza cibo, senza vestiti, ospitandole nella sua casa. Il suo impegno lo vide in prima linea nella lotta contro la droga e nell’aiuto verso i tossicodipendenti, vedendo in ciascun individuo sofferente, il volto di Gesù. Di don Tonino si è scritto tanto e si è detto altrettanto. Ciò che colpisce di lui è il servizio offerto agli ultimi, agli emarginati e ai più indifesi. Secondo la nostra classe dovrebbe essere questo l’impegno della Chiesa: il ritorno ai valori spirituali veri e profondi. Il nostro nuovo Papa Francesco un po’ ci ricorda don Tonino. L’aver rinunciato alla croce preziosa, alle scarpe ‘d’ordinanza’, all’anello d’oro è, per noi, un segno di amore verso i poveri e i più deboli. Così come faceva Don Tonino. Molto bella è l’attenzione di don Tonino alla figura femminile. Alla donna ha sempre attribuito il ruolo da protagonista. Per questo dedicò anche degli studi sulle donne dell’Antico Testamento. Data la sua straordinarietà, nel 2007 la Diocesi ha avviato il processo di beatificazione di Don Tonino. In data 30 aprile 2010 si è tenuta la prima seduta pubblica nella Cattedrale di Molfetta. È stato un bell’incontro, non proprio ‘virtuale’, quello tra noi e don Tonino. ■

Stefano Mariano, redazione

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’attività didattica è iniziata con lo studio biografico, grazie ad una mostra ospitata a scuola che è stata fruita da tutte le classi. Si è poi proceduto al lavoro di progettazione e realizzazione di lavori multimediali raccolti in un e-book. Ogni classe ha avuto il compito di rilanciare un messaggio di don Tonino rielaborato con diversi linguaggi: gli spot, i manifesti, le canzoni, i fumetti, i video. Particolarmente importanti le fotografie inedite che sono state reperite nelle nostre case, risalenti alla celebrazione della Cresima dei nostri genitori. Don Tonino Bello è stato un vescovo modello, in-

-book

fatti già da prima della sua elezione a vescovo nella diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi, ha aiutato le persone in difficoltà, ciò che ha poi fatto nella sua diocesi fino alla fine. Don Tonino inoltre si è preso cura di persone immigrate trovando un alloggio e ha istituito una comunità, la CASA, per il recupero dei tossicodipendenti. Il lavoro è stato concluso il giorno 20 aprile 2013, giorno del 20° anniversario della sua morte, con la presentazione dell’e-book a tutte le classi, riunite nella chie-

sa della Santa Famiglia e nell’audi-torium della “Carducci-Giovanni XXIII”, suscitando grande stupore ed emozione. Il nostro lavoro si va ad aggiungere ai numerosi elaborati prodotti da tutte le scuole della diocesi e documentati nel sito www.conoscidontonino.it. Le scuole di Ruvo hanno condiviso i loro elaborati il 27 maggio, durante la manifestazione “La scuola in mostra” promossa dall’Assessorato all’Istruzione del Comune di Ruvo di Puglia. ■

GARA DI LETTURA La fase finale del concorso “Per un pugno di Libri” organizzato dalla libreria l’Agorà

Tutto è lecito in guerra e in amore Classe 2A

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Progetto don Tonino -

eggere può essere una vittoria? La gara “Per un pugno di libri” lo permette. Classi che si scontrano in una vera e propria guerra in cui lettura, sapienza e divertimento sono le armi principali. La preparazione “militare” comincia tra i banchi di scuola, con un addestramento che mette alla prova le nostre capacità mnemoniche, che alla fine si riveleranno le armi vincenti. Partiamo all’arrembaggio verso l’isola del tesoro (il teatro comunale), approdiamo Classe 3B “Carducci-Giovanni XXIII” sulle sponde del marciapiede (l’estramurale) dove ci attenderanno numerosi ostacoli, trabocchetti, battaglie contro i nostri rivali. A giudicare, le squadre saranno i egli ultimi anni la nostra società ha custodi del tesoro! subito profonde trasformazioni e in Così diamo inizio alla gara: pronti, partenza, via! questo contesto anche la scuola è La competizione si è svolta in due momenti differenti: una prima selezione che ci ha visti intenti a leggere Il visconte dimezzato, nella seconda fase (comprendente semifinale e finale ) abbiamo gareggiato con il libro Benvenuti a Grammaland. In questa occasione abbiamo avuto l’onore di incontrare l’autore Massimo Birattari. Durante la gara si sono alternati quesiti di vario genere: dalle frasi incomplete, ai riassunti di un minuto, fino ai tanto temuti domandoni finali, da cui è dipeso il destino della gara. Dopo aver “sudato sette camicie” per la vittoria contro la 3C del plesso “Cotugno”, siamo giunti in finale contro la classe 1A della nostra stessa scuola. Una prova ardua, nonostante gli avversari stessero gareggiando per la prima volta, che si è conclusa con la nostra Attività di educazione alla lettura vittoria. Che soddisfazione! Ci aggiudichiamo nuovamente il titolo di campioni per il seconstata chiamata a rinnovarsi. Indagini internado anno consecutivo. Un ringraziamento speciale va ai giudici e alla nostra profeszionali quali i test OCSE PISA, dimostrano che soressa Mariagrazia Lorusso che ci ha sostenuti fino alla fine. ■

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Un progetto per innovare la didattica la scuola italiana presenta ancora situazioni critiche sugli approfondimenti di base, rivelando a volte situazioni di emergenza. Il Piano Nazionale Qualità e Merito (PQM) si pone in questo scenario per superare i punti di debolezza attraverso interventi a supporto della qualità dell’insegnamento secondo metodologie innovative. Grazie al Fondo Sociale Europeo, nell’a.s. 2010/11 è stato avviato il progetto pilota che ha coinvolto 2.000 classi e oltre 44.000 studenti tra cui le classi III A e III B della scuola “Carducci-Giovanni XXIII”. All’inizio di ogni anno siamo stati sottoposti a prove d’ingresso e prove in uscita per verificare i progressi raggiunti. Il progetto ci ha impegnati in orario pomeridiano in cui abbiamo svolto vari moduli che ci hanno permesso di recuperare e consolidare le competenze di base. L’apprendimento cooperativo, attraverso piccoli gruppi, ci ha permesso di sviluppare maggiori capacità di ragionamento e di pensiero critico oltre il rispetto reciproco e lo spirito di squadra. I risultati? Positivi, infatti le classi PQM, nelle tante temute prove INVALSI, hanno ottenuto risultati di gran lunga positivi rispetto alla media della scuola e alla media nazionale.■


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L’ Inchiesta CCR Opportunità stabilita dall’art.57 dello Statuto Comunale, sinora mai applicato a Ruvo. Qualche idea per pensarci insieme

Anche a Ruvo il Consiglio Comunale dei Ragazzi Il Sindaco: ottimo spunto per responsabilizzare i giovani ed educarli al senso civico. Sofia Cantatore ed Erika Piacenza, redazione

I Sindaco di Ruvo Vito Ottombrini

L’avevamo lanciata sul precedente numero, l’iniziativa del Consiglio Comunale dei Ragazzi, già sperimentata da anni in altre città, potrebbe essere un’occasione di protagonismo sociale dei ragazzi. Offriamo qualche spunto perché magari il prossimo anno possa essere attuata. L’invito è rivolto all’Amministrazione comunale e alle altre Scuole e Associazioni ruvesi. Statuto comunale di Ruvo di Puglia

Art.57- Consiglio Comunale dei Ragazzi 1. Il Comune, allo scopo di favorire la partecipazione dei ragazzi alla vita collettiva, può promuovere l’elezione del Consiglio Comunale dei Ragazzi aventi un’età compresa fra i 9 e 17 anni. 2. Il Consiglio Comunale dei Ragazzi ha il compito di deliberare in via consultiva nelle seguenti materie: politica ambientale, sport, tempo libero, giochi, rapporti con l’associazionismo, cultura e spettacolo, pubblica istruzione, assistenza ai giovani e agli anziani, rapporto con l’Unicef. 3. Le modalità di elezione ed il funzionamento del Consiglio Comunale dei Ragazzi, sono stabiliti con apposito regolamento.

l Consiglio Comunale dei Ragazzi, siglato "CCR", è un organo formato da un gruppo di bambini e ragazzi che si occupano di partecipare al miglioramento della propria città, aiutati da un insegnante. Esso ha a disposizione una somma di denaro, affidatagli dal Comune e aiuta gli allievi delle scuole a sviluppare il senso di appartenenza, cittadinanza e responsabilità perché i ragazzi imparino a dialogare, confrontarsi e riflettere sulle problematiche della propria città, sentendosi protagonisti attivi della vita pubblica. Gli argomenti di cui può occuparsi, infatti sono: l’ambiente, la cultura, l’arte, il tempo libero, gli spazi pubblici, la scuola… Il CCR è una realtà diffusa e consolidata in molti paesi della Puglia come: Alberobello, Brindisi, Foggia, Putignano, Andria e Lecce. Noi ragazzi del giornale ci siamo chiesti perché qui a Ruvo non esiste e abbiamo indagato se il nostro Comune lo prevedesse: abbiamo scoperto che

l’articolo 57 dello Statuto Comunale (riportato nel box) prevde questa opportunità. Per saperne di più, allora, abbiamo intervistato il sindaco Vito Nicola Ottombrini, per chiedergli se fosse favorevole o contrario a tale progetto. Egli ci ha detto che non è per nulla contrario, anzi, crede che sia un ottimo spunto per responsabilizzare i giovani studenti, educandoli alla legalità e alla responsabilità civica, e magari a considerare per il loro futuro la carriera pubblica-amministrativa. La nostra breve intervista è stata del tutto positiva, dato che il sindaco non vede svantaggi in questo progetto e ha promesso che ne avrebbe parlato con gli assessori per metterlo subito in atto. Riteniamo che il CCR possa essere un perfetto strumento, molto concreto, per l’educazione alla legalità e alla responsabilità civica, anche alla luce della crisi politica attuale che spesso dimentica il bene comune. ■

Consiglio Comunale dei Ragazzi. Come si svolgono le elezioni? Qualche proposta e i regolamenti non mancano su internet

Noi ragazzi chiamati alle urne Rosita Catalano e Stefania Tatulli, redazione

█ L’opinione

Ragazzi e Politica! Punti di vista e riflessioni Classe 3F

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osa c’entrano i ragazzi di scuola media con la politica?! Ci stiamo appassionando grazie al telegiornale che vediamo a casa, grazie al giornale che leggiamo in classe, ma anche a tutti i “bombardamenti” dei genitori e dei professori che ci invitano a renderci conto di ciò che accade intorno a noi. Dal telegiornale traiamo informazioni utili di cui spesso discutiamo con i nostri genitori e parenti. In classe leggiamo il giornale. Una splendida idea per far inoltrare i ragazzi nel mondo della politica e, dopo aver dato uno sguardo agli articoli, ne scegliamo un paio, li leggiamo e li commentiamo, il che è molto formativo. Insomma, abbiamo capito che, per vivere nella realtà e per uscire da un mondo immaginario in cui spesso vivono gli adolescenti, non si può fare a meno di “guardarsi intorno”, leggere, ascoltare, commentare ciò che accade. Politica significa anche questo: vivere nella concretezza, nella realtà di una città (da ‘polis’ deriva la parola ‘politica’), di un ambiente, di un Paese, a livello locale, ma anche globale. Intesa in questo senso, la politica per i

giovani é il loro futuro e quindi è importante. C’è poi la Politica con la ‘P’ maiuscola, come arte del governare un paese, che richiede intelligenza, apertura, flessibilità, capacità di prendere decisioni per risolvere i problemi. “Mi piacerebbe entrare in Politica, afferma una nostra compagna- ma forse non sarei brava a causa della mia timidezza; però sono una ragazza che pensa veloce alle soluzioni e, se c’è un problema, so risolverlo con immediatezza”. Se ci fossero persone così al governo, forse l’Italia potrebbe avere ancora una speranza di salvarsi e si potrebbe evitare l’attuale tracollo del sistema politico, economico e sociale. “I miei genitori, -ci dice un’altra amicacome del resto la maggior parte degli adulti, non hanno molta fiducia nei giovani, pensano che siano persone senza sentimenti né ragione; ma se riflettessero e provassero a ricordare com’erano loro nell’età adolescenziale, quali erano i loro pensieri e le loro passioni, capirebbero che siamo uguali a loro; perciò, se con loro c’è stato un futuro, potrà esserci anche con noi”. “Noi giovani, almeno fino ai 16 anni, costituiamo una piccola comunità che, magari un domani, diventando grandi, potremmo diffondere le nostre idee. Io sono una persona come tante altre e, il sogno di governare degli attuali adulti, ce l’ho anche io, come tanti altri giovani!” Forse proprio il CCR potrebbe essere un’opportunità per sperimentare tali aspirazioni (ndr). ■

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siste una legge che dia spazio ai ragazzi nel campo politico, in modo da dare il nostro contributo alla società? Contrariamente alla società di un tempo, la nostra, essendo più avanzata, fa sì che tutto questo accada anche se questa opportunità non viene sfruttata. Molti sono i motivi, a volte politici, ma principalmente economici; nonostante tutto siamo convinte che tutto questo non può e non deve ostacolare le possibilità di un mondo migliore perché a volte noi ragazzi aiutiamo la crescita della nostra società. Inoltre, siamo persuase dal fatto che per attuare una legge fondamentale come quella del CCR bisogna conoscerne gli aspetti, in particolare le elezioni. Ricercando tra le esperienze di altri Comuni abbiamo recuperato tanti regolamenti con caratteristiche simili e che riportiamo perché possano essere il punto di partenza per un regolamento comunale. Le elezioni hanno inizio nel mese di ottobre, mediante assemblee autorizzate dalle scuole e condotte dagli alunni sotto la guida dei docenti, in qualità di “osservatori” e “facilitatori”. Le elezioni verranno favorite

dalle scuole che provvederanno a spazi e attrezzi necessari. Ogni candidato potrà illustrare il proprio programma e distribuire volantini. I candidati vengono scelti dai loro compagni.  Elezioni entro il mese di dicembre.  Si eleggono 15 consiglieri tra i 9 e 15 anni compiuti

 IL CCR resta in carica per

due anni scolastici.

 Tutti gli alunni e le alunne

della Scuola secondaria di primo grado, unitamente alle alunne e agli alunni delle quinte classi della scuola primaria, costituiscono il corpo elettorale.  Possono candidarsi tutti gli alunni e le alunne di tutte le classi della scuola secondaria di primo grado.

 Sono organi del CCR il

Consiglio Comunale, la Giunta e il Sindaco. Tali organi rimangono in carica due anni scolastici e comunque valevole fino all’elezione dei nuovi organi. Gli alunni eletti mantengono la carica sino al termine del mandato, anche se non più iscritti alla scuola secondaria.  Il CCR si riunisce almeno quattro volte all’anno. Le riunioni del CCR si tengono di norma presso la sala consiliare del Consiglio Comunale.  Il Sindaco del CCR rappresenta il CCR e ne è anche il Presidente durante le sedute.  Il Sindaco nomina gli assessori, di cui uno viene nominato anche Vice Sindaco.  Il Sindaco surroga eventuali Consiglieri dimissionari o decaduti per motivi gravi.  (…) Non parliamo di questo solo per informare la gente che magari, come noi, non conosceva una legge così importante, ma speriamo che tutte quelle persone che ora stanno leggendo il nostro articolo possano darci una mano a dare corpo alla legge.■


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L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

L’ Inchiesta CRISI ECONOMICA La sperimentiamo tutti. Ne parliamo con alcuni commercianti ruvesi.

Molta cautela negli acquisti, non nel gioco

Servizi sociali: unico ente, troppe richieste

Lucrezia Fiore e Francesca De Astis, redazione

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l lavoro. Pilastro fondamentale della nostra Costituzione. Diritto e dovere per tutti i cittadini. Ma sarà veramente garantito agli italiani? La nostra domanda sorge spontanea, tastando la dura realtà che il nostro Paese sta vivendo. Crisi, inflazione, tagli… Sono micidiali assassini della libertà di lavoro in tutti i campi dell’economia. Questo ci spinge a conoscere, sapere come a Ruvo la crisi influenza i piccoli imprenditori. Raccogliamo le impressioni sul mantenimento delle loro attività commerciali. Abbiamo intervistato per prima la signora Nunzia, proprietaria di un negozio di abbigliamento: “Le vendite sono calate di molto non solo a causa della concorrenza, ma anche della crisi.

