GG Magazine 04/23 (italian)

VOLERE È POTERE!

Dinamiche, eleganti, lungimiranti: una nuova generazione di donne lanciate ai vertici, pronte a trasformare aziende e industrie storiche

MARCHESI ANTINORI

A seicento anni dalla fondazione, la celebre azienda vinicola è guidata per la prima volta da un’amministratrice delegata

PORTFOLIO

Carriere straordinarie: l’astronauta donna, la chef stellata, l’architetta geniale

REESE WITHERSPOON

Hello Sunshine! Da attrice a super produttrice di film con protagoniste dall’indole complessa e sfaccettata

SISTEMA DI SEDUTE DYLAN | DESIGN RODOLFO DORDONI

DIVANO RAPHAEL | DESIGN GAMFRATESI

Gmbh 80333 München 0049 (0) 89 /

203 03 285

Innenleben Stoffhaus und Einrichtungen 60316 Frankfurt 0049 (0) 69

438687

Merz & Benzing GmbH

70173 Stuttgart 0049 (0) 711

239840

Stoffhaus Einrichtungs GmbH

82049 Pullach 0049 (0) 89

51399770

GREECE Eurotextile

10673 Athens 0030 210927

3288

HOLLAND

WVA Agenturen

1018 Bh Amsterdam 0031 20

6405060

HONG KONG

Avant Garde

Designs

Hong Kong 00 852 2 5527533

INDIA

Floor & Furnishings (1) PVT. LTD.

Haryana 0091 124 4632300

INDONESIA

Interni 12130 Jakarta 00 62217232650

ITALY Designers Guild 00 39 0 35 210 924

JAPAN Mesatex - Fabric Tokyo 106-0047 0081

362772411

Tecido Ltd - Wallpaper Tokyo 171-0031 0081

339816127

KAZAKHSTAN Manders

6008 Astana 00 77 1804 6917

KOREA Sedec Gangnam-gu Seoul 00822 549

6701

Dav - Wallpaper Gangnam-gu Seoul 00822 512 8590

MALAYSIA Janine 50450 Kuala Lumpur 00603

4260 2743

MEXICO Artell

Delgn. Alvaro Obregon. C.P 01460 00 5255 54824500

NEW

NORWAY

SOUTH

00 27 11 266 3700

SPAIN

Designers Guild 0034 914 197 647

SWEDEN Designers Guild Sweden 11334 Stockholm 0046 8 32 20 20

SWITZERLAND Al Lago Interiors ag 8803 Rueschlikon 0041 43 5371003

TAIWAN Andari Group Taipei 10557 008862 87518807

THAILAND Charoen 10110 Bangkok 00 66 2381 8388

TURKEY Homteks 34365 Istanbul 0090 212 2304422

UNITED KINGDOM Designers Guild Ltd London SW3 5EN 0044 (0)20 7893 7400

UNITED ARAB EMIRATES

Maison D’Art 58111 Dubai 00 971 4380 9960

USA Designers Guild Inc

usa-sales@designersguild.com

VIETNAM

Quamar District 5 Ho Chi Minh City 00 84 12 6284 2338

Fin dalla fondazione di Engel & Völkers, avevo la visione di un’azienda capace di affermarsi sul mercato con una forte identità di marchio. La prima agenzia nella mia città natale Amburgo è stata il punto di partenza. Rafforzati dal nostro sistema di agenzie e affiliazioni, abbiamo fatto passi da gigante: oggi, Engel & Völkers è presente in oltre mille location. Fin dal 2013, apriamo agenzie e Market Center in aree metropolitane ben selezionate, con l’obiettivo di accelerare la nostra crescita e il nostro successo nelle regioni di maggiore interesse commerciale. Il primo Market Center a Barcellona ha posto le fondamenta. Ora sono felice di constatare che quest’anno Engel & Völkers vedrà una forte espansione anche in un altro dei miei paesi prediletti, l’Italia. Già fin dal 2015, Engel & Völkers gestisce un Market Center a Roma, nel frattempo ne è stato aperto un secondo in un’altra zona della Capitale, dove riscontriamo da alcuni anni una continua crescita di acquirenti internazionali. Soprattutto la clientela statunitense sta rinforzando i propri investimenti nella Città Eterna. A maggio di quest’anno, la nostra presenza sul mercato italiano si è arricchita di un nuovo Market Center a Bologna, ubicato a Palazzo De’ Toschi in Piazza Minghetti, una piazza che ospita numerosi mercati, situata nel centro storico della città universitaria. Personalmente amo lo stile di vita italiano, la cultura e l’offerta variegata del paese: le numerose città d’arte, la bellezza della Toscana e della Costa Smeralda, i laghi dell’Italia settentrionale. Quest’ultimi esercitano un particolare fascino, attraendo clienti da tutto il mondo: il 65 % circa degli acquirenti di immobili viene dall’estero, in genere alla ricerca di una casa vacanze. Si conferma un trend, rilevato anche in altre regioni turistiche: più si è vicini all’acqua, meglio è! Uno dei motivi per cui mi piace visitare l’Italia è il fatto che molti dei miei amici vivono lì. Nello scorso autunno, io e la mia famiglia abbiamo trascorso alcuni giorni a Firenze, esplorando le bellezze della città sull’Arno in compagnia di un mio caro amico, un autentico fiorentino. Senza scordare la celebre cantina Antinori, stimolante non solo per la storia della famiglia ma anche per l’affascinante architettura, tutto raccontato nella storia di copertina di questa edizione di GG, dedicata ai traguardi da raggiungere. Per un amante dei vini come me, una realtà davvero entusiasmante. Vi auguro una piacevole lettura!

Christian Völkers

Passione …

... un termine inflazionato come pochi altri, a maggior ragione considerando quanto sia raro incontrare persone capaci di vivere davvero questo sentimento, facendone la forza propulsiva di vite e carriere eccezionali. Per questa edizione di GG abbiamo avuto la fortuna di potervi raccontare, nella nostra storia di copertina, un incontro fuori dal comune. Durante un viaggio in Toscana, ho conosciuto la nuova presidente di Marchesi Antinori, azienda vinicola famosa in tutto il mondo. In seicento anni di storia, Albiera Antinori (madre di due figli) è la prima donna a dirigere l’azienda di famiglia insieme alle due sorelle. Ma come nel caso di tante altre donne in posizioni di comando, incontrate fino ad oggi, anche lei non si mette mai in primo piano, rinnovando piuttosto la grande passione investita nella produzione e nell’azienda. Alla domanda di come si possa perpetuare l’entusiasmo di 26 generazioni di una famiglia per il vino, Albiera Antinori risponde sorridendo: «È un prodotto talmente favoloso da farti innamorare per forza!» (L’intera intervista da pagina 30) La passione è protagonista di tutte le pagine di questa edizione. Incontrerete Reese Witherspoon – che ha creato con la sua casa di produzione Hello Sunshine una piattaforma di straordinario successo per attrici ultraquarantenni – e altre leader femminili, tutte con imponenti carriere alle spalle. Se, poi, anche voi condividete la mia passione per i viaggi avventurosi, e avete sempre sognato di conoscere la Patagonia, allora non mi resta che consigliarvi una crociera: partenza da Ushuaia in Argentina, passaggio da Capo Horn, arrivo a Punta Arenas in Cile! Il mio racconto comincia a pagina 58.

Fotografia a destra: durante il mio viaggio attraverso la Patagonia siamo riusciti a fare una piccola deviazione verso Capo Horn, dove il vento ha attraversato il ponte della nostra nave, la Ventus Australis, a una velocità di 150 km/h.

Vi auguro una piacevole lettura!

Michaela Cordes

FOTOGRAFIA: CHRISTIAN SCHOPPE (1)

Mattia Zoppellaro

L’anno scorso, in autunno, Mattia Zoppellaro è andato in Toscana. La sua meta, una delle aziende vinicole più importanti d’Italia: la storica cantina Marchesi Antinori. Qui, ha fotografato per la nostra storia di copertina le sorelle Albiera, Allegra e Alessia Antinori. Il trio è alla guida dell’impresa di famiglia, da 26 generazioni il primo vertice femminile. Zoppellaro vive tra Londra e Milano, molti dei suoi soggetti riguardano la scena musicale, il suo libro Dirty Dancing racconta la cultura rave degli anni ’90.

Silke Bender

I suoi temi sono arte, architettura, design, viaggi e cibo, la sua scrivania l’attende a Parigi. Nel 2011, Silke Bender ha lasciato Berlino per andare a vivere sulla Senna, da dove lavora come corrispondente freelance, da cinque anni anche per GG. Suo il portfolio scritto per questa edizione (da pagina 38).

Alexander Broadfoot

Alexander Broadfoot dirige le vendite di Engel & Völkers Londra e lavora come consulente di Private Office. La punta di diamante del suo attuale portfolio è il favoloso appartamento londinese di una straordinaria coppia di creativi: il designer industriale Marc Newson – Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico – e sua moglie, la grande stilista Charlotte Stockdale (For Sale, pagina 68).

Habib Ferogh

Habib Ferogh, laureato in architettura, è attivo da oltre due decadi nel settore dei media. Dal 2019, è responsabile delle collaborazioni pubblicitarie della rivista GG, sia in Germania che all’estero. Due anni fa, ha trovato in piena natura la sua nuova passione, il disc golf. Con alcuni amici ha fondato un’associazione per praticare questo sport, ogni volta che trova un po’ di tempo libero.

MADE TO TOUCH. DESIGNED TO CONTROL. IL CONTROLLER AMBIENTALE INTELLIGENTE.

JUNG.DE/LS-TOUCH

PLAYGROUND

14 COOL CITY Un viaggio in una delle città più vivibili al mondo: la ‘mini-metropoli’ Zurigo è unica nel suo genere.

16 HOUSE Nuovi concept abitativi, accessori d’arredo e un’oasi benessere: idee innovative per le vostre case.

18 INTERVIEW Whisky per tutte e per tutti: Annabel Thomas, fondatrice del marchio Nc’nean, vuole rivoluzionare il settore.

20 NEWS FROM THE CEO Sven Odia, amministratore delegato di Engel & Völkers, sul trend del mercato immobiliare.

22 WOMAN Idee eccezionali nelle tonalità del mare.

24 MAN Colori autunnali per un’atmosfera accogliente.

26 BOOKS Tre libri dal tocco femminile: letture su donne fuori dal comune del passato e del presente.

162 PERSONAL La torre avveniristica di Zaha Hadid Architects: Tower C ridefinirà lo skyline della città cinese Shenzhen.

AT HOME

30 ANTINORI Dopo 600 anni, una delle più importanti aziende vinicole d’Italia ha per la prima volta una donna al vertice.

