L'Eco della Scuola 2014

Page 1

Periodico della Scuola Secondaria di 1° grado Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII Ruvo di Puglia Via S. Ten. Ippedico, n.11 Via Madonna delle Grazie, n.10 70037 Ruvo di Puglia (BA) Tel./fax 0803611009 080/3612658 Codice Mecc. BAMM281007 www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it www.carducci-papagiovanni.it scuolamediacotugno@libero.it BAMM281007@istruzione.it BAMM281007@pec.istruzione.it

32 Numero

Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII º Ruvo di Puglia

1982 1982-2014

Il presente numero del giornale scolastico, edito dall’unica scuola secondaria statale di 1° grado di Ruvo, nella nuova configurazione conseguente al dimensionamento scolastico, integra il n.28 del periodico “Qui Carducci-Giovanni XXIII”. I colori della Nazionale di calcio utilizzati per questo numero siano di augurio per i prossimi Mondiali in Brasile. Forza Azzurri! SCUOLA Da quattro anni avviati i lavori, interrotti per ritrovamenti archeologici e adesso gli scavi compiuti rischiano di risultare inutili, ritombati dal terreno e dai detriti. Resti di un insediamento della prima età del Ferro

Avremo mai la palestra? Parliamone Urgono provvedimenti per garantire la salvaguardia e la fruizione in loco dei beni archeologici e la necessità di uno spazio per le attività motorie Servizi a pag. 2

Inizio degli scavi

Situazione attuale

dettaglio

EDITORIALE Ancora un anno con evidenti disagi sul piano finanziario, ma la scuola tiene

Scarse risorse e tanta passione per la scuola

INCHIESTE

ESPERIENZE SCOLASTICHE

Vecchi e Giovani moderno duello? Si parla sempre di dialogo fra le generazioni,ma nei fatti non è facile

Pag. 3

Stalking, succede anche a Ruvo

Occorre vigilare perché si ripetono notizie di odiose avance rivolte a ragazzine

Dott. Michele Bonasia, Dirigente scolastico

U

Pag. 4

n altro anno scolastico volge al termine: è tempo di consuntivi e di bilanci. Un anno carico di belle esperienze, per cui è stata necessaria la gestione delle esigue risorse finanziare disponibili con l’attenzione del “buon padre di famiglia” che deve far quadrare i conti. Nonostante le fatiche, vi è la profonda soddisfazione di vedere realizzato il Piano dell’Offerta Formativa nel migliore dei modi. Il nostro Istituto ha portato a termine i progetti PON: l’azione C1, al cui interno sono stati svolti cinque progetti per gli alunni, e l’azione D1, rivolta ai docenti. Svolte anche le attività di supporto previste dal progetto “Diritti a scuola”. Tutte le altre attività ed esperienze dei ragazzi sono state programma(Continua a pagina 2)

Diritti a scuola. Progetti di recupero di Italiano e Matematica e lo sportello di ascolto psicologico e di orientamento scolastico e professionale

Omofobia e dintorni

I pregiudizi non devono prevalere nel rispetto delle diversità

Allarme obesità infantile █ Progetti Giochi studenteschi

p. 18

Pag. 8

Educazione socio affettiva per i ragazzi delle classi terze Pag. 6 Pag. 9

Pag. 19

Inoltre parliamo di alimentazione, di educazione e testimoni di legalità, attività scolastiche, gare di lettura e molto altro Servizi nelle pagine interne

█ Classi Terze

█ La scuola in mostra

Le foto di gruppo delle classi terze è un modo per conservare il ricordo di tre anni a scuola. ■

La nostra scuola si presenta al territorio. Ore 18, Auditorium “Carducci-Giovanni XXIII” Presentazione degli elaborati scientifici e consegna delle borse di studio “Catalano-Moramarco” e “V. Visicchio”. Presentazione del Giornale scolastico. Ore 20, Ex convento dei domenicani, Concerto della “Flute symphony” diretta dal Prof. G. Caldarola

Le Amiche e Amici che ci lasciano

Grande entusiasmo e coinvolgimento nelle attività di atletica e giochi di squadre riavviate in questo anno.■

I Viaggi di istruzione e la loro valenza formativa nel curricolo didattico

Pag. 2

p. 10-11

Mercoledì 28 maggio 2014


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 2

Vita Scolastica (Continua da pagina 1)

te e svolte dai docenti sia durante le ore del curricolo obbligatorio sia in orario extra curriculare con la generosità dei docenti. Pensiamo alla manifestazione organizzata per il Natale, che ha visto sul palco dell’auditorium del plesso “Carducci-Giovanni XXIII” tutti gli alunni delle classi terze della Scuola; l’edizione del giornale scolastico, giunto alla 32^ edizione, conseguendo il Diploma di Merito rilasciato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e il premio del concorso di Manocalzati; i viaggi di istruzione che hanno portato i nostri alunni da Trieste, a Viterbo, a Roma…; le gare sportive nell’ambito dei Giochi Studenteschi; la giornata della Memoria; il progetto lettura “Confabulare”; la partecipazione alla 57^ edizione del “Premio Bancarellino”; la manifestazione “Festa della Scuola” di fine anno organizzata dal Comune di Ruvo di Puglia. La nostra scuola si è fatta capofila tra le scuole ruvesi del primo ciclo per attuare le misure di accompagnamento alle Nuove Indicazioni del curricolo, giungendo a definire un curricolo in verticale dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di 1° grado per tuta la città di Ruvo. È doveroso sottolineare la professionalità, il profondo senso del dovere e la passione che anima ciascun docente dell’Istituto che non perde di vista l’obiettivo della Scuola: la formazione dell’uomo e del cittadino. È alla scuola che spetta il compito di formare persone capaci di affrontare le sfide che i nuovi scenari culturali e sociali pongono dinanzi a noi. Persone che, attraverso lo studio delle discipline, maturino competenze salde e sicure, ma nello stesso tempo siano abituate a superare i confini delle discipline. Infatti, nelle “Nuove indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo” si sottolinea che compito della scuola è diventato quello di sostenere gli alunni in tutte le varie fasi di sviluppo, nella capacità di dare senso alla varietà delle loro esperienze, scolastiche ed extrascolastiche, di unificare lo sviluppo della loro formazione personale, di ricomporre la frammentazione delle informazioni e dei saperi, di filtrare ed interconnettere molteplici esperienze, assai diversificate ed eterogenee, spesso squilibrate e confuse. Colgo l’occasione per salutare affettuosamente tutti gli alunni, i docenti e il personale ATA, che con spirito di abnegazione e profonda professionalità hanno consentito lo sviluppo delle attività previste dal Piano dell’offerta Formativa. Buona lettura! ■ TERRITORIO Una risorsa preziosa

SCAVI ARCHEOLOGICI Mentre gli alunni di prima si chiedono se mai vedranno la palestra, potrebbero intanto vedere da vicino come lavora un archeologo

Archeologi a scuola

M

Ma cosa c’è sotto?

La relazione degli archeologi: insediamenti e frammenti iapigi. Tomba di un infante

Viviana Di Bisceglie, Lauranna Gramegna, Francesca Tambone, redazione

S

Maria Pia Costa, Marika Di Rella, redazione

olo alcuni di noi sanno che pochi anni fa sono iniziati i lavori per la costruzione della palestra al plesso “D. Cotugno” di Ruvo. Diversi l’aspettano pazientemente e si chiedono che fine abbia fatto, altri dicono che mancano i fondi. Questo è vero, ma per cosa? Siamo andati a vedere cosa è successo veramente, ci siamo recati nella parte retrostante il plesso scolastico, abbiamo visto che era tutto recintato e c’erano delle persone. Erano gli archeologi che stavano scavando perché recentemente hanno ritrovato resti umani risalenti all’età paleolitica, con vasi del corredo funerario. Ora i reperti non sono qui a Ruvo e questo ci priva di un bene importante per il nostro paese. Dopo questo avvenimento gli scavi dovrebbero prolungarsi in modo che, se ci fossero altri reperti, verrebbero prelevati e arricchirebbero i preziosi ritrovamenti. Noi di prima media ci domandiamo: potremo mai utilizzare la palestra? Proponiamo di valorizzare il nostro patrimonio culturale e di soddisfare anche il nostro bisogno di fare educazione fisica facendo costruire una palestra con il pavimento di vetro così i reperti verrebbero conservati. Ma il problema non è questo infatti: l“operazione” ha richiesto circa 70.000 euro, e per completare gli scavi ne richiede 300.000 cifra che il Comune non possiede. Allora presumiamo, dispiaciuti,che la risposta sia no e speriamo che i nostri fratelli più piccoli riusciranno un giorno a vedere la palestra completa.■

D

alle notizie fornite da alcuni studenti della scuola “D. Cotugno” gli ambienti e le palestre presenti non sono adeguati per le attività motorie. «La nuova palestra presso la scuola media “D. Cotugno ” verrà realizzata» ha affermato l'Assessore all' Urbanistica prof.ssa Caterina Montaruli. Dalla relazione ricevuta dalla Sovrintendenza sono sorte le seguenti informazioni: «L'area destinata alla realizzazione della palestra risulta di notevole interesse archeologico pertanto, considerata la notevole rilevanza del sito, si ritiene indispensabile il completamento delle indagini. Durante le indagini sono stati messi in luce i resti di un insediamento della prima età del Ferro, costituiti da una vasta area pavimentata con scaglie litiche, frammiste a numerosi frammenti di ceramica geometrica iapigia (fine IX - VIII secolo a.C.), sulla quale si imposta un' imponente struttura muraria in grandi blocchi di calcare, più volte rimaneggiata e rettificata in età arcaica. Ad epoca successiva risalgono i resti di un lungo piano stradale posto più a nord e di una tomba a cista, contenente una disposizione infantile con corredo risalente al IV secolo a. C. chiamata “Tomba dell' Infante”. Inoltre si pensa che, scavando maggiormente, si possa trovare una necropoli di età neolitica.» Da quanto emerso dalla intervista al Presidente del Consiglio Comunale di Ruvo Di Puglia Dott. Francesco Catalano i reperti e le ossa trovate sono state trasferite in altro luogo per essere studiate e analizzate in maniera più dettagliata. Non è stato rispettato l' art. 42 della legge Urbani che prevede la conservazione del patrimonio culturale e la pubblica fruizione da parte degli abitanti del posto. La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura. Tutti gli studenti sperano nella realizzazione della palestra al più presto.■

LA PROPOSTA Perché non allestire a scuola uno spazio espositivo permanente dei ritrovamenti, in modo che gli alunni stessi ne possano essere custodi e guide per visitatori? È ipotizzabile una pavimentazione trasparente per la palestra in modo da non cancellare il progetto ma modificarlo, in maniera innovativa, per tenere insieme le esigenze culturali della città e quelle motorie degli alunni? Occorre mettersi intorno ad un tavolo per scongiurare che il lavoro fatto dagli archeologi venga annullato dal tempo, con dispendio di soldi pubblici. Ci sono risorse europee per tale scopo? La parola agli esperti.■

santi Cleto, Biagio, Rocco ed altri. La tradizione attesta che san Pietro, volle costruire un nucleo cristiano stabile a Ruvo, per questo creò vescovo san Cleto, futuro terzo papa. Storicamente non è certo che san Cleto sia Classe 1F, Cotugno stato il primo vescovo di Ruvo, poiché è accertato che la diocesi di Ruvo sia stata fondata nel XI secolo. La leggenda di olti sono gli itinerari turistici che il centro storico di un san Cleto fondatore della diocesi ruvestina trova spiegaRuvo ha da offrire ai suoi tanti visitatori; ogni giorno, zione nella volontà del papato, in età norluoghi come il Museo archeologico manna, di ricondurre all’ ortodossia le chienazionale Jatta e la Cattedrale sono visitati se greche del sud, stabilendo un diretto e da molte persone provenienti da ogni parte antico legame con la chiesa romana. del mondo. Un itinerario, in particolare, proNel 1956 Sancti Cleti Pontificis venne invopone la conoscenza del primo vescovo di cato, insieme a san Biagio, protettore della Ruvo, san Cleto. L’ ipogeo e la grotta di san città, e san Nicola, protettore della Terra di Cleto, sottostanti la chiesa del Purgatorio, Bari, per proteggere la città di Ruvo dall’ sono stati riaperti al pubblico il 26 Aprile epidemia di peste che investì in quegli anni 2011, a conclusione dei lavori di restauro. il Regno di Napoli. Visitando questo sito scopriamo una cisterSeguendo la devozione della città ruvese na che è stata scavata nella pietra e nel tufo nei confronti del santo, incontriamo un die si giunge ad essa scendendo ventinove pinto raffigurante san Cleto a sinistra dell’ gradini. L’ area di culto si identifica con l’ ingresso laterale della Chiesa di Santa ultimo ambiente della cisterna nel quale Lucia o dei Cappuccini. La tela, dipinta da sono presenti due fonti battesimali e una un ignoto autore pugliese del XVIII, raffigustatua di san Cleto, seduto e vestito da para san Cleto eretto su un piedistallo con la pa, scolpita direttamente nella pietra del croce pastorale che regge con entrambe le secondo pilastro. Su una parete della grotta mani il modellino della città di Ruvo. Queè possibile leggere il graffito a carattere gotisto dipinto è stato studiato per ricavare co: «Non temete cittadini di Ruvo, sono Cleinformazioni sulla struttura urbanistica di to primo vescovo e terzo dopo san Pietro Ruvo di quel periodo storico. Non c’è dubche prega per voi». Nella sede originaria bio, ogni città italiana brilla per la sua unicidella chiesa di san Cleto, sorta nella prima tà, ma la storia secolare che da sempre si metà del Cinquecento, si può ammirare un è susseguita nell’ incedere storico del nopolittico ligneo dello ZT raffigurante la Mastro paese vale la pena mantenerla viva donna con Bambino tra i confratelli oranti e i conoscendola.■

Tradizione, storia e arte

L’INTERVISTA L’assessore all’Urbanistica e il Presidente del Consiglio Comunale interpellati sulla situazione

PROGETTI Una risorsa preziosa

Diritti a scuola Luigi Sparapano

Il

nostro Piano dell’ Offerta Formativa si è arricchito, anche quest’anno, del Progetto regionale Diritti a scuola, articolato con percorsi di recupero in Italiano e Matematica, per le classi seconde e terze, con lo sportello di ascolto psicologico rivolto a tutte la popolazione scolastica, e le attività di orientamento rivolte alle seconde e alle terze. La perfetta intesa e sinergia tra i docenti curricolari e i docenti del progetto, hanno consentito un lavoro attento e personalizzato, difficile da perseguire nella ordinarietà didattica a causa dell’elevato numero di alunni per classe e delle diversificate problematicità

che essi manifestano. Ai Colleghi che ci hanno affiancato, con professionale discrezione, va il grazie di tutta la comunità scolastica e delle famiglie, nonché degli alunni che hanno trovato in loro persone accoglienti e disponibili. Altra preziosa risorsa è stata lo sportello di ascolto che ha vista la psicologa impegnata in dialoghi con alunni e con l’animazione di gruppi di auto aiuto tra i genitori. Importanti problematiche sono state osservate, in qualche caso molto delicate, che talvolta sfuggono ad occhi meno esperti sul piano psicologico. Così anche le attività di orientamento hanno offerto agli alunni un supporto notevole alla conoscenza di sé e delle proprie aspirazioni. Nonostante la complessità gestionale il Progetto Diritti a scuola è una risorsa ormai irrinunciabile, finchè c’è.■


Pagina 3

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Inchiesta Giovani e anziani ATTUALITÀ «I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo». Questo affermava l’indimenticato presidente Sandro Pertini. Ma come cambia il rapporto tra generazi oni?

Vecchi e giovani: un moderno duello?

N

ella nostra società spesso può accadere che essere anziani costituisca un peso. Nel passato, come dicevano i poeti, c’era l’«orrenda vecchiaia», ma nello stesso tempo gli anziani erano i depositari del sapere e della saggezza e con esse la possibilità di trasmetterle alle generazioni future. Oggi di saggezza sembra non ci sia più bisogno; il sapere, invece, si acquisisce attraverso internet. É questo il diverbio: tra chi ha

posizione di rendita e chi rappresenta il «nuovo». Bisogna demolire questi stereotipi, i giovani oggi, al contrario, hanno necessità di senso di appartenenza. Una riflessione sul disagio giovanile è d’obbligo. «I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare solo a levante; e a ponente non ci guardano, altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte» così Verga evidenziando che la saggezza di

█ L’ESPERIENZA Prima di affrontare una riflessione sul rapporto ragazzi e anziani ci siamo recati presso la Casa di Riposo delle Suore Gerardine

Due ore per una lezione speciale

Daniela Basile, Francesca Conteo, Michele Squeo

L

a vista in questo Istituto è nata dall’esigenza di comprendere e conoscere la condizione degli anziani che vivono in queste strutture. Al nostro arrivo abbiamo creato un po’ di scompiglio, siamo 28. Ad accoglierci c’è suor Nunzia. Inizialmente l’impatto con questo mondo, a noi sconosciuto, ha creato un lieve disagio, ma guidati dai nostri insegnanti, c’è voluto poco a rompere i nostri indugi e le nostre timidezze e il dialogo con le nonnine presenti ha avuto il sopravvento. Prima scoperta: questi anziani dopo una vita dedicata al lavoro, alla crescita dei figli, piena di sacrifici ora sono là, soli, lontani dai loro cari e con i giorni che trascorrono sempre uguali. Vedere queste donne che un tempo erano sicuramente piene di vita, di energia e di forza, quasi abbandonate a se stesse ci ha fatto molto riflettere. Una nonnina un po’ curva e dall’aspetto fragile ci ha lasciato a bocca aperta, la sua mente ricordava perfettamente tutte le strade di Ruvo. Ciò che ci ha gratificato di più, è vedere i loro occhi contenti; quella mattinata stava trascorrendo diversamente per la nostra presenza. Una nonnina desiderava tanto tornare a casa sua. Da giovane era un’abile sarta e aveva la quinta elementare; nel raccontare i frammenti della sua vita era come se aprisse uno scrigno e tirasse fuori i suoi più pregiati gioielli. Dalla sua voce trapelava tanta malinconia, anche se in quel luogo si sente protetta. Queste due ore ci hanno arricchito e riempiti di gioia, sono trascorse serenamente, abbiamo recitato qualche verso e fatto un po’di musica. Abbiamo promesso di ritornare per esaudire la loro richiesta di rivederci. La lezione di vita ricevuta da questo incontro è la constatazione che la vecchiaia ha, come ogni stagione della vita, i suoi valori e la sua bellezza che bisogna valorizzare, sperimentare e condividere. ■ INTERVISTA A colloquio con una arzilla ottantenne nella casa di Riposo delle Gerardine

Ricordi e confidenze Rosita Catalano, Daniela Basile, Francesca Conteo

É

una giornata di sole, anche se rigida, dalla vetrata della sala penetrano i raggi che illuminano e riscaldano l’ambiente, lindo e accogliente. Qui ha inizio l’avventura. Dargli del «tu» sembra un’impresa, di fronte a noi una persona anziana, minuta, un po’ incurvata dagli anni; abbiamo qualche indugio poi siamo pronti, incoraggiati

Classe 2F, Cotugno

una persona non dipende dall’età, bensì dal contatto che ha con tutto ciò che non è nuovo, straordinario, ma che appartiene alla realtà di tutti i giorni e che magari abbiamo guardato con indifferenza. Ma cosa succede se la sapienza viene chiusa in una camera contrassegnata da quattro muri bianchi? Che succede se si è costretti ad allontanare i ricordi, i momenti felici solo perché si è considerati «stolti» e non capaci

di vivere la realtà? Si diventa indifferenti. I giovani non considerano

re, sciupato, ma ancora in grado di funzionare, la voce di una vita che ha

l’anziano una persona che riesce a darti un cuo-

cambiato la propria strada e che ha imparato a

L’INDAGINE Il questionario diffuso tra gli alunni della nostra scuola (12-13 anni) ha rivelato che il 56% dei ragazzi frequenta normalmente tra i 5 e i 6 anziani fra nonni e conoscenti. I ragazzi pensano che i motivi maggiori di disagio per gli anziani siano la solitudine e l’incapacità di uscire di casa. Il 31% ha affermato che tra gli anziani, da loro conosciuti, solo 2 hanno una persona convivente su cui contare. Il 39% ha un sostegno efficace, mentre il 63% non può fare affidamento su un familiare. Fra gli anziani che conoscono e che vivono in case di riposo, una sola persona ha un sostegno costante. Le case degli anziani, per il 42%, sono spesso piene di ostacoli che rendono difficile il movimento; tuttavia, la maggioranza (il 46%) ha risposto che sono adeguate. Tra gruppi o associazioni che si occupano di anziani, i principali conosciuti sono: l’istituto delle Suore Gerardine e la Caritas. La domanda più importante dell’indagine chiede ai ragazzi di indicare se la presenza di anziani li coinvolga concretamente. Il 65% ha risposto di sì, il 29% ha risposto in parte e il 6% invece no. L’ultima domanda chiede cosa potrebbero fare i ragazzi per andare incontro agli anziani; le risposte più frequenti sono state quelle di dedicargli maggior tempo e aiutarli nelle faccende domestiche.