La gente non compra abiti firmati, ma fa compere in ipermercati con super saldi, aperti 7 giorni su 7.” Il signor Mario, titolare di un negozio di alimentari: “Gli incassi sono diminuiti del circa 10-20%, ma la colpa non possiamo attribuirla alla concorrenza perché c’è sempre stata, il problema è che la gente è più attenta sugli acquisti scegliendo un buon compromesso qualità prezzo”. Cambiando settore, intervistiamo Ricky, proprie-

Noemi Stefanucci e Roberta Ciliberti, redazione

tario di un negozio di elettronica. E indovinate com’è l’andamento degli incassi? “Nonostante ci sia un calo del 20% la mia attività è abbastanza produttiva. Tuttavia devo abbassare di molto i

prezzi per vendere di più.” Proviamo col proprietario di una cartolibreria molto frequentata: “Questa crisi ha colpito

tutti i settori economici e anch’io risento del fenomeno. Ci sono periodi in cui il lavoro è più produttivo, altri in cui lo è meno. Per esempio l’inizio della scuola è molto fecondo negli incassi, mentre nelle vacanze estive si fatica a mantenersi e mantenere l’attività.” Ultima, è l’intervista al detentore di un centro scommesse. Strano, ma è la realtà… qui non si risente molto della crisi perché la gente sperpera i propri guadagni e il proprio tempo nella speranza di vincere denaro facile che non arriva mai. Ma lo sapete che i soldi non cascano dal cielo? E che per avere dignità bisogna lavorare pur di combattere contro il micidiale mostro che è la crisi? ■

COMMERCIO Il punto sulle conseguenze della crisi col responsabile comunale

Il popolo, prima di tutto Bernocco: Diminuite le nuove aperture commerciali. Tengono gli alimentari, aumentano gli ambulanti, calo per l’abbigliamento. Giovani e anziani invocano una nuova politica Alessia Ambrosino e Ilenia De Nigris, redazione

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agazzi di oggi, tutti o per la maggior parte, considerati come ribelli, svogliati e sfrontati, con il solo pensiero di diventare grandi per potersi liberare di ogni limite e per potersi affermare come unici “comandanti” della loro “nave”, sono invece capaci di interrogarsi sulla situazione di crisi del loro paese. Abbiamo voluto capire se anche a Ruvo gli esercizi commerciali stanno chiudendo. «Prima dell’ avvento della crisi, la situazione qui era più o meno la stessa, -dichiara in un’ intervista il dott. Salvatore Bernocco, responsabile dell’ Ufficio comunale per il Commercio- non si sono verificate considerevoli variazioni, in quanto l’ economia del paese, pur avendo i suoi alti e bassi, considerandoli in

COMUNE Aumentano quanti si rivolgono agli uffici di via Solferino. Quadruplicate le richieste negli ultimi due anni

minima parte, è sempre rimasta stabile. Dal 2012 fino ad oggi si è verificata qualche cessazione in più e rispetto all’ anno passato le nuove aperture sono calate del 10%, cifre irrisorie, di scarso significato in confronto alla grave crisi economica che avvolge la nostra Italia. Possiamo confermare -prosegue Bernoccoche il settore che resiste di più è quello alimentare, con progressi nel commercio ambulante, aumentato del 3% dal 2012 e con l’ incremento della produzione agricola, accresciuta del 10% dal 2012. Il settore che risente maggiormente della crisi è quello dell’ abbigliamento, in quanto l’ acquirente provvede in primis all’acquisto di beni di prima necessità, talvolta rinunciando al superfluo».

«Siamo nella miseria... tutto per i politici» commenta semplicemente, ma duramente un anziano.«Bisogna licenziare tutti i fannulloni e dare una mossa al Paese: occorre soddisfare i bisogni del popolo! Serve spingere i politici a non occuparsi esclusivamente delle questioni personali, ma a realizzare ciò che rientra negli interessi dello Stato» chiariscono alcuni ragazzi. Alla luce di queste affermazioni a noi non tocca che continuare a fare il nostro dovere di cittadini. E per i politici? E le istituzioni locali? Tutto per ora rimane un punto interrogativo nell’ attesa che le loro coscienze si risveglino e che ci mostrino una nuova faccia della politica, più nitida e trasparente. ■

Crisi anche tra i banchi di scuola

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servizi sociali svolgono un ruolo importantissimo all’interno della società ruvese: si occupano di persone disagiate come per esempio gli anziani, i disabili, gli adulti disoccupati e i ragazzi che vivono particolari situazioni familiari. Per quanto riguarda gli anziani, il comune organizza assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata. Grazie alla prima è possibile aiutare gli anziani che sono impossibilitati a svolgere attività quotidiane come l’igiene personale, dell’ambiente domestico e i pasti, oppure non possono muoversi e raggiungere le strutture di cui hanno bisogno; di questo servizio usufruiscono circa 50 utenti. Con la seconda ci si occupa di anziani gravemente malati che necessitano di cure mediche fornite loro dalla Asl. I servizi sociali offrono anche un aiuto economico a coloro la cui pensione è minima, circa 500 euro al mese e non consente loro di coprire spese sanitarie e tasse sulla casa. Per quanto riguarda i disabili, è attivo un servizio di supporto per gli alunni con handicap nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di 1^ grado: ci sono degli esperti che, oltre a integrare l’insegnamento scolastico, aiutano anche il ragazzo disabile dal punto di vista emotivo e comportamentale. Invece per gli adulti in difficoltà ci sono dei contributi economici per pagare tasse e bollette. Dietro a questa realtà si nascondono situazioni familiari difficili che vengono supportata anche con uno psicologo. Le richieste di aiuti economici Sede dei Servizi sociali a Ruvo stanno crescendo a causa della crisi e gli enti locali non possono purtroppo accontentare tutti. Inoltre ci sono molti adulti che chiedono ai servizi sociali un aiuto per trovare lavoro, ma questa è una cosa che non si può fare. Il Comune aiuta anche minori che, avendo alle spalle una situazione familiare difficile, iniziano a fare uso di sostanze stupefacenti, oppure compiono piccoli furti o minacciano gli adulti. Molte volte intervengono le forze dell’ordine, il CSM e il SERT e, per soddisfare le esigenze di questi ragazzi, sono stati aperti dei centri per minori. I servizi sociali collaborano anche con la Caritas cittadina e delle parrocchie, dove c’è il centro di ascolto. In questo periodo di crisi ci sono dalle 350 alle 400 istanze, e in questi ultimi due anni le richieste di aiuto sono quadruplicate. L’assistenza sociale, quindi, si occupa della parte più delicata della società, quella che viene più colpita dalla crisi economica, e perciò il suo aiuto è fondamentale per alcune famiglie ruvesi al fine di superare questo momento

Annalaura Cucumazzo e Alessia Rubini, redazione

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l “tunnel” della crisi che incombe sull’Italia, da ormai quattro - cinque anni, sta mostrando le sue conseguenze negative anche su di noi e in particolar modo sulla nostra istruzione. Quest’anno, soprattutto, abbiamo percepito lo stato di questa situazione in diversi aspetti: soppressione dei viaggi

d’istruzione, carenza di supplenti, riduzione di materiale scolastico e fotocopie, dimensionamento scolastico. Ci soffermiamo sulla carenza di supplenti. Quando un docente è assente, gli alunni vengono divisi e “smistati” in altre classi. Questo, certo, ha il vantaggio di conoscere altre realtà e altri a-

lunni della scuola, ma non sempre conosciamo gli argomenti di cui si parla e quindi non possiamo partecipare attivamente alle lezioni della classe che ci ospita. Ciò avviene a causa di una riduzione dei fondi di istituto e la conseguente impossibilità di retribuire le ore di supplenza. Per la stessa ragione la scuola

non è più in grado di fornire fotocopie agli alunni e ai docenti: solo copie in numero limitato e uguale per tutti. Resta, poi, il problema del dimensionamento scolastico: l’accorpamento degli istituti della stessa città, per ridurre le spese degli addetti. Un vero e proprio “labirinto”, da cui si spera

di poter uscire presto, per il bene del nostro Paese. La Scuola è un servizio pubblico e come tale va tutelata dallo Stato, con leggi appropriate, e dai cittadini, con il pagamento delle tasse. Se tutti facessero il proprio dovere l’Italia e la sua scuola non sarebbero in queste condizioni.■


L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

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Cultura, Società e Territorio SCUOLA È il terzo anno che scriviamo della situazione della palestra alla “Cotugno”: niente di fatto!

“Intruso” ferma i lavori della palestra Classe 3B

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' Italia sta vivendo un periodo molto difficile da superare. Le notizie sulla crisi le troviamo ovunque, non solo in TV o sui giornali e i governi affrontano questo periodo difficile con dei "tagli". A subire questi "tagli" sono, nella maggior parte dei casi, i settori pubblici come l' istruzione o la sanità. In questo quadro si inserisce la questione della palestra del plesso Cotugno. All' incirca due anni fa, all' entrata del plesso rosa, fu posizionato un cartello che informava sui tempi dei lavori e sulla struttura della palestra. Resoconto della situazione: siamo a maggio 2013 e, della palestra, c'è solo una fossa circondata da paletti. Da ricordare che la palestra doveva essere finita entro marzo 2013.

Questa situazione ha deluso gli alunni ed ecco perchè abbiamo deciso di andare a fondo nella vicenda. Parlando con il Dirigente scolastico abbiamo saputo che i lavori sono stati interrotti dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali perchè è stato ritrovato uno scheletro risalente a 2900 anni fa. Un "intruso" che ha mandato in frantumi le speranze di noi ragazzi di terza di poter finalmente vedere la nuova palestra. Ora -dice il preside- la scuola sta aspettando il via libera della Sovrintendenza per la prosecuzione dei lavori. Molti hanno pensato, però, che la causa della sospensione dei lavori sia la mancanza dei fondi, proprio a causa dei tagli. Fatto sta che la data della fine dei

VOLONTARIATO Il tempo libero può essere occasione per metterci al servizio degli altri

Esperienze raccontate col sorriso Marilisa Cascarano, redazione

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ol tempo, partendo dagli uomini primitivi fino da oggi, usiamo mezzi infiniti per comunicare, sempre più sofisticati con l’ evolversi della tecnologia. Dando uno sguardo alla vita di oggi, c’è chi definisce “svago” passare le giornate sulla tv o con altri strumenti. É proprio un tempo vissuto a pieno? Come si può evitare questo? Alcune alternative, anche per noi ragazzi, ci sono. Possiamo, per esempio, passare le nostre giornate leggendo un libro o dedicandoci al volontariato, cioè nell’ aiuto del bisognoso, nostro fratello.

Diamo uno sguardo verso chi non attira la nostra attenzione, diamo la nostra disponibilità verso tutti quegli ammalati che ora nel mondo non vengono più considerati e sono ultimi nella nostra piramide sociale. C’è una forma di “malattia” in cui ci cacciamo quando pensiamo solo a noi stessi e ci chiudiamo tra le attrazioni materiali, illudendoci di trovare soddisfazione nelle cose che abbiamo. In realtà queste ci lasciano inappagati, non riempiono quel vuoto che sentiamo dentro. Certamente la spiritualità può colmare questo vuoto, ma ciò che ci manca vera-

mente è la compagnia, la pienezza di quella gioia interiore che si prova stando con l’ altro, con il quale basta solo un sorriso per entrare in sintonia. E quando verrà il momento l’altro saprà consolarci. Il volontariato è allora un modo per scoprire noi stessi e arricchirci dentro, mentre cerchiamo di aiutare l’altro. Anche noi ragazzi possiamo impegnarci in azioni di volontariato, magari inserendoci in gruppi e associazioni organizzati. Non ci vengono chiesti soldi, soltanto la possibilità di condividere un po’ di tempo, di sorriso, di felicità.■

lavori è stata superata di due mesi e siamo rimasti con una fossa e senza palestra. Ci assale un dubbio: forse anche il Peuceta (così è stato identificato) voleva entrare a far parte della grande "famiglia Cotugno"?■

Sicurezza negli spazi sportivi Francesco Gargano, redazione

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i è mai capitato di organizzare una partita e non poterla eseguire per le condizioni del campo? Sicuramente sarà capitato a molti perché ormai lo sport non è solo divertimento, ma passione. La cosa più importante però è la sicurezza nel campo. Nella mia città sono molti i campi inutilizzati su cui si allenano squadre di ragazze e ragazzi alla ricerca di un sogno. Per non parlare delle palestre nelle scuole, spesso senza attrezzi e bagni. Per fortuna nella mia scuola (Carducci-Giovanni XXIII) la palestra è molto attrezzata, ma non tutti gli alunni sono fortunati. Gli spazi sportivi devono essere attrezzati alla maniera giusta, anche in caso di incidenti, affinché ogni ragazzo giocando dia il meglio di sé e faccia vedere quanto vale. Bisogna dare a tutti la possibilità di realizzare i propri sogni in "sicurezza". ■

SCAUTISMO Uno degli spazi di crescita e di impegno per noi ragazzi è quello dei gruppi formali, come l’esperienza dell’Agesci

La dignità del Fazzolettone Q uando ci si pone la domanda “Perché riunirsi in associazioni?” è un po’ come chiedersi “Perché decidere di vivere socialmente?”. Credo che tutti noi abbiamo bisogno di esporre le nostre idee, di dare voce alle nostre iniziative facendo del bene anche al Paese. Mi piacerebbe sollecitare tutti quei ragazzi che preferiscono starsene soli, o magari in compagnia di un misero computer, piuttosto che informarsi

█ Ruvo Non dimentichiamo di essere una “Città di Arte e di Cultura” Classe 1A

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uvo di Puglia è un piccolo paese, conosciuto per la sua ricca produzione d’olio. Le sue origini risalgono al V sec. a.C. Fu colonizzata da greci e romani; con l’arrivo dei Barbari Ruvo fu distrutta e rifiorì nell’epoca medievale. A testimonianza di

su come poter trascorrere la serata dopo aver terminato i compiti. Molte volte si dice che Ruvo sia “morta”, a causa dei pochi spazi disponibili per incontrarsi, ma secondo me siamo noi quelli non capaci di cogliere le occasioni. Io faccio parte del Gruppo Scout Ruvo 1: noi siamo un’associazione. È bello incontrarsi, parlare, esprimere le proprie opinioni! Con loro mi sento una piccola “sindacalista”, perché so che posso

questo periodo abbiamo: il Castello Melodia e la cosiddetta “Porta Castello”. La splendida Cattedrale risale al periodo dei Normanni; in seguito fu occupata dai francesi e la nostra città fu coinvolta nella Disfida di Barletta: ancora oggi, nel nostro paese, ci sono tradizioni legate a questa battaglia. Le tradizioni principali di Ruvo sono quelle natalizie festeggiate in famiglia con piatti tipici e

contribuire anch’io, divertendomi, a cambiare la società. Ad esempio, in questo periodo ogni sabato, alla chiusura dei negozi, raccogliamo dai fruttivendoli tutta quella verdura e quella frutta non venduta che viene sprecata, per poi portarla alla CARITAS e distribuirla alle famiglie bisognose. Mi sento utile e so di fare del bene per tante persone. Il movimento Scout è diffuso in tutto il mondo ed è un’organizzazione che imparte educazione in modo non formale… Insegna a crescere, come tutte le associazioni, ma attraverso delle attività all’aperto. Il fondatore BadenPowell diceva “Lasciate il mondo migliore di come lo trovate!”: è per que-

quelle pasquali caratterizzate dai riti della Settimana Santa, in cui si rappresentano la Passione e la Morte di Cristo. Infatti nel corso di questa settimana si svolgono diverse processioni: la Desolata, gli Ottosanti (un gruppo statuario di otto personaggi, molto venerato, che attira molti turisti), i Misteri, la Pietà ed infine Gesù Risorto (dopo il

Giusy Bernocco, redazione

sto che in ogni nostra attività mettiamo il cuore e il massimo impegno pur di riuscire a rendere più pulito il nostro territorio. Quando si pensa agli scout, molte volte in mente arriva solo l’immagine di un bosco; ma lo scautismo non è solo indossare un’uniforme ed esplorare i posti più cupi! Perché per mettere al collo quel Fazzolettone ci vuole una certa dignità. Frequento gli scout da due anni e, nel gioco, ho imparato anche che non c’è motivo di sentirsi obbligati a continuare il percorso: ciascuno di noi, come può decidere di entrare nella nostra associazione, è libero anche di poter uscire, ma… un giorno capirà di aver sbagliato, perché noi cresciamo insieme! ■

passaggio della statua vengono fatte esplodere delle “Quarantane” che simboleggiano i 40 giorni di Quaresima ). Ancora oggi, si festeggia l’Ottavario per riproporre, dopo otto giorni, la celebrazione del Corpus Domus. Si narra che nel 1879 il conte Ettore Carafa, in groppa al suo cavallo incontrò la processione del Corpus Domus; non credendo nell’Eucaristia, continuò la sua cavalcata ignorandola; improvvisamente il suo cavallo si inginocchiò davanti al Santis-

simo Sacramento. Da allora il conte si pentì e volle che si ripetesse otto giorni dopo, a sue spese, la stessa processione. Quest’anno l’evento è stato riproposto per la prima volta in un corteo storico. Noi ragazzi pensiamo che Ruvo sia una splendida cittadina, con tradizioni religiose e profane molto suggestive che speriamo non si perdano nel tempo perché rappresentano il legame silenzioso e duraturo che ci lega al nostro passato e ai nostri concittadini. ■


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L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

Cultura, Società e Territorio TELEVISIONE Nuove opportunità del digitale terrestre

FAMIGLIA A proposito del Patto di Corresponsabilità

Realtime & company E se iniziassimo a sanzionare i genitori? Sara Gadaleta e la 1G

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bello o brutto guardare la televisione? Per me è bello anche se so che, se guardata molto tempo, ha pure un’influenza negativa perché può rovinarci la vista e il cervello. Uno dei miei canali televisivi preferiti è Real time. Tra i suoi programmi i miei preferiti sono: Make up time con Clio, Torte in corso con Renato, il Boss delle Torte, Guardaroba perfetto, L’eleganza del maschio e molti altri. Mi piacciono questi programmi e li guardo ogni giorno, ma so che alla fine ci manipolano perché ci fanno pensare alla stessa maniera. Non sono l’unica a guardare Real time, infatti nella mia classe la maggior parte degli alunni lo vede. Se tutti continuassimo a vederlo finiremmo veramente a pensare alla stessa maniera e cominceremmo ad essere tutti uguali pure fisicamente cominciando dal trucco, l’abbigliamento, l’alimentazio-

ne, e cominceremmo ad essere tutti vanitosi ed esigenti. Non possiamo continuare così, ci sono molte altre attività divertenti come: giocare con gli amici, andare all’aria aperta con la famiglia, uscire ecc. Queste attività sono molto belle e divertenti e favoriscono anche la fisicità perché si fa anche sport all’aria aperta. Non è solo Real time a manipolarci, anche le pubblicità che ci costringono a comprare un certo prodotto e rientra sempre tutto nella televisione. La televisione è bella da una parte e brutta dall’altra. Dovremmo stare meno tempo davanti alla televisione e più tempo davanti ai libri e ai quaderni a studiare di più. È bello o brutto guardare la televisione? Ora la risposta ce l’ho: si può guardare la tv e Real time, ma senza montarci la testa e senza dare importanza ai programmi di estetica, piuttosto consiglio di guardare documentari o telegiornali che ci informano su notizie utili e quotidiane.■

