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Francesco De Mura: “la Guarigione del cieco nato” della Galleria Nazionale di Cosenza
La tela è datata 1760-70. La narrazione della ‘Guarigione del cieco nato’ è semplice ed efficace ed è ambientata in uno spazio definito a sinistra da colonne classiche scanalate. A destra invece sorge un paesaggio verdeggiante. In primissimo piano Gesù, il cieco e un anziano. Sul volto dell’anziano e degli altri personaggi in basso a sinistra è palese la perplessità e la sorpresa per il miracolo. La luce che si irradia da sinistra illumina il gruppo sottolineando il momento importante. Le tre figure formano uno schema romboidale. Le pennellate sono precise e i toni freddi e brillanti. La Guarigione del cieco nato è raccontata da Giovanni che dedica a questo miracolooperato da Gesù a Gerusalemmeun intero capitolo.

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Giovanni illustra come Gesù sputa per terra e poi con la saliva produce un po’ di fango, lo cosparge sugli occhi del malato, mandandolo poi a lavare nella piscina di Siloe, poiché, come sappiamo dal Talmud, presso i Giudei le unzioni con la saliva erano ritenute salutari per i malattie degli occhi e la medicina empirica del Medioevo non vi aveva trovato niente da ridire. Tuttavia nel lungo racconto di Giovanni ciò che prevale è l’importanza della fede, che permette di distinguere tra cecità fisica e morale. Legato alle profezie bibliche e alla ‘vista spirituale’, il miracolo della guarigione di uno o più ciechi è uno dei più popolari e anche nella storia dell’arte ha conosciuto una notevole diffusione.
Francesco De Mura dopo aver frequentato per circa un anno la bottega di Domenico Viola, entrò a far parte dello studio di Francesco Solimena. L’influenza del Solimena e della sua tecnica pittorica si vede in maniera evidente nei dipinti risalenti al periodo 1720-30, tra le quali è da annoverare il Cristo morto in croce con san Giovanni del 1713 dipinto nella Chiesa di San Girolamo alle Monache. Nell’Immacolata e angeli (1715-1718), dipinta per la Chiesa di Santa Maria Porta Coeli a Napoli (ora nella Sacrestia del Divino Amore), già si vede il suo distacco dallo stile di Mattia Preti (impartitogli da Domenico Viola) verso un graduale schiarimento della sua tavolozza. Nel S. Antonio da Padova della pinacoteca del Pio Monte della Misericordia e nella Madonna col Bambino e s. Domenico del Museo Duca di Martina (Villa Floridiana) si procede verso il Rococò e il metodo di Luca Giordano. Verso il 1723 gli furono commissionate le tre tele per la cappella di S. Paride nella cattedrale di Teano, prima delle sue più grandi commissioni. Nel 1727 sposò Anna d’Ebreù. A partire dal 1728, con i dipinti per la Chiesa di Santa Maria Donnaromita il De Mura iniziò a mostrare un percorso pittorico più personale, forse anche influenzato dalle tematiche arcadiche in voga a Napoli in questo periodo.Dal 1741 al 1743 soggiornò a Torino dove ebbe modo di conoscere il pittore Corrado Giaquinto e l’architetto Benedetto Alfieri.Tornato a Napoli fu accolto da un vasto consenso al punto da essere ricevuto alla corte spagnola e mantenne contatti con diversi artisti attivi soprattutto a Roma, in particolare con il pittore francese Pierre Subleyras. Con la sua tecnica cromatica influenzò i contenuti realistici tipici del classicismo-rococò il Settecento artistico napoletano. La scuola barocca, in particolare dei maestri Francesco Solimena e Luca Giordano, è evidente nelle sue opere laiche - quali gli affreschi dei palazzi reali di Torino e Napoli - ed ecclesiastiche, come l’Epifania nella Nunziatella a Napoli, la decorazione della Chiesa di Santa Chiara a Napoli e la Moltiplicazione dei pani nella cattedrale di Foggia.Alla sua morte lasciò tutte le opere e i bozzetti in suo possesso alla storica istituzione di carità del Pio Monte della Misericordia di Napoli.Nella sua fiorente bottega si formarono quattro protagonisti dell’ultima fase della stagione rococò a Napoli (in quanto molto attivi nella decorazione degli edifici borbonici e degli appartamenti della migliore aristocrazia napoletana): Pietro Bardellino, Fedele Fischetti, Giacinto Diano e Girolamo Starace-Franchis. Altri allievi comunque validi, ma impegnati a soddisfare principalmen- te “committenze periferiche” furono: Oronzo Tiso, Nicola Peccheneda, Nicola Menzele (1725-1789), Romualdo Formosa, Vincenzo Cannizzaro, Vincenzo De Mita (17511828), Francesco Palumbo e Luigi Velpi. Alessandra Primicerio (critico d’arte)


al MUCEB di Burgio
MUCEB - Museo della Ceramica di BurgioBurgio (Ag)Dal 30 novembre 2022 al 26 aprile 2023
Dal martedì alla domenica, 9.00 - 13.00 e 15.00- 19.00
Info al numero 0925 65052
Trentotto opere di Salvatore Rizzuti, in legno e terracotta, di medie e grande dimensioni, in esposizione dal 30 novembre al 26 aprile al MUCEB - Museo della Ceramica di Burgio (Agrigento), in piazza Santa Maria.

“Le mille forme dell’anima”, a cura di Vito Ferrantelli, è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, con giorno di chiusura il lunedì.
Sculture controcorrente, basate sulla valorizzazione della figura, partendo dai maestri antichi e moderni, nell’urgenza di comprensione della natura umana. Espressione della realtà fenomenologica con corpi che trasformano la materia in carne pulsante di passioni.
Si intitola “Teatros” la personale dell’artista spagnolo Pedro Cano che si inaugura giovedì 19 gennaio alle 12.30 nelle sale di Palazzo Ciampoli a Taormina.
“Teatros” è un omaggio alla cultura del “Grand tour” che caratterizzava l’esperienza di viaggio nel ‘700 e si sviluppa attorno a sedici grandi acquerelli dedicati ai siti archeologici di otto Paesi attraverso cui l’artista offre la sua lettura della millenaria storia del Mediterraneo.
Dal teatro di Petra, in Giordania, a quello di Cartagena, in Spagna. E poi l’Odeon di Alessandria in Egitto e i teatri in Siria, Turchia, Grecia, Libia. Infine l’Italia con Ostia Antica, Villa Adriana e Taormina.
E proprio all’interno del Teatro di Taormina, durante le giornate del 18 e 19 gennaio, Pedro Cano tiene due giornate di lezioni di pittura en plein air a partecipazione gratuita. Il link per iscriversi al corso si trova sul sito del Parco Naxos Taormina (parconaxostaormina.com).

La mostra è visitabile tutti i giorni, fino al 19 marzo, dalle 9.00 alle 16.00, con ingresso gratuito.

Palazzo Ciampoli - Taormina (Me)
Dal 19 gennaio al 19 marzo 2023
Dalle 9.00 alle 16.00
Info: parconaxostaormina.com