LE OPINIONI L’importanza del ruolo degli anziani, ulivi secolari

Marco Ciliberti, Chiara Crispo, Bartolo Colamartino

dalla disponibilità di Angela e dal suo sguardo sereno. Si parte con la raffica di domande. Da quanto tempo vive in questa struttura? Sono ormai tre anni, sono sola ed era diventato molto faticoso e difficile stare in casa. Quanti anni ha? Solo 80. La decisione di stabilirsi in questa struttura è stata sua? La maggior parte di noi ha deciso spontaneamente, io sono sola non ho figli, ho nipoti. Quale scuola ha frequentato?

vivere aggrappandosi ai muri della forza d’animo. La vecchiaia è il momento in cui «non si vive, si sopravvive», s’ impara a convivere con la sofferenza, i ricordi, le mancanze, l’ affanno di una età destinata a finire. a condividere la storia di persone che con la speranza in un futuro migliore e che si preoccupa dei frutti che altri raccoglieranno. Le due generazioni devono «imparare» a camminare insieme.■

all’interno di una società sempre più distratta

C’era una volta, c’è ancora e sempre ci sarà Classe 3H, Cotugno

N

on è sbagliato paragonare gli anziani agli ulivi secolari, imponenti, con tronchi nodosi e rami pieni di frutti preziosi per le nostre tavole. Portano, dentro e fuori di sé, il peso degli anni, delle fatiche. Può sempre esserci utile il racconto della loro vita e delle loro esperienze perché ci aiuta a non commettere errori. Un tempo anche loro erano giovani, forti, vitali, attivi proprio come noi. Hanno tanto da darci, da trasmetterci, da farci conoscere. Sanno cosa significa innamorarsi, creare una famiglia, ma conoscono anche le sofferenze. Oggi sono proprio i nipoti, quelli a cui dedicano energie e tempo, ad accompagnarli nelle loro giornate. Però alcuni di loro ci lasciano molto presto, spesso prima che ci accorgiamo di quanto siano importanti per la nostra vita. La maggior parte dei ragazzi, soprattutto dopo i tredici anni, si vergogna di farsi vedere in giro con i propri nonni, invece la cosa più bella che possano fare è passare del tempo con loro. Essere anziani è normale, fa parte del ciclo della vita: prima o poi tutti, anche noi ragazzi, lo diventeremo. Dobbiamo porci l’obiettivo di imparare a vivere con loro, ma soprattutto di imparare da loro. Bisogna ammettere che oggi la maggior parte delle famiglie è instabile, per ragioni economiche o perché i genitori si separano, e i ragazzi possono ricevere la sicurezza necessaria proprio dai nonni. Spesso sono proprio gli adulti a trattare male gli anziani, non hanno il tempo per badare a loro quando non sono più autosufficienti, e si

presentano solo nei momenti in cui devono ricevere del denaro. Un vecchio proverbio dice: “Un genitore dà da vivere a cento figli, ma cento figli non danno da vivere ad un genitore”. A noi piace pensare che quei cento figli siano come i rami dell’ulivo, portano frutto grazie a quelle solide radici senza cui non potrebbero vivere. ■

Ho frequentato la scuola sino alla 5° elementare, poi mi sono dedicata a lavori manuali, la confezione di abiti e mi sono occupata dei lavori di casa. Mi racconta cosa le piaceva fare quando viveva in casa? I giorni di festa erano i più belli, perché si iniziava a preparare quell’evento nei giorni precedenti, c’erano i «riti», dolci e pasta fatti in casa, poi tutti insieme per condividere, si era sempre in tanti (nella voce trapela una dolce malinconia). Come trascorre le sue giornate qui? Le giornate qui sono tutte uguali. Recito il rosario, ascolto a volte un po’ di

musica (c’è una professoressa di musica in pensione che suona il piano) altre volte guardo la televisione. Cosa desidererebbe fare? Gradirei uscire, andare a visitare i miei defunti, ma anche fare una gita in campagna a contatto con la natura. La nostra iniziativa è stata gradita? Certamente, avete portato con la vostra presenza calore umano e allegria, siete dei bravi ragazzi, affettuosi, a tutti noi farebbe piacere se tornaste ancora a trovarci. Mi raccomando, fate attenzione quando uscite, il mondo fuori è cambiato ed è più pericoloso che ai nostri tempi, dovete stare attenti.■


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 4

Diritti dei ragazzi DIRITTI La redazione ha affrontato tale problematica avendo conoscenza di casi avvenuti in città. Ne parliamo non per creare panico, ma perché non sia mai abbassata la guardia su fenomeni odiosi che rimbalzano quotidianamente sulla cronaca

Stalking? Succede anche a Ruvo Servizi a cura di Ivan Chieco, Nicla De Palo, Vittoria De Sario, Giannicola Iacovelli, Erika Piacenza, redazione

Che cos’è?

S

talking è un termine della lingua inglese. É spesso utilizzato in italiano per indicare una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola e generandole stati di ansia e paura che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Questa parola deriva dal verbo to stalk nel significato di camminare furtivamente. Esso include anche l’invio di lettere, biglietti, posta elettronica, sms e oggetti non richiesti. Talvolta questo fenomeno può aggravarsi a tal punto da determinare aggressioni o addirittura l’uccisione della vittima e questo porterebbe all’aprirsi di un procedimento penale, con l’elevato rischio di ergastolo. Ma la cosa più preoccupante è che questo fenomeno non avviene solo nelle grandi città, bensì nei piccoli paesi come ad esempio il nostro.

Quindi come hai risolto il problema? “Abitualmente, un mio compagno di classe mi passa a prendere da casa e percorriamo insieme la strada per andare alla fermata dell’autobus”. Hai attualmente superato questo trauma? “No, ho sempre tanta paura e, quando noto che qualcuno sta facendo il mio stesso tragitto, senza che sia interessato a seguire proprio me, penso che abbia chissà quali intenzioni. Ho il timore di rimanere sola ma continuo tranquillamente a fare passeggiate con i miei amici senza preoccupazioni, consapevole di essere in compagnia e di non correre alcun rischio”. Avresti qualche consiglio da dare a tutte le ragazzine della tua età? “Certo, vorrei concludere dicendo solo di diffidare da qualsiasi atteggiamento strano nei vostri confronti, di qualunque persona, specialmente di quelle sconosciute”. Segue una seconda testimonianza, di una ragazza di 13 anni, sempre di Ruvo di Puglia; il suo nome è Mariangela (nome di fantasia) . Cosa facevi quando ti sei resa conto che quell’uomo ti seguiva, come ti sei sentita? “Bene, in quel periodo vivevo con la mia famiglia in una casa in affitto a pochi metri da quella attuale. Stavo portando del materiale da una casa all’altra, quando vedo un’auto salire la strada in contromano. In quel momento mi sono fermata per farla passare, ma questa, con mio grande stupore e paura, si è fermata e l’uomo che vi era dentro mi faceva cenno di entrare. In quel momento ero come pietrificata, non sapevo cosa fare, ero traumatizzata e l’unica cosa che facevo era cercare di capire chi fosse quell’uomo misterioso”.

Ma è un fenomeno che ci interessa da vicino?

Q

uesto fenomeno si verifica molto spesso, specialmente attraverso social network come facebook. Avviene ogni giorno in ogni parte del mondo. Non è da sottovalutare perché avviene secondo azioni organizzate e ben dettagliate e le vittime sono sempre in pericolo, ovunque vadano e in ogni momento. Occorre tenere sempre gli occhi aperti e non bisogna mai abbassare la guardia. Uno stalker ti può spiare dove e quando vuole e può agire in altrettanti luoghi o attimi, e in queste situazioni si può solamente aspettare che egli agisca, per poterlo segnalare e sperare nell’intervento della polizia.

Due testimonianze raccolte qui a Ruvo

T

ra le numerose vittime di stalking in Italia, c’è anche Giusy (nome di fantasia), una ragazza di 14 anni residente a Ruvo di Puglia, che ha deciso di raccontarci la sua storia per mettere in guardia tutte le altre ragazze, spingerle a comunicare e a farsi aiutare dai propri genitori o parenti. Come ti sei accorta che quest’ uomo di seguiva? “In pratica, conoscendo tante persone che sono amiche dei miei genitori, pensavo che quell’uomo fosse uno dei tanti amici di mio padre pertanto quando mi salutava, ricambiavo. Poi, dopo vari giorni, ho iniziato a notare che quest’uomo faceva quotidianamente la mia stessa strada e sempre alla stessa ora. Una mattina volle salutarmi, ma non con un semplice “ciao”, voleva avvicinarsi. Da quel giorno la paura crebbe sempre più, a tal punto da decidere di cambiare strada, ma qualsiasi via prendessi, lo ritrovavo sempre lì ad aspettarmi”. Come ti sei sentita quando hai capito le vere intenzioni dell’uomo? “Beh, inizialmente ho avuto molta paura e mi sono sentita soffocare. Ho subito pensato ai mille casi di pedofilia che avvengono al giorno d’oggi e, essendo a conoscenza dei rischi, mi sono immediatamente rivolta a mio padre, il quale, inizialmente mi ha seguita con la macchina, almeno per rendersi conto di chi fosse quella figura misteriosa e per cercare di capire se realmente la conoscesse. Durante il tragitto però, l’uomo non si faceva più vedere. Dopo diversi tentativi, mi ha comunque consigliato di cambiare strada e di non rimanere mai sola”.

Sei rimasta ferma lì e quell’uomo non ti ha fatto niente? “No, beh, ecco, in quel momento di panico ho per sbaglio avviato una chiamata a mio padre che, vedendo che non rispondevo alle sue domande, è corso in mio aiuto. Dopo aver chiuso la chiamata ho iniziato a correre fino al portone di casa. Però non sono salita, a dire la verità non ho nemmeno aperto il portone, avevo troppa paura, paura che entrasse insieme a me, che mi seguisse, che mi facesse del male. Pochi minuti dopo è arrivato mio padre e insieme abbiamo ripercorso la strada. Lui era ancora lì. Ho riconosciuto l’auto e, appena mio padre gli si è avvicinato, subito quell’uomo ha porto le sue scuse ed è andato via”. Da quel giorno non l’hai più rivisto? “No, anche perché, tramite un nostro parente, abbiamo scoperto che non era di Ruvo, bensì di Terlizzi e che aveva già precedenti penali per questo genere di avvenimenti. Il giorno dopo siamo andati dalla polizia e lo abbiamo segnalato. Abbiamo preferito non sporgere denuncia perché per farlo dovevamo inserire i miei dati personali e avevo paura che quell’uomo potesse risalire a me”. Dopo questa esperienza come sei stata? “Sono stata malissimo e ovunque andassi c’erano sempre i miei genitori, sia accanto che scortandomi con l’auto”. Questo avviene anche ora? “No, ora no. Oggi vivo la mia vita tranquillamente, esco e mi diverto con i miei amici e non mi faccio problemi di alcun gene-

Le foto di questa pagina si riferiscono alla Marcia dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza promossa dalla nostra scuola il 20 novembre scorso, conclusa in Piazza con un flash mob

DIRITTI DELL’INFANZIA Il 20 novembre manifestazione in piazza Matteotti. Colori e musica per ricordare la Convenzione

Una marcia per noi Classe 1C, Cotugno

U

n cartellone e dei palloncini colorati sono stati gli elementi per la marcia dei Diritti del Fanciullo, con la partecipazione di noi alunni dei plessi Cotugno e Carducci, in Piazza Castello. Gli articoli da noi scelti, appartenenti alla Carta dei diritti del fanciullo approvata dall’ ONU il 20 novembre 1989 a New York, assicurano, in diversi Paesi del mondo, i nostri diritti, tra cui il diritto all’ adozione (Articolo 13), alla salute (Articolo 21) e all’ istruzione (Articolo 28). Tutto questo un giorno di novembre, quando i cittadini di Ruvo ci osservavano, mentre attraversavamo strade e corsi, fino a Piazza Matteotti. Ospiti del nostro incontro un avvocato del Tribunale per i Minori di Bari, un’ assistente sociale del Comune, l’Educatrice di una Casa famiglia, che, dopo averci spiegato diversi casi ormai risolti di fanciulli in difficoltà, hanno assistito al lancio dei palloncini nel cielo. Sì, la nostra è stata una manifestazione molto significativa, ma una cosa è certa: possiamo ricordare i nostri diritti, ma non assicurarli in tutto il mondo. Le recenti indagini dell’ UNESCO e dell’ UNICEF, segnalano oltre 1 milione i bambini che lavorano come minatori, 75 milioni i fanciulli vittime della malnutrizione, oltre il 90% di minorenni nel mondo lavorano. Le stesse indagini dicono che i diritti del fanciullo vengono maggiormente ignorati in 11 Paesi dell’ America latina, in Asia, in Africa, in India e in Perù. È un’iniziativa da tenere fissa ogni anno per richiamare a tutti noi i diritti e i doveri che possono garantire una crescita armoniosa. ■

re, essendo in gruppo. La paura rimane sempre, è un trauma che mi ha insegnato a crescere e che sto pian piano superando”. Che consiglio daresti alle altre ragazze della tua età? “Di fare molta attenzione perché io, personalmente, sono stata molto fortunata, ma non bisogna sottovalutare ciò che accade tutti i giorni. Queste cose non avvengono solo nelle grandi città, ma anche nei piccoli paesi come il nostro. Un'altra cosa fondamentale che posso dirvi è che, se vi accade qualcosa del genere, dovete dirlo subito ai vostri genitori e soprattutto non dovete fossilizzarvi su quell’avvenimento, non dovete avere paura di uscire, di divertirvi, anzi, distrarsi non ha mai fatto male a nessuno, e poi, non siete mica soli: ci sono i vostri amici lì con voi”! Lieto fine? Per fortuna le due storie che abbiamo sentito sono finite bene e nessuno si è fatto male. Queste due ragazze sono state molto fortunate, sono riuscite a riprendersi e ora escono tranquillamente anche senza nessuno che le accompagni. ■


Pagina 5

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Attualità e territorio DIRITTI DELLE DONNE Nonostante le rivendicazioni e i notevoli passi in avanti, la condizione della donna non è ancora ottimale in Italia. Va molto peggio in altri Paesi

E se papà cucisse e mamma vedesse la partita? Classe 3A, Carducci-Giovanni XXIII

C

osa succederebbe se in una classe elementare i bambini leggessero dal libro di lettura un brano intitolato: “Papà cuce, mamma vede la partita”? È probabile che la semplice lettura del titolo provocherebbe grandi risate, come se qualcuno raccontasse di aver visto un asino volare. In un contesto casalingo siamo abituati a vedere una mamma che lavora di più rispetto ad un padre quasi completamente assente. Nel nostro Paese per le donne, infatti, è normale conciliare orario di lavoro e orario domestico. Quest’ultimo spesso sottovalutato e sminuito. Una donna impiega 52 ore circa a settimana nei lavori di casa. E se pensiamo ad una donna con un bambino piccolo, sicuramente le ore aumenterebbero soprattutto se non ha alcun aiuto. In Francia, invece,una donna con almeno tre figli ha diritto ad una tata che è retribuita dallo Stato. Situazione idilliaca rispetto a quella italiana. Ma quello del lavoro è solo uno dei tanti problemi che

investe il mondo femminile. Altrettanto importante è quello delle “molestie sessuali” che molte donne denunciano soprattutto nell’ambiente casalingo, a cui spesso segue il

lenza. In molti casi, solo una minoranza delle vittime sporge denuncia, per paura, per vergogna, per non dover rivivere l’umiliazione e la violenza testimoniando in un’aula di

femminicidio. Autori ne sono spesso mariti iracondi, o fidanzati respinti, ma anche estranei, che aggrediscono donne indifese. Non possiamo non menzionare anche casi in cui donne inconscienti o, a volte, ignare vendono le immagini del proprio corpo a pseudo-riviste, contribuendo all’aumento degli atti di vio-

tribunale. Attualmente, però, non ci sono solo donne che vendono la propria dignità, ma anche quelle che lottano per l’ottenimento dei diritti. Caso eclatante è quello avvenuto in Nigeria. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile scorso un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione in una scuola del Paese, riuscendo a se-

quello accaduto nel 1966 in Inghilterra quando la coppa Rimet spedita a Londra dal Brasile per essere esposta al pubblico, fu rubata. Il trofeo venne fortuitamente ritrovato in un giardinetto della città, circa tre mesi dopo, grazie al fiuto di un cane. Tornando ai giorni nostri manca poco al canto di apertura della cerimonia d’inaugurazione , al quale seguiranno poi Classe 1B, Carducci-Giovanni XXIII i vari inni nazionali eseguiti di giorno in onda, Pogba, Llorente, Palacio, giorno dalle 32 squadre partecipanti. Ci si Gervinho, Higuain…sono i nostri auspica che dagli spalti non provengano idoli nonché i grandi protagonisti cori razzisti e non vengano esposti striscioni offensivi, così come molto spesso del campionato italiano, che vedremo impegnati al mondiale che si terrà in Bra- siamo abituati ad assistere negli stadi italiani. Il comitato organizzatore brasiliasile il prossimo giugno. La storia della più importante competizio- no ha fatto grandi sforzi per rinnovare le strutture esistenti, alle quali se ne sono ne calcistica mondiale è ricca di tanti aaggiunte di nuove per un totale di 12 imneddoti e curiosità. Ci piace riportare ESTATE Un mese di calcio spettacolare

Tempo di mondiali

H

questrare circa 200 studentesse, tutte cristiane. La causa del rapimento è di carattere religioso: i jihadisti vogliono convertire le ragazze all’islam, secondo l’insegnamento di Allah. Le ragazze, in balia delle decisioni di questi uomini, non godono dei diritti più elementari, tant’è che sono ridotte in schiavitù e vendute come spose. E questo è solo uno dei tanti esempi di crudeltà da parte degli uomini nei confronti delle donne che sono costrette a subire in silenzio. Il lungo cammino delle donne verso la parità dei diritti non è ancora finito: le tappe da raggiungere sono ancora molte. Le donne oggi godono sì di diritti, ma questi non sempre sono loro riconosciuti. Non ci resta che sperare in un futuro migliore dove le donne non vendano il proprio corpo, la propria dignità, ma abbiano anche la possibilità di istruirsi e essere libere. “Il loro destino viene formato dai loro pensieri e dalle loro azioni. Non possono cambiare il vento, ma possono orientare le vele”(A. Robbin). ■

pianti che ospiteranno le partite: Rio de Janeiro, San Paolo, dove si giocherà la partita inaugurale e Maracanà, il più importante dove si svolgerà la finale il 13 luglio 2014. Adidas ha presentato “Brazuca” , il pallone ufficiale del torneo. A rappresentare l’Italia ci sarà anche Rizzoli, l’arbitro scelto dalla FIFA per dirigere diversi incontri; il nostro Cesare Prandelli, invece, vorrà riscattare la pessima figura fatta dagli azzurri, allenati da Marcello Lippi, quattro anni fa in Sudafrica. Sarà questa un’occasione per vedere riunite le diverse bandiere in un tripudio di colori sotto un unico “GOAL!!” quello della pace e fratellanza tra i popoli. Sicuramente Papa Francesco tiferà per questo (oltre che per la sua Argentina!).■

MUSICA Sempre più ampio il coinvolgimento e la proposta di buona musica

Musica Insieme a musicisti di fama

MONDIALI L’evento calcistico non deve nascondere le situazioni di ingiustizia presenti nella nazione sudamericana