EUROPA Risolvere la crisi riducendo i costi della politica

Italia, Germania e Grecia a confronto Classe 2B

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a Grecia và in default, l’Italia in bilico, la Germania che se la cava ancora... La situazione europea è davvero intricata! È assurdo parlare di crisi e scoprire che il nostro paese detiene il record mondiale per il numero di auto blu con oltre 600.000 vetture. Questo numero è da spavento rispetto a quello di altri paesi a confronto: in Germania sono 54.000, in Grecia 34.000. Sommando gli stipendi degli autisti e i rifornimenti di carburante e i pedaggi autostradali, la spesa annua legata a questo “privilegio su 4 ruote” supera i 21 miliardi di euro. Sarà, ma anche il numero di parlamentari e rispettivi stipendi contribuisce alla crisi. In Germania i parlamentari sono 691, in Italia 952: come possiamo vedere l’Italia ha un eccesso di parlamentari. Se i politici ne prendessero coscienza, qualche agevolazione in più si potrebbe dare ai cittadini. I politici italiani percepiscono gli stipendi più alti e il vitalizio più considerevole di tutto il vecchio continente. La gente si suicida perché non riesce a mantenere la famiglia e si vedono atti isolati e di disperazione portata all’estremo, quale la recente notizia di cronaca di quel disoccupato che si recò in piazza Colonna a Roma, dove si teneva l’insediamento del nuovo governo italiano, armato di pistola, che sparò contro le forze dell’ordine. Questi gesti sono quasi “voluti” dai nostri parlamentari, loro conoscono benissimo la situazione del nostro paese, ma continuano a sfruttare il loro potere politico trascinandosi verso una unità sempre più grama. La Merkel incita il rafforzamento dell’unione pensando ai bisogni dei cittadini. In Germania infatti, le fabbriche producono, i posti di lavoro ci sono, le tasse non pesano molto sulla popolazione e lo Stato si può addirittura permettere di aiutare altri stati economicamente. Non bisogna essere tanto sorpresi da questa diversità, bisogna darsi una mossa, e al più presto, se non si vuole fare la fine della Grecia, che detiene un forte tasso di disoccupazione perché l’economia si basa sull’agricoltura e ciò rispecchia molto anche “l’animo” leggermente arretrato del paese, e questo potrebbe essere anche il maggior fattore della crisi greca. Però, molto spesso, dai telegiornali, si può notare, malgrado la situazione, come i greci hanno una grande forza e non si abbattono facilmente... È giusto che tutti gli Stati raggiungano uguale ricchezza economica e che non ci siano differenze per il benessere di tutti. ■

Riflettiamo sul tempo che papà e mamma dedicano ai figli. Luigi Elicio,

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i chiama “patto educativo di corresponsabilità” ed è quel documento che i genitori sono chiamati a firmare (sottolineo firmare) che lega famiglie e scuola nel perseguire insieme l’obiettivo educativo dei figli. In sostanza è quel tipo di “contratto” in cui tutti insieme, genitori, docenti, dirigenti, personale ATA, pongono al centro lo “studente” (i nostri figli) e guardano come offrire loro le migliori condizioni per una crescita sana dentro l’ambito scolastico, e in parte anche fuori. Dall’altra parte anche gli studenti (i nostri figli, non di altri!!) sono tenuti ad osservare i “doveri” sanciti dallo Statuto degli studenti e delle studentesse. Sappiamo che l’inosservanza di tali doveri comporta per loro l’appli-cazione di alcune sanzioni disciplinari previste dai regolamenti. Bene. Parliamo quindi di un patto educativo che impegna le famiglie fin dalla iscrizione a scuola. Sono quindi i genitori i destinatari naturali del patto, i quali, con una certa facilità dimenticano, però, che già la legge attribuisce loro il dovere di educare i figli (art. 30 Cost., artt. 147, 155, 317 bis codice civile). Vediamo, ad esempio, la responsabilità (civile) che può insorgere a carico dei genitori in caso del verificarsi o del ripetersi di episodi di bullismo o di vandalismo, e per eventuali danni causati dai figli a persone o cose durante il periodo di svolgimento delle attività didattiche. In questo contesto non credo sia da escludere anche l’uso (e l’abuso) delle moderne forme di comunicazione “virtuale”, come i social network, facebook,... che a volte potrebbero anche sfociare in forme di bullismo o di quel genere di violenza latente nei confronti dell'”altro”, del compagno di banco, o dell’amica di scuola. È il caso di far presente che i genitori, in sede di giudizio civile “potranno - cito un passaggio della normativa ministeriale sull’introduzione del Patto di Corresponsabilità - essere ritenuti direttamente responsabili dell’accaduto, anche a prescinde-

re dalla sottoscrizione del Patto di corresponsabilità, ove venga dimostrato che non abbiano impartito ai figli un’educazione adeguata a prevenire comportamenti illeciti”. Così come - aggiunge la circolare - questa responsabilità, riconducibile ad una colpa in educando, potrà concorrere e configurarsi anche a carico del personale scolastico, per colpa in vigilando, ove sia stato omesso il necessario e fondamentale dovere di sorveglianza nei confronti degli studenti. Un patto di corresponsabilità che quindi richiama le responsabilità educative che incombono sui genitori, ed in modo particolare nei casi in cui i propri figli si rendano responsabili di danni a persone o cose derivanti da comportamenti violenti o disdicevoli che mettano in pericolo l’incolumità altrui o che ledano la dignità ed il rispetto della persona umana. E fin qui tutto bene, almeno sulla carta e secondo quelle regole burocratiche che molto spesso sono imbevute di formalità teoriche e di poca pratica. Il rischio è, appunto, che il Patto di Corresponsabilità possa trasformarsi e soprattutto considerarsi un ulteriore adempimento burocratico da firmare all’inizio e da riporre poi nel cassetto della scrivania di segreteria ad ingiallirsi. È come se la responsabilità fosse impressa in una firma da “dichiarare” in un preciso momento (statico). E tutti sappiamo bene che così non è. Senza prestarsi ad alcun facile moralismo (me ne guarderei bene) credo che, per noi ADULTI, parlare di Corresponsabilità sia invece esercizio da svolgere sempre, dovunque e comunque, secondo un momento dinamico e perpetuo. Guardiamo ad esempio alla variabile “tempo” che dedichiamo a loro. Facciamo attenzione, forse è imminente l’arrivo di quel momento in cui i nostri figli ci diranno: papà o mamma...sei irresponsabile! Altro che patto di corresponsabilità. Dovremmo solo accusare il colpo. ■

EVENTI Le giornate speciali vissute a scuola, nonostante i tagli

Memoria & diritti Prof.ssa Stefania Carbonara

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n po’ in affanno, per via di una protesta assunta dai noi docenti che ci ha fatto ritardare la fase di programmazione, sono state comunque garantite alcune tra le giornate di sensibilizzazione che fanno parte della tradizione e degli obblighi scolastici. In occasione del mese della Memoria, per non dimenticare le vittime della Shoah, gli alunni delle classi terze hanno potuto prendere parte al laboratorio Memoria Futura a cura dell’Associazione Fantarca di Bari tenuto dal prof. Anton Giulio Mancino, nel corso del quale hanno potuto assistere alla proiezione di alcuni filmati tratti dai film-documentario La fabbrica dello sterminio e Binario 21. Il 18 febbraio la nostra scuola ha avuto l’onore di ospitare Ugo Foà, scampato alla deportazione ad Auschwitz e testimone della resistenza napoletana delle famose 4 giornate di Napoli (27 -30 settembre 1943) che valsero alla città il conferimento della medaglia d'oro al valor militare. Il dott. Foà è stato coadiuvato dall’intervento della giornalista Stefania Consenti, autrice del libro Il futuro della memoria. In occasione della giornata internazionale dedicata ai diritti del fanciullo (20 novembre), gli alunni delle classi prime hanno potuto prendere parte ai laboratori organizzati dai volontari dell’associazione Save the Children. Il 14 e il 15 dicembre (10 dicembre: giornata dei diritti umani) i volontari dell’associazione Emergency hanno realizzato dei laboratori rivolti agli alunni delle classi terze. I volontari hanno spiegato quali sono gli ambiti di intervento umanitario di Emergency nel mondo e approfondito il concetto di nuova guerra e l’impatto delle guerre sulle popolazioni civili. Alcune classi della nostra scuola hanno preso parte alla gara di lettura Confabulare. La finale della gara si è tenuta presso il teatro comunale in data 23 aprile 2013 e alla presenza dell’autore del libro oggetto della gara. La classe III A del plesso Carducci –Giovanni XXIII si è aggiudicata il primo posto e il primo premio: una valanga di libri. Per non dimenticare le vittime di tutte le mafie, gli alunni delle classi II e III della nostra scuola hanno potuto assistere allo spettacolo teatrale: Io non tacerò, a cura del Teatrermitage di Molfetta. Lo spettacolo, di grande impatto e coinvolgimento, riportava sulle scene la vita e l’impegno del coraggioso don Peppe Diana. ■


L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

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Cultura, Società e Territorio INTEGRAZIONE Consultando l’anagrafe comunale abbiamo quantificato la presenza di cittadini stranieri nel nostro paese

Immigrati a Ruvo: persone non numeri Il progetto “Diritti a scuola” ci ha consentito di svolgere attività di mediazione interculturale con alcuni alunni georgiani, cinesi e albanesi Michele Verriello e Salvatore Dingeo, redazione

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a città di Ruvo di Puglia, pur essendo collocata in un’ area geografica relativamente modesta, è un centro cosmopolita e multietnico. Tante sono le registrazioni di immigrati avutesi negli ultimi anni, i cui gruppi costituiscono una popolazione di 455 extracomunitari nel 2013, circa 1,8% della popolazione ruvese. Prevalgono i maschi e sono circa 200 i bambini e ragazzi. Dopo aver consultato la tabella si nota benissimo che la maggioranza è data dai gruppi Marocchini e Albanesi; notiamo anche i 27 Georgiani, 29 Cinesi e 20 Nigeriani. Le attività svolte prevalentemente sono: vendite ambulanti, agricoltura, assistenza agli anziani e altre mansioni ritenute da noi molto umili. Le cause principali legate alla loro immigrazione nel nostro paese sono dovute a guerre, conflitti etnico sociali, regimi dittatoriali e instabilità politica, spinti dalla ricerca di benessere amplificata anche dalla televisione. Oggi verifichiamo che in agricoltura i datori di lavoro privilegiano gli immigrati perché a minor costo e senza contributi previdenziali, e questo sta suscitando risentimenti nei lavoratori locali che sempre di più, data la disoccupazione in altri ambiti, cercano giornate lavorative in campagna. Tuttavia, molti altri immigrati non hanno il permesso di soggiorno e perciò,

anagraficamente par- PROVENIENZA MASCHI FEMMINE TOTALE lando, non sono registrati. Purtroppo, alAlbania 80 71 151 cuni si occupano di Norvegia 0 1 1 attività illecite, spes- Ucraina 0 3 3 so confluenti in orga- Russia 0 1 1 nizzazioni criminali e Croazia 1 0 1 malavitose oppure Moldavia 0 1 1 come venditori di soBielorussia 2 3 5 stanze stupefacenti. Bangladesh 1 0 1 Fortunatamente pochi Cina popolare 16 13 29 i casi che rappresentano questo triste feFilippine 1 0 1 nomeno. Giordania 1 0 1 Tra noi ragazzi si in- India 2 1 3 staura un senso di Indonesia 0 1 1 paura, verso queste Turchia 2 1 3 persone, con le quali Georgia 3 24 27 assumiamo un com4 4 8 portamento che porta Algeria Angola 0 1 1 a sottovalutarle e ad Egitto 1 0 1 utilizzare pregiudizi 2 1 3 ingiusti escludendoli Ghana dalla nostra società. Kenya 0 1 1 Il Progetto regionale Marocco 124 42 166 “Diritti a scuola” ha Nigeria 8 12 20 consentito al nostro Tunisia 5 0 5 Istituto di avviare Cuba 1 0 1 l’attività di mediazioStati Uniti 2 2 4 ne interculturale e Brasile 1 2 3 linguistica, realizzata Colombia 0 2 2 dalla dott.ssa Leika, Perù 0 1 1 di origini albanesi, che ha aiutato partiVenezuela 5 3 8 colarmente gli alunni TOTALI 263 192 455 georgiani e cinesi a poter acquisire competenze loro paesi di provenienza. linguistiche di base per poter L’accoglienza chiede anche rendere fruttuosa la presenza in integrazione e l’integra-zione classe. Ha anche interagito con si può fare soltanto conoscenalcune classi dove ci sono più doci e non usando pregiudizi alunni stranieri, per far cono- che tenderebbero ad escludere scere la storia e la cultura dei i nostri nuovi cittadini.■

Fonte: Ufficio Anagrafe del Comune di Ruvo di Puglia

Ruvo. A Ruvo ci fu la prima casa di accoglienza per marocchini.

CULTURA Roma, Firenze, Ferrara…grandi città in cui l’arte è sovrana, ma anche un piccolo paese come Ruvo, offre un patrimonio artistico di un certo valore non del tutto fruibile

Il tesoro ruvese Beatrice Bucci, redazione

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n che cosa consiste il patrimonio artistico ruvese? Svariati quadri di arte contemporanea: più di 250 litografie e serigrafie di pittori ruvesi: Cantatore, Di Terlizzi, Chieco, tutti di proprietà del Comune e ivi conservate, tra cui il famoso Galletto di Cantatore. Questo perché, durante gli anni ’60, furono banditi numerosi concorsi di pittura che permettevano al comune di arricchirsi, perché i vincitori donavano ad esso una loro opera. Tra questi dipinti Ruvo ha anche i primi numeri, i più pregiati, se non addirittura le prove d’autore uniche al mondo. Questo tesoro culturale, purtroppo, è “prigioniero” nel caveau dell’ exconvento dei Domenicani. Una bella notizia giunge dall’assessore alla cultura Pasquale De Palo: tra circa due mesi, si aprirà “la pinacoteca Cantatore” al primo piano dell’ex convento,

anche perché dei quadri corrono il rischio di rovinarsi a causa della camera poco arieggiata in cui si trovano. Non bisogna dimenticare i reperti archeologici trovati negli ultimi 30 anni a Ruvo, situati attualmente negli scantinati dei musei di Bitonto e Taranto, che non possono essere esposti nel nostro museo Jatta per problemi di spazio e perché ormai la galleria è di proprietà dello Stato ed il Comune è tagliato fuori da tutte le decisioni. Inoltre, molto di tutto ciò che è stato qui trovato è esposto nei musei di Londra, Berlino, San Pietroburgo, Washington…Allora perché non fare un “baratto” tra i vari musei ed il nostro, affinchè i nostri ritrovamenti possano ritornare nella terra “natia”? È prossima l’apertura di una galleria a palazzo Caputi dove verranno mostrati ologrammi in 3D di ciò che si trova nei

Ruvo di Puglia - Una delle sale del Museo Nazionale Jatta

musei sopra elencati appartenente a Ruvo. Ben pochi conoscono il patrimonio ecclesiastico ruvese che comprende oltre a ori e preziosi anche statue e dipinti, ma la stragrande maggioranza di essi non è visibile al pubblico. Oggi, dopo un “censimento” di questi beni, si sa cosa c’è, ma non dove è pre-

sente. Ci sono stati tentativi di portare il patrimonio al museo diocesano di Molfetta, anche se, come dice il nostro assessore alla cultura Pasquale De Palo, i reperti devono rimanere a Ruvo. Speriamo che in futuro tutti possano beneficiare e saper diffondere la nostra eredità culturale.■


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Cultura, Società e Territorio CHIESA L’elezione del pontefice

La novità di Papa Francesco Classe 3A

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Papi del Medioevo avevano delle ideologie ben diverse da quelle dei loro successori attuali. Loro volevano avere non solo il potere spirituale e religioso, ma anche quello terreno e politico. Questo potere era in contrasto con quello degli Imperatori, con la conseguenza di scontri armati e scomuniche tra Stato e Chiesa. Nei tempi attuali, c'è un reciproco rispetto tra Stato e Chiesa con ruoli ben definiti. La Chiesa esercita solo il potere spirituale, mentre lo Stato esercita il potere politico. Inoltre, con il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, tutte le ideologie sono cambiate e oggi la figura del Papa è nettamente diversa. In Italia, e in tutto il mondo, il Papa è il profeta della pace, della solidarietà e della fratellanza. È il successore di Pietro, guida della Chiesa universale, cioè la comunità dei battezzati presenti in tutto il mondo. Negli ultimi mesi è accaduto un evento che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato. Durante il concistoro, Benedetto XVI in una celebrazione pubblica del Papa insieme ai cardinali, ha dato le proprie dimissioni, a deporre l'incarico dalle ore 20:00 del 28 Febbraio 2013. Così, la sede apostolica si

I progetti di Latino Gabriel De Leo e Stefano Ippedico

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rebbe inutile, ma, in realtà, non lo è affatto, in quanto offre notevoli vantaggi. Quello più evidente consiste nel-

Giovani e fede, dialogo sempre difficile Intervista a don Michele Del Vecchio, a cura di Antonio Maggio, redazione

è resa vacante, quindi senza un Pontefice. Abbiamo assistito guardando la TV ad un evento straordinario: la "nomina di un nuovo Papa". Noi ragazzi non ricordiamo di aver assistito ad un evento simile in quanto molto piccoli, ma è stata un'emozione straordinaria nel vedere in TV quella immensa folla. Vedendo le immagini siamo stati sorpresi dalla moltitudine di persone di diverse nazioni che sotto la pioggia in piazza S. Pietro, a Roma attendevano la nomina del nuovo Papa. Quando da un comignolo posto su uno dei tetti della Basilica è fuoriuscito del fumo bianco, la gente ha subito manifestato una grande gioia con canti e applausi. In quel momento non si sapeva chi fosse il nuovo Pontefice e abbiamo atteso tutti, per oltre un'ora fino a quando Francesco si è affacciato sul balcone della Basilica per rivolgere il suo primo saluto ai fedeli. Ci ha colpito molto la sua semplicità, bontà, umiltà e il suo interesse verso la gente più povera. Le sue parole hanno trasmesso a tutti noi fiducia e speranza, proprio i sentimenti di cui abbiamo bisogno noi giovani, adulti del futuro.■

ESPERIENZE I percorsi, attivati nei due Plessi per le classi terze, hanno sempre un notevole gradimento degli alunni

nche quest’anno la nostra scuola, in entrambi i plessi, ha attivato brevi corsi di lingua latina destinati a gruppi di alunni delle terze classi, guidati dalle docenti di Italiano Malerba, Lorusso e Barile. Ancora in molti si chiedono a che cosa possa servire il latino: se si considera che essa sia una lingua ormai non più parlata, il suo apprendimento risulte-

