Free24 n.32 - Agri-Cultura

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FREE-PRESS |

anno

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numero

32 | 15

giugno

2012

agri-cultura magazine DEL VENERDĂŹ

NEWS & CITY LIFE edizione di Brindisi

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INGHILTERRA

Il ghiacciolo Branson Palestre, radio, treni, assicurazioni, aerei, libri, dischi e pure palloni aerostatici. A Richard Branson la megalomania certo non difetta. L’ultima trovata dell’imprenditore fondatore del Virgin Group, è spopolare nel campo dei cubetti di ghiaccio e per riuscirci l’eccentrico britannico ci mette la faccia. Letteralmente. La compagnia aerea Virgin Atlantic ha iniziato a servire dei cubetti di ghiaccio a immagine di Branson. Soprannominati “Little Richards” sono stati messi a punto da un team di quattro designer, che hanno usato tecniche di scansione laser e fotografia ad alta risoluzione per creare il modello. Ma a pochi fortunati il ‘Richard Branson versione cubetto’ abbellirà il bicchiere. I cubetti sono serviti solo nella Upper Class di alcuni voli della compagnia, dotata di poltrone-letto e del bar più grande di cui sia mai stato dotato un aereo di linea. Costo del biglietto andata e ritorno New York-Londra da 4.500 dollari in su.

STATI UNITI

Tira a canestro mentre è in coma Maggie Meier è una studentessa americana ammalatasi di meningoencefalite nel 2008. In coma per due mesi e mezzo, ha dovuto sottoporsi a una lunga riabilitazione per imparare nuovamente a camminare, parlare e leggere. Ma non ha mai abbandonato il suo sogno, entrare in una squadra di basket, neache nei lunghi mesi della malattia. Durante la permanenza in ospedale, quando la ragazza si trovava in posizione seduta, a volte i genitori, per ricordarle la sua passione, le mettevano in mano un pallone da basket. Maggie lo tirava verso un canestro immaginario. “Non ho mai visto niente di simile – ha raccontato il neurologo che l’ha curata, William Graf - Il gesto di tirare si è così instaurato a livello base che riusciva a tirare a canestro anche quando non riusciva a parlare o a camminare”.

INGHILTERRA

Un fuorigioco da 50 pences Da sempre le regole calcistiche del fuorigioco risultano essere complicate e poco chiare. Di un giornalista inglese l’idea di spiegarle su moneta. In occasione delle Olimpiadi di Londra la zecca inglese ha chiesto a pubblico e tifosi, tramite concorso, di proporre delle monete commemorative per ciascuno degli sport olimpici. Una moneta “didattica” per i profani del calcio l’idea del giornalista. Detto fatto: coniate una serie di monete da 50 pences, in serie limitata, con tanto di illustrazione del fuorigioco.

SVIZZERA

Solar impulse, l’aereo a energia solare

Si chiama ‘Solar Impulse’ ed è un vero aereo ad alimentazione solare. Non si tratta più solo di un ambizioso progetto perché il prototipo è decollato la scorsa settimana da Madrid alla volta del Marocco per il suo primo viaggio intercontinentale. Nessun consumo dunque. Solar Impulse si muove con l’energia dei raggi solari, catturati da 12mila celle solari distribuite lungo i 64 metri delle sue ali. L’aereo, con a bordo i piloti, Bertrand Piccard e André Borschberg, è decollato dall’aeroporto di MadridBarajas alle 05:30 del 5 giugno ed è atterrato a Rabat intorno alle 13 del giovedì.