Brasile, tra calcio e povertà

Classe 2B, Cotugno

F

ervono i preparativi per i mondiali di calcio che si svolgeranno in Brasile. Dal 5 aprile fino al 31 luglio in molte zone del Brasile ci sarà la presenza dei militari per garantire che tutto si svolga nel migliore dei modi. È il secondo evento importante, dopo quello dell’anno scorso con l’arrivo del Papa a Rio de Janeiro per festeggiare la giornata mondiale della gioventù, che ha favorito un certo sviluppo socio-economico, dovuto alla presenza di molti turisti provenienti da tutte le parti del mondo. Così, anche per il calcio si pensa di poter avere lo stesso effetto favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro per la costruzione di strade, ponti, stadi e altro. Con quest’evento si spera di ridurre la povertà attraverso l’impiego di persone che vivono nelle baracche, oltre al fatto che il Brasile è vista come la squadra favorita e vincente dei prossimi mondiali di calcio. Tuttavia i mondiali di calcio “Brasile 2014” sono stati organizzati, secondo diverse opinioni, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il Brasile è un posto non adatto ad ospitare questo grande evento per una ragione su cui si è tanto discusso: l’utilizzo improprio dei soldi. Il Brasile è un grande stato con bellezze naturali immense spiagge splendide, monti bellissimi, ma ci sono anche dei quartieri che si chiamano “Favelas”. Sono quartieri di gente poverissima che è costretta a vivere in baraccopoli, costruite con mattoni e scarti recuperati dall’ immondizia, a ciò si unisce la criminalità e i gravi problemi d’ igiene dovuti alla mancanza di fognature e acqua potabile. Le più famose si trovano nei sobborghi di RIO DE JANEIRO, ma ce ne sono anche nelle principali città del paese. Migliaia di persone sono senza lavoro, persone che muoiono di fame, persone che muoiono affette

da malattie facilmente curabili nei nostri paesi, famiglie che sono costrette a fare di tutto per un piatto caldo. Nonostante tutta questa povertà il governo continua a sperperare i soldi in altri progetti come i residence per le squadre che parteciperanno ai mondiali di quest’ anno. Un esempio è il residence della squadra italiana che, tra attrezzature, campi e alloggi, è costato 4mil. di dollari, soldi che potevano essere investiti per eliminare le baraccopoli del paese e per rinforzare la polizia così da poter combattere meglio la criminalità che circola nelle favelas. Le proteste e le manifestazioni contro i mondiali in Brasile stanno aumentando a vista d’occhio. La città più colpita è San Paolo. Oltre 5 mila manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro questo inutile spreco e contro quest’ingiustizia. In poche parole il governo brasiliano ha tenuto gli occhi chiusi sulla situazione del popolo continuando a investire i soldi nel calcio, come se fosse una divinità. Speriamo che qualche politico si renda conto di cosa sta succedendo così da poter cambiare la situazione.■

Michele Di Modugno 3C ,“Carducci-Giovanni XXIII”

"M

usica insieme" è un progetto innovativo approvato nella città di Ruvo di Puglia, che offre a giovani e giovanissimi musicisti del Nord Barese, l'opportunità di esibirsi, insieme ad altri, in svariate occasioni, dalle più frivole a quelle più importanti. In tal modo questi giovani hanno l'opportunità di fare esperienze musicali con artisti diversi di calibro internazionale come Michele Lomuto, Mario Andreulli e Mike rubini, artisti di fama ormai mon-

diale. Non mancano le figure stabili ed eccellenti come quella di Giovanni Mazzone, tenore, e quella del maestro fondatore Pino Caldarola nonchè direttore artistico, docente nella nostra scuo-

la, oltre che trombettista e direttore di rinomati concerti bandistici. L'orchestra Apulia si è esibita l’11 maggio scorso nell'ex convento dei domenicani. Qui, essa ha avuto l'onore di suonare con un percussioni-

sta a livello internazionale, Vincenzo Mazzone. Egli ha eseguito, con la batteria, una madley di Bacharach e il fantastico brano di Strauss: cosi parlo Zarathustra, all'interno del quale ha presentato un drum contest con il batterista nonchè percussionista dell’orchestra: Michele Di Modugno. Quest'ultimo eseguirà con la marimba le note del concerto in la minore di Bach e un assolo col djembè. Che dire di più... Vi aspettiamo alla prossima!■


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 6

Esperienze scolastiche DIPENDENZA Se ne parla diana e quindi avere più conoin ogni occasione, ma la scenze... problematica aumenta Occorre prestare molto atten-

Media e Tecnologia Classe 1B, Cotugno

L

a tecnologia ha ormai preso il sopravvento sull'umanità mostrando aspetti positivi e negativi. Alcuni aspetti positivi sono: poter comunicare con più facilità con il cellulare o con la chat, utilizzare il computer per ricerche e avere informazioni che possono anche servire nella vita quoti-

zione all'uso dei video giochi perché possono causare dipendenza sia agli adulti che ai bambini, solo usati correttamente non danno alcun pericolo. Oltre alla dipendenza i video giochi hanno altri aspetti negativi: possono danneggiare la vista o/e il cervello, si perde anche la capacità di immaginare ed inventare cose nuove (questo soprattutto per i minorenni) e la voglia di stare con gli altri, giocando e passeggiando all'aria aperta. Ci si dedica meno all'attività fisica e ci si

isola dagli altri. Anche il televisore può danneggiare la vista se si passa troppo tempo vicino. Ad esempio per conoscere e informarsi sugli avvenimenti più importanti (omicidi, incidenti, furti ecc.) invece che comprare e leggere un giornale si ascoltano molto di più i programmi televisivi. Però si possono vedere anche molti film e trasmissioni utili e interessanti dalle quali si imparano molte cose, ci si può anche divertire molto con trasmissioni comiche. Nonostante tutto la tecnologia può essere molto utile, basta imparare a farne buon uso. ■

La scuola ha promosso un’attività di sensibilizzazione con i docenti e i genitori delle classi prime sulla dipendenza da tecnologia, in collaborazione con gli Operatori SerT dott. Leone e dott.ssa Marcone. Gli alunni di 1F hanno realizzato uno spot che sarà presto pubblicato sul nuovo sito della scuola. Molto delicata e urgente la problematica, scarsa la partecipazione dei destinatari. Occorre sensibilizzare maggiormente e credere nella valenza educativa di simili iniziative rispetto ad una problematica che sarà sempre più invadente ed invasiva anche nelle attività scolastiche ■

AFFETTIVITÀ Al terzo anno l’esperienza del progetto di educazione affettiva “L’amore conta” promosso dai docenti, in orario curricolare, con l’intervento di esperti del Consultorio familiare della ASL ginecologa Stella Morgese e la psicologa Marika Quinto) e di quello diocesano (don Vicnenzo di Palo). Esperienza molto intensa e gradita

Nel mezzo del cammin di nostra vita, l’adolescenza

I

Francesca De Astis, redazione

l “mistero” della pubertà è sempre stato un tabù. Nella nostra scuola si è voluto svelare ogni dubbio a riguardo coinvolgendo le classi terze in un lungo e interessantissimo percorso interdisciplinare della durata di circa tre mesi sull’adolescenza. Il progetto intitolato “L’amore conta” ha permesso di togliere la maschera di vergogna che avevamo e capire che tutti stiamo crescendo. Iniziando con la conoscenza di se stessi con la docente di italiano, attraverso una serie di questionari e letture, abbiamo indagato più a fondo in noi mettendo a luce i nostri cambiamenti, come il sentirsi grandi ma essere ancora piccoli. Invece per quanto riguarda i cambiamenti fisici, abbiamo continuato il percorso in scienze studiando l’apparato riproduttore, il valore del nostro corpo e tutte le precauzioni per un uso distorto della sessualità e per evitare la trasmis-

█ STORIA

sione di malattie. Ci siamo soffermati sull’aborto e sul valore della vita, attraverso anche la visione di un video. Ne abbiamo discusso soprattutto col professore di religione dicendo che vita è dal primo momento in cui questa è concepita. Con la produzione di testi ci siamo liberati dalle angosce, affidandoci ai consigli dei nostri attenti insegnanti. Spesso escludiamo la figura dei genitori, pensiamo che non possano capirci mentre in realtà anche loro hanno vissuto questo periodo della vita. Con lettere, dialoghi, questionari abbiamo cercato di riallacciare i rapporti smorzati comprendendo che fare il genitore non è affatto semplice. E poi i loro eventuali sbagli sono in buona fede, perché ci vogliono bene. Gli amici invece vanno e vengono. E a proposito, anche l’amicizia e l’amore sono stati argomento di gran discussione a livello interdisciplinare. Abbiamo fatto una distinzione fra gli amici e quelli che in realtà non lo sono, fra la cotta e l’innamoramento, affrontando tematiche relative alle cattive amicizie che spesso portano al fumo, all’alcool, alla droga… Abbiamo imparato che nelle relazioni bisogna dare valore a ogni gesto e non fare le cose solo per conformarci alla mas-

già accaduti che dal passato fino ad oggi continuano ad inStudiare il passato per vestirci e trasformano la realtà capire meglio il presente in continuazione. Imparare dagli errori passati Classe 3B, Cotugno può aiutarci a migliorare il preuante ore passate su sente. Ricordare per tener viva quell’odiato libro di sto- la paura, anzi il terrore di una ria! Quanto tempo perso guerra che distrugge sia i vinti i ad esporre un interminabile se- vincitori. Lottare per i propri rie di nomi, eventi, guerre e pa- diritti, per la libertà. La storia è ce, chi ha vinto e chi ha perso. un oceano e bisogna imparare a Ma a cosa serve studiare questa stare a galla sguazzandoci denmateria? Serve. La storia non è tro. altro che il ripetersi di eventi La rivoluzione francese, Gari-

Q

sa. Dobbiamo avere una nostra identità personale e prendere esempio da chi è migliore di noi. Il percorso è poi sfociato nelle lingue straniere studiando l’adolescen-za in inglese e francese, e in arte con lo studio di alcune opere e l’interpretazione artistica personale dell’amore e della vita. A tutto ciò non è mancata la figura di Dio. Alla fine abbiamo incontrato la ginecologa, il parroco e la psicologa. In definitiva, un percorso ricco di sfumature e sfaccettature molto interessanti. E direi che grazie a questo lavoro, ci siamo resi re-

sponsabili del nostro presente in modo da evitare conseguenze in futuro: conoscere per conoscersi è importante soprattutto se ne siamo protagonisti.■

L’OPINIONE

La preziosità del nostro corpo Classe 3C, Carducci-Giovanni XXIII

A

nche quest’anno noi ragazzi di terza abbiamo aderito al progetto ‘L’amore conta’. Questa, non è stata soltanto, e come tutti avevano pensato, un’opportunità per perdere ore di lezione o per ridere un po’. Bensì ci ha aiutati a riflettere sull’importanza della sessualità come componente della personalità, spesso svilita e travisata, anche a causa di una cattiva informazione e della mercificazione del corpo perpetrata dai mass media. Sicchè a quest’età i ragazzi si avvicinano al sesso spesso solo per curiosità di provare, di trasgredire e, perché no, di sentirsi grandi nel momento in cui non lo si è ancora, trascurando la sfera emotiva e anche quella medico-sanitaria che la sessualità comporta. Pertanto questo tipo di attività è stata un’occasione per avere informazioni corrette e complete, per esporre le nostre perplessità e ricevere consigli da parte dei nostri professori ed esperti, superando ogni tipo di vergogna. Abbiamo compreso che la nostra è un’età ricca di contraddizioni e cambiamenti che ci rendono vulnerabili, e quindi che sarebbe bene raggiungere una maturità ed una maggiore consapevolezza prima di usare il corpo in modo sbagliato, con le inevitabili conseguenze. Sicuramente il messaggio principale che abbiamo potuto trarre da questo progetto è che il corpo non è una merce da svendere, ma un valore da preservare e custodire così come tra l’altro la morale cattolica ci insegna da sempre.■

baldi, Mussolini, l’ONU, la povertà che affligge il sud del mondo, gli inni, la moneta, i nomi delle vie, le nostre tradizioni, i dialetti… È tutta storia! Tutto rispecchia la propria origine e si racconta a noi attraverso la vita quotidiana. Anche ai nostri giorni si sta ripetendo il passato. La crisi, le tasse, il governo corrotto porteranno ad una rivolta se non facciamo

nulla per evitare di far sprofondare l’Italia in un abisso. Non è colpa dei meridionali se sono costretti ad emigrare, se al sud non ci sono le infrastrutture, le strutture, un lavoro. Non siamo noi la palla al piede dell’Italia. Anzi, siamo la sua forza! Dobbiamo essere uno stato unito non solo sulla carta o quando gioca la Nazionale di calcio. Speriamo sempre la vittoria nello sport. E

sperare la vittoria del Paese? Essere fieri sempre della nostra bandiera? Il giorno dopo ci dimentichiamo della nostra identità. Anonimi figli di un Paese ricco di storia. Ecco, deve essere un insegnamento per tutti noi, per farci aprire gli occhi al presente. Deve convincerci a renderci partecipi della nostra società e per migliorarla; ognuno può contribuire e magari ritrovare il proprio nome in qualche strada un domani, in una storia futura.■


Pagina 7

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Esperienze scolastiche GARA DI LETTURA La classe vincitrice riflette sull’esperienza fatta

Divertirsi leggendo

GARA DI LETTURA L’iniziativa promossa dalla libreria l’Agorà e la Biblioteca Comunale ha coinvolto diverse classi

Libri in gioco per scoprire il piacere della lettura e il valore del gruppo

Silvia De Palo, redazione

Classe 1D, Cotugno

L

a classe ID del plesso “Cotugno” quest’anno ha vissuto una emozione non facile da dimenticare: la vittoria conseguita nella terza edizione della gara di lettura “Confabulare- Libri fuori dagli scaffali” a cura dell’Associazione Calliope, l’Associazione “Tra il dire e il fare”, il Comune e il Teatro Comunale di Ruvo di Puglia. La gara si ispira alla trasmissione televisiva “Per un pugno di libri”, che qualcuno ricorderà, e vuole far scoprire il piacere e il valore della lettura attraverso il gioco, le gare di squadra e la sana competizione. Il progetto era rivolto alle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria; alle prime , seconde e terze della scuola Secondaria di 1° grado e al biennio delle Scuole Superiori. Tutto è iniziato nel momento della preparazione per la prima fase della gara, durante la quale noi alunni abbiamo letto il libro “Margherita Dolcevita” di Stefano Benni. La prima fase della gara si è svolta il 3 dicembre presso il teatro del plesso “Carducci-Giovanni XXIII” dove ci siamo sfidati con le classi IC e IA del plesso “Carducci-Giovanni XXIII”. Il giorno della gara ci sentivamo persi di fronte alla superiorità numerica dei nostri avversari, ma via via che la gara proseguiva, il timore scompariva. La sfida consisteva in vari giochi: do-

mande, caccia all’oggetto, in cui bisognava associare un personaggio all’oggetto, frasi da completare, c’era anche una prova di abilità: la prova di ballo. La nostra compagna Rossella si è esibita in un tango, ballo del nonno di Margherita, e ci ha fatto acquisire cinque punti, guadagnando un notevole distacco dagli avversari. Così siamo riusciti a qualificarci per la finale. Il 28 aprile 2014 presso il teatro Comunale di Ruvo abbiamo disputato la finale affrontando la classe I B del plesso “CarducciGiovanni XXIII”. Questa volta abbiamo letto il libro “ Più forti della mafia” scritto da Pina Varriale. La tensione è stata maggiore perché l’autrice era ospite e giudice nella gara insieme ad altri rappresentanti delle diverse Associazioni e istituzioni scolastiche. L’atmosfera del teatro, i presentatori, le musiche di sottofondo, la valletta e i due attori addetti al punteggio, la presenza dei nostri genitori tra il pubblico ci hanno regalato emozioni indimenticabili. Abbiamo affrontato prove di abilità diverse e bizzarre tra cui una prova di teatro, una di disegno e quella di raccontare in tre minuti la trama del libro. La nostra squadra si è rivelata unita e alla fine abbiamo vinto, per un totale di 51punti, un “sacco” di libri. É stata una bellissima esperienza che ci ha fatto capire quanto sia importante leggere non solo per istruirci, ma anche per divertirci. ■

TEATRO Spettacoli in lingue straniere: I like, il me plait

“Grease” “Le tour du monde en 80 jours” Classe 3H, Cotugno

G

li alunni delle classi terze della scuola Cotugno-Giovanni XXIII, hanno partecipato agli spettacoli in lingua inglese “Grease”e francese “Le tour du monde en 80 jours”. Il primo è un musical inglese e racconta la storia d’amore tra due ragazzi in un college americano;il secondo è un romanzo scritto da Jules Verne e narra il viaggio di un uomo e del suo maggiordomo intorno al mondo in 80 giorni. Entrambe le rappresentazioni hanno suscitato un notevole interesse negli alunni, specialmente “Grease”. A catturare l’attenzione dei ragazzi hanno contribuito molto gli attori,dotati di una rilevante bravura, anche nelle parti cantate, l’intero cast era molto preparato. Dal punto di vista tecnico le scenografie sono state in un certo senso il punto debole, soprattutto nello spettacolo in lingua francese, perché erano povere di arredamenti e decorazioni, infatti gli alunni si aspettavano qualcosa di più intrigante. Ma nonostante ciò entrambi gli spettacoli sono stati apprezzati pienamente,inoltre hanno avuto un ruolo importante, perché alla loro conclusione si è avviato un piccolo dibattito con gli attori in maniera tale da poter interloquire in lingua inglese e francese. Un’attività tranquillamente riproponibile per i ragazzi delle prossime classi terze! ■

Libri, non carta straccia

L

ibri e tanto divertimento. Sono queste le cose che mancano ai ragazzi di oggi: la curiosità, il divertimento, la voglia di leggere libri e di volare con la fantasia in mondi immaginari. In un mondo dove la tecnologia ha preso possesso della nostra vita, bisogna ricordarsi che la lettura è fonte di ispirazione ed è in grado di far nascere nuove idee e pensieri che possono rivoluzionare il modo di vivere. E allora come far capire ai ragazzi tutto ciò? Attraverso gare di lettura dove, dopo aver letto un libro, ci si mette alla prova con quesiti e giochi inerenti al testo letto, un esempio ne è la gara di lettura “Confabulare: libri fuori dagli scaffali”. La competizione, con la collaborazione della Biblioteca Comunale e della libreria “L'Agorà”, si tiene da due anni a Ruvo e coinvolge i ragazzi delle scuole secondarie di 1° grado del nostro paese. Anche quest'anno, dopo la lettura di un testo comune, le classi sono state scelte per gareggiare le une contro le altre e chi trionferà, potrà accedere alla finale che si tiene al Teatro Comunale. Con la presenza dell'autrice quest'anno abbiamo dato inizio alla finale e, come premio alla classe vincitrice, sono stati regalati “un pugno di libri”. Durante la “battaglia” noi ragazzi abbiamo avuto anche modo di aprire dibattiti o di chiedere curiosità sul libro alla scrittrice. È stato un modo per chiarire dubbi e per conoscere e capire le ragioni che hanno spinto alla stesura del romanzo. Una differenza è evidente tra i ragazzi che leggono molto e i lettori occasionali. Prima cosa il loro vocabolario è ridotto, i voti calano e con questo si ha meno possibilità di far emergere il talento del ragazzo. I libri non sono solo carta stampata, ma anche tempo da utilizzare per fare qualcosa d’istruttivo, che potrebbe allontanare molti ragazzi dall’imboccare una brutta via.■

L’incantesimo della lettura Classe 2C, Cotugno

P

rova questo brivido, apri un libro e comincia… “Vorrei che tutti leggessero non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”, celebre frase di Gianni Rodari che ci aiuta a comprendere come tante pagine rilegate e scritte di svariate parole possono essere per noi una continua fonte di sapere. I libri ci aprono gli occhi al grande mondo della vita, così complesso, così intrecciato. A volte può sembrare noioso fare ciò, ma quando si comincia a leggere un libro, anche solo alla prima lettura, si rimane lì seduti e non si vuole distogliere lo sguardo finché non si scopre come va a finire. Lo so, può sembrare strano e stupido che delle parole, scritte insieme su un certo numero di pagine, possano comunicarci così tante emozioni e conoscenze; ma sono proprio quelle parole che celano nel loro significato il privilegio di interpretarle. Quale piacevole sensazione di libertà! Il vantaggio più bello del libro, sta nel poter spaziare con la propria fantasia, verso i luoghi più belli e misteriosi del mondo. Leggere non è solo un diritto, ma è anche e soprattutto un dovere: come possiamo cambiare la società attuale, se prima non capiamo come poterla rinnovare, migliorare una volta per tutte? Leggendo, scrivendo, parlando, informandosi e confrontandosi: questi sono i tanti modi per istruirsi, per emozionarsi, per avere dalla vita nuove idee, nuovi concetti, tante risorse. Quel brivido e quella voglia matta che si avverte nel prendere un libro dallo scaffale: è quello il momento magico e fantastico che dobbiamo imparare tutti a scoprire sempre più, giorno dopo giorno, per imparare ad assaporare e vivere quel gran piacere che si chiama LEGGERE!■

FRANCESE Recensione in lingua di un classico della letteratura

Le Petit Prince

“L

'essentiel est invisible par les yeux”: c'est le vrai message de l'histoire Le Petit Prince, écrite par Antoine de Saint-Exupéry. Le livre parle d'un pilot qui fait la connaissance d'un prince extraordinaire venant d'un autre planète. Ce prince se enfuit de sa propre planète a cause d'une rose. C'est une rose unique qu'il aime beaucoup, mais qui le rende malheureux, parce qu'elle est très orgueilleuse et le commande tout

le temps. Pendant son tour à travers l'univers il rende visite à plusieursplanets où il fait la connaissance de grandes personnes différents, comme un roi, un vaniteux et un buveur. L'épisode le plus connu est le rencontre avec le renoir, le prince découvre quel est le signifié d'apprivoiser: ça signifie que si le

Classe 3A, Carducci-Giovanni XXIII

prince approivoiser le renoir ils seront uniques au monde l'un par l'autre. Et quand arrive le moment de partir ils se doivent saluter et le renoir révèle au prince son secret: «On ne voit bien qu'avec le cœur. L'essentiel est invisible par les yeux.» Il s'agit d'un livre avec des messages très profond réalisés spécialment pour les enfants.■


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 8

Viaggi di istruzione ha vissuto momenti di terrore e sangue, lusso e sfarzo, povertà e miseria, ricchezza e agio.