RELIGIONE Può sembrare lontana dai pensieri dei ragazzi, ma quella religiosa è una dimensione che accompagna ogni fase della vita. Dopo i sacramenti serve l’esempio degli adulti

la creazione di una particolare forma mentis; infatti, lo studio della lingua latina contribuisce a “formare” la mente attraverso una serie di operazioni che costituiscono un esercizio mentale continuo, garantendo una più solida competenza di decodificazione di un testo di qualunque tipologia, abituando al ragionamento con modalità diverse rispetto alle discipline scientifiche. Un secondo vantaggio offerto dallo studio del latino si scopre in seguito, negli studi universitari, anche in quelli di tipo scientifico. Un terzo vantaggio risiede nell’acquisizione della maggiore consapevolezza nell’uso della lingua italiana e delle lingue straniere. Possiamo quindi concludere che il latino, benché sia registrato fra le lingue “morte”, in realtà rientra da ogni parte nella vita di ogni giorno, fornendo un bagaglio culturale tale da costituire un acquisto perenne. ■

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gni adolescente in questo periodo della sua vita, fra i più delicati e significativi, ha mille pensieri. Il Papa emerito Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, ed io mi sono chiesto: ma ci sarà posto per la fede nella vita di un adolescente? La risposta a questo quesito la si può trovare chiedendo ai giovani e ai sacerdoti. A prima vista può sembrare che la fede non abbia spazio nella vita di un adolescente, e le risposte possibili sono: i tanti impegni, le distrazioni di oggi e soprattutto l’educazione ricevuta dal pilastro fondamentale di una persona, la sua famiglia. Alla fine però la decisione sta alla persona, e non si può costringere qualcuno ad avere fede, poiché i principi della religione cristiana dicono che Dio ci dona la libertà di fare ciò che vogliamo, Dio ci lascia liberi di scegliere come vivere. Nella società moderna un giovane, in base al contesto in cui vive, ha moltissime distrazioni da parte di tutti, dai parenti agli amici, che lo possono condurre sulla strada sbagliata facendogli credere che nella vita si può fare ciò che si vuole, e che quindi una cosa come la fede, il credere in Dio, il fatto di affidarsi a Lui e di confrontarsi con Lui nei momenti più bui e difficili della vita, sia una cosa inutile e senza senso. Non è così, non lo è affatto. Chi per primo deve spiegare questo ad un giovane sono i suoi genitori, che devono essere anche un esempio per vivere bene e correttamente. La fede, quindi, è qualcosa di eccezionale, che non si riesce a spiegare bene, come un argomento scientifico, ma di cui si sente il bisogno, non dovrebbe mai mancare in ciascuno di noi, perché ci permette di comunicare con Cristo e

di guardare nel profondo del nostro animo per rivedere ogni cosa che da noi è stata fatta e chiedersi: è giusta o no? La gente parla tanto di giovani che si perdono durante il lungo cammino della vita e che spesso non ritrovano più la strada giusta e che, seguendo i loro coetanei, vanno incontro alle cose più inutili della vita e che purtroppo sempre più spesso li rovinano, sono

diventati schiavi di cose come droga, del gioco d’azzardo, dei videopokers. Ma ci sono esempi di tanti ragazzi che hanno avuto il coraggio di resistere alle tentazioni e di proseguire puramente e eccezionalmente il cammino della loro vita. Ho infatti rivolto delle domande al parroco di San Michele Arcangelo, Don Michele Del Vecchio che mi ha dato delle risposte a volte sorprendenti. D: Uno degli ultimi atti di S.S. Benedetto XVI è stato quello di proclamare l’Anno della fede 2012 -2013. Perchè questa scelta?Come si spiega ad un adolescente? R: Questa scelta è stata fatta per rafforzare e rinnovare la fede. Ad un adolescente la spiego aiutandolo a conoscere le sue radici cristiane, la sua dignità di figlio di Dio. D: Secondo lei, in questi ultimi anni, gli adolescenti hanno fede e la sanno testimoniare? R: È sorprendente constatare come, nonostante le inevitabili crisi adolescenziali, tanti di loro

vivano un’ ammirevole esperienza di fede. Molto dipende dalle importanti figure di riferimento che hanno in famiglia e in parrocchia. D: Chi deve proclamare e testimoniare la fede ad un adolescente e in che modo? R: Dovrebbero testimoniarla tutti quelli che sono adulti nella fede, appunto i genitori per gli impegni che si sono assunti nel giorno del proprio matrimonio e del battesimo dei propri figli. Dovrebbe testimoniare la fede anche l’intera comunità cristiana (laici e sacerdoti). Il modo più semplice e più difficile è vivere il Vangelo, nelle opere e nella preghiera. D: Quali esempi propone oggi la chiesa per parlare di fede ad un adolescente? R: Gli esempi sono molteplici , è facile trovarli in quanti hanno incarnato il Vangelo nella loro vita, cioè nei santi, ma anche in tanti che ci circondano e vivono con semplicità e con autenticità gli insegnamenti offertici da Gesù con le sue parole e le sue opere e i suoi gesti trasmessici dal Vangelo. D: Secondo lei cosa può fare un adolescente in questo periodo delicato della sua vita, per rafforzare la sua fede? R: Mettersi in ascolto della parola di Gesù “se uno mi ama, osserverà la mia parola”. È indispensabile farsi guidare da persone che questo cammino lo stanno percorrendo già e che pertanto possono costituire sicuri compagni di viaggio che favoriscono l’incontro con Gesù vivente risorto. Le parole di Don Michele Del Vecchio ci fanno capire quanto sia bello è necessario avere fede nella propria vita, quindi, come ultimo annuncio a tutti i lettori, io dico: ABBIATE FEDE! ■


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Alle nostre Amiche e Amici di Terza...


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...in bocca al lupo e buona strada!

Primo soccorso e dipendenze

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ome ogni anno, le classi seconde e terze hanno l’opportunità di vivere una lezione di pronto soccorso a scuola, grazie alla disponibilità dell’operatore sanitario F. Marinelli. Alcune semplici ma importanti operazioni, in caso di emergenza, possono salvare una persona o consentire di non aggravare le sue condizioni. Sul tema delle dipendenze, tra le diverse attività che hanno coinvolto i Genitori, due, in particolare, meritavano molta più attenzione e partecipazione: l’incontro sulla ludopatia e dipendenza da sostanze, e quello sulla prevenzione del tabagismo. Sono stati incontri promossi in collaborazione con il Servizio di Igiene e Prevenzione della ASL e che segnano l’inizio di

un’azione in rete tra scuola e ASL che dovrà perfezionarsi e strutturarsi in modo più adeguato in futuro. ■

Borsa di studio “V. Visicchio” Fotonews

Complimenti a Donato Marziliano!

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utta la Comunità scolastica e la cittadinanza ruvese esulta per l’ottima carriera sportiva dell’alunno Donato Marziliano, secondo classificato nel Campionato internazionale di Pattinaggio Artistico in Germania. Donato fa parte della Nazionale Italiana e gli auguriamo che possa raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. Siamo orgogliosi di essere tuoi Amici! ■

La commissione, presieduta dal prof. Pasquale Acri, ha individuato i seguenti vincitori: (da sinistra, in alto): Paolo Mazzone, Alessia Ambrosino, Marianna Mazzone, Marika Armenise, Vinicio Caputi, Luciana Cassano, Laura Di Domenico, (da sinistra, in basso) Lucrezia Fiore, Cinzia Ciliberti, Noemi Stefanucci, Federica Chiffi, Francesco Gadaleta (vincitore) e Nicla Dingeo. Complimenti a tutti loro!


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Adolescenza e dintorni ESAME Prima delle vacanze ancora una prova da superare. Ce la faremo!

Noi,tra un mese

Fresche percentuali di stati d’animo nella nostra terza in “attesa”. Più ansiose le ragazze -

Classe 3E

ORIENTAMENTO Ogni anno, in terza media, si pone la scelta della scuola superiore. Il Progetto Continuità e Orientamento ha consentito a tutti gli alunni di conoscere a scuola i molteplici indirizzi per compiere la propria difficile scelta

Il nostro futuro: decisioni e incertezze Classe 3C

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erza media… Immaginate? Come affrontano gli alunni del giorno d’oggi gli esami? Secondo un nostro sondaggio, si è scoperto, che la più alta percentuale di alunni attende l’esame con tranquillità. Gli alunni appartenenti a questa categoria sono per lo più ragazzi sicuri di sé e che si accontentano della loro fascia media del sei/sette. A un numero di alunni relativamente “tranquilli”, però, corrisponde

ragazze molto emotive e ragazzi molto timidi che già pensano a quando si ritroveranno davanti a una schiera di professori con gli occhi puntati su di loro. Cosa ne pensiamo? Beh, che tutto ciò sia normale, infatti la tipologia dei ragazzi d’oggi è molto varia: partendo dal ragazzo più estroverso al più timido, si incontrano diversi caratteri che vanno ad influenzare parecchi ambiti della nostra vita, primo fra tutti la scuola. In base alla propria perso-

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iceo, professionale o tecnico? Questa è la domanda che si sono posti molti ragazzi delle classi terze della nostra scuola. Alcuni erano già decisi su quale strada intraprendere, ma molti sono i casi in cui si è in dubbio. Oggi sognare di fare un lavoro qualsiasi è un’ impresa che a volte non ci si può neanche permettere. Chi spera, un giorno, di diventare un grande medico, chi di diventare un imbattibile avvocato e chi ancora un importante chimico. Ma questi mestieri richiedono una formazione universitaria che non tutti si possono permettere e che richiede l’ impiego di molti anni di studio; pertanto, molti ragazzi decidono di cambiare strada e intraprenderne altre per non sprecare il tempo e aiutare la propria famiglia al più presto. Così tutti i sogni di un ragazzo svaniscono anche per la crisi economica e, crescendo, avrà sempre il rimpianto di un mestiere mai appreso. Per chi desidera la formazione tecnica o pro-

fessionale il discorso cambia. Certo, queste scuole offrono un diploma “finito” e, in alcuni casi, vengono molto sottovalutate, considerate come un “parco giochi” dove poter andare gratis ogni giorno. Così chi ha il vero desiderio di diventare qualcuno in futuro rischia di perdere le sue speranze e finire nella mischia. Certo non è sempre così: infatti ci sono sempre quei ragazzi coraggiosi, che si fanno forza e decidono di studiare sodo, convincendo se stessi di poter fare qualcosa da grandi, anche all’ estero, divenuto ormai meta di molti ragazzi italiani in cerca di un lavoro che li possa gratificare anche economicamente. Così, anche grazie all’ aiuto delle attività di orientamento organizzate nel nostro istituto al fine di aiutarci ad operare scelte consapevoli per il nostro futuro, ognuno si è indirizzato verso la scuola che più preferiva, nonostante tutti i pro e i contro: dallo scientifico al classico, dall’ artistico al professionale e così via, cercando di poter sognare ancora un altro po’.■

DINAMICHE DI CLASSE Una risorsa professionale da conoscere

La Psicologa a scuola Classe 2B

un numero ugualmente elevato di alunni che risentono della pressione degli esami. Le ragazze sono le più ansiose in quanto più “perfezioniste” e ambiziose. Loro temono di non riuscire a raggiungere gli obiettivi, infatti da subito iniziano la preparazione; seguono ancora, l’agitazione e il nervosismo provati da ragazzi e ragazze che non avendo seguito un buon percorso scolastico, adesso si rendono conto dell’imminente arrivo degli esami e quindi dell’impegno che devono metterci. I più pessimisti rientrano nella percentuale più bassa: sono i “terrorizzati”… Ma chi fa parte di questa categoria? Sono Musica Una modalità simpatica di fare musica per le strade della città

Street (birbant) band Classe 2C -

nalità, ognuno ha diverse aspettative. Tutti aspirano a voti abbastanza elevati; ma parliamoci chiaro, non tutti hanno le stesse possibilità. Infatti c’è chi è più realista, ed è consapevole delle proprie capacità e dei propri limiti. Mentre c’è chi si sopravvaluta e talvolta ha bisogno di essere riportato con i piedi per terra, o al contrario chi si sottovaluta pur avendo le capacità. Quindi, dopo un’attenta riflessione, siamo arrivati alla conclusione che bisognerebbe affrontare l’esame né con troppa sicurezza, nè con troppa ansia, perché i due eccessi possono portare spesso all’errore. Questo in teoria, e in pratica? ■

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e si domanda ad un adolescente qual è il valore più importante per sé, la maggior parte delle volte la risposta sarà l’amicizia. E questo perché uno dei percorsi fondamentali di noi adolescenti è il raggiungimento di una buona interazione fra coetanei poiché, emergendo il bisogno di autonomia, il gruppo dei pari acquista sempre più valore, diventando addirittura un punto di riferimento costante. Possiamo definire l’amicizia, dunque, come quel tipo di relazione interpersonale fra noi ragazzi caratterizzata da sentimenti di simpatia, fiducia, rispetto, solidarietà, confidenza e disponibilità a prestare aiuto in modo reciproco. Ma se tutto ciò non dovesse verificarsi, se si scopre all’improvviso che i rapporti tra noi alunni di una stessa classe non si basano su questi valori, e sono invece caratterizzati spesso da litigi, disaccordi, pettegolezzi, rivalità, gelosie, ipocrisia…, allora di certo non si può parlare di VERA AMICIZIA. Non si può più dire, pertanto, di “stare bene insieme” e soprattutto essendo in questa fase della crescita più sensibile e vul-

a Street band di Ruvo di Puglia, chiamata anche “Birbant band” è un associazione musicale nata nel 2011 dall’idea del sassofonista Vincenzo Jurilli, in seno alla banda tradizionale. L'idea di una Street Band itinerante con un repertorio moderno ed innovativo, costruito intorno ai grandi nomi della musica italiana e mondiale: Fabrizio de Andrè, Barry White, Stevie Wonder, Michael Jackson e Village People, ha subito trovato terreno fertile per realizzarsi e dare i suoi frutti. I membri della Street band indossano una maglietta, una camicia e un berretto, ispirandosi alla band di New Orleans, suonando e danzando nei quartieri delle città con un grandioso ritmo e delle favolose improvvisazioni. Ritmiche e sonorità diverse si uniscono fra loro

nerabile, si avverte una sensazione di malessere e di vera sofferenza. Allora forse è il caso di chiedere un aiuto a una persona esperta nel settore che possa condurci a riflettere e a trovare la soluzione ai nostri problemi. Ed è così che nel mese di maggio, la psicologa della nostra scuola, dott.ssa Chiara Cuoccio (Diritti a scuola), in soli due incontri ha cercato di analizzare le dinamiche relazionali presenti nella nostra classe e con l’aiuto dei nostri docenti, molto disponibili e sempre attenti, ci ha offerto una serie di spunti di riflessione come punto di partenza per avviare la soluzione al nostro grande problema. In men che non si dica tutto è cambiato, è come se “in una stanza buia fosse all’improvviso apparsa una grande luce”, la luce della speranza di ritrovarci nuovamente tra amici, quelli veri, quelli che eravamo un tempo quando l’allegria, la sincerità, la fiducia, la collaborazione e la solidarietà rendevano la nostra classe unica ed unita. Dopo questa significativa esperienza, crediamo che niente potrà più turbare la nostra amicizia anzi, siamo certi che potrà solo rafforzarla e renderla sincera.■

dando vita a vari generi: latin, soul, funky e swing, creando una bellissima armonia melodica, in cui diversi spazi sono dedicati alle improvvisazioni. La grande Birbant band ha aperto le danze del lungo corteo del maggio sportivo della città di Ruvo di Puglia, dopo essersi esibita già alla vigilia di Natale, a Carnevale e tantissime altre volte, in diverse occasioni importanti per la città. La Birbant band ha riscosso tanto successo e molto probabilmente verrà riproposta durante la festa patronale dell’Ottavario. È insomma un modo nuovo di diffondere il piacere dell’ascolto musi-

PATOLOGIE Il 27% degli universitari ed il 31% degli studenti superiori affermano di essersi lesionati.

Autolesionismo Perché? Classe 3C

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mentre il sangue esce a gocce dai tagli, mi sento euforica, leggera. Come se il dolore fisico riuscisse ad annebbiare quello sentimentale. Sentire i tagli che pulsano per il dolore, ed un misto di orgoglio, paura e vergogna, mi assalgono”. Autolesionismo vuol dire far male a se stessi. Tagliarsi, graffiarsi, mordersi, strapparsi i capelli, picchiare la testa contro il muro, anoressia, bulimia, dipendenza da droga o alcool, sono i sintomi di chi ha perso i contatti con la realtà. Secondo un recente studio il 27% degli universitari ed il 31% degli studenti di scuola superiore afferma di essersi autolesionato almeno una volta nella vita. La maggior parte degli autolesionisti sono: donne, adolescenti, persone gay e bisessuali. “Quando vedo il sangue uscire mi sento più libera, più leggera. Non provo più la rabbia che avevo prima è strano, ma anche se dico che non lo faccio più, ci ricasco comunque”. L’autolesionismo non è una malattia mentale, anzi è spesso sintomo di una patologia come la depressione. Ma perché lo fanno? Una testimonianza afferma: “I tagli riempiono il vuoto, la tristezza che si prova quando ci si sente di troppo”. Per guarire dall’autolesionismo si segue la terapia farmacologica per evitare le situazioni di debolezza. “Ora la lametta non la tocco più, tutto il mio vuoto lo riempiono le pillole colorate.” ■

cale, per altro già vivo nella nostra città, e di promuovere la cultura musicale anche nei giovani. ■


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L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

Adolescenza e dintorni Separazioni e divorzi: chi ne risente?

