L'Eco della Scuola 2015

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Periodico della Scuola Secondaria Statale di I grado Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII Ruvo di Puglia Via S. Ten. Ippedico, n.11 Via Madonna delle Grazie, n.10 70037 Ruvo di Puglia (BA) Tel./fax 0803611009 080/3612658 Codice Mecc. BAMM281007 www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it cotugnocarduccigiovanni23@gmail.com BAMM281007@istruzione.it BAMM281007@pec.istruzione.it

33 Il presente numero del giornale scolastico integra il n.29 del periodico “Qui Carducci-Giovanni XXIII” █ Inchiesta

█ Continuità

█ Dossier

█ Il saluto del Sindaco 2 e dell’Assessore all’Istruzione «Solo i cittadini realmente consapevoli sono davvero liberi e indipendenti, e riusciranno a valutare correttamente la realtà, a partecipare alla vita di una comunità in modo costruttivo, a intervenire per il bene del proprio paese, riconoscere le ingiustizie, indignarsi, lottare per correggerle». Ringraziamo l’Amministrazione per aver voluto patrocinare e contribuire alla stampa del giornale

Dott. Michele Bonasia Dirigente scolastico

La buona scuola secondo noi ragazzi

Classe 2G e Redazione

█ Docenti Pensionandi

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█ Terremoto in Nepal

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█ Classi Terze


L’eco della scuola n. 33 - giugno 2015

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Vita Scolastica Il gusto di fare notizia Vito N. Ottombrini, Sindaco e Elisabetta Altamura, Assessore

Due minuti per noi... I Pensionandi

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a Cotugno cade a pezzi!”. No, il lettore non si allarmi. É vero, la struttura mostra le ferite inferte dal tempo e dall’inciviltà di qualche balordo, ma rimane in piedi, salda. Forse, quindi, sarebbe più giusto dire “Cadono pezzi alla Cotugno!”. E già: tra qualche mese ben quattro docenti, quattro pilastri della nostra scuola ci lasceranno avendo conquistato l’agognata pensione. Dopo lunghi anni di quotidiano, strenuo lavoro in prima linea, i nostri eroi potranno finalmente lasciare i campi di battaglia e raggiungere le retrovie. Quando nel 2003, ponendo fine al mio peregrinare, sono giunto alla “Cotugno“, non sapevo nulla di questi colleghi. Tonia Lucarano l’avevo incrociata appena nella mia breve “apparizione“ alla “Cafaro“ di Andria; Enza Summo e Biagio Di Gioia li conoscevo solo di vista; con Angela Stasi mi era occa-

sionalmente capitato di scambiare qualche parola. In questi anni ho imparato a conoscerli tutti meglio e ad apprezzarne la simpatia e la professionalità. Ricordo – sembra ieri – il primo Collegio dei docenti: si impose prepotentemente alla mia attenzione la figura di una collega, ma soprattutto la sua borsetta: un “innaffiatoio”; colsi subito in quell’immagine il carattere di Enza, la sua passione per le simpatiche borse e da quel giorno per me è diventata “The Lady of bags“: come dimenticare la “teiera”, la “radio”, l’”arca di Noè”, il “tubetto di colore”, i “pinguini” ,la “pecorella”, la “ruota sgonfia”, il “pomodoro” e mille altre stravaganze! Di Tonia ed Angela mi piace ricordare la gentilezza, la dolcezza e al tempo stesso il rigore professionale. E che dire di Biagio? Lui, che per anni ha vissuto operando al freddo e al gelo senza poter realizzare il sogno di vedere edificata una palestra degna di tal nome, potrà finalmente porre fine a questa sofferenza. Tutti voi, in questi anni, siete stati i veri protagonisti della “Buona Scuola“; avete non solo educato“, ma anche “insegnato“: avete lasciato un’impronta, un segno indelebile della vostra presenza e sarà proprio questo segno che colmerà il vuoto che ci lascerete. Grazie di cuore, Cari Colleghi, e… ad maiora!.■

Pasquale Acri


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Inchiesta parchi

Via Levi

Via Minghetti

Viale Colombo

Il verde a Ruvo e la situazione dei parchi

Via Cairoli

Nuovo parco

Francesco D’Ingeo e Lauranna Gramegna, redazione

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ossiamo raggiungere comodamente gli spazi verdi a Ruvo? Abbiamo svolto un’indagine sui parchi nella nostra città e sulle loro condizioni di accesso. Circa la dislocazione, come vediamo nella mappa, la distribuzione dei parchi sull’intera area del paese è disomogenea, infatti quasi tutti sono decentrati, non toccando il centro storico e geografico di Ruvo; in più, l’estensione dei parchi è abbastanza limitata, eccezion fatta per la Pineta e per piazza Dante. Ciò sta a significare che non tutti i cittadini, residenti nelle diverse zone della città, hanno un facile accesso a spazi verdi che, a dire il vero (come si desume dall’intervista riportata sotto) il Comune fa di tutto per mettere a disposizione dei cittadini. L’Amministrazione, infatti, sta facendo in modo che il problema sia superato, realizzando dei nuovi parchi, come quello adiacente il plesso “Cotugno”, o ripristinandone altri che risultano dimenticati e quindi non più frequentati.

Il problema, però, sussiste per quei quartieri non ancora dotati di spazi verdi vicini, per la mancata risorsa di ossigeno che le piante offrono e per il venir meno della possibilità di sostare in spazi vicini alle proprie case, trascorrendo ore serene, specialmente nelle sere estive. Al problema della dislocazione si aggiunge quello della condizione di agibilità dei parchi esistenti. In alcuni casi gli stessi sono praticamente chiusi per le pessime condizioni in cui versano. Fortunatamente, negli ultimi mesi, è rinato l’interesse di tutti verso questi parchi e, pian piano, stanno subendo restauri in modo da essere riapeerti al pubblico. Noi tutti speriamo vivamente che vengano recuperarti quelli esistenti e magari realizzati degli altri in zone diverse, per consentire ai bambini e ragazzi di giocare in luoghi tranquilli e sicuri, e ad adulti e anziani di sostare in spazi accoglienti. Il “verde” non è mai abbastanza per equilibrare il tanto “grigio” che purtroppo c’è. ■

La custodia dei parchi per una migliore fruibilità: serve responsabilità del Comune e dei cittadini Intervista a cura di Ornella Cantatore e Rosalba Pellegrini, redazione

Scavi archeologici alla “Cotugno”

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roprio in questi giorni di fine anno scolastico sarà inaugurato il nuovo parco allestito accanto al Plesso Cotugno: viali, alberi, panchine, campo di bocce. Questo non può che farci contenti, anche perché il Comune ha chiesto alla scuola di indire un concorso per intitolare il parco. E i nomi che circolano sono diversi: l’atleta barlettano Pietro Mennea, il musicista ruvese Michele Cantatore, oppure dedicare il parco ai Martiri della mafia, con vialetti nominativi a singoli personaggi. Ma una proposta interessante è quella di chiamarlo “Parco dell’Infante”, così da mettere insieme nel nome due spazi adiacenti. Infatti, tra la scuola e il nuovo parco c’è il dimenticato scavo archeologico che ha fatto rinvenire resti di età neolitica e, in particolare, la tomba di un “Infante”. Vedremo quale sarà il nome scelto, ma cogliamo ancora l’occasione per sollecitare l’attenzione su questo problema con l’annessa questione della costruzione della palestra. Nelle due immagini riportate sopra si notano le erbacce che quasi ricoprono i costosissimi scavi effettuati nei due anni precedenti. Dove sono i reperti? Quali decisioni si stanno prendendo? Restiamo in attesa di una risposta! ■ Luca Di Modugno, Enza Summo, e Luciana Minafra, Redazione


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Progetto Continuità Dopo il lavoro sul curricolo verticale, svolto nello scorso anno scolastico tra i docenti dell’Infanzia, della Primaria e della Secondaria di I grado di Ruvo, la continuità didattica è stata sperimentata con due iniziative: la giornata dei diritti dell’Infanzia, 20 novembre 2014, nel 25° anniversario della Convenzione ONU, con una coloratissima manifestazione documentata con un video (sul sito della scuola); in primavera, poi, le classi quinte della primaria dei due Circoli didattici, e le prime della secondaria hanno condiviso dei laboratori che hanno avuto come sfondo integratore il Cibo, in vista dell’Expo. Esperimenti scientifici, mitologia, giochi linguistici e matematici, attività motorie e grafico pittoriche per una scuola che sia compagna di crescita. ■

Il cioccolato unisce bambini e ragazzi Vincenzo Di Terlizzi e Vincenzo D’Ingeo, redazione

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l passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria non è facile, ma il progetto “Continuità” lo ha reso più dolce. Il tema di questo incontro tra noi ragazzi di “1A” e di “1C” e quelli di “5A” della scuola Primaria “B.Di Terlizzi”, è stato la cioccolata, cibo che tutti amano. É iniziato al meglio con la lettura di un capitolo de l libro “La fabbrica di cioccolata”, di Roald Dhal, e in seguito abbiamo posto delle domande attinenti ai bambini più piccoli, che hanno risposto benissimo. Loro, invece, ci hanno recitato fantastiche filastrocche sull’alimentazione. A questo punto, il nutrizionista Di Venere ci ha spiegato che la pianta del cacao vive in America e che il suo frutto, la cabossa, viene aperta per prenderne i chicchi di cacao. Il pasticciere Nicola Giotti ci ha detto poi che il cacao fa bene all’organismo e che per i Maya e gli Aztechi era prezioso e divino. In Spagna sono avvenuti i primi esperimenti sul cacao e anche in Italia; grazie ai mercanti italiani il cioccolato arriva in Svizzera i cui artigiani vanno ad imparare l’arte nei

laboratori torinesi. Il maestro ha spiegato ai presenti le fasi di lavorazione. Dopo la raccolta, le fave di cacao vengono spaccate in due, quindi viene estratta la polpa dal guscio. Questa, di colore bianco, è di consistenza morbida. Durante il processo fermentativo la polpa bianca che circonda le fave si dissolve, liberandole. Il processo avviene in 3 fasi tra cui l’essiccazione. Prima di essere pronte per l’uso, le fave di cacao vengono sottoposte ad altre lavorazioni. Vengono infatti pulite, l’operazione fondamentale durante la quale vengono scartati eventuali elementi. Con la tostatura vengono anche eliminate le sostanze astringenti e l’eccessiva acidità quali il burro di cacao. Successivamente il cacao è pronto per la sua successiva lavorazione, cioè la fabbricazione del cioccolato. Al termine della spiegazione il momento più atteso: la degustazione di vari tipi di cioccolato distribuito in scaglie: da quello più amaro a quello più dolce! ■

