la Gazzetta 12 febbraio 2014

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Saluggia

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Ottenuto il contributo per un tipo di impianto sportivo, se n’è fatto un altro. E si è perso il contributo

Ecco la famosa “piscina” di Saluggia

La Regione aveva concesso 305 mila euro per la realizzazione di una “nuova piscina comunale coperta” ma il Comune ha fatto costruire questo “palazzetto per il fitness” (costato 800 mila euro e mai utilizzato) e dalla Regione - siccome non ha inviato rendicontazione e fine lavori - non ha ricevuto neanche un euro

Da Piazza del Municipio a Largo Stazione

Così l’Amministrazione Barberis vuole spostare il centro del paese

di umberto lorini

L’edificio costruito in via Ponte Rocca

Saluggia. (u.l.) Questa storia inizia nel 2008, non è ancora finita nel 2014 e lascia dietro di sé un edificio inutilizzato e un contributo regionale assegnato e mai incassato. Tutto comincia nel 2008, quando la Regione Piemonte, in attuazione del “Piano annuale di interventi”, invita gli enti locali a presentare domande di contributo per «la realizzazione di progetti finalizzati alo sviluppo, il potenziamento e la qualificazione dell’impiantistica sportiva”. Il 4 maggio 2009 la Giunta provinciale di Vercelli - presenti Renzo Masoero, Fabrizio Finocchi, Marco Fra, Marco Pasteris (che è anche sindaco di Saluggia) e Massimo Simion - esamina dieci proposte pervenute da Comuni, Parrocchie e un Parco, ne sceglie sei e le mette in ordine di priorità: la prima è quella del Comune di Saluggia, che ha presentato un progetto di “nuova piscina comunale con annesso locale polivalente”. Il contributo chiesto è di 300 mila euro, la Regione ne concede addirittura di più: 305 mila. Per costruire una

Una poetica immagine dell’ex sindaco Marco Pasteris con l’inseparabile fascia tricolore

piscina. Il sindaco Pasteris esprime «piena soddisfazione per il successo ottenuto». Passano pochi mesi e la piscina... si asciuga. Nel maggio 2010 il sindaco Pasteris, in coda a un comunicato sull’inaugurazione della nuova tribuna al campo sbortivo, butta lì: «Sono inoltre in fase di progettazione definitiva i lavori di costruzione di una nuova palestra per il fitness». E la piscina, per la cui realizzazione è stato chiesto ed ottenuto il contributo? «Mentre per la realizzazione della nuova piscina comunale si andrà alla ricerca, con apposito bando pubblico di project financing, di un socio privato». Pasteris non trova il socio privato e, non trovando più nemmeno i suoi assessori, termina anzitempo l’esperienza da sindaco. Arriva il commissario, poi arriva il nuovo sindaco Firmino Barberis che, in una lettera ai saluggesi dell’agosto 2012, comunica che «sono stati ultimati i lavori di costruzione del palazzetto fitness in via Ponte Rocca. Importo stanziato: 805 mila euro».

In Municipio, però, c’è chi è ancora convinto che l’opera verrà pagata anche dalla Regione: nella determina dell’agosto 2013 con cui nomina il collaudatore, il tecnico comunale Ombretta Perolio scrive che «lo stanziamento di bilancio previsto, di complessivi 805 mila euro, è finanziato per 305 mila con contributo concesso dalla Regione Piemonte, e per la restante parte di 500 mila con fondi comunali». Purtroppo non è così: due mesi più tardi, a ottobre, l’assessore Adelangela Demaria - che porta le associazioni a visitare la struttura, proponendo loro di adibirla a “salone polivalente” - dichiara: «Effettivamente il Comune ha ricevuto comunicazione del finanziamento regionale di 305 mila euro, ma ad oggi non ha incassato nulla di tale finanziamento; l’opera è già stata interamente pagata con fondi del bilancio comunale». E perché la Regione non eroga il contributo al Comune? Lo spiega, sempre nell’ottobre scorso, il dirigente regionale Franco Ferraresi: «il contributo in questione è stato concesso a seguito di uno specifi-

co bando comprendente una misura a sostegno di nuovi impianti sportivi. La Giunta della provincia di Vercelli espresse un elenco che comprendeva l’intervento in argomento, cioè la piscina. Gli uffici regionali del settore sport, dopo aver assegnato formalmente il contributo, hanno trasmesso la pratica del Comune di Saluggia all’Istituto per il Credito Sportivo che, previa convenzione, gestisce i fondi regionali per l’impiantistica sportiva ed è pertanto il soggetto erogatore, a fronte di adeguata e specifica rendicontazione. A tutt’oggi risulta che non sia stata assegnata alcuna somma di denaro all’intervento predetto non avendo il Comune di Saluggia prodotto alcuna dichiarazione di fine lavori e di rendicontazione». E siccome i fondi erano stati concessi per una piscina ed invece è stata fatta una palestra, sarà interessante vedere se e come la Regione li erogherà. Sempreché il Comune li chieda. Per il momento in via Ponte Rocca c’è un “palazzetto fitness”, che nessuno usa, pagato interamente con denaro del Comune.

