

AFFARI DI FAMIGLIA
Leonardo Ferragamo
Eleganza fiorentina: il motivo per cui il marchio del lusso punta sui valori della tradizione e idee innovative
Lily of the Valley
Benessere à la française: sulla Costa Azzurra, un team di padre e figlia ridefiniscono l’idea di benessere
Marlene Taschen
Arte da sfogliare: una conversazione in occasione del 45° anniversario della leggendaria casa editrice
n. 4/25
SETTEMBRE / OTTOBRE/ NOVEMBRE


55 ANNI DI
Gamma Range Rover, valori di consumo carburante (l/100 km): ciclo combinato da 2,7 a 12,0 (WLTP). Emissioni CO 2 (g/km): ciclo combinato da 62 a 272 (WLTP). I valori sono indicati a fini comparativi.



Care lettrici, cari lettori,
alcuni immobili colpiscono per le dimensioni, la dotazione o la posizione, altri ci rimangono impressi per le storie che raccontano. Questi ultimi nascono in genere lì, dove oltre all’investimento di denaro, c’è un’idea forte, nata da visioni personali e lungimiranti, con intuito per i valori persistenti.
Ed è lì che si rivela l’opera silenziosa delle aziende a conduzione familiare. Proprio in periodi caratterizzati da turbolenze economiche e crescente complessità, un’impresa di famiglia agisce spesso in modo differente: non con maggiore velocità ma in modo più profondo, non chiassoso ma lungimirante. Con strategie a lungo termine, queste aziende dimostrano di non cercare una semplice via d’uscita, ma di voler costruire un lascito.
Nel mondo immobiliare, questo modo di agire si distingue dalla concorrenza: le imprese di famiglia sviluppano quartieri, risanano edifici d’epoca e creano abitazioni con un significato che va oltre l’aspetto della redditività. Hanno la libertà di creare progetti di grande carattere, realizzati con la massima attenzione. Le imprese di famiglia sono accessibili, determinate e, il più delle volte, profondamente radicate nel proprio territorio. Tuttavia, questa peculiare forma societaria non manca di importanti sfide: il passaggio alla generazione successiva, la crescente pressione concorrenziale e l’equilibrio tra tradizione e innovazione sono aspetti che richiedono sensibilità e pensiero strategico. Tuttavia – o forse proprio per questo – crediamo che il futuro del settore immobiliare sarà caratterizzato anche da coloro che non investono solo nel mattone, ma anche nei valori.

Questa edizione è un omaggio a tutte quelle famiglie di imprenditori che dirigono le proprie aziende in modo responsabile, dando forma alle proprie passioni. Pur essendo spesso poco visibili, il loro lavoro lascia un segno indelebile. Sono felice che la storia di questa copertina sia dedicata al mio caro amico Leonardo Ferragamo. Siamo legati da una lunga storia di amicizia e da una passione condivisa per il pensiero e le attività imprenditoriali.
Cordialmente

Christian Völkers Editore






Dinastie
In un’epoca nella quale le startup spuntano come i funghi, le imprese di famiglia sembrano dei fari nella tempesta. Il loro potere economico è radicato in valori come la fiducia, la lealtà e l’identità societaria. Queste aziende sono caratterizzate da uno spirito eccezionale, inimitabile grazie alle diverse generazioni che lo hanno vissuto e maturato. Ne è un singolare esempio la storica maison Ferragamo, fondata nel 1927 dal visionario designer di scarpe Salvatore Ferragamo e trasformata dalla vedova Wanda in un marchio della moda di fama mondiale.
Oggi, alla guida dell’azienda c’è Leonardo Ferragamo – uno dei figli del fondatore – che la dirige con sensibilità e grande fiuto, ben consapevole di dover coniugare tradizione e innovazione. Nella mia intervista con il secondo figlio più giovane di Ferragamo, scoprirete le misure attuate da lui per dirigere verso un futuro competitivo una delle ultime grandi aziende del lusso a conduzione familiare (a partire da pagina 30).
Anche la casa editrice TASCHEN, fondata nel 1980 da Benedikt Taschen, è un esempio tipico per un’azienda a conduzione familiare. Partendo da un piccolo negozio di fumetti a Colonia, la TASCHEN è diventata un’istituzione per i libri d’arte su scala mondiale, senza per questo aver rinunciato alle pubblicazioni di nicchia e a uno stile inconfondibile. Oggi, Benedikt Taschen dirige la casa editrice insieme alla figlia Marlene, che abbiamo incontrato via Zoom nel suo ufficio milanese.
Infine, vi sono luoghi come l’albergo Lily of the Valley sulla Costa Azzurra, nato da un’idea di Lucie Weill, figlia di Alain Weill, un rinomato manager nel campo dei media. Tra profumate pinete con vista sul mar Mediterraneo, padre e figlia hanno sviluppato un innovativo concept benessere, capace di fondere un’atmosfera familiare con un’estetica visionaria.
Vi auguro una piacevole lettura!

Michaela Cordes
Ai primi posti della mia lista dei desideri: la Soft-bag di Ferragamo in morbida pelle nappa. Disegnata dal nuovo direttore creativo Maximilian Davis, l’iconica borsa è una rilettura di un modello d’archivio, creato dal fondatore aziendale.


The Wempe Glashütte Iron Walker from Wempe is the essence of a timelessly modern yet sporty watch. Reduced to the essentials and uncompromising in terms of quality and workmanship, it meets the highest standards because it is manufactured at a place that stands like no other for fine German watchmaking: Glashütte in Saxony.

Mark Seelen

Rainer Klipp
In veste di editore, Rainer Klipp dirige da giugno insieme a Matthias Höltken la casa editrice GG. Laureato in economia aziendale e padre di due figli, Klipp è anche responsabile del settore digitale di Engel & Völkers. Le sue incombenze vanno dallo sviluppo di software alla sicurezza informatica, comprendendo anche marketing digitale e l’impiego di intelligenze artificiali.

La nostra storia di copertina su Leonardo Ferragamo è stata fotografata da Mark Seelen a Firenze. Ha avuto l’opportunità di incontrare l’imprenditore a Palazzo Spini Feroni, la sede storica di Ferragamo. L’edificio duecentesco è proprietà della famiglia sin dal 1938. Insieme alla nostra direttrice creativa Carolina Marchiori (l’immagine a sinistra mostra entrambi durante lo shooting nella storica tenuta fiorentina), è riuscito a convincere Leonardo Ferragamo a salire sul tetto del palazzo per ricreare una vecchia fotografia, che mostra la sua famiglia negli anni ’60 proprio su quel tetto (pagina 29). Mark Seelen, nato nei Paesi Bassi ma da tanti anni residente ad Amburgo, è specializzato in ritratti sapientemente composti, nonché in fotografia di interni e di architettura. Per GG ha realizzato diversi servizi nel corso degli ultimi vent’anni. Inoltre, i suoi lavori sono apparsi in innumerevoli pubblicazioni internazionali, tra cui Architectural Digest e Vogue. Accanto alla storia di copertina, ha realizzato per questa edizione anche le fotografie del Taschen Store a Milano e i ritratti di Marlene Taschen (pagina 50).

Kathleen King von Alvensleben
King von Alvensleben è cresciuta a Phoenix, Arizona, oggi il suo centro di vita è Berlino. Come architetta ha costruito una forte rete internazionale nel settore immobiliare. Il suo impegno a favore del Castello di Berlino ha attratto celebri sostenitori, come il presidente George Bush senior e Henry Kissinger. Da alcuni anni lavora come consulente per il Private Office Engel & Völkers e segue, tra l’altro, la vendita della straordinaria proprietà berlinese a Schwanenwerder (For Sale, pagina 70).

MADE TO TOUCH. DESIGNED TO CONTROL. KNX BUILDING TECHNOLOGY IN LS ZERO IN ALUMINIUM DARK
JUNG.GROUP/LSZERO
PHOTOGRAPHER: MICHAEL SANDMAIER

Leonardo Ferragamo
PLAYGROUND

14 COOL CITY Infiniti tesori culturali, tradizioni viventi e uno stile di vita contemporaneo. Una passeggiata nel capoluogo toscano, Firenze.
16 INTERVIEW Un’idea di successo viennese, proposta da una madre con i suoi figli: i ristoranti NENI nascono dalla passione culinaria condivisa.
20 ENGEL & VÖLKERS NEWS Trend del mercato immobiliare.
22 WOMAN I momenti d’oro richiedono accessori raffinati.
24 MAN Accenti intelligenti per un’eleganza discreta.
26 BOOKS Storie di famiglie famose, sfaccettate e raccontate in modo avvincente: da ascoltare, leggere o guardare.
162 PERSONAL Architettura sociale e colori promettenti dal Messico.
AT HOME
30 FERRAGAMO Fin dal 1927, l’azienda di famiglia italiana è sinonimo di eleganza e alto artigianato. Ora, Leonardo Ferragamo sta portando la maison fiorentina verso il futuro.
42 LILY OF THE VALLEY Benessere alla maniera dei francesi. L’eccezionale resort sulla Costa Azzurra è nato dall’interazione tra due generazioni.
50 MARLENE TASCHEN La figlia del fondatore riveste i ruoli di condirettrice e stratega della casa editrice Anche grazie a lei, l’azienda conserva il proprio spirito avanguardistico

60 ALEXA HAMPTON Suo padre Mark ha arredato la Casa Bianca. La rinomata interior designer dà continuità alla sua eredità estetica.
FOR SALE INSERZIONI
70 NEW HOME La fiabesca Villa Schwanenhof è un gioiello isolano unico nel suo genere, situata in una delle migliori posizioni residenziali di Berlino.
78 RESIDENTIAL & COMMERCIAL Ville, case signorili e spazi commerciali: gli immobili più belli.
84 – 146 EUROPA
78 – 79 AMERICA CENTRALE
80 – 83, 148 – 159 AMERICA DEL NORD
147 AFRICA DEL SUD
160 ADDRESSES Nomi, punti vendita e produttori.
161 STAFF Colophon.
Ponte Vecchio è il ponte più famoso di Firenze. Da diversi secoli ospita soprattutto botteghe di orafi e gioiellieri. Qui, sopra le acque dell’Arno, si presenta un meraviglioso mix di artigianato e vivacità.

PLAYGROUND

Florida Firenze
Da secoli, il patrimonio culturale del capoluogo della Toscana viene plasmato e salvaguardato da alcune influenti famiglie. Uno sguardo all’artigianato locale e alle tradizioni, calati in uno scenario unico.
DI MERLE WILKENING ILLUSTRAZIONI ASIA ORLANDO

Tesori toscani
1 BELLEZZA Il Duomo di Firenze, con la sua facciata rigorosamente simmetrica, è considerato uno degli edifici più importanti del Rinascimento italiano. 2 CAPOLAVORO Gli affreschi della celebre cupola del duomo di Brunelleschi raffigurano scene del Giudizio Universale. 3 RIFUGIO
L’antica residenza di campagna della famiglia Medici sulle rive dell’Arno ospita l’albergo 5 stelle Villa La Massa 4 TRADIZIONE La trattoria
Il Cibrèino punta sui classici della cucina toscana, come la Pappa al Pomodoro



oche città europee rappresentano il retaggio familiare con la stessa immediatezza di Firenze. Tra palazzi rinascimentali, architettura iconica e musei di fama mondiale, la metropoli italiana rivela l’instancabile attività economica, politica e artistica delle grandi famiglie fiorentine. La loro enorme ricchezza nacque dalla lavorazione di lana e tessuti, dall’oreficeria, dalla pelletteria di alta qualità e dall’ascesa a centro finanziario. Fino ad oggi, lo spirito che caratterizzò un’intera epoca è rimasto vivo in città. Nessun nome è così intimamente legato a Firenze come quello dei Medici, una potente dinastia che nel corso del ’400 divenne uno dei principali poli europei del potere politico-culturale, grazie al loro impero bancario. Palazzo Medici Riccardi, il primo palazzo della famiglia in città, rivela ancora oggi il grande ascendente sulla vita cittadina e il senso estetico dei Medici. Nella vicina Basilica di San Lorenzo, fiancheggiata dalle Cappelle Medicee e dall’arte sacra di Michelangelo, i Medici sono onnipresenti: scolpiti nel marmo, mecenati dell’arte e costruttori della storia fiorentina. Gli Uffizi, in passato uffici amministrativi dei Medici, espongono opere di Botticelli, Raffaello e da Vinci: un’ancestrale forma di branding, attuata da una famiglia che ha elevato il proprio retaggio culturale ad arte pubblica.
Ma anche altre famiglie, tra cui gli Strozzi e i Rucellai, hanno lasciato un’impronta nella storia della città. Palazzo Strozzi, oggi uno spazio espositivo per l’arte contemporanea, rivela la competizione con i Medici e racconta dell’età d’oro dell’attività bancaria. Il Ponte Vecchio, un antico mercato trasformato da Ferdinando I de’ Medici nella strada degli orafi e dei gioiellieri,
è tutt’oggi sede di molte aziende di famiglia che da generazioni tramandano la propria arte. Anche alcuni dei più influenti nomi del mondo della moda hanno le proprie radici a Firenze: nel 1921, Guccio Gucci apre qui il suo laboratorio di pelletteria, seguito nel 1927 dal calzaturificio di Salvatore Ferragamo (vedi storia di copertina). Nonostante la rilevanza internazionale, entrambe le aziende sono profondamente legate alla loro città natale, tramite musei, flagship store e l’inconfondibile stile. Per quanto sia ricca di storia, Firenze non soccombe a un timore reverenziale, ma risplende e pulsa di vita. Qui, il giorno comincia con un caffè, preso in piedi al bancone del bar, e continua più tardi con un bicchiere di Chianti delle vicine zone collinari, oppure con un gelato. Per guardare la città dall’alto si sale a Piazzale Michelangelo. Sorseggiando un Negroni dolce-amaro, rosso come il tramonto, si avverte la peculiare atmosfera di Firenze: la vicinanza tra passato e presente, l’orgoglio artigianale e la lungimirante visione imprenditoriale. Firenze è sinonimo di grandi famiglie, di arte e dell’armoniosa unione tra tradizione e cambiamento.