Diamo conto di alcuni tra i tanti viaggi di istruzione effettuati. Un ringraziamento va alla referente Prof.ssa Lorusso e agli assistenti amministrativi

█ Roma, città eterna

█ 1914-2014 Considerazio-

Classe 2D, Cotugno

N

ni sulla Grande Guerra Classe 3B, Carducci-Giovanni XXIII

E

ra il 28 luglio del 1914 quando scoppiò la Prima guerra mondiale, un evento appartenente al passato, ma che occupa ancora uno spazio molto importante nella memoria delle persone e per questo che, a distanza di 100 anni, commemoriamo questo disastroso avvenimento che ha cambiato la storia dell'Europa e che ha segnato indelebilmente anche il destino del nostro paese. Si deve rendere giustizia ad un sacrificio che non può e non deve essere cancellato e al quale si deve dare risalto con grandissimo rispetto. Coinvolgente ed emozionante è la presenza, sui territori dove si è combattuta e vissuta, di innumerevoli tracce e monumenti legati ad essa. Ho ancora davanti agli occhi il Sacrario Militare di Redipuglia, le trincee e l'impressione è stata forte e commovente nel vedere quanti italiani abbiano sacrificato la loro vita per la nostra Patria. Ho potuto leggere i nomi e le date di nascita di tanti ragazzi per lo più ventenni, ragazzi appena più grandi di me troncati tragicamente dalla crudeltà della guerra. Un'esperienza unica che non lascia spazio all'indifferenza! Per una ragazza come me, che non ha mai vissuto l'atrocità della guerra, è difficile immergermi nei sentimenti di chi l'ha combattuta, capire le loro emozioni, il loro dolore, ma è stato proprio davanti al Sacrario che ho meditato sui sentimenti dei soldati e delle loro famiglie: saluti, suppliche, addii, baci, lacrime, raccomandazioni...immagini strazianti si susseguivano nella mia mente. Quando ho visitato le trincee sul Carso ho pensato ai miei bisnonni, alla loro vita vissuta fra il gelo, le bombe, gli amici morti. É per questo che anch'io partecipo con grande rispetto a quest'anniversario, insieme all'umanità intera, affinché tale commemorazione possa contribuire allo sviluppo di una riflessione sul dovere della memoria e proporre iniziative che sostituiscano alla guerra una cultura di pace, in grado di favorire la convivenza fra i popoli e superare atteggiamenti nazionalistici da cui nascono intolleranze e razzismi. ■

l’accrescimento culturale; diventano per noi studenti momenti di crescita personale, di condivisione con i compagni e gli insegnanti di un’esperienza scolastica, ma anche di vita. Anche sul piano della socializzazione sono momenti di grande importanza per un positivo sviluppo affettivo del gruppo classe. Tutte le uscite didattiche sviluppano in noi un sapere creativo, da apprendere non solo in modo mnemonico e passivo dai libri di testo, ma anche dal supporto di guide esperte che coinvolgono e stimolano la nostra curiosità. Quest’anno noi ragazzi delle classi prime abbiamo partecipato a manifestazioni cittadine, alla visione di rappresentazioni teatrali; abbiamo visitato le zone umide di Trinitapoli e Margherita di Savoia e abbiamo osservato dal vivo le diverse specie di uccelli migratori presenti sul territorio, attraverso l’utilizzo di binocoli. Durante il viaggio d’istruzione abbiamo avuto l’opportunità di visitare la città di Lecce, “città d’arte” e in particolare palazzi e chiese di stile barocco leccese studiato con il professore di arte. Non sfruttare tali opportunità è davvero un peccato. ■

ei giorni 9 e 10 maggio, 49 alunni delle classi 2ADF del plesso Cotugno si sono recati a Roma, la nostra capitale. Prima tappa, dopo una lunga salita, l'Abbazia di Montecassino, fondata da S. Benedetto, sulla quale ci siamo soffermati per alcune ore vedendo sculture, affreschi e stanze bellissime. Poi, dopo un pranzo a sacco, ci siamo avventurati per Roma soffermandoci alle catacombe di S.Callisto, bellissime e misteriose. Verso il pomeriggio ci siamo sistemati nel tanto desiderato albergo, collocato nella periferia di Roma; ogni ragazzo era desideroso di vedere la sua camera. Subito dopo cena i proff. Sparapano, Tarantino, Malerba e Dicanio, non ci ha mandato in passare degli anni. Il viaggio per entrare in camera, ma siamo andati in giardino dove hanun’altra epoca inizia nel giardino, immerso nel no animato un festival canoro, con esibizioni verde sin dall’epoca dei vicerè, per arrivare singole e di gruppo da parte di tutti accompaall’interno del palazzo nello Scalone d’onore, un gnati dalla chitarra. Alla fine ci siamo arresi alla posto tanto bianco ed elegante da far immagistanchezza. La mattina seguente, dopo una nare, attraverso i bassorilievi, i re e i nobili che ricca colazione, abbiamo fatto un lungo percorci hanno messo piede. Il cammino continua nel so partendo dal Campidoglio e passando per il teatro privato, precedentemente distrutto e reColosseo, Quirinale, Fontana di Trevi, Panthestaurato, fino ai quattro salotti che precedono la on, Piazza Navona… per attraversare il Tevere sala del trono. Questo per quanto riguarda gli e giungere in Piazza san Pietro. ambienti diplomatici. Da non tralasciare le stanNel primo pomeriggio ha avuto luogo la festa ze che riportano a un mondo fiabesco (sala di della scuola con Papa Francesco. Nella lunga Don Chisciotte, sala d’Ercole) e quelle che per

█ Vedi Napoli e poi…

ci ritorni

I

Classe 2B, Carducci-Giovanni XXIII

l palazzo reale di Napoli è un simbolo della grande ricchezza culturale che l’Italia possiede. Situato in piazza del Plebiscito è stata la residenza di nobili stranieri (spagnoli e austriaci), i re della casa regnante dei Borbone, █ per essere dichiarata dopo l’unità d’Italia, residenza dei Savoia. L’edificio, pur esClasse 1D, Carducci-Giovanni XXIII sendo stato progetl POF del nostro istituto offre a noi studenti tato in modo sfarzovarie opportunità formative, tra cui i viaggi so da Domenico d’istruzione e visite guidate che ci permettoFontana, ha acquino un contatto diretto con i diversi aspetti della sito bellezza e derealtà del nostro paese. Esse vanno oltre corazione con il

Validità delle visite e viaggi d’istruzione

I

mezzo di quadri riportano in mente le personalità più influenti del passato (sala della pittura emiliana, sala della pittura del Seicento). Da notare che molte delle sale del palazzo, inclusa la cappella reale, sono state dipinte secondo l’uso della prospettiva, sottolineando la genialità degli artisti che hanno contribuito allo splendore (Battistello Caracciolo, Giovanni Balducci, Belisario Corenzio…). Con la sua storia, i suoi dimoranti e durante i suoi anni, il Palazzo reale di Napoli è una rappresentazione del passato dell’Italia, che

attesa del Papa, sotto il sole cocente, ci bagnavamo corpo e testa che subito evaporavano. E il divertimento ha avuto inizio verso le 16,30 con papa Francesco e altre persone famose come Niccolò Agliardi, Max Giusti. Il viaggio di ritorno ci è sembrato più corto con il divertimento della musica della chitarra e armonica del prof. Sparapano e con la nostra voce. Valutazione del viaggio, da parte dei partecipanti, da 1 a 10, 1000!!! ■

ASTRONOMIA Con l’osservatorio Andromeda di Corato per guardare oltre

Con gli occhi all’insù

I

n questi ultimi mesi la nostra classe ha seguito un corso di astronomia con l’esperto Pasquale Abbattista, presidente dell’osservatorio astronomico “Andromeda” di Corato. Abbiamo ricevuto un “assaggio” di fisica e astronomia in dieci lezioni all’interno del nostro istituto scolastico. A maggio, il corso si concluderà con l’osservazione della volta celeste sulla Murgia, utilizzando un telescopio. Le lezioni svolte sono state essenzialmente teoriche ma, grazie all’estrema professionalità e disponibilità di Pasquale, ci siamo resi conto che la fisica non è solo teoria, anche osserva-

zione pratica della volta celeste. Nell'ultima lezione, infatti, abbiamo osservato il disco solare con un telescopio e la cosa ci ha particolarmente entusiasmato . Grazie a questo progetto, abbiamo avuto alcune nozioni anche sulla classificazione dei corpi celesti, sulla nascita e lo sviluppo delle nebulose e delle stelle e, in particolare, sul sistema solare, sul moto terrestre e sul ciclo lunare. Abbiamo dimostrato alcuni di questi principi con alcuni semplici esperimenti sul comportamento dei gas in particolari condizioni. Motivati ed entusiasti, abbiamo compreso meglio la nascita

Classe 3E, Cotugno

dell’universo quando, in seguito, abbiamo trattato questi argomenti. Queste lezioni hanno soddisfatto molte nostre curiosità e ci hanno spronato ad approfondire le nostre conoscenze in ambito astronomico. Purtroppo l'astronomia viene generalmente trattata solo marginalmente a scuola, per fortuna Pasquale ha soddisfatto molte nostre curiosità! Al termine di questo breve percorso nel mondo della fisica, possiamo affermare che siamo

stati tutti coinvolti a “vedere le stelle”e quindi non possiamo che augurare ai nostri compagni di fare la nostra stessa esperienza in futuro. Ringraziamo, pertanto, vivamente Pasquale Abbattista per averci fatto vivere questa magnifica esperienza. ■


Pagina 9

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Inchiesta omofobia ATTUALITÀ Un argomento che richiede molto dibattito

Tutti amiamo l’amore omosessuali inclusi Francesca De Astis, redazione

C

hi ama dovrebbe essere libero di amare chi vuole. Ma siamo sicuri che ciò accada anche per gli omosessuali? Siamo sicuri di accettare sempre questo tipo di diversità? Ancora oggi, nel XXI secolo, ci sconcertiamo se vediamo due ragazzi o due ragazze che si baciano e si amano. L’omosessualità viene spesso additata in modo molto dispregiativo dalla gente, anche là dove regna la legge del rispetto delle scelte politiche, religiose, sessuali altrui. Anzi, alle volte sfocia in una vera e propria forma di omofobia. Ricordiamoci che il mondo è l’insieme di persone, di piante, di oggetti, di animali e luoghi sempre diversi. Il mondo è l’emblema di come la diversità sia bellissima e per questo non bisognerebbe additarla. Pensiamo ad un posto dove tutto è uguale, ripetitivo, clone di un prototipo ripetuto all’infinito. E pensiamo alla nostra società e a noi esseri umani intenti a diventare uno la copia dell’altro. Tutti che hanno lo stesso taglio di capelli, che indossano gli stessi vestiti, che mangiano lo stesso tipo di biscotti, che amano la stessa persona. Sarebbe una vita monotona. Però fortunatamente siamo tutti diversi. Ognuno è speciale per come è. Ma facciamo il punto sulla situazione: per omosessualità si intende l’inclinazione sessuale di chi è attratto da persone del proprio sesso. Il termine è la

traduzione italiana della parola inglese homosexuality. (Fonte Vocabolario Zingarelli). Nella lingua parlata si usa definire gli omosessuali come gay (per gli uomini) e lesbiche (per le donne). In quella più volgare, invece, si utilizzano alcuni termini denigratori molto offensivi. Questi e altri atteggiamenti di rifiuto comportano una non-accettazione di sé che spesso ricade sulla sfera psicologica e preme affinché ci si vergogni del proprio essere e ci si nascondi in un modo di vivere la propria sessualità che non corrisponde alla realtà. L’amore è sempre amore. Il sentimento non cambia a seconda di chi lo riceve. È sempre puro, bello, naturale, semplice. Siamo noi che lo complichiamo troppo. E poi ricordiamoci che la diversità è un dono. È l’arricchimento del nostro bagaglio culturale. È la consapevolezza di sapere che è bello camminare in un parco e vedere tante varietà di fiori, tanti tipi di alberi. È la bellezza di vedere un mondo variegato fatto appositamente per noi.■

TESTIMONIANZA Danny Wallance, ex omosessuale, racconta di sè

Non ti lascio andare A cura di Roberta Ciliberti, redazione

E

cco la testimonianza di Danny Wallance ( ft. Youtube), un ex omosessuale. L’omosessualità nasce da trauma: Danny dai 5 anni è stato violentato dal padre e da uomini al suo servizio, tanto da mettere in discussione il suo orientamento sessuale. Nasce quindi la voglia di cercare l’amore del padre che però, non ricambiato, si tramuta in odio. A 11 anni viene portato in chiesa dove ascolta che c’è un padre superiore che ama tutti, perciò pensò “Se c’è un padre che mi accetta e mi ama, allora voglio conoscerlo”. Iniziò poi il suo cammino da fedele. Ma gli abusi continuarono fino a 17 anni. In seguito sposò Lin, dalla quale ebbe tre figli: a questo riguardo dice: “la amo moltissimo, ma non avrei mai potuto farle vedere cosa ero realmente senza una maschera”. Si sviluppa perciò la voglia di nascondere il suo vero essere e inizia ad avere rapporti omosessuali clandestini. Ma, un sacerdote gli parla dicendo: “Voglio sostenerti perché tu sia aiutato, NON VOGLIO PERDERTI, NON TI LASCERÒ ANDARE MAI”. Così, grazie a queste parole trova la voglia di essere vivo, entra in cura, racconta tutto alla moglie e dice: “Mi ha portato a quel posto di libertà dove si tolgono le maschere e dove il diavolo non può seguirti”. L’ultimo ostacolo era perdonare il padre prima che morisse, perciò afferma :“Quello che il perdono ha fatto è stato liberarmi dal dolore di quelle vecchie acque”. Cosa si sente di dire a coloro che si trovano in questa situazione? “La libertà può venire solo facendo un passo di trasparenza in Gesù Cristo, la salvezza!”.■

L’INTERVISTA A colloquio con una psicologa ed uno psichiatra

Non è una malattia A cura di Francesco De Leo, redazione

“N

on è una malattia”, chiariscono gli esperti psicologi intervistati, che puntualizzano quanto segue riguardo l’ omosessualità e la paura che da essa scaturisce, l’ omofobia. Ho, infatti, posto ad una psicologa e ad uno psichiatra domande molto frequenti nella società attuale e che sicuramente, in modo esaustivo, chiariranno i nostri dubbi. "Si diventa omosessuali dalla nascita o lo si può diventare durante il corso della vita?" A questa domanda non ci sono risposte certe, i pareri sono discordi. A mio modesto parere omoses-

OPINIONI Alcune riflessioni

Un tabù non più nascosto

N

egli ultimi anni sembra essersi sviluppato sempre più il fenomeno dell’omosessualità. Il numero delle persone che dichiarano apertamente il proprio amore verso lo stesso sesso è in continuo aumento, al contrario di qualche anno fa quando l’omosessualità restava un tabù. Ma come la pensiamo noi italiani? Circa l’80% della popolazione si ritiene indifferente. Il restante 20%, invece, vede ciò come un disagio nel momento in cui vi entra in contatto. Questo è dovuto a diversi fattori, uno dei quali è la mentalità delle persone che ritiene ciò contro natura e contro la religione. Questi dati però, devono allarmarci e far sì che si abbia una completa tolleranza di questo fenomeno. Ma nonostante tutto, nulla vieta agli omosessuali di poter manifestare il loro approccio con persone dello stesso sesso in quanto non esistono in Italia leggi che lo vietano. Recentemente, infatti, in Uganda e Russia, sono state approvate leggi ‘anti-gay’ che prevedono l’arresto e addirittura in alcuni casi anche l’ergastolo. Quindi come relazionarsi con l’omosessualità? ‘La tua vita attuale è la somma totale delle tue scelte, decisioni e azioni fatte fino a questo punto’ disse Brian Tracy, perciò la cosa più giusta che dovremmo imparare a fare è rispettare ogni uomo e giudicarlo per come si relaziona con gli altri e non per il suo orientamento sessuale.■

M

Mariagrazia Elicio e Silvia De Palo, redazione

olto spesso gli omosessuali non sono viste di buon occhio dalla società, perché considerati diversi e vengono isolati. C’è chi definisce l’omosessualità persino una malattia e chi, facendo riferimento alla Bibbia, afferma che Dio creò Adamo ed Eva e quindi sconvolgere l’equilibrio della natura sarebbe quasi un torto a Dio stesso. In effetti, le fonti cattoliche sottolineano come «l'atto omosessuale è un atto contro natura, frutto di un atteggiamento infantile di attaccamento inconscio al genitore complementare, risultato di una strategia difensiva nevrotica e quindi sbagliata nel tentativo di rimediare alla propria incompletezza psicologica», ma evidenziano come «la persona con tendenze omosessuali rimane sempre una persona e, pur essendo condizionata da un punto di vista emotivo, ha in sé quella libertà della volontà che gli consente di resistere all'inclinazione disordinata e di essere padrona dei propri atti. La ricchezza dei sessi risiede nel loro incontro-confronto-dialogo per essere segno di fecondità come Dio è fecondo nell'"entrare" nel mondo dell'altro "dimenticandosi" di sé, così come fa Dio con noi». Secondo me, invece, come molti ragazzi anche pensano, bisogna accettare queste persone, in quanto uomini. Non accettarli sarebbe discriminazione. Inoltre, l’amore vero non si basa sull’età, come anche sul sesso, sull’estetica o su cose banali, bensì si basa su qualcosa di ancor più forte, che è appunto l’amore per l’altro. E, dopotutto il mondo è bello perché è vario. ■

Irene Roselli, redazione

suali lo si è dalla nascita, anzi da prima della nascita, durante la vita intrauterina, quando si forma il feto e si stabiliscono le differenze sessuali, intorno al secondo mese di vita intrauterina. L'inclinazione sessuale, omosessuale o eterosessuale, si manifesterà, poi, nella pubertà. Durante il corso della vita non si diventa omosessuali, ma casomai si diviene pienamente consapevoli della propria omosessualità. Perché scatta in molte persone paura (omofobia) e disprezzo nei confronti di queste persone? Presso molte culture l'omosessualità è stata ed è associata al concetto di vizio, depravazione, pedofilia, rifiuto della virilità, ecc. Da qui la paura in molti maschi eterosessuali di poter essere creduti tali o di esserlo senza saperlo e il disprezzo nei confronti degli omosessuali. Se io ti disprezzo in quanto omosessuale, sono sicuro di non esserlo. Ci sarebbero, poi, anche altri due moti-

vi: tutto ciò che è diverso spaventa perché poco conosciuto e quindi non prevedibile e da un punto di vista evoluzionistico la possibilità che due donne o due uomini possano essere attratti l’ uno dall’ altro, riduce la probabilità di procreazione. La mente umana, infatti, è predisposta a ciò per garantire la prosecuzione della specie. Perché attualmente se ne parla di più che in passato? Attualmente i media sono più efficienti. Basti pensare ad internet, alla televisione, dai cellulari agli smartphone, ai tablet. Questo, tuttavia, avviene anche perché, ora, il nostro Paese è più libero e, quindi, la gente tende più facilmente a dichiarare la propria omosessualità. É una malattia? Fino ad un po' di tempo fa era considerata una malattia...adesso non più! Non è una malattia e non è una anomalia … è semplicemente un altro modo di sentire la propria sessualità. ■

I matrimoni gay sono approvati? A cura di Silvia De Palo e Mariagrazia Elicio, redazione

N

ell'immagine sotto possiamo notare come i vari paesi europei gestiscono il fenomeno dell'omosessualità in maniera differente. La maggior parte dei paesi dell'Europa orientale e sud-orientale e l'Italia non hanno ancora riconosciuto leggi che regolino le unioni e matrimoni gay. I restanti Paesi hanno riconosciuto la legalità di queste nuove coppie o con la possibilità del matrimonio o soltanto come unioni civili. La questione, come è evidente, non è affrontata in maniera omogenea nel continente europeo. ■


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 10

Alle nostre Amiche e Amici di Terza...

SCUOLA Tre anni di scuola media non si possono dimenticare

quilli ed innocenti di un alunno di una scuola elementare, in incubi, i cui protagonisti sono spesso formule matematiche e testi poetici.