38 PORTFOLIO Una selezione di donne vincenti, capaci di farsi valere in settori storicamente riservati a soli maschi.

52 REESE WITHERSPOON In veste di produttrice, l’attrice ha cambiato Hollywood come nessun’altra donna prima di lei.

58 PATAGONIA Una crociera attraverso i fiordi incontaminati della Terra del Fuoco, dall’Argentina fino al Cile.

FOR SALE

68 NEW HOME Ambienti unici nel cuore di Londra: in vendita, un appartamento di design appartenuto a delle celebrità.

76 RESIDENTIAL & COMMERCIAL Ville, case signorili e spazi commerciali: gli immobili più belli.

160

Nomi, punti vendita e produttori.

161 STAFF Colophon.

L’ampliamento, progettato da David Chipperfield, trasforma il Kunsthaus Zürich nel più grande museo d’arte della Svizzera.

Grüezi, Zurigo!

Centro finanziario internazionale con una pittoresca città vecchia, circondata da laghi e monti: Zurigo celebra i contrasti. La ‘mini metropoli’ svizzera è una delle città più vivibili al mondo.

TESTO: Merle Wilkening ILLUSTRAZIONI: Asia Orlando

In giro per la città

1 NOSTALGICA La funicolare rossa, Polybahn, è uno dei simboli di Zurigo. Ogni anno trasporta fino a due milioni di passeggeri.

2 PARCO MFO

L’area dell’ex Maschinenfabrik Oerlikon, nel Nord di Zurigo, è stata trasformata in un lussureggiante parco. 3 OPERA D’ARTE Che bella la polizia municipale: affreschi di Augusto Giacometti ricoprono le volte dell’atrio della stazione di polizia City. 4 UN’ISTITUZIONE La Confiserie Sprüngli, ricca di tradizione, è uno dei pionieri tra i produttori svizzeri di cioccolato.

a anni, Zurigo è considerata una delle città più vivibili a livello globale. Nel ranking stilato nel 2023 dal settimanale britannico The Economist, la più grande città della Svizzera si piazza al sesto posto. Motivi ve ne sono tanti, alcuni si rivelano a prima vista: il lago di Zurigo scintillante sotto i raggi del sole, sullo fondo le maestose catene montuose delle Alpi. Chiamata Züri dai suoi quasi 450 mila abitanti, alcuni la definiscono affettuosamente la ‘piccola metropoli’. Intanto, il più grande centro bancario e finanziario della Svizzera è anche una delle città più care al mondo. Fu nell’epoca della Rivoluzione Industriale, che Zurigo ha vissuto la propria ascesa all’odierna metropoli economica.

Suddivisa in dodici distretti, la città cosmopolita è caratterizzata dall’università e dal business. Il distretto centrale comprende la città vecchia, estesa su entrambe le rive del fiume Limmat. Una passeggiata da non perdere, parte dal ponte Rudolf Brun – intitolato al primo sindaco della città –, continua attraverso l’Heiristeg e lo Schipfe, per condurci in direzione Sud verso il lago di Zurigo. Lo Schipfe è uno dei quartieri più antichi della città, nel Medioevo attracco delle navi adibite al trasporto di seta, oro e viveri. La prima sosta del nostro tour esplorativo: un aperitivo dall’atmosfera quasi veneziana alla Barchetta, il bar dello storico albergo Storchen, situato direttamente sulle rive della Limmat.

Oltrepassiamo, poi, il ponte del Municipio (Rathausbrücke) e la chiesa Fraumünster per raggiungere la piazza del Sechseläuten, dove si tiene ogni anno a settembre lo Zurigo Film Festival. Chi continua la passeggiata verso l’imponente Teatro dell’Opera sulle rive del lago, si trova di fronte a un gioiello architettonico: il padiglione Le Corbusier, ultima costruzione del celebre architetto francese, di origine svizzera.

Fuori dalla città vecchia – il cosiddetto Niederdorf con i suoi vicoli e le maestose case delle corporazioni –, l’eleganza e gli straordina-

ri dintorni della città si comprendono meglio dall’alto. Con la funicolare rossa, la Polybähnli, ci vogliono 100 secondi per salire da piazza Centrale alla Polyterrasse, dove vi aspetta una delle migliori vedute su Zurigo.

La creatività spetta al distretto 5, nell’Ovest della città. Nell’ex zona industriale si erge la torre Freitag, formata da container impilati che ospitano il flagship store del rinomato marchio zurighese Freitag, produttore di borse in materiale riciclato. Sotto le volte del viadotto ferroviario si trovano boutique, gallerie d’arte e negozi di specialità gastronomiche.

Un must per chi visita Zurigo: una cena nello storico ristorante Kronenhalle, uno dei locali più antichi e famosi della città. Mangiando il tipico spezzatino alla zurighese (Zürcher Geschnetzeltes) con patate rösti, vale la pena dare un’occhiata alle pareti: sopra la boiserie sono appese opere di Marc Chagall e Auguste Rodin. La Confiserie Sprüngli, altra istituzione zurighese, è amata per fare colazione con lo squisito cioccolato o i Luxemburgerli, la variante svizzera dei macaron. Da Lupo, un locale cult, si mangia cucina italiana, mentre il Gül offre specialità turche. Un Negroni al bar Dante è la perfetta chiusura serale per una visita a Zurigo. In alternativa, vi attende il roof top del ristorante Muna – situato all’interno dell’albergo La Réserve Eden au Lac in riva al lago di Zurigo – rinnovato di recente dall’architetto e designer francese Philippe Starck.

Museo Nazionale Svizzero

Osservatorio Urania

Confiserie Sprüngli

Fraumünster

Lago di Zurigo

Teatro dell'Opera

Università Municipio

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la produzione di collagene, facendo risplendere la pelle senza danneggiarla.

Abitazioni d’effetto

CATTURA SGUARDI Opera d’arte o sedile? Lo sgabello Fels del brand berlinese Out unisce entrambe le qualità. La forma viene gradualmente ricavata dal legno, come una scultura dalla pietra. Va bene anche come tavolino; disponibile in diversi colori.

Smart e seducenti: nuove ispirazioni per le vostre case.

MUTEVOLE Spesso, la vita ha due facce, come il cuscino Kamele dello Studio Somtum. Davanti sfoggia un disegno sgargiante di animali del deserto in rosa, il retro è un intreccio di serpenti bluastri. Il brand della designer Gabriele Duenwald spicca per le stampe vistose, il nome Somtum viene dal thailandese som tum, un’insalata di papaya.

PRECISIONE Il marchio italiano Rimadesio ottiene la sintesi perfetta tra architettura d’interni e arredi di design. L’assortimento comprende sistemi modulari, porte scorrevoli su misura in alluminio e vetro, nonché collezioni di credenze. In Italia, l’azienda espone le sue collezioni in undici showroom.

OLISTICO Tradizione artigianale coniugata con architettura d’interni ben strutturata: da oltre trent’anni, il marchio di interior design Bernd Gruber sostiene attraverso concept personalizzati i progetti edilizi della propria clientela, dalla prima idea alla realizzazione. L’approccio olistico nasce dall’unione di qualità, professionalità e passione.

OASI BENESSERE La variante lussuosa del solarium domestico: la LightSpa Pure Beauty di Dayon incrementa, grazie alla luce rossa senza UV,

Nc’nean impiega solo orzo scozzese da coltivazione biologica, l’energia proviene al 100 % da fonti rinnovabili. Le bottiglie dal decoro moderno sono in vetro riciclato.

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Whisky visionario

Con il marchio Nc’nean, Annabel Thomas vuole rivoluzionare il settore del whisky e rendere la bevanda più attraente - per tutti!

Prima di fondare Nc’nean, lei faceva la consulente aziendale. Come mai questo cambiamento?

È stata un’idea coltivata da tanto tempo in famiglia. Volevo lasciare il mio lavoro a Londra e così ho elaborato un business plan. Ci sono voluti due anni per raccogliere i fondi, e altri due per costruire la distilleria nella fattoria dei miei genitori, sulla costa occidentale della Scozia. Nel 2017 abbiamo iniziato la distillazione, nel 2020 è uscito il nostro primo whisky.

Siete un’impresa giovane. Cosa fate di diverso rispetto alle grandi aziende tradizionali?

Tutti dicono: «Facciamo le cose così come si sono sempre fatte». Capisco i motivi per cui si vuole salvare la tradizione, ma nessuna delle distillerie scozzesi visitate da me sembrava indirizzata verso la sostenibilità.

Il suo whisky è certificato come biologico, la produzione a impatto climatico zero e non genera rifiuti e scarti.

Per me questi aspetti sono sempre stati molto importanti. Volevamo sviluppare un approccio pionieristico alla produzione sostenibile, creando distillati dall’animo creativo e contemporaneo.

Spesso, il whisky è percepito come bevanda maschile. Nel settore non esistono molte donne in posizioni dirigenziali. Lei, cosa ne pensa?

L’industria non fa molto per cambiare questo stereotipo. Ma sono convinta che il whisky piaccia a molte più donne di quanto si pensi. Nonostante il mondo del whisky sia percepito come dominato dai maschi, nel settore vi sono molte donne. Il nostro team ha una composizione fifty-fifty. Voglio invogliare più persone ad assaggiare il whisky, a prescindere dal sesso.

Cosa la distingue dai suoi colleghi maschi?

Il fatto che da noi lavorino tante donne quanti uomini comporta una grande varietà di pensieri e prospettive, un’ottima base per pensare fuori dagli schemi. Un’azienda fondata da una donna, in un’industria dominata da maschi, fa sì che la gente si ricordi di noi.

Step onto your private terrace with plunging views from Monaco to Italy. Swim through infinite blue in the tranquil pool that merges seamlessly with the sky and discover gastronomic experiences that follow the rhythms of the land and sea

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The jewel of the French Riviera

Efficienza energetica: la nuova priorità

A lungo, il principale fattore per acquistare un immobile è stata la sua posizione. Anche un appartamento d’epoca, tanto affascinante quanto bisognoso di rimodernamento, manteneva alto il proprio valore finché si trovava in una posizione top. Oggi, la situazione è cambiata: per conservare il proprio valore di mercato, un immobile deve avere soprattutto un’ottima efficienza energetica.