Palazzo Medici Riccardi
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Basilica di Santa Maria Novella
Museo Salvatore Ferragamo Duomo di Firenze
Giardino di Boboli
Galleria degli Uffizi
Ponte Vecchio
Palazzo Vecchio
Museo Nazionale del Bargello
Basilica di San Lorenzo Galleria dell'Accademia
Dall’oriente: cuore e cucina
Con i suoi figli, Haya Molcho gestisce l’acclamato gruppo gastronomico dei ristoranti NENI. Una passione diventata un’impresa di famiglia.
Chi ha avuto l’idea di chiamare i ristoranti NENI?
Ilan: È stata un’idea di mia madre, sono le iniziali dei nomi di noi figli: Nuriel, Elior, Nadiv e Ilan.
Haya: Volevo qualcosa che ci rappresentasse. Mio marito Samy mi ha supportato subito. Per noi, NENI era un nome che veniva dal cuore, diventato poi un marchio.
Quand’è che il progetto si è trasformato in un affare di famiglia?
Haya: Tutto è partito dalla nostra cucina a Vienna con un piccolo servizio di ristorazione. Io cucinavo e i ragazzi mi davano una mano, finché non sono arrivate le prime richieste per grandi catering. Con l’apertura del primo NENI nella piazza del

Naschmarkt – all’epoca i miei figli avevavano tutti superato i vent’anni – era chiaro: questo è più di un semplice progetto, è famiglia, passione, una strada da percorrere insieme.
C’erano dubbi circa la fattibilità di collaborare in famiglia?
Elior: Ovviamente c’erano tensioni, ma fanno parte del lavoro. Avevamo le idee chiare: bisognava rimanere aperti e onesti per trasformare i nostri rapporti familiari in una forza unitaria. Nuriel: È stato un processo di apprendimento, ed è stato proprio questo percorso a rinsaldare i nostri legami.
Come avete deciso la suddivisione dei ruoli?
La famiglia Molcho punta su condivisione e convivialità: Nadiv e Nuriel, i genitori Haya e Samy, Ilan ed Elior (da sinistra).


DOVE LA PASSIONE INCONTRA IL RENDIMENTO
Non ogni Porsche 911 è un investimento. Fattori come edizioni limitate, versioni speciali e una storia completa ne fanno un oggetto da collezione molto ambito. Spesso sono i dettagli più raffinati a fare la differenza.
Con noi non investite solo in emozioni automobilistiche, ma vi assicurate anche un patrimonio con carattere.
Raccontateci la vostra storia con Porsche – unica, straordinaria, indimenticabile.

Classici della cucina mediorientale, presenti in tutti i ristoranti: falafel, hummus e baba ganoush del marchio NENI fanno parte dell’assortimento di molti supermercati.

Nuriel: Non c’era nessuna pianificazione, ognuno si è inserito secondo i propri punti di forza. Quasi fin dall’inizio, io mi sono occupato del marketing, Ilan si è concentrato su strategie ed espansioni, Elior ha grande talento per il design e altre aree creative, mentre la mamma è l’anima della cucina. Haya: Ho mollato molte incombenze, ma mai la cucina.
Quali cose avete dovuto imparare sul campo?
Ilan: L’imprenditorialità non si impara a scuola. Abbiamo scoperto molto da autodidatti: la gestione del personale, l’espansione internazionale, la costruzione del marchio.
Nuriel: Probabilmente, la sfida più complessa era la gestione delle emozioni intrafamiliari. Rapportarsi professionalmente sul lavoro e con affetto in privato è un quotidiano atto di equilibrio.
Ormai, ci sono 13 ristoranti NENI in 7 paesi, con oltre 650 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 47 milioni di euro. Come riuscite in un contesto di crescita internazionale a salvaguardare l’atmosfera da ristorante di famiglia?
Ilan: Investiamo anche in cultura, non solo in strutture. Ogni nuova sede riceve la nostra piena attenzione personale. Insieme a noi viaggia anche la nostra anima, attraverso le pietanze, la narrazione, l’interior design.
Quale pietanza rappresenta al meglio la vostra vita di famiglia?
Haya: Il sabich (una specie di focac-
cia israeliana, NdR). È caotico, colorato, pieno di aromi, proprio come noi
Signora Molcho, viaggiando con suo marito, il famoso mimo, ha conosciuto in giro per il mondo le più svariate culture culinarie. Quali sono le esperienze che le sono rimaste impresse fino ad oggi?
Haya: La grande varietà, la creatività, la curiosità. Abbiamo conosciuto tantissime culture, tutte in un qualche modo presenti nei nostri piatti.
Ci sono fragranze e aromi intimamente legati alla vostra patria?
Elior: Le melanzane arrostite sulla brace.
Ilan: La tahina e, ovviamente, l’hummus bello cremoso.
Haya: Per me, il profumo della challah appena sfornata (un tradizionale pane ebraico, NdR).
Nel 2009, Haya Molcho ha aperto il primo NENI in piazza Naschmarkt a Vienna. Anche in futuro, l’azienda sarà gestita dalla famiglia.

Per voi, la condivisione è la chiave fondamentale per stare in compagnia?
Haya: Sì, senz’altro. Il cibo va condiviso, è lì che nascono i veri legami.
Avete dei rituali comuni?
Haya: Lo sabbàt, con candele, pane, famiglia. Nuriel: E il pranzo in famiglia, tutte le volte che ci riusciamo.
NENI rimarrà un’azienda di famiglia?
Ilan: Sì. Ma, ove compatibile, siamo aperti a collaborazioni esterne.
L’anima sarà sempre la nostra famiglia.

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La tradizione incontra il futuro
Nel mondo dei grandi patrimoni, i family office sono considerati attori discreti ma influenti. Amministrano con un approccio personalizzato, lungimirante e intergenerazionale i beni di famiglie imprenditoriali molto facoltose. L’importanza di questi ‘silenziosi’ operatori del mercato sta crescendo in modo esponenziale.
Da quando il finanziere statunitense John Pierpont Morgan ha coniato nel 1883 il termine family office per dare un nome alla sua divisione di investimenti privata, responsabile della gestione della sua collezione d’arte in continua crescita, non abbiamo mai assistito a un incremento talmente forte di queste istituzioni come negli ultimi tempi: secondo ricerche recenti, al mondo esistono oltre 9 mila family office, e cioè delle società private di investi mento e servizi, legate a una singola famiglia con un patrimonio di oltre 100 milioni di dollari. Verosimilmente, entro il 2030 il numero di family office raggiungerà un totale di oltre 10.700 società, corrispondente a un enorme incremento del 75 % nel decennio iniziato nel 2020. Il totale dei patrimoni amministrati in questo modo su scala globale è destinato a crescere entro il 2030 dagli attuali 3,1 bilioni di dollari statunitensi a 5,4 bilioni di dollari statunitensi. Questo autentico boom è dovuto a numerosi fattori, tra cui la sempre maggiore concentrazione dei patrimoni mondiali, il desiderio delle famiglie ultra-High Net Worth di una tutela e di un incremento intergenerazionale dei propri beni, le condizioni favorevoli per quanto riguarda i fondi di investimento privati o gli acquisti di aziende e, ultimo ma non per questo meno importante, la volontà da parte delle famiglie superricche di voler individuare strategie di investimento e servizi sempre più personalizzati. La forte espansione dei family office è ancora più sorprendente considerando che svolgono le proprie attività perlopiù in segreto, prestando la massima attenzione alla tutela della pri-
Silenziosamente, i family office sono diventati uno dei più importanti attori strategici del mondo finanziario.
tamente sui propri investimenti, grazie alla gestione attiva del patrimonio. Accanto a considerazioni prettamente economiche, le attività sono spesso influenzate da aspetti strategici ed emotivi, come quando si tratta della scelta di una sede che abbia un significato personale o di investimenti in pregiati immobili di rappresentanza.
vacy legata ai beni e agli interessi delle famiglie di proprietari. Mentre fondi speculativi e fondi di investimento privati sono decisamente più esposti alla sfera pubblica, i family office sono diventati silenziosamente uno dei più importanti pilastri del panorama finanziario: agiscono in modo indipendente, non perseguono interessi commerciali esterni e si attengono senza compromessi agli obiettivi a lungo termine stabiliti dalle famiglie. Per molti family office, gli immobili sono una delle categorie di investimento predilette. Per una buona ragione: non solo offrono stabili proventi ben pianificabili e una buona protezione dall’inflazione, ma garantiscono anche un’elevata resistenza alle crisi. Contestualmente permettono di diversificare in modo sensato l’intero portfolio e offrono un potenziale aumento di valore a lungo termine. In aggiunta, molti family office apprezzano la possibilità di intervenire diret-
Per i family office sono di fondamentale importanza la riservatezza, le consulenze personalizzate e l’accesso esclusivo. E proprio qui entra in campo la divisione Private Office di Engel & Völkers: in veste di unità altamente specializzata, offre fin dal 2007 servizi su misura per clienti privati benestanti e family office in tutto il mondo. L’attenzione è rivolta all’intermediazione discreta dei più pregiati immobili di lusso, sia nel segmento off market che nell’ambito di transazioni particolarmente sensibili. Con una rete globale, un’esperienza pluriennale nel segmento lusso e consulenze personalizzate di altissimo livello, il Private Office offre anche accesso a eccezionali immobili da investimento in tutto il mondo, non disponibili sul mercato pubblico. Così, non solo si tutela la privacy del proprietario, ma si crea pure un accesso discreto a immobili di pregio, capaci di sussistere a lungo in un esclusivo portfolio, assicurando un futuro al patrimonio e ai valori della famiglia.
@engelvoelkers.global @evamericas

ENGEL & VÖLKERS

Serata di gala nel quartier generale di Engel & Völkers ad Amburgo per celebrare la nuova partnership. Da sinistra: Group CEO Jawed Barna, Leonardo Ferragamo, Christian Völkers, Vincenzo Equestre, CEO della regione EMEA per il gruppo Ferragamo.
Responsabilità empatica e lungimirante
Le aziende di famiglia sono ben più di semplici costrutti economici. Sono espressione di un’attitudine tramandata spesso per diverse generazioni, caratterizzate da coraggio, fiducia reciproca, lealtà e dalla consapevolezza di cosa ne determini la vera forza: non le azioni nell’immediato, ma i ragionamenti ad ampio respiro. Ricordo perfettamente il mio incontro dello scorso anno con Leonardo Ferragamo, un colloquio che mi ha colpito profondamente. Non solo per i concetti imprenditoriali ben delineati, ma anche per la sua profonda comprensione di cosa significhi tramandare l’eredità e la responsabilità legate a un grande nome. Firenze non è solo la città dove ha avuto inizio la storia dei Ferragamo, ma anche un luogo di particolare importanza per Engel & Völkers. Anche noi siamo presenti a Firenze, dove vediamo quotidianamente come si fondono storia e futuro, tradizione e innovazione. Ma vediamo anche come in tutto il mondo le famiglie di imprenditori puntino sempre di più su immobili, che si sono rivelati un patrimonio finanziario stabile e orientato alla crescita. I nostri consulenti del Private Office Engel & Völkers sviluppano per voi strategie su misura: con la massima discrezione, lungimiranza e visione globale. Non importa se si tratti di un family office o di una dinastia di imprenditori: chi ragiona in termini generazionali cerca partner con un’expertise che vada oltre i mercati, ma che includa anche persone, valori e responsabilità. Forse non è un caso che anche Engel & Völkers sia nata da un’azienda di famiglia. Inizialmente un’agenzia immobiliare di quartiere, siamo oggi un’impresa globale con affiliati che ragionano e agiscono in modo imprenditoriale, continuando a rappresentare quei valori presenti in molte aziende di famiglia: responsabilità, sostenibilità, costanza. Sono assai lieto che l’intera edizione di questo numero di GG sia dedicato alle imprese di famiglia, con stimolanti racconti di imprenditori e imprenditrici, valide testimonianze di come proiettare il passato verso il futuro.
Cordialmente
vostro, Jawed
Barna
Group CEO
INVESTIRE IN IMMOBILI DA FIABA