Classe 3A, Cotugno

Questo almeno è quello che ci è stato detto da chi ora frequenta la scuola superiore: -o no, stanno facendo l'appello, devo entrare nella mia nuova classe nooo-”. Ricordate? Questo è uno dei tanti pensieri che ci assillano quando dobbiamo iniziare una nuova scuola, ma in modo particolare quando si inizia la scuola me-

Ad ogni modo, un’avventura

“W

ow! Eccoci qui di fronte alla tanto temuta scuola secondaria di 1° grado, o scuola media o istituto comprensivo, o meglio ancora, di fronte a quel luogo che rende i sogni tran-

dia, proprio perché è un sogno concreto di passaggio dalla tenera età, nella quale le uniche preoccupazioni sono quelle di “mettere a letto” il Ciccio Bello o non perdersi nemmeno una puntata di Dragon Ball, a quel periodo della vita che ti segna profondamente. E non solo a livello di istruzione... Infatti questi tre anni, sono stati intensi di emozioni sia positive che negative, e ancora sorrisi, lacrime, ed innumerevoli esperienze che sono servite a relazionarci con il mondo e a fidarci di più anche delle no-


Pagina 11

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

...in bocca al lupo e buona strada!

stre capacità. Ma, per fortuna, oltre alle formule di matematica e ai testi poetici, abbiamo intrapreso, e ormai quasi concluso, un' avventura culturale, approfondita con i vari PON e viaggi d'istruzione e progetti svariati, che hanno consentito una maggiore conoscenza e valorizzazione delle nostre capacità. Certo, non sono mancate le difficoltà, che in questo momento si sentono particolarmente con l' arrivo degli esami, ma al di sopra di tutto c’è un legame forte che rimarrà nel tempo. È un arrivederci e non un addio! ■

modulo alunni di terza; The passport to the future n.2 moduli alunni di seconda e terza; Parlez-vous français n.1 modulo alunni di prima; attività di recupero in orario extracurriculare. Premio Bancarellino di Pontremoli, Corrieri della Speranza, Anche i Docenti stanno realizzando un corso di formazioProgetto Biblioteca, Ruvovagando, Giornate della memoria ne PON D1 “Media education e Lim” con conseguimento e della storia, Orientamento scolastico, Rally Matematico della certificazione, per potenziare le competenze digitali Transalpino, Corretta alimentazione, Girls day, Lotta al Ta- e favorire un’azione didattica con l’uso della Lim. bagismo con la dott.ssa Barile dell’ASL, Primo soccorso Un anno, dunque, densissimo di impegni che, come detcon l’inf. Marinelli. Orogetti PON c1: Problem solving n.1 to dal Dirigente scolastico nell’editoriale, è stato possibile alunni di prima; Logica-Geometria analitica e problemi per la caparbia volontà e professionalità dei docenti.

Gli altri progetti dell’a.s. 2013/14

Ci dispiace non poter dare spazio anche alle altre esperienze scolastiche che almeno vogliamo però citare:


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 12

Attualità società ambiente ATTUALITÀ L’uso massiccio di social network ed sms mettono in crisi la nostra lingua parlata. Più fatica a scuola

L’Italiano che cambia Mariagrazia Elicio, redazione

N

egli ultimi anni, a causa delle nuove tecnologie, la lingua italiana sta mutando in continuazione. Da alcune indagini si è potuto notare come persino laureati abbiano perso l’abi-tudine a scrivere in italiano e addirittura non riescano ad andare

quindi questo vocabolario virtuale e perdendo l’utilizzo di quello classico, tanto da dimenticar persino l’ordine delle lettere dell’alfabeto. Così facendo si assiste ad un impoverimento linguistico e morfosintattico che spesso emerge nei banali testi di uso quoti-

oltre il livello elementare della comprensione di una pagina. Tutto questo perché? Con internet ed i suoi social network ci si sta abituando a riassumere un accaduto, ad usare simboli, neologismi e parole straniere. Un esempio pratico lo si può avere nella vita di tutti i giorni, aprendo le chat di facebook. Bambini, ragazzi, ma anche adulti, adottano una forma di discorso riassuntivo, spesso scorretto piuttosto che quello elaborato e disteso che si impara a scuola. Inoltre, siamo abituati sempre più a cercar significati di parole su internet, utilizzando

diano, ma anche in quelli professionali. Nell’ambiente scolastico la situazione è cambiata: molti professori preferiscono utilizzare strumenti interattivi piuttosto che metodi tradizionali. Anche se, purtroppo è vero che il mondo che ci circonda spesso mette in risalto come non sempre serve avere una buona preparazione linguistica per fare carriera nella vita, è anche vero che essere capaci di esprimere con chiarezza e precisione i nostri pensieri e sentimenti, ci rende liberi di manifestare la nostra essenza e di brillare per le nostre autentiche capacità.■

CULTURA Grandi fratelli a confronto

Che fine ha fatto la cultura? Classe 3D, Carducci-Giovanni XXIII

L

ECONOMIA L’evasione fiscale in Puglia

Ecco cosa succede se... Biagio Cecalupo, redazione

D

opo un controllo a tappeto nella nostra regione eseguito dalla Guardia di Finanza, sono stati riscontrati fenomeni evasivi, attraverso emissione di fatture false, scontrini non rilasciati. La percentuale media, a livello regionale, della mancata emissione degli scontrini fiscali è stata pari al 35%. Sono stati effettuati controlli anche su beni mobili e immobili: case considerate rurali, erano invece delle vere e proprie case di lusso. Ci sono stati notevoli sequestri di immobili abusivi. Un’altra forma di pura evasione è il lavoro sommerso che ha portato all’individuazione di vari lavoratori irregolari Bari 595, Brindisi 742, Foggia 470, Lecce 463, Taranto

ECONOMIA Le notizie quotidiane non sono rasserenanti. Il mondo che vorremmo

Il ciclone crisi è tutt’altro che finito Dalila Mastromatteo, Arianna Di Terlizzi, redazione

E

bbene sì, la crisi economica è il più grande disastro che ormai da qualche anno colpisce tutta la popolazione italiana, europea e mondiale dal dopoguerra a oggi. Carissimi lettori, purtroppo oggi molti non conoscono il significato di “crisi economica” pur trovandola davanti ai loro stessi occhi. Ma il vero problema di questa crisi è che ha colpito tanti rami dell’economia. Diciamoci la verità, chi non vorrebbe un mondo migliore, senza questa parola che inizia con la lettera C e finisce con la lettera I, che toglie persino il sorriso ai bambini, anche se non conoscono il significato di essa? Tutti i giorni i mass -media ci forniscono notizie che lasciano senza parole. Episodi davvero sconcertanti, come ad esempio gli imprenditori indebitati fino al collo che si suicidano dopo aver licenziato i dipendenti e messo le catene ai cancelli delle proprie aziende. Disoccupati disperati che decidono di farla finita o di protestare con violenza. Laureati costretti ad emigrare in altri paesi in cerca di lavoro. Ma tutto ciò com’è potuto accadere? 271, BAT 65). Nell’ultimo periodo, c’è stato un siUn esperto afferma, segnificativo aumento delle segnalazioni, che non socondo il suo punto di no più omonime, in materia di mancato rilascio dello vista, che l’attuale situazione è causa di una precescontrino o ricevute fiscali, di irregolarità dei prezzi dente cattiva gestione del paese. truffe commerciali. Questo è il segno di un cambiaL’ulteriore grave problema è che i nostri governanti mento di chi continua ad essere indifferente senza hanno dimenticato il vero scopo della loro presenza sottoporsi agli onori fiscali. Poiché convinti che quein parlamento: governare l’Italia in modo onesto e sto porterebbe ad un miglioramento della situazione imparziale significa prendere decisioni per garantire attuale. ■ al popolo una qualità di vita dignitosa, soprattutto per le persone che hanno subito maggiormente la FAMIGLIA La crisi incide sulle relazioni crisi; sembra invece che i rappresentanti del popolo sfruttino il loro potere come mezzo di arricchimento personale. Infatti è risaputa l’urgenza di una riforma Martina Lafortezza, redazione elettorale che garantisca governabilità al Paese, ma evidentemente tale esigenza è percepita anche dai ’amore tra bambini piccoli è il più bello. È sincero. nostri parlamentari interessati a conservare la proAl contrario di quello tra adulti, infatti negli ultimi pria posizione in parlamento. anni si sta assistendo, oltre alla crisi economica e Ma tornare indietro per rimediare a questi e tanti allavorativa, anche ad una crisi matrimoniale. Secondo i tri errori che tutti stanno pagando si potrebbe? Come dati ISTAT dal 1995 al 2009 le separazioni e i divorzi sono raddoppiati. Mentre nel 1995 ogni 1.000 matrimoni sarebbe bello se tutti gli adulti di età media avessero un lavoro dignitoso e potessero essere felici senza si registravano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2009 si pensare al domani con incertezza e paura. Sarebbe arriva a 297 separazioni e 181 divorzi. Eppure sono passati solo pochi anni. E fra un secolo a quanti divorzi/ anche bello se tutti gli studenti grandi e piccini guarseparazioni arriveremo!? dassero al futuro con la convinzione di poter realizI figli come vivono una separazione/divorzio? Sono felici zarsi nella vita, aprendo finalmente quel cassetto o no? Alcuni, ma in poca parte, sono felici, perché hanno dove giace impolverato il loro sogno. Però sarebbe preferito che i genitori non stessero più insieme; altri, in- soprattutto bello se i bambini fossero felici perché in vece, non sopportano la realtà e non l’accettano. E per chi fondo loro, proprio loro, non hanno alcuna colpa di è in corso una separazione è semplice? No, assolutamente tutto questo disastro e hanno diritto a godersi la prono. Anche i genitori soffrono. Per rimarginare le ferite pria infanzia. Ecco il mondo che si vorrebbe… bisogna dare tempo al tempo, e quindi far passar anni dal E chissà se un giorno questo progetto potrà realizdivorzio o separazione e iniziare una nuova vita. Perché zarsi !■ questo fenomeno negativo sta aumentando? Perché non mettere fine a questa crisi tra matrimoni? ■

L’amore è solo immaginazione?

L

’Italia è al 59° posto per il livello d’istruzione e per il livello di cultura. Ci chiederemo perché tutto questo? La risposta è semplice. Ormai molta gente (e soprattutto molti ragazzi) si interessa solo di frivolezze e la TV peggiora le cose mandando in scena programmi diseducativi e di scarso valore, che però la maggior parte della gente guarda. Prendiamo l’esempio del Grande Fratello: molti diranno:-È uno schifo di programma! E fin qui tutto bene, ma bisogna sapere che lo share di ascolti (il numero di televisioni

che sono connesse almeno per 1 ora sul canale) è sempre molto alto ed è questo il fattore preoccupante. Un Grande Fratello interessante però sarebbe quello di George Orwell nel romanzo “1984”, ed è da qui che possiamo iniziare a parlare di “bagaglio culturale”. Infatti, la cultura è un ottimo strumento per avere successo nella vita, perché acculturandosi si ampliano molto le scelte da poter fare in futuro. Essa la troviamo nei libri che leggiamo, nei quotidiani, nella TV e anche in Internet. Questi possono comunque far

crescere quando si interagisce parlando di vari argomenti che possono evolvere le proprie opinioni e allargare gli orizzonti. Quindi alla domanda:-Come far capire ai ragazzi l’importanza della cultura? La risposta giusta è: -Miglio-rare non solo il sistema di formazione sin dall’infanzia e rendendolo più moderno, ma anche investire sulla scuola e non togliendo fondi necessari alle nuove generazioni! Perché con i tagli ad essa i ragazzi non imparano più come una volta. Concludo con un pensiero di Arthur Doyl: «Chi si dedica a letture occasionali, raramente possiede una cultura molto rigorosa». Quindi leggete, e la cultura migliorerete!.■


Pagina 13

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Attualità società ambiente AMBIENTE

Fonti non inesauribili Alessandro Chiarulli e Luca Di Modugno, redazione

L’energia è qualcosa che l’uomo ha conosciuto tanto tempo fa senza mai utilizzarla nel modo più opportuno, causando un eccessivo impatto ambientale. Un problema che riguarda ormai quasi tutti i paesi dell'Unione Europea è quello di effettuare la raccolta differenziata. Negli ultimi anni molte aziende hanno provato a dare una spinta alla raccolta differenziata e al riciclaggio, ma ogni tentativo non raggiunge ancora i risultati attesi, soprattutto al Sud. Le statistiche condotte dalla ATO (Ambito Territoriale Ottimale) evidenziano come a Ruvo, nel 2013, sia stato differenziato il 19,5% dei rifiuti, al di sotto della media pugliese (22,7%), ma migliorato rispetto al 9,95% del 2010. I primi mesi del 2014 registrano la media del 26%. Siamo comunque in forte ritardo rispetto all’esigenza di differenziare almeno la metà degli oltre 10 milioni di kg di rifiuti annui. Una possibile soluzione a questo problema sarebbe quella di inserire all' interno dei singoli condomini cestini per la raccolta differenziata oppure, come avviene in comuni limitrofi, introdurre isole ecologiche con un sistema di raccolta punti che incentiva la differenzazione da parte dei cittadini. Un mondo più pulito non è un'impresa impossibile o un sogno irrealizzabile, ma qualcosa che è molto semplice con il minimo impegno di ciascuno. Il desiderio di un mondo più pulito non è il solito ritornello, ma un traguardo possibile. Che aspettiamo?■

Un decalogo di buone abitudini

Regole per risparmiare energia Giuseppe Mininni, redazione

I

l 14 Febbraio è la giornata di risparmio energetico. In questo giorno, ogni anno, si invitano tutti, istituzioni, privati, cittadini, scuole, negozi, aziende, associazioni culturali, a spegnere piazze, vetrine, uffici, aule, abitazioni tra le ore 18 e le 19.30. Si tratta di un gesto simbolico per promuovere il cambiamento delle abitudini e dello stile di vita per ridurre gli sprechi suggerendo un decalogo di buone abitudini: 1. Spegnere le luci quando non servono. 2. Spegnere e non lasciare in standby gli apparecchi elettronici. 3. Sbrinare frequentemente il frigorifero. 4. Mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola. 5. Se si ha troppo caldo, abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre. 6. Ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria. 7. Utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne. 8. Non lasciare e tende chiuse davanti ai termosifoni. 9. Inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra muri esterni e termosifoni. 10.Utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Occorre trovare il modo di sfruttare al meglio le fonti di energia rinnovabili, catturando l’energia del Sole attraverso pannelli fotovoltaici; sfruttando l’energia delle onde oceaniche; utilizzando le biomasse; sfruttando la forza del vento, o utilizzando l’energia termica sprigionata dal sottosuolo. É fondamentale imparare a usare l’energia con senso di responsabilità, evitando sprechi.■

AMBIENTE Spenti i riflettori sull’antenna montata a ridosso della scuola Cotugno

Nuovo monumento a Ruvo

Gli esperti dicono che l’aumentata esposizione ad onde elettromagnetiche si accompagna ad un maggiore rischio di leucemie infantili. La parola d’ordine è moderazione. Ma servirà?

IL CASO Li chiamano “Illuminati”, una delle sette sataniche

Setta segreta o bufala mediatica? Italiano, Matematica e non solo. Roberta Ciliberti, Redazione

S

entiamo spesso nominare il quasi innominabile nome degli “Illuminati” e si sono create numerose leggende su di essi, basate spesso sull’ignoranza. Gli illuminati sono persone che appartengono alle tredici famiglie più ricche che comandano il mondo, per portare la luce (si intende la luce di Satana).Il loro potere risiede nell’occulto. Essi posseggono le principali multinazionali, le Banche Mondiali, controllano i traffici commerciali ed economici del mondo, ma soprattutto dominano i governi e organi Sovranazionali, come l’ONU. La loro storia risale al 1700. Da quel momento in poi sono riusciti a pilotare eventi negativi che hanno portato la distruzione: Rivoluzione francese, Rivoluzione bolscevica, comunismo e le guerre mondiali. Perché? Semplice, sono satanisti e praticano magia nera, il loro dio è Lucifero e attraverso riti occulti manipolano le masse. Un altro modo per manipolare le masse è utilizzare il mezzo da loro preferito: la musica. Ci sono generi di musica, privi di significato, che hanno lo scopo di robotizzare i ragazzi e indurli a drogarsi. O magari attraverso video famosi, di cantanti famosi, come il nuovo Dark Horse di Katy Perry , riescono a influenzare la massa attraverso simboli o messaggi subliminali che compiono un’azione invisibile sulla psiche. I loro simboli più famosi sono: la piramide con sulla sommità un triangolo con l’occhio; il pentacolo, stella rovesciata a 5 punte del Satanismo; il Baphomet figura con la testa da capra; e il numero 666 simbolo dell’inferno e del diavolo. Realtà sconvolgente no? Quante volte avremmo visto questi simboli pensando che fossero solo dei semplici abbellimenti, ora possiamo scoprire la verità nascosta e fare in modo che essa non arrivi a controllare totalmente le nostre menti, perché siamo noi i veri padroni di noi stessi.■ RUVO Frequenti tracce sui muri della città. Bravate o sintomi di altro?

I gruppi satanici

Classe 3F, Cotugno

Classe 1G, Cotugno

R

gruppi satanici sono dei gruppi che operano nel nome del male. Questi gruppi agiscono di notte e compiono atti di vandalismo nelle città molto grandi come Roma, ma anche piccole cittadine come la nostra: Ruvo. Un esempio di satanismo si è verificato il giorno di Halloween alla Cattedrale di Ruvo Di Puglia. Alcune persone hanno profanato la Cattedrale con tre croci al contrario, ma hanno fatto anche di peggio alla chiesa del Carmine dove, sulle pareti, venne scritto “porco Dio”. Con questo gesto hanno dimostrato poco rispetto nei confronti di Dio. Essi sono liberi di credere o non credere, però non sono autorizzati a mancare di rispetto verso i cittadini, verso la religione ed i credenti. Questi episodi sono stati denunciati ai Carabinieri, ma poi sono stati denunciati anche dal preside della nostra scuola, infatti sono state rivelate testimonianze di persone che hanno visto dalla propria abitazione, alcuni individui praticanti satanismo. Questi avvenimenti sono stati certificati da segni di cenere, rimanenze di cera sciolta e da sangue probabilmente animale. Queste persone sembrano aver trovato “rifugio” nella nostra scuola, infatti molto spesso sono stati avvistati non solo mentre praticavano atti satanici, ma anche mentre sacrificavano animali al male, fumavano e arrecavano danni a strutture e a oggetti appartenenti alla scuola. A causa di questo fenomeno, le autorità cittadine hanno aumentato la sorveglianza qui a scuola. Speriamo che questi gesti possano non accadere più, anche perché rovinano l’ immagine della nostra città.■

uvo di Puglia, (dal greco antico Rhyps ‘torrente violento’) si arricchisce in un ulteriore monumento, oltre i più noti (Museo, Concattedrale, Palazzi nobiliari…). La vocazione artistica della città, però, ha ceduto al fascino della tecnologia. E così, nelle varie aree del territorio si innalzano monumenti non finalizzati alla memoria di personaggi che hanno dato lustro alla comunità, ma opere architettoniche esteticamente disarmoniche e dissonanti, portatrici di un altro tipo di luce, luce fredda, insensibile e, talvolta pericolosa: le antenne della telefonia cellulare. Ne è spuntata di recente una in via Peucetia, nella zona nord della città, a due passi dalla scuola secondaria di I grado plesso “Cotugno” e da tre scuole materne. E tutti punti sensibili dove dovrebbero spuntare alberi e altalene. Per dire ‘no’ a questa installazione, nel quartiere si è creato un Comitato che ha sostenuto che forse quell’area è poco consona ad accogliere un’antenna, installata sulla terrazza di un condominio. A Ruvo ce ne sono altre: tre nella zona artigianale e quattro nel centro della città, compresa l’antenna in questione. E tutto su un territorio che si estende per 222,04 Kmq. ■

L’ESPERTO

Onde elettromagnetiche e salute

Intervista alla dott. ssa Nicoletta Pella, Medico oncologo presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Udine -Esiste una correlazione tra esposizione alle onde elettromagnetiche e l'insorgenza dei tumori? I giovani sono più a rischio? L’analisi degli effetti a lungo termine è ancora oggetto di studio. Nel luglio 2001 la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha inserito i campi elettromagnetici nella classe 2B dei “possibili cancerogeni” ( la classe 2B è quella di rischio intermedio), affermando una “consistente associazione statistica ” tra esposizione a campi elettromagnetici al di sopra di 0,4 microtesla e aumento del rischio di leucemie infantili. -Noi utilizziamo molto i telefoni cellulari. Sono anche questi dannosi? Nel periodo 2000-2004 è stato condotto uno studio internazionale di tipo caso-controllo, (…)per verificare se vi fosse un uso regolare del telefono cellulare maggiore nei casi di tumore cerebrale (>7000 pazienti intervistati) rispetto ai controlli (>14000 soggetti sani) (…).Lo studio suggeriva che tempi di esposizione più lunghi nel periodo precedente la diagnosi di tumore o l'abitudine a usare lo stesso orecchio aumentassero il rischio nella popolazione analizzata.