Innanzi tutto va detto che la posizione di un immobile – sia al centro di una metropoli che in prima linea mare – avrà sempre un ruolo di prim’ordine. Tuttavia, la crescente importanza della sostenibilità sta condizionando anche il settore immobiliare. Il cambiamento del mercato immobiliare – provocato da inflazione, innalzamento dei tassi e incremento dei costi per l’energia – è in pieno corso, con un conseguenziale mutamento delle priorità d’acquisto da parte dei clienti.

È vero che i fattori sopraccitati non dipendono dalla nostra volontà, ma ciononostante i proprietari di immobili hanno tutta la libertà di migliorare l’efficienza energetica dei propri immobili, incrementandone così il valore. Oramai, i potenziali acquirenti controllano accuratamente le certificazioni energetiche, visto che il risanamento energetico non solo determina un risparmio a lungo termine ma contribuisce anche alla protezione dell’ambiente.

Il trend verso l’edilizia ecologica è alimentato non solo dalle nuove leggi in materia di efficienza energetica ma anche dal desiderio di combattere la crisi climatica e di incrementare la redditività a lungo termine dell’immobile. Un sondaggio d’opinione sul tema Trend immobiliari 2023, commissionato da Engel & Völkers Finance, ha rilevato che per l’80 % degli intervistati la buona efficienza energetica è molto importante, o addirittura decisiva, quando si tratta dell’acquisto di un immobile. Il 62 % ha affermato che abitare in modo ecologico sia un fattore molto rilevante. L’80 % presta attenzione a un buon isolamento termico, il 62 % punta sull’energia solare, quasi la metà delle persone sceglie pompe di calore. Spesso colleghiamo l’idea di un edificio ad alta efficienza energetica al problema del riscaldamento, per me una riflessione valida per quanto riguarda la mia prima casa ad

Amburgo. Ma anche in zone più calde, l’efficienza energetica è rilevante, come per esempio nella mia seconda patria, Maiorca. Qui, è ancora diffuso l’utilizzo di materiali edili tradizionali, come pietra, terracotta e argilla, termoregolatori naturali, capaci di ottimizzare le temperature degli interni.

Sempre più paesi europei sovvenzionano il risanamento energetico dell’edilizia esistente e sostengono con mutui a tassi agevolati le nuove costruzioni, nei casi in cui si raggiunga un’elevata efficienza energetica tramite l’impiego di energia da fonti rinnovabili. Per il 61 % degli intervistati il sostegno finanziario è fondamentale per un risanamento all’insegna del risparmio energetico. Sono compresi nelle agevolazioni, l’isolamento termico, il rinnovo di finestre e l’installazione di sistemi di riscaldamento sostenibili, tra cui pompe di calore.

Timer e termostati, capaci di contribuire alla sostenibilità di un’abitazione, sono ulteriori strumenti per ridurre i consumi energetici. Anche gli elettrodomestici di ultima generazione, di classe energetica alta, riducono i consumi.

Gli immobili del segmento top devono assumersi la propria responsabilità in merito alla sostenibilità, rivestendo il ruolo di pioniere, in quanto punto di riferimento per gli altri. Accanto all’esclusività e la dotazione di prim’ordine, oggi un immobile di lusso deve proporre sempre di più soluzioni abitative ecologiche, con la sostenibilità da tempo diventata indice dell’elevato standard edilizio. Il prezzo d’acquisto di un immobile del segmento premium è decisamente elevato ma l’abbattimento dei costi energetici può contribuire a garantire una redditività a lungo termine, incrementando notevolmente il valore dell’immobile.

In conclusione: l’efficienza energetica è diventata degno rivale della posizione!

«Sostenibilità ed efficienza energetica sono un must degli immobili del segmento premium, in quanto punto di riferimento per gli altri».

SVEN ODIA, GLOBAL CEO OF ENGEL & VÖLKERS

I 10 PAESI AL MONDO CON LA PIÙ ALTA EFFICIENZA ENERGETICA NEL 2022

Siviglia è famosa per il suo folklore e per la scena gastronomica, con bar de tapas, taverne tradizionali e ristoranti moderni.

Sam Real, consulente di Private Office e aficionado di golf, è il vostro uomo se state cercando i più esclusivi immobili in Oregon o in California È opera sua la vendita più costosa di un immobile residenziale mai realizzata da Engel & Völkers, per un ammontare di ben 119 milioni di dollari. Ha comprato e venduto la prima villa a L.A. per la star hollywoodiana Margot Robbie, ha affittato case al presidente Obama e alla sua first lady

SEGUIMI SU

Dubai, la città dei superlativi, continua a stabilire record: dall’edificio più alto al mondo, al centro commerciale più grande, all’isola artificiale più estesa. Ora esistono progetti per la costruzione di un’altra isola, grande il doppio di quella già esistente, la Palm Jebel Ali. Architettura d’avanguardia, elevata sicurezza e l’acquisto di immobili off plan a basso costo, rendono il mercato immobiliare di Dubai attraente per la clientela internazionale.

Parte del centro storico è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Ognuno degli incantevoli quartieri ha un suo peculiare fascino. Los Remedios, El Porvenir e il centro sono particolarmente esclusivi. I 26 agenti del nostro Market Center, lì sanno come muoversi. Durante la Feria de Abril, una delle feste di Siviglia più sentite e più popolari, le strade si riempiono di persone in abiti tradizionali, di carrozze e di danzatori di sevillana.

L’American Council for an Energy-Efficient Economy (ACEEE), un istituto di ricerca senza scopi di lucro, ha stilato una classifica dei singoli paesi, valutando l’impegno per il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas serra, in base a un elenco di 36 criteri. I risultati sono stati riportati nell’International Energy Efficiency Scorecard 2022. Fonte: ACEEE, Statista 2023

BOOM NEL DESERTO

Happy Blues

1 CONNUBIO PERFETTO Gonna midi metallizzata incontra dolcevita dai forti toni blu. Della collezione autunnale 2023 di Metrocity. P. s. r. 2 SIMPATICHE Sculture in argilla grezza: The Party Sculpture di Aman Khanna, realizzate a mano. Tramite The Conran Shop, € 140 ca. 3 BLU ACCESO Cattura sguardi per qualsiasi look: Small Ai, borsa a tracolla in pelle e crine di cavallo di Akris, € 1.859. 4 SIMBIOSI Due luminosi zirconi racchiudono una

tanzanite dall’intenso colore blu. Mafalda di Desiree Sielaff, anello in oro rosa, p. s. r. 5 CON STILE Abbronzarsi elegantemente su tessuto bianco e nero: Capoverde, lettino prendisole di Roberto Cavalli, p. s. r. 6 IPNOTIZZANTE Il foulard Ladybug della collezione In the Meadow è un’opera d’arte setosa, da avvolgere intorno al collo. Di Emma Larsson, tramite moooi.com, € 156. 7 PEZZO DI DESIGN Con la grazia di un fiore, gli altoparlanti

scultorei di A for Ara inondano la casa con suoni meravigliosi. P. s. r. 8 RICOSTITUENTE Il balsamo repair-me.rinse di Kevin Murphy nutre capelli secchi e ricci. € 37,50. 9 ECCENTRICI E RAFFINATI Scacco matto ai vostri avversari con le pedine personalizzate della scacchiera di L’Objet e Haas Brothers. € 4.025 10 DOLCEMENTE Un incarnato luminoso, grazie al massaggiatore elettrico per la detersione del viso Luna mini 3 di Foreo, € 199.

il colore del mare vi renderà felici: combinato con l’argento o racchiuso nell’oro, come un prezioso!

In arrivo, l’autunno!

Borgogna con marrone è la combinazione perfetta di colori per trovare conforto nei giorni freddi e umidi.

1 PASSERELLA Ispirato da elementi sudcoreani nel mondo della moda, è nato questo look color cioccolato. Collezione autunnale 2023 di Wooyoungmi, p. s. r. 2 VISIBILITÀ! Date al vostro portatile un tocco speciale, grazie a questi adesivi in pelle di Anya Hindmarch. € 20. 3 SEDUTO! Questo osso accoglie i bastoncini di Palo Santo: portaincenso in ceramica di Neighborhood. Tramite Mr. Porter, € 140. 4 RETRÒ Un po’di

slancio, grazie alla sedia Loop creata negli anni ‘50 del ‘900 dal designer svizzero Willy Guhl. Tramite www.1stdibs.com, € 8.900 per set. 5 ILLUMINANTE Raffinata curva per gli amanti del minimalismo: Arca Por table, lampada ricurva da tavolo di Philippe Malouin, € 315 ca. 6 COMPAGNO QUOTIDIANO Un modo sicuro per non perdere mai più le cuffie Apple: esclusiva custodia per Airpods Pro, rifinita con motivo

ad intreccio. Bottega Veneta, € 190. 7 DA COLLEZIONE La figura BE@RBRICK si ispira a Jurassic Park, film cult del 1993. Tramite Mr. Porter, € 540. 8 PURISTA Un’ode al platino, eleganza senza tempo da portare al polso: TONDA PF Minute Rattrapante, orologio di Parmigiani Fleurier, € 31.200. 9 APRI-E-CHIUDI Entra in qualsiasi mezzo pubblico: la bici pieghevole C Line di Brompton, fabbricata a mano a Londra. € 1.650 ca.

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Frida Kahlo

È considerata una delle icone dell’arte del XX secolo: Frida Kahlo, la donna che ebbe come marchio il «monociglio» ben marcato, una delle poche pittrici a sfondare nel mondo dell’arte dominato da maschi. La vita della straordinaria artista messicana fu radicalmente influenzata da un incidente avuto ad appena 18 anni, che la inchiodò al letto. In oltre 50 autoritratti ha fissato la propria vita, trattando nei suoi lavori anche temi come la sessualità e il femminismo. Questo volume XXL raccoglie 152 quadri, accompagnati da fotografie, pagine di diario e lettere poco conosciute.

Zaha Hadid

Con progetti ed edifici fuori dal comune, caratterizzati da avveniristiche forme organiche, Zaha Hadid ha ridefinito gli standard dell’architettura contemporanea. Nel 2004, è stata la prima donna a vincere il premio Pritzker, la più importante onorificenza dell’architettura. Nel 2016, è seguita la Medaglia d’oro reale del Royal Institute of British Architects. Nello stesso anno, l’architetta irachena-britannica è deceduta all’età di 65 anni a causa di un infarto. Le sue opere stravaganti e la sua influenza sul settore le stanno sopravvivendo, confermandola come la più famosa architetta della sua epoca.