Per gli individui ad alto patrimonio netto (HNWI) uno dei più importanti strumenti di protezione patrimoniale a lungo termine è la presenza di un portfolio immobiliare internazionale. Particolarmente ambiti: castelli e palazzi signorili. Spesso gli immobili storici dispongono non solo di posizioni eccezionali, lussuosi arredi e proprietà terriere, ma conquistano anche per la loro affascinante storia . Il mercato degli immobili storici registra una domanda stabile, di fronte a un’offerta limitata.
LO SAPEVATE?
Le 500 aziende di famiglia più grandi al mondo …
• hanno realizzato nel 2024 un fatturato congiunto di 8,8 bilioni di dollari statunitensi
• impiegano in tutto il mondo 25 milioni di persone
• sono guidate nel ranking da Walmart, Volkswagen Group, Schwarz Group, Cargill e Ford Motor Company
Fonte: The 2025 EY and University of St. Gallen Global 500 Family Business Index

E&V A FIRENZE
Dal 2024, Engel & Völkers gestisce una sua sede aziendale a Firenze. Per offrire ai clienti più stretti e ai partner in loco un’esclusiva esperienza del marchio, l’azienda organizza regolarmente eventi premium in città, appoggiandosi a locali come il Giardino 25, l’elegante café della lussuosa maison fiorentina Gucci, che si trasforma di sera in cocktail bar. Un giro nel centro storico regala sempre nuovi sguardi sul mondo Engel & Völkers, un marchio globale che qui prende vita nelle zone più prestigiose, come in Piazza della Repubblica!
BREVE RIFLESSIONE DEL GROUP CEO
WOMAN









Raffinatezza in arancione
Le giornate autunnali offrono spazio per eleganti trasformazioni, affinché ogni singolo dettaglio scintilli nella calda luce del crepuscolo.
1 ACCOMPAGNATRICE La borsa tote Goldentime di Zimmermann, intrecciata a mano, trae ispirazione dalle sinuose forme del mare, € 595.
2 DELIZIE Da generazioni, Ladurée è sinonimo di alta pasticceria francese. Confezione regalo con diversi tipi di macaron, p.s.r.
3 UNITI Due piani d’appoggio formano un’unità: i tavolini Twins, disegnati dalla designer Monika Mulder per Artifort, p.s.r.
4 PREZIOSA Da 130 anni, l’azienda di famiglia Swarovski punta su scintillanti creazioni in cristallo. Campana di vetro Idyllia, edizione limitata, € 15.000.
5 TRADIZIONALE Il marchio Loro Piana ha profonde radici nella cultura italiana. Ottimi per camminare: i mocassini Dot Sole Walk, color passion fruit, € 760.
6 ELEGANTE Uno stile cosmopolita, ispirato alla lussuosa vita newyorchese: gonna midi in raso di Carolina Herrera, € 825.
7 EMBLEMATICO Sotto la direzione della famiglia Hermès nascono ogni anno nuove varianti dell’iconico foulard di seta. Carré 90 Bottes Story, € 530.
Missoni: giacca a quadri oversize incontra minigonna in pelle. Look disinvolto della collezione autunno/inverno 2025/26.














































A chiare linee
Con il cambio delle stagioni, lo stile ha bisogno di nuovi accenti. Tagli precisi e colori smorzati creano una sensazione di understatement: essenziale e intensa.
1 RAFFINATO Riedizione di un classico di Patek Philippe: il modello Grandes Complications 5271/12P-010, con rubini sulla lunetta. P.s.r.
2 EVOCATIVO Blazer in lana color blu scuro con emblema Fendi Club sul petto, immaginato da Silvia Venturini Fendi per il centenario della maison. € 2.300.
3 IMPERTINENTE La giocosa poltrona Amoebe, creata da Verner Panton per Vitra, incarna lo spirito dei primi anni ’70. A partire da € 2.420.
4 LIFESTYLE Da sempre, Tod‘s celebra il made in Italy, tra dolce vita ed eleganza senza tempo. Sneaker in pelle scamosciata blu, € 590.
5 SCHIZZATO Blu profondo, come inchiostro su carta: il tappeto Toundra, taftato a mano, del designer Guillaume Delvigne per Maison Pierre Frey, p.s.r.
6 SQUADRATO Versace: un nome e uno stile, indissolubilmente legati a una famiglia. Occhiali da sole VE2266 di Versace, tramite amevista.com, € 180 ca.
7 ICONICO Il mito e i drammi della famiglia Gucci continuano a vivere fino ad oggi nel nome della maison. Discreto: il bracciale Marina Chain, € 320.
Prada: la natura umana e gli istinti primari esplorati dalla moda. Collezione autunno/inverno 2025 di Miuccia Prada e Raf Simons.

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PODCAST
Hermès
Ben Gilbert e David Rosenthal analizzano nel loro podcast Acquired il mondo degli affari, parlando di aziende iconiche. La puntata su Hermès segue l’evoluzione da piccolo laboratorio parigino di finimenti a emblema dell’eleganza senza tempo e dell’alto artigianato, grazie all’impegno di sei generazioni della stessa famiglia. Invece di assecondare trend e mode, Hermès ha sempre difeso la propria indipendenza creativa investendo in qualità senza compromessi e standard esclusivi. L’eccezionale storia di un’azienda del segmento lusso!
Acquired, p odcast, stagione 14, episodio 2
The Offer
La miniserie racconta la genesi del classico hollywoodiano Il padrino dal punto di vista del produttore Albert S. Ruddy. Per poter realizzare la propria visione è costretto a opporsi alle politiche degli studi cinematografici, ai giochi di potere e all’influenza della mafia reale. Da questo insieme di conflitti, passioni e incrollabile forza di volontà è nato un capolavoro che vinse ben tre Oscar e scrisse la storia del cinema. Uno sguardo nudo e crudo dietro le quinte di Hollywood, popolate da rischi e follie.
Regia: Dexter Fletcher (Paramount+)
«Alla fine, la FAMIGLIA è ciò che conta».
DONATELLA VERSACE

LIBRO
Little Book of Fendi
La giornalista di moda Laia Farran Graves non solo mette in luce l’iconico design e la creatività di una delle più vecchie dinastie della moda italiana, ma racconta anche la straordinaria storia delle cinque sorelle Fendi. Con spirito di innovazione, stile e una chiara visione imprenditoriale, hanno trasformato un negozio di pelletteria a conduzione familiare in un marchio di lusso internazionale che ha definito il mondo della moda ben oltre Roma.

House of Gucci
La vera storia dell’ascesa e caduta della dinastia Gucci, segnata da ambizioni, avidità e tradimenti. Lady Gaga interpreta Patrizia Reggiani, entrata nell’azienda di famiglia grazie al suo matrimonio con Maurizio Gucci; anni dopo, commissiona il suo omicidio. Il film racconta come diffidenza e lotte di potere interne distruggono il fiorente impero della moda, suggellando infine anche l’uscita della famiglia Gucci dalla propria maison.
Regia: Ridley Scott (Prime Video)
FILM
SERIE TV
Laia Farran Graves, Welbeck, € 18

Family Tradition and Innovation
How VIA is growing into the next generation
The family-owned company VIA, based in Bacharach, has been writing its success story for over two decades. With the takeover of a decommissioned slate grinding plant in Kaub at the turn of the millennium, the former production site for roofing slate was transformed into a manufactory for ornamental floor coverings - marking the beginning of a new era. Today, VIA is considered a market leader in the field of cement mosaic and terrazzo tiles - both in the restoration of listed buildings and in modern interpretations of classical designs. The fusion of craftsmanship, design expertise, and the use of sustainable materials continues to define the company’s identity to this day.
In addition to tiles, VIA has developed further products based on traditional building materials - including its in-house VIA paint. It stands out with a natural resin binder, exceptional coverage, and an aesthetic that excites craftsmen and architects alike.
VIA also sets standards in the field of terrazzo: with a lime-bound, cement-free version inspired by Venetian tradition, the company brings a historic material into the present - ecological, durable, and affordable.
The next generational transition is unfolding as authentically as the product portfolio: two of the three children of founders Almut Lager and Norbert Kummermehr are already integral
parts of the company. Their daughter Greta, a trained graphic designer from Milan, is responsible for design, product range, and social media. Their son Anton, a business economist trained in Barcelona, is driving the online division forward. The youngest son, Paul, is about to graduate from high school - and already has his future role in the family business firmly in sight.

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Headquarter: Alexander - Bretz - Straße 2 D-55457 Gensingen bretz.de Flagships: Kantstr. 17, Living Berlin Hohe Str. 1, Dortmund Wilsdruffer Str. 9, Dresden Grünstr. 15, Düwell Düsseldorf Schäfergasse 50, Frankfurt Große Elbstr. 68, Stilwerk Hamburg Hohenstaufenring 62, Köln Reudnitzer Str. 1, Leipzig Hohenzollernstr. 100, München Hallenplatz 37, Nürnberg Königsbau Passagen Stuttgart Salzgries 2, Wien

LEGAMI DI FAMIGLIA
I Ferragamo hanno tanto da insegnarci: nel 1927, Salvatore fondò la propria azienda, la vedova la trasformò in un impero del lusso, guidato oggi dai loro figli e nipoti. A seguire, vi presentiamo questa e altre avvincenti famiglie di imprenditori.
Wanda Ferragamo, vedova di Salvatore Ferragamo, con cinque dei suoi sei figli sul tetto della sede aziendale a Palazzo Spini Feroni.

Non senza la mia famiglia!
Leonardo Ferragamo, figlio del fondatore Salvatore, dirige l’azienda del lusso nella seconda generazione. In un’esclusiva intervista, il padre di quattro figli e nonno di due nipoti, parla del riposizionamento del marchio, dell’eredità dei suoi genitori e del motivo per cui la vera eleganza non ha età.
DI MICHAELA CORDES FOTOGRAFIE MARK SEELEN

Anche dopo l’entrata in borsa del 2011, la famiglia Ferragamo continua a detenere una quota maggioritaria del 65 % ca. L’amministratore delegato dell’azienda è Leonardo Ferragamo, il quinto dei sei figli di Salvatore e Wanda.