-C'è un nesso tra esposizione alle radiazioni e riduzione dell'indice di fertilità? Molti studi sono stati condotti sugli animali e sugli uomini esposti, ma con risultati contraddittori. -Cosa possiamo fare per proteggerci dagli 'attacchi' elettromagnetici? Per quanto riguarda le fonti di energia elettromagnetica

I

confidiamo nel rispetto della normativa vigente a livello europeo e italiana da parte di chi chiede e rilascia il permesso ad installare antenne. Come cittadini possiamo consul-

tare i siti regionali dell'ARPA cui compete l'attività di verifica dei livelli di emissione elettromagnetica o degli Ispettorati Territoriali del Ministero dello Sviluppo economico. Per quanto riguarda i telefoni cellulari, sicuramente va raccomandata moderazione nel loro utilizzo; soprattutto preferiamo un auricolare per evitare il contatto diretto con il telefono che emette RF molto intense a breve raggio.■


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 14

Attualità società ambiente IL LIBRO Lettori appassionati, critici e creativi lavorano sul testo di Pina Varriale, autrice ormai di casa nel nostro paese

ADOLESCENZA A proposito di libertà dei ragazzi

La mafia ambientata a Ruvo Il pesciolino rosso Classe 1C, Carducci-Giovanni XXIII

C

osa sta succedendo a Ruvo ??... Sono tanti a chiederselo soprattutto Alessia e Francesco, due ragazzi tredicenni “ svegli”, che non si fanno ingannare da nessuno. Si preparano alla Pasqua costruendo la famosa “Quarantana” quando si accorgono che a Ruvo molti contadini stanno vendendo la loro terra a una società svizzera che si occupa di energia rinnovabile. Nessuno degli adulti riesce a dare loro una risposta, alcuni ricevono minacce o sfregi, ma i due non si arrendono. Durante una visita di istruzione a Trani, Alessia scompare. Molti pensano ad un allontanamento volontario, solo Francesco e il padre della ragazza sospettano il rapimento. Tutti gli amici si mettono alla ricerca di Alessia. Intanto, uno di loro scopre che suo padre, entrato a far parte della Sacra Corona Unita, ha rapito l’amica. Comincia il conto alla rovescia, il giorno di Pasqua i ragazzi scoprono che nella Quarantana di fronte alla casa di Silvano c’è una bomba e che in quella casa c’è Alessia. Grazie al gruppo di amici la ragazza è salva. Il libro ci ha fatto riflettere: il male è sempre in agguato, non bisogna mai abbassare la guardia, altrimenti resiste e domina, soprattutto, quando non è ostacolato. C’è una parolina magica per impedirglielo: Noi siamo più forti. Il libro ci ha molto appassionato per cui abbiamo pensato a un nuovo finale. … Era arrivato l’ultimo giorno, “il giorno zero” avevano detto i rapitori. Fin dalla mattina avevo il cuore in gola e per-

Classe 2C, Carducci-Giovanni XXIII

fino mio padre mi ha detto: “Ti senti, bene?”. Il mio è stato un sì, flebile e balbettato. Era la più brutta Pasqua della mia vita. La paura mi pervadeva completamente e speravo sempre di sentire la sua voce rompere la malinconia di quei giorni e dire: “Chicca, ti sei scordato di me?” Ma niente. Quello era l’ultimo giorno, quella mattina, al posto di vedere la processione del Redentore, andai con Sergio, Valerio e Silvano, a fare un ultimo giro delle case abbandonate. Mi dissero: Chicca, siamo preoccupati quanto te, ma sei sicuro che sia stata rapita?”. La mia risposta uscì come un fulmine a ciel sereno: “Basta! Non è fuggita!” La prima casa fu quella di Silvano. Entrammo e un sinistro cigolio ci accolse. Il silenzio regnava sovrano. Ma presto fu rotto da un colpo di pistola. Corremmo verso lo scantinato, con le ali ai piedi, io non badavo ai gradini, ci saltavo veloce pensando ad Alessia. Finalmente arrivammo e la porta socchiusa era una finestra sui miei peggiori incubi. Entrai, con le lacrime che mi rigavano il viso, incontrollate. Lo spettacolo fu orribile: il corpo di Alessia bianco, pallido, senza espressione, un cuscino appena più in là del suo volto grigio. Accanto invece, il padre di Silvano morto anche lui, un colpo mortale, alla tempia, non aveva sofferto e accanto un foglietto che aprii e lessi quelle parole semplici e fredde: “Non ce la faccio. Il rimorso è grande e i sensi di colpa sono troppo gravosi per il mio animo pulito. Il soffocare Alessia è stato il più grande sbaglio della mia vita. Che Elviro, Renato e Francesco e Dio, mi perdonino” Caddi in ginocchio e Valerio, anche lui sconvolto, mi resse prima di sbattere la testa ■

S

tiamo vivendo una fase molto delicata della nostra vita: l’adolescenza. Sei adolescente quando hai voglia di decidere, di scegliere come vivere la propria vita, scontrandoti con i modelli che ti propongono i genitori, gli insegnanti e gli adulti in genere, quando senti il bisogno di libertà. Che cos’è la libertà? Da un sondaggio effettuato in classe seconda e terza, la maggior parte degli intervistati pensa che la libertà è autonomia nel rispetto delle regole; una piccola percentuale ha risposto:“fFare ciò che si vuole senza regole”. Mentre varie sono state le risposte alla domanda: “Quale tipo di libertà vorrebbero gli adolescenti?” Il 40% vuole usare, senza nessun controllo, gli strumenti tecnologici; il 60% vorrebbe vestirsi secondo le ultime tendenze, senza nessun tipo di costrizione, quasi tutti gli intervistati vorrebbero uscire liberamente e ritirarsi tardi. Ma è proprio questa la libertà, ci siamo chiesti? A questa domanda facciamo rispondere a un pesciolino rosso, di quelli che si acquistano al mercato, come ci racconta lo scrittore Dino Buzzati. Il padrone lo aveva adagiato in un vasetto rotondo di vetro trasparente e, ben presto, si accorse che l’animaletto aveva bisogno di una casa spaziosa perché nel muoversi, sbatteva il muso contro le pareti del vaso, sembrava stesse in prigione. Allora il padrone, costruì un’ampia vasca in giardino che riempì di acqua. Mise sul fondo, così come stava, il vaso di vetro lasciando dentro l’acqua e il pesciolino.

Thoughts in English If you scream, everybody will hear you; if you whisper, only some persons, the nearest ones, will hear you; but if you are silent, only a real friend will hear you because a friend can hear the voice of your silence. A friend is a person you dare to be yourself with. A True friendship comes when silence between two people is comfortable. A friend is one I may think aloud with. Francesco de Leo redazione

INCHIESTA MUSICA La musica è vita! Pasquale Lamura, Fabio MInenna, redazione

C

ome molti ritengono, la musica non è invenzione dell’uomo, ma l’esternazione del suo lato più creativo; un lato che si esprime al meglio attraverso vari tipi e vari generi, che spaziano dalla più austera, come la classica, a quella più innovativa e moderna. La musica, in tutte le sue forme e secondo i gusti individuali, è un importante mezzo per sfogarsi, per rilassarsi o “caricarsi” e, soprattutto per gli adolescenti, un motivo di conforto ed un modo per conoscersi e divertirsi all'interno del gruppo. La musica occupa un posto importante nella vita dei ragazzi: molti dichiarano di studiare con la musica, anche se assolutamente sconsigliato da docenti, genitori, esperti. In ogni caso costantemente siamo esposti alla musica mentre facciamo sport, durante il tempo libero o nello svolgimento delle diverse attività. L’ascolto è reso possibile a tutte le ore grazie all’utilizzo diffuso di nuovi strumenti tecnologici: l’ mp3, l’i Pad, i cellulari, internet. La musica si scambia, si può scaricare anche gratuitamente, si può modificare con diverse applicazioni. Si è passati dai concerti dal vivo alla radio, ai cd ai dvd. La musica ha un effetto positivo perché tiene i ragazzi lontani da tentazioni, sarebbe utile consigliare a tutte le fasce di età lo studio di tale disciplina che, stranamente, si interrompe quando si arriva alla scuola secondaria di secondo grado. Sarebbe utile anche lo studio di uno strumento musicale perché sviluppa e mantiene attiva l’intelligenza musicale. ■

“La musica è una esigenza spirituale!” Francesco Caldarola, redazione

É

I primi giorni fu entusiasta dello spazio a disposizione e nuotava da una parte all’altra della vasca, felice dell’inaspettata libertà. Nei giorni seguenti, il padrone si accorse che rimaneva molto tempo sul fondo del vecchio vaso e sembrava, comunque, molto felice. Allora il padrone quasi infuriato parlò al pesce: ”Mi faceva tanta pena vederti in un piccolo vaso, ho fatto tanti sacrifici per farti nuotare liberamente e a te non importa affatto essere libero, visto che passi intere giornate nel vaso di vetro.” Ma il pesciolino rispose: ”O uomo come sei poco intelligente! Che strana idea tu hai! Non è l’uso della libertà che importa ma la possibilità di usarla”. Per il pesciolino, infatti, il vaso non era più la sua prigione, ma il posto per la meditazione sapendo di poter uscire tutte le volte che lo avesse voluto. Il pesciolino rosso ci dà una grande lezione, ci insegna che la libertà non è qualcosa che è data, perché si finirebbe di essere comunque infelici e di cercare sempre nuovi spazi più grandi, ma qualcosa che ciascuno di noi deve conquistare ogni giorno attraverso lo studio, l’approfondimento, rinunce e sacrifici. Non bisogna, inoltre, mai interrompere il dialogo con i genitori e gli adulti in genere, perché sono le sole persone che vogliono il nostro bene e conoscono i rischi a cui andiamo incontro. È proprio vero che la libertà di essere se stessi è un percorso molto lungo di maturazione personale, fatto di errori e conquiste.■

così che il professore di musica Giuseppe Caldarola risponde alla nostra intervista. “La musica è indispensabile per la vita dell’ uomo, non è un lusso riservato a qualcuno, ma un’ esigenza spirituale di ciascun individuo. Essa esprime i sentimenti più nascosti, le emozioni più profonde e l’ essenza stessa della vita di ciascuna persona. Essa influisce sull’ uomo sin dai primissimi anni di vita, addirittura alcuni studiosi affermano che la musica agisce persino sui bambini nel grembo della mamma. La musica ha un’ importanza notevole nello sviluppo emozionale-cognitivo sin dalle primissime esperienze scolastiche (già dalla scuola materna). Inoltre è stato provato scientificamente, essa stimola capacità intellettive ed emozionali, agendo così favorevolmente sulla sfera emozionale-affettiva delle persone”. Ma il professore non è l’ unico a pensarla così. Infatti, fin dall’ antichità si pensava che la musica era la più pura delle arti, perché può colpire profondamente l’ animo umano. Persino San Giovanni XXIII disse che la musica è uno dei più efficaci mezzi che la Divina Provvidenza offre all’uomo per purificarsi ed elevarsi. Ogni essere umano ha un senso innato del ritmo ed una propria musicalità. La musica è indispensabile per lo sviluppo della fantasia e della creatività dei bambini. Quindi è auspicabile avvicinare i propri figli all’ ascolto delle sette note già dai primi

mesi di vita, mediante filastrocche, ninne nanne o canzoncine.■

I generi musicali più ascoltati dai ragazzi Adriana Camerino, redazione

L

a nostra piccola città, Ruvo di Puglia, è ricca di musica e spettacoli musicali, basti pensare al Talos Festival e ai diversi concerti di bande e corali; i nostri abitanti la considerano molto importante e senza di essa il nostro paesino sarebbe triste. Addirittura c’è chi dice che senza musica la vita non sarebbe la stessa. Andando in giro per strada vediamo sempre ragazzi, principalmente tra i dodici e i quindici anni, andare in giro con gli auricolari o cuffie giganti ascoltando musica. I giovani tra i dodici e quindici ascoltano principalmente il genere RAP, il più comune nei giorni nostri. Le canzoni di questo genere esprimono generalmente com’è la vita dei giovani, dei loro sentimenti, delle loro emozioni. Il genere più comune tra le ragazze è il POP che parla anch’esso di argomenti molto comuni. Anche la musica HOUSE assume grande importanza e non conta molto il testo della canzone ma il ritmo, se una canzone è ritmata viene ascoltata di più. Il ROCK ormai è meno ascoltato in quanto i testi sono difficili da capire e il suo ritmo non impressiona molto. Tra le persone meno giovani si ascolta ancora la musica classica o jazz. Questo è il genere più ascoltato tra gli adulti perché più impegnativo. La musica classica, anche se melodiosa, è meno ascoltata soprattutto tra le nuove generazioni. E come diceva Wystan Hugh Auden, “la musica è il miglior mezzo per sopportare il tempo” soprattutto in questo tempo di crisi, la musica ti aiuta ad essere ottimisti. ■


Pagina 15

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Attualità società ambiente Testimoni SOCIETÀ Donare gratuitamente parte del proprio tempo agli altri aiuta a formare se stessi e offre un contributo notevole alla società.

La risorsa volontariato Marilisa Cascarano, redazione

S

arebbe bello un mondo dove tutti si aiutassero a vicenda senza remore e pregiudizi. Oggi, la maggior parte dei giovani (e non solo loro) è ossessionata dalla tecnologia. Accendiamo il computer e chiudiamo la porta. Scriviamo fiumi di parole ma non riusciamo a far brillare la nostra vita. Dedicare il proprio tempo agli altri, non è qualcosa di stupido, anzi va incoraggiato perché porta frutti in ognuno di noi. Infatti i bisognosi di aiuto, o diversamente abili,ci arricchiscono interiormente e ci insegnano a vivere pienamente.” Questo è quanto dice la vicepresidente dell’ UNITALSI di Ruvo, associazione che si occupa di offrire risposte concrete ai bisogni di ammalati, disabili, persone in difficoltà. Una volontaria di questa associazione con profonda convinzione ha espresso la sua opinione: “Non ho mai aiutato qualcuno per soldi nè ho mai pensato che il tempo che trascorro con queste perso-

ne sia sprecato, anzi è un tempo fruttuoso perché mi aiuta a crescere: mi sento diversa rispetto a qualche tempo fa. Sono diventata più altruista e più disponibile all’ascolto, ho imparato,inoltre, ad apprezzare la vita”. “Io, ho 22 anni e da qualche anno faccio esperienza di volontariato internazionale in Asia, in Africa, grazie ad un progetto della scuola che ho frequentato fino a qualche anno fa. Ho conosciuto tanta gente molto diversa da me e collaborando con loro, ho capito che con il contributo di tutti il cambiamento è realizzabile e che ancora oggi, bisogna lavorare molto per la tutela dei diritti umani nel mondo.” Rosa è una volontaria dell’ Associazione Onlus UN MONDO DI BENE, presente nella nostra città, che ha come ideale l’essere dono per l’ altro. Dunque diamo più amore e meno “mi piace” per rendere migliore la vita di tutti, per valorizzare se stessi e, nello stesso tempo, aiutare gli altri.■

INTERNET Il fenomeno è dilagante e le vittime in aumento. Non mancano casi emersi anche tra i nostri alunni

Cyberbullismo, non c’è più tempo Classe 1H, “Cotugno”

A

manda Todds 15 anni, si è suicidata il 10 ottobre 2012. Prima di morire ha lasciato uno sconcertante video su youtube in cui denuncia al mondo il suo caso e la sua solitudine. Dopo di lei c’è stato il caso del ragazzino suicida a Roma, quello di Flora 17 anni, “massacrata” su twitter e tanti altri ragazzi ancora. Cyberbullismo è un termine utilizzato per indicare il fenomeno che avviene quando bambini e/ o adolescenti si avvalgono dell’utilizzo di internet, dei telefonini o di altri tipi di tecnologia per maltrattare e molestare ripetutamente i propri coetanei. Si tratta di vere e proprie persecuzioni on-line: i messaggi violenti o volgari; denigrazione e danneggiamento della reputazione; furto di identità ovvero la creazione di un profilo fittizio; l’esclusione della vittima dai gruppi di amici per provocare in essa un sentimento di emarginazione. Il problema è che questo fenomeno è in continuo aumento e coinvolge sopratutto la fascia d’età tra gli 11-19 anni. Il cyberbullo differentemente dal bullo agisce nell’anonimato, fa e dice on -line cose che non farebbe o direbbe stando a diretto contatto con la vittima e colpisce la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico. Solitamente invece, chi viene preso di mira è colui che è ritenuto ‘diverso’ per aspetto este-

tico, timidezza, abbigliamento e che non sa difendersi o che non si confida con nessuno per timore di finire in un isolamento mediatico. I dati non sono confortanti: la maggior parte degli studenti interpellati pensa che chi riceve insulti su internet se lo sia meritato. Spesso genitori ed insegnanti sono all’oscuro di quanto accade perché non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti. A volte ci sono alcuni segnali a cui sarebbe opportuno dare importanza, ma non tutti sanno coglierli. Un pericolo, dunque, si nasconde dietro la rete, mondo parallelo in cui i ragazzi trascorrono almeno tre ore al giorno, spesso lontano dal controllo degli adulti. Ancor più oggi da quando lo smartphone ha sostituito il PC: significa che i ragazzi stanno collegati sempre o quasi sempre, il telefono talvolta lo silenziano ma non lo spengono quasi mal. Sarebbe pertanto auspicabile che ciascuno comprenda la gravità di questo fenomeno, ponga attenzione su questo tema, (non solo quando un ragazzo si suicida) e responsabilizzi i ragazzi mettendoli al corrente dei pericoli che si celano in rete. Occorre, in definitiva, che i genitori e la scuola collaborino affinchè si realizzi un programma di educazione all’uso consapevole del web, in modo tale da prevenire piuttosto che intervenire quando ormai potrebbe essere troppo tardi. Non c’è più tempo da perdere, dunque, bisogna necessariamente fare qualcosa per mettere fine a questo fenomeno.■

RAGAZZI se ne parla meno ma l’odioso fenomeno è presente

Bullismo da combattere Classe 2G, Cotugno

I

l bullismo è un fenomeno sociale che si manifesta durante l’adolescenza. Un ragazzo viene considerato vittima di bullismo quando è ripetutamente provocato da un compagno. Il bullo si accanisce su una determinata vittima per un motivo, in realtà il motivo è solo un pretesto per accanirsi contro qualcuno,a volte solo per divertimento. Il bullismo si pensava derivasse da un disagio affettivo del bullo pensato un ragazzo con problemi sociali e con problemi di famiglia che sfoga i propri disagi su una vittima, però gli studiosi hanno eliminato questo aspetto del bullo definendolo un ragazzo spavaldo e arrogante con una grave mancanza di educazione e assenza di regole. Il bullismo si divide in bullismo diretto, in cui si classificano attacchi verbali e fisici e in bullismo indiretto, che danneggia la vittima nelle relazioni sociali, escludendolo da un determinato gruppo. Il bullismo non è un problema sociale da sottovalutare, perché può portare a gravi problemi sul profilo psicologico sia della

vittima sia del bullo. Per la vittima, infatti, il bullismo può provocare dei sintomi di disagio e di malessere fisico e mentale: sul lato fisico, la vittima ha dei sintomi di disagio come mal di pancia e vomito, mentre sul lato psicologico la vittima di bullismo può avere incubi e attacchi d’ansia, e in alcune occasioni le vittime tentano di terminare in anticipo il corso degli studi per evitare le angherie. Ma le conseguenze psicologiche possono avere conseguenze anche sul bullo, che può manifestare un calo del rendimento scolastico, disturbi della condotta e anche comportamenti antisociali. Per questo il bullismo deve essere stroncato dalle vite scolastiche degli studenti, sia per la tutela delle vittime, sia per il recupero sociale degli istigatori, poiché è un problema che rovina delle vite. ■

RAGAZZI Gli episodi recenti a Roma fanno riflettere sul senso vero del tifo sportivo

le decisioni dell'arbitro e questo provoca a volte risse in campo. A volte negli stadi si vedono anche alcuni striscioni contro i neri con frasi xenofobe: queste offese non sono di certo atteggiamenti da persone civili. Ultimamente leggiamo troppo spesso anche notizie su scontri negli stadi tra poliziotti , ultrà e huligan. Secondo noi questi non sono veri sportivi se non riescono ad accettare la sconfitta della loro squadra e se non rispettano neanche gli altri tifosi che da tempo attendevano di assistere a quella partita. Per cercare di ridurre la violenza sono state create leggi che prevedono il controllo delle persone che accedono agli stadi, sanzioni economiche per chi detiene oggetti pericolosi, e addirittura divieto di assistere alla partita. Nonostante queste manovre non è semplice ridurre o eliminare la violenza. Recentemente è stata creata una legge composta da tredici articoli che proibisce l'uso dei razzi e fumogeni in tutte le manifestazioni sportive nelle 24 ore prima e in quelle successive l'evento. È stato anche previsto inoltre l'aumento delle pena per la resistenza a pubblico ufficiale; si rischiano ora da cinque a quindici anni di galera. Sono state chiuse le porte agli stadi non in regola, e l'accesso è stato riservato ai soli abbonati. Gli stadi non a norma dovrebbero essere chiusi anche in occasione delle partite Uefa. Secondo noi questi provvedimenti sono più che necessari per limitare almeno un pò la violenza che continua a manifestarsi negli stadi, anche se la cosa fondamentale sarebbe far capire ai tifosi lo scopo dello sport, e cioè non quello di vincere, come dice una vecchia frase:'' l'importante non è vincere, ma partecipare'' e quindi dare maggior valore al divertimento e allo spirito competitivo.■

Violenza negli stadi Classe 2E, Cotugno

A

l giorno d'oggi si sente sempre piu parlare di violenza negli stadi .Un esempio è la vicenda accaduta prima della finale di coppa Italia disputata a Roma il 3/05/2014 nella quale Ciro Esposito è stato gravemente ferito al torace da un'arma da fuoco ed è stato ricoverato d'urgenza in ospedale in stato di coma farmacologico. Questo episodio rappresenta la situazione negli stadi oggi. I veri tifosi seguono con interesse la partita di calcio alla televisione e leggono spesso anche i quotidiani sportivi, specie durante i campionati di calcio oppure dopo una partita importante. Un atleta o una squadra che vince riceve tutta l'ammirazione dei suoi tifosi, tanti applausi e complimenti. Spesso però non viene considerato che si raggiungono certi traguardi a caro prezzo, con sacrifici, rinunce e allenamenti continui. Esercitare uno sport richiede anche lealtà, pazienza, amicizia e solidarietà. Questo, purtroppo non appare negli stadi, dove si assiste sempre più di frequente ad episodi di violenza e di razzismo, soprattutto nei confronti dei giocatori di colore, i quali appena toccano il pallone, i tifosi della squadra avversaria, li insultano e spesso lanciano oggetti contro di loro dagli spalti. Attori di violenza non sono solo i tifosi ma anche, a volte i giocatori stessi; capita infatti che non accettino


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 16

Esperienze scolastiche TERRITORIO Torniamo a parlare del cuore verde della città. Tempi ormai biblici per il ripristino. Ce la faremo per l’estate?