Eye Mama

Cosa significa essere madri? Questo volume fotografico rivela quanto possano essere sfaccettate le premure materne. Il libro si basa sull’omonimo eye mama project, un movimento avviato durante la pandemia dalla fotografa e videomaker britannica-israeliana Karni Arieli: una piattaforma di immagini mostra i lati positivi e negativi della maternità, ora raccolti in un libro sull’amore. Oltre 200 scatti, realizzati da persone in tutto il mondo che si identificano nel ruolo di madre, ci offrono una visione molto intima di come vengono percepiti la famiglia, la cura e il proprio Io dopo il parto.

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Photo: pool-aesthetics, S.L.

Marchesi Antinori è una delle più grandi aziende vinicole private d’Italia. La direzione è nelle mani di tre sorelle.

LEADERSHIP VISIONARIA

Tradizioni antiche contaminate da idee innovative. Tre sorelle impegnate a condurre un’azienda vinicola nel futuro. Una star hollywoodiana si reinventa, portando alla ribalta le colleghe. Tante altre donne di grande ispirazione.

GRANDI TOSCANI

Moderne, eleganti, sobrie, come sanno essere solo le italiane: Albiera Antinori e le sue sorelle Allegra e Alessia sono in oltre seicento anni di attività le prime tre donne ai vertici di Marchesi Antinori. GG ha incontrato per un’intervista la presidente della più celebre azienda vinicola d’Italia.

TESTO: Michaela Cordes

FOTOGRAFIE: Mattia Zoppellaro

L’azienda è guidata da donne, per la prima volta da 26 generazioni. Da sinistra: Albiera, Alessia e Allegra Antinori.

«Oggi, i nostri clienti hanno aspettative più alte, vogliono capire come nascono i nostri vini».

ALBIERA ANTINORI

Oltre 40 mila visitatori passano ogni anno dalla Cantina Antinori nel Chianti Classico, costruita su incarico di Albiera Antinori.

«I momenti più avvincenti nascono quando tutte le generazioni si mettono a discutere tra di loro!»

ALBIERA ANTINORI

iamo sedute nel dehors del frequentatissimo ristorante Cantinetta

Aprire le porte è uno dei passi importanti per creare una buona posizione di partenza per il futuro dell’azienda di tradizione. Il momento pare propizio, per la prima volta negli oltre seicento anni di attività dei Marchesi Antinori vi sono tre donne alla guida del famoso impero vinicolo: Albiera Antinori e le sue sorelle Allegra e Alessia, entrambe nel ruolo di vicepresidente.

Albiera Antinori, presidente dell’azienda di famiglia, si è presentata per l’intervista visibilmente di corsa e sotto pressione. La sua fretta è dovuta ai complessi preparativi per i matrimoni dei suoi due figli, Verdiana e Vittorio, programmati a distanza di solo otto settimane l’uno dall’altro. Entrambi i figli sono attivi nell’azienda di famiglia, racconta con un certo orgoglio da madre.

GG: Signora Antinori, come si riesce a entusiasmare per ventisei generazioni i propri figli per l’azienda di famiglia? In un’impresa come la vostra, la passione per il vino è ereditaria?

Albiera Antinori (ride): Il settore vinicolo è un mondo talmente meraviglioso da farti innamorare per forza, principalmente perché legato a un bellissimo territorio e a un prodotto favoloso. Inoltre, c’è il fatto che in un’azienda di famiglia tutti hanno la possibilità di dare un proprio contributo. Se qualcuno non mostra grande interesse per l’agricoltura, entusiasmandosi in compenso per le finanze, allora anche questo know-how sia benvenuto.

GG: Da qualche anno lei si trova ai vertici, determinando con il sostegno delle sue sorelle le sorti dell’azienda, guidata da oltre seicento anni esclusivamente da eredi maschi. Come mai, proprio ora Marchesi Antinori ha scelto come dirigenza tre donne?

AA (ride): Mio padre non aveva altra scelta, avendo solo noi, tre figlie femmine. Ergo, non c’erano alternative. Io, la più grande, ho cominciato a inserirmi nell’azienda molto presto, a 18 anni. Perciò, questo passaggio di consegne non ha avuto luogo in un determinato giorno, è stato un processo graduale. Oggi, le generazio -

ni integrate nell’azienda sono addirittura tre, e questo è un bene perché così i miei figli hanno ancora l’opportunità di imparare qualcosa dal loro nonno.

Nota della redazione : Il Marchese Piero Antinori, padre di Albiera, oggi 85enne, è considerato una leggenda vivente tra gli appassionati di vino. L’azienda fu fondata nel 1385 da Giovanni di Piero Antinori, ma la fama mondiale è dovuta al coraggio imprenditoriale dell’attuale Marchese: negli anni ’70, Piero Antinori ha sperimentato assemblaggi di uve fino ad allora impensabili, creando vini leggendari come il Tignanello o il Solaia, soprannominati dalla stampa anglosassone i Super Tuscans. Un passo che ha rivoluzionato lo scenario della viticoltura e dell'enologia in Italia, mentre la famiglia Antinori ha conquistato un elevato grado di considerazione. Oggi, Marchesi Antinori ha un fatturato annuo di 240 milioni di euro.

GG: È stata la produzione dei primi vini supertuscan, sotto la guida di suo padre, a determinare il successo internazionale dell'azienda?

AA: Sì, si può dire che lui ha siglato il destino della famiglia, quando è rientrato alla fine degli anni '60 dai suoi viaggi intorno al mondo. Era partito per capire cosa si stesse muovendo nel campo enologico a livello internazionale. È ritornato con la consapevolezza che fosse possibile e auspicabile coltivare anche vitigni stranieri per assemblarli alle nostre uve tradizionali, creando così dei nuovi vini molto interessanti. È stato un momento caratterizzato non solo da una forte innovazione del prodotto, ma anche da un profondo radicamento nella tradizione. Questi nuovi vini maturano in botti più piccole, non più per due anni ma per 14–16 mesi, prendendo il nome dei vigneti e non più della famiglia. Sì, è stata la nascita dei supertuscan! Di colpo abbiamo capito di poter produrre qui, in Italia, vini di alta qualità, apprezzati su scala internazionale. Questo ha messo in moto il mondo dei viticoltori, dando vita alla produzione di diversi altri supertuscan nei dintorni. Da sempre, mio padre

Antinori, situato nel palazzo di famiglia a Firenze. «Praticamente, siamo nel giardino dei miei genitori» dice Albiera Antinori, per poi spiegarmi che fino a qualche anni fa, nessuno della famiglia avrebbe mai immaginato di aprire agli ospiti il cortile storico di Palazzo Antinori, acquistato dalla famiglia nel 1506 e ancora oggi abitato dai suoi genitori. Ma i tempi sono cambiati: la ventiseiesima generazione della celebre famiglia di viticoltori è obbligata a pensare in modo creativo.

Sopra: la moderna Cantina Antinori nel Chianti Classico. A sinistra: le tre sorelle Antinori.

ha avuto l'obiettivo di sfruttare al massimo le potenzialità dei suoi terreni per produrre il miglior vino possibile. Negli ultimi quaranta, cinquant'anni la qualità dei vini si è evoluta costantemente.

GG: Lei ha mostrato un simile coraggio imprenditoriale, quando ha conferito nei primi anni del 2000 allo studio Archea Associati l'incarico per il progetto della Cantina Antinori nel Chianti Classico, situata a 40 minuti d'auto da Firenze: una spettacolare costruzione contemporanea, inframmezzata nella vigna, in forte contrasto con le tradizionali tenute della zona. Il mio primo pensiero, quando ho visto l'imponente edificio e il museo: la famiglia Antinori si apre al mondo, invitandoci a condividere la propria storia.

AA: C'è da dire che realtà del genere già esistevano nei primi anni del 2000 in altri luoghi, come per esempio nella Napa Valley. Per quanto riguarda l'Italia, si trattava invece di una novità assoluta: un luogo dove il visitatore capisce come nasce un vino. All'epoca ci siamo accorti della crescente curiosità da parte dei nostri clienti, non più soltanto interessati a venirci a trovare, ma anche intenzionati a capire nel dettaglio come venivano prodotti i nostri vini.

GG: Quando abbiamo visitato insieme questa cantina, lei mi ha raccontato delle forti critiche iniziali e delle poche persone che credevano nel suo progetto. Oggi, l'ammirano per la sua visione.

AA: Avevamo bisogno di uno spazio molto capiente, ma tra le case storiche, tradizionali, non ce n'era neanche una capace di accogliere le 160 persone impiegate ogni giorno qui, per non parlare dei 40 mila turisti che visitano ogni anno la cantina. Mi rifiutavo di costruire un edificio in finto stile quattrocentesco, e così l'unica soluzione valida era una nuova costruzione in stile contemporaneo. Volevamo abbinare l'alta efficienza a un'estetica senza tempo, visto che questo edificio è destinato a sopravvivere ai prossimi decenni, rappresentando ancora a lungo il marchio Antinori.

GG: Nel vostro museo è esposto in bella mostra un libro sovradimensionato, contenente la riproduzione di una pagina del testamento dei suoi avi. Lì, c'è scritto a grandi lettere che la tenuta Antinori può essere tramandata solo a eredi maschi. AA (sorride): Sì, all'epoca era così, ma fortunatamente i tempi stanno gradualmente cambiando. Negli ultimi quarant'anni c’è stata una notevole evoluzione. Oggi, molte aziende hanno almeno una donna nel direttivo, come d'altronde anche le grandi compagnie quotate in borsa. In Italia esiste oramai una legge che prevede per ogni azienda una determinata percentuale di donne. Io faccio ancora parte di una generazione di passaggio, in quanto la mia preparazione non prevedeva studi uni-

versitari specifici con le varie ambizioni che ne derivano. Mia figlia, oggi 29enne, ha avuto una formazione molto più mirata. Perdipiù è anche una persona tenace e orientata alla carriera, alla pari dei suoi fratelli. Sono convinta, però, che qui in Italia, gli uomini dovrebbero sostenere le donne in modo ancora più deciso, soprattutto quando si decide di avere dei figli insieme: solo quando si raggiunge un accordo su una suddivisione fifty-fifty dei lavori domestici, dal mio punto di vista si tratta di parità reale.