Andando indietro nel tempo Flavia Scarimbolo, redazione

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ra le attività del progetto continuità abbiamo anche introdotto un insolito tema. La professoressa di italiano della mia classe ha pensato di farci svolgere una lettura recitata sul mito di Demetra, che, per i Greci, era la dea protettrice dell’agricoltura, del raccolto dei cereali. Infatti Demetra presso i romani sarà chiamata Cerere, da cui il nome cereali. I Greci, attraverso i miti, davano le spiegazioni alle numerose domande che hanno sempre tormentato l’uomo. Questo mito vuole spiegarci l’alternarsi delle stagioni, ma vuole farci capire anche che i sei mesi in cui Persefone, figlia di Demetra, è negli inferi corrispondono all’inverno, stagione in

cui i cereali sono assenti nei campi; invece, i sei mesi che Persefone trascorre in compagnia della madre corrispondono ai mesi estivi, periodo della rifioritura dei campi coltivati. Il mito a cui è legata la figura di Demetra racconta il rapimento di sua figlia da parte del dio Ade. Egli cercava moglie, ma nessuna fanciulla sarebbe mai voluta diventarlo, allora si era deciso a trovarsela da solo. Quando Demetra scopre che sua figlia era scomparsa, la cerca in ogni dove dimenticando completamente i suoi compiti e generando la disperazione di tutti gli esseri umani che non possono più nutrirsi. Attraverso la testimo-

nianza di un pastore, Demetra viene a scoprire del rapimento della sua cara figliola Persefone, va su tutte le furie e si reca sull’Olimpo, lì si avventa contro Zeus e gli domanda come mai si è permesso di far diventare sua figlia moglie di Ade. Zeus allora le risponde che era stato il Fato a volerlo. Così interviene la saggia Atena che propone di far restare per sei mesi Persefone dallo sposo, negli inferi, e sei mesi sulla terra con sua madre. Demetra accetta il compromesso e così Persefone che trascorre i sei mesi tristi e freddi dell’inverno con suo marito e i sei mesi felici e caldi dell’estate con la sua cara madre■

Pane, simbolo di amicizia e di fede Vanessa Scarongella e Dayana Rubini, redazione

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l giorno 21 marzo, le classi 1F e 1B del plesso “Cotugno” con la 5F del plesso “S.G.Bosco” si sono riunite per parlare del pane, un alimento base che accompagna tutti i pasti. La sua storia si perde nel tempo, addirittura risale alla preistoria e nelle diverse culture esso ha sempre avuto un significato simbolico. Ma è con Gesù che il pane diventa simbolo di condivisione e del suo sacrificio che si rinnova nell’Eucaristia, memoriale del gesto che Gesù fa con gli amici nell’Ultima Cena. E ancora prima, quando gli Ebrei erano schiavi in Egitto, alla vi-

gilia della liberazione, le famiglie prepararono il pane azzimo prima di partire per il lungo viaggio verso la terra promessa. Nella nostra tradizione il pane è talmente sacro che con le sue briciole non si gioca, non si butta e quando si informa si bacia e si fa una croce. Il pane è molto semplice da preparare e quindi anche le famiglie meno fortunate di noi possono farlo. Se qualche famiglia sfortunatamente non può permettersi di comprarlo e lo chiede a qualche negoziante non possono negarglielo perché il pane non si nega

mai a nessuno. Mentre gli alunni discutevamo di pane, alcune mamme lo preparavano per poi condividerlo, proprio come tra amici. Infatti la parola compagno deriva dal latino cum «insieme con» e panis «pane», cioè «colui che mangia il pane con un altro». Ciascuno ha provato, da solo, a fare il pane azzimo a casa e a portarlo a scuola. Adesso, quando avranno desiderio di qualcosa di semplice e buono sapranno cosa fare: farina, acqua e un pizzico di sale. Impastare con le mani e quando la padella è ben calda...ecco il pane.■


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Inchiesta giochi

Da bambole di pezza e palloni in cuoio a telefoni e playstation: i nostri giochi

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Sara Altamura e Martina Di Modugno, redazione

l gioco ha subito cambiamenti nel corso della storia ed è da sempre il modo di esprimersi di bambini e adolescenti. Ora però i mezzi sono cambiati e i ragazzi si perdono tra tablet, telefoni e nuove tecnologie. Facendo una semplice indagine tra genitori e nonni ci siamo resi conto che loro alla nostra età facevano giochi più semplici e soprattutto all’aria aperta. I giochi più gettonati dei nonni sono stati: acchiapparella e nascondino. I ragazzi tra loro giocavano a calcio e a un particolare tipo di cavallina, chiamata in dialetto “Scinneddìt” (foto sotto). In questo gioco i ragazzi si mettevano in fila indiana e, formato un percorso, saltavano sulle spalle di chi li precedeva cercando di non cadere. I giochi delle ragazze erano principalmente saltare la corda e il gioco della “campana” (foto a destra), ma a volte facevano grandi girotondi tenendosi per mano. I giochi fatti in casa erano soprattutto realizzare bambole di pezza e giocare a carte. Una nonna ci ha persino raccontato che una volta, con le sue sorelle, aveva costruito una città in miniatura con dei materiali trovati in casa. Le mamme si divertivano facendo lunghe passeggiate in bicicletta, anche perché le macchine erano di meno rispetto a oggi e quindi andare in giro era più sicuro. Giocavano a pallavolo e a palla avvelenata. In casa si facevano giochi di società o si giocava con le Barbie. I ragazzi giocavano con le figurine dei giocatori delle squadre di calcio e il loro gioco preferito era giocare a

Francesco De Lucia, redazione

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a qualche anno si vedono bambini giocare alle figurine e a diversi giochi con le carte che rappresentano giocatori di calcio. I ragazzi si ritrovano in diverse zone della nostra città per giocare. La zona preferita è la rinnovata villa inaugurata da poco, Piazza Dante, dove ci sono moltissime panchine che favoriscono il gioco. L’orario principale è alle 18:30 o anche quando si esce con amici e genitori. Il gioco delle figurine è quello di battere con una mano su un piano dove sono le figurine e farle girare, vince chi fa girare tutte le carte. In realtà non c’è nessuno che decide la vittoria o la sconfitta perché il gioco è tutto affidato alla sorte o anche ad un soffio di vento. Ci sono diversi trucchi per vincere le figurine, come quello di giocare figurine più deboli così, se si perde, non ci si dispiace molto. Coloro che giocano non sono contro chi vince o chi perde perché alla fine si è sempre amici, tutti si divertono, ma comunque non ci si abitua mai alla sconfitta. Questo gioco delle figurine è diventato una mania, anche i nostri genitori ci giocavano, e quando uno vince dà suggerimenti agli altri per vincere. Sarebbe meglio divertirsi con questi giochi perché ci fanno vivere la realtà ,cosa che non fanno i videogiochi o gli smartphone.■

pallone e così ogni posto si trasformava in un campo, improvvisato con due grosse pietre a delimitare le porte. Oggi noi, non avendo mai conosciuto la libertà di stare a giocare in strada, non ne sentiamo la mancanza. Anche se quando i nostri genitori o nonni ci raccontano di quanto fosse bello, un po’ desideriamo vivere questa emozione. É sempre più frequente vedere due adolescenti vicini che, al posto di parlare tra loro, sono assorti nel display dei loro telefoni, ciascuno chiuso nella propria solitudine. Senza dubbio le nuove tecnologie sono molto divertenti da usare e utili, ma non dovrebbero mai sostituire le relazioni umane.■

enito e Bruno Panini nel 1960 B acquistano un lotto di figurine che rivendono a coppie per 10 Giulia Gattulli, redazione

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osa fanno le ragazze nel tempo libero? Dopo aver fatto un’indagine all’interno della classe, abbiamo trovato risposta alla domanda. Qualche ragazza, dopo aver studiato, frequenta un’attività pomeridiana, come la danza, la pallavolo, il nuoto e corsi per imparare a suonare uno strumento musicale. Altre, invece, rimangono a casa ad anticipare i compiti per i giorni successivi, oppure guardano qualche programma in televisione, giocano al Nintendo o ai gettonati giochi della Wii o navigano in internet. La maggior parte di noi ragazze esce per fare una passeggiata con le proprie amiche. Ma dov’è il punto di riferimento in cui ci incontriamo? E soprattutto cosa facciamo? Il luogo d’incontro, spesso, è la villa comunale oppure vicino ad un grande e frequentato corso. Successivamente acquistano qualche snack da condividere, comperato in qualche bar o dalle macchinette molto attrezzate. Siccome in tutto ciò non c’è molto divertimento, si fa una corsa a chi arriva prima, oppure si raggiunge l’altalena, dove una spinge con tutte le sue energie l’altra, fin quando non arriva il proprio turno. Qui il divertimento arriva alla sommità, al colmo. Per concludere l’uscita, molte, scattano uno dei tanti “selfie” per poi commentarlo con un hashtag e postarlo sui numerosi social, come Instagram e Facebook. Il giorno della settimana in cui vi è una concentrazione di ragazze che passeggiano è la domenica, dopo il termine della Messa. Tutto parte da un semplice messaggio su WhatsApp, composto da un’unica parola: “Usciamo?”. Anche il sabato sera si vedono in giro gruppetti di ragazze che circolano per le varie strade della città. Nonostante ci sia volontà di staccare dalla tecnologia, ovunque si vada è presente.■

lire. Dopo il successo cominciarono a creare le figurine con i propri strumenti e cosi l’ album da quel momento fu stampato ogni anno. Il primo album aveva solo le squadre di serie A con 14 figurine per squadra. Le “carte” erano foto in bianco e nero a volte colorate a mano. Per i primi dieci anni sulle ultime pagine si stampava: Grande Torino, poi i Mondiali e le Coppe nazionali. Dopo comparvero la serie B e gli scudetti laminati di serie C. L’ album ha sempre presentato differenti e nuove pagine, sfondi, modi di rappresentare i calciatori. Il colore dei bordi delle figurine varia a seconda degli anni e le pagine degli album sono sempre diverse. Le figure dei vari giocatori sono inserite nelle pagine degli album a seconda della squadra di cui fanno parte. Oggi molta gente possiede figurine antiche e molti ragazzi collezionano le nuove “carte” e si dedicano a giocare con questi “pezzi di carta”.■ Angelo Scarongella e Francesco De Lucia, redazione