FAMIGLIA La crisi famigliare è una delle cause dell’insuccesso scolastico. Occorre educare ed educarsi all’affettività

Classe 2D “Cotugno”

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empre più spesso, nel gruppo classe, si scopre che un compagno sta attraversando un momento difficile della propria vita causato dalla separazione dei propri genitori. Ci si accorge di questo perché il compagno è demotivato, non studia più, fa di tutto per attirare l’atten-zione in classe e nella scuola, facendosi notare quasi sempre con atteggiamenti negativi, fino a quando magari non è lui stesso a confessare la sua storia. “Ma dopo un divorzio o una separazione cosa succede ai figli?” A seguito della separazione, il rendimento scolastico dei figli peggiora nel 20,7% dei casi e nel 6% il peggioramento è tale da determinare una bocciatura o il rinvio di esami universitari. Dopo la separazione i figli non vedono o vedono meno i genitori o i parenti del pa-

dre e della madre. A volte dopo la separazione, i genitori non possono più sostenere le spese mediche per i figli con la frequenza necesSecondo dati ISTAT nel 2010 le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160; rispetto all'anno precedente le separazioni hanno registrato un incremento del 2,6% mentre i divorzi un decremento pari a 0,5%. I tassi di separazione e di divorzio totale mostrano per entrambi i fenomeni una continua crescita: se nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni erano 158 le separazioni e 80 i divorzi, nel 2010 si arriva a 307 separazioni e 182 divorzi. La quota di separazioni giudiziali è più alta nel Mezzogiorno e nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso livello di istruzione. Il 68,7% delle separazioni e il 58,5% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio.

saria, o non riescono a fargli frequentare corsi extra-scolastici, a mandarli in palestra o a mandarli in vacanza nei luoghi e per la durata che era loro abituale. “Ma perché ci si separa?” Secondo alcuni sondaggi la causa principale di separazioni e divorzi è l’abitudine, l’incapacità di rinnovarsi e trovare nuovi equilibri nella vita coniugale, seguono poi l’infedeltà, le ingerenze dei suoceri e il disaccordo sull’ istruzione dei figli. La separazione o il divorzio, però, non devono essere visti solo in modo negativo perché in alcuni casi possono essere la soluzione migliore. Comunque, chi ne risente maggiormente sono i ragazzi, che proprio nella preadolescenza hanno bisogno di punti di riferimento ed esempi positivi. Forse allora bisognerebbe puntare di più sull’educazione affettiva e sessuale, partendo proprio dalla scuola, perché dare il giusto peso all’affettività e alla relazionalità potrebbe aiutare i giovani a considerare l’altro come una dimensione importante della propria vita.■

ALIMENTAZIONE Occorre migliorare i nostri stili di vita

Dimmi come mangi Classe 3D “Cotugno”

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’adolescenza è un periodo di trasformazioni che riguardano l’aspetto fisico, il carattere e gli atteggiamenti alimentari. Anche dal punto di vista psicologico e sociale avvengono dei mutamenti che inducono ad assumere comportamenti diversi: alcuni ragazzi tendono ad aprirsi e relazionarsi più facilmente o al contrario, altri, provano disagio chiudendosi in se stessi; alcuni di loro sfogano le loro insicurezze nel cibo. In generale, però, la maggior parte degli adolescenti segue una dieta insana e scorretta dal punto di vista salutare, dovuta a cattive abitudini alimentari e ad uno stile di vita sedentario. Le uscite con gli amici diventano momenti perfetti per consumare cibi grassi. Si varia dal semplice trancio di pizza ad alimenti fritti e complessi. Molti ragazzi, non praticando sport, trascorrendo il loro tempo libero davanti a computer e videogames e preferendo pietanze elaborate vanno incontro a patologie come l’obesità, il sovrappeso e altre. Nonostante ciò non si riesce a prendere le dovute precauzioni. Sempre più famiglie acquistano e consumano cibi dolci e calorici come ad esempio merendine, cioccolate, caramelle, patatine e gelati. Questa è la dimostrazione che i genitori devono cercare di adottare uno stile di vita migliore da trasmettere ai propri figli, anche se i pareri saranno divergenti.■

Educazione alimentare...

Cucina ieri e oggi. La merenda corretta a scuola Carmine Petrarota, redazione

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eri un piatto di legumi, oggi hamburger e maionese. Ieri, a colazione, c’era pane condito, oggi un cornetto. Ieri acqua naturale, oggi aranciata. Come noi, anche la cucina è mutata nel tempo, passando da piatti molto poveri, prima della guerra, a piatti molto elaborati ed importati. Negli anni ’50 bere un caffè o un cappuccino era un privilegio e negli anni ’40 il pesce e la carne erano un miraggio di pochi. Nelle case la gente utilizzava molto l’olio prodotto in frantoi. Pane, focaccia e taralli erano fatti in casa, dalle donne di famiglia. Formaggi latte ed i suoi derivati erano alla base dell’ alimentazione. La domenica si mangiava pasta al sugo, quest’ultimo fatto con molliche di pane, una volta alla settimana carne e frutta solo di stagione.

Relazioni Chi sono gli adolescenti di oggi? Come sono cambiati in riferimento agli attuali mutamenti sociali e culturali? Quali sono i tratti che li caratterizzano? Queste sono alcune delle domande alle quali cercheremo di dare una risposta in questo articolo…

Con gli occhi di un 13enne Classe 3F

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ccoci qua! Il nostro ultimo anno di scuola media, per noi ragazzi di terza, volge al termine. È stato un anno molto particolare, pieno di intense emozioni come, ad esempio, i primi batticuori, di momenti di sconforto e di discordie, con i professori e i nostri compagni. Già, i nostri compagni! Noi stiamo vivendo un momento molto difficile da affrontare: l’ adolescenza e, perciò, i litigi con gli amici sono all’ ordine del giorno… L’ adolescenza è un’ età particolare, ci troviamo sospesi tra il bambino che abbiamo lasciato e l’ adulto che non abbiamo ancora trovato, e quindi cerchiamo

conforto nel gruppo di coetanei. Il gruppo è, per noi, come una seconda famiglia, ma entrarci ed essere accettato non è sempre facile. Succede così, per entrare bisogna conformarsi al gruppo: seguire la moda e, a volte, assumere atteggiamenti scorretti che non condividiamo. Nella società attuale per noi adolescenti la comunicazione è molto importante nelle relazioni con gli altri per conoscere meglio sé stessi. Per comunicare utilizziamo social network come Facebook e Twitter. Questo è sbagliato perché durante il percorso di affettività L’ Amore conta, abbiamo potuto incontrare diverse figure per noi significative, che ci hanno fatto comprendere l’ importanza della comunicazione con gli altri, soprattutto nell’ utilizzo dei gesti che per noi possono non significare nulla e che, in realtà, hanno molta importanza in quanto qualsiasi gesto o parola potrebbe compromettere un rapporto. In conclusione possiamo dire che con l’ adolescenza impariamo a conoscere aspetti nuovi dell’ umanità e della nostra vita, i nostri interessi allargano i propri orizzonti e ci sentiamo partecipi di una realtà più grande di noi, che ci attira con il suo fascino e contemporaneamente con le sue difficoltà. ■

Questa “povertà” alimentare è anche uno dei motivi per cui, la gente, era meno obesa. Il pesce, in particolare il capitone, si mangiava solo a Natale, così come i dolci, che venivano preparati in casa. Le famiglie consumavano molti ortaggi prodotti dagli orti delle proprie campagne. I prodotti, inoltre, non erano confezionati, con un grande vantaggio per l’ ambiente. Fino a 40 anni fa la pasta veniva avvolta in un pezzo di carta; anche il latte non era confezionato, ma versato direttamente nelle bottiglie da un lattaio. La globalizzazione ha cambiato molti aspetti gastronomici, importando prodotti (wurstel, maione-

se, ketchup etc…) e nuove modalità alimentari (fast food). Sono cambiati anche i metodi della preparazione delle vivande. Questo è un argomento che a scuola non trascuriamo e che, con il progetto di educazione alimentare, portiamo avanti cercando di abituarci a merende corrette, sane, che rispettano i principi di alimentazione. Non sempre è facile perché i “nuovi” alimenti sono stuzzicanti e vanno di moda, ma con l’aiuto di tutti, genitori, docenti e compagni, possiamo certamente provarci. Per il nostro bene e il bene dell’ambiente. ■


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Adolescenza e dintorni GIOVANI Non abbassiamo la guardia rispetto ad un fenomeno molto diffuso, di cui si parla poco

AFFETTIVITÀ Riproposto con successo il percorso di educazione socio affettiva e sessuale con le terze, in collaborazione con il Consultorio famigliare di Ruvo e quello diocesano.

Parliamo ancora di droga L’amore conta? Ilse Pinto e Mariateresa Ursi, redazione

Classe 3A

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a droga è uno dei fenomeni di dipendenza più in atto tra ragazzi, anche minorenni. È una dipendenza che si può trasformare in desiderio, ma anche in malattia, avendo una grave incisione sulla salute dell’individuo, spesso messa a repentaglio in modo serio. Questo è il motivo per cui è nato il SerT, Servizio per le Tossicodipendenze, ente ospedaliero a disposizione del soggetto affetto da dipendenza. Questo ente si è sviluppato anche nella nostra città, perché il numero di persone che fanno uso di droghe è in continua crescita. La dipendenza colpisce sia minorenni, nella fase della adolescenza, fino ad arrivare a persone più adulte. Ma la droga non è l’unica dipendenza tra ragazzi: anche il gioco ricopre a pieno questo denominativo. Esiste anche il poliabuso diffuso tra gli adolescenti, cioè abuso di più sostanze.

Il SerT nasce proprio per capire i bisogni di queste persone, per curarle, per far capire loro che non devono far uso di queste sostanze. Il pensiero di queste persone affette da questa patologia è che possono riuscire a non far diventare tutto ciò una dipendenza, ma solo un passatempo, invece il consiglio principale deve essere quello di non provare mai a drogarsi e soprattutto di non prenderne l’abitudine. Ma il SerT cerca di essere per queste persone un punto di riferimento, perché ci può essere anche un motivo che le spinge a drogarsi, tipo mancanza di affetto, o situazioni famigliari difficili, o una personalità danneggiata da un contesto sociale un po’ difficile. Spesso si è anche costretti, seppur non verbalmente, da brutte compagnie che “im-pongono” all’individuo la somministrazione di questi veleni, in forma di abuso e dipendenza.■

GENITORI & FIGLI Ciò che vorremmo dire ai genitori, ma non ne abbiamo il coraggio.

Lettera alla mamma... Petrone Gabriella e Mariangela Pizzuto, Redazione

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ara Mamma, ti scrivo, per raccontarti, tutto ciò che non riesco a dire a parole. Ultimamente, diversi litigi ci stanno allontanando; tutti sanno che l’adolescenza è un periodo bello, ma anche davvero difficile per noi ragazzi, che ogni giorno viviamo stati d’animo contrastanti. Solitamente, i nostri litigi sono scaturiti dal mio comportamento aggressivo e arrogante, ma anche dal tuo credermi ancora bambino e trattarmi da tale. Sto crescendo, e i miei modi di fare e di pensare stanno cambiando, la mia personalità sta prendendo forma, e tu ancora questo non lo accetti. I tuoi modi di fare, a volte mi innervosiscono davvero, non vorrei essere trattato da adulta, ma nemmeno da bambino, vorrei soltanto che

tu avessi più fiducia in me. Adesso che sono cresciuto so distinguere il bene dal male, e so anche, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ne è passato di tempo da quando anche tu sei stata adolescente, ma penso comunque che tu possa capire i miei stati d’animo. Vorrei che tu mi venissi incontro, perché sei un riferimento fondamentale per me, e lo dovresti essere ancora di più in questo periodo tanto bello, ma anche tanto problematico. Leggendo questa lettera spero tu possa capire che ti vorrei più vicina a me, vorrei che mi capissi di più, e che mi lasciassi un po’ più di Sellak Yassine libertà, perché mi sento oppresso dai litigi, dai problemi d’amore, dalle amicizie sbagliate e anche dalla scuola, che non mi lasciano tranquillo un momento. ■

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uanto conta l’amore nella vita di tutti noi? Hanno provato a comprenderlo gli alunni delle classi terze attraverso il progetto di educazione socio affettiva e sessuale dal titolo L’Amore Conta, svoltosi anche quest’anno dopo il riscontro positivo dello scorso anno scolastico. Il titolo riprende quello di una nota canzone di Ligabue e ci fa riflettere su quanto peso abbia l’amore nella vita di tutti, “Amore” inteso nel suo significato più ampio. L’uomo infatti, sin dalla nascita sente l’esigenza di relazionarsi con coloro che lo circondano. Ciascun individuo è inserito in una rete di relazioni che lo accompagnano durante il suo sviluppo e poi nell’età adulta. La relazione primaria madre-figlio si allarga al nucleo familiare, poi subentrano altre figure come compagni di scuola, insegnanti, educatori, l’amico del cuore, finché nell’età critica dell’adolescenza ci si distacca dai familiari per dare importanza alla compagnia e si incontrano i primi piccoli grandi amori. L’adolescenza è si un’età bella, ma anche un’età difficile sia per i genitori che per i ragazzi, infatti capita spesso che quest’ultimi si sentano persi, in bilico in un uragano di emozioni che li travolgono in rapidi sbalzi d’umore e, d’altro canto i genitori non riconoscono quasi più nel loro figlio quel bambino che fino a pochi mesi prima abbracciavano ancora teneramente. Questo progetto dunque, ha perseguito l’obiettivo di far conoscere e approfondire agli alunni la conoscenza di se stessi, del proprio corpo e del rapporto con genitori, amici e primi amori, sviluppare la consapevolezza dei propri sentimenti. La finalità principale del percorso è stata quella di comprendere ed eventualmente migliorare il rapporto con i coetanei e

con gli adulti. Esso ha visto protagonisti gli alunni, ma anche i genitori. Si è svolto in orario curricolare, da novembre a marzo, e si è sviluppato in una prospettiva interdisciplinare con l’apporto di tutti i docenti tramite non solo lezioni frontali, ma anche ascolto di musiche e canzoni, apporti audiovisivi, elaborati grafici e artistici e varie ricerche. È stato articolato in sei moduli, ognuno dei quali ha trattato una diversa sfumatura dell’amore: da La preziosità della vita umana, a Conoscere e amare il proprio corpo, cui è seguito Io e i miei genitori, I miei amici, L' amore conta e infine Vivere l'amore con responsabilità. L’ultimo modulo ha visto la partecipazione di alcune figure di esperti quali la psicologa Marika Quinto e il ginecologo Giuseppe Volpe del Consultorio Daniela Paparella di Ruvo, e don Vincenzo di Palo, sacerdote esperto di etica, del Consultorio diocesano, che hanno tenuto con gli alunni apprezzati incontri-dibattito. Il progetto si è concluso con un incontro aperto a genitori e docenti, alla presenza del Preside dott. Michele Bonasia, del docente referente Prof. Luigi Sparapano e della psicologa Chiara Cuoccio (Diritti a scuola) presso l'aula magna del plesso Carducci-Giovanni XXIII. Al termine delle attività gli alunni hanno affrontato un questionario finale di valutazione. Particolarmente apprezzati dagli alunni sono stati gli incontri con gli esperti durante i quali i ragazzi hanno potuto rivolgere domande e sfatare pregiudizi e tabù sull’amore, sul sesso e la conoscenza del proprio corpo. Alla fine gli alunni hanno imparato che l’Amore è essenziale nella vita dell’uomo infatti, soprattutto nell’attuale società che impone il perfezionismo a tutti i costi, l'uomo sente l'esigenza di trovare se stesso nel rapporto con gli altri.■

LIBRI Rodari: leggere non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia schiavo. Le parole di illustri esperti

La lettura, un tesoro prezioso di cui possiamo usufruire Classe 1C

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mos Oz, uno scrittore contemporaneo che vive ad Arad, scrive: “I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni, di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle; nel più completo silenzio e con immensa

umiltà loro ti aspettano sullo scaffale”. Ciò vuole comunicarci che i libri, anche se noi uomini li tralasciamo, restano sempre ad aspettarci, hanno sempre qualcosa da insegnarci. Leggere è un esercizio per la mente, per il cuore e per la vita. Gianni Rodari scrive:

“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo!” Questa affermazione suggerisce come la lettura aiuta a non farci condizionare dalle scelte degli altri, e a pensare con la nostra testa. Un libro è molto utile

perché alla fine nel nostro cuore ci rimane sempre un insegnamento, che poi nel corso della nostra storia personale è nascosto in ogni parola, ci fa riflettere, ci fa cambiare il nostro modo di vivere la vita e talvolta ci dispiace anche di averlo terminato e non essere rimasti in attesa

di capire come terminasse: É questa la magia della lettura, l’insegnamento che si coglie! Per rinnovare questa società mortificata dall’ignoranza, dalla pigrizia e dalla miseria culturale, le uniche armi sono il desiderio di conoscenza e la lettura, perché come dice Roal Dahl: “L’intel-

ligenza e la cultura sono le uniche armi che un debole può usare contro l’ottusità, la prepotenza e la cattiveria.” Impegniamoci tutti a diffondere questo messaggio a chi non è assetato di cultura, perché questa nostra società possa cambiare e possa essere rinnovata, sempre.■


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L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

Adolescenza e dintorni SOCIETÀ È la paura e l’ossessione nei confronti dell’omosessualità. Occorre superarla anche a scuola, dove non pochi sono i casi verificati

MONDIALITÀ Quando gli operai sono trattati come “zerbini” da altri prepotenti

Circa il 55% della popolazione italiana dimostra un simile atteggiamento, anche su internet. Il 17 maggio L’Unione Europea promuove una giornata internazionale di sensibilizzazione

