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Ossessione green, un’Europa dei popoli S

Frans Timmermans

a cura dell’ On.Pietro Fiocchi ono di questi giorni le dichiarazioni di Frans Timmermans che tuonano contro il nostro Paese e gli altri Stati Europei che non gradiscono i “diktat” imposti dalla Commissione Europea e dalle forze politiche che la sostengono. Nessuno mette in discussione la necessità di ridurre l’inquinamento e gli effetti delle variazioni climatiche causate dalle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Ciò che preoccupa, invece, sono le modalità e i tempi che ragionevolmente non possono essere rispettati ma preoccupano soprattutto i costi e le conseguenze in materia occupazionale che graveranno in maniera diversa sugli Stati Membri. Due gli argomenti che hanno attirato l’attenzione dei media: lo stop ai motori endotermici entro il 2035 e le tematiche collegate al miglioramento delle classi energetiche dei milioni di abitazioni dei cittadini europei.

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Certe scelte, sig. Timmermans, non vanno imposte e calate dall’alto ma debbono essere frutto di una convinzione ed un conseguente sostegno economico ai vari Stati Membri da parte dell’Unione Europea e non frutto di una vera e propria ideologia green. Dati alla mano, solo in Italia, riguardo alla scelta del motore elettrico rispetto a quello endotermico è stimata la perdita di oltre 140 000 posti di lavoro, mentre per quanto riguarda l’efficientamento energetico delle abitazioni, visto come è andata l’esperienza relativa al bonus 110% sarebbero necessari miliardi di euro e decine di anni per raggiungere gli obiettivi prefissi. Di fatto l’Unione Europea ci vuole imporre una vera e propria “patrimoniale” sulla casa per i costi che graveranno sui cittadini. Il paradosso è che il paradigma costi/ benefici di natura ambientale sono e saranno vanificati fintanto che nazioni come Cina ed India continueranno ad inquinare ed emettere CO2 nell’atmosfera compromettendo gli sforzi prodotti dall’intera Europa.

Ritornando al bando del motore endotermico, di fatto l’Europa si mette nelle mani del colosso cinese che produce motori elettrici ed energia con centrali elettriche a carbone.

Anche in occasione della discussione riguardo i veicoli pesanti (“CO2 emissions heavy vehicles”) la Commissione ha reiterato il suo atteggiamento non recependo i miei emendamenti in qualità di relatore “ombra”. Per tutte queste ragioni io ed il mio gruppo di appartenenza FdI-ECR abbiamo votato contro alle ultime con - sultazioni e a nulla è servita una mia proposta volta ad impattare gradualmente la transizione da motore endotermico a elettrico in quanto essa non è stata presa in considerazione. Il motore elettrico non è infatti la sola soluzione possibile tenendo conto anche degli elevati costi delle auto elettriche. Esistono infatti soluzioni alternative utilizzando motori alimentati con biocarburanti, bi-fuel, e a idrogeno con studi riguardo a quest’ultimo propellente che garantisce emissioni zero. Di fronte a queste scelte di natura prettamente ideologica ed anti-economica con costi che gravano sui cittadini vista la veemenza con cui queste scelte vengono imposte c’è da augurarsi che nel 2024, quando i cittadini europei saranno chiamati alle urne per le elezioni europee, si volti pagina creando una nuova maggioranza e una Commissione diversa da quella attuale. L’Europa necessita di adeguarsi alle realtà emerse dalla pandemia, dalla guerra e dal clima. Un’Europa dei popoli e non delle eurofollie.

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