THAILANDIA

IKEA: problemi di pronuncia Lo scorso anno IKEA ha aperto il suo primo negozio a Bangkok, in Thailandia. E subito è sorto un problema, riguardante i nomi scandinavi dei suoi prodotti. In alcuni casi, la loro pronuncia corrisponde a parole thailandesi riferibili, pensate un po’, a pratiche sessuali. Per esempio, Redalen è il nome di un modello di letto di IKEA, ma in thailandese una parola simile viene usata per indicare un amplesso. Jättebra nel catalogo IKEA corrisponde a una pianta in vaso, ma in thailandese è un modo gergale di indicare i rapporti sessuali. Per evitare malintesi imbarazzanti, specie per una cultura particolarmente conservatrice come quella in Thailandia, IKEA ha messo insieme un gruppo di impiegati thailandesi cui è stato affidato il compito di analizzare i nomi dei prodotti dell’azienda e di modificare qualche lettera degli eventuali termini equivoci prima che questi vengano traslitterati nell’alfabeto thailandese. Questo tipo di ‘malinteso culturale’ non è nuovo. Quando la Coca Cola venne introdotta in Cina, nel 1927, la società scoprì che i commercianti del posto avevano già traslitterato il nome della bevanda in caratteri cinesi, ma non si erano accorti che in alcuni dialetti il significato dei caratteri era “una cavalla fissata con la cera” o “mordi il girino di cera”, in base all’intonazione con cui erano pronunciati. La Coca Cola allora modificò i caratteri in modo che il significato fosse “consentire alla bocca di gioire”. Più recentemente, nel 2003, la società alimentare britannica Sharwood lanciò una nuova salsa al curry chiamata Bundh, che nella lingua del Punjab, in India, ricordava una

parola che significa, letteralmente, “fondoschiena”. In Cina il nome del motore di ricerca di Microsoft, Bing, ricorda la parola “malattia” o “pancake”. I capi di Microsoft decisero allora di rinominare il motore di ricerca in Biying, che richiama l’espressione cinese you qui bi ying, che significa «cerca e troverai».

STATI UNITI

La tristezza del pop La rivista scientifica “Psychology of Aesthetics, Creativity and the Arts”, edita dall’American Psychological Associaton ha pubblicato i risultati di una ricerca secondo cui negli ultimi cinquant’anni la musica pop è diventata più lenta, triste e sofisticata. Gli psicologi e sociologi hanno analizzato più di mille canzoni tra quelle di maggior successo dalla metà degli anni Sessanta agli anni Duemila. In particolare si sono concentrati sui pezzi della Top 40 di Billboard degli anni 1965-69, 1975-79, 198589, 1995-99, e 2005-09. Il ritmo delle canzoni è stato misurato per battiti al minuto e la loro tonalità è stata determinata da musicisti. Nei casi in cui una canzone presentasse sia il modo minore che maggiore la canzone è stata classificata in base alla tonalità predominante. Conclusioni? Non solo i testi dei maggiori successi pop sono diventati sempre più negativi e concentrati sull’io, ma anche la musica ha acquistato un suono sempre più triste e con maggiori sfumature emotive. Nel tempo la durata delle canzoni è aumentata e le canzoni in tonalità minore sono raddoppiate: nella seconda metà degli anni Sessanta, le canzoni in tonalità maggiore – associata a buon umore e allegria – erano l’85% delle canzoni ai primi posti in classifica, mentre nella seconda metà dei Duemila erano il 43,5%. Anche il ritmo delle canzoni è diminuito negli anni. In termini assoluti, i ritmi più lenti risalgono agli anni Novanta: potrebbe essere quindi iniziata un’inversione di tendenza. Il rallentamento di ritmo è più marcato nelle canzoni in tonalità maggiore, cosa che indica una generale diminuzione di canzoni univocamente allegre e un aumento di canzoni con stati emotivi variabili e che mescolano momenti di allegria a tristezza. Secondo i due studiosi “queste scoperte hanno impressionanti similitudini con l’evoluzione della musica classica dal 1600 al 1900. Nel XVII e XVIII secolo i brani tendevano a essere univocamente tristi o felici. Nel 1800 e soprattutto durante il Romanticismo il ritmo e la tonalità entrarono in conflitto e i compositori potevano esprimere una vastità di emozioni contrastanti in una singola opera. La musica pop dal 1965 al 2009 mostra la stessa tendenza in una scala di tempo molto minore”.