Angelo Scarongella, redazione


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Cronaca estera

Il terrore Isis Antonio Esposito, Angelo Chieco, Leonardo Speranza ed Edoardo Ciliberti, redazione

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osa significhi I.S. se lo chiedono un po’ tutti. Domandando ad alcune persone abbiamo riscontrato che nessuno è stato in grado di dare una risposta esauriente. Abbiamo fatto delle ricerche su questo argomento. Letteralmente ISIS è una sigla inglese (Islamic State of Iraq and Shark); molti lo chia-

mano solo IS (Islamic State). É un gruppo terroristico Islamista attivo in Siria e Iraq, con a capo Abu-Bakr-al-Baghdadi. La punta di diamante di questa “macchina del terrore” è la diffusione dei video, in aumento negli ultimi mesi, ma recentemente censurati dalle reti televisive, in cui mostra in modo crudo e spietato l’uccisione degli

ostaggi caduti nelle proprie mani. Molti si domandano perché l’Isis compie questi atti di terrorismo. Una risposta c’è, lo scopo dell’Isis è la creazione di un nuovo califfato. La parola califfo significa “successore” e dopo la morte di Maometto il popolo islamico si divise in diverse correnti come i sunniti o sciiti o i karaijti in cerca di una nuova guida temporale, come ad esempio gli sciiti che riconoscono Ali il genero del Profeta. Quasi due anni fa si formava un nuovo califfato, ma con principi e obiettivi diversi, il fondatore di questo califfato è appunto Baghdadi, successivamente autoproclamandosi califfo. Ma la parola califfo ha anche un altro significato, cioè il cosiddetto ‘’oro nero’’, proveniente dalla Siria, Libia e anche Turchia. Grazie a questa ricchezza che porta all’Isis da 1 a 2 milioni circa di dirham di denaro, di cui la metà usato per ingaggiare e pagare i loro seguaci,

è possibile svolgere gli atti di terrorismo contro i non credenti del Corano. Grazie alle ricchezze di questi califfi si può far la volontà di Moamhed ovvero quello che, secondo alcuni fondamentalisti, dice nel Corano, cioè eliminare, uccidere i nemici cioè i non credenti anche se molti sono innocenti. Questa fonte non è del tutto originale, ma si pensa che si possa aver interpretato male il significato del loro libro sacro; altre fonti attendibili dichiarano che le altre religioni vorrebbero eliminare la religione islamica e perciò l’Isis istiga gli imprenditori per formare degli eserciti e conquistare gli Stati di Siria e Iraq. Ma veramente Allah vuole tutto questo? "In vero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo colpiteli su tutte le falangi! Tutto questo è ciò che avvenne perché si erano separati da Allah e dal suo messaggero". Questi sono i versetti che Allah comanda ai propri seguaci. É impensabile che un dio possa volere tutto questo male dai propri adepti. Per questo chiediamo a tutti i musulmani che si riconoscono nella vera religione di pace di prendere le distanze e condannare simili crimini.■

Terremoto nel Nepal: oltre 8000 morti e la terra sembra non voler fermarsi Classe 3B, Cotugno

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l Nepal è un paese che si trova nell’Asia un’intervista ad un sismologo si parlava già di centrale a confine con India e Cina. Ha una un terremoto magnitudo 8 e che tutta questa superficie di 147.181 kmq con 29.959.364 energia poteva liberarsi in questo secolo oppuabitanti e la sua capitale è re avrebbe continuato ad acKatmandu. Il 25 Aprile cumularsi per un terremoto 2015 si è verificato un ancora più potente. Il Nepal è forte terremoto (terremoto un paese molto soggetto a di Gorkha) che ha devafenomeni sismici poiché si stato il paese. Il suo ipotrova sul punto di collisione centro era ad una profondella placca indiana e della dità di 15 km e quindi è placca euroasiatica; non si considerato superficiale e verificava un terremoto cosi più dannoso. Mentre il suo forte dal 1934 (terremoto di epicentro si trovava a 34 Nepal-Bihar). km (circa a 21 miglia) da Il terremoto ha causato più di Lamjung, Nepal; la prima 8000 vittime e decine di miscossa è stata registrata gliaia di feriti in Nepal, mentre dallo United States Geoloin India il terremoto ha causagica Survey per 7,5 di to 78 decessi. Il primo miniIl Nepal si estende tra il Tibet e magnitudo, ma poi è stata l'India, tra la catena Himalayana e stro del Nepal, SushilKoirala, subito riaggiornata a 7,9 la pianura del Gange, racchiudendo ha detto che si potrebbero per poi essere nuovamen- nello spazio di poco più di cento raggiungere le 10.000 vittime. te riaggiornata a 7,8. chilometri, le più grandi variazioni A causa del terremoto sono La prima scossa si è verifi- ambientali della Terra, passando stati distrutti molti monumenti cata a 80 km dalla capitale dagli oltre ottomila metri delle cate- tra i quali la Torre Dharahara, Katmandu e la città princi- ne montuose, all'altitudine di ottanta riconosciuta come patrimonio pale più vicina all’epicen- metri sul livello del mare. dell’umantà dell’Unesco, una tro è stata Bharatpur. Dotorre di nove piani costruita po la scossa principale ci nel 1832 dal primo ministro sono state altre trentacinque scosse di assedel Nepal Bhinsen Thapa e ricostruita nel 1934 stamento di magnitudo 4,5. Si era già previsto dopo un altro terremoto. Essa era dotata di un fortissimo terremoto, infatti nel 2013 in una scala a chiocciola interna. Il sisma non ha

lasciato che un mucchio di mattoni affidando la propria bellezza ed unicità artisticaarchitettonica che immortalano la torre svettante in un cielo limpido, esattamente opposto rispetto al grigiore e alla rovina portata dal suo crollo, privando la piccola nazione di uno dei suoi monumenti più rappresentativi. Il bilancio dei morti avrebbe dovuto essere minore se le persone che abitavano in campagna fossero state fuori a lavorare. Data la potenza del terremoto, si è scatenata una valanga sul monte Everest, sull’Himalaya, che ha causato la morte di 19 alpinisti e moltissimi dispersi o feriti. Si è verificato inoltre una frana e una valanga nella valle di Langtang. Si stima

che la valanga fosse ampia 2-3 km e a causa di essa il villaggio di Langtang è stato distrutto. A partire dal 1° Maggio 2015 i soldati dell’esercito Nepalese sono stati inviati sul posto per soccorrere i feriti e molte organizzazioni volontarie si sono mobilitate come la Croce Rossa e Medici Senza Frontiere. Si preoccupano di prelevare dal luogo del terremoto i feriti gravissimi e di portarli attraverso degli elicotteri in ospedali di fortuna e luoghi per curare i feriti. Diverse le iniziative di solidarietà e si può sempre contribuire tramite i canali governativi o la Caritas che ha già attivato diverse iniziative per fronteggiare l’emergenza. I riferimenti per contribuire sono su www.caritasitaliana.it. ■


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L’eco della scuola n. 33 - giugno 2015

Adolescenza

L’autolesionismo non è affatto un gioco Barbara Cucumazzo e Enrica Pellegrini, redazione Classe 3A, Cotugno

Rosita Catalano, redazione

Cari Genitori non vogliamo dirvi che… Sono tante le lettere scritte dai ragazzi ai genitori, in occasione del progetto di educazione affettiva, Purtroppo solo alcuni le hanno materialmente consegnate. Meritano di essere pubblicate perche’ offrono molteplici spunti di riflessioni sul proprio essere genitori. Chissa’ che l’ estate non ispiri qualcosa….

Giulia De Palo e Sanaa Haissouf, 3A Carducci-Giovanni XXIII Classe 2B, Cotugno


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Expo e dintorni Cibo per tutti? Francesca Tambone e Teresa Pellegrini, redazione

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utti quanti, in questi giorni, avremo sentito parlare dell’ EXPO, ma a noi ragazzi, non è ancora chiaro il concetto. L’EXPO è un’ esposizione universale che viene realizzata ogni 5 anni. La prima della storia si è tenuta nel 1756 a Londra e, da ricordare, quella avvenuta a Parigi nel 1889 per la quale è stata costruita la Torre Eiffel, divenuta simbolo della capitale francese. L’ Esposizione Universale precedente al 2015 si è svolta a Shangai nel 2010 col tema: “Città migliore, vita migliore”. Nelle scorse edizioni sono stati trattati temi ben diversi fra loro, quello di quest’ anno è sull’ alimentazione: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Si svolge a Milano e, per l’ occasione, è stato costruito l’ Albero della vita, un monumento che si rifà al tema annuale. Il grande avvenimento ha avuto inizio il 1 Maggio 2015 e terminerà il 31 Ottobre 2015. L’ area espositiva è di circa 1,1 milioni di metri quadri dove oltre 140 Paesi, con i loro padiglioni, metteranno in mostra le tecnologie, l’ innovazione, la cultura, le tradizioni necessarie ad assicurare un’alimentazione buona, sana e sufficiente. Ci saranno oltre 140 unità di ristorazione, 20 delle quali saranno allestite da Eataly che propone un ristorante per ogni regione italiana. Non mancheranno, naturalmente, i cibi internazionali basati sulle diverse etnie dei paesi; vi saranno, inoltre, diversi stand che offriranno pietanze a base d’ insetti. L’Expo offre ai visitatori, la possibilità di assistere a degli spettacoli del ‘Cirque du Soeil’ presso l’ Open Air Theatre, un teatro all’ aperto. Fra le tante attrazioni è presente anche il Children Park interamente riservato ai bambini. Anche la Puglia partecipa all’ Expo offrendo le sue ricette tipiche. ■