Occhi diversi commentano la globalizzazione

L’omofobia tra i giovani Classe 2E

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' omofobia è un fenomeno molto diffuso in Italia e numerosi sono i giovani discriminati. I casi più gravi si registrano nelle scuole e in altri luoghi molto frequentati dai giovani: bar, palestre, centri di aggregazione ecc. La fascia di età più colpita è quella adolescenziale, fase in cui i ragazzi sono più fragili e, di conseguenza, hanno reazioni preoccupanti come angoscia, vergogna, depressione, isolamento, paura degli altri e in alcuni casi estremi maturano l’idea del suicidio. Uno dei casi più gravi è avvenuto a Roma nell'autunno scorso: un quindicenne A. si è suicidato a causa di bullismo omo-

fobico nei suoi confronti. A. indossava indumenti dai colori “femminili” e, talvolta, utilizzava anche degli smalti degli stessi colori. I suoi compagni di scuola avevano creato un pagina facebook per farlo sentire a disagio e prendersi gioco di lui e, cosa ancor più grave, anche i suoi professori l'avevano ripetutamente criticato portandolo al gesto estremo. Come si può pensare, quindi, di combattere l'omofobia giovanile se ci sono degli insegnanti che invece di trasmettere valori positivi sono i primi a trasmettere odio, pregiudizi, disprezzo, inimicizia e a rendere un adolescente più vulnerabile di

quanto non lo sia già? Erano forse più “illuminati” quanti, in piena rivoluzione francese, proclamarono: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”? Erano forse più “avanguardisti” i Greci e i Romani dell’antichità classica che, seppur in maniera differente, riconoscevano all'omosessualità uno status finanche nobile, comunque molto più che dignitoso? É necessario, quindi, che la società tutta rifletta seriamente su questa piaga, frutto di una profonda povertà culturale. ■

Teatro a scuola

centro di accoglienza per i primi immigrati dell’Africa e alcune comunità di accoglienza per togliere i ragazzi dalla strada. Ed è proprio per questo che la camorra, vedendosi sottrarre tanti ragazzi, utilizzati per scippi e spaccio di droga, decide di ucciderlo il giorno del suo onomastico, il 19 marzo 1994, nella chiesa di S. Nicola di Bari, mentre si accinge a celebrare la Classe 2C messa, intorno alle 7,25 con cinque colpi di pistola. scuola, attraverso il teatro di impegno civile, è possibi- Per ricordare il triste evento la scuola ha deciso di ospitare lo le vivere esperienze di conoscenza e di riflessione su spettacolo il cui titolo, “Io non tacerò”, è tratto da uno dei documenti più famosi di don Beppe Diana: “Per amotemi complessi che noi ragazzi vogliamo re del mio popolo io non tacerò”. imparare a scoprire e ad analizzare. Lo spettacolo, che comincia con la presentazioÈ stato questo il caso della partecipazione allo ne di questo documento e si conclude con spettacolo teatrale dedicato all’impegno antical’assassinio, è stato realizzato dal Teatrermitage morra di don Beppe Diana: “Io non tacerò”. composto da Giordano Cozzoli, Mauro GesmunDon Beppe nasce a Casal di Principe. Nel 1968 do, Leonardo Vasile e Francesco Zenzola, vaentra in seminario ad Aversa, vi frequenta la lenti attori pugliesi. scuola media e il liceo classico. Intraprende gli Oggi la camorra non interessa solo una precisa studi teologici nel seminario di Posillipo dove si area geografica ma, piano piano, sta interessanlicenzia in Teologia Biblica e poi si laurea in do un’area sempre più estesa, per questo la 2C, filosofia all’università Federico II di Napoli. dopo aver assistito allo spettacolo e volendo Dal 19 settembre 1989 è parroco della chiesa approfondire quali conseguenze comporta entraSan Nicola di Bari a Casal di Principe. re a far parte del giro, ha pensato di leggere il “Aveva deciso di interessarsi delle dinamiche di libro: Ragazzi della terra di nessuno di Gianni potere: non solo dei corollari della miseria, non Solino, amico e collaboratore di Don Diana, che voleva soltanto nettare la ferita, ma comprendere i meccanismi della metastasi, bloccare la cancrena, fermare l’origine di racconta di alcuni ragazzi che si sono ritrovati faccia a faccia con la camorra ed hanno travato il coraggio di allontanarsene. ciò che rendeva la sua terra una miniera di capitoli e un tracLe storie raccontate in questo libro ci hanno permesso di capiciato di cadaveri”, leggiamo in una testimonianza di Roberto re il dramma vissuto dalle persone in terra di camorra, la fatica Saviano. È per questo, infatti, che don Diana cerca di aiutare richiesta a chi vuole condurre una vita onesta, fondata sul la gente nei momenti resi difficili dalla camorra, negli anni del rispetto delle regole civili. ■ dominio assoluto della camorra casalese, così organizza un

Don Beppe Diana: allontaniamo i ragazzi dalla camorra

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La testimonianza di Elisabeth Mongore Nyanokwi, coltivatrice di tabacco in Kenya Classe 3H

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volte è meglio chiedersi se è questione di fortuna o di destino, a momenti è meglio riflettere sull’ importanza di ciò che ci circonda, beni di cui non possiamo fare a meno, di cui usufruiamo costantemente e che alla fine vediamo come ammassi incomprensibili di ingegno. Non sarebbe male pensare alla nostra situazione che, benché critica, e finora “accettabile”, non può essere paragonata a quella dei paesi del Sud, non sviluppati o in via di sviluppo. Uno dei contro della globalizzazione (processo che lega sempre di più le economie e le rende interdipendenti) è l’aumento della povertà e il continuo sfruttamento da parte delle imprese multinazionali che pur di guadagnare sono disposte a trattare come “zerbini” i loro operai. È questa l’espressione utilizzata da una coltivatrice di tabacco del Kenya, il suo nome è Elisabeth Mongore Nyanokwi, che racconta di sé e del suo misero vissuto trascorso a lavorare giorno e notte per sfamare i suoi figli, privata dell’ ausilio di qualcuno. Una donna speranzosa di ricevere le tante promesse che le multinazionali le avevano fatto, ma che non sono comunque state mantenute. «Noi vogliamo che le vostre società vengano a investire qui e non m’ importa di lavorare sodo per produrre il tabacco, ma penso che dovrei ricevere il giusto compenso per la mia fatica» afferma Elisabeth. Così si può vedere realmente cos’è la globalizzazione. Solo così ci si può rendere conto che la nostra prospettiva è diversa da quella di un’operaia asiatica, ad esempio, che ottiene un compenso minimo ed è costretta a lavorare per ore ed ore, durante tutti i giorni della settimana, compresa la domenica. Scopriremmo l’altra faccia della globalizzazione, quella più nascosta per volere delle multinazionali, quella più triste, quella più tenera, più umana che mostra cosa sia capace di affrontare una mamma per i suoi figli, come accade nel caso di Elisabeth. Perciò è opportuno contribuire alla realizzazione di una diversa globalizzazione, i cui benefici non vadano solo a una minoranza della popolazione mondiale, ma all’ umanità intera. ■

SOCIETÀ Si moltiplicano le cronache di violenza sulle donne. La giornata istituita il 25 novembre sia di impegno quotidiano

Femminicidio, perché? “Certo che le donne sono un’altra razza. Con gli sguardi catarifrangenti da Barbie, con l’uomo sbagliato addosso, innamorate di un gatto o tradite dall’ombra della felicità, abbandonate all’angolo di una piazza o tagliate da un improvviso dolore, si fermano un istante per piangere, poi sollevano il capo e riprendono la strada.” Antonello De Sanctis

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n Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima nella sua vita dell'aggressività di un uomo. Sei milioni 743 mila quelle che hanno subito violenza fisica e sessuale, secondo gli ultimi dati Istat. Basterebbe prendere atto di queste statistiche per rendersi conto di come in questo ultimo periodo si stia parlando di più della violenza sulle donne o addirittura del femminicidio. Noi, anche se ancora giovani,

rimaniamo sconcertati sentendo tutto ciò perché non è possibile che nel XXI secolo questo grave problema non sia stato ancora risolto. Sembra impossibile che un uomo (molto spesso il marito, il fidanzato o l’ex) possa prendersi gioco di una donna che dice di amare. Quel che è peggio è che le donne, ”tradite dall’ombra della felicità”(De Sanctis), non denunciano l’accaduto. Ma qual è la matrice dell’atteg-

Classe 3E

giamento violento dell’uomo? Molte volte le donne vengono viste solo come un oggetto da possedere, da controllare; oggetto incapace di poter “fuggire” per forza dell’amore. Fortunatamente le donne non sono completamente sole, perché parte della società non è insensibile a questo, infatti esistono associazioni, come DIRE (Donne In REte contro la violenza) o la casa delle donne contro la violenza onlus. Per

ricordare tutte le donne, vittime di soprusi, è stata istituita la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre. Nonostante ciò la donna non gode ancora di abbastanza rispetto. La base del rispetto è l’amore, quello vero “l’amore rende felici, riempie il cuore; non rompe le costole e non lascia lividi sulla faccia” (L. Littizzetto). Perciò, BASTA! ■


L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

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Esperienze scolastiche Svolto a scuola un corso di aggiornamento sul modello valenziale Prof.ssa Carmen Tarantino

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un modello di descrizione della frase, basato sulla centralità del verbo nella frase, studiato contestualmente sul piano sintattico e semantico senza privilegiare, come ha sempre fatto il modello grammaticale tradizionale, il livello sintattico. La capacità del verbo di richiamare gli elementi di base della frase viene chiamata valenza. Un esempio può meglio chiarire. Nella frase Il bambino regala un fiore alla maestra, il verbo ‘regala’ per avere significato presuppone un argomento soggetto (il bambino), un argomento oggetto che il verbo richiama (il fiore) e il beneficiario del regalo (la mamma). Il verbo regalare, pertanto, è un verbo trivalente. Nella pratica didattica deriva che in questa espressione la frase minima (o nucleare) fondamentale per avviare lo studio dell’analisi logica (ma anche per la elaborazione e la decodifica dei testi), non è, come di solito si dice,‘il bambino regala’, ma è Il bambino regala un fiore alla maestra. ■

La magia delle parole Classe 1F

Nei libri c’è tutto ciò di cui hai bisogno […], perché la luce che cercavi vive dentro di te, la saggezza che hai cercato a lungo in biblioteca ora brilla in ogni foglio perché adesso è tua.” Un libro ti catapulta in un mondo che non è tuo, in un mondo che ti fa immaginare di essere in un paradiso diverso, un paradiso che come pavimento ha delle pagine scritte, i cui fogli bianchi devi continuare tu con la forza del pensiero e di quella magia che si chiama fantasia. Questa fantasia la troviamo nelle parole, esse non sono gusci vuoti, ognuna contiene un significato e suscita nel lettore sentimenti che rapiscono e catturano scorci di vita. Le parole non vanno viste come semplici significati stampati sui dizionari, ma sono un elemento vivente che donano a ciascuna persona la libertà d’interpretare un racconto. Leggere con la fantasia è piacevole infatti questo verbo non sopporta l’imperativo. In ogni lettura c’è un regalo, in ogni parola è nascosto un insegnamento, sempre diverso, mai uguale. Ogni libro contribuisce in qualche modo a renderci una persona migliore, a cambiare una parte di noi, a cambiare il modo stesso di intendere la vita e di viverla. Leggere è una magia, basta scoprirla.■ CONCERTO Il 3 giugno concerto conclusivo del progetto “Area a rischio”

Musica d’insieme Prof. Luigi Sparapano

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uattro gruppi musicali, che esprimono la ricchezza musicale della nostra scuola, daranno vita al concerto di fine anno “Musica d’insieme”, in programma lunedì 3 giugno, alle ore 19,30 presso l’ex convento dei Domenicani, nell’ambito della manifestazione comunale La scuola in mostra. La Light music orchestra diretta dal prof. V. Iurilli, l’ Orchestra don Tonino Bello diretta dal Prof. R. Di Rella, il Coro D. Cotugno” diretto dal Prof. N. Bucci e la Flute symphony diretta dal prof. G. Caldarola, daranno vita ad una serata speciale con un articolato programma musicale che spazia tra musica classica, religiosa, sinfonica e leggera, per concludere con un omaggio a G. Verdi. Il progetto, svolto in pochissime settimane, è stato finanziato dai fondi “Area a rischio” con l’obiettivo di integrare e motivare gli alunni ed evitare la dispersione scolastica. Siamo convinti che, nonostante il poco tempo a disposizione, il concerto avrà il successo che merita, soprattutto quello di aver contribuito a dare l’immagine di una scuola unica. ■

ITALIANO Incontro con il Prof. Sabatini, linguista dell’ Accademia della Crusca

Oltre l’esibizionismo linguistico La grammatica valenziale riesce a coinvolgere anche ragazzi ostici allo studio della lingua Classe 2F

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l 3 maggio 2013 con la nostra insegnante di italiano abbiamo partecipato all’ incontro con il prof. Francesco Sabatini, noto linguista e Presidente emerito (unico non toscano!) dell’ Accademia della Crusca, organizzato dall’ Istituto comprensivo ‘Battisti’ di Corato. Da tempo nella nostra classe stiamo sperimentando lo studio della grammatica valenziale. Questo è un modello che ci sta incuriosendo molto per diversi motivi. Innanzi tutto ci sta piacendo l’ idea che le conoscenze le scopriamo noi, strada facendo, e che dal dubbio scaturiscono le certezze. L’ approccio, quindi, è molto affascinante e ci sta coinvolgendo tanto. Abbiamo notato che, anche qualche compagno ‘ostile’ allo studio della grammatica, ora ci sta prendendo gusto e questo, ovviamente, è molto positivo.

Durante l’ incontro con il Prof. Sabatini, grande studioso della grammatica valenziale, sono emerse tante curiosità. L’ uditorio era eterogeneo: alunni di vari segmenti scolastici, dalle medie alle superiori, e tanti docenti. Dopo aver tenuto una lezione su ‘L’ italiano oggi’ il professore ha aperto il dibattito. Gli interventi, davvero numerosi, sono stati interessanti anche se di più ci sono piaciuti quelli fatti dai ragazzi. Un ragazzo, ad esempio, chiedeva come si può, oggi, non sentirsi attratti dagli anglicismi, visto che tutto il mondo giovanile (la musica ma anche l’informatica) parla inglese. Il professore, saggiamente, ha risposto che, laddove l’ espressione è insostituibile, come ad esempio ‘computer’ è inutile cercare una traduzione. Sarebbe ‘comico’ dire ‘ordinatore’ o ‘elaboratore’! In ogni caso, ben

venga la traduzione inglese (premesso che la parola ‘computer’ deriva dal latino computare e non dall’ inglese). In altri casi, invece, si tratta di forzature, come quando si insiste ad usare latinismi in contesti per niente formali. Ci ha colpito quello che il professor Sabatini chiama ‘esibizionismo linguistico’. Secondo il professore la lingua deve servire a comunicare e certi anglicismi e latinismi, quando non necessario, creano una frattura tra il parlante e l’ ascoltatore e in questo caso si viola il ‘principio di democraticità linguistica’. Tornati in classe ci sono poi stati spiegati alcuni tratti del parlato e siamo diventati quasi esperti nel cogliere il ‘non detto’ nei discorsi di chi parla. Questa è stata una esperienza interessante, sia perché abbiamo avuto modo di capire un po’ di più i meccanismi che regolano ‘il sistema’ della lingua italiana, sia perché abbiamo la possibilità di conoscere un grande come il professor Francesco Sabatini. ■

Libri diverse iniziative per promuovere il piacere della lettura

Leggere aiuta a crescere Classe 1C

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risaputo che la lettura stimola la fantasia e arricchisce le esperienze personali. Già dalla prima infanzia è importante che i bambini abbiano a disposizione libri illustrati e molto colorati e ascoltino fiabe e favole dagli adulti e soprattutto dai genitori. Dei famosi spot pubblicitari recitano: “La lettura è il cibo della mente” .“Più leggi più sai leggere la realtà”. Per chi legge molto e con passione, i vantaggi sono molteplici: s’ impara a scrivere, si approfondiscono vari argomenti, si scoprono luoghi reali e immaginari viaggiando nel tempo e nello spazio. Noi ragazzi, purtroppo, non siamo invogliati alla lettura perché preferiamo trascorrere il tempo libero al computer, alla tv o ai videogames. Da un indagine fatta in classe, infatti, pochi amano leggere. Però negli ultimi mesi, grazie a varie iniziative, ci stiamo appassionando alla lettura. Abbiamo partecipato alla gara di lettura “Un pugno di libri”; Una piccola biblioteca di classe e la Biblioteca scolastica, ci hanno consentito di conoscere vari generi letterari dal mito, alla fiaba, alla favola e al racconto. Abbiamo partecipato alla selezione del 56° Premio Bancarellino, città di Pontremoli e per ultimo stiamo finendo di leggere il libro “Mai con la luna piena”, la cui autrice Pina Varriale, è venuta il 27 maggio nella nostra scuola. Inglese Un progetto con il docente madrelingua

Shall we chat? Classe 3G

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ella società odierna, sempre più controllata dai mass media e dalla tecnologia, conoscere bene più di una lingua è certamente un vantaggio in qualsiasi campo lavorativo e sociale, poiché permette di comunicare con facilità con altre persone di usi, costumi e tradizioni diverse rispetto alla nostre. Saper parlare una lingua straniera significa quindi aprirsi al mondo, senza mostrare pregiudizi nei confronti di altri popoli. L’esigenza di conoscere nuove lingue è nata in maniera definitiva da quando, dopo la Seconda guerra mondiale, le varie nazioni del mon-

Il libro, ambientato nel 1200 a Palermo, narra le avventure di Federico II di Svevia, orfano e sotto tutela, costretto a studiare chiuso nel castello di Maredolce. Quando il futuro re, un giorno, riesce a scappare, incontra tanti personaggi simpatici che

gli insegnano i poteri delle piante e della mente. Federico, intanto, non sa che al palazzo si sta preparando una congiura contro lui. Per questo incontro abbiamo preparato domande, cartelloni e curiosità per conoscere dall’autrice i segreti per diventare scrittori e chissà che qualcuno di noi lo diventi veramente.■

do hanno consentito il libero scambio di persone e merci e sono state abolite le frontiere. Fino a quel momento conoscere qualcosa delle altre popolazioni mondiali non era necessario. Basti pensare all’isolazionismo americano, negli anni ’20 del Novecento, con cui il presidente ancora in carica Wilson chiuse la propria nazione a tutto ciò che proveniva dall’estero. Oggi le lingue sono fondamentali, soprattutto nell’ambito lavorativo. Infatti, chi è più preparato dal punto di vista linguistico, ha più possibilità di essere scelto, rispetto ad altri, dal datore di lavoro. Quindi, proprio per questo motivo, tutte le scuole d’Italia si stanno attrezzando per organizzare corsi di lingua straniera con certificazione per tutti, dai bambini più piccoli ai ragazzi più grandi. A volte però alcune certificazioni sono spendibili nel mondo del lavoro soltanto per pochi anni. Perciò, o-

gni ragazzo poi si deve preoccupare di mantenere e potenziare il livello di conoscenza di lingua acquisito. Oltre a corsi privati di certificazione straniera, anche la scuola è attrezzata per ospitare un progetto di inglese. Da ogni classe sono stati selezionati i ragazzi disponibili per il corso, ideato dalle professoresse d’inglese e tenuto da un lettore, Daniel Anthony, originario di Manchester. Le attività svolte durante le lezioni si basano principalmente su giochi in lingua, come l’hangman (impiccato) e dialoghi orali improvvisati, pensati proprio per simulare situazioni che potrebbero verificarsi nel paese in cui si parla la lingua e in tal modo poter comunicare unicamente in lingua inglese. Crediamo sia una attività molto utile per condurre i giovani all’apprendimento della lingua inglese giocando■