Tra i più bei ricordi d’infanzia di Leonardo Ferragamo vi sono momenti come questo: quando il padre Salvatore si prende del tempo per mostrare al figlio gli attrezzi utilizzati per creare i suoi straordinari modelli di scarpe. A vent’anni, il secondo figlio più giovane del fondatore, ha cominciato la propria carriera nell’azienda di famiglia.
Firenze, in una soleggiata mattinata di inizio settimana. Per lo shooting fotografico di GG, Leonardo Ferragamo è salito sul tetto di Palazzo Spini Feroni, fin dal 1938 sede aziendale di Ferragamo. L’iconico simbolo Gancini – un ferro di cavallo stilizzato, ispirato alle antiche decorazioni dei cancelli in ferro della casa madre fiorentina – incarna in modo ineguagliabile i valori del brand: tradizione, qualità, innovazione. Da quasi cent’anni, perfezione artigianale ed eccellenza del prodotto sono le caratteristiche emblematiche della lussuosa maison di moda italiana. Fin dal 1927, quando il carismatico designer di scarpe Salvatore Ferragamo fondò l’azienda, il marchio è sinonimo di uno stile straordinario, combinato a un’altissima qualità e un profondo legame con il retaggio culturale dell’Italia.
È impressionante come la sua famiglia sia riuscita a salvaguardare i valori trasmessi dai vostri
genitori, trasformando Ferragamo in uno dei più rinomati attori dell’odierna industria del lusso. Ripensando al passato, quali sono i ricordi più significativi di suo padre?
Io e i miei fratelli ci sentiamo profondamente privilegiati ad aver avuto due genitori straordinari. Mio padre morì nel 1960 all’età di 62 anni. All’epoca, mia madre aveva solo 38 anni, eppure si assunse la responsabilità della famiglia e dell’azienda.
Sebbene il più delle volte sia suo padre ad essere omaggiato come fondatore dell’azienda, in realtà è stata sua madre a trasformare con potere visionario e bravura imprenditoriale la maison Ferragamo nell’attuale marchio del lusso di fama internazionale. Contestualmente ha anche cresciuto lei e i suoi cinque fratelli. Fino alla sua morte a 97 anni, non solo ha salvaguardato l’eredità creativa del marito ma ha anche perseguito l’obiettivo di portarla verso una nuova era. Come ci è riuscita?
Alla morte di mio padre, il più piccolo di noi figli aveva due anni e mezzo, la più grande ne aveva diciotto. Mia madre la vide come la propria missione, trasmettere a noi la straordinaria esperienza vissuta insieme a mio padre. Grazie a lei, l’opera di mio padre divenne per noi una presenza costante. Ci ha talmente condizionato, da farci sentire in dovere di dare continuità ai sogni dei nostri genitori e tutelare la loro eredità. Questa spinta emotiva ci ha accompagnato per tutta la vita. Siamo sei fratelli e ognuno di noi è entrato a suo tempo in azienda, sull’onda di questa spinta: avevamo il desiderio di sviluppare l’eredità dei nostri genitori, con l’obiettivo di creare un marchio di successo. Ognuno come individuo, ma anche come parte di una squadra.
Ferragamo è anche sinonimo di un artigianato che valorizza gli artigiani capaci di lavorare con passione per dare vita a prodotti di alta qualità. Lei è stato introdotto in questo mondo fin da bambino?
Sì, l’artigianato è profondamente radicato nella mia cultura. Ricordo che giocavo già a due anni con scampoli di cuoio, mentre mio padre realizzava delle scarpe a casa.
Al mio primo anno di scuola elementare – l’unico frequentato mentre mio padre era ancora in vita –mi permisero come premio di accompagnarli in fabbrica. Lì, i calzolai mi insegnarono i primi lavoretti artigianali. Più tardi, da adolescente, trascorsi insieme a mio fratello minore Massimo i mesi estivi in fabbrica. Ricordo di aver realizzato a quattordici anni il mio primo paio di scarpe, regalate
Tutta la forza del passato, per reinventare con coraggio il futuro: oggi, l’azienda del lusso si presenta con un nuovo logo, rinunciando per la prima volta al nome di battesimo del fondatore.
In basso: Salvatore con la moglie Wanda e i figli Fiamma, Ferruccio, Giovanna, Fulvia, Massimo e Leonardo.




poi a mia madre. C’è da dire che non le ha mai indossate, anche se in fin dei conti non erano così male. (ride)
Il mio primo incarico in azienda è stato nel reparto dove si producevano le scarpe, proprio accanto ai nostri maestri artigiani. Ho sempre amato questo lavoro.
In realtà, la strada verso il successo internazionale di Salvatore Ferragamo inizia negli Stati Uniti, dov’è conosciuto fin dagli anni ’20 del ’900 come il “calzolaio delle stelle” di Hollywood. Nonostante il grande successo, decide nel 1927 di rientrare in Italia, dove fonda a Firenze l’azienda Salvatore Ferragamo.
Quel che è cominciato con la produzione di scarpe da donna su misura, per icone del cinema come Audrey Hepburn o Marilyn Monroe, è diventato da tempo un marchio internazionale del lusso

Equilibrio perfetto tra tradizioni aziendali e un’estetica fresca, facilmente indossabile: le creazioni del nuovo direttore creativo di Ferragamo, Maximilian Davis, suscitano l’approvazione e l’attenzione del mondo fashion.

«Il fatto di essere ancora un’azienda a conduzione familiare, riempie i nostri lavoratori di un peculiare orgoglio, quello di essere parte di una storia straordinaria».
LEONARDO FERRAGAMO

dall’animo inconfondibile. Tutt’oggi, Firenze è considerata il centro dell’artigianato italiano. Quanto è difficile per Lei, continuare questa tradizione oggi?
Mio padre scelse Firenze dopo aver avuto, ancora molto giovane, grande successo a Holly wood.
Anche i suoi fratelli hanno interiorizzato questo rispetto per l’artigianato?
Assolutamente sì. È una nostra responsabilità trasmettere l’alta considerazione dell’artigianato, sia alle persone fisiche che lavorano nei nostri laboratori, che a tutti quelli impegnati nello sviluppo e la progettazione dei prodotti. L’età media dei nostri lavoratori in fabbrica è di trent’anni, e quindi sorprendentemente basso. Tuttavia, ci sono anche collaboratori sulla cinquantina e sulla sessantina che trasmettono il proprio sapere alle generazioni più giovani. Attualmente stiamo registrando una rinata passione per il lavoro manuale. Spero che questo trend sia reale! Sicuramente esiste una nuova consapevolezza per quanto riguarda il valore del lavoro artigianale, c’è un desiderio diffuso di realizzare cose con le proprie mani.
Ancora oggi, tutti i prodotti di Ferragamo vengono realizzati in Italia?
Sì, al cento per cento, con pochissime eccezioni.
Quante persone lavorano per voi?
In Toscana e nel resto d’Italia abbiamo una nostra rete di fornitori. Internamente occupiamo una cinquantina di persone, impegnate nella realizzazione di prototipi e nello sviluppo dei prodotti. La vera e propria produzione è affidata a una serie di partner esterni.
In alto: la nuova campagna promozionale Pre-Fall 2025, firmata da Alice Rohrwacher. A destra: per Marilyn Monroe – qui in una scena del film A qualcuno piace caldo –Salvatore Ferragamo ha creato un tacco speciale, metà in legno, metà in acciaio. Il nuovo rosso, scelto come colore aziendale, si ispira alla sfumatura scarlatta dei tacchi delle décolleté, commissionate dalla Monroe a Salvatore Ferragamo per il film Facciamo l’amore
A 29 anni decise di lasciare gli Stati Uniti per tornare in Italia, alla ricerca di una qualità autentica. Scelse Firenze per la sua storia e la sua cultura. E fu la scelta giusta: all’epoca si rivelò la sede ideale per noi, e ancora oggi lo è. Come capoluogo della Toscana, Firenze continua a rappresentare l’eccellenza artigianale, soprattutto per quanto riguarda la lavorazione del pellame. Però il vero significato di artigianato va ben oltre il semplice processo del lavoro manuale. Comincia nella testa e nel cuore, sta nella passione con la quale si inventa qualcosa, per poi concretizzarsi nella forma realizzata con le proprie mani. Questo peculiare spirito, questo state of mind, è profondamente ancorato nella cultura toscana. E benché i processi di lavorazione siano cambiati, i valori centrali rimangono inalterati: collaborazione, qualità e carattere.
Su scala mondiale, vi sono 3.585 specialisti che lavorano per la vostra azienda. In aggiunta, gestite 367 boutique in oltre 90 paesi. Ormai, gran parte dei marchi del lusso fa parte di grandi gruppi, come LVMH o Kering. Ferragamo è una delle ultime grandi aziende rimasta proprietà di una famiglia. In che misura questo costituisce una sfida e quali sono i vantaggi? L’indipendenza comporta sempre delle sfide. Probabilmente non abbiamo lo stesso potere contrattuale e la stessa dimensione dei grandi gruppi ma questo ci rende più creativi, più flessibili e, a volte, anche, più coraggiosi.
Ci sono ancora alcuni meravigliosi marchi indipendenti rimasti di proprietà delle famiglie: Chanel, Cucinelli, Zegna, Moncler. Grandi nomi che seguono la propria strada, come noi. Il fatto che siamo tuttora un’azienda a conduzione familiare suscita anche presso i nostri collaboratori un peculiare senso di orgoglio: essere parte di una storia straordinaria.
Verso l’esterno, la sua famiglia si presenta sempre unita e armoniosa, un atteggiamento davvero raro in que -
sti tempi. Molte aziende di famiglia, precedentemente grandi, sono spesso soggette a forti disaccordi interni. Come siete riusciti a restare uniti?
L’unità è una grande forza. Ci hanno insegnato che va guadagnata anche attraverso sacrifici personali. E vivendo abbiamo rispettato questa regola. Mia madre è sempre stata la forza motrice dietro questa coesione, sostenuta però da tutti noi. Quando uno di noi fratelli ha attraversato un periodo difficile, gli altri hanno sempre offerto il proprio sostegno. Questa coesione ha caratterizzato la nostra generazione e, ancora oggi, cerchiamo di mantenerla viva anche nella terza generazione. Non è facile, ma di fondamentale importanza.
All’interno della vostra famiglia esiste un piano ben delineato per la successione della prossima generazione? Non sotto forma di una pianificazione precisa. Ma sei delle complessive diciotto persone della terza generazione sono già attive all’interno dell’azienda. James, il figlio di mio fratello Ferruccio, e Angelica, la figlia di mia sorella Fulvia, lavorano insieme a me. Diego, il figlio di mia sorella Fiamma, è attivo nella Holding, Manuele, il figlio di mia sorella Fulvia, si è inserito nel settore immobiliare ed alberghiero e mio figlio


«Ora abbiamo l’obiettivo di coltivare nella prossima generazione lo stesso forte legame di famiglia, già trasmesso a noi da nostra madre».
LEONARDO FERRAGAMO
Nato a Manchester da genitori di origini caraibiche, Maximilian Davis, il nuovo direttore creativo, ha conquistato la famiglia Ferragamo a solo 27 anni. A destra: la rivisitazione di Davis del celebre modello di décolleté Vara


Un abito presentato al debutto di Maximilian Davis per Ferragamo, in occasione della settimana della moda di Milano, primavera/estate 2023.

«Maximilian ci ha colpito subito. Con la sua eleganza, la sua sensibilità e il suo rispetto per l’eredità di nostro padre».
LEONARDO FERRAGAMO

amministrazione. Sotto: Salvatore Ferragamo ha iniziato la propria carriera a Hollywood come “calzolaio delle stelle”. All’epoca, molte dive – tra cui Sophia Loren – apprezzavano le sue scarpe, tanto confortevoli quanto innovative.

Riccardo è responsabile dell’Europa Centrale. Ora, la nostra sfida è creare in questa nuova generazione lo stesso senso di coesione vissuto già tra i miei fratelli e le mie sorelle. L’obiettivo è di incentivare l’autentico spirito di squadra, così come l’abbiamo sperimentato noi in gioventù. Vogliamo lasciare a ognuno di loro lo spazio per dimostrare le proprie capacità
Lei era ancora molto giovane quando è entrato in azienda, proprio come suo padre. Con la nomina dell’inglese Maximilian Davis di Manchester come nuovo direttore creativo ha dato un tocco di freschezza all’azienda. Come è stata accolta questa mossa? Abbiamo esaminato sessanta candidature. Maximilian Davis ci ha colpito subito con la sua eleganza naturale, il suo profondo rispetto per la nostra storia e per l’eredità di mio padre, in aggiunta alla sua straordinaria creatività. Lui è anche una persona meravigliosa: aperto, collaborativo, umile. Per noi è importante che un giovane creativo sia capace di ascoltare e di imparare per crescere insieme. Lui aveva tutte queste qualità. Il suo ruolo è stato decisivo per ringiovanire il marchio.
Anche il nuovo logo, per il quale Lei ha deciso di rinunciare al nome di battesimo di suo padre, è stato un passo coraggioso.
Sì, è stata una decisione ben ponderata, erano anni che ne discutevamo. Nell’era del digitale, il vecchio logo – con il nome completo di mio padre – risultava difficilmente leggibile. Inoltre, era anche superato visivamente. Un’accurata ricerca nei nostri archivi ci ha confermato che anche mio padre aveva spesso utilizzato solo il cognome. Il nuovo logo si ispira a un predecessore degli anni ’30 del ’900, disegnato all’epoca da Lucio Venna. In aggiunta, abbiamo rivisitato anche il nostro colore tradizionale, un classico rosso bordeaux. L’abbiamo sostituito con una tonalità di rosso più fresca, utilizzata già negli anni ’50 del ’900 da mio padre per le scarpe di Marilyn Monroe.
Perché proprio un rosso?
Il rosso è sinonimo del nostro marchio: cuore, amore, passione.
Sembra che Lei sia il principale responsabile di questo riposizionamento.
Sono stato uno dei primi sostenitori. È stato un passaggio indispensabile, non un cambiamento radicale ma un’evoluzione mirata. Ci voleva del coraggio, ma è stata la decisione giusta, sia per ora che per il futuro. Questo passo in avanti è stato anche di grande ispirazione per la generazione più giovane della nostra famiglia.
Sulle tracce del nonno: James Ferragamo, figlio di Ferruccio Ferragamo, riveste i ruoli di Chief Transformation & Sustainability Officer e membro del consiglio di
Quali sono oggi i mercati più importanti per Ferragamo?
Da sempre, il nostro obiettivo è stato di diffondere la creatività e la qualità italiana in tutto il mondo. Oggi lo facciamo più che mai. Siamo stati uno dei primi marchi presenti in Cina, molti anni prima della concorrenza. Attualmente, l’Europa gioca un ruolo centrale, soprattutto la Germania. In quest’area, le persone hanno una percezione più profonda dello stile e dell’eleganza. L’America Latina è in forte crescita, la nostra più grande sfida è attualmente l’Asia. Vogliamo trasmettere al mondo la nostra perfetta miscela di bellezza, innovazione e funzionalità, tutti elementi fondamentali del nostro DNA.
Quali articoli del vostro assortimento sono da anni campioni di vendita?
Abbiamo alcuni prodotti iconici, i cosiddetti Ferragamo forever – come la borsa Top Handle o le décolleté Vara con placca dorata –, regolarmente riproposti ai nostri clienti. Ma anche prodotti più recenti, come la borsa Hug , sono diventati velocemente delle nuove icone, dei classici contemporanei di Ferragamo.
Cosa significa per Lei il termine lusso?
Preferisco spiegare cosa non è il lusso per me. Non è una questione di sfarzo, appariscenza o esagerazione. Lusso è quel che rimane. Riguarda il fatto di sentirsi bene, con il prodotto indossato, con il servizio fornito e con l’ambiente in cui si vive. È una questione di appagamento personale, non un mettersi in mostra.
La sua educazione le ha fornito una comprensione più approfondita del lusso realizzato a mano?
Sicuramente. Quando si vede fin da piccolo con quanto amore e impegno viene realizzato un prodotto, si impara ad apprezzarlo.
E infine, cosa significa per Lei la famiglia? Soprattutto amore. Amore espresso in tanti modi: dall’educazione dei figli, alla lealtà reciproca, alla condivisione di esperienze. Significa anche portare nel proprio cuore ogni singolo membro della famiglia, condividere i momenti importanti e apprezzare il tempo trascorso insieme. Questo è quello che cerco di fare quotidianamente con i miei quattro figli e i miei due nipoti, al meglio delle mie capacità.