SCIENZE Il 28 maggio si è svolta la manifestazione di assegnazione della borsa di studio “Catalano-Moramarco”

Piccoli scienziati crescono Q

Piazza Dante

Pasquale Lamura, Giuseppe Elicio, Carmine Petrarota, Angelo Chieco

N

Prof.ssa Teresa Berardi

uarantacinque sperimentazioni scientifiche sono state presentate dai nostri alunni per partecipare al concorso per l’assegnazione della borsa di studio Catalano-Moramarco. Il premio, voluto dalla professoressa Laura Catalano e dal preside Giacomo Moramarco, ha inteso stimolare il piacere per la riflessione e la ricerca scientifica negli alunni e ogni anno riscuote un ottimo successo. Gli alunni si sono cimentati nell’esplorazione del mondo della scienza e nella produzione di prototipi che ne sottolinenano l’importanza nella vita quotidiana e non solo. Si veda il braccio idraulico o l’elaborato di una nipote che scopre dal nonno che una pigna può servire a misurare l’umidità dell’aria o, ancora, che l’azione dell’acqua, con la sua potenza di erosione, ha modellato questo pianeta rendendolo a volte impervio e a SCUOLA Assegnata anche la borsa di studio intitolata al Prof. Vincenzo Visicchio

Borsa di studio Visicchio Redazione

S

empre nell’ambito della manifestazione del 28 maggio sono stati consegnati i premi messi a disposizione grazie alla borsa di studio “Vincenzo Visicchio” destinati ad alunni meritevoli nell’anno scolastico precedente (2012/2013). La commissione, coordinata dal Prof. Paquale Acri, ha individuato i seguenti nominativi:

volte fantastico. La cerimonia si è svolta nell’auditorium del plesso “Carducci-Giovanni XXIII” alla presenza dei ragazzi, dei genitori, dei docenti e dei promotori dell’iniziativa, nell’ambito della “Scuola in mostra”. Tutti i docenti di Scienze hanno generosamente e meticolosamente esaminato gli elaborati giungendo a designare i vincitori: Categoria Classi prime: “Aurora boreale” Roselli Serena (1A Carducci-Giovanni XXIII) Categoria Classi seconde: “Erosione e non solo” Maggio Antonio (2C Cotugno) Categoria Classi terze: “Il braccio idraulico” Di Domenico Francesco (3A Cotugno) ■ Paparella Anna 3H Cotugno (vincitrice); De Astis Francesca 3B Cotugno; Paparella Federica 3B Carducci; Bucci Beatrice 3A Carducci; Ursi Maria Teresa 3C Carducci; Borreca Deborha 3G Cotugno; Di Bisceglie Andrea 2B Cotugno; Pellicani Alessandra 2G Cotugno; Gargano Francesco 2B Carducci; Saulle Alessia 3D Carducci; Di Rella Nicola 2D Cotugno; Montaruli Antonio 3E Cotugno; Cotrufo Giuseppe 3C Cotugno; Squeo Michele 2F Cotugno; Cucumazzo Anna Laura 2A Cotugno; Del Vecchio Angela 2C Carducci; De Sario Vittoria 3D Cotugno; Cantatore Giuseppe 2E Cotugno; Cecalupo Biagio 2C Cotugno; De Palo Fiorenza 2A Carducci; Rubini Alessia 3A Cotugno; Colaprice Alessia 3F Cotugno; Rubini Assunta 2D Carducci. ■

Eventi Quasi improvvisata ma ben riuscita la manifestazione natalizia

Per dirci Buon Natale

I

l 19 dicembre 2013, nell’auditorium del plesso “Carducci-Giovanni XXIII”, ha avuto luogo la manifestazione natalizia intitolata “Per dirci… Buon Natale” ad opera delle classi terze di tutta la scuola. In questa rappresentazione si sono alternati momenti corali ed espressivi, con l’esecuzione di alcuni brani, poesie e commenti aventi come tema il Natale e le sensazioni che esso evoca, momenti musicali, con armoniose melodie eseguite dall’orchestra “Flute Simphony” diretta dal prof. Giuseppe Caldarola e dal coro “Don Tonino Bello” diretto dal prof. Rocco Di Rella. La manifestazione, coordinata dai

docenti Funzione strumentale al POF, è stata anche l’occasione per ricordare, con alcune sue citazioni, Nelson Mandela, simbolo mondiale dei diritti umani e Premio Nobel per la pace nel 1993, morto il 5 dicembre 2013. La serata si è conclusa con la lettura della lettera di risposta a Narath Pranghitp (Thailandia), una delle due ragazze adottate a distanza dalla nostra

el mirino degli abitanti di Ruvo è finita Piazza Dante. Situata nei pressi di corso Cavour e Corso Jatta, alle spalle di una delle più belle chiese romaniche di Puglia, la Cattedrale dedicata alla Assunta. I cittadini lamentano la mancata consegna della villa nei tempi stabiliti (quasi dimenticati). La piazza manca ai bambini che quando uscivano da scuola, come una liberazione, si sfogavano e correvano felici a dissetarsi, oppure nei pomeriggi assolati si sfrenavano a caccia di un goal, di un sorriso, di un dolce dondolio utilizzando l’area giochi. Il gioco per i bambini è importante e, se ben vissuto all’aperto, non c’è niente di più educativo. La piazza manca alle mamme che chiacchieravano mentre i figli giocavano, ai nonni che tra un saluto e una parola, passavano il tempo; ai commercianti ambulai e ai giostrai. La piazza era un luogo d’incontro per i giovani che rimanevano fino a tarda notte. Essa era arredata di panchine ombreggiate da bellissimi alberi tipo i pini e gli abeti. Ma la cosa che manca di più a tutti era la grande fontana con cui i bambini si schizzavano e giocavano con l’acqua. A tutt’oggi i lavori proseguono e da poco sono state eliminate le recinzioni, quasi per far notare il prosieguo delle operazioni. Ma di lavoro da fare ce n’è ancora tanto. I cittadini grandi e piccoli, chiedono di riappropriarsi di quell’ area libera, spaziosa, considerata culla del paese. Si spera che torni a essere migliore di prima, modernizzata e confortevole. La riqualificazione urbanistica sarà un grande successo se, uomo e natura, che convivono in armonia e perfetto equilibrio, perché l’ampliamento del verde assicurerà a tutti i cittadini di vivere in una realtà a misura d’uomo.■

Vittoria De Sario, redazione

scuola fin dalla prima infanzia. Proprio per Narath e Claudia Cristina, ogni anno il 21 dicembre tutte le classi delle nostra scuola partecipano alla “Tombolata della Solidarietà” per sostenere le adozioni a distanza e altri progetti di solidarietà. Dopo l’immane fatica che ci è costata mettere su questo spettacolo è stato di conforto ascoltare i commenti e gli elogi pre-

sentati da amici, parenti e docenti che hanno apprezzato e riconosciuto la nostra bravura nonostante fossimo presi dall’emozione. La manifestazione è avvenuta per festeggiare il Natale, ma in realtà il Natale non è una data, è uno stato d’animo che aiuta a non sentirsi mai soli, è condividere buoni sentimenti: pace, amore, gioia. Natale è amore in azione, è per questo che ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo è Natale. “Christmas is a day of meaning and traditions, a special day spent in the warm circle of family and friends.” (Nelson Mandela). ■


Pagina 17

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Esperienze scolastiche TESTIMONI Un prete speciale

Don Pino Puglisi Biagio Cecalupo, redazione

U

n prete speciale, uno che andava controcorrente. Aveva dentro di se una sola certezza: “non avere paura, combattere per cercare di cambiare le cose migliorandole. Lo stesso Giovanni Paolo II

sottolineò questa frase durante il suo apostolato. Puglisi aveva una luce negli occhi tipica di chi è innamorato di Dio. “Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno, un colpo di pistola alla nuca ha spento quella luce. Eliminato perché, sottraendo i bambini alla strada, li sottraeva al reclutamento della mafia. Ma se don Pino fu giudicato dai boss di Cosa Nostra un fastidioso intralcio di cui liberarsi, il suo assassino fu soltanto il mostruoso epilogo di una lunga catena di si-

lenzi e d’inadempienze da parte di tutti.” -“Ho incontrato molta gente di Chiesa… e tutti mi hanno detto: non ti preoccupare che Dio ti perdona… Io, su questo, ho spesso dubitato che possa perdonare uno come me, di quello che ho fatto io… soprattutto adesso che forse ho ammazzato un santo… figuriamoci… quante possibilità di perdono posso avere io?” –Salvatore Grigoli, assassino di Padre Pino Puglisi. Don Puglisi era un uomo che ha salvato numerosi bambini dalla strada accogliendoli nella sua parrocchia dove si facevano delle feste a cui tutti potevano partecipare e divertirsi gratis, per attirare e quindi salvare più gente celebrava le sue messe all’aperto, di fronte alla sua parrocchia, lui visse nel periodo più brutto della storia della mafia: la morte dei giudici Falcone e Borsellino.■

LEGALITÀ Dalla Costituzione all’educazione alla cittadinanza

Il rispetto è alla base di tutto

I

l 2 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale per scegliere tra monarchia e repubblica: furono le prime elezioni della storia d’Italia a suffragio universale, in quanto votarono per la prima volta anche le donne. I risultati diedero la vittoria alla repubblica con il 52,3% contro il 47,7%. Nello stesso giorno in cui si era votato per scegliere tra monarchia e repubblica, il 2 giugno 1946, si votò anche per eleggere i deputati che avrebbero scritto la nuova Costituzione, ossia quelli che avrebbero formato l’Assemblea Costituente. I risultati videro affermarsi la Democrazia Cristiana con il 35,2% dei voti; il Partito Socialista con il 20,7% e il Partito Comunista con il 19%. I lavori della Costituente durarono dai giugno 1946 alla fine del 1947. La Costituzione italiana entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Essa è l’insieme delle regole che vigono nella vita di noi italiani. Queste leggi sono state scritte in tal modo da permettere ad ogni cittadino di avere una certa libertà, senza ostacolare o influenzare la libertà altrui. Spesso però non lo si fa per vari motivi e questi errori devono essere severamente puniti, anche se sembra che la Giustizia non sia così temuta. Se le leggi non sono rispettate correttamente, s’inizia a parlare dell’illegalità. Questo è un altro concetto il cui significato è spesso confuso. La

legalità è il rispetto e la tutela delle leggi. L’altro significato della legalità è la lotta contro le mafie e tutte quelle organizzazioni malavitose e terroristiche che ostacolano il giusto andamento di una società. La mafia è nata nel sud Italia, in particolare in Sicilia. Le organizzazioni malavitose più conosciute sono la n’drangheta in Calabria; la camorra in Campania; la sacra corona unita in Puglia e cosa nostra in Sicilia. Il loro obiettivo è arricchirsi rubando e truffando le persone civili e oneste. Esse sono disposte anche ad uccidere pur di avere altri soldi o pur di non essere arrestati o colpevolizzati. È il caso di Paolo Falcone e Giovanni Borsellino, entrambi magistrati che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro la mafia e che sono stati uccisi a distanza di 57 giorni, rispettivamente nelle stragi di Capaci e di via d’Amelio, per aver scoperto alcuni “segreti” della mafia palermitana. Educare i ragazzi alla legalità e al sociale è molto importante perché è proprio tra ragazzi che avviene il bullismo, comportamento di chi cerca di imporre la propria personalità con atteggiamento provocatorio di sopraffazione. Tale fenomeno può essere di due tipi: fisico e morale. Morale quando ferisce la vittima profondamente nella sua autostima, fisico quando

Classe 3G, Cotugno

la vittima viene picchiata o obbligata a fare qualcosa contro la sua volontà. La legalità si può costruire solo con la consapevolezza che la propria libertà ha un limite. La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione della persona dal punto di vista culturale. È molto importante parlare della legalità nelle scuole, in modo tale da sensibilizzare i ragazzi su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Infatti, spesso, nelle scuole si verifica il fenomeno del bullismo, per il quale molti ragazzi vengono minacciati e derisi. Quasi sempre si ha paura di esporsi e alla fine ci si abitua a subire quotidianamente soprusi, come facesse parte della normale routine quotidiana. Se questi comportamenti vengono alimentati e non fermati possono sfociare in qualcosa di grave e pericoloso. Ma il problema della “legalità” non riguarda solo i ragazzi. Abitualmente sentiamo parlare di episodi violenti che avvengono nella società che, nella maggior parte dei casi, per via dell’inefficienza del sistema di giustizia, rimangono impuniti e ritornano ad essere una minaccia per il Paese. Per diminuire i problemi nella società si dovrebbe vivere con il rispetto reciproco. Dovrebbero essere assunti comportamenti migliori, più corretti. Tutti hanno pari diritti e doveri.■

LEGALITÀ Su invito del Comune di Ruvo la nostra classe si è recata a Casal di Principe per celebrare il ventennale della morte del prete lucano

Don Peppe Diana un pugile per la camorra

C

hi ha detto che la scuola è soltanto un luogo in cui si sta sempre a contatto con i libri? È possibile, infatti, attraverso vari progetti, partecipare a manifestazioni e vivere diverse esperienze che danno ai giovani innumerevoli insegnamenti. Parlare di camorra alla nostra età è molto utile per capire e affrontare gli effetti causati da questa criminalità organizzata. Il 19 marzo, in occasione della marcia della legalità, la classe 3C ha marciato in memoria del ventennale della morte di don Peppe Diana.

I

Egli ha dedicato la sua vita a lottare contro le ingiustizie della camorra, ha salvato dalla strada tutti quei ragazzi caduti in mano ai camorristi. Egli ha cercato di assicurargli un futuro migliore, fondando anche un catechismo nella sua piccola diocesi per poter insegnare loro i valori della vita. La sua forza, la sua volontà e la sua voglia di rendere giustizia, sono state però messe a tacere per sempre. Il giorno del suo onomastico, infatti, prima di celebrare la santa messa, egli fu assassinato. Da allora in quel piccolo paese della Campania, Don Peppe viene ricordato come

l nostro regolamento scolastico

RIFLESSIONI Il non consente l’uso dei cellulari regolamento durante le ore scolastiche, cioè scolastico viene non si possono fare foto, registraredatto ad inizio zioni, video, telefonate ecc.. senza anno e talvolta dimenticato. Sempre avere il consenso. La trasgressione di questa regola più abusato l’uso del si è ripetuta nel corso degli anni telefono

Le regole a scuola Classe 1A, Cotugno

provocando scompiglio tra le mura scolastiche. Infatti in quest’ultimo periodo si sono verificati alcuni casi. Per questo noi abbiamo deciso di raccogliere alcune testimonianze. C’è stato un episodio in una classe seconda in cui un ragazzo ha scattato

un eroe. Dopo essersi documentata, la classe era felice ed entusiasta di poter manifestare contro brutti eventi camorristici. La marcia si è svolta lungo le strade del paesino ed è stata accompagnata da cori, canzoni e da svariati striscioni che hanno colorato la giornata. Giunti in piazza la classe ha assistito all’ ascolto delle parole di alcuni assessori e di don Luigi Ciotti che ricordava alla folla che la cosa che non bisogna mai fare è darla vinta alla camorra, non denunciando gli atti vandalici e rimanendo in silenzio per paura. A conclusione dell’esperienza la 3C ha

alcune foto durante una lezione riuscendo a sottrarsi al controllo del professore. Un altro episodio è avvenuto in una prima: due ragazze hanno scattato alcune foto usando il flash e al momento le hanno pubblicate su un social network. In entrambi i casi c’è stato l’intervento dei professori e del dirigente che hanno cercato di far capire la gravità dell’azione commessa perché è necessario rispettare la privacy di ognuno, soprattutto dei minori. Nell’ambiente scolastico, nel mondo del lavoro, e in tutte le realtà sociali ci sono delle regole da rispettare. Noi pensiamo che per chi non le rispetta ci debba essere la giusta punizione. É importante che noi alunni impariamo a rispet-

Classe 3C, Cotugno

fatto visita al cimitero per vedere da vicino la tomba di don Peppe Diana piena di disegni, fiori e di striscioni. “È stata un’esperienza fantastica, sarebbe bello rifarla!”. Ciò che è stato espresso dalla classe è che: l’amore con cui la gente del posto ci ha accolto, ci ha stupito molto poiché al contrario di ciò che molti pensano, Casal di Principe e Napoli non sono solo “camorra”.■

tare le varie regole per poter, così facendo, portare più rispetto verso i nostri professori che non fanno altro che insegnarci a essere cittadini consapevoli, perché noi siamo il futuro di questo mondo. Partendo da questa riflessione siamo giunti alla conclusione che oggi, uno degli oggetti più usati e diffuso al mondo è sicuramente il cellulare. Portarlo con sè ci fa sentire più sicuri. Esso può essere utile non solo nelle situazioni di emergenza ma anche nelle circostanze più banali. Però nonostante sia uno strumento ormai indispensabile, viene da noi utilizzato in modo scorretto. Quindi, secondo noi, basta soltanto usarlo in maniera adeguata.■


L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagi Pagina na 18

Giochi studenteschi GIOCHI STUDENTESCHI L’aver ripreso, in questo anno, la partecipazione alle gare sportive ha dato un notevole slancio ed entusiasmo alla nostra scuola. Importanti e promettenti risultati da coltivare in futuro. Grazie ai docenti di Educazione Fisica.