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Il comandante Schettino al cinema

Prima coppia gay italiana a divorziare

A immortalare il nome del ‘noto’ capitano sarà una pellicola di prossima uscita. Il film, francese, non ha nulla a che fare con il tragico naufragio della Costa Concordia che l’ha visto protagonista. È stato girato mesi prima al largo dell’Isola del Giglio. Schettino ha partecipato in qualità di consulente per la pellicola. Il film, girato su una nave della Costa Crociere, la Costa Atlantica, è già uscito in Francia e arriverà a metà giugno nelle sale italiane con il titolo di “Benvenuti a bordo”. A produrlo la Eagle Pictures. La regia è di Eric Lavaine.

che in teoria possono dare vincite fino a 100 euro è di fatto impossibile). Restano esenti dalla nuova tassa anche le scommesse sportive, sulle quali l’imposizione si applica con un meccanismo legato al «pay-out» delle giocate, cioè alle vincite riconosciute ai giocatori che indovinano i pronostici.

Santi e super eroi Per la sua serie di sculture intitolata “Agiografie”, l’artista italiano Igor Scalisi Palminteri fonde miti religiosi e contemporanei in un’unica immagine per dimostrare che tutta questa distanza non c’è: l’artista riadatta statue dei santi comprate nei mercati cittadini di Palermo per ridipingerle con colori acrilici e fargli indossare la maschera e il costume dei supereroi. Alessio De Giorgi e Christian Panicucci, coppia di pionieri del matrimonio gay in Italia, ha ottenuto un altro primato: essere la prima coppia omosessuale a divorziare. Alessio e Christian furono i primi italiani dello stesso sesso a sposarsi, a Roma, nel consolato francese (la Francia riconosce i Pacs) il 21 ottobre 2002. La separazione dopo appena cinque anni di matrimonio. Morale della favola non c’è distinzione di sesso che tenga: il divorzio quando arriva arriva.

Una nuova tassa sui giochi? Cappella d'ascolto A Loreto, dove sorge uno dei santuari più noti nel mondo del cattolicesimo, un cartello recita: “Qui no confessioni, ma dialogo e ascolto”. La Cappella Slava del Santuario è adibita esclusivamente a luogo per l’ascolto. Tutti possono accedervi anche solo per fare due chiacchiere come se si fosse dall’analista. E senza penitenze finali da scontare. Ci starebbe lavorando il governo. Una nuova tassa sui giochi che inciderebbe sulle vincite, visto l’incremento del gioco nel nostro Paese. Soltanto nel 2011, la spesa per i giochi di Stato è cresciuta del 30%, lievitando da 60 a 80 miliardi di euro. Ben 9 sono stati incassati dall’erario sotto forma di imposte, altri 9 sono finiti nelle casse delle aziende private che gestiscono in appalto i giochi pubblici e circa 61 miliardi di euro arrivati nelle tasche dei vincitori. Per recuperare i primi fondi da destinare alla ricostruzione, il governo sta considerando sia l’aumento dell’aliquota del 6%, già esistente, sia la riduzione della soglia di franchigia, sia l’estensione della tassazione alle vincite di altri giochi. Lotteria Italia, bingo, casinò online, poker online e slot machine, per vari motivi non sono di fatto colpiti dal prelievo scattato il primo gennaio scorso (per le slot

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15 giugno 2012

Emilia Romagna spiaggia 2.0 Tecnologica e anche ecosostenibile. Una vera e propria tecnobeach quella inaugurata il 31 maggio scorso a Bellaria-Igea Marina, in Romagna. Tutti al mare, ma riparati sotto ombrelloni fotovoltaici telegestiti da remoto, che si aprono e chiudono con telecomando, mentre si sta sdraiati su lettini dotati di connettività wi-fi per il collegamento a Internet. L’ambiente è controllato da un sistema di videosorveglianza per la prevenzione dei furti e non manca il telesoccorso per il salvataggio e la sicurezza dei bagnanti. Per orientarsi sono stati installati totem interattivi dai quali è possibile inviare foto e cartoline elettroniche, ricevere in tempo reale informazioni turistiche e di pubblica utilità, informazioni meteo e sulla qualità dell’aria, ma anche ricaricare la bici elettrica o il motorino. Insomma, il primo esempio di «spiaggia intelligente», con un occhio rivolto al turista straniero più esigente per quanto concerne i servizi.