Un’opportunità per l’economia, ma non fila tutto liscio Annapia Fiore e Roberta Cirasiello, redazione

Ruvo all’Expo il 13 luglio Lucia Amenduni, redazione

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xpo Milano offrirà a tutti la possibilità di conoscere e assaggiare i migliori piatti del mondo e scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni Paese. Per la durata della manifestazione, la città di Milano e il Sito Espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre. Abbiamo parlato con l'Assessore alle Attività produttive, Michele Scardigno, per sapere come Ruvo parteciperà a questo evento. Ci ha detto che la nostra città rientra nell’iniziativa “Cuore di Puglia”, un consorzio tra oltre 20 Comuni nato per valorizzare le eccellenze enogastronomiche di ognuno, oltre ai tesori architettonici di cui la nostra regione è foriera. “Cuore di Puglia" si pone come obiettivo la promozione di uno stile di vita più consapevole e sereno, fondato sull’ ospitalità e convivialità. Ci sarà una prima settimana dal 7 al 13 Luglio, con un mercatino di 16 metri quadri, dove saranno esposti 5 prodotti per 5 Comuni per ogni giorno della settimana. A noi toccherà il

giorno 13. L’Assessore Scardigno ci dice che in questi giorni si sta organizzando la partecipazione e saranno invitate, con un bando, le aziende locali a proporsi o proporre prodotti tipici, eccellenze locali, da esporre nel mercatino milanese. In particolare sarà un prodotto o una azienda per ogni Comune ad essere presente in tutti i giorni di quella settimana. Un altro mercatino sarà realizzato a settembre, sicuramente per esporre prodotti tipici del periodo: uve e vini. Sempre a settembre ci sarà un'altra settimana, quando, con il contributo della città metropolitana, sarà esposto un contest fotografico dei nostri Comuni, 3 scatti per Comune, curato dal famoso fotografo Guglielmo Lucas. Il mercatino sarà presenziato da Antonio Stornaiolo. Il Comune ha stanziato 3000 euro per la partecipazione all’evento. Sicuramente questa vetrina mondiale potrà avere una ricaduta positiva per la nostra città. Lo speriamo tanto perché la nostra città ha risorse da poter vantare.■

Rifiuti speciali da problema a risorsa Classe 3CD Carducci-Giovanni XXIII

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n un mondo che produce sempre più rifiuti, la raccolta differenziata è il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro, dell’ambiente in cui viviamo, ma soprattutto delle generazioni future. Tutti i rifiuti possono rinascere anche quelli definiti “speciali”. Noi alunni delle classi IIIC e IIID del plesso “CarducciGiovanni XXIII” abbiamo visitato un’azienda di produzione casearia di Gioia del Colle in cui il siero era un rifiuto “speciale”, difficilmente smaltibile, almeno fino a qualche

anno fa’. Esso veniva estratto dalle viscere dei ruminanti e smaltito nelle falde acquifere. Oggi il siero si produce grazie alla centrifugazione del latte, poi, viene portato in una distilleria di Mottola e insieme alla vinaccia, attraverso un processo depurativo, si ottiene acqua, fango ed energia. Trarre energia dalle biomasse consente di eliminare rifiuti prodotti dalle attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio, oltre al vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce

rifiuti in modo ecologico. Oggi ogni nostra azione produce inquinamento anche la più comune come, per esempio, leggere il giornale o bere un’aranciata. Contribuiamo a mantenere e conservare un ambiente pulito, quindi abituiamoci a valorizzare anziché gettare i rifiuti che produciamo e recuperare mediante il riciclaggio tutte le materie prime riutilizzabili che diventano così fonte di ricchezza e non di inquinamento. É proprio vero che ogni cosa può diventare una risorsa perché tutto si trasforma e nulla si annienta. ■


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Giornate della Storia

Carmine Petrarota e Giandomenico Avella

Le donne e la guerra Annamaria Vitale, Adriana Petrone, Alessia Sparapano e Manuela Cantatore

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Bernocco Rosanna e De Palo Marianna

rima della grande guerra, le donne erano emarginate da ogni mestiere e dalla vita politica che solo gli uomini potevano praticare. La guerra mostrò che le donne erano in grado di svolgere qualunque attività, anche se con un salario decisamente inferiore a quello che, per lo stesso incarico, veniva corrisposto agli uomini. Così, i posti di molti contadini ed operai, lasciati vuoti, vennero ricoperti dalle donne. Si trattò di un momento molto importante per la storia sociale del Paese. Non che le donne fossero del tutto nuove a questo tipo di esperienza: molte di loro erano già abituate a contribuire al lavoro nei campi mentre, a livello industriale, la loro presenza era già stata registrata nel settore tessile. Ma il loro numero era aumentato considerevolmente e furono presenti in settori del tutto nuovi come nella metallurgia, nella meccanica, nei trasporti, nelle mansioni di tipo amministrativo, nella conduzione degli autobus, o nella riparazione di impianti elettrici. Ovviamente questo processo non fu indolore: non essendo state previste delle divisioni del lavoro, le donne erano obbligate a compiere gli stessi lavori dei colleghi maschi, anche quelli più pesanti. Nei campi era necessario spostare i covoni di fieno o i sacchi di grano, accudire il bestiame e utilizzare tutte le macchine agricole. Allo stesso modo all'interno delle fabbriche dovevano essere sollevati pesi non indifferenti e compiuti gesti ripetitivi e meccanici. Le donne presero il posto dei propri mariti (o figli) anche in quelle faccende domestiche tipicamente maschili come le questioni burocratiche, gli acquisti o le vendite di prodotti agricoli ed i problemi di natura legale. A questa sorta di "emancipazione" lavorativa non corrispose però una maggiore libertà a livello personale: nonostante l'assenza degli elementi maschili in età arruolabile, spesso nelle case rimanevano gli anziani i quali, come da tradizione, continuavano ad esercitare il loro ruolo autoritario all'interno della famiglia. Inoltre non mancavano diffidenze e gli atteggiamenti di rifiuto da parte dei moralisti e tradizionalisti. Anche in campo militare ebbero un ruolo molto importante e crescente. Ogni esercito aveva reparti femminili come quello delle comunicazioni, reparti di assistenza sanitaria, di rifornimento di cibo per i soldati che vivevano in trincea; nacquero così anche le crocerossine, che furono chiamate in seguito ‘Grande armata bianca’. Erano anche conduttrici di ambulanze , infermiere, lavoravano negli uffici, nelle forze armate, nelle fabbriche belliche e producevano anche proiettili.■

Francesco Cirasiello, Nikolas De Chirico e Angelo Anelli

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poeti sanno guardare attorno a sé e farsi interpreti di problemi della società in cui vivono. La poesia diventa volontaria denuncia dei grandi drammi che hanno segnato il cammino dell’umanità verso un futuro migliore. Il dramma ricorrente nella storia di tutti i popoli del mondo è quello della guerra che nel corso del XX secolo si è manifestata in tutta la sua violenza con l’esplosione di ben due conflitti mondiali. All’orrore di queste due guerre, in particolare la prima, all’enorme prezzo pagato dalle vittime, sono dedicate molte poesie di Giuseppe Ungaretti soldato-poeta che partecipò al primo conflitto mondiale, come soldato semplice e combatté in trincea sul fronte del Carso per quasi tre anni: conobbe così il volto più duro della guerra. Alla luce di questa esperienza, Ungaretti maturò una dolorosa concezione della vita, ma con profondo senso di solidarietà e di umana comprensione verso il prossimo. Nel testo ‘’Sono una creatura’’ Giuseppe Ungaretti descrive in versi la sua tragica esperienza della vita in trincea, dove gli uomini morivano per difendere poche centinaia di metri di terreno. Le poesie di questo autore parlano di guerra, ma contengono messaggi di pace: dalla guerra, fondamentale per la sua maturazione poetica, nascono le poesie de “Il porto sepolto” (1917) e di “Allegria di naufragi” (1919), poi confluite in un unico volume intitolato “L’allegria’’ (1931).■

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e trincee sono uno dei simboli della Grande Guerra. Quando i vari governi europei decisero di scendere in campo, erano convinti che si sarebbe trattato di una guerra veloce, ‘lampo’, invece, dopo poche settimane, iniziarono ad essere scavate centinaia di chilometri di trincee. Questi lunghi corridoi, profondi poco meno di due metri, comparvero da subito anche sul fronte italiano, in pianura, sull'altopiano carsico e in alta montagna, in mezzo alla neve: la guerra si trasformò in guerra di ‘logoramento’: fango, umidità, freddo, fame, scarse condizioni igieniche (molte fonti ci parlano del tormento dei pidocchi!) ne erano gli elementi caratterizzanti. Per i soldati vivere in queste condizioni spesso era così alienante, che si sentivano disorientati e psicologicamente molto provati. A questo si aggiungeva la nostalgia dei propri cari e i soldati dedicavano il ‘tempo libero’ a leggere la posta e a scrivere a casa; molti tenevano un diario. Per conoscere e capire le condizioni dei soldati in trincea, abbiamo letto molte fonti documentarie ‘soggettive’: lettere ai familiari, pagine di diario in cui emergono ansie, paure, angosce e anche speranze di molti ragazzi che, come quelli della ‘generazione del ‘99’, pur giovanissimi, erano stati costretti a partire per una guerra di cui ignoravano la ragione. Nelle trincee, spesso i soldati avevano anche difficoltà a capire e a farsi capire dai superiori, dal momento che molti parlavano soltanto il dialetto del loro paese d’origine. L’unico aspetto positivo è che nelle trincee gli italiani, da Nord a Sud, si ritrovarono insieme, così diversi per la provenienza, ma ‘fratelli’ di una stessa Nazione.■