Salvatore Ferragamo – qui con i suoi artigiani – lasciò Hollywood alla fine degli anni ’20 del ’900 per rientrare in Italia. Il suo obiettivo: mettere l’arte manufatturiera e le ricche tradizioni della sua patria al servizio della calzoleria. A destra: la borsa Hug del 2023 è diventata subito un classico della maison.

BENESSERE A MO’ DEI FRANCESI

Immerso tra ampie pinete, sopra una costa rocciosa, sorge un santuario per corpo e anima. Una visita al resort Lily of the Valley ovvero il modo in cui un team di padre e figlia ridefiniscono l’idea di benessere.
DI MICHAELA CORDES

Sotto gli imponenti pini si trovano la terrazza e la piscina del ristorante Vista, affacciato sulla Costa Azzurra.

«Un luogo dove si fa il pieno di salute, senza dover rinunciare a lussi e piaceri».
LUCIE WEILL
Lo schiamazzo e i garriti dei gabbiani irrompono nella quiete mattiniera. Scosto le portefinestre della mia accogliente suite, esco nel giardino anteriore e metto i piedi sull’erba ancora bagnata. Ieri sera, al mio arrivo, stava piovendo a dirotto, ma alla reception del resort benessere sono stata accolta calorosamente. Fuori faceva già buio, la stufa in maiolica produceva un rassicurante scoppiettio. Visto che il ristorante era già chiuso, mi è arrivata in camera una deliziosa zuppa di broccoli, raffinatamente guarnita con nocciole e barbabietola rossa. Ora la curiosità mi invita a esplorare i dintorni.
Sotto un limpido cielo azzurro, si stende ai miei piedi il Mediterraneo francese, la Costa Azzurra, che qui mi ricorda un coccodrillo addormentato. Il mio sguardo si sofferma sulle fitte pinete lungo la costa, le sue onde verdi formano un’immensa riserva naturale. Difficile immaginare la pulsante vita di Saint-Tropez a meno di 30 minuti d’auto da qui.
Sopra: quando i Weill hanno dato a Starck l’incarico di progettare l’albergo, lo volevano inserito nella natura.
Mancano pochi minuti alle sette di mattina, a poco a poco si sveglia il Lilly of the Valley, una delle strutture più chic per tutti quelli che vogliono fare qualcosa di buono per corpo e anima.
Il piccolo e raffinato boutique hotel con 53
camere e suite – progettato dal leggendario designer francese Philippe Starck – è nato da un’innovativa idea di un team fatto di padre e figlia. «Volevamo creare un luogo fuori dal comune, inserito armoniosamente nella natura. Un posto dove fosse possibile perdere peso con gusto durante l’intero arco dell’anno, senza dover rinunciare alle cose belle della vita. Dimagrire, ma alla francese!» mi spiega Lucie Weill. Lei e suo padre hanno scelto la posizione dell’albergo con cura: «Da generazioni, la nostra famiglia frequentava la costa di La Croix Valmer. Quando abbiamo comprato questo edificio, avevo alle spalle alcuni anni di lavoro per LVMH a Parigi. Mio padre (Alain Weill, uno dei più rinomati manager francesi nel campo dei media, NdR) diceva sempre: ‘Il settore alberghiero e gli affari mediatici sono molto simili, entrambi devono essere attivi per 24 ore al giorno’. Dopo aver perso, a 50 anni, ben dodici chili, e aver costatato che nessuno degli alberghi benessere consolidati gli piacevano, è nato il sogno condiviso di un nostro resort benessere». Già prima dell’inaugurazione, l’albergo è diventato socio dell’esclusiva associazione Leading Hotels of the World. Ovviamente, il piano da me scelto include anche detox e sport. Gli altri due programmi

Attività stimolanti fanno parte del programma, dalle escursioni a piedi lungo la costa, all’acquawalking al mare con muta in neoprene.

«Il nostro concept è semplicissimo: dimagrire, godendosi la cultura francese!»
LUCIE WEILL

L’ospite è talmente avvolto da lussi e piaceri, da non rendersi conto di rinunciare a qualcosa.

Sopra: l’interno di una delle suite dell’albergo. Per l’interior design, i Weill si sono rivolti al designer francese Philippe Starck, che ha prestato particolare attenzione a un ambiente dove gli ospiti si sentano a proprio agio in tutte le stagioni.
Destra: lo chef Vincent Maillard crea pietanze visionarie, votate soprattutto alla celebrazione del piacere.


ni cromatiche sulla porta posso cronometrare il tempo: a volte, quattro minuti durano un’eternità! Finalmente, ce l’ho fatta. Quando apro la porta uscendo dalla gelida camera, mi cadono addosso alcuni fiochi di neve. Le mie gambe sono intorpidite, ma in compenso mi sento elettrizzata e piena di forze.

Un team di padre e figlia. Con il loro concept benessere, Lucie e Alain Weill hanno realizzato il loro sogno.
disponibili si chiamano Better Aging e Weight Loss. Quest’ultimo è uno dei principali motivi per cui numerosi ospiti entusiasti – provenienti da tutta l’Europa e anche dagli Stati Uniti – vengono qui e ritornano regolarmente. Poco più tardi mi trovo seduta nella penombra dell’ampia terrazza in legno della piscina. Accanto a me, una giovane coppia sta studiando il menu della colazione. Più lontano vedo una signora con un piccolo cane: al Lily, i quadrupedi sono ospiti graditi. Anch’io do un’occhiata al menu e scelgo un’omelette proteica con banane. «Magnifica scelta!» plaude l’incantevole cameriera, mentre mi serve un breakfast tea biologico. «Suona un po’ strano, ma ha un gusto sensazionale!» Tutte le pietanze vengono preparate dall’acclamato chef Vincent Maillard. Il mio sguardo vaga dalle sdraio a righe gialle e bianche alla costa coperta da un delicato velo di nebbia mattutina, alle isole antistanti. Più tardi, durante una passeggiata lungo le rocciose coste del promontorio, il mio fitness coach Yoann mi spiega che a sinistra dell’albergo si trova una base militare, a destra una comunità di nudisti. Per circa due ora esploriamo, camminando e arrampicandoci, i sentieri frastagliati, scoprendo diverse spiagge solitarie. Sempre di nuovo guardiamo verso il basso, dove il mar Mediterraneo si infrange sulle scogliere. In questa stagione, la corrente ammassa qui un’infinità di minuscole creature marine che tingono le spiagge di blu.
Dopo tredicimila passi comincio a sudare. «Ora sbrigati ad entrare nella criocamera!» mi raccomanda Yoann. Mi infilo il costume e ricevo calze, ciabatte, guanti e una fascia con auricolari integrati. Dovrò resistere per quattro minuti in un ambiente gelido, a una temperatura di meno cento gradi. Come distrazione musicale scelgo Le quattro stagioni di Vivaldi, sperando che le melodie classiche possano domare la mia impazienza. Grazie alle variazio -
Il cuore dell’albergo è la grande Spa di duemila metri quadri con palestra – chiamata Shape Club –, situata direttamente accanto alla piscina semiolimpionica, lunga 25 metri, con una temperatura acquatica di 20 gradi. Intorno alla piscina si offre un’ampia scelta di allenamenti per migliorare il proprio fisico: cinghie da sospensione TRX, yoga, stretching oppure una sessione su uno dei quattro nuovissimi pilates reformer.
Dopo una notte rilassante, mi viene offerto di provare in mattinata un particolare trattamento HydraFacial, eseguito utilizzando i cosmetici dell’esclusivo brand di casa Biologique Recherche. Un’accurata analisi della pelle aiuta nella scelta dei prodotti. Dopo devo trascorrere venti minuti sotto una luce LED. Il risultato: una pelle talmente luminosa da farmi ordinare online – non appena rientrata in camera – una maschera facciale a LED.
Per ospiti che desiderano un elevato livello di privacy, i Weill hanno attrezzato sul terreno dell’albergo una villa in stile provenzale, chiamata Villa W: tre camere, una colorata piscina ispirata ai quadri di Mondrian e un arredamento retrò in stile anni ’50, disegnato da Philippe Starck. A maggio, sono state inaugurate altre due ville con posto per 10 ospiti ciascuna. Considerata l’ottima accoglienza del concept benessere, tanto lussuoso quanto disinvolto, a sei anni dall’apertura del Lily of the Valley si sta lavorando al prossimo progetto, come mi svela Lucie Weill: «In questo momento sta nascendo il nostro nuovo albergo a Courchevel. Nel paese, è quello posizionato più in alto. Anche lì vogliamo ricevere ospiti durante l’intero arco dell’anno».
Poco prima della mia partenza, faccio un salto in spiaggia per vedere il lido privato dell’albergo. Ne fa parte il ristorante Brigantine, aperto pure a chi non soggiorna nell’albergo, come d’altronde anche il Vista nella struttura principale. Scelgo un tavolo in riva al mare e ordino mezzi paccheri alla pescatora con un bicchiere di rosé. Di fronte all’eccezionale cucina italiana, accantono il programma seguito fino a qui e decido di godermi la vera essenza del Lily of the Valley: l’art de vivre !

dirigono insieme
leggendaria casa editrice. Il programma è sfaccettato come padre e figlia.
Fin dal 2017, Benedikt e Marlene Taschen
la

PASSO
a due
Suo padre ha creato la casa editrice che trasforma libri in eventi di portata globale. Da otto anni, Marlene Taschen è condirettrice dell’azienda. Con charme e lucidità, la quarantenne traccia la rotta per il futuro, scegliendo con sicurezza nuove strade da seguire.
DI STEFFI KAMMERER