GG. Un accordo da tempo ampiamente diffuso negli Stati Uniti.

AA: Ma non qui, e neanche negli altri paesi dell’area neolatina

GG: Questo cambiamento, delle donne che recuperano terreno, si nota anche tra i suoi consumatori? Le donne stanno mostrando lo stesso interesse per i buoni vini degli uomini? E se sì, come si rispecchia questo nel loro comportamento? Fino ad oggi non ho mai incontrato una donna che mi ha mostrato la propria cantina dei vini e i suoi vini più pregiati con lo stesso orgoglio ancora diffuso tra gli uomini.

AA (ride): Ha ragione! Possiamo, però, costatare che ci sono sempre più donne molto ben informate sui vini. In realtà, spesso sono proprio loro, in prima persona, a comprare il vino per la famiglia, soprattutto per quanto riguarda i bianchi e i rosati.

GG: Lei ricorda dei momenti in cui ha avvertito la particolare difficoltà per una donna nella gestione degli affari? Quando qualcuno è rimasto sorpreso di non trattare con un uomo?

AA: Direi, quasi mai. Mi è successo solo una volta, quando ho acquistato dell’uva per la nostra azienda, rivolgendomi a un vecchio fornitore storico. Lui era insospettito del fatto che fossi io – all’epoca ancora molto giovane – a stipulare il contratto con lui. Purtroppo, la realtà è questa: qualcuno si perde per strada ma in compenso se ne aggiungono altri.

GG: Quando vi riunite per le feste in famiglia, tre generazioni intorno a un tavolo, cosa accade? Capita che si scontrano visioni tradizionali e un po’ vecchie sulla conduzione aziendale con idee radicali e innovative?

AA: Assolutamente sì! Però per me questi sono proprio i momenti più avvincenti, fatti di discussioni piene di dinamismo. Come proprio di recente, quando mio padre ha discusso con mio figlio i pro e contro dell’introduzione della settimana lavorativa di 4 giorni! Ho ascoltato affascinata e pensato che entrambi avessero ragione. In fondo, mio padre si è ritirato dal lavoro ma in realtà viene in ufficio tutti i giorni. Lo trovo bello e dà grande stabilità all’azienda.

«Lavoriamo con la massima trasparenza e senza darci delle arie, il che fa bene agli affari.» ALBIERA ANTINORI

Una costruzione sovradimensionata, inserita armoniosamente tra i vigneti: la Cantina Antinori nel Chianti Classico.

DONNE ALLA RIBALTA

Moderne, dinamiche, motivanti: donne in posizioni top, raggiunte grazie a carriere straordinarie, anche in settori storicamente riservati a soli maschi.

TESTO: Silke Bender

No, queste signore non sono in attesa di un principe che le inviti a ballare! Sono le sorelle e cugine Courtin-Clarins – Virginie, Jenna, Prisca e Claire (da sinistra a destra) –, intenzionate a condurre la casa cosmetica francese nel futuro. Già il loro nonno Jacques, fondatore dell’azienda, aveva il desiderio di affidare il lavoro di una vita alle figlie dei suoi due figli. Virginie ricopre la carica di amministratrice delegata, la cugina Prisca quella di presidente del comitato di vigilanza, Jenna è ambasciatrice del marchio. Il successo è dalla loro parte: l’anno scorso, Clarins ha fatturato 1,75 miliardi di euro, un incremento del 15 % rispetto al 2021. La famiglia occupa il 17° posto dei più grandi patrimoni della Francia, un dato che queste eredi vogliono preservare e migliorare. L‘azienda non si vende!

CLARINS

Non importa se si tratta delle case private di grandi collezionisti o galleristi, come p. es. Larry Gagosian, o del restyling di grandi musei, come la Neue Galerie New York: Annabelle Selldorf, nata a Colonia, e il suo studio Selldorf Architects sono oggi il massimo referente per tutto quello che viene costruito nell’ambito della grande arte. Sarà, probabilmente, la singolare combinazione di riservatezza, grande empatia e raffinato senso per un minimalismo squisito a entusiasmare tanto il mondo dell’arte, ancora oggi dominato dai maschi. Zaha Hadid – la prima donna a vincere nel 2004 il Pritzker, l’equivalente del Nobel per l’architettura – affermò nel 2016, poco prima di morire, che le maggiori difficoltà delle architette fossero dovute al fatto che non sarebbero mai diventate membri di questa confraternita.

ANNABELLE SELLDORF

FOTOGRAFIE: MICHAEL WESCHLER (1); BRAD SMITH/ISI PHOTOS/GETTY IMAGES (1)

La rivista Time l’ha appena inserita nella sua selezione delle dodici «Donne dell’anno 2023», impegnate a costruire un mondo più giusto. La calciatrice statunitense, due volte campione del modo e vincitrice delle Olimpiadi, è considerata una delle atlete più influenti al mondo. Contrariamente ai colleghi maschi, l’attaccante dichiaratamente queer ha sempre sbandierato il proprio orientamento politico: grazie alla sua militanza, l’anno scorso gli stipendi delle calciatrici della Nazionale femminile degli Stati Uniti sono stati equiparati a quelli maschili. Quattro anni fa ha detto in un’intervista: «Vorrei urlare: ‘Cristiano, Leo, Zlatan, aiutatemi!’» Secondo lei, questi divi hanno sempre taciuto, nonostante i grandi problemi del calcio maschile. Hanno paura di perdere tutto? «Sarà mai possibile cacciare dal campo uno come Messi o Ronaldo, solo per una dichiarazione contro razzismo o sessismo?» Questa stagione sarà la sua ultima, ad ottobre Rapinoe vuole chiudere con il calcio.

MEGAN RAPINOE

MICHELLE YEOH

«Per tutti i bambini e le bambine che mi assomigliano e chi ci stanno seguendo questa sera, questo premio rappresenta una luce di speranza e di opportunità! E, voi donne, non permettete a nessuno di dirvi che avete passato l’età migliore!» Quando l’attrice malese, sessantunenne, ha vinto quest’anno l’Oscar con Everything Everywhere All at Once, ha fatto piazza pulita con la discriminazione di asiatici e di donne ultraquarantenni a Hollywood. Nei 95 anni di storia del premio Oscar, lei è soltanto la seconda donna di colore (dopo Halle Berry) e la prima asiatica a vincere la prestigiosa statuetta nella categoria «Migliore attrice protagonista».

LORENZA LUTI

Sarà lei a riscrivere la storia di Kartell? Da 18 anni è marketing director del brand italiano, famoso per i leggendari arredi in plastica, mentre suo fratello minore Federico dirige le vendite. Sulla poltrona direzionale è seduto ancora il patriarca Claudio Luti, ma visto che ha compiuto 77 anni ci sono buone probabilità per Lorenza Luti di occuparla presto lei, e non suo fratello. Il suo tema è la sostenibilità: l’anno scorso, la nipote del fondatore aziendale ha presentato al Salone del Mobile una sedia realizzata con capsule riciclate di caffè. Anche il fatto che molti iconici mobili della casa esistano ora pure in bioplastica è merito suo. Secondo Luti, molte aziende di design cercano oramai lo sguardo femminile: «Maria Porro, Giulia Molteni, Susanna Minotti: facciamo tutte parte di una generazione nella quale l’appartenenza a un sesso o a un genere non ha più importanza».

All’epoca ancora impiegata da NBCUniversal come responsabile delle vendite pubblicitarie, Yaccarino ha richiamato durante un dibattito televisivo il CEO di Twitter, Elon Musk, con fare da maestrina: «In futuro, lei si potrebbe impegnare a essere un po’ più preciso e smettere di twittare dopo le tre di mattina?» Non ricevette una risposta chiara ma, in compenso, qualche settimana più tardi, un’offerta di lavoro: succedergli nella direzione dell’azienda. È considerata una tipa tosta, arrivata in cima a colpi di gomito. Secondo il Wall Street Journal, nel settore è soprannominata il ‘martello di velluto’.

LINDA YACCARINO

CHEF PAM

Il grande paradosso delle cucine: benché l’atto quotidiano del cucinare sia in gran parte dei paesi ancora un’incombenza femminile, nelle cucine stellate le donne sono rare come i tartufi d’Alba. Ora, però, la cuoca thailandese di origini cinesi, Pichaya ‘Pam’ Soontornyanakij, sta mandando a monte tutte le statistiche. Con il suo ristorante Potong, a Bangkok, la trentatreenne è riuscita a diventare la più giovane chef e la prima donna in assoluto a conquistare in soli dodici mesi il premio «Apertura dell’anno» e la prima stella Michelin. Il ristorante nell’ex farmacia di famiglia a Chinatown è il sogno di tutti i buongustai della città. Rispetto ai colleghi maschi, il credo culinario di chef Pam appare molto meno egocentrico: «Cucino per la felicità e i sorrisi dei miei ospiti». Solo il 6 % dei complessivi 2.300 ristoranti con stelle Michelin è gestito da donne; tra le attuali 139 cucine con tre stelle, solo 5 hanno una chef donna.

GWYNNE SHOTWELL

Un razzo alla guida di SpaceX! Mentre il fondatore

Elon Musk si gode le luci della ribalta, andando spesso a briglia sciolte, Gwynne Shotwel mantiene l’impresa sulla giusta rotta. Fin dal 2002, il duo usa con successo il trucco poliziotto buono/poliziotto cattivo. Con la NASA, l’ingegnere Shotwel acquisisce un’importante cliente, motivo per cui Musk la promuove nel 2008 da presidente a direttore operativo. Shotwell spera di risvegliare anche in altre donne l’entusiasmo per l’astronautica, memore della propria scelta di corso di laurea, ispirata da un incontro con una donna ingegnere. Ma cosa la qualifica esattamente per una posizione dirigenziale nel mondo della tecnologia spaziale? «Una combinazione di varie competenze: il mio passato da ingegnere, gli studi di economia e l’esperienza di cheerleader al liceo».

Marte o Venere? Nessuno dei due: l’astronauta americana sarà la prima donna a volare sulla luna. La missione Artemis II, programmata per novembre 2024, sarà il primo viaggio verso la luna dal 1972, questa volta ci sarà una donna. A questo sorvolo ravvicinato della luna, seguirà Artemis III, completo di allunaggio. Già ora, Koch, laureata in fisica e in ingegneria elettronica, detiene con 328 giorni il record femminile di permanenza nello spazio. A 34 anni, Christina Hammock Koch è entrata nel programma di astronautica della NASA. Un sogno d’infanzia. La sua cameretta era tappezzata di boy band e di poster dello spazio. Per lei, le donne devono combattere gli stereotipi di genere: «Considerando solo il rendimento, posso confermare che le donne eccellano per natura».