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Gianna D’Aprile, redazione

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roppo Natale in senso consumistico e troppo poco nel suo vero significato. Da questa riflessione è nato lo spettacolo: “Ce n’è troppo di Natale”, un testo di D. Buzzati che gli alunni delle classi prime, seconde e terze del plesso Carducci – Giovanni XXIII hanno riscritto e adattato con l’aiuto delle professoresse D’Aprile e Lorusso. Un bel giorno, i personaggi del presepe decidono di tornare sulla terra...Ma quale meraviglia!!! Luci, festoni, ghirlande, abeti scintillanti, ingorghi, pacchi e pacchetti. Dov’è il vero Natale? Per fortuna non tutto è perduto! A parte coloro che si lanciano in acquisti di ogni tipo e si perdono nello spreco più svariato, esiste ancora l’altruismo e la generosità. C’è gente che a Natale compra il panettone prodotto dai detenuti, o chi mangia la cioccolata e compra borse made in carcere. O chi trascorre il proprio tempo con barboni e persone sole. Lo spettacolo è stato accompagnato dalle musiche dell’orchestra Fluthe Simphony , diretta dal prof. G. Caldarola. Bisogna ritrovare il coraggio di sapere distinguere il bene dal male e soprattutto di scegliere ciò che veramente conta nella vita! Con altrettanta ricchezza di contenuti, anche il Plesso “Cotugno” si è ritrovato in due turni, nella chiesa S. Famiglia, grazie alla disponibilità del parroco don Grazio, per scambiarsi gli auguri ricorrendo ai diversi linguaggi espressivi. Tutte le classi terze hanno potuto comunicare i propri pensieri con recitazioni e declamazioni; portanti sono stati i contributi dell’Ensamble di voci bianche dirette dal Prof. Nicola Bucci (con la collaborazione del figlio Fulvio) e dell’Orchestra “Don Tonino Bello” diretta dal Prof. Rocco Di Rella che ha anche eseguito un concerto natalizio nella Chiesa del Purgatorio. Attività in biblioteca, tombolate e mercatini della solidarietà per le adozioni a distanza, nonché la piantumazione della “Roverella solidale” hanno completato il programma quasi spontaneo del Natale 2015.

Maria Grazia Lorusso e il Comitato Tecnico


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Esperienze scolastiche

Classe 3E, Cotugno Classe 1A, Carducci-Giovanni XXIII

A cura di Roberta Cirasiello, redazione

Daria Lamanna, e la classe 3E, Cotugno

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Classe 3D, Cotugno

el mese di aprile tutte le terze della nostra scuola hanno avuto la possibilità di assistere a uno spettacolo della compagnia teatrale “Palketto Stage” con la presenza di attori madrelingua inglesi, presso lo Showville di Bari. Questo spettacolo è piaciuto a tutti perché rispecchiava la vita adolescenziale che ognuno di noi vorrebbe avere. Gli attori sono riusciti a calarsi perfettamente nei ruoli e ballando e cantando ci hanno trasmesso delle bellissime emozioni tanto da farci venire i brividi. Guardando lo spettacolo ognuno di noi si immedesimava in un personaggio e

fantasticava. Lo spettacolo parlava di un gruppo di ragazzi con un sogno in comune: entrare alla “High School of Performing Arts”. Ognuno di loro aveva una propria passione, che poteva essere ballare, cantare o anche suonare uno strumento musicale. Durante lo svolgimento dello spettacolo si sono venute a formare delle coppie, e tutti siamo rimasti con gli occhi spalancati quando c’erano scene amorose. L’ultima parte dello spettacolo è stata molto commovente perché c’è stata la morte di una ragazza, che cercando il successo immediato, è caduta nella trappola della droga. Ma ad un certo punto ci siamo tutti rallegrati perché comparsa sotto forma di angelo. Alla fine dello spettacolo siamo rimasti tutti quanti un po’ tristi nel dover salutare gli attori a cui ci eravamo affezionati, infatti appena tornati a casa tutti quanti ci siamo dati da fare nel cercarli nei vari Social Network. È stata un’ esperienza molto bella e sarebbe carino riproporla alle future terze.


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Attualità e società

Allarme immigrazione Classe 2C, Cotugno

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opo l’ennesima strage del Mediterraneo, che sta diventando ormai un cimitero di vite umane, prevale l’allarme immigrazione: sono troppi e i centri di accoglienza sono ormai pieni. L’emergenza arriva anche a Roma tanto che Alfano dichiara: “Facciamoli lavorare anziché tenerli lì a far niente”; questo è una delle affermazioni sulla questione immigrazione in discussione negli organismi istituzionali. Il problema rimane con sbarchi quasi quotidiani in arrivo sulle nostre coste. Gli sbarchi nel sud Italia continuano; è stato identificato lo scafista Lamin Jallow ritenuto responsabile dello sbarco di immigranti dalla Libia su Lampedusa. Il problema non rimane solo questo: gli altri stati Europei rifiutano di occuparsi di questi immigrati oppure lo fanno in maniera distaccata, tanto il problema lo vivono solo i Paesi di confine come il nostro; l’Inghilterra dichiara di non volere questa responsabilità. Inoltre questo fenomeno pesa anche dal punto di vista economico poiché lo Stato sostiene dei costi elevatissimi per il recupero e sostentamento degli immigrati. Per altro dietro questo problema si nascondono notevoli atti di criminalità: c’è una parte di questi immigrati che non finisce nelle case di accoglienza, ma nelle mani di criminali, costrette a commettere furti, spaccio, per arrivare ai reati più gravi, in più le donne immigrate sono costrette a prostituirsi. Si tratta di argomenti sicuramente problematici, perché si riferiscono anche a una realtà che una parte di popolazione italiana ha vissuto direttamente. La presenza di stranieri nelle carceri è notevolmente aumentata (dal 16% al 28%). ■

Classe 1A, Cotugno

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' anno scolastico volge ormai al termine e per concluderlo in modo differente noi ragazzi delle classi 1^ e 2^ del corso A abbiamo preparato il musical "Una bella differenza" che mette in evidenzia le diversitá di colore, religione, lingua, aspetto e le discriminazioni che ci sono e che abbiamo imparato a superare improvvisando una partita di calcio tra ragazzi differenti. Sentendo i pareri dei miei compagni é venuto fuori che é stata un esperienza emozionante per tutti, ci ha fatto capire che non bisogna avere pregiudizi su altre persone, soffermandoci sull' aspetto esteriore, ma bisogna prima conoscere "bene" chi ci sta davanti. Quest’ attività é stata speciale ed é un modo particolare di fare lezione e di essere educati all'integrazione tra le diverse culture, dal momento che oggi le no-

Classe 2A, Cotugno

stre popolazioni sono sempre piú società multietniche grazie ai continui flussi migratori. Abbiamo partecipato divertendoci e crescendo, grazie al lavoro svolto dai nostri insegnanti che ci hanno proposto attività scolastiche alternative dalle quali abbiamo appreso che dobbiamo tutti imparare qualcosa da ciascuno, perché apparteniamo tutti ad un'unica razza e siamo solo diversi per lingue, religione, cultura, colore ma uguali in quanto tutti esseri umani. Siamo consapevoli che se sin da ora, interiorizziamo tali colori potremo creare una società migliore. Concludiamo ringraziando le professoresse Marianna Minafra e Antonella Dello Russo e i professori Sparapano Luigi e Di Rella Rocco; un particolare grazie alla professoressa Berardi Marialuisa che ha contribuito alla realizzazione delle coreografie e ai genitori che hanno collaborato.

Ruvo nel Rinascimento Classe 2E Cotugno


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Visite e viaggi di istruzione 58°premio Bancarellino di Pontremoli Classe 1C, Carducci-Giovanni XXIII

Classe 3C, Cotugno

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uest’anno noi alunni di 3C e 3B, accompagnati dalle Prof.sse A. Andriani, C. D’Aniello e C. Bellomo, abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un viaggio d’istruzione in Toscana, dove abbiamo visitato quattro delle più belle

piuto anche un grande lavoro spirituale, è esperto di teologia ed ha pubblicato molte opere fra cui cinquanta saggi, di cui il più significativo è “ La pazienza del nulla”, diario scritto mentre era nel deserto del Sahara.

città d’arte italiane: Siena, San Gimignano, Lucca e Firenze. Il giorno 31 Marzo, a Lucca abbiamo incontrato Arturo Paoli, una persona straordinaria, nato nel 1912. Eravamo già a conoscenza della sua storia grazie al racconto del professore Michele Lotito che lo ha conosciuto personalmente. Il professore ci ha raccontato della vita di Arturo Paoli durante il fascismo, del rapporto difficile con la Chiesa e del suo straordinario gesto: è riuscito a salvare, durante la Seconda Guerra Mondiale, circa 800 ebrei, facendo di tutto, senza mai arrendersi. Per questo è riconosciuto dal Governo d’Israele come Giusto tra le Nazioni. Arturo Paoli ha com-

Per i suoi innumerevoli scritti e per la sua lunga vita, ricchissima di avvenimenti, è stato inaugurato il 3 dicembre 2011 il “Centro di Documentazione Arturo Paoli”, che noi abbiamo visitato. Durante la permanenza a Lucca, ci ha accolto e guidato la Signora Silvia Pettiti, responsabile del Centro di Documentazione. Ci ha guidato verso la sua casa di riposo attuale, dove una delegazione di alunni ha avuto la possibilità di conoscerlo. “Nonostante abbia 102 anni, ha ancora una grande lucidità mentale ed è per i giovani un grande esempio e punto di riferimento” hanno concluso i nostri compagni, dopo questo emozionante percorso.