Area ex Quaglino: c’è un privato, ha un progetto e l’ha già portato in Municipio

La ditta Borello srl vuole creare un insediamento commerciale di medie dimensioni. In cambio realizzerebbe uno spazio pubblico da cedere gratuitamente al Comune Saluggia. (u.l.) Senza possedere la sfera di cristallo, il 22 gennaio titolavamo su queste colonne “2014, l’anno del supermercato?”, ipotizzando l’interesse di qualche imprenditore sull’area ex Quaglino. Qualche giorno più tardi all’albo pretorio del Comune compariva una delibera con cui la Giunta, in vista di una possibile acquisizione dell’area a patrimonio comunale, incaricava un tecnico di stimarne il valore: «quell’area è in uno stato di abbandono progressivo - spiegava il sindaco Firmino Barberis - e dà una brutta immagine del paese». E pensare che ci sono almeno due soggetti che, se il Comune non continuasse a rinviare l’inserimento nel Piano Regolatore dei “criteri commerciali” approvati dal Consiglio a novem-

bre, avrebbero interesse a investire su quell’area e porre dine all’abbandono che tanto angustia il sindaco. Uno è Stefano Capello, titolare dell’Immobiliare San Salvari sas di Torino proprietaria dell’edificio e dell’area antistante, che il 29 gennaio ha dichiarato a questo giornale di essere stanco di aspettare la burocrazia comunale: «ho presentato un nuovo piano di recupero - ha spiegato - che però è bloccato negli uffici in attesa del nuovo Piano Regolatore, e mi dicono che ci vorranno almeno altri due anni». L’altro è saltato fuori quarantott’ore fa: è Franco Borello, titolare della Borello srl di Castiglione Torinese, che lunedì ha protocollato in Municipio una proposta con allegata “planimetria dimostrativa dell’intervento”. In tre pagi-

nette Borello, assistito dal progettista geometra Riccardo Bracco di Torrazza, spiega «i punti chiave che si sarebbero posti alla base della sua idea di progettazione per il nuovo assetto del territorio che interessa l’area in oggetto», e dice al sindaco e ai consiglieri: «tale intervento si potrebbe realizzare entro ottobre 2015» a condizione che il Comune concluda l’inserimento dei “criteri commerciali” nel Piano Regolatore entro maggio 2014, e che gli rilasci la “super Dia” per l’inizio lavori entro la metà di novembre. L’Amministrazione Barberis, ora, non ha più alibi. Deve decidere se attivare le procedure per permettere ai privati di operare, o se acquisire l’area a patrimonio pubblico e riqualificarla a spese del Comune.

Interrogazione della consigliera Paola Olivero su una serie di determine dell’ufficio tecnico

è ormai evidente che la serie di operazioni immobiliari fin qui annunciate - ma non ancora concretizzate - dall’Amministrazione comunale si inserisce in un disegno che assume via via contorni sempre più chiari: spostare verso est il centro del paese, o quantomeno creare un secondo polo rispetto a quello storicamente costituito dalle piazze Municipio Don Pollo - Donato (“del Peso”). Se per secoli il “centro” di Saluggia è stato a un capo della contrà granda, l’obiettivo è ora quello di crearne un altro, all’altro estremo di via Lusani, intorno a largo Stazione. *** La strategia non è mai stata messa nero su bianco, né sul programma amministrativo né dopo, ma si coglie dall’insieme dei singoli elementi. Per prima cosa, come un fulmine a ciel sereno, è stato portato in Consiglio e approvato il progetto preliminare per l’area Gallo-Pedrantoni; che la bretella «per collegare Livorno Ferraris con Crescentino» fosse una bufala l’hanno capito subito tutti, senza aspettare che nelle feste di Natale arrivasse il consigliere Giuseppe Barberis a dire che «possiamo mettere una sbarra in fondo» (sì, a una strada larga nove metri...): è chiaro l’interesse di quell’intervento non è viabilistico ma sta nell’area in sé, e negli sbocchi che può offrire in termini di accesso e di parcheggi - ai lotti circostanti, soprattutto a quelli interclusi e da tempo invenduti.