Video realizzato dalla Provincia di Brindisi nell'ambito del progetto "Rete delle Masserie Didattiche in Terra di Brindisi"

cybercittadino

http://youtu.be/qYremjsu5UU

BENESSERE Ciclo mestruale ‘quando vuoi tu’

Lo permetterebbe una pillola in arrivo sul mercato italiano fra circa un anno. Una soluzione contraccettiva ‘no stop’ che, con un’assunzione senza interruzioni, consentirà alle donne di ‘programmare’ quando avere il ciclo mestruale. “I vantaggi di questa nuova pillola sono molteplici - sottolinea Rossella Nappi, professore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Pavia - soprattutto perché molte donne soffrono di disturbi anche gravi legati al ciclo mestruale. La nuova pillola consentirà invece di decidere quando avere il ciclo, permettendo dunque alle donne di programmare meglio la propria vita. Si tratta di un contraccettivo indirizzato a tutte le donne e che non presenta alcuna controindicazione - aggiunge l’esperta - dal punto di vista medico o fisiologico”. La pillola ‘no-stop’ sarà messa in commercio insieme a un device elettronico che terrà il conto delle pillole assunte e, una volta decisa la sospensione dell’assunzione, indicherà quando arriverà il ciclo’. La nuova pillola è già stata autorizzata dall’Ente europeo per i farmaci (Ema) ed è attualmente all’esame dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

È il popcorn lo snack perfetto

La scienza promuove il popcorn come il più salutare fra gli snack. Il mais scoppiato vince il confronto non solo con gli altri spuntini, tra cui noccioline, patatine e tortillas, ma anche con le più blasonate, dal punto di vista nutrizionale, frutta e verdura. Il popcorn, infatti presenta il più' alto contenuto di polifenoli, antiossidanti naturali: 300 milligrammi a porzione. La pannocchia dolce ne contiene 114, la frutta 160. Ma i polifenoli sono concentrati nei popcorn perché contengono solo il 4% di acqua, mentre quelli della frutta e della verdura sono diluiti in 90% di acqua. Questo non vuol dire che i popcorn possano sostituire il consumo di frutta e verdura che contengono molti altri nutrienti che il mais non possiede, ma che sono uno snack che si può consumare al posto di molti altri spuntini che sono solo un concentrato di grassi. Fra gli altri snack salati o dolci, infatti, i popcorn sono anche lo spuntino meno calorico, ma solo se preparati negli appositi macchinari che cuociono ad aria bollente. La cottura del mais col microonde, in sacchetti già confezionati, aumenta del 43% il contenuto di grassi, la cottura in padella con un po' di olio invece del 28%. Unica raccomandazione: non sgranocchiare le cosiddette 'vecchie zitelle', ossia i chicchi che restano chiusi durante la cottura, perché danneggiano la dentatura.

Simone Aretano

GOALSHOUTER Un progetto brindisino rivoluziona il mondo del calcio Qualche giorno fa ad Helsinki, si è tenuta la Startup Sauna, una delle più prestigiose manifestazioni in tema di impresa e innovazione. A essere selezionato tra i migliori in gara, è stato un brindisino DOC, Daniele Galiffa, grazie al progetto denominato GoalShouter, un’applicazione gratuita, presente anche su Apple Store, dedicata a tutti gli appassionati di calcio. I tifosi oltre ad eseguire una vera e propria cronaca della partita attraverso i commenti sul web, possono registrare e condividere in tempo reale sui social network le informazioni su tiri, gol, falli, fuorigioco ed espulsioni. Registrandosi a Goalshouter e accedendovi con le proprie credenziali, l’accattivante interfaccia grafica permette di tracciare ogni singola azione di gioco dall’inizio sino alla fine del match, avendo a disposizione uno vero e proprio scout elettronico. Si comincia selezionando il nome e la composizione delle squadre e si avvia il match premendo il tasto dedicato. A questo punto viene generata un’email automatica contenente il link per seguire l’incontro ‘live’ sul web da condividere con gli utenti interessati. Mentre scorrono i minuti si agisce sui tasti relativi al “possesso della palla”, su quelli di “gol”, “rigore”, “fallo”, “fuorigioco”, “sostituzione”, “tiro fuori e in porta”, “calcio d’angolo” e “ammonizione”. Il risultato è una cronologia di statistiche e informazioni tecniche che si alternano a commenti dei tifosi da poter condividere istantaneamente su Facebook o Twitter. Daniele Galiffa aveva già conquistato il terzo posto allo Smau di Milano nel 2009 con VisualSport, un prototipo di visualizzazione di statistiche sportive che permette a chiunque di elaborare informazioni a partire da dati statistici normalmente non desumibili consultando giornali sportivi o guardando trasmissioni tv di settore. Nel 2010 il modello venne sperimentato per i mondiali di calcio e fu in questa occasione che Galiffa e Venier, fondatori di VisUp, società alla base del progetto, ebbero l’ntuizione vincente: il vero modo per avere tutti i dati sulle partite in tempo reale è rendere protagonisti i tifosi. In attesa di investimento di 25 mila euro promesso dalla Regione Puglia, il progetto Goalshouter va avanti ampliandosi tra consensi e gratifiche. www.goalshouter.com