Marlene Taschen ama i numeri, le persone e le storie, una combinazione davvero vincente per un’editrice. In aggiunta, c’è il suo entusiasmo, il suo coraggio e la sua grande franchezza.
Che presto avrebbe condiviso il ponte di comando con il padre, Marlene Taschen lo scoprì durante un’intervista rilasciata insieme a lui. Rimase impassibile e non disse nulla. «Era un contesto in cui non potevo e non volevo reagire» racconta lei. Questa situazione rivela molto sui due Taschen: dall’occasionale spontaneità di Benedikt, al sangue freddo di entrambi, alla profonda fiducia tra di loro.
Anche dopo la conclusione dell’intervista, Marlene non ha davvero discusso la notizia. Con la sua meravigliosa cantilena, tipica della Renania –farcita di frequenti risate –, racconta come ha colto la comunicazione del padre: «Mi sono presa un po’ di tempo per far assestare l’idea e, a un certo punto, ho semplicemente detto: va bene, lo farò». Considerato che ama la chiarezza, ha anche comunicato al padre la sua idea su come strutturare in tal caso la casa editrice: con la responsabilità divisa tra due persone.
Da ormai otto anni infonde il proprio stile all’azienda che conosce fin dalla sua prima infanzia, animata da curiosità, pragmatismo e una delicata forma di autorità dall’effetto unificante. La doppia leadership funziona in modo perfetto, in piena ar-
monia con lo spirito libero di entrambi. Marlene vive con la sua famiglia a Milano, Benedikt risiede da tanti anni a Los Angeles. Non si intralciano a vicenda; gran parte dei collaboratori vive nello stesso fuso orario di Marlene, e così i fili si intrecciano da lei. In tarda serata, quando le sue due figlie dormono e lui ha finito la sua colazione in California, lei lo chiama. Il modo in cui parla di questo rituale, rivela molto: è uno scambio che lei attende con gioia; un quotidiano passaggio di consegne, transcontinentale e della massima efficienza. «In realtà, lavoriamo per 24 ore su 24» dice Marlene. In origine, quando Benedikt Taschen fondò la sua
«Ho detto che l’avrei fatto con piacere, ma solo se avessimo cambiato anche la struttura della casa editrice».
MARLENE TASCHEN
leggendaria casa editrice – che compirà 45 anni nel 2025 – non era altro che un piccolo negozio di fumetti a Colonia. Oggi, TASCHEN è un’azienda di portata globale, con diversi uffici sparsi tra Parigi e Los Angeles. Ma non solo la storia della casa editrice è straordinaria, lo è anche il programma editoriale: spettacolari e opulenti edizioni da collezionista in edizione limitata, con un costante incremento del valore nel corso degli anni, stuzzicanti libri erotici, nonché una serie di pubblicazioni di base per il grande pubblico. I prezzi al dettaglio variano da 10 euro a oltre 30 mila euro, di fronte a uno straordinario mix che celebra il bello, il colorato, il queer e il glamour.
Non esiste una netta divisione dei ruoli tra padre e figlia. «Non abbiamo mai accordato cosa faccio io e cosa fa lui. In un qualche modo va da sé» racconta Marlene Taschen. Tuttora, suo padre è profondamente coinvolto nella programmazione, ma da tempo anche lei prende decisioni in campo editoriale. Non importa che si tratti della monografia di Salvador Dalí in formato XL o dell’iconico libro sulla Ferrari: lei è sempre coinvolta in tutti i processi.
Anche l’apertura di una sede editoriale in Asia è stata promossa da lei. A Hong Kong ha aperto, accanto agli uffici, anche un grande negozio. In Giappone collabora strettamente con artisti e architetti, promuove presenze shop in shop e viaggia regolarmente per curare i propri contatti. Contestualmente amplia il portfolio di prodotti: attualmente sta producendo un documentario sul fotografo britannico David Bailey. «Ci siamo semplicemente

Dal negozio Taschen di Milano si raggiunge la Scala in pochi minuti a piedi. Anche la scuola dei figli dell’editrice si trova nelle immediate vicinanze.

Il lampadario di Gio Ponti, appeso al soffitto del negozio milanese, si abbina perfettamente ai favolosi libri esposti.


Dopo alcuni anni trascorsi a Londra, Marlene Taschen è ritornata a vivere con il marito e le loro due figlie a Milano.


Nel negozio Taschen di Milano si cammina su una pavimentazione floreale, creata dall’artista statunitense Jonas Wood
lanciati con un primo tentativo» spiega Marlene parlando dell’ampliamento in direzione film. Con Ai Weiwei ha creato collane con ciondolo in puro oro dedicate allo zodiaco. L’artista cinese è una vecchia conoscenza del mondo Taschen, il suo gigantesco libro da collezione, pubblicato dall’editore nel 2016, ha fatto il tutto esaurito in un batter d’occhio.
Le idee di Marlene Taschen non seguono un piano cinquennale, ma nascono sotto forma di flusso in continua evoluzione. «In un qualche modo, le cose devono trovare il proprio posto. E se non lo trovano, ci sarà probabilmente un valido motivo» dice l’editrice. Il suo lavoro è suddiviso in due blocchi ben distinti: una settimana dedicata a incontri e colloqui programmati, l’altra libera da impegni fissi per lavorare su strategie e progetti propri. Questo mix di struttura e flessibilità è ideale per lei, detesterebbe sentirsi bloccata. «Be flexible » è una massima di suo padre – che a sua volta l’ha presa in prestito dal suo amico Helmut Newton –, diventata parte integrante del suo essere. L’arbitrarietà non c’entra niente, il criterio fondamentale è la ricerca dell’alta qualità. «Sostanzialmente, mio padre e io cerchiamo sempre di migliorare tutto, e questa è una cosa che ho preso da lui».
Di recente, l’editrice ha seguito a Milano i lavori di ampliamento del laboratorio di rilegatura, uno spazio di 4 mila metri quadri, aperto dalla casa editrice alle porte della città. Per lei conta ogni minimo dettaglio, anche quando si tratta di un cantiere.

«Mi diverte sempre lavorare insieme ad altre persone, a prescindere dal tema. Quindi, assurdamente, riflettere su problemi di logistica, di informatica o di un qualche software da sviluppare, suscita in me lo stesso interesse come il lettorato o la produzione». La sua forza creativa si rivela non appena ci si scambiano le prima frasi. Ma altrettanto velocemente si percepisce la sua empatia. Lei ascolta, ammette opinioni discordanti, è capace sia di prendere decisioni che ribaltarle. Lei stessa si descrive come «la com-
«Le cose devono trovare il proprio posto, e se non lo trovano, un motivo ci sarà».
MARLENE TASCHEN
ponente più calorosa» dell’azienda di famiglia. A dispetto della sua ben articolata formazione – con tappe in Australia, Panama e presso la LSE a Londra – il suo approccio agli affari è istintivo. Fidarsi del proprio intuito è un’altra capacità ereditata dal padre. In casa Taschen non esiste la ricerca di mercato. «Ma guardiamo con grande attenzione i nostri numeri». Cosa funziona e cosa no, lo capiscono in un qualche modo, anche grazie all’esperienza. Sicuramente, il fatto che lei non abbia studiato solo economia ma anche psicologia, è di grande aiuto. Marlene Taschen è cresciuta a Colonia. Lei e i suoi due fratelli hanno frequentato una scuola elementare Montessori, il diploma di maturità lo ha conseguito in un liceo bilingue. Una vita normale, con i piedi per terra, solo che poi si trovava a cenare con Cicciolina e Jeff Koons, oppure con Christo e Jeanne-Claude. A quattordici anni, è andata a prendere Muhammad Ali in aeroporto, per poi andare a bordo di una Maybach alla fiera del libro, mentre dagli altoparlanti rombava Elvis Presley.
Da quando ha diciott’anni, non ha più vissuto per periodi prolungati in Germania, anche se ha sempre mantenuto stretti contatti con la sua città natale: una volta al mese si trova nella sede storica della casa editrice, situata sul viale Hohenzollernring. La disinvoltura tipica della Renania fa parte del suo DNA. «I miei genitori sono separati da tanti anni» racconta. «Eppure, quando si incontrano non fanno altro che ridere. Ci muoviamo tutti sull’onda dell’allegria». E proprio per questo, per lei è importante che il lavoro sia un elemento capace di renderla felice. «Così come noi non abbiamo alcuna intenzione di annoiarci, non vogliamo annoiare neanche gli altri».
Già da bambina Marlene Taschen era molto allegra, rivelandosi una perfetta testimonial per la casa editrice paterna, nata solo cinque anni prima di lei.

ELEGANZA
ereditaria
Come figlia del leggendario designer Mark Hampton, è cresciuta tra quaderni di schizzi e pezzi di antiquariato: Alexa Hampton, newyorchese, porta avanti il lavoro del padre. Da tempo, è considerata una delle interior designer più richieste degli Stati Uniti.
DI BETTINA KRAUSE

Alexa Hampton (sinistra, in alto) attinge per i suoi progetti a una sfaccettata tavolozza di epoche, stili e culture.
ille signorili, appartamenti di lusso, jet privati, superyacht e, addirittura, la Casa Bianca a Washington fanno parte del portfolio dello studio di interior design Mark Hampton, rinomato per arredi su misura di altissimo livello. L’anno prossimo festeggerà 50 anni di attività. Nel 1998, Alexa Hampton si è assunta la direzione dell’azienda paterna, mantenendone il nome. I suoi lavori rivelano un’eleganza classica, con un tocco personale e un coraggioso uso dei colori.
Come descriverebbe suo padre in due parole?
In veste di figlia, sono la sua più grande fan. Era una persona poliedrica di grande talento, interes -
Ci sono affinità tra il lavoro di suo padre e il suo? Credo che tutti i nostri progetti si assomiglino molto, soprattutto per quanto riguarda il nostro grande fascino per i modelli storici, l’amore per lo stile classico e la passione per i bei colori, utilizzati in modo intelligente. Sono queste le cose che ci legano. Quando si tratta del componimento di ambienti abitativi, il mio stile personale è peraltro influenzato dal mio entusiasmo per la logica e la magia, entrambi, per me, elementi di fondamentale importanza. Il design dovrebbe sempre tener conto sia della funzione che della forma. Sono fermamente convinta che sia possibile creare uno stato di armonia, è un aspetto che cerco di realizzare in tutti i miei lavori.
«L’interior design esplora come vivere in modo migliore, come muoversi idealmente in uno spazio».
ALEXA HAMPTON
sato già da bambino all’arredamento delle case. Nel 1976, ha fondato un suo studio, con il quale ha realizzato progetti in tutto il mondo, dall’Inghilterra, alle Bahamas, all’Arabia Saudita. Tra l’altro, ha progettato gli arredi dello Studio Ovale durante la presidenza di George W. Bush, con il quale era molto amico. Ha lavorato anche per altri presidenti degli Stati Uniti, nonché per celebrità come Estée Lauder e Brooke Astor. A tredici anni ho fatto un primo tirocinio di un mese nel suo studio e dopo aver finito il college ho cominciato a lavorare con lui a tempo pieno.
Che cosa le ha tramandato suo padre?
Quando partivamo per le vacanze, i miei genitori amavano visitare case particolari e musei. Da bambina lo trovavo terrificante, ma crescendo ne ho colto il lato meraviglioso. È simile all’apprendimento di una lingua, e mio padre mi ha parlato nella lingua del design con una tale frequenza e intensità, da non lasciarmi altra scelta che impararla. Mi ha insegnato tutto quello che mi sarebbe servito per il mio lavoro. Ancora oggi penso sempre a lui quando scelgo i mobili per un ambiente. I suoi arrangiamenti seguivano una logica ineccepibile, determinante per la visione d’insieme dello spazio.
Dal 1998, è Lei a dirigere lo studio. Cosa fa in modo diverso da suo padre?
Quando mio padre morì, non esisteva un vero piano per la successione. All’epoca avevo 27 anni e tentai di apprendere velocemente le basi del suo operato. Non avevo idea dei meccanismi interni dell’azienda, non ne avevo mai parlato con mio padre. Così cercai di continuare esattamente quel che aveva fatto lui, e ovviamente avevo una gran fifa. È naturale che molte cose siano cambiate nel corso degli anni: mio padre non ebbe mai un telefonino e anche le relazioni sono molto meno formali rispetto ai suoi tempi. Oggi, la cucina è considerata uno spazio abitabile, la televisione è presente in tutti gli ambienti e l’impiego di personale domestico è notevolmente diminuito. È stato interessante osservare questi cambiamenti, anche dal punto di vista estetico. Oggi, le case hanno un aspetto più leggero, più moderno e più pulito rispetto a prima, si vive in modo più rilassato.
Quali aspetti dell’interior design la affascinano?
Adoro il design perché è una specie di indovinello: scoprire come possiamo vivere in modo migliore, come muoverci idealmente in uno spazio, come ingrandirlo visivamente e prevederne l’impatto psicologico sugli abitanti. Amo anche la sfida


Sopra: Alexa Hampton (a destra) con il padre Mark, la madre Duane e la sorella Kate nel 1989. Sotto: la sala da pranzo della casa newyorchese di Alexa Hampton.