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nche quest’anno, come già da alcuni anni, gli alunni di prima e seconda classe, prenderanno parte attiva al “58° premio Letterario Bancarellino 2015”. A scuola, già da qualche tempo, si respira un clima di entusiasmo tra noi ragazzi, partecipanti e non, che siamo coinvolti direttamente nella partecipazione a questa 58^ edizione. La partenza da Ruvo con fermate durante il viaggio, tra cui una alla biblioteca malatestiana di Cesena, è per il giorno 22 maggio, mentre, la giornata della premiazione è stata il 23 maggio, quando noi ragazzi, siamo stati chiamati a far parte di una vera e propria giuria, per premiare, alla presenza degli autori dei libri arrivati in finale, il libro e l’autore che ci è piaciuto di più. Storicamente il premio ha avuto origine nella prima Giornata dei ragazzi nella città dei librai, che si svolse a Pontremoli il 17 Agosto 1957, in concomitanza della proclamazione del Vincitore del Premio Bancarella. Nel 1953 in occasione del Premio Bancarella venne annunciata la nascita di un premio Bancarellino per i Ragazzi. Pontremoli è un comune di circa 8.000 abitanti,

di origini medioevali, della provincia di Massa e Carrara e si trova in Toscana e precisamente all’estremità nord della regione, nota come Lunigiana. Il centro di Pontremoli è situato su uno dei più antichi percorsi che collegano la Val padana con la Liguria e la Toscana un tempo

percorso dalla Via Francigena. Pontremoli sorge nell'alta vallata del fiume Magra, alla confluenza con il Torrente Verde. È diviso in centro storico e Verdeno, la zona abitata costruita in tempi successivi al di là del torrente Verde.

Classi 2AC, Carducci-Giovanni XXIII

Classe 2D, Cotugno

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el mese di Dicembre, precisamente dal 15 al 18, siamo stati in viaggio in TrentinoAlto Adige. La prima tappa è stata Gradara, una piccola cittadina delle Marche che conserva ancora il castello Malatestiano e le fortificazioni medievali. Questa città è famosa per la storia che il suo castello custodisce: la segreta convivenza, il tradimento e la morte di Paolo e Francesca. Abbiamo avuto la possibilità d'osservare le stanze dei cortigiani, con il relativo arredamento ancora integro. Particolarmente interessante è stato vedere la stanza in cui Paolo e Francesca, colti in flagrante da Gianciotto Malatesta, furono uccisi. Ma la meta principale è stato il Museo delle Scienze di Trento, conosciuto anche come MuSe. La struttura, all’interno del modernissimo quartiere delle Albere è stata progettata dal famosissimo architetto Renzo Piano. Nel museo è possibile seguire vari percorsi tematici come ad esempio quello sugli animali che vivono in montagna, o quello dell'evoluzione dell'uomo. Grazie ad una guida esperta abbiamo potuto apprendere molte informazioni interessanti; intrigante è stato toccare con le nostre mani un ghiacciaio, scoprendo tutta la storia che c'era dietro. Non sono però mancate le visite alle città principali del Trentino, come Trento e Bolzano, ove abbiamo visitato le rispettive cattedrali e i mercatini natalizi, che dall' 8 di-

cembre sino all' Epifania riempiono le strade con un via vai di turisti e visitatori amanti dell'atmosfera natalizia. Spostandoci nel Veneto abbiamo visitato Verona, conosciuta per essere la città di Romeo e Giulietta e abbiamo avuto la fortuna di ammirare il balcone dal quale si affacciava Giulietta per ascoltare le serenate del suo amato; infine come gesto scaramantico abbiamo toccato il seno della statua in bronzo raffigurante la celebre figlia dei Capuleti. Inoltre abbiamo avuto la possibilità di ammirare, anche se dall'esterno, la magnificenza e la maestosità del celebre anfiteatro romano: l'Arena di Verona. Anche qui erano presenti gli immancabili mercatini natalizi. Stando sul pullman, la guida ci ha fatto notare il monumentale cimitero veronese, fra i primi in Italia, fatto costruire da Napoleone. Abbiamo fatto una tappa nella pittoresca cittadina di Sirmione, caratteristica per la sua posizione a penisola nel lago di Garda e per il castello scaligero. Il viaggio nel suo complesso è stato davvero bello e interessante: conoscere luoghi, località e ambienti nuovi ci ha entusiasmato. Questa esperienza è stata unica anche perché ci ha permesso di socializzare e stringere amicizie con altri compagni e compagne di altre classi. E, ultima cosa, ma per noi ragazzi certamente non ultima, ci siamo davvero divertiti tanto.

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iornate indimenticabili quelle del 5 e 6 maggio per le classi II D II F e II H del plesso Cotugno, che accompagnate dai loro docenti hanno visitato Greccio e Assisi, luoghi in cui ha vissuto e predicato “la buona novella” San Francesco. Il viaggio è stato il punto di arrivo di un percorso didattico pluridisciplinare che ha interessato diversi ambiti: Religione, Letteratura, Storia e Arte. Occorre infatti ricordare che il “Cantico delle Creature” è stato uno dei primi componimenti letterari in lingua volgare e che la vita del Santo è stata egregiamente rappresentata da artisti quali Giotto e Lorenzetti, con i loro affreschi all’interno delle Basiliche a lui dedicate. Dopo sette ore di viaggio, trascorse serenamente tra la visione del film “Chiara e Francesco” e canti, la prima tappa è stata Greccio, dove le classi hanno potuto visitare il luogo in cui è nato il primo presepe vivente completo di bue e asinello del 1223. Successivamente i ragazzi, con i loro accompagnatori, hanno visitato il borgo, la chiesa di Santa Maria del Giglio, e altri luoghi di interesse storico-religioso e naturalistico. É seguita la meritata pausa pranzo su un bellissimo prato e poi in pullman hanno raggiunto la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi dove hanno visitato la Por-

ziuncola e visto il roseto e le due tortorelle, che non abbandonano mai la statua del santo. Al termine di una lunga giornata, finalmente, sono arrivati in albergo a Rivotorto, qui hanno cenato e pernottato, prudentemente vigilati dai loro accompagnatori. La mattina del giorno 6 Maggio, la sveglia alle 6.30 ha colto gli alunni un po’ assonnati, ma pronti ad affrontare, dopo una ricca colazione, un’altra giornata intensa. Una tonificante passeggiata di un chilometro e mezzo ha condotto le classi al Santuario del Sacro Tugurio, in Rivotorto. La mattinata è poi stata trascorsa ad Assisi, per visitare la Basilica di Santa Chiara, la cappella di San Giorgio dove si trova il crocifisso di san Damiano, quello che parlò a S. Francesco, ordinandogli di “riparare” la Chiesa, e la Basilica di San Francesco, Superiore e Inferiore. Nella prima gli alunni hanno ammirato il ciclo pittorico di Giotto e gli affreschi del Lorenzetti. Quasi incadescente il viaggio di ritorno, tra la visone del film “Un ponte per Therabitia” e la strepitosa gara di karaoke, vinta da sei ragazzi, con meritato premio. “Viaggio indimenticabile”, “Esperienza da ripetere”, “Alla prossima!”,… Questi alcuni tra i commenti degli alunni.


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Testimoni Attualità società ambiente Dalle maestre ai professori Classe 1E, Carducci-Giovanni XXIII

Classe 1B “Cotugno”

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l giorno sabato 18 aprile 2015, noi alunni della 1^ B accompagnati dalla guida Simonetta Berardi e dai professori Luisa Bini e Giuseppe Pellegrini abbiamo avuto modo di conoscere gli aspetti medievali del nostro paese: Ruvo di Puglia. Per iniziare abbiamo percorso la via Traiana, proveniente da Canosa e conducente al paese. Essa rivestiva il ruolo di stazione e collegava Bari con Conversano. In seguito abbiamo visitato il palazzo Melodia. La guida ci ha spiegato che vi erano quattro porte a circondare la città: PORTA BUCCETTOLO, PORTA DEL CASTELLO, PORTA NOÈ e PORTA NUOVA. Ruvo ha subito molte conquiste e molti saccheggi dai barbari che però hanno trasmesso la loro cultura e le loro usanze. Entrati nel castello abbiamo notato tutti i suoi particolari: bifore, monofore, porta oggetti, una canna fumaria, un balcone, dei gattoni e delle finestre murate. Dopo aver visto il centro abitato, ci siamo diretti verso le chiese per conoscere la parte medievale religiosa. Per prima abbiamo visto la chiesa dell' Annunziata e dopo ci siamo recati presso la Cattedrale. Questa è uno dei più importanti esempi di stile romanico-gotico e romanico-pugliese. Essa è il cuore del centro storico. Dapprima abbiamo analizzato l'interno: la chiesa è divisa in tre navate separate da due file di colonne in stile dorico con capitelli decorati da scene zoomorfe, antropomorfe ecc... In fondo alla navata centrale c'è un altare decorato con immagini sacre. Infine abbiamo notato i dettagli della facciata esterna. In cima c'è Gesù risorto con la bandiera italiana. In basso ci sono altorilievi di santi e di Roberto di Bassavilla. Poi si può notare il rosone che presenta dodici petali, cioè i dodici, apostoli e scendendo si vede un'arcata che circonda la porta centrale decorata da simboli religiosi. Accanto al portale si notano due leoni sorretti da due uomini inginocchiati (telamoni) che chiedono perdono a Dio per i peccati commessi. È stata una giornata bellissima accompagnata dal bel tempo. Anche se alcuni di noi alla scuola primaria avevano già fatto questa esperienza, è stato comunque bello ripeterla perché abbiamo potuto approfondire le nostre conoscenze stando insieme e divertendoci.

Classe 2D, Cotugno

Classe 1D, Carducci-Giovanni XXIII


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Esperienze scolastiche

Sabatini e la grammatica valenziale Classe 1F, Cotugno

Alberi protagonisti della nostra accoglienza Classe 1C, Cotugno

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l 23 gennaio, dopo tanta attesa, è arrivato il grande giorno: la RAI è venuta nella nostra classe, la 1°F del plesso Cotugno. Con la nostra prof. ssa di Lettere, Carmen Tarantino, avevamo già da ottobre imparato a guardare la grammatica in modo diverso. Ci siamo appassionati allo studio della grammatica valenziale, diffusa in tutta Italia dal prof. Sabatini, linguista di fama internazionale e Presidente onorario della Crusca. É un modello grammaticale innovativo tanto cha la nostra classe è stata segnalata dall’ INDIRE come esempio di “buona pratica” didattica. La troupe della RAI, che ha vissuto con noi un’intera giornata scolastica, era molto incuriosita e noi anche.