CHRISTINA HAMMOCK KOCH

Lei è la risposta africana a Rupert Murdoch & Co. L’imprenditrice televisiva e cinematografica non è solo la donna più ricca della Nigeria ma anche, secondo Forbes, una delle 100 donne più influenti al mondo. Mo Abudu aveva già superato i 40 anni, quando si è fatta notare come eccezionale moderatrice di talk show per, poi, fondare nel 2012 EbonyLife, il nucleo del suo conglomerato mediatico. La sua carriera di successo è oggetto di un case study presso la Harvard Business School, la sua azienda, oggi, il maggiore partner di Netflix in Africa. In collaborazione con l’attore Idris Elba vuole sostenere talenti cinematografici africani. In occasione dell’ultimo Festival di Cannes, Abudu ha debuttato come regista: con due corti sulla salute mentale. Il suo commento su Instagram: «Un passo in avanti per superare le disparità, un passo in avanti per il riconoscimento del cinema africano».

MO ABUDU

La prima donna al vertice di una banca privata svizzera. In veste di CEO dell’Edmond de Rothschild Group amministra non solo i patrimoni dei clienti per un ammontare complessivo di circa 158 miliardi di franchi, ma anche aziende vinicole, alberghi e aziende agricole. L’esperta bancaria, impiegata prima presso la Société Générale e l’assicuratore statunitense AIG, è diventata parte della famiglia nel 1999 sposando Benjamin, il quale ha sostenuto fin dall’inizio. Ora, la vedova sta preparando le quattro figlie all’ingresso nel gruppo di proprietà della famiglia. Il suo credo: «Per essere rispettata come donna nel complesso mondo dei bancari (…) è necessario adeguarsi (…). La mia strategia per lavorare nell’Edmond de Rothschild Group: guadagnarmi il rispetto grazie a valori forti e determinazione».

ARIANE DE ROTHSCHILD

RESHMA SAUJANI

Impegnata su tanti fronti: avvocatessa, autrice di best seller, politico, imprenditrice di startup e attivista per la parità di genere. In altre parole: una salvatrice dell’intero sistema. Per prevenire un’ulteriore ampliamento del divario di genere in ambito tecnologico, Reshma Saujani promuove, tramite la sua ONG Girls Who Code, corsi scolastici di informatica rivolti a ragazze; ad oggi, oltre 500 mila studentesse in tutto il mondo si sono diplomate in uno di questi programmi. Figlia di immigrati indiani, Saujani ha reso molto felici i genitori studiando giurisprudenza a Yale, ma un po’ meno sé stessa. Per ripagare il prestito studentesco, è stata costretta per anni ad accettare angoscianti lavori nel mondo della finanza. Oggi ha le idee chiare: «Dobbiamo insegnare alle ragazze di correre rischi!» Perché, ancora oggi, «...l’educazione delle ragazze mira alla perfezione, quella dei ragazzi al coraggio». Il suo TED talk su questo tema è stato visualizzato su YouTube oltre 6,3 milioni di volte.

La donna alla guida di General Motors. Già dal 2014, l’ingegnere dirige in veste di primo CEO donna uno dei più grandi gruppi automobilistici al mondo. Figlia di un meccanico, Barra ha conquistato in 40 anni di lavoro da GM la cima della scala di carriera. Il suo mantra per il successo: «Il tempo non è un tuo amico. Essere veloci, è importante: evitare una decisione è pur sempre una decisione». Un consiglio speciale per le donne: «Prendi sempre la parola durante le riunioni, non ti fare interrompere e non chiedere mai scusa inutilmente». Sotto la sua guida, l’azienda ha investito miliardi in veicoli elettronici e in auto con guida autonoma; occupando, inoltre, un’ottima posizione per quanto riguarda la parità di genere e retributiva. Nonostante il suo grande successo, non si è visto un effetto emulazione nel settore: fino ad oggi, Barra è un faro solitario in un club di soli uomini.

MARY BARRA

Avanti a tutta forza!

Il 40° anno d’età è stato a lungo una soglia invisibile: dopo, le donne hollywoodiane rimanevano senza ingaggi. Anche Reese Witherspoon lo ha vissuto sulla propria pelle, prima di organizzare la riscossa. La sua missione: portare sullo schermo donne forti. La produttrice è diventata una potenza dell’industria cinematografica.

TESTO: Steffi Kammerer

L’allegra ragazza della porta accanto, è stato per tanti anni il ruolo centrale nella carriera di Reese Witherspoon.

Reese Witherspoon offre un palcoscenico a figure femminili complicate. Ha cambiato Hollywood come poche donne prima di lei.

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Premio Oscar, studentessa a Stanford, donna d’affari, tre volte madre: Witherspoon ha ottimi motivi per ridersela.

Big Little Lies, pluripremiata serie HBO dai toni arrabbiati, ha caratterizzato la carriera di produttrice e attrice di Reese Witherspoon. La foto di scena qui sopra, la mostra con le coprotagoniste Shailene Woodley e Nicole Kidman, nei ruoli di tre madri con i figli nella stessa scuola elementare californiana. A oscurare l’idillio, irrompono stupri, omicidi e ricatti.

Fu una breve frase a cambiarle la vita. «Cosa facciamo ora?» le parole esatte, presenti, con certezza matematica, in pressoché qualsiasi sceneggiatura letta da lei. È sempre una donna a pronunciarle, mentre fissa con sguardo perplesso un uomo. Una caratteristica comune di tutti questi copioni: sono scritti da maschi. E così, Reese Witherspoon, chiede ai capi delle principali case di produzione: «Quali grandi ruoli femminili avete in lavorazione?» La risposta: «Per ora, nessuno».

Allora capisce che è ora di agire, producendo in proprio i film nei quali vorrebbe recitare. È stata la stessa Witherspoon a raccontare questa storia nel 2015, in occasione della premiazione «Donne dell’anno» della rivista Glamour. In sala è presente anche sua madre, è lei a dare il consiglio decisivo: se nessuno cambia le cose, allora fallo tu! Witherspoon continua: «Non credo che ambizione sia una parolaccia». Grazie al suo charme sudista, una frase del genere detta da lei non ha nulla di battagliero. Ma una cosa è certa: oggi, l’attrice Witherspoon è almeno tanto donna d’affari quanto attivista.

La 47enne ha cambiato Hollywood come poche altre donne prima di lei. Ha creato un palcoscenico per caratteri femminili, complessi e sfaccettati: donne che conoscono le zone d’ombra e gli abissi del mondo emotivo, non incentrate solo sull’amore e sulla cura del prossimo, ma anche su sentimenti come odio, avidità e vendetta, covati nel proprio inferno interiore. In un’intervista a Vogue di qualche anno fa l’attrice racconta: «Ero stufa di ricevere sceneggiature con un’unica protagonista femminile, perdipiù mal scritte ma ardentemente corteggiate da tutte le attrici in città, solo perché altro non c’era».

Nel 2012, fonda la sua prima casa di produzione, la base per la sua media company Hello Sunshine, fondata quattro anni dopo, oggi una delle aziende più importanti di Hollywood. Qui si creano film e serie pluripremiate, apprezzati dal pubblico e dalla critica, capaci di incassare grosse somme. Produce grandi successi come Big Little Lies (HBO), Tanti piccoli fuochi (Hulu) e The Morning Show (HBO): quest’ultimo – con Jennifer Aniston e Witherspoon nei ruoli di protagoniste –, una risposta a #MeToo, scritta magistralmente. La missione di Hello Sunshine – inequivocabilmente femminista – si legge come frase introduttiva sull’homepage del sito aziendale: «Cambiamo

la narrativa femminile».

Reese Witherspoon cresce a Nashville, Tennessee, in un contesto sicuro e protetto. A 14 anni riceve il suo primo ingaggio per un film. Nel 2001, arriva il successo con la parte di una studentessa di giurisprudenza vestita di rosa nella comedia La rivincita delle bionde ; cinque anni dopo riceve un Oscar per la parte di June Carter Cash in Quando l’amore brucia l’anima. Un premio che non le porta affatto fortuna, in quanto la sua carriera comincia a languire. Witherspoon si ritrova prigioniera di un cliché: l’allegra ragazza della porta accanto.

Il 2014 è l’anno in cui decide a reinventarsi, grazie a ben due film prodotti da lei: il thriller psicologico L’amore bugiardo e il dramma biografico Wild, entrambi candidati all’Oscar nella categoria Miglior attrice protagonista. In Wild ha avuto anche il ruolo della protagonista. E di colpo, dagli schermi americani scompare l’innocente bambolina, lasciando spazio a una tipa tosta alla ricerca di sé stessa, intenta ad attraversare in un viaggio solitario a piedi duemila chilometri di deserto e montagna; un’ex eroinomane che si strappa senza troppi complimenti un’unghia dal piede sanguinante. I viandanti maschili, incontrati durante il percorso, sono semplici accessori, casomai utili per un po’ di sesso veloce. Per questo film, Witherspoon viene nominata per l’Oscar e per il Golden Globe. Come quasi tutti i film prodotti da Witherspoon, anche Wild è la trasposizione cinematografica di un’opera letteraria; ne aveva acquistato i diritti ancora prima della pubblicazione. L’attrice si intende di narrazione, ha studiato letteratura inglese all’Università di Stanford. Un ramo di Hello Sunshine è il Reese’s Book Club con 2,6 milioni di follower su Instagram. Ogni mese, Witherspoon consiglia un titolo, la figura centrale sempre una donna. Alcune dozzine di questi libri ‘nobilitati’ da lei sono diventati best seller del New York Times.

In pochi anni, Reese Witherspoon ha creato un impero mediatico e una community, utilizzando tutti i canali disponibili: podcast, YouTube, Instagram. Una miniera d’oro che non passa inosservata: nel 2021, vende la sua quota maggioritaria per leggendari 900 milioni di dollari, diventando l’attrice più ricca al mondo. Pur essendo un personaggio molto esposto, Witherspoon riesce a proteggere la propria vita privata e i tre figli dall’intrusione dei curiosi; i due divorzi sono silenziosi. Solo in occasione dello scandalo intorno a Harvey Weinstein –una volta l’uomo più potente di Hollywood, ora condannato per reati sessuali – l’attrice prende posizione contro la cultura dell’omertà. Racconta che anche lei, a 16 anni, ha subito molestie sessuali da parte di un regista ma, all’epoca, l’agente e il produttore le imposero il silenzio.