La simmetria valorizza l’eleganza senza tempo dei progetti di Alexa Hampton.

di ottimizzare un ambiente abitativo. Esistono delle forze che interagiscono con le persone all’interno di uno spazio, capaci di migliorare il modo in cui vivono la propria casa. Dalla mia posizione di designer neoclassicista, sono convinta che l’impiego della simmetria e la ricerca dell’equilibrio siano le basi per creare armonia, influenzando così il nostro benessere. Ciò non vuol dire che progetto esclusivamente ambienti con forme regolari. Uso anche l’asimmetria per dare rilievo a certe parti di uno spazio o per creare movimento.
Definirebbe il proprio stile come americano?
Domanda interessante! Ovvio, sono americana, ma sono anche una grande fan dell’Europa, grazie a come sono cresciuta. Amo ugualmente Francia, Germania, Grecia, Italia e Irlanda. I grandi modelli della storia dell’arte sono intramontabili e hanno
ta. Questo è il risultato di un lavoro decennale. L’anno prossimo, la nostra azienda festeggerà il suo 50° anniversario. Mio padre l’ha diretta per 22 anni, e da 28 anni la dirigo io. Presumibilmente, nella mia vita avrò trascorso più tempo in quest’azienda che in qualsiasi altro contesto.
Ha qualche consiglio in materia di arredo per noi?
Alcune coppie sono in disaccordo sull’effetto positivo di tende e tappeti. In tal caso, faccio presente che un ambiente come la sala da pranzo ospita spesso degli eventi dal forte impatto acustico: si spostano le sedie, l’argenteria tocca la porcellana, si sente il tintinnare dei bicchieri, le persone parlano tra di loro. Tutto questo produce un eco. L’interior design non si limita agli effetti visivi, tutti i sensi giocano un ruolo importante. Nessuno ha voglia di mangiare con uno sfondo di fastidiosi rumori. Le tende assorbono
«Nei miei progetti, i clienti sono anche le mie muse».
ALEXA HAMPTON
tutto il diritto a occupare un posto privilegiato nel pantheon del design. Sono molto legata al design europeo, ma da americana ho la libertà di combinare stili differenti: mobili imbottiti francesi o inglesi con manufatti asiatici e oggetti lignei indiani. In questo contesto, penso sia importante menzionare che un mio stile personale esiste solo tra le mura di casa mia e nel mio ufficio. Quando lavoro su commissione, le muse dei miei progetti sono i clienti. Trovo che imprimere il proprio stile su tutto quello che si fa, crei dei progetti senza anima.
Qual è il suo approccio a un nuovo incarico? Innanzitutto, chiarisco alcune questioni fondamentali: Chi vivrà in quella casa? Come vogliono vivere queste persone? Quali sono i parametri più importanti? Poi mi sintonizzo con architetti, progettisti illuminotecnici e paesaggisti. Un architetto mi raccontò di un cliente che gli chiese quale fosse il posto migliore per la piscina. L’architetto ripose, dopo una breve riflessione, di costruirla in una certa posizione. Il cliente disse: «Se lei impiega due minuti per rispondermi a questa domanda, allora perché le pago tutti questi soldi?» L’architetto ribatté: «Perché negli ultimi cinquant’anni mi sono impegnato a scoprire tutti i modi per rispondere a questa domanda in due minuti». In altre parole, col tempo si arriva a un punto in cui si entra in una casa, sapendo immediatamente come dovrebbe essere arreda-
i suoni, donano morbidezza allo spazio e creano una confortevole sensazione di protezione. Anche i tappeti attutiscono i rumori. Ovviamente, questo è un semplice valore empirico e nel corso dei miei lavori ho visto anche tanti ambienti senza tende e tappeti.
Lei cambia spesso l’interior design della sua casa? Inizialmente, io e mio marito abbiamo vissuto in un bilocale, diventato un po’ stretto quando sono nati i gemelli. Poi, si è presentata la possibilità di collegare l’appartamento adiacente con il nostro. Quando è nata nostra figlia, abbiamo ampliato la casa di un altro appartamento. Di conseguenza, dieci anni fa siamo stati costretti a ripensare l’intera struttura della nostra abitazione. Ora ha un aspetto fantastico e funziona meravigliosamente, anche se presto due dei miei figli partiranno per il college. Come prossimo progetto mi piacerebbe rimodellare una seconda residenza, un’intera casa per noi.
Lei spera che un giorno i suoi figli porteranno avanti la sua eredità?
Hanno tutti un talento per l’arte, ma al momento hanno altri interessi. Sarebbe davvero un fatto eccezionale, se tre generazioni successive fossero capaci di produrre ognuna almeno un designer di talento. Di conseguenza, non spingerò i miei figli in questa direzione. La possibilità di farlo c’è, se un giorno ne avranno voglia.
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cura di Inken Becker e Femke Maleen Fritz. Inserzioni pagine 70 – 159.
Sull’isola più esclusiva di Berlino, la tenuta Schwanenhof custodisce l’eredità secolare di una famiglia.
ultimo La dimora dell’
CIGNO

Nascosta tra alberi secolari, con vista sul fiume Havel, sorge Villa Schwanenhof, situata sull’isola di Schwanenwerder, una delle zone residenziali più ambite nel sud-ovest di Berlino. Oltre a essere un gioiello architettonico, la villa racconta la storia della famiglia che visse in questa straordinaria casa.

Immerso in un pittoresco paesaggio insulare, l’ampio terreno di Villa Schwanenhof conserva la massima sfera privata.

All’esterno, una piscina riscaldata ad acqua salata invita a trascorrere ore di relax, immersi nell’atmosfera incantata della tenuta.

L’Isola di Schwanenwerder era la proprietà più costosa della prima edizione tedesca del gioco da tavolo Monopoly, creata nel 1936.
LIl soggiorno conquista per i soffitti particolarmente alti e i dettagli d’epoca. Lo Schwanenhof fonde elevata qualità abitativa ed eleganza.
ì, dove banchieri e politici dell’Impero tedesco costruirono le proprie ville, il generale statunitense Lucius D. Clay concepì alcuni decenni più tardi il ponte aereo di Berlino e Axel Springer i titoloni dei propri giornali. Schwanenwerder è un luogo con un passato sfaccettato che ebbe inizio nel lontano 1882. All’epoca, l’imprenditore Friedrich Wilhelm Wessel acquistò l’isola – fino ad allora denominata Sandwerder – spinto dal fascino della vicina Pfaueninsel, sulla quale re Federico Guglielmo II di Prussia aveva fatto costruire una residenza estiva. Anche Wessel sognava un luogo di ritiro lontano dal chiasso della metropoli. I suoi figli, Hermann e Franz Wessel, diedero continuità al sogno paterno, sfruttando la loro attività come imprenditori edili. Nacque così un luogo dal carattere esclusivo, con sontuose ville di campagna e ampi giardini privati.
Nel 1901, Hermann Wessel fece costruire la villa conosciuta oggi col nome di Schwanenhof, la corte dei cigni. L’edificio a due piani, oltre alla mansarda con tetto a padiglione, è decorato con elementi stilistici ispirati al Rinascimento francese. Il nome della villa – messo in risalto da un delicato ornamento a forma di cigno, inserito nel cancello di ferro battuto – fu coniato in riferimento alla nuova denominazione dell’isola, approvata nello stesso anno da re Guglielmo II. Sul terreno accanto, suo fratello Franz fece costruire una seconda villa, demolita negli anni ’60. Oggi lo Schwanenhof è l’unico degli edifici d’epoca ancora esitente. La villa non si è mai trasformata in un solitario monumento di altri tempi, ma è sempre stata vissuta. Il portale in pietra e ferro, con la scritta Schwanenhof, si apre su una tenuta capace di fondere in modo affascinante storia e qualità abitativa.
Un edificio poligonale, annesso sul lato


Come se la natura si fosse intrufolata in casa: il
e il
murales di una giungla
verde delle rigogliose piante donano a quest’ambiente una vibrante freschezza.


Sinistra: il giardino di Villa Schwanenhof ricorda i tradizionali giardini paesaggistici all’inglese.
Sopra: la vista sul fiume Havel dà un’idea del pittoresco paesaggio acquatico e rivela la posizione eccezionale della tenuta.
ENGEL & VÖLKERS Berlin (DE)
Contatto Kathleen King von Alvensleben
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E-mail kathleen.vonalvensleben@engelvoelkers.com Engel & Völkers Immobilien
sudoccidentale, dà accesso a una terrazza con vista sul giardino, mentre una torre ottagonale con cupola a cipolla conferisce alla silhouette un tocco fiabesco. Una seconda terrazza, dotata di altana, completa la visione d’insieme. Dietro la facciata decorata con stucchi si trovano circa quattordici locali, distribuiti su quattro livelli. I soffitti particolarmente alti donano agli interni un’atmosfera luminosa. L’architettura d’epoca è caratterizzata da giochi di contrasti, elementi insoliti e dettagli sorprendenti. Nel giardino d’inverno, un’intera parete è coperta dal dipinto di una giungla con una scimmia penzolante nella parte alta e una giraffa che si allunga tra le piante, osservando incuriosita la stanza. Esiste anche una biblioteca nascosta – simile a quella di Hogwarts –, nonché un elegante salone con tavolo da biliardo. La cucina – dotata di fornelli a gas – è il fulcro della casa. Un antico camino in marmo e una
stufa in maiolica procurano un piacevole calore. Il giardino offre tranquillità e privacy, gli alberi secolari raccontano di altri tempi. Completano la proprietà una piscina e un esclusivo accesso al lago Wannsee, concesso in affitto e dotato di piattaforma balneare.
Già di per sé, l’isola di Schwanenwerder appare come un mondo a parte: immerso nella natura, circondato dall’acqua, eppure a soli pochi minuti dal centro di Berlino. La Pfaueninsel, diversi circoli della vela, un campo da golf e una stazione per treni a lunga distanza si trovano a due passi, senza imporre la loro presenza.
Lo Schwanenhof è molto più di un semplice edificio: racconta di visioni, trasformazioni, bellezza perenne e della famiglia vissuta qui. Chi passa oltre la soglia dello Schwanenhof, non entra semplicemente in una casa, ma si immerge in una storia con tanti altri capitoli ancora da scrivere e raccontare.
Berlino, Germania
Prezzo EUR 7,9 Mio
Superficie abitabile ca 480 m²
Superficie terreno ca 2.687 m²
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Città di Panama
Uno stile di vita contemporaneo in un’oasi naturale




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Carnarvon”: il fiore all’occhiello del Texas situato nella zona residenziale di Memorial Close-In







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Favolosa villa simile a un castello

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Zermatt
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Ronco sopra Ascona Meravigliosa villa di lusso con vista da sogno





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Golf Son Quint – 07013 Palma di Maiorca / Agenzia immobiliare – Affiliato BalearEV GmbH
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Incantevole casa di città ristrutturata con stile nel cuore di Sóller





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Sardegna





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Elegante villa vista mare sulle colline della Costa Smeralda
Sardegna, Italia
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Beyond the sea
On the most beautiful sea in the world, in Sardinia, just a few steps from the famous Costa Smeralda, where history and traditions meet the international jet set.
Sardinia with its unique beauty, not far from the famous Costa Smeralda, where thousands of years of history and tradition meet the international jet set. The property was built in the 1970s, just a few meters from the sea, where turquoise waters and paradisiacal sandy beaches form a surreal postcard. The Lugano-based design and interior architecture studio of Alona Todoroff has skillfully transformed this rough diamond into a sublime reality. The muted, refined materials harmonize skilfully with the natural context of the surroundings. The villa is built in a sail-shaped design. Even from the roof you can see that the sloping roofs resemble two open sails. During the renovation of the property, a radical and capillary intervention was carried out and technically updated.
The designer has used innovative materials and state-of-the-art technology and natural materials such as natural stone both inside and out to create a warm and harmonious ambience. The custom-made furniture made of bleached oak with raffia inserts and fine linen fabrics also create a typical maritime style and ensure harmony. The predominant color is beige, like the walls and furniture. The contrasting color coral pink was used as an accent.
In the kitchen, the color emerald blue predominates and the cooking island inspires dreaming with its enchanting sea view.
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The colors of nature on the Emerald Coast, tune into the harmony of this House directly at the Sea.




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Santa Cesarea Terme Elegante villa d’epoca con ampie terrazze affacciate sul mare Puglia, Italia Prezzo EUR 1,2 Mio


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Arcipelago Toscano, Italia Prezzo EUR 2,8 Mio
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Montespertoli
Villa di prestigio: eleganza classica con vista panoramica sulla Toscana





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Lombardia, Italia Prezzo EUR 1,83 Mio Superficie abitabile ca 240 m² N. camere da letto 3 E&V ID W-030D89
Attico con terrazzi in viale dei Mille

Brescia


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Lombardia,



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Sup. terreno ca 3.853 m²
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Fagnano Olona
Lombardia, Italia
Elletre S.r.l. – Via Alessandro Manzoni, 3 – 21013 Gallarate / Agenzia immobiliare – Affiliato Engel & Völkers Italia S.r.l.

