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AI CONFINI DEL MONDO SU DUE RUOTE
Ci sono luoghi della Terra, sempre meno in verità, che sono vere e proprie macchine del tempo naturali. Perché se un occidentale contemporaneo, proiettato verso il futuro, ci si avventura, si ritrova dentro grandiosi scenari preistorici. Mancano solo i dinosauri. È certamente il caso della Patagonia.Il luogo contemporaneamente testimone dell’inizio e della fine del mondo, in senso fisico, segnalato da un cartello indicatore. E abitato dagli ultimi esseri umani di quelle latitudini, asserragliati nella mitica città di Ushuaia. Documentari, film e libri, soprattutto, ne hanno fatto una meta reale e insieme fantastica. Infatti è difficile dire se il volume che nel 1977 gli intitolò Bruce Chatwin sia un diario o un romanzo .Come il racconto che ne fece in precedenza Che Guevara , appunto , nei suoi Diari della motocicletta, dopo averla traversata tutta a bordo della sua Norton Poderosa.GA TE questo mese ha deciso invece di di segnalarvi un esploratore ciclista italiano , Flavio Valabrega (nella foto) che in 30 giorni ha pedalato per 3000 chilometri tra deserti e ghiacciai. Lungo la Routa 40 in Argentina, e la Carrettera Austral in Cile. Lo hanno seguito in