Vedere le telecamere in azione, essere noi i protagonisti delle inquadrature e scoprirci molto sereni e a nostro agio è stato un bel divertimento. Quando la nostra prof. ci comunicò l’evento, pensavamo di imparare le parti. Invece no… la nostra insegnante ci ha detto che avremmo dovuto improvvisare, proprio come facciamo in una normale lezione di grammatica. E così è stato… e non sono mancati episodi comici! Prima di andare via, il regista e gli operatori (romani) hanno fatto una vera e propria intervista alla nostra professoressa sull’insegnamento moderno della grammatica. Noi tutti ascoltavamo in silenzio. L’incontro con la grammatica valenziale è

stato per noi una vera scoperta. Ci fa ragionare moltissimo e tante cose che avevamo imparato a memoria già alle elementari adesso non solo le capiamo davvero, ma riusciamo a non dimenticarle più. Durante le lezioni la nostra insegnante ci faceva continui riferimenti al prof. Sabatini e la sorpresa più grande è stata vedere il professore dal vivo, nell’auditorium del plesso Cotugno. Il 9 aprile, infatti, il prof. Sabatini ha incontrato professori venuti da fuori, presidi di altre scuole, alunni, tanti genitori e amanti della materia, per discutere sui nuovi modelli grammaticali. L’evento è stato un successo, infatti l’auditorium era stracolmo di gente.■

Una gara avvincente Classe 2B, Carducci Giovanni XXIII

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ome ogni anno, la nostra scuola ha partecipato al progetto “Confabulare Libri fuori dagli scaffali”, una manifestazione nata per promuovere e diffondere la lettura tra i ragazzi grazie all’iniziativa della nota libre-

ria cittadina “L’Agorà” in collaborazione della Scuola e dell’Amministrazione comunale. Il concorso si è tenuto nella magnifica cornice delle sale della Pinacoteca Comunale presso il Convento dei Domenicani. Quest’anno le classi seconde e terze hanno gareggiato leggendo un libro scritto da Massimo Birattari, intitolato “Leggere è un’avventura”. Questo libro narra la storia di otto ragazzi che partecipano ad un reality show, “L’Isola dei personaggi famosi”, in cui ognuno di loro si ritrova a vivere come i personaggi di celebri romanzi. Ma un misterioso capitano li invita a bordo di un sottomarino con il quale li farà arri-

vare nel fantastico mondo dell’Ultrarealtà. Qui, attraverso le storie dei protagonisti dei libri, i ragazzi comprendono che oltre la vita quotidiana e il reality stesso, c’è un mondo tutto da scoprire dove le esperienze, i sentimenti, le emozioni e le azioni hanno un’intensità che ogni lettore percepisce in modo differente, lasciandosi trasportare dalla sua fantasia. Questa storia è molto avvincente, piena di colpi di scena, ma soprattutto ci fa capire che i libri possono farci sognare e ritrovare noi stessi nei racconti degli scrittori. La nostra classe, 2B del plesso Carducci Giovanni XXIII, ha vinto la gara, aggiudicandosi, come premio, alcuni libri per ragazzi. Noi siamo stati molto contenti per questa vittoria. Abbiamo voluto partecipare a questa gara perché abbiamo capito che dedicare qualche ora del programma scolastico alla lettura è molto importante ed attraverso questo divertente gioco, noi che spesso non amiamo molto leggere, ci siamo avvicinati con gioia alla lettura e abbiamo compreso quante storie fantastiche, quante esperienze e quanti personaggi interessanti possiamo incontrare in un libro.

Classe 1E, Cotugno


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Esperienze scolastiche Moda & musica

Classe 2D, Carducci-Giovanni XXIII

Classe 3G, Cotugno

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a moda può essere considerata un modo di vivere degli adolescenti, soprattutto quelli di oggi che la amano più che mai, infatti la seguono costantemente. Esistono vari tipi di moda: della scrittura, della tecnologia, della musica, ma la più ricercata è quella dei vestiti. Ogni anno capi di vestiario nuovi, diversi e particolari non li troviamo solo nei negozi migliori, infatti grazie alla tecnologia li possiamo acquistare on line evitando così lunghe code davanti ai negozi. Per non parlare della moda nella tecnologia! Vengono continuamente prodotti cellulari nuovi, simili ai precedenti solo che hanno piccole modifiche che fanno impazzire noi adolescenti, per esempio una migliore telecamera, un maggior numero di app, tanto da costringerci ad abbandonare il vecchio cellulare e cercare in ogni modo di averne uno nuovo. La moda che preferisco di più è quella riguardante la musica. Quando escono canzoni nuove di diversi cantanti tra radio, tv e computer, nel giro di una settimana la conoscono tutti a memoria tanto da diventare un vero e proprio tormentone, viene usata magari come suoneria di un cellulare o come base per creare balli di gruppo che coinvolgono persone di ogni età soprattutto anziani cosi da falli divertire molto. Nella musica vanno di moda i cantanti e le band. Ci sono persone che hanno un genere preferito e persone che ascoltano tutta la musica. É bello avere tra amici il cantante preferito in comune! È divertente riunirsi tutti insieme e cantare perché innamorati della stessa canzone. Spesso ci si conosce proprio per esseri andati ad un concerto dello stesso cantante e capita anche di innamorarsi e ricordarsi di quel momento ogni volta che si riascolta “quella canzone”. Ci sono canzoni che parlano al cuore e fanno riflettere. La musica è il modo più bello per esprimere emozioni, sensazioni ed è il modo più originale per dire ti voglio bene, per confessare i propri sentimenti ad una persona, è il modo più facile e divertente per sfogarsi. La musica è tutto, bisogna solo ascoltarla.■

Sul sito della scuola www.cotugnocarduccigiovanni23.gov.it sarà pubblicato il video della manifestazione

Io ci sto!

Classe 1B , Carducci-Giovanni XXIII

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a follia dell’uomo avrà un limite? Ultimamente una pagina facebook di nome “che schifo i cani” sta spopolando sul web con contenuti violenti contro i migliori amici dell’uomo. Che cosa sono i cani? “Bestie inviate da Satana sulla nostra terra per farci vivere nel terrore”. Vengono, inoltre, postate immagini perverse, orribili: cani senza zampe, cani su rotelle, cani sparati e nelle tombe per incoraggiare la gente all’abbandono, all’abbattimento o al maltrattamento di queste creature. Come se non bastasse, la pagina è ricca di imprecazioni e insulti contro le persone che difendono i diritti degli animali. Mettere un “mi piace” sarebbe da idioti. Il cane è stato da sempre il miglior amico dell’uomo; è sempre pronto a farci festa ogni volta che ci vede, a tenerci compagnia e a tirarci su il morale anche quando tutto sembra che vada male in cambio di un po’ di cibo e qualche coccola. Pensiamo, anche, ai cani che guidano le persone cieche o quelli che, come abili bagnini, salvano ogni giorno la vita di persone in mare o ancora i cani Classe 2C, Carducci-Giovanni XXIII poliziotto che garantiscono la nostra sicurezza. Tutte le violenze sono da condannare soprattutto quelle contro deboli e indifesi. Un buon investimento per il futuro di tutti? Educhiamoci al rispetto verso tutte le creature viventi: umane e non.


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Educazione alla legalità

Classe 2H, Cotugno

“L

a reazione delle persone oneste, specie di chi ha patito efferatezze come la perdita di un figlio da parte delle mafie, è essenziale e può permettere la rinascita dell’aria martoriata.” Era la sera del 12 luglio del 2001, quando il giovane sedicenne Michele Fazio stava tornando a casa dalla sua famiglia, dopo aver svolto il suo lavoro di barista. Ad aspettarlo c’erano i suoi genitori e sua sorella. Ed eccolo li, di fronte al portone di casa, nel centro storico di Bari com’era sua abitudine fare, telefonò a sua sorella per dirle di aprire il portone. Quando si trovò nel bel mezzo di una sparatoria tra i clan rivali Capriati e Strisciuglio. A quel punto cadde la linea, non si sentì più la voce del ragazzo, ma solo spari, uno dopo l’altro, e lì, steso a terra in una pozza di sangue, giaceva il corpo ormai senza vita di Michele. Un trauma forte per la sorella che vedendo quella scena dalla finestra, chiamò i suoi genitori Pinuccio e Lella Fazio, che con rabbia e dolore gridavano e piangevano per il figlio. Da quel dolore e da quella rabbia è nata una battaglia condotta dignitosamente dei genitori di Michele: un’ associazione e un impegno costante con incontri, dibattiti nelle scuole di mezza Italia sul tema della legalità. Nel suo incontro a scuola il signor Giuseppe ha approfittato per sensibilizzare i ragazzi delle classi seconde sui temi della legalità e della giustizia spiegando che entrambi sono termini molto importanti, il cui significato va compreso sin dalla più tenera età. La legalità è sinonimo di correttezza e rispetto della legge, giustizia vuol dire essere corretti con tutti, prendersi le proprie responsabilità e ammettere gli errori. Ci ha anche spiegato che cosa si intende per omertà, sottolineando che il lavoro investigativo sull’omicidio del proprio figlio purtroppo ha dovuto scontrarsi “con un muro di omertà” nei vicoli di Bari vecchia. Una morte che ancora oggi è una spina nel fianco della città.■

Un ragazzo come noi Classe 2F, Cotugno

Classe 1G , Cotugno

I

l bullismo è una forma di violenza molto diffusa che può essere verbale o fisica e si può verificare tramite i social network. Le vittime sono considerate più deboli rispetto a coloro che le offendono. Molte si ammalano di depressione perché non parlano con nessuno del loro problema per paura di essere definite deboli. Il bullismo verbale, purtroppo, non viene notato dai genitori o dagli insegnanti; mentre il bullismo fisico viene percepito più facilmente. Il cyber bullismo è il più difficile da indicare perché molto spesso non si conosce l’identità dei bulli, nascosti dietro lo schermo dei dispositivi. Negli ultimi anni ci sono stati episodi di suicidio perché le vittime non sopportavano più queste

situazioni. Ci poniamo allora una domanda: cosa sarebbe successo se qualcuno fosse intervenuto tali situazioni? Sicuramente queste persone,

cheremo di dare delle risposte. I bulli si comportano in questo modo perché a volte hanno avuto problemi famigliari e questo è l’unico modo

aiutate, sarebbero uscite da l loro stato e parlare con gli adulti sarebbe stata la soluzione. Spesso i bulli non capiscono di essere loro i deboli, ma approfittano degli altri per dichiarare la loro forza. Chi sono i bulli? Perché si comportano così? Belle domande alle quali cer-

per sentirsi più importanti e sfogarsi con i più deboli. Il consiglio da dare, soprattutto riguardo al cyberbullismo, è quello di usare con molta cautela gli strumenti tecnologici e, nel caso si verificassero comportamenti sbagliati, bisogna denunciare ai genitori o ad altri adulti.■