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Brindisi

masserie didattiche

Soffocati da cemento e smog, molti giovani italiani fuggono la vita urbana per un’esistenza bucolica. Il dato della Coldiretti (sorprendente, ma non troppo) rivela un'immagine nuova dei “nostri trentenni”.

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Oppressi dai ritmi ansiogeni della città decidono, sempre più numerosi, di andare a vivere in campagna. E non solo alla ricerca di relax e aria salubre.

Rete delle masserie didattiche in terra di brindisi

Sono 19mila le nuove imprese agricole avviate da giovani under 35 nel primo semestre del 2012. Un trend, a quanto pare, in continua crescita. Da qui al 2013 il Ministero delle Politiche Agricole stima l’ingresso nel settore di altri 23mila giovani. Uomini e donne, per la maggior parte laureati, che si reinventano imprenditori con le idee ben chiare e la voglia di osare. Perché anche nel settore primario il progresso avanza e la concorrenza è spietata. L’agricoltura oggi non va più letta solo come produttrice di materia prima, ma come trasformazione e commercializzazione.

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Prototipo di un modo nuovo di ‘vivere’ la campagna è la masseria didattica, straordinario strumento di comunicazione e promozione sia per le aziende che per il territorio. Da anni una realtà nel nord d’Italia,

dieta mediterranea

rappresenta al meglio il binomio agricoltura - imprenditoria giovanile. Un modello adottato anche da noi. Una legge varata dalla Regione Puglia nel 2008 impone, per l’iscrizione all’albo regionale, di conseguire uno specifico attestato di qualifica. La Provincia di Brindisi ha offerto tale opportunità agli imprenditori agricoli che desiderano affacciarsi a questo mondo, con il progetto denominato “Rete delle Masserie Didattiche”, prima esperienza in tutto il panorama

NEWS WEEK

regionale.

ATTUALITà - POLITICA INCONTRI - SPORT

Ventitre, tra Brindisi e provincia, le aziende selezionate, ma molte di più

focus DEL VENERDì

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masserie didattiche

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quelle interessate a fare della didattica un punto di forza della propria attività imprenditoriale. alessandra.caputo@freebrindisi.it diario di bordo

GIROTONDO

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appuntamenti

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ANNO 1 - numero 32 del 15 giugno 2012 in abbinamento gratuito con il quotidiano Senzacolonne

Registrazione Tribunale di Brindisi n. 8/11 Reg. Stampa del 04/11/2011

Direttore Responsabile Alessandra Caputo Responsabile commerciale Alessandro Perchinenna Edizione Free Salento srl Grafica e impaginazione Letizia Taveri - Alessandro Perchinenna

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Pubblicità e Stampa Pubblidea di Perchinenna Alessandro - Stampa Sud SpA Hanno collaborato Francesco Marchionna_Simone Aretano Michele Lamacchia_Antonio Mingolla_Danny Vitale_ Giuseppe Rollo Francesca Totleben_Alessandro Muccio_ Alberto Mele_Federica Ricchiuto Copertina Letizia Taveri

