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ARTEMISIA GENTILESCHI
alle Gallerie d’Italia in Via Toledo - Napoli
Artemisia Gentileschi fu una delle poche pittrici donne del ‘600, nacque a Roma nel 1593 e morì a Napoli nel 1653 lasciando in questa città molti suoi capolavori. La mostra alle Gallerie d’Italia ci descrive del doppio soggiorno della Gentileschi a Napoli, che vi rimase tra il 1630 e il 1654 e che fu interrotto solo da un viaggio a visitabile da martedì a venerdì dalle 10:00 alle 19:00 Sabato e domenica dalle 10:00 alle 20:00 Dal 03/12/2022 al 30/03/2023
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Londra tra il 1638 e il 1640. La mostra napoletana è la prima esposizione monografica così ampia mai realizzata in città sulla Gentileschi che fu una grande artista del 600, ed una delle poche donne che spiccò nel mondo maschile della pittura.


Questa grande mostra nasce come approfondimento dell’esposizione monografica dedicata all’artista alla National Gallery di Londra nel 2020, e vede la consulenza speciale di Gabriele Finaldi e la curatela di Antonio Ernesto Denunzio e Giuseppe Porzio.
Paolo De Matteis : Santa Maria Maddalena e Santa Dorotea (1722 – 1722)

L’opera è conservata presso Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza. La provenienza è ignota. Secondo gli studi condotti da Giorgio Leone , il quadro aveva qualche legame con il Monastero delle Clarisse di Cosenza dove Santa Maria Maddalena era venerata tra i secoli XVII e XVIII.

Fu realizzato a Napoli e poi inviato a Cosenza. Riconoscibile lo stile del pittore, anche senza la sua firma, per l’utilizzo delle stesse fisionomie in tutte le opere come i graziosi bambini, l’angelo che sorregge Maria Maddalena, l’angelo in volo che porge un cesto di fiori a frutti a santa Dorotea. Il pittore pone grande attenzione ai dettagli come le spille, la colonna e gli orecchini indossati da Dorotea che creano un effetto policromo.

In alcune zone il dipinto appare monocromo, come nell’estasi della Maddalena che possiede gli stessi toni del fondo.
Santa Dorotea invece crea uno stacco di colore.L’angelo in volo le porge un cesto, attributo della santa in memoria di quanto accaduto con Teofilo.
Dorotea è la patrona di Pescia, dei giardinieri, dei fiorai, dei birrai e dei giovani sposi. Vergine e martire. Di fede cristiana, nonostante la giovane età Dorotea godeva già di grande fama tra la sua gente, che la considerava “traboccante di purezza e carità”. La sua fama giunse fino al procuratore Sapricio, che decise di metterla alla prova chiedendole di effettuare sacrifici per gli dei pagani. Dorotea non cedette a quelle richieste e si rifiutò, ricevendo in cambio indicibili torture. Per convincerla ad acconsentire al sacrificio per gli dei pagani, Sapricio la affidò a due sorelle apostate, Criste e Callista. Il loro era quello di convincere Dorotea ad abbandonare la fede in Cristo ma accadde il contrario e così le due sorelle vennero arse vive.
Fallito il suo intento, Sapricio condannò a morte Dorotea ma mentre si recava sul luogo del suo martirio invocò il nome di Gesù Cristo. Lungo il cammino, l’invocazione di Dorotea viene udita da Teofilo, un avvocato pagano, che la derise: “Sposa di Cristo, mandami delle mele e delle rose dal giardino del tuo sposo”. La giovane devota accettò la proposta di Teofilo e quando a lei si avvicinò un bambino poco prima della decapitazione, recante con sè tre rose e tre mele, lei lo invitò a portarle all’avvocato pagano che poco prima l’aveva derisa. Teofilo credette al prodigio e si convertì alla fede cristiana ma questo gli rimediò una denuncia a Simpricio e la stessa condanna impartita a Dorotea. Anche Teofilo fu torturato e decapitato . Paolo De Matteisa Napoli si dedicò alla pittura. I suoi maestri furono Francesco Di Maria e Luca Giordano. Nel 1682 a Roma fu introdotto agli ambienti dell’Accademia di San Luca.Fu un pittore girovago: dal 1703 al 1705, De Matteis lavorò a Parigi sotto la protezione di Luigi XIV[1]. Tra il 1711 e il 1713 è attestato più volte in Puglia, e soprattutto affrescò la cupola del Cappellone di San Cataldo a Taranto.Ritornato a Napoli, dipinse schemi decorativi per chiese napoletane, tra cui le decorazioni nella Chiesa del Gesù Nuovo nell’omonima piazza di Napoli. Tra il 1723 e il 1725, De Matteis visse a Roma, dove ricevette una commissione da papa Innocenzo XIII.Operò anche in Austria, Spagna, Inghilterra, e Francia. Il De Matteis si sposò in prime nozze con Rosolena Perrone, figlia dello scultore Michele, ed ebbe tre figlie, tutte avviate alla pittura. Morì a Napoli nel 1728 ed è sepolto nella Chiesa della Concezione al Chiatamone.
Alessandra Primicerio (critico d’arte)