Corsa campestre Vittoria Minafra

L

’opportunità che il prof. Tabasso Antonio ci ha “regalato”, è stata un’esperienza che ci ha cambiate come persone. All’inizio tutti abbiamo preso un po’ sottogamba il suo modo di insegnare, perché le attività che ci proponeva erano faticose, però quelli che avevano capacità ne sono usciti bene. Quella dei 1500/2000 mt è stata l’attività che più ci ha stremati. Dopo lezioni e lezioni di allenamento, quelli che hanno dimostrato di essere capaci hanno continuato a potenziarsi: Vittoria Minafra, Tiziana Fiore, Silvia Carrante, Damiano Pagano e Carlo Scardigno,

che sono i più bravi in tutta la scuola, gareggiando il 15 gennaio 2014 nella Pineta Comunale. Dopo questa conferma, si sono potenziati in vista delle Gare provinciali, svoltesi il 19 febbraio 2014, nei pressi del Castel del Monte. Lì era organizzata meglio, perché era una gara a tutti gli effetti. Gareggiavano prima le province della BAT, allievi e allieve, cadetti e cadette. Poi la provincia BARI, allievi e allieve, cadetti e cadette. Tra i cadetti della provincia BARI ha avuto la meglio la squadra maschile di Ruvo, che ha proseguito il suo “cammino” verso le regionali, due giorni dopo, a Fasano. La nostra squadra non era composta da campioni tesserati, bensì anche le gare regionali vengono superate senza alcuna difficoltà. A questo punto tocca agli atleti dirigersi verso Grosseto, per sperare in un ulteriore vincita per diventare campioni d’Italia. Purtroppo non era facile battersi con i più forti di tutt’Italia. Però hanno comunque tenuto testa fino all’ultimo agli avversari e hanno ottenuto anche un buon posto in classifica. In conclusione possiamo dire che nonostante la fatica iniziale, l’attività ha portato frutti che abbiamo comunque raccolto. Adesso continuiamo ad allenarci due volte a settimana per invogliare i futuri atleti a credere nelle potenzialità che ognuno di noi possiede.■

Atletica su pista: bella esperienza

SPORT Importante successo al primo anno di esperienza

Torneo di Pallamano Paolo Campanale e Fabio Turturo

Q

uest’ anno si sono svolti i campionati studenteschi di pallamano che hanno visto impegnata la nostra scuola. Inizialmente sono stati scelti i ragazzi che avevano le

capacità per giocare a questo sport, una nuova scoperta per molti. Dopo vari allenamenti, in orario extracurricolare, diretti dal prof. Pasquale Marinelli, abbiamo acquisito la tecnica e il gio-

co di squadra che ci hanno portato a disputare una partita contro il Noci (terzi a livello nazionale). Il 26 marzo 2014 la squadra, composta da Campanale Paolo (capitano), Turturo Fabio, Cantatore Ettore, Tambone Danilo, Savulescu Andrei, Stragapede Bartolo, Rutigliani Giorgio, Scardigno Carlo e Marinellli Giuseppe, ha disputato la partita nel palazzetto comunale di Noci. La squadra ha perso immeritatamente, subendo il risultato di 21 a 19, con 12 goal di Turturo, 3 di Campanale e di Cantatore e 1 di Stragapede. L’esperienza è stata formativa perché ci ha insegnato che l’ importante non è vincere, ma partecipare e speriamo che nei prossimi anni la squadra di pallamano possa formarsi e ambire a risultati migliori. ■

BASKET La nostra squadra in finale regionale

Campioni provinciali

Ettore Cantatore e Francesco Cirasiello

S

uperando la fase provinciale e vincendo in semifinale regionale con la Scuola Statale Secondaria di 1° “G.Pavoncelli” di Cerignola per 72 a 35, la nostra Scuola si è qualificata per la finale regionale di Pallacanestro, nei campionati studenteschi 20132014. Dopo l’incontro con il Cerignola, arbitrato dal bravo Arbitro Federale di serie C Giulio Di Vittorio, grande è stata la soddisfazione del Dirigente Scolastico Dott. Michele Bonasia e del Prof. Biagio Di Gioia, veterano del basket ruvese. Alle due squadre, in ricordo della bella giornata di sport, è stata consegnata una coppa e una medaglia per ogni giocatore, patrocinate dall’Assesso-rato allo Sport del Comune di Ruvo di Puglia nella persona del Dott. Pa-

squale De Palo. Tutti i ragazzi, Berardi Giuseppe e Gianluca, Volpicella Pietro, Roselli Davide, Campanale Nicola, Ribatti Vincenzo, Cirasiello Francesco, Rutigliani Luigi, Cantatore Ettore, Stragapede Pietro, Stragapede Bartolo, Luzio Michele, hanno affrontato la finale regionale con una Scuola di

Mesagne giocando con determinazione e al massimo del loro impegno. Purtroppo la squadra avversaria si è dimostrata più forte e i nostri ragazzi hanno giocato con grande spirito sportivo e di fair play, comunque con la soddisfazione di aver fatto una bella esperienza di sport e di vita, indimenticabile. ■

Fabio Turturo, Damiano Pagano

È

iniziata così la nostra esperienza dei campionati studenteschi. Dopo aver partecipato alla corsa campestre ed essere andati alle nazionali, abbiamo iniziato gli allenamenti di atletica leggera. Giorno dopo giorno abbiamo migliorato i nostri tempi, aspettando con ansia la fase provinciale del 3 aprile, svoltasi a Foggia. Ecco le classifiche: Fabio Turturo, ostacolista, classificatosi 2°; a seguire Gianluca Berardi, corsa 80m, classificatosi 6°; ancora Andrei Savulescu, salto in alto, classificatosi 3°; in seguito Paolo Campanale, pesista, classificatosi 7°; poi Luigi Catalano, 1000 m, classificatosi 3°; ed infine Damiano Pagano, salto in lungo, classificatosi 1°. Così siamo passati alla finale regionale, tenutasi a Foggia. Anche le ragazze però hanno ottenuto buonissime po-

sizioni: Silvia, ostacolista, classificatosi 3°; Silvia Carrante, salto in lungo, classificatosi 6°; in seguito Federica Minafra, salto in alto, classificatosi 7°; Mariacecilia Minfara, pesista, classificatosi 2°; in seguito Vittoria Minafra, 1000 m, classificatosi 4°; e infine Rossella Camerino, 80 m, classificatosi 4°. Purtroppo la squadra maschile arriva 2° e non passa (a causa del regolamento; mentre la squadra femminile si classifica 4°. Passa solo, come individualista, Damiano Pagano che in aprile si reca a Foggia per la finale Regionale nel salto in lungo, 2° posto solo per 8 cm. Insomma un’esperienza stupenda, ricca di emozioni che non può che farci essere orgogliosi di noi stessi e della nostra scuola.■


Pagina 19

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Inchiesta alimentazione EDUCAZIONE ALLA SALUTE La cattiva alimentazione e la sedentarietà sono fattori determinanti l’obesità. A scuola si cerca di educarsi ma i rischi sono alti. Le statistiche sono più preoccupanti al sud. Qualche consiglio e soprattutto tanto sport

Allarme obesità infantile. Serve più sport Servizi a cura di Antonella Mastandrea e Carlo Sparapano

IL PROBLEMA

L’obesità infantile: problema da combattere di corsa!

É

sempre più preoccupante la situazione dell’obesità in Italia: Il 23,6% dei bambini è in sovrappeso e il 12,3% risulta obeso. Più di 1 bambino su 3 ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per l’età. Ne abbiamo parlato un pediatra del nostro territorio. Che ne pensa dell’obesità infantile nella nostra realtà? L’obesità infantile è un problema che va affrontato con urgenza, innanzitutto perché è una patologia in continuo aumento soprattutto nei paesi più industrializzati, anche perché paradossalmente è una forma di malnutrizione che porta a lungo andare a conseguenze drastiche, insidiose e pericolose per la salute delle persone poiché comporta temibili complicanze dell’età adulta se il problema non viene affrontato adeguatamente.. Quali misure si possono adottare per diminuire l’incidenza di questo problema? Bisogna educare i bambini a mangiare meglio a tavola, quindi molto importante l’educazione alimentare ma anche combattere la sedentarietà cioè i bambini non devono stare molte ore a guardare la televisione o a giocare con videogiochi. Essi

Educazione alimentare...

Abitudini alimentari a colazione e merenda Classe 2D, Carducci-Giovanni XXIII

hanno bisogno di muoversi e di giocare all’aria aperta e non utilizzare sempre l’ automobile, anche per recarsi a scuola o fare le scale a piedi invece di usare l’ascensore quando esso è disponibile. Come prevenire l’obesità’? L’obesità si previene soprattutto in due modi: innanzitutto educare i bambini all’alimentazione, evitare pasti veloci, (FAST-FOOD) a base di merendine e carboidrati, abituarli a mangiare le verdure, la frutta, le fibre e poi è molto importante abituarli all’attività fisica. Uno degli strumenti migliori per combattere l'obesità infantile è la

Avere la TV nella propria camera da letto lo fa aumentare addirittura del 30%, ed è noto - dalle indagini svolte annualmente della Società Italiana di Pediatria - che ad avere la TV in camera da letto è circa il 60% degli adolescenti e circa il 30% di essi guarda più di tre ore al giorno di TV. Senza contare il tempo trascorso davanti ai pc o ai videogiochi. Tutti gli sport sono indicati nella lotta al sovrappeso: calcio, pallavolo, ginnastica semplice, nuoto etc. Per aiutare i figli a crescere bene, i genitori devono guardare lontano. A volte lontanissimo. É nella seconda parte della vita, infatti, che la salute può presentare il conto. I bambini hanno bisogno di imparare buone abitudini, che proteggano il loro sviluppo ma anche la loro vita adulta. La prevenzione della obesità, quindi, non deve cominciare quando si è già adulti perché allora diventa molto difficile poter seguire rigorosamente una dieta per ottenere un buon calo del peso. Invece deve cominciare nei primi mepratica sportiva. Lo sport aiuta a si di vita, promuovendo l’allattavelocizzare il metabolismo, elimi- mento al seno nei bambini piccoli nare il grasso in eccesso ed aumenta sino a rafforzare corretti comportale endorfine (sostanze umorali che menti alimentari e uno stile di vita attutiscono il dolore) favorendo il adeguato con una regolare attività buon umore e la voglia di muoversi sportiva. dei bambini. Se tutto questo si realizza sicuraOgni ora al giorno trascorsa davanti mente abbiamo fatto centro e risolto alla TV fa aumentare del 6 - 7% il così un problema scottante del norischio di obesità in un bambino. stro vivere sociale.■

Q

uali sono le abitudini alimentari di noi ragazzi a colazione e a merenda? Noi della classe II° D, abbiamo condotto un’indagine, per raccogliere alcune informazioni circa gli alimenti da noi consumati durante la settimana, al mattino e durante la merenda pomeridiana. É emerso che la maggior parte degli alunni al mattino fa colazione con latte e biscotti, solo pochi non mangiano niente a colazione o per lo meno dichiarano di preferire alimenti leggeri come lo yogurt e bevande come il thè infuso. Molte invece sono le varianti che emergono se consideriamo le abitudini alimentari di noi ragazzi a merenda. Il 50% degli alunni preferisce mangiare a merenda cibo salato come cracker, patatine, panini e focaccia; il 35% preferisce mangiare cibo dolce come yogurt, merendine pane e nutella; al restante 15% piace mangiare frutta e bere thè. Ne consegue che tutto sommato abbiamo adeguate abitudini alimentari a colazione, mentre dovremo stare più attenti agli alimenti che consumiamo durante la merenda pomeridiana, soprattutto troppo grassi e salati. Sarebbe ideale una dieta completa accompagnata sempre da una regolare attività sportiva. ■

STILI DI VITA Anche i locali hanno le loro responsabilità. Impariamo a fare la spesa con il cervello

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio Classe 2A, Cotugno

S

i inizia dal presupposto, come detto negli articoli in questa pagina, che i giovani non svolgano una corretta alimentazione, infatti, dove ci sono dolciumi e junk food di tutti i generi, ci sono i giovani. Un luogo molto amato è il Mc Donald che influisce su di loro in modo sbagliato: entrati lì si imbottiscono di grassi, andando incontro all’obesità. Il Ministero della salute ha lo scopo di tutelare il consumatore regolamentando il settore interessato con determinate leggi… ma non svolge sempre il suo lavoro, infatti gli additivi alimentari, talvolta dannosi, sono sempre presenti nei cibi e solo chi li conosce li evita… L’alimentazione ha un ruolo fondamentale negli adolescenti e molte volte si viene influenzati ad essere tanto magri, senza

pensare che invece essere in peso forma fa stare bene noi e chi ci circonda. E l’acqua quanto conta nella nostra alimentazione l’acqua? Tantissimo! Sappiamo che il nostro corpo è formato dall’80% di acqua. Essa è necessaria alla digestione perché diluisce e trasporta le sostanze nutritive contenute nel cibo, infatti, è un componente importante anche nell’sangue. Bisogna preferire l’acqua, meglio se naturale, a qualsiasi bevanda gasata e dolce. Se ci si vuole permettere un trancio di pizza, un panino farcito di ketchup, bisogna per mantenersi in salute praticando attività fisica in modo sistematico. Analizzando degli spot pubblicitari, per esempio, quello della red bull si nota che con giri di parole invitano coloro che guardano a comprarlo senza guardare l’etichetta, magari soffermandosi sul prezzo; ed è qui che sbagliamo perché i prodotti a buon mercato fanno male alla salute. Invece acquistando prodotti più controllati, quindi forse leggermente più costosi, si garantisce la qualità del prodotto. Ecco un buon criterio: fare la spesa utilizzando il cervello, non gli occhi; preferire cibi freschi a cibi precotti farà del bene a voi stessi.■

ALIMENTAZIONE Un progetto promosso dall’Ipercoop

Dipendenza alimentare Classe 2A, Carducci-Giovanni XXIII

S

pesso ci guardiamo intorno e notiamo che tutti sono presi da una dipendenza. Essa comprende tutto ciò che fa parte della nostra vita, per esempio sport, lettura e soprattutto cibo. Infatti, parlando di cibo, noi alunni della classe 2A, quest' anno abbiamo affrontato un progetto davvero interessante sull'educazione alimentare. Tutto ha avuto inizio con un'indagine somministrata dalla nostra professoressa di scienze, relativa alla prima colazione degli alunni della 2A. I dati raccolti sono stati tabulati e rappresentati e abbiamo ricavato queste informazioni: il 67% la fa sempre, il 12,5% la fa quasi sempre, il 12,5% la fa qualche volta e l'8% non la fa. Abbiamo anche parlato di ciò che mangiamo e la maggior parte preferisce: pane e nutella, fette biscottate, latte e cereali, succhi di frutta e biscotti al cioccolato. In seguito, il nostro progetto s'è collegato all'argomento "dipendenza", infatti ci siamo recati all' Ipercoop di Barletta. Qui abbiamo affrontato il tema sulla dipendenza da bibite alcoliche. Per cominciare, sono stati proiettati power point e video che ci hanno dimostrato cosa causano, appunto, le bevande alcoliche sul nostro organismo. Ma la parte migliore è arrivata, quando abbiamo seguito il gioco che ci ha proposto l'educatrice. E lo scopo principale di questo gioco era organizzare una festa, per cui ci siamo divisi in gruppi e abbiamo simulato diverse fasce d'età. Il gioco consisteva nel prendere in prestito alimenti o prodotti dall'ipermercato ovviamente adatti alle rispettive età. Abbiamo notato principalmente che il gruppo che simulava 18 anni ha pensato di prendere soprattutto alcolici e da ciò si deduce che nelle feste organizzate dai maggiorenni, prevale l'uso- abuso di alcolici senza rinuncia. Per concludere, col supporto del professore di "Diritti a scuola", esperto nutrizionista, abbiamo visionato un power point che ci informava sugli ingredienti da cui è formato il cibo. Ad esempio, abbiamo analizzato una merendina al cioccolato di una marca molto publicizzata che in realtà, contiene tanto zucchero e pochissimo cioccolato. Quindi abbiamo scoperto, quanto la pubblicità può essere ingannevole. Infine ci siamo improvvisati "chef" e abbiamo preparato pietanze dolci e salate, dove gli ingredienti prevalenti erano frutta e verdura. Dobbiamo dire che è importante iniziare già dalla nostra età, a selezionare alimenti e scegliere quelli che ci aiutano a crescere bene..■


i

L’eco della scuola n. 32 - giugno 2014

Pagina 20

Per concludere... Famiglia e scuola, alleanza che crea valore Rachele Mastrorilli, presidente Consiglio d’Istituto

“L

a motivazione ad apprendere degli alunni è come una pianta delicata: solo se nutrita adeguatamente a scuola e nel contesto sociale e familiare, cresce rigogliosa. Ma se non c’è accordo e comunicazione fra coloro che si devono occupare delle stesse piantine che cosa succede?” La ricerca di un’alleanza educativa punta a una collaborazione leale e sincera, fra scuola e famiglia, volta a perseguire un progetto comune, i medesimi obiettivi educativi. La costruzione

■ La redazione de L’Eco della Scuola n. 32 - giugno 2014 Alunni: Plesso “Cotugno” Aruanno Roberta, Camerino Adriana, Cantatore Mattia, Cantatore Sofia, Catalano Rosita, Cecalupo Biagio, Chieco Ivan, Ciliberti Roberta, Colasanto Andrea, Costa Maria Pia, De Astis Francesca, De Leo Francesco, De Palo Nicla, De Sario Vittoria, Di Bisceglie Viviana, Di Rella Marika, Gramegna Lauranna, Iacovelli Giannicola, Lamura Pasquale, Minenna Fabio, Piacenza Erika, Rubini Valentina, Sgobba Gianluca, Tambone Francesca Carducci-Giovanni XXIII” Caldarola Francesco, Cascarano Marilisa, Chiarulli Alessandro, De Palo Silvia, Di Modugno Luca, Di Terlizzi Arianna, Elicio Mariagrazia, Lafortezza Martina, Mastromatteo Dalila, Mininni Giuseppangelo, Roselli Irene, Saulle Alessia, Sparapano Carlo Docenti: Gianna D’Aprile, Luigi Sparapano (coord.) Il giornale è stato interamente progettato, scritto e impaginato dalla redazione. Le fotografie sono state inserite a scopo documentativo e didattico. È vietato ogni altro uso. Stampa: De Biase-Ruvo Tiratura: 1000 copie

di un clima di collaborazione e di partecipazione alla vita scolastica è un processo lungo, non semplice, a rischio di incomprensioni e apparenti fallimenti; tuttavia è una strada che non va abbandonata. Le finalità educative non sono sempre condivise. In taluni casi si crea una situazione di stallo in cui il rischio è che la scuola prosegua il suo intento di collaborazione con i genitori più attenti, con quelli che hanno piena consapevolezza della loro responsabilità nella crescita dei figli, lasciando gli altri al di fuori di una relazione proficua. La “nostra” scuola si è posta in atteggiamento di dialogo creando contesti e occasioni in cui è stato possibile spiegare i motivi di regole o richieste, ascoltare le famiglie in un clima di confronto, accogliere istanze, trovare soluzioni. La scuola ci ha permesso di migliorare come genitori e di dare sempre di più ai nostri figli quello che serve loro, perché ci

affianca. In tal senso, uno strumento valido è stato il laboratorio dei genitori. Tutti si sono sentiti accolti, ascoltati, capiti e quindi nelle condizioni di esprimersi e di comunicare i propri dubbi e le proprie perplessità. Un ruolo importante è stato svolto anche dallo sportello di ascolto, promotore di iniziative a sostegno degli alunni e degli interrogativi degli adulti di riferimento. I ragazzi che trovano un canale di comunicazione fluido fra gli adulti che si occupano della loro educazione, basato sul rispetto dei reciproci ruoli e compiti e sulla condivisione autentica, sapranno riscoprire un senso all’impegno verso gli apprendimenti e verso una modalità comportamentale. A tutti il mio caro saluto, al quale naturalmente si associa quello di tutti i membri del Consiglio di Istituto.■

IMPORTANTI RICONOSCIMENTI

L

a redazione de L’Eco della scuola si è recata a Benevento, invitata dall’Ordine nazionale dei Giornalisti, per ricevere, nel secondo anno consecutivo, il diploma di merito e la medaglia dell’XI concorso nazionale “Fare il giornale nelle scuole”. Alla cerimonia è intervenuto il giornalista Rai Bruno Vespa che ha tenuto una importante conversazione sul mestiere del giornalista. Il nostro giornale è stato anche premiato al concorso “Il miglior giornale scolastico—Carmine Scianguetta” di Manocalzati.La redazione ha partecipato al progetto “Newspapergame 2014” promosso dalla Gazzetta del Mezzogiorno, producendo una pagina della Gazzetta, pubblicata il 21 maggio, scrivendo sul blog del giornale e intervenendo alla festa svoltasi al Teatroteam di Bari il 29 maggio. Crediamo che l’attività giornalistica sia un prezioso veicolo di riflessione e di partecipa -zione, di educazione alla cittadinanza e di confronto culturale. È anche una modalità singolare e stimolante per mettere a frutto le competenze linguistiche e logiche acquisite nel normale lavoro scolastico, come anche quelle digitali. Quelle che usiamo chiamare competenze trasversali e che qualche volta non sappiamo bene come rilevare. Il giornale è anche uno spazio di documen-tazione delle attività principali in un anno scolastico, una vetrina nella città, attraverso cui osservare nel tempo le scelte didattiche e pedagogiche che si compiono e le loro evoluzioni. In questa prospettiva ci siamo messi in gioco cercando di fare il meglio possibile e chiedendo scusa per inevitabili limiti. Grazie a quanti si sono coinvolti, docenti e alunni, e al Dirigente per la fiducia accordata. L.S.

Tanti saluti ... Chiudiamo questo numero con alcuni doverosi saluti e ringraziamenti che, per rispetto di tutti, non facciamo in modo nominativo. Anzitutto il saluto agli alunni che passeranno alle superiori, poi ai Docenti che per ragioni professionali dovranno trasferirsi in altre scuole. Diamo già il benvenuto ai più piccoli che l’anno prossimo

invaderanno le nostre aule. Un grazie particolarissimo va al Personale di segreteria e ai Collaboratori scolastici che, con il loro lavoro dietro le quinte, rendono possibile lo svolgimento di ogni attività e progetto, anche quando i tempi e le situazioni costringono a ritmi impossibili. A tutti, a chi va e a chi verrà:

Buone Vacanze!

La realizzazione del giornale è stata possibile grazie al contributo delle Famiglie e dei Docenti che ringraziamo di cuore. Grazi alle Aziende e Attività commerciali che, anche in questo periodo economicamente non facile, hanno voluto sostenere il nostro progetto editoriale. Grazie anche a quanti hanno voluto restare anonimi. Con il poco di tanti si può fare tanto


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.