OGNI Venerdì in edicola in abbinamento gratuito con

Per la pubblicità 348 9969774 - 3486035144 info@pubblidea.eu Per le notizie redazione@freebrindisi.it info@free24.it www.free24.it


il PUNTO DI VISTA

Newsweek Il raccolto è agrovoltaico

Stanchi di vedere le campagne invase dai pannelli solari? Il problema è reale: in 40 anni, l'Italia ha perso quasi 5 milioni di ettari coltivabili, una superficie pari a due volte la Lombardia. La prima causa della sottrazione di terreni all'agricoltura è l'espansione dei centri urbani, ma la seconda, in rapida crescita negli ultimi anni, è l'aumento della produzione di energie rinnovabili. Gli impianti fotovoltaici sono una risorsa preziosa. A Mantova adesso arriva anche il primo impianto agrovoltaico. Si tratta di un sistema ideale, in grado di coniugare l’agricoltura con lo sfruttamento delle ecoenergie. Il tutto messo a punto da Revolution Energy Maker a Virgilio, vicino a Mantova. La soluzione trovata è in grado di fare ricorso all’energia solare e allo stesso tempo di evitare di recare danni alle coltivazioni agricole. D’altronde le opportunità offerte dall’energia ricavata dai raggi del sole sono molte e non si può non utilizzarle a beneficio della sostenibilità ambientale. www.ilsole24ore.com - www.ecoo.it

Al via la stagione degli incendi Tempo d’estate e arrivano i primi violenti incendi appiccati da piromani e sprovveduti nelle campagne e zone periferiche di Brindisi e provincia. Lo scorso sabato, un violento ed esteso incendio appiccato nella zona industriale di Brindisi ha impegnato i Vigili del Fuoco per l’intera giornata. Le fiamme sono state sul punto di interessare alcuni capannoni e stabilimenti industriali, nonché il Canile Comunale.

Brundi Keiliakos È questo il nome della pagina Facebook create per aggregare i celiaci di Brindisi. Cos’è la celiachia? Una forma di intolleranza al glutine, che obbliga chi ne è affetto a seguire una dieta rigida per tutta la vita. Pur rappresentando un disturbo da cui non si guarisce, la celiachia non è una patologia tale da inibire la vita dell’individuo. L’importante è stare attenti a cosa si mangia e alla preparazione dei cibi. È dunque opportuno essere informati e “fare gruppo” è oggi fondamentale. L’ignoranza sull’argomento sta cominciando a cadere e molta gente comincia a masticare il termine celiachia, pur non comprendendo appieno il mondo dei celiaci. Ecco allora che all’indirizzo: http://www.facebook.com/brundi.keiliakos, è possibile fare rete e condividere dubbi, esperienze e consigli.

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doz ree a

ioni Ogni settimana Free Brindisi dedica un piccolo spazio del giornale a un’adozione. Uno dei tanti cani del Canile di Brindisi a cui dare visibilità, sperando nel buon cuore dei nostri lettori!

www. caniledibrindisi.it

HESSE

Vive chiuso in un piccolo box da un bel po’ di tempo ormai... Hesse è un bellissimo cane di taglia medio-grande. Giovane, spicca per intelligenza e forza fisica. Ha bisogno di correre libero e la forzata prigionia lo sta portando alla depressione. In canile è così... Solo i volontari riescono a donare a Hesse un po’ di felicità, durante quelle piccole e sporadiche passeggiate fuori... Nessuno di voi ha bisogno di un bel cane da guardia da tenere in giardino?

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I pareri sono discordi. C’è chi mi chiede: “Ma quando torni a vivere nella civiltà?”. Molti invece mi tempestano di richieste: “Ma tu come hai fatto? Lo farei anch’io, non ne posso più di questo delirio, qui a Milano (Torino, Roma, Treviso ...)”. Vivo in campagna da molti anni, e ci sono arrivata un po’ per scelta e un po’ per caso, perché la vita è così. Ho fatto e ancora faccio vita agricola (da coltivatore diretto): ho allevato capre, imparato a fare il formaggio, coltivato ortaggi e piantato alberi da frutta. Ho imparato a potare e a usare la falce (mestiere difficilissimo). Tutto questo sempre continuando a fare un mestiere cittadino, seduta a una scrivania e davanti a un computer, grazie alle potenzialità della rete. Il mio libretto è un vademecum semiserio, ricco di vita vissuta e di consigli pratici, e aiuterà - spero- a muovere i primi passi con qualche consapevolezza in più. Roberta Ferraris “Vado a vivere in campagna - Dieci regole per passare dal sogno alla realtà”, Editore Terre di Mezzo.