Qualche mese dopo è stata portata in Consiglio una variazione di bilancio per la possibile acquisizione dell’area Momo, su via Roma appena prima del condominio San Bonaventura. Poche settimane fa, poi, ecco la delibera con il dichiarato interesse per l’acquisizione dell’area ex Quaglino. E, a corollario di tutto, l’incarico a un professionista esterno per “predisporre atti riguardanti procedure espropriative o accordi bonari”. Espropriare chi, dove, e perché? *** Comunque la si pensi, è fuor di dubbio che questa Amministrazione non intende limitarsi a far da “regolatrice” dell’urbanistica comunale: pur avendo in corso una revisione generale del Piano Regolatore (che, a saperlo usare, è uno strumento “forte”), non si accontenterà di incentivare - o disincentivare le trasformazioni in questa o quell’altra zona del paese utilizzando, quali leve, le tavole e le norme di attuazione. Questa Amministrazione si è dotata di un “tesoretto” e lo utilizzerà per intervenire sul tessuto urbano, acquisendo direttamente le aree che intende trasformare. La “mano pubblica”, anziché soggetto terzo, rischia di diventare uno dei principali interlocutori del mercato immobiliare saluggese, e se le premesse sono queste sarà una mano pesante. Il destino - pubblico o privato? - dell’area ex Quaglino sarà la prima, importante cartina di tornasole.

Mirabilia Vrbis

«Perché si affidano tutti questi lavori alla ditta Hortilus e Vivai?»

«è in comodato? E allora prendiamocela con comodo...»

Saluggia. (r.s.) La consigliera Paola Olivero (“Per Saluggia”) ha notato che a fine dicembre sono stati affidati dal Comune alla ditta Hortilus e Vivai srl di Colleretto Giacosa, con determine del servizio lavori pubblici e manutenzione, alcuni interventi di implementazione e manutenzione del verde pubblico: 3820 euro più Iva per “parco e parcheggio del cimitero del capoluogo” e 19.764 euro per manutenzione ordinaria del verde in via Ponte Rocca, piazza Russi di Romagna, scuola materna e asilo nido, cimiteri. A marzo erano stati affidati, sempre alla Hortilus e Vivai, i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza presso il parco giochi (25.492 euro) e interventi in piazza Municipio e piazzetta della Parrocchia (2662 euro). La Olivero chiede allora al sindaco «quale sia la ragione per cui i servizi inerenti il verde pubblico non siano stati oggetto di gara ma sempre e solo di affidamenti in economia», e «se i servizi inerenti il verde pubblico sono affidati esclusivamente alla Hortilus e Vivai oppure anche al personale comunale». E siccome per il mese di gennaio 2014, alla voce “manutenzione di aree verdi”, sono già stati prenotati dal servizio lavori pubblici 3500 euro di buoni d’ordine, la consigliera chiede al sin-

Correva l’anno 1992 quando la Curia Arcivescovile di Vercelli concesse la chiesa di San Francesco, in comodato d’uso per cinquant’anni, al Comune di Saluggia affinché la trasformasse in auditorium e sala conferenze. Negli anni successivi fu installato un impianto di riscaldamento a pavimento, furono sostituiti i serramenti, ma i lavori non furono mai terminati. Nel 2008 il Comune decise di trasferirvi “temporaneamente” l’archivio di deposito del Municipio, e nel 2010 la Curia concesse il nulla osta, “per la conservazione eccezionale e temporanea della documentazione dell’archivio comunale”. La Soprintendenza Archivistica disse: sì, ma allora, se là dentro mettete l’archivio (8 tonnellate di carta) “l’aula della chiesa non potrà essere accessibile al pubblico”. Niente più auditorium né conferenze (che comunque, là dentro, non si sono mai fatte). Morale: dei cinquant’anni previsti dal contratto di comodato, più di venti sono già trascorsi senza che il Comune abbia mai utilizzato la chiesa per gli scopi per cui l’aveva chiesta. Se i tempi della Chiesa sono secolari, quelli del Comune di Saluggia lo sono quasi: di questo passo, nel 2030 comincerà a chiedersi dove ri-spostare l’archivio, nel 2040 approverà l’ultimo lotto di lavori per trasformarla in auditorium, e nel 2042 - a lavori appena terminati - la restituirà alla Curia, che avrà così un auditorium nuovo di zecca pagato dal Comune. Lassù, sicuramente, approveranno.

Il nuovo Sunset Boulevard vicino al cimitero

daco «se saranno utilizzati per pagare incarichi alla Hortilus e Vivai», e «come si pensa di garantire la trasparenza dell’uso di soldi pubblici a fronte della prenotazione di buoni d’ordine, senza che si debba ricorrere all’accesso agli atti da parte dei consiglieri comunali».


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