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Esperienze scolastiche SCUOLA Una dinamica non sempre facile

Alunni vs Docenti Classe 2G

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volte gli studenti pretendono troppo dai professori, si sentono persi, quindi gli insegnanti dovrebbero aiutarli a superare le loro incertezze e i loro problemi. Il rapporto tra alunni e docenti non è uguale per tutti, infatti ci sono alunni più timidi che non riescono a superare "la linea di confine" con i professori e si rivolgono a loro con rispetto e alunni più estroversi che riescono a superarla ridendo, scherzando e parlando con loro. Poiché la scuola è il secondo luogo dove noi ragazzi trascorriamo più tempo, dopo la famiglia, gli insegnanti hanno un ruolo importante nella nostra vita. Il rapporto tra alunni e insegnanti può influire anche sull'apprendimento perché se qualcuno non prende sul serio la scuola, perde la voglia di studiare. Ciò va a penalizzare il suo profitto e quello del resto della classe perché, essendo elemento di disturbo, non fa seguire la lezione ai suoi compagni. Nonostante tutto, il rapporto che si è instaurato tra noi e i nostri professori, è speciale. Spesso assistiamo a visite di exalunni ai professori con i quali hanno avuto un ottimo rapporto; ci auguriamo anche noi di tornare a salutare i nostri docenti perchè questo vorrà dire che di loro abbiamo conservato un ottimo ricordo.■

█ Settimana

scientifica: la scienza presentata da noi Francesca De Astis e Lucrezia Fiore, redazione

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nche quest’anno nella nostra scuola, si è svolta “la Settimana della cultura scientifica”, nell’ambito del programma comunale “La scuola in mostra, promossa dall’Assessore Elisabetta Altamura. In quest’occasione noi alunni di 2° media abbiamo presentato gli esperimenti fatti durante l’anno

Un momento dei laboratori con le classi quinte

scolastico ai ragazzi di 5°elementare la mattina, e al pubblico il pomeriggio. Dai loro volti siamo rimasti molto colpiti perché la maggior parte è sembrata attenta, curiosa e soddisfatta del nostro lavoro. Un’opportunità questa, per immedesimarsi e mettersi

DIDATTICA DEL TERRITORIO L’anno scolastico si è caratterizzato per l’eliminazione dei viaggi d’istruzione

Niente visite!

È stata una conclusione infelice per gli alunni delle terze classi che aspettavano la “gita” Salvatore Testini, redazione

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el corso di questo mese più volte ci è capitato di parlare delle gite scolastiche con i nostri amici di comitiva, frequentanti le scuole dei paesi limitrofi. Molte scuole hanno scelto mete naturalistiche con relativo soggiorno. Ci hanno raccontato della bellezza dei paesaggi che hanno potuto ammirare e del divertimento vissuto durante l’esperienza nuova e coinvolgente. Allora noi ragazzi della CotugnoCarducci-Giovanni XXIII ci siamo chiesti perché in questo anno scolastico non ab-

biamo avuto l’opportunità di partecipare ai viaggi d’istruzione. A distanza di anni, quando non si è più tra i banchi di scuola, i primi ricordi che si conservano di quest’ultima sono semplici fotografie ricche però di nostalgia e sentimenti, scattate in quei giorni passati lontani dall’aula, insieme ai compagni di classe durante le gite scolastiche. Tutti gli anni, infatti è tradizione, per ciascuna classe di ogni scuola, fare un viaggio d’istruzione per approfondire e toccare con mano ciò che è stato studiato da noi

MATEMATICA La 3G “Cotugno” ha conseguito il 3° posto a livello interprovinciale

Il rally di matematica Classe 1E

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gni anno si svolge una competizione, con quesiti logici e matematici, per confrontare i livelli delle competenze matematiche delle scuole italiane. Quest’ anno nel nostro Istituto, tra le tante classi partecipanti, una sola è passata: la 3G ed ha conquistato la coppa del 3° posto interprovinciale. Al di là della vittoria nella selezione preliminare, è bello lavorare in gruppo, mettere insieme le potenzialità individuali per collaborare nel gruppo, e tra i gruppi perché la

alunni sui libri di testo. Per le classi terze è l’ultima occasione per vivere insieme a compagni e docenti una giornata diversa dalle altre, prima di intraprendere strade diverse alle superiori. Purtroppo però, le cose quest’anno non sono esattamente andate così. Infatti la delusione più grande per noi è stata quella di non aver potuto effettuare uscite didattiche della durata di uno o più giorni. A causa dei mancati fondi scolastici destinati alla scuola e della loro riduzione per lo svolgimento di attività extracurriculari, all’indisponibilità dei professori, e all’attuale crisi economica, noi alunni siamo stati privati di questa opportunità. I viaggi d’istruzione con i docenti e i compagni sono molto importanti, in quanto ci consentono di socializzare, relazionare, conoscere nuove mete storiche, culturali e artistiche ,avere un

rapporto diverso con i docenti rispetto a quello che si ha in ambito strettamente scolastico e permettono anche di responsabilizzarci nel rispetto delle regole e dell’ambiente circostante. Consentono an-

che di sviluppare la nostra autonomia. Siamo convinti che abbiamo perso una grande occasione, pur comprendendo le motivazioni che hanno indotto i docenti a fare una scelta così sofferta. Noi ragazzi auspichiamo che ci sia una maggiore attenzione da parte del Ministero dell’Istruzione, garantedoci così la possibilità di fare nuove esperienze formative. ■

classe dia il meglio di sé per raggiungere il traguardo finale. Se poi non si vince, dispiace certamente, ma non è la fine del mondo perché rimane la gioia di aver condiviso una sfida. Abbiamo chiesto il parere alla professoressa di matematica A. Stasi, a favore di questa competizione.

Professoressa cosa ne pensa del rally? «Penso che il rally matematico transalpino offra agli alunni grandi opportunità: esercitarsi nella matematica, sviluppare la capacità di lavorare in gruppo, competere con compagni di altre classi. A me, come insegnante, permette di valutare la capacità di organizzare e di discutere le soluzioni, osservare i ragazzi durante la risoluzione dei problemi. Per cui ritengo questa attività formativa». Complimenti agli amici La meritata coppa al Rally matematico della 3G!■

nei panni dei nostri professori e capire come spiegare un esperimento non sia poi così tanto facile…Bisogna prepararsi, imparare ad esporlo e poi avere tanta pazienza. Ciò non basta. Eravamo anche molto ansiosi, paurosi, timidi e insicuri perché non volevamo sbagliare, volevamo mostrare la perfezione. Ma si sa…

l’importante è dare sempre il massimo e se a volte si sbaglia, bisogna correggersi e andare avanti. Però grazie all’aiuto dei nostri professori abbiamo esposto le nostre conoscenze al meglio e nonostante qualche imperfezione ci siamo divertiti tanto da voler ripetere questa esperienza un’altra volta! ■

PON FSE La scuola è presìdio territoriale per la formazione. Attivato un corso con 20 insegnanti

Educazione scientifica per docenti Prof.ssa Gabriella Colaprice (esperto )

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a Scuola Secondaria di I Grado “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” in qualità di Presìdio territoriale per la formazione docenti in Educazione Scientifica, è stata autorizzata dal MIUR all’attuazione di un corso di formazione di 100 ore in modalità blended, 30 ore in presenza e 70 ore nell’ambiente di formazione on-line. L’iniziativa si propone di rafforzare nel territorio il ruolo degli Istituti Presidio come poli di reti disciplinari di approfondimento, sperimentazione e ricerca didattica. Con questa proposta, infatti, il nostro Presidio si è attivato come catalizzatore della formazione per i docenti del territorio per consentire l’aggiornamento disciplinare, innovare i curricula, proporre una didattica attenta ai problemi attuali della ricerca scientifica. Obiettivo del percorso è quello di sviluppare

negli studenti maggiori competenze scientifiche avvicinandoli alla materia in maniera più coinvolgente e promuovendo l’utilizzo delle conoscenze e delle abilità apprese a scuola per affrontare problemi e compiti analoghi nella vita reale. Com’è noto, sviluppare competenze scientifiche negli studenti è una delle priorità che il nostro Paese, assieme agli altri dell’Unione Europea, si è assunto con l’aggiornamento degli obiettivi di Lisbona (ET2020). Il MIUR in collaborazione con l’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) ha selezionato l’esperto dall’elenco degli esperti dei Piani Nazionali di formazione, che include docenti selezionati e formati dall’ANSAS come Tutor del piano nazionale di formazione. L’esperto, formato e selezionato dall’ANSAS, ha condotto il corso con 20 docenti provenienti

da Scuole Secondarie di I grado di Ruvo e di cittadine limitrofe, attivando percorsi di ricerca-azione sperimentali, nel laboratorio scientifico-tecnologico della nostra Scuola. Durante i corsi i docenti hanno avuto modo di studiare e sperimentare i materiali prodotti nell’ambito del piano nazionale di formazione Educazione Scientifica, oggi disponibili nel sito web http://risorsedocentipon.indire.it, che propongono con originalità:  lo sviluppo storico delle conoscenze

scientifiche e delle tecniche inserite nel loro contesto di sviluppo e di applicazione;  l’impatto ambientale e la sostenibilità delle tecnologie sviluppate;  la verifica degli apprendimenti degli allievi rispetto ai concetti ed alle competenze sviluppati attraverso l’attuazione in classe dei percorsi proposti;  l’utilizzo diffuso delle nuove tecnologie sia per l’osservazione e la riproduzione dei fenomeni, delle misure, sia per la condivisione delle analisi e dello studio, al fine di facilitare la formazione di comunità di pratiche fra i corsisti. ■


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Esperienze scolastiche █ Alla conquista di Facebook,

con molta attenzione Classe 1B

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iete stanchi di telefonare ai vostri amici e restare preziosi minuti in attesa di una risposta? Siete stanchi di mandare sms al cellulare? Noi abbiamo una soluzione: Facebook! Facebook è un social network che serve a comunicare e mettere in contatto tutto il mondo. Attraverso la chat si può chiacchierare con altre persone che conosci. Inoltre ci si può divertire perché ci sono giochi, sondaggi, applicazioni, si possono creare liste, puoi divertirti a cambiare immagine al tuo profilo, puoi condividere link, video e testi. Facebook può aiutarti sia a ritrovare amici dell’infanzia che hai perso di vista e sia a fare nuove conoscenze ed amicizie. Ti permette di vedere in tempo reale e contemporaneamente cosa stanno facendo tutti i tuoi amici e non solo puoi vederlo, ma puoi anche commentare il loro “status”. Esistono gli eventi, i gruppi e le pagine tematiche, giochi e tanto altro, da condividere o cliccare su MI PIACE. Fate attenzione però amici “FACEBOOKKIANI” perché ci possono essere dei pericoli! Una persona che ha cattive intenzioni potrebbe mettere dei dati falsi durante la registrazione e ingannarvi dicendo che ha la vostra età o di essere una donna per incontrarvi o avere il numero di telefono. Così come dobbiamo evitare e isolare i cyber bulli, coloro cioè che prendono di mira una persona scrivendo parole offensive e denigratorie. Quindi occhi ben aperti! Non dite mai dove abitate, non lasciate il vostro numero di telefono e non date appuntamenti a persone che non conoscete e che non sono amici reali. ■

█ La disoccupazione, un problema! Classe 1D

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a disoccupazione è un fenomeno molto diffuso nei nostri giorni, soprattutto tra i giovani, che pur di lavorare temporaneamente, svolgono qualsiasi attività, anche con modesto guadagno. La disoccupazione al Sud, e quindi anche nella città di Ruvo, è un problema antico, ancor di più aggravato oggi dalla crisi economica che attanaglia la società degli ultimi anni. Nei tempi più recenti non si contano più le chiusure di industrie e società che offrivano una possibilità lavorativa a molti operai. Di conseguenza sono diminuiti i consumi perché la gente non ha più il potere d’acquisto di un tempo e ha finito anche per indebitarsi pur di tirare avanti. Nella città di Ruvo la disoccupazione è tanta, come si può notare dai dati forniti dal Centro dell’Impiego ed è sinonimo di emigrazione e “fuga dei cervelli” all’estero soprattutto per i giovani, che avendo terminato gli studi non riescono ad affermarsi nel lavoro in Italia e fuggono all’estero, magari dove i loro titoli sono presi in considerazione. In questi anni di crisi economica, la nostra città come tutto il Sud, soffre perché è molto difficile restare a galla. Si assiste inoltre ad un altro tentativo: negli anni Sessanta, i braccianti agricoli hanno lasciato le campagne per essere impiegati nelle industrie, spesso si verifica un’emigrazione di ritorno a causa della crisi dell’industria che spinge a molte persone a riprendere il lavoro nei campi pur di avere una fonte di sostentamento. ■

█ Dalle

primarie alle medie

Classe 1A Carducci-

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agazzi, sicuramente tutti voi avrete vissuto quel tipico passaggio che vi ha messo ansia, insicurezza e nostalgia… sapete di cosa si sta parlando? Di cosa, se non dell’inizio di questa nuova avventura: la scuola media! Amicizie, affetti e vecchie conoscenze si sono lasciati alle spalle per dar posto a ciò che si potrebbe definire: adolescenza. Una piccola parola che, tuttavia, contiene un immenso significato! I professori più severi, compiti pesanti e l’inizio di nuovi progetti, testimoniano la vera faccia di questa nuova realtà per questo, molto spesso, i ragazzi trovano un rifugio in hobby e attrazioni esterne all’ambito scolastico (sport, social network, idoli, musica, e tecnologie…) che li distolgono dal loro dovere: quello di studiare. Tuttavia, tutto questo contribuisce a saper gestire la propria vita e sentirsi più responsabili. Per questo il consiglio che si può dare a tutti è di non fermarsi davanti a questi piccoli ostacoli perché l’adolescenza è una normale evoluzione della vita. ■

TEATRO Tra le poche uscite didattiche consentite quest’anno, drammaturgia in inglese

Hamlet: to be or not to be? Classe 3D

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enerdì 8 febbraio 2013, noi ragazzi delle classi terze, siamo andati al teatro Royal di Bari per assistere a uno spettacolo teatrale in lingua inglese: “Hamlet”, preparato dagli attori della compagnia Palkettostage. Uno splendido foyer ci ha accolti e poi condotti nella platea, affollata da moltissimi ragazzi trepidanti ed entusiasti di vedere lo spettacolo. Infatti, dopo qualche minuto di attesa…il teatro si spegne e le note della canzone Shine on you crazy diamond iniziano a rimbombare in ogni angolo dell’ambiente, accompagnate dall’energia degli attori che ballavano e cantavano, coinvolgendo anche noi. La trama,

scritta da William Shakespeare, parla del giovane principe di Danimarca, Hamlet, il quale dopo la morte di suo padre, finge di essere pazzo per vendicarsi di suo zio Claudio, assassino e fratello del defunto re, sposatosi con Gertrude, madre del protagonista. La sto-

ria è racchiusa in un clima enigmatico e misterioso, che porta alla drammatica morte di tutti i personaggi della vicenda. Con la ripresa del ritornello della canzone iniziale si conclude la “tragedia”, lasciando noi ragazzi a bocca aperta per l’inaspettata conclusione. Dopo pochi minuti si riaccendono le luci e gli attori si mostrano disponibili a rispondere alle nostre curiosità e a svelarci qualche segreto circa la realizzazione del musical e la loro vita artistica. È stata un’esperienza molto istruttiva che ci ha offerto l’opportunità di apprendere meglio l’inglese da attori madrelingua, al di fuori delle aule scolastiche. ■

SPORT Forse il calcio ha bisogno di ridimensionare l’aspetto economico

Compensi esagerati ai calciatori Classe 2D

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l calcio è lo sport più amato e praticato in Italia e forse anche nel mondo. Appassiona milioni di persone e i calciatori diventano, per molti tifosi, degli idoli da imitare. Il mondo del calcio ha in se molti aspetti positivi ma anche alcuni negativi, tra questi ci sono i compensi esagerati pagati ai calciatori. È vero che i soldi sono della società calcistica che li investe come ritiene e quindi anche per pagare milioni i calciatori che porteranno la squadra a vincere il Campionato o lo Scudetto o la Coppa dei Campioni o qualsiasi altra sfida nazionale o internazionale. Sarebbe più giusto, però, per tutti e soprattutto per lo sport, impiegarli anche nella costruzione di impianti sportivi, di strutture attrezzate, in agevolazioni eco-

nomiche per i tifosi, nel sostegno alle squadre giovanili da cui sorgeranno “i campioni di domani” o anche sostenendo le squadre di quartiere o di paese, come quella in cui gioco.

Tutto questo sarebbe una cosa davvero positiva per alimentare lo spirito sportivo nei ragazzi e un valido esempio da dare a tutti, soprattutto in questo momento di crisi in cui i soldi sono diventati ancora

più importanti e vanno spesi con attenzione, pensando al futuro di noi ragazzi che abbiamo il calcio nel cuore e sogniamo di diventare un domani calciatori famosi, anche se forse da grandi saremo solo degli sportivi e dei tifosi. I calciatori più famosi e super pagati, per rincorrere i soldi e i contratti milionari, finiscono per passare da una squadra all’altra molto facilmente e velocemente, mentre la passione calcistica, che li animava all’inizio della loro carriera, svanisce. A noi tifosi non resta che il dolore di averli persi dopo esserci affezionati ed aver esultato per loro e con loro durante le partite, mentre vanno via negli aerei privati con le guardie del corpo quasi schifati da quei tifosi che tanto li hanno amati. ■

█ Underball, divertirsi con semplicità

█ Parliamo di Sport, quello vero!