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Verona Autentica opera d’arte nel cuore della città
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Maestosa dimora storica in posizione privilegiata con vigneto

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Sup. terreno ca 1,2 ha E&V ID W-0303DL
Stela S.r.l. – Piazza Medici, 30 – 14100 Asti / Agenzia immobiliare – Affiliato Engel & Völkers Italia S.r.l.

Rosignano

Bolzano
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Budapest
Villa panoramica sul pendio in zona esclusiva


ENGEL & VÖLKERS Budahill Center (HU)
Tel. +36 30 737 05 77
E-mail budahillcenter@engelvoelkers.com
Ungheria Centrale, Ungheria Prezzo EUR 6,9 Mio Superficie abitabile ca 1.125 m² Sup. terreno ca 2.452 m² E&V ID W-02YXPP

Casa vacanze sul Mar Baltico in prima linea mare con vista sulla Danimarca





Schleswig-Holstein, Germania
Prezzo EUR 3,45 Mio
Superficie abitabile ca 235 m²
Sup. terreno ca 413 m²
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ENGEL & VÖLKERS Schleswig (DE) Contatto Kathrin Hansen Tel. +49 4621 986 61 02 E-mail kathrin.hansen@engelvoelkers.com
Ripartizione della provvigione tra acquirente e venditore ai sensi delle normative legali del 23/12/2020.
EuV Wohnen GmbH – Königstraße 29 – 24837 Schleswig / Agenzia immobiliare –
Engel & Völkers Residential GmbH



ENGEL & VÖLKERS Hamburg Barmbek (DE)
Contatto Razwan Ashraf
Amburgo
Sui tetti del nuovo condominio “Barmbeker Bogen”

Tel. +49 40 226 30 51 20 E-mail barmbek@engelvoelkers.com
Ripartizione della provvigione tra acquirente e venditore ai sensi delle normative legali del 23/12/2020.
Amburgo, Germania Prezzo EUR 2,5 Mio
Superficie abitabile ca 180 m²
N. locali 5 E&V ID W-0300LG

Hamburg Südost Immobilien GmbH – Hellbrookstraße 61 – 22305 Amburgo / Agenzia immobiliare – Affiliato Engel & Völkers Residential GmbH



Eleganza e lusso con vista sopra il centro di Amburgo


Amburgo, Germania
Prezzo EUR 2,49 Mio
Superficie abitabile ca 189 m²
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ENGEL & VÖLKERS Hamburg MMC (DE) Contatto Björn Meins Tel. +49 40 987 63 53 33 E-mail elbe@engelvoelkers.com
Ripartizione della provvigione tra acquirente e venditore ai sensi delle normative legali del 23/12/2020.
Engel & Völkers Immobilien Deutschland GmbH – Vancouverstraße 2a – 20457 Amburgo / Agenzia immobiliare Affiliato Engel & Völkers Residential GmbH
Amburgo



ENGEL & VÖLKERS Hamburg Alster (DE)
Contatto Kerstin Volkmer
Rarità a due passi dal lago Alster nel quartiere Uhlenhorst

Tel. +49 40 46 86 31 22 E-mail alster.stadtvillen@engelvoelkers.com
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Amburgo, Germania Prezzo EUR 7,95 Mio
Superficie abitabile ca 413 m²
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Amburgo




Berlino, Germania
Prezzo EUR 4.173.750 – 4.515.525
Superficie abitabile ca 185 – 198 m²
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Berlino
Quattro raffinati appartamenti in riva al lago nel quartiere di Grunewald

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Tel. +49 30 89 73 09 00 E-mail berlin-brandenburg@engelvoelkers.com
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Engel & Völkers Immobilien Deutschland GmbH – Hohenzollerndamm 114 – 14199 Berlino / Agenzia immobiliare Affiliato Engel & Völkers Residential GmbH



ENGEL & VÖLKERS Berlin-Brandenburg (DE)
Contatto Marcel Kaskeline
Elegante

Tel. +49 30 89 73 09 00 E-mail berlin-brandenburg@engelvoelkers.com
Ripartizione della provvigione tra acquirente e venditore ai sensi delle normative legali del 23/12/2020.
Berlino, Germania
Prezzo EUR 12,5 Mio
Superficie abitabile ca 627 m²
Sup. terreno ca 4.080 m²
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Engel & Völkers Immobilien Deutschland GmbH – Hohenzollerndamm 114 – 14199 Berlino / Agenzia immobiliare Affiliato Engel & Völkers Residential GmbH

Berlino
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Bergisch Gladbach
Lussuosa proprietà con due edifici indipendenti


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Prezzo EUR 3,99 Mio
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Tel. +49 2204 76 75 20 E-mail luis.krapohl@engelvoelkers.com
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E&V ID W-02VYN2 ENGEL & VÖLKERS Bergisch Gladbach (DE) Contatto Luis Krapohl
Bonn
Gioiello storico con il massimo comfort abitativo nel quartiere di Muffendorf




ENGEL & VÖLKERS Bonn (DE)
Contatto Veronika Seitler-Käfer
Tel. +49 228 42 27 70 E-mail rheinlandmmc@engelvoelkers.com
Ripartizione della provvigione tra acquirente e venditore ai sensi delle normative legali del 23/12/2020.
Renania Settentrionale-Vestfalia, Germania Prezzo EUR 3,2 Mio
Superficie abitabile ca 380 m²
Sup. terreno ca 3.516 m² E&V ID W-02YOZP

Engel & Völkers Immobilien Deutschland GmbH – Moltkestraße 28 – 53173 Bonn / Agenzia immobiliare – Affiliato Engel & Völkers Residential GmbH



Passavia Lussuosa dimora in veste storica: cascina a corte con vista panoramica


Baviera, Germania
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ENGEL & VÖLKERS Würzburg (DE) Contatto Ludwig Baumgartner
Tel. +49 931 991 75 00 E-mail wuerzburg@engelvoelkers.com
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Fuderer Real Estate GmbH – Karmelitenstraße 24 – 97070 Würzburg / Agenzia immobiliare – Affiliato Engel & Völkers Residential GmbH



Tel. +27 11 465 04 10
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Esclusivo lodge nella rinomata Welgevonden Big Five Game Reserve Limpopo, Sudafrica
Sup. terreno ca 500 ha E&V ID ENV197680 ENGEL & VÖLKERS Signature Projects (ZA)
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E-mail donna.harding@engelvoelkers.com & susan.diamond@engelvoelkers.com Engel & Völkers Nova Scotia Halifax – 1901 Gottingen Street, Suite 2 – Halifax, NS B3J 0C6 / Agenzia immobiliare – Affiliato Engel & Volkers Canada Inc.




Neilson Island Splendida oasi isolana immersa nella magnifica natura della costa occidentale


Columbia Britannica, Canada
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Penticton
Paradiso fronte lago con vigneto





Tel. +1 778 622 3446 E-mail lyndi.ainsworth@engelvoelkers.com






California, Stati Uniti
Prezzo USD 5,95 Mio
Superficie abitabile ca 4.576 ft²
Sup. terreno ca 0,32 acri E&V ID AM-5080243
Truckee Dimora d’epoca in zona Schaffer‘s Mill



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Tel. +1 415 328 9752
E-mail lisa.smith@engelvoelkers.com





Rifugio di montagna in stile contemporaneo


Colorado, Stati Uniti
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Eleganza senza tempo con vista ineguagliabile




Numero DRE EA40043847
Tel. +1 970 379 6353
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Imponente tenuta completamente recintata






Texas, Stati Uniti
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jeff.kucic@engelvoelkers.com




Saint Petersburg “Sky Collection” nel condominio “One”: eccezionale attico in zona St.


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Pete





ADDRESSES

CREDITS
FOTOGRAFIA: Mark Seelen
WELCOME
EDITORIAL pagina 8
FERRAGAMO, www.ferragamo.com
LILY OF THE VALLEY, www.lilyofthevalley.com
TASCHEN, www.taschen.com
PLAYGROUND
COOL CITY pagina 14 DUOMO DI FIRENZE, www.duomofirenze.it
TRATTORIA IL CEBRÈINO, www.cibreo.com
VILLA LA MASSA, www.villalamassa.com
INTERVIEW pagina 16 NENI, www.nenifood.com
ENGEL & VÖLKERS
NEWS pagina 20
ENGEL & VÖLKERS, www.engelvoelkers.com
ENGEL & VÖLKERS PRIVATE OFFICE, www.evprivateoffice.com
GIARDINO 25 – GUCCI, www.gucciosteria.com
WOMAN pagina 22
ARTIFORT, www.artifort.com
CAROLINA HERRERA, www.carolinaherrera.com
HERMÈS, www.hermes.com
LADURÉE, www.laduree.fr
LORO PIANA, www.loropiana.com
MISSONI, www.missoni.com
SWAROVSKI, www.swarovski.com
ZIMMERMANN, www.zimmermann.com
MAN pagina 24 FENDI, www.fendi.com
GUCCI, www.gucci.com
MAISON PIERRE FREY, www.pierrefrey.com
PATEK PHILIPPE, www.patek.com
PRADA, www.prada.com
TOD’S, www.tods.com
VERSACE, www.versace.com
VITRA, www.vitra.com
BOOKS & MORE pagina 26
ACQUIRED, www.acquired.fm
PRIME VIDEO, www.amazon.it/primevideo
PARAMOUNT+, www.paramountplus.com
WELBECK, www.welbeckpublishing.com
AT HOME
LEONARDO
FERRAGAMO pagina 30
FERRAGAMO, www.ferragamo.com
LILY OF THE VALLEY pagina 42
LILY OF THE VALLEY, www.lilyofthevalley.com
MARLENE TASCHEN pagina 50
TASCHEN, www.taschen.com
ALEXA HAMPTON pagina 60
ALEXA HAMPTON, www.alexahampton.com
PERSONAL pagina 162
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ISSN 0941-5203, GG · n. 4/25 · 37° anno
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Il prossimo numero di GG sarà pubblicato il 5 dicembre 2025 www.gg-magazine.com



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Tonalità speranza
Diretto dalla famiglia nella terza generazione, lo studio messicano Sordo Madaleno è famoso per l’approccio sociale all’architettura.
Fondato a Città del Messico nel 1937 da Juan Sordo Madaleno, per decenni l’omonimo studio ha fortemente influenzato l’architettura messicana. Nel 1985, dopo la morte del fondatore dell’azienda, la direzione dello studio è passata al figlio Javier Sordo Madaleno Bringas che oggi lavora accanto ai suoi figli Javier e Fernando nell’ambito dell’architettura, dell’urbanistica e dell’interior design, realizzando opere tra tradizione e innovazione, caratterizzate sia dalle radici locali che dalla visione globale.
I progetti dello studio a conduzione familiare non solo mirano a creare un’architettura di grande bellezza, ma anche spazi ispirati a principi umanitari, capaci di sostenere la vita sociale delle comunità locali. «Non creiamo semplici forme, costruiamo spazi. Sono gli spazi a rendere possibile le esperienze, che a loro volta cambiano la realtà» spiega Fernando Sordo Madaleno de Haro, parlando della loro filosofia di lavoro.
Un ottimo esempio per il loro lavoro stimolante e intergenerazionale è il concept alla base del Centro di riabilitazione infantile Teletón. Dal 1997 in poi, lo studio d’architettura ha costruito in Messico ventisei di queste cliniche per la riabilitazione, destinate a bambini disabili o affetti da tumori. Viste dall’alto, le forme geometriche dei giocosi e colorati edifici assomigliano a lumache o grandi stelle. Simili a fari di speranza, diventano sinonimo di identità culturale e senso comunitario. Le tinte forti e sature sono un richiamo alla vibrante realtà cromatica tipicamente messicana. L’alternanza di patii e spazi inondati di luce crea un passaggio senza soluzione di continuità tra interni ed esterni. Nel 2022, la famiglia ha lanciato la Fundación Sordo Madaleno con l’obiettivo di salvaguardare l’eredità architettonica del Messico. Tra l’altro, la fondazione offre accesso a un archivio storico dedicato all’architettura, l’urbanistica e il design; delle borse di studio per la nuova generazione di studenti messicani mirano a sostenere giovani talenti. «L’istruzione è lo strumento più efficace per un’evoluzione positiva delle comunità e il benessere dell’umanità» afferma Javier Sordo Madaleno Bringas, nominato nel 2017 – come già in passato suo padre – socio onorario dell’American Institute of Architects.
Astratto come un quadro, lontano dall’estetica sterile da ospedale. Le colorate cliniche sono nate in collaborazione con la fondazione Teletón in Messico.






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