Speciale E-Polis del 19 luglio

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i oni Il Napoli

119 Luglio o 2008

nunziata risale al 1511. la chiesa madre, a croce latina con tre navate, ha un rivestimento stile barocco. In questa chiesa è venerata la Sacra Spina, considerata una delle reliquie più importanti della cristianità, che viene esposta ai fedeli i venerd di marzo e il venerd santo, con una grande processione che coinvolge tutti i fedeli. Secondo la tradizione, esposta al bacio dei fedeli, la Spina si tinge di rosso sangue. La reliquia è lunga 7 centimetri e mezzo ed è custodita in una teca cilindrica in cristallo e argento. Vicino alla chiesa c’è la sede della confraternita religiosa che venne costituita nel 1621. In un primo momento la congregazione aveva carattere assistenziale. Dal 1800 l’ordine punta soprattutto all’attività spirituale.. Il Convento dei Padri Cappuccini di “Sant’Antonio” fu eretto tra il 158 e il 1588. L’edificio è di forma quadrangolare, con la tipica cisterna nel centro del chiostro. suddiviso in due piani. Al piano terra si trovano dieci vani, mentre in quello superiore ci sono trenta celle - dove vengono ospitati ogni anno allievi che si preparano al sacerdozio -, una biblioteca e la stanza di comunità. Entrando in chiesa si è attratti dall’elegante altare maggiore di marmo, l’unico esistente fin da quando fu costruita la chiesa. Nella stesso luogo sono custoditi i resti gloriosi di Santa Feliciana. SOVVIECO uesta è la frazione più antica. La chiesa parrocchiale è dedicata a Sant’Elia e dovrebbe risalire al 1300.

SA T A TO IO

S.

A Giffoni questo Santo fa parte non solo della storia e della vita della confraternita cappuccina, che ne conserva il culto, ma è anche un’importante riferimento spirituale del paese. La festività di Sant’Antonio cade il tredici giugno ed è celebrata solennemente con manifestazioni che coinvolgono tutta la comunità. Per rivolgersi al Santo il devoto recita la tredicina, una preghiera composta da tredici invocazioni.

Intorno alla frazione si distinguono diversi nuclei: quello di Pozzarolo (che prende il nome da un antico pozzo e si trova poco lontano dal paese, dove c’è con una chiesa dedicata a San Giuda Taddeo) e Chiaravallisi (che secondo la tradizione, era un convento dei seguaci di ernardo da Chiaravalle). La chiesa è dedicata a San Giovanni attista e, anche se non si hanno documenti, si può affermare che essa esiste da prima del 1390, anno in cui si hanno le prime notizie certe.

VASSI

IOVA

I

C RTI

una frazione povera di strutture, ma è certamente quella dove sono ancorate maggiormente le tradizioni del luogo. a notevoli ricchezze come, ad esempio, le case arricchite con pregevoli portali, volte, colonne e porticati. La sede municipale confina tra Vassi e Mercato. Della chiesa di San Lorenzo si ha notizia già dal 1309. OR ITO La prima notizia storica di questa frazione la troviamo in un documento del 1267, insieme a quella della chiesa, dedicata a San Nicola di ari.

Esiste ancora una differenza tra Curti e Curticelle. Della chiesa dedicata a San Pietro si ha notizia solo dal 1309, ma la località è molto più antica. La chiesa di Santa Maria di Carbonara, invece, sorge lontano dall’abitato di Curti ed è uno dei conventi Serviti (dei Servi di Maria).

La costruzione del convento è da ipotizzare verso l’anno mille e si suppone che nasca in seguito a una leggenda di un quadro trovato da un carbonaio. Il dipinto fu portato a Curti e il popolo decise di innalzare un tempio in onore della Madonna. La Vergine appare con veste rossa e mantello blu, costume riconducibile all’ambiente locale. Al lato della chiesa ci sono il cimitero e il convento. uest’ultimo è costituito da un solo piano e ha volta romanica. TERRAVECC IA

la frazione più piccola di Giffoni ed è adagiata sul cucuzzolo di una collina immersa in un uliveto secolare. Le prime notizie delle due chiese presenti, quelle di San Leone e Sant’Egidio, si hanno intorno al 1309. Nella piazzetta principale in posizione panoramica, si trova la chiesa medioevale di San Leone, caratterizzata dalla semplicità delle linee, sia nella pianta che nei prospetti. Il borgo che si estende alle spalle della struttura risale all’anno mille. Il castello che sovrasta il borgo sottostante fu, invece, costruito nel 1 6 a.C. come presidio romano. Dopo la sua caduta, Terravecchia fu dimenticata. Nel 12 0 Federico II ordinò la ristrutturazione di vari castelli, tra cui anche quello di Terravecchia. Il borgo era collegato al castello da una mulattiera. Le semplici

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case contadine rispecchiano ancora oggi le esigenze di un’economia fatta di agricoltura e piccolo allevamento. Oggi dopo un periodo di totale abbandono il borgo di Terravecchia è ritornato ad essere un suggestivo borgo medioevale. C IEVE Una volta aveva un suo ruolo come meta dei signorotti del luogo. La chiesa di San Giorgio è, forse, la seconda di Giffoni, preceduta solo da quella di Santa Maria. L’edificio venne costruito dai Longobardi in onore di San Giorgio, che viene rappresentato su un cavallo. Una strofa in suo onore recita: San Giorgio scendi da cavallo e vieni in mezzo al popolo di Chieve .


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