Michele Verriello, redazione

Roberta Zanni e Federica Iosca, redazione

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he bello! È stata questa la nostra reazione subito dopo aver provato nella nostra palestra uno sport che non conoscevamo prima: Underball, inventato dal Prof. P. Marinelli. Questo gioco è semplice e divertente. Le uniche regole sono: lanciare la palla sotto un nastro, bloccarla in modo che non cada e seguire la rotazione come nella pallavolo. C’è bisogno solo di un nastro, due sostegni e una piccola palla; così vorremmo dimostrare a tutti come possiamo utilizzare la semplicità per divertirsi moltissimo! ■

█ Easysport, volley e basket Ester Sparapano, redazione

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inalmente qualcosa di veramente interessante! Fare sport a scuola di pomeriggio per mettere in campo la forza delle classi o squadre migliori! I professori Lonardelli e Desario propongono incontri pomeridiani, una volta alla settimana alle classi terze, che devono sfidarsi per passare all’incontro successivo. Si ha la possibilità di praticare sport non a pagamento, ma come servizio pubblico che la scuola mette a disposizione di tutti. Di certo il progetto non sostituisce dei veri e propri tornei di società sportive, ma è un modo che aiuta i ragazzi che formano le squadre a collaborare e ad unirsi maggiormente! È un progetto che però, forse, dovrebbe includere più ore rispetto alle dieci previste per i due sport. Un’innovazione che unisce gli alunni delle due scuole in un'unica sfida ricca di divertimento! ■

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o sport, quello “vero”, esercita una notevole influenza sull’intera persona, intesa come corpo, mente e spirito. In altri termini, la dimensione biologica, il corpo, quella mentale e quella psicologica, crescono insieme e sono strettamente collegate fra loro, nel bene e nel male, e il progresso dell’una contribuisce al progresso delle altre. Chi rispetta il proprio corpo impara anche a pensare e a “sentire”. L’organismo dell’adolescente reagisce positivamente allo sport molto più dell’organismo adulto. Secondo gli studiosi sembra che scolari e studenti impegnati anche in attività sportive siano in grado di imparare più degli altri. Un equilibrato esercizio fisico favorirebbe dunque l’apprendimento. Lo sport, quello vero, aiuta i ragazzi a capire gli altri e a lavorare insieme agli altri, con generosità, rispetto e amicizia. Su 100 adolescenti almeno 90 praticano degli sport. Abbiamo fatto un’indagine nelle classi terze, per vedere quali sono gli sport praticati da noi adolescenti. È emerso che la maggior parte dei maschi preferisce il calcio, mentre le ragazze preferiscono il ballo e la pallavolo. È necessario però, che noi giovani esercitiamo il “fair play”, fondato su rispetto, solidarietà, correttezza ed onestà per diventare cittadini di Serie A. ■


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L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

Esperienze scolastiche CITTÀ Serve la collaborazione di tutti, Comune e cittadini

Città Lettera aperta al Primo cittadino di Ruvo di Puglia

Classe 1B

Classe 2H

Carenza di parchi a Ruvo Caro Sindaco...

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a città di Ruvo di Puglia ha solo due parco-giochi i quali sono in ristrutturazione e perciò i bambini non hanno dei luoghi dove svagarsi. La villetta si dice che dovrebbe essere pronta entro gli inizi di agosto, ma così non sembra. I lavori procedono molto lentamente, infatti, si vedono soltanto i marciapiedi perimetrali. Anche la pineta è in ristrutturazione per svariati motivi: Il primo è che le catene delle altalene erano state rotte più volte e attaccate con molti giri di nastro adesivo alla base. Il secondo motivo è che per la mancanza di fondi del Comune i giochi non erano stati riparati nemmeno una volta, quindi erano insicuri per i bambini.

I giochi erano molti, ma quando la pineta fu ristrutturata ne misero di meno e quindi si creavano lunghe code dietro i tre giochi. Per questi motivi i bambini erano sempre più ostinati a non recarsi alla pineta. Però siamo anche noi che distruggiamo i parchi della nostra città, non diamo soltanto la colpa al Comune. Possiamo anche noi contribuire al “restauro” dei nostri parchi. Se provassimo a fare un salto nel passato, ci sarebbero più parchi con più giostrine e anche meno inquinamento. Per quanto riguarda la villetta speriamo che sia molto più bella e più ricca di giochi di come era prima e questo vale anche per la pineta.■

Spazi urbani A breve la riapertura di Piazza Dante, luogo di serenità

Un nuovo volto Classe 2A

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l 25 maggio 2012, presso l'ex Convento dei Domenicani, fu presentato alla popolazione ruvese, il progetto di riqualificazione urbanistica, ambientale ed architettonica di Piazza Dante. A parlarne c'erano il Sindaco Vito Nicola Ottombrini, l'assessore all'urbanistica ed ai lavori pubblici Caterina Montaruli, responsabile del procedimento, ingegnere Gildo Gramegna e il progettista, direttore dei lavori e architetto Donato Calderoni. Dalla presentazione si evince che Piazza Dante sarà coperta da una distesa di verde che la farebbe diventare un vero e proprio parco, dove potersi rilassare, fare un po’ di sport all'aria aperta o dove stare all'ombra nelle giornate più calde. Il cambiamento di Piazza Dante ne assicura un uso pedonale, con la presenza di servizi igienici distinti per uomini, donne, bambini e diversamente abili. Il progetto è molto valido perché darebbe un valore aggiuntivo alla nostra Ruvo: un paese ricco di storia e monumenti che con ulteriori aree verdi potrebbe "presentarsi più appetibile" agli occhi dei turisti. Ovviamente, bisognerebbe puntare anche tanto sulla manutenzione, sulla pulizia, sulla sicurezza e sull'ordine dei nostri luoghi. Occorre una maggiore consapevolezza, rispetto e tutela anche da parte di noi cittadini. Intanto i lavori termineranno tra i mesi di luglio-settembre 2013 con una nuova Piazza Dante che noi aspettiamo ansiosi. ■ ORIENTAMENTO Oltre le attività scolastiche, uno stage per proporre l’artigianato alle ragazze.

Girls’ day anche a Ruvo

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orremmo condividere con Lei alcune riflessioni sui disagi che tutti i cittadini ruvesi avvertono. Uno dei problemi è il randagismo; i cani randagi rappresentano un pericolo per la sicurezza, chiunque può essere azzannato con conseguenze anche gravi ed è per questo, quindi, che si richiede la realizzazione di un canile più grande ed attrezzato. Al problema del randagismo ne è strettamente collegato un altro: la presenza di escrementi sui marciapiedi. La gente si chiede dove poter passeggiare tranquillamente e senza insudiciarsi (ma questo dipende da noi, “amici” dei cani). Diventa pericoloso fare un giro in bicicletta per il rischio di aggressioni improvvise da parte dei cani randagi e per la mancanza di piste ciclabili. Sull’estramurale ve ne è un piccolo tratto e poi, che fine ha fatto? Inoltre Ruvo è poco illuminata, specie nelle zone periferiche. Quando scende la sera, in inverno, si ha la necessità di usare l’automobile nonostante si debba percorrere un breve tragitto. Con un’illuminazione più efficiente si potrebbero evitare parte degli incidenti stradali. Segnaliamo, inoltre, la scarsa cura del verde pubblico che andrebbe ampliato con criteri più moderni. Inoltre Ruvo gode del privilegio di possedere numerose ricchezze artistiche e monumenti, che andrebbero ancor più valorizzati e che potrebbero diventare una risorsa utile per l’economia del paese, un’opportunità per attirare turisti. Un’altra delle problematiche presenti nel comune è la sicurezza. Ci sono stati furti e rapine nei market, ma anche nelle abitazioni. C’è malcontento per questo motivo nel paese. La gente vorrebbe che le forze dell’ordine fossero più presenti sul territorio e pronte ad ogni evenienza. Un’altra criticità da considerare è lo scarso rispetto del codice stradale. Questo è un problema che ovviamente riguarda principalmente il meridione. Un esempio emblematico è la cintura di sicurezza da indossare in auto durante qualsiasi tragitto corto o lungo che sia, in città o fuori città. Qui a Ruvo una grande percentuale della popolazione non indossa la cintura perché, è considerato, semplicemente un accessorio “insignificante”, ma molte volte è proprio la cintura, a salvare la vita. A questo proposito entrano in gioco le forze dell’ordine perché dovrebbero multare tutti coloro i quali violano la legge. Quindi, egregio Sig. Sindaco, speriamo che, tra cittadini, Amministrazione comunale e Forze dell’Ordine, ci si adoperi per porre rimedio e rendere la città più vivibile.■

Dodici ragazze di 2^ media, artigiane per un giorno Maria Nicla Minafra,

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n'esperienza molto coinvolgente!Abbiamo avuto l'opportunità di partecipare ad una attività di oreficeria, promossa dalla Confartigianato della Provincia di Bari, per incentivare l’artigianato femminile. Presso il laboratorio dell’orafa ruvese Antonella Brilla abbiamo seguito con interesse le varie fasi indispensabili per creare uno stupendo bracciale, collana o orecchini, a partire da un lingotto di argento, fino al gioiello finito. Anche noi ci siamo cimentati nella creazione di un semplice bracciale. Un sofisticato macchinario ha trasformato il lingotto in fili o lastre e un secondo macchinario ha ridotto i fili ancora più sottili. L'orafa ci ha spiegato che molti anni fa la materia si lavorava a mano e quindi i tempi di lavorazione erano più lunghi e la manodopera più costosa. Dopo questa prima fase, abbiamo abbellito il nostro il nostro bracciale con bellissimi coralli tra cui le agate. Questa esperienza ci ha fatto capire che dietro ogni gioiello c'è tanta passione, impegno e soprattutto tanto lavoro. Il 21 maggio, poi, ci siamo recate a Bari, presso la Sala Consigliare del Comune, le cinque scuole partecipanti hanno presentato i laboratori fatti, tra cui il nostro video. Un’esperienza da riproporre ed estendere.■

SCIENZE Borsa di Studio Catalano-Moramarco

A caccia di inventori tra i banchi di scuola Dipartimento di Scienze

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iunge alla quarta edizione l’iniziativa che la prof.ssa Laura Catalano e il Dirigente Scolastico prof. Giacomo Moramarco, a partire dall'anno scolastico 2009/10, rivolgono ogni anno a “giovani inventori” con lo scopo di stimolare e valorizzare le energie creative dei ragazzi “affascinati dalla scienza”, dare spazio, valore e fiducia ai giovani e alle loro potenzialità. Per l'assegnazione della borsa di studio hanno concorso tutti gli studenti frequentanti la Scuola Secondaria di 1^ grado “Cotugno-CarducciGiovanni XXIII” di Ruvo di Puglia. Ai vincitori viene assegnata una borsa di studio di Euro 100 per uno studente di classe prima, uno di seconda e uno di terza. Gli studenti che hanno partecipato al concorso, hanno sviluppato

█ Adozioni

Prosegue la nostra attenzione verso le ragazze adottate e il progetto “Shanti”

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nche in questo anno la scuola ha mantenuto l’impegno di adozione a distanza di due amiche che la scuola “Cotugno” accompagna sin dalla loro prima infanzia. A Narath e Claudia Cristina, garantiamo ogni giorno cibo, cure sanitarie. Claudia Cristina Ci sono giunte notizie del loro percorso di vita, con gli studi che proseguono discretamente e l’entusiasmo tipico di ragazze della loro età. Nonostante le difficoltà di questi nostri tempi possiamo considerarci comunque fortunati e quel piccolo gesto di solidarietà, vissuto a Natale, permette loro di trascorrere un anno di Narath Pranghipt studi più sereni. Anche il plesso CarducciGiovanni XXIII, grazie alla tombolata della solidarietà, ha potuto destinare i fondi raccolti al progetto “Shanti”, che sostiene le scuole del “Popolo dei Canali” di Colombo (Sri Lanka). Questo progetto è stato voluto e avviato dal gesuita terlizzese padre Michele Catalano, missionario per più di 61 anni nello Sri Lanka, deceduto qualche anno fa. L’attenzione per questa opera di solidarietà è tenuta viva nella nostra città e, proprio in questo anno scolastico, abbiamo raccolto firme per intitolare una scuola terlizzese a padre Michele Catalano, come piccola riconoscenza per la sua enorme opera di carità. ■

un’idea nel campo delle scienze svolgendo un lavoro di ricerca-azione e investigazione e hanno presentato un lavoro creativo attraverso documenti cartacei o presentazioni su supporto informatico o filmati e/o lavori sperimentali. Dei sessanta lavori prodotti, più di quaranta sono stati i lavori presentati dagli studenti delle classi prime che hanno risposto evidentemente con grande entusiasmo a questa iniziativa. Le tematiche sviluppate hanno spaziato nel campo della chimica, fisica, biologia e scienza della terra: dai vulcani alle energie alternative, dall’estrazione del DNA al magnetismo, dagli effetti del fumo sui polmoni alle colture batteriche. La commissione esaminatrice, costituita da tutti i docenti di Scienze Matematiche in servizio presso la Scuola, dalla prof.ssa Laura Catalano e dal prof. Giacomo Moramarco, ha esaminato i lavori prodotti e ha prodotto 3 graduatorie di merito (classi prime, classi seconde, classi terze), secondo criteri ben precisi. La manifestazione di presentazione degli elaborati e di consegna della Borsa di Studio per l’a.s. 2012/13 si svolgerà martedì 4 giugno presso l’auditorium della “Carducci-Giovanni XXIII” alle ore 18,30.■


L’eco della scuola n. 31 - giugno 2013

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Per concludere... ■ La redazione de L’Eco della Scuola n. 31 - Giugno 2013 Alunni: Ambrosino Alessia, Bernocco Giusy, Campanale Sara, Cantatore Sofia, Catalano Rosita, Ciliberti Roberta, Cucumazzo Anna Laura, De Astis Francesca, De Nigris Ilenia, Dingeo Maria, Dingeo Salvatore, Fiore Lucrezia, Gadaleta Sara, Maggio Antonio, Petrarota Carmine, Piacenza Erika, Rubini Alessia, Stefano Mariano, Stefanucci Noemi, Tatulli Stefania, Testini Salvatore, Tota Vincenzo, Verriello Michele. CarducciBucci Beatrice M.L., Di Bisceglie Alessio, Di Terlizzi Elisabetta, La Fortezza Martina, Mastromatteo Dalila, Petrone Gabriella, Pinto Ilse, Pizzuto Mariangela, Raffaele Letizia, Sparapano Ester, Ursi Mariateresa Disegni: (coord.) Il giornale è stato interamente progettato, scritto e impaginato dalla redazione. Le fotografie sono state inserite a scopo documentativo e didattico. È vietato ogni altro uso.

Doverosi saluti e... La conclusione dell’anno scolastico è sempre un motivo di gioia, per la fine di un lungo e intenso periodo di lavoro e l’inizio del meritato risposo estivo; ma anche un momento di nostalgia per quelle relazioni interpersonali che dovranno purtroppo modificarsi. Oltre a salutare gli alunni che passeranno alle su-

(Continua da pagina 1)

noi studenti, motivati a vincere, ma soprattutto a partecipare. Il primo riconoscimento, primo posto assoluto premiato con un PC portatile, è stato conseguito a Sava (AV) nel concorso di giornalismo scolastico “Di che giornale sei?”, indetto dall’ITIS “Del Prete”; l’altro prestigioso premio, medaglia e diploma, è stato vinto nel concorso nazionale “Fare il giornale nelle scuole”, indetto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, nella città di Benevento il 17 aprile 2013. Questa premiazione è stata presieduta dal presidente dell’Ong Enzo Iacopino, il quale ci ha fatto riflettere sul mestiere del giornalista, bello, ma anche difficoltoso. L’ultimo premio è stato la coppa e il diploma del primo posto al concorso nazionale “Carmine Scianguetta”, promosso dall’Istituto Comprensivo “Don L. Milani”, a Manocalzati (AV) il 24 maggio 2013.

Questo ci ha spinti a proseguire nel progetto giornalistico che è stata poi un’esperienza significativa e proficua di integrazione delle due scuole accorpate: un’unica redazione di 37 alunni e due docenti hanno lavorato per Manocalzati - 1° posto il Newspapergame della Gazzetta del Mezzogiorno e per questo numero, raccogliendo decine e decine di articoli. A conclusione di questo percorso possiamo ritenerci davvero soddisfatti, ma

periori e prepararci al benvenuto per i più piccoli che arriveranno, esprimiamo il nostro saluto e gratitudine anche a coloro che, tra personale docente e non docente, si avvicenderanno a causa di trasferimenti o pensionamenti e che, al momento, non è dato conoscere con certezza. A tutti, a chi va e a chi verrà:

...Buone Vacanze!

La realizzazione del giornale è stata possibile grazie al contributo delle Famiglie e dei Docenti che ringraziamo di cuore. Un ringraziamento speciale all’Amministrazione Comunale di Ruvo e alle Aziende e Attività commerciali che, anche in questo periodo economicamente non facile, hanno voluto sostenere il nostro progetto editoriale. Grazie anche a quanti hanno voluto restare anonimi.

soprattutto cresciuti a livello intellettuale, grazie alle qualità messe a frutto e alle capacità emerse nelle nostre personalità. Tre premi contemporaneamente sono il segno di un ottimo lavoro, degno di ricompensa e riconoscimento.■ «Il giornale presenta un’ottima consistenza editoriale. Rilevante è l’impaginazione e la veste grafica. Superba è la ricchezza dei contenuti che rispecchia in toto il percorso educativo didattico fortemente ancorato al territorio». «La prima pagina è un’eccellente vetrina e un’ottima guida alla lettura. La titolazione è molto efficace. I contenuti sono organizzati in varie sezioni…» (dalle motivazioni)


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