Voglia di saperne di più su questo tema?

Reese Witherspoon, Jennifer Garner e Aisha Tyler a Los Angeles, in occasione del debutto della mini serie L’ultima cosa che mi ha detto

Terre ai confini del mondo

Immensi ghiacciai, circondati da un paesaggio incontaminato. La Patagonia è la meta da sogno di qualsiasi avventuriero. GG ha partecipato a una crociera fuori dal comune. Da Ushuaia in Argentina, via Capo Horn, fino a Punta Arenas in Cile.

TESTO: Michaela Cordes FOTOGRAFIE: Australis

Il gommone Zodiac porta gli ospiti della Ventus Australis ai piedi del ghiacciaio. D’obbligo: i grossi giubbini salvagente.

La baia Wulaia ospitava il più grande insediamento di Yámana, una tribù di nomadi marini. Il fuoco trasportato sulle loro canoe diede origine al nome Tierra del Fuego

«Com’è possibile – e non me lo chiedo solo io – che questo paese ostile e desolato, possa impossessarsi di me?»

CHARLES DARWIN

«Il mare è pericoloso e le sue tempeste terribili, ma questi ostacoli non sono mai stati un motivo sufficiente per rimanere a riva».

FERDINANDO MAGELLANO

Il clou del viaggio: l’escursione sul ghiacciaio. Con un’altezza mozzafiato di cento metri, il ghiacciaio Della Pia è uno dei più imponenti dell’America Latina.

Mi affaccio alla gigantesca finestra panoramica della nostra cabina doppia, guardando il mare sempre più mosso. Velocemente mi infilo tre strati di vestiti, copro il tutto con la cerata portata da casa e mi avvio verso il salone della nostra nave di spedizione, dotata di cento cabine, quasi tutte occupate. Sorseggiando un caffè insieme ad altri viaggiatori mattinieri, osservo con ansia l’evolversi del tempo, mentre ci avviciniamo a Capo Horn. Col mare calmo, potremmo sbarcare per visitare la famiglia che abita nel faro, isolata dal mondo. Purtroppo, ad ogni miglio marino conquistato, il vento soffia più forte finché le creste spumeggianti si alzano di colpo, formando delle violente trombe d’acqua. La superficie del mare viene offuscata da un velo di schiuma grigiastra.

Dopo una lunga attesa carica di speranza, arriva infine, alle sette di mattina, l’annuncio ufficiale via altoparlante: «Purtroppo non possiamo scendere a terra a causa del vento forza 14!» (Nota della redazione : questo corrisponde a una velocità del vento di 150 km/h; la più alta mai misurata qui è di 185 km/h) Le onde sono troppo violente per poter calare in acqua i gommoni Zodiac. Così, ci riuniamo tutti sul ponte per fotografare lo straordinario scenario. Solo aggrappandomi faticosamente al parapetto, riesco a rimanere in piedi. Intorno a me, il vento spazza via i cappellini dei miei compagni di viaggio. Da lontano, avvistiamo il monumento moderno dedicato ai tanti marinai morti nelle potenti onde di Capo Horn: le ali stilizzate di un albatros, poiché la leggenda vuole che gli uomini morti qui, si siano trasformati in uccelli. Dopo un po’ invertiamo la rotta per dirigerci verso il canale di Beagle. Sfiniti dal forte vento e affamati, alle otto ci dirigiamo verso la sala da pranzo Patagonia per fare colazione. Poche ore dopo approdiamo nella quiete della baia Wulaia, situata un po’ più a Nord. Qui, viveva in passato la più grande tribù indigena, gli Yámana: un popolo nomade, legato al mare,

famoso soprattutto per le sue canoe di betulla, utilizzate per la pesca e la caccia alle otarie. Il fatto che si portassero sempre appresso il fuoco fu il motivo per cui l’arcipelago venne chiamato dai marinai Tierra del Fuego, la Terra del Fuoco. Gli Yámana si sono definitivamente estinti verso la fine del XIX secolo, in parte per le persecuzioni da parte dei conquistatori europei, in parte a causa delle diverse epidemie da loro importate.

Di pomeriggio, ci attende il nostro primo sbarco, una passeggiata di oltre diecimila passi con diciassette piani di salita (misurati dall’iPhone). Saliamo attraverso la possente natura della foresta di Magellano, dove crescono rare specie autoctone, tra cui lenga, coigüe, cannella e felce. Arrivati sul belvedere, vediamo ai nostri piedi l’intera baia, scoprendo in lontananza i soffi di un baccello di balene. Di ritorno a bordo continuiamo a goderci questo eccezionale spettacolo della natura, fino al tramonto.

Dopo un’ottima cena (particolarmente adatta agli amanti del pesce) andiamo a letto presto. Con la nave ormeggiata nella baia, ci attende una notte tranquilla, ma breve. Alle sei di mattina, la Ventus Australis salpa per raggiungere il braccio nord-occidentale del canale di Beagle, costeggiato dal ghiacciaio Della Pia e dalle montagne di Darwin. Quando ci svegliamo, la nave è stata posizionata in modo da offrirci attraverso le finestre una splendida vista del ghiacciaio più grande dell’America meridionale, alto incredibili cento metri.

Ci infiliamo nuovamente le nostre cerate impermeabili, indossiamo il giubbino salvagente e ci avviamo in gruppo verso poppa, dove saliamo sugli Zodiac che ci porteranno a riva, da dove comincia la salita sul ghiacciaio. Più ci avviciniamo, più sentiamo il freddo prodotto dall’immensa massa di ghiaccio. Di tanto in tanto si sentono gli scricchiolii e i gemiti causati dai pezzi di ghiaccio che si staccano; anche i pezzi minuscoli producono un peculiare crepitio. Apprendiamo che i ghiacciai si muovono di circa 40/50 metri al mese e che il ghiaccio risplende in un’ampia gamma di colori, a seconda dell’incidenza della luce e della sua composizione. Prima di raggiungere il nostro porto di destinazione, Punta Arenas in Cile –e dopo aver esplorato anche altri due ghiacciai, il Marinelli e l’Aguila –, facciamo una piccola deviazione verso la disabitata isola Magdalena nello stretto di Magellano. Questa fu avvistata per la prima volta da Ferdinando Magellano, intorno al 1519, durante il suo viaggio di esplorazione. L’isola è famosa per la grande colonia di pinguini di Magellano. Durante una passeggiata possiamo osservare queste buffe creature da vicino; loro dividono l’isola con il loro peggiore nemico, lo skua, un grande uccello marino.

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A sinistra: sull’isola Magdalena, piccola e disabi tata, facciamo visita ai pinguini di Magellano. Sopra: una cabina sulla Ventus Australis.

Sono pochi minuti dopo le quattro di mattina, quando mi sveglio col batticuore. Ieri sera, la Ventus Australis è salpata dal porto di Ushuaia, la città più meridionale dell’Argentina. Tra poche ore raggiungeremo Capo Horn. Fino all’apertura del canale di Panama, nel 1914, il percorso lungo il famigerato promontorio cileno Los Hornos fu una delle rotte commerciali più importanti e costò la vita a oltre diecimila marinai.

GG: Cos’è oggi più importante per lei: la responsabilità di consegnare un’azienda sana alla prossima generazione, oppure la possibilità di realizzare le proprie idee e visioni?

AA: È un mix. Più un’azienda è vecchia, più forte diventa la sensazione di avere la responsabilità di dover salvaguardare ciò che ci ha trasmesso la generazione precedente. A questo va aggiunta la consapevolezza dei tempi lunghi e della pazienza necessari per gestire un’azienda vinicola. Infatti, continuo a stupirmi delle persone che investono nel settore vinicolo, richiedendo indietro dopo dieci anni i soldi, intascandosi però la fama. Non è così che funziona.

GG: La vostra azienda, non solo è una delle più antiche, ma anche una delle più grandi presenti in Italia. Ogni anno, vendete 22 milioni di bottiglie. Quali sono i paesi dove riscontrate i maggiori successi?

AA: Il più grande mercato è l’Italia, seguita a ruota da Stati Uniti, Germania e dal resto d’Europa, tra cui la Svizzera, l’Austria e la Gran Bretagna. Avevamo stabilito anche ottimi rapporti commerciali con la Russia e con l’Ucraina, ma questo è stato prima della guerra. Per qualche strana ragione, i nostri affari con la Cina si stanno avviando solo con grande lentezza.

GG: Quali sono i motivi?

AA: Contrariamente ai coreani, emotivamente molto legati a noi italiani, amanti sia della nostra cucina che dei nostri vini, i cinesi sono meno aperti. Il miglior veicolo per i vini italiani è la cucina italiana. Di conseguenza, i ristoranti italiani fanno da traino per la conoscenza dei vini, è uno dei motivi per cui abbiamo aperto filiali del nostro ristorante fiorentino Cantinetta Antinori a Zurigo, Monte Carlo e Vienna.

GG: Mi pare che questo ramo aziendale sia curato da sua sorella Allegra, mentre Alessia si occupa di tutte le attività connesse all’arte. Lavorare con le proprie sorelle è sempre armonioso?

AA: Ovviamente non siamo sempre della stessa opinione. Ma alla fine, riusciamo a focalizzare l’attenzione sulla nostra azienda. Perdipiù, siamo delle donne, e in quanto tali meno ostacolate dall’egocentrismo di quanto capiti frequentemente ai nostri colleghi maschi.

GG: Quali sono le principali sfide da fronteggiare in questo momento?

AA: Attualmente stiamo registrando un trend crescente, apparentemente nato in Europa settentrionale. Sembra che stiamo entrando in una nuova era di proibizionismo, con la gente talmente salutista da prendere posizione contro l’alcool. Dobbiamo affrontarlo nella stessa maniera in cui ci confrontiamo con il cambiamento climatico che sta danneggiando i nostri vigneti, dalla mancanza di pioggia, ai periodi di caldo estremo. Ci saranno sempre nuove sfide ed è nostro compito preparare la prossima generazione affinché un giorno possa affrontarle. Significa formare bene i giovani, in modo che siano felici e pronti a subentrare a noi quando sarà il momento. Chiediamo a ogni membro della famiglia interessato a entrare in azienda di conseguire un master e di lavorare per un certo periodo per società esterne. Altrimenti, tutti gli sforzi fatti da mio padre, dalle mie sorelle e da me, sarebbero vane.