Classe 3C Carducci Giovanni XXIII

lcuni genitori hanno voluto offrire la propria disponibiliA tà per rendere più vivibile le aule delle classi, tinteggiandole e sistemando un po di cose. Grazie, allora, da

parte del Preside Bonasia, dei Docenti, delle Famiglie e di tutta la Comunità scolastica, ai Signori Di Bitonto e Campanale della classe 3C, ai Signori Tumolo, Iurilli e Colaprice della 1C, Testini, Rubini, Brindicci e D'Ingeo della 1G del Plesso "Cotugno".■


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Esperienze scolastiche

A cura di Luigi Sparapano, Redazione

A coronamento delle attività di accoglienza, avviate nel primissimo periodo scolastico con laboratori itineranti e/o di classe, la scuola ha condiviso un appuntamento inaugu-

rale ufficiale dell’a.s. 2014/14, il giorno sabato 4 ottobre, festa di san Francesco patrono e dell’Italia e testimone di pace e convivialità. Nei due plessi gli alunni si sono radunati negli orari stabiliti e, alternati ad interventi musicali, si sono succeduti i saluti del DS Bonasia, del Sindaco Ottombrini, dei parroci di S.Domenico don Vincenzo Speranza e della S. Famiglia don Grazio Barile. Ha presenziato il Comandante dei Carabinieri e tutti insieme hanno cantato l’Inno di Mameli.

Una caratteristica peculiare della scuola secondaria di I grado è l'impegno a favorire l'orientamento degli alunni verso la costruzione del proprio progetto di vita. A questo ambizioso obiettivo sono dirette diverse esperienze, avviate dall’incontro con la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista de ‘Il Corriere della sera’, autrice del libro "Gli altri e io" (ed. Fabbri), con la partecipazione del Pedagogista clinico, dott.ssa Rosanna Mastrorilli, e dell’attore Gianluca delle Fontane. A questo momento sono seguite le consuete attività di orientamento in ciascuna classe e l’incontro con le scuole superiori. In questa fase finale dell’anno si sono svolte attività di orientamento anche nell’ambito del progetto “Diritti a scuola”.

Attivo anche lo sportello della biblioteca scolastica, in orari stabiliti al mattino e pomeriggio, dove i ragazzi, autonomamente o con le classi, hanno potuto accedere al prestito dei libri o partecipare ad attività di animazione e proiezione di film, in occasione del Natale e delle Giornate della memoria e della storia. Proprio negli ultimi giorni, il 21 maggio, i ragazzi di 2F e 1F hanno partecipato al progetto “Cartoline dall’Italia” giocando a Trip, per conoscere il Belpaese attraverso le immagini in cartolina.

Da alcuni anni si propongono attività di educazione alla salute in collaborazione con la ASL: l’incontro con il Nutrizionista dott. Samele e con la Dott.ssa Barile sul tabagismo; quello con il Dott. Leone e dott.ssa Marcone del Sert, sulla dipendenza da internet e tecnologie. Argomenti che richiedono molta più partecipazione e coinvolgimento per la loro delicata attualità. Interessanti le lezioni dell’Infermiere Marinelli che ha presentato alcune nozioni fondamentali di Primo soccorso.

Lo spettacolo teatrale sul Diario di Anne Frank, a cura della Compagnia dell’Accademia Magna Graecia di Paestum, la Mostra documentaria “Il fascismo e la shoah”, la riproposizione della videotestimonianza di Elisa Springer, un intervento storico del Prof. M. Lotito e i brani proposti dall’Ensamble di

voci bianche dirette dal Prof. N. Bucci, sono stati gli appuntamenti per… non dimenticare la Shoah.

Diverse classi hanno partecipato al Rally Matematico Transalpino, coordinato dalla Prof.ssa A. Mazzone, attività di cooperative learning per sperimentarsi sulla soluzione di alcuni problemi di logica. L’entusiasmo dei ragazzi per le gare è sempre uno stimolo positivo nei processi di apprendimento.

Sono state 45 le sperimentazioni scientifiche presentate dai nostri alunni partecipanti al concorso per l’assegnazione della borsa di studio Catalano-Moramarco. Il premio, voluto dalla professoressa Laura Catalano e dal preside Giacomo Moramarco, conserva la sua valenza educativa che stimola il desiderio di sperimentazione e di approccio creativo alle scienze e alle tecnologie. Di seguito i vincitori, selezionati dai docenti di Scienze. Categoria Classi prime: “Vapore” di Michele Bernardi (1F Cotugno). Categoria Classi seconde: “Tornado in bottiglia” di Luciana Minafra e Mariagrazia Catalano (2G Cotugno) Categoria Classi terze: “Elettricità dal calore della terra” di Nicola Anselmi (3G Cotugno).

Nell’ambito della manifestazione del 3 giugno 2015 è stato consegnato il premio messo a disposizione grazie dalla borsa di studio, intitolata al compianto preside Prof. Vincenzo Visicchio. Il premio, coordinato dal prof. Pasquale Acri, viene conferito sulla base dei risultati conseguiti nell’anno scolastico 2013/14. Il vincitore è: Cantatore Flavio 2B Carducci-Giovanni XXIII. A tutti gli altri selezionati è stato consegnato un attestato di merito: Montaruli Rosanna, 2B Cotugno; Giangregorio Marcello Pio 2G Cotugno, Diasparra Sergio, 2C Cotugno. Del Vecchio Angela 3C Carducci-Giovanni XXIII, Albrizio Annamaria 3G Cotugno, Giuliani Maria 2A Cotugno, Di Modugno Elena 2H Cotugno, Armenise Nicodemo 3B Cotugno, Boccaccio Annalisa 2D Cotugno, Catalano Rosita 3F Cotugno, Catalano Margherita 2C Carducci-Giovanni XXIII, Aruanno Ilaria 3A Carducci-Giovanni XXIII, Accogli Valentina 2D Carducci-Giovanni XXIII, Catalano Alessia 3E Cotugno, Di Bitonto Patric 3C Cotugno, Gargano Francesco 3B Carducci-Giovanni XXIII, Cassano Nicola 2E Cotugno, Rutigliani Francesca 3D Cotugno, Sparapano Carlo 2A CarducciGiovanni XXIII, Cucumazzo Annalaura 3A Cotugno, Pellegrini Benedetta Pia 2F Cotugno, Rubini Assunta 3D CarducciGiovanni XXIII. Al prossimo anno!


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Per concludere... Rachele Mastrorilli, Presidente Consiglio d’Istituto

Classe 3F, Cotugno

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a vita che scorre con i suoi alti e bassi tra momenti di malinconia e di euforia per molti versi assomiglia al testo di Nicolò Fabi “Una buona idea”. Ascoltandola si comprende che la vita è una musica che svanisce con rapidità. Se si chiudono gli occhi si ha l’impressione di intraprendere un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio e i suoni si fondono con le parole. Il testo è improntato su antitesi. L’autore si mette nei panni di colui che sente la mancanza, di colui che ha un desiderio. Essenzialmente si possono individuare la nostalgia del passato, “delle storie, degli anziani, dei cordoni ombelicali, di lavagne di vinile”, e quella di qualcuno che lo spinge a raggiungere una meta: “Sono orfano di uno slancio che ci porti verso l’alto, di una cometa da seguire, di un maestro da ascoltare”; “la mancanza di una politica giusta, di una legge che assomiglia all’uguaglianza, di una democrazia simile ad un paravento, di onore, dignità e di una terra soltanto calpestata”. L’autore ci parla di perdite di valori, strade sbagliate, guide inesistenti, una terra che appare cambiata. Una canzone che risuona come una poesia. Due identità diverse, orfano e padre che si completano a vicenda. È chiaro che quello che non si ha, quello che è andato perso deve essere ricostruito, deve essere creato. E se abbiamo la nostalgia della nostra origine, ecco che nasce una buona idea: essere genitori delle nostre perdite per avere un mondo migliore, fuggendo da una realtà che devasta poiché ciò che si desidera può diventare reale.■

■ La redazione de L’Eco della Scuola Alunni: Plesso “Cotugno” Catalano Rosita, Chieco Angelo, Cucumazzo Barbara, De Lucia Francesco, Esposito Antonio, Gramegna Lauranna, Minafra Luciana, Pellegrini Enrica, Pellegrini Rosalba, Pellegrini teresa, Rubini Valentina, Scarimbolo Flavia, Scarongella Vanessa, Sibilani Elena, Tambone Francesca, Rubini Dayana, Gattulli Giulia, Turturro Chiara, Pierro Luca, Amenduni Lucia, Fiore Annapia Plesso “Carducci-Giovanni XXIII” Di Terlizzi Vincenzo, Summo Enza, Haissouf Sanaa, Altamura Sara, Cantatore Ornella, De Palo Giulia, D'Ingeo Vincenzo, D'Ingeo Francesco, Speranza Leonardo, Scarongella Angelo, Di Modugno Luca, La Fortezza Martina, Di Modugno Martina Docenti: Gianna D’Aprile, Luigi Sparapano (coordinamento e impaginazione) Il giornale è stato interamente progettato e realizzato dalla redazione. Le fotografie sono state inserite a scopo documentativo e didattico. È vietato ogni altro uso. Chiuso il 25 maggio 2015. Stampa: La Nuova Mezzina-Molfetta Tiratura: 1000 copie


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