GG: Suona come se lei fosse certa del fatto che Marchesi Antinori rimarrà anche nei prossimi anni proprietà della famiglia?

AA: Ce ne siamo assicurati nel 2012, tramite l’istituzione di un trust che si scioglierà solo tra 90 anni. Perciò non c’è il rischio che l’azienda venga venduta o suddivisa.

GG: In questo settore, il fatto di invecchiare –come un buon vino – è d’aiuto?

AA (ride): Assolutamente sì! I nostri partner commerciali sanno che produciamo vino da tanto tempo, lavorando sempre in modo trasparente e senza darci delle arie. Seguiamo fino in fondo il nostro motto: quel che vedi è quello che avrai.

Vini spettacolari: con 22 milioni di bottiglie vendute ogni anno, Antinori è la più grande azienda vinicola privata d’Italia. Voglia

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Benvenuti nella casa londinese di Charlotte Stockdale e Marc Newson, un luogo dove il design prende vita.

Una vista del soggiorno. Di particolare fascino: il camino circondato da pietre di fiume, provenienti dal Canada.

Design da dream team

Un appartamento in città, immerso in un audace mix di colori, forme e motivi: l’abitazione della stilista Charlotte Stockdale e del designer Marc Newson CBE, nel cuore di Londra, è uno straordinario progetto di squadra, con dettagli ben curati.

TESTO: Merle Wilkening FOTOGRAFIE: Haris Ahmed

«È la casa perfetta per ricevere ospiti. Sembra essere fatta proprio per questo».

CHARLOTTE STOCKDALE E MARC NEWSON

Un’immensa lastra di marmo di Carrara adorna l’isola: un pezzo unico, ordinato da Newson direttamente in Italia.

Il bagno è sia opera d’arte che rifugio marmoreo. Le rubinetterie e i sanitari sono stati disegnati da Newson.

«Avevo questa visione, di una stanza tappezzata di marmo, dal pavimento al soffitto».

MARC NEWSON

La biblioteca con pannellature in quercia fa da elemento di contrasto: «Abbiamo pensato di creare un ambiente più raccolto e più piccolo, in netta contrapposizione ai grandi locali del piano inferiore». Sgargiante, invece, una delle camere degli ospiti.

Costruito nel 1894, l’edificio londinese in Francis Street n. 8 era un centro di smistamento della Royal Mail. Fu acquistato dallo sviluppatore immobiliare Alessandro Crivelli, con l’intento di realizzarvi 122 appartamenti. Ma gran parte della superficie fu destinata a spazi commerciali, tra cui gli uffici del banditore e mercante d’arte Simon de Pury, dello stilista Tom Ford e di Marc Newson; le abitazioni rimasero solo nove e una di queste divenne la casa del designer australiano e di sua moglie Charlotte.

Stockdale era redattrice presso riviste del calibro di Vogue e i-D; nel corso della sua carriera ha collaborato con celebri stilisti. Con Katie Lyall ha fondato il label Chaos e la rivista Chaos SixtyNine. Newson, considerato uno dei designer più influenti della sua generazione, collabora con aziende come Hermès, Louis Vuitton e Nike ed è stato coinvolto pure nel design dell’Apple Watch. La sua chaise lounge Lockheed ha stabilito il record dell’oggetto più caro mai venduto creato da un designer ancora in vita. È stato Alessandro Crivelli a richiamare l’attenzione di Newson su questo immobile. «Quando ho scoperto che in questa location esistevano ancora superfici edilizie di tale estensione, ero davvero esterrefatto» ricorda il designer. «Pensavo fosse impossibile trovare una situazione del genere nel centro di Londra».

L’appartamento di 411 metri quadri, con quattro camere e quattro bagni, occupa la parte superiore di un edificio di tre piani. Dopo l’acquisto, la coppia si è dovuta confrontare con ambienti un po’ tristi: «Grigio, molto grigio e

mattoni rossi». Non ambivano, però, al loft in stile newyorchese: «È vero che ci piacevano i volumi tipici di un appartamento a New York, ma non l’atmosfera sterile. Non volevamo una casa lineare e sobria in vetro e acciaio. Per noi, il peculiare fascino di questo edificio, risalente all’età vittoriana, non andava solo tutelato ma addirittura esaltato».

La ristrutturazione fu terminata nell’arco di 18 mesi. Il cuore della casa è la zona giorno con cucina, lunga 24 metri e alta cinque, suddivisibile grazie a un colorato pannello scorrevole. Un luogo conviviale: «È capitato diverse volte di organizzare qui cene per 40 persone e feste in piedi con oltre 80 invitati» raccontano i proprietari. Una parete del soggiorno è interamente rivestita con pietre di fiume tondeggianti. «La maggiore sfida è stata procurarci queste pietre. Infine, le hanno inviate dal Canada, sistemate in delle grosse casse. Poi sono state spaccate a metà e fissate sul muro come un gigantesco puzzle».

Ovunque si trovano accessori e oggetti di design creati da Newson, pezzi originali, ammirati dai suoi fan: diverse lampade Diode, la libreria Voronoi, due sedie Micarta, il tavolo Black Hole. L’isola è un pezzo unico, realizzato con una lastra triangolare di marmo di Carrara, acquistata in Italia. Forno e piano cottura sono progetti di Newson in collaborazione con Smeg, ben abbinati al verde degli armadi.

L’accogliente biblioteca con camino, situata al piano superiore, è in piacevole contrasto con il resto della casa, mentre una delle camere è avvolta da una carta da parati con disegni color verde pastello. «Volevamo dare a quest’ambiente un po’ di calore e di carattere: così io ho scelto il colore, Marc ha disegnato la carta da parati e poi ho fatto cucire delle tende abbinate. Ne è venuto fuori un ambiente rilassante e tranquillo» spiega Stockdale. Proprio accanto si trova un altro punto forte dell’appartamento: il bagno, realizzato quasi completamente con un marmo orientale, chiamato Striato Olimpico. «Trattare in modo coerente questo materiale è stata una vera impresa. Però, ne è valsa la pena, perché il bagno, così com’è ora, offre condizioni perfette per l’utilizzo dell’acqua, una soluzione davvero funzionale» spiega Newson.

L’immobile è pieno di dettagli fuori dal comune, spesso divertenti, che rivelano la collaborazione della coppia: «È stato un progetto straordinariamente collettivo, l’unico lavoro del genere mai commercializzato che probabilmente resterà tale anche in futuro».

ue persone con occhio per stile e design, valorizzato dall’amore per i dettagli; lei si è fatta un nome nel mondo della moda, lui è un celebre designer industriale: la stilista e consulente di moda Charlotte Stockdale e suo marito Marc Newson si sono costruiti nel cuore di Londra un’abitazione straordinaria. Con arredi progettati da loro e coraggiose scelte cromatiche, hanno creato un luogo capace di dimostrare come il design possa cambiare l’atmosfera quotidiana.

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Marina Pointe East: design contemporaneo con finiture moderne e vista sulla baia di Tampa

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CREDITS

FOTOGRAFIA: Mattia Zoppellaro

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ANTINORI pagina 30 MARCHESI ANTINORI, www.antinori.it

PORTFOLIO pagina 38 MO ABUDU, www.themoabudu.com CLARINS, www.clarins.com

GENERAL MOTORS, www.gm.com KARTELL, www.kartell.com NASA, www.nasa.gov

CHEF PAM, www.bychefpam.com ARIANE DE ROTHSCHILD, www.edmond-de-rothschild.com

RESHMA SAUJANI, reshmasaujani.com SPACEX, www.spacex.com TWITTER, www.twitter.com

REESE WITHERSPOON pagina 52 HELLO SUNSHINE, www.hello-sunshine.com

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PATAGONIA pagina 58 CROCIERA IN PATAGONIA, www.australis.com

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2 Celestine, vaso, £ 250, www.weruzo.com

3 Portachiavi di The Row, € 510, www.mrporter.com

4 Scatola bombata della linea Patine d’Hermès, p. s. r, www.hermes.com

5 Cassetta per attrezzi di Lorenzi Milano, € 8.180, www.lorenzi-milani.com

Le giornate si accorciano, le notti diventano più lunghe. Eccovi una serie di prodotti, perfetti per celebrare con stile la vita domestica.

trimestrale pubblicato da GRUND GENUG Verlag und Werbe GmbH EDITORE

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Sven Odia e Principessa Bettina Wittgenstein

Il prossimo numero di GG sarà pubblicato l’1 dicembre del 2023 www.gg-magazine.com

Doppia meraviglia

Nella metropoli cinese di Shenzhen sta nascendo un edificio superlativo. Con

Tower C, Zaha Hadid Architects sta dando continuità all’eredità dell’archistar.

I due grattacieli dall’aspetto avveniristico si innalzeranno per quasi 400 metri nei cieli di Shenzen: Tower C sarà l’edificio più alto della città. Lo studio dell’architetta irachena-britannica Zaha Hadid, deceduta a marzo 2016, ha concepito le due torri come una città verticale, che ospiterà lo Shenzhen Bay Super Headquarters Base. Un virtuoso mega progetto, capace di rendere omaggio alla celebre architetta. Il nuovo centro economico e finanziario, situato nella terza città cinese per grandezza, offrirà spazio a trecentomila dipendenti.

In linea con l’impegno di Hadid – di creare ambienti in armonia con il circondario –, la doppia torre funge anche da ampliamento dell’adiacente parco, offrendo alla città un nuovo spazio pubblico. Un lussureggiante paesaggio terrazzato, situato ai piedi delle torri, conduce verso gli interni: qui, si trova un mix di uffici, superfici commerciali, aree per lo shopping, un albergo, un centro congressi nonché diverse strutture culturali e ricreative.

Con le sue visioni in vetro, acciaio e calcestruzzo, Zaha Hadid ha fortemente influenzato l’architettura del XXI secolo. Ancora oggi, il suo studio d’architettura, fondato nel 1980, è considerato uno tra quelli di maggiore successo globale. Dalla scomparsa di Hadid, l’azienda è diretta dal suo socio di lunga data, Patrik Schumacher. Accanto a Tower C , che sarà terminato entro il 2027, lo studio sta progettando diversi altri edifici in Cina.

Voglia di saperne di più su questo tema?

Ai piedi delle torri si estende un paesaggio terrazzato.

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