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Alessandra Caputo

Ritorno alla campagna Il futuro dell’imprenditoria

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griturismo, fattorie didattiche, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli: il futuro dell’imprenditoria giovanile è l’agricoltura multifunzionale. Sono 100mila in Italia i giovani under 40 alla guida di imprese agricole. Vivere e lavorare in campagna diventa una soluzione sempre più frequente per chi ha deciso di rompere con la vita metodica e imbrigliante della città. Un fenomeno che la crisi economica degli ultimi anni ha accentuato. Non pochi i giovani che pensano di diversificare la propria attività dedicandosi all’agricoltura o di investire in terreni i propri risparmi. Ma c’è anche chi al sogno di una vita tranquilla e salubre lega attività redditizie. A motivare l’interesse per la campagna è in molti casi anche la voglia di innovare un settore che perde il 5% della forza lavoro ogni anno e dove il 55% degli addetti ha più di sessant’ anni. Certo, avviare un’attività da zero richiede, anche in questo settore, impegno, investimenti e una buona dose di coraggio e determinazione. Avere credito per un giovane è impresa a dir poco ardua, per non parlare degli intoppi burocratici. Per ottenere qualsiasi permesso o approvazione di nuovi progetti, i tempi sono infiniti. Ma al di là delle oggettive difficoltà, a portata di mano c’è un patrimonio rurale, ambientale, storico-culturale unico da tutelare e valorizzare e un potenziale umano da ‘sfruttare’. La Provincia di Brindisi lo ha capito. “Rete delle Masserie Didattiche in terra di Brindisi”, questo il nome di un articolato progetto incentrato sulle aziende agricole e diretto a giovani imprenditori brindisini, promosso dall’Assessorato alle attività produttive della Provincia di Brindisi, retto da Maurizio Bruno. Ventitre le Masserie selezionate su un campione di oltre settanta richieste. Il percorso formativo, avviato a novembre 2011, ha visto gli imprenditori brindisini impegnati in un Corso di Formazione per operatori delle masserie didattiche e in un successivo stage svoltosi presso le fattorie didattiche e sociali dell’Emilia Romagna. Una preziosa occasione per comprendere le potenzialità che dispone il territorio brindisino in termini di cultura e storia millenaria, ma anche

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e soprattutto un'occasione per sperimentare in prima persona come mettere a frutto tali opportunità. Al meglio e in sinergia. Finalità prima del progetto è infatti quella di incentivare la nascita di una rete di aziende agricole in cui alla primaria e insostituibile funzione produttiva, si aggiunge la funzione educativa. Un network di masserie di Brindisi e provincia garantite e preparate in grado di offrire servizi didattici qualificati in favore della comunità locale, dei visitatori che desiderano conoscere gli aspetti più autentici del territorio e non ultimo del mondo della scuola. L’approccio che si propone è di tipo trasversale e pluridisciplinare, in quanto coinvolge non solo il settore dell’educazione alimentare in senso stretto. Le attività proposte dalle singole masserie si pongono l’obiettivo di creare contatti diretti tra mondo agricolo e consumatori (giovani e adulti) in modo da valorizzare la cultura e la tradizione del mondo rurale e diffondere una maggiore sensibilizzazione nei confronti della tutela ambientale. A trarne vantaggio un po’ tutti. Il progetto si rivela una importante opportunità per un territorio come quello brindisino, per riconoscere all’agricoltura il ruolo fondamentale per uno sviluppo sostenibile e durevole, per investire nella tutela dell’ambiente, per valorizzare la cultura, la storia e la tradizione contadina e per educare a corretti stili di vita e ad una sana alimentazione. Una occasione per i giovani di conoscere la vita degli animali, l’origine dei prodotti che consumiamo, stimolare lo spirito critico e la curiosità, scoprire l‘importanza sociale ed economica di un mestiere spesso sottovalutato. Diversificare le attività agricole e promuoverne le azioni a scopo didattico, culturale e ricreativo, può rappresentare per gli imprenditori una straordinaria fonte di reddito complementare esaltando al contempo il ruolo multifunzionale e non solo produttivo che da sempre l’impresa agricola svolge.


foto di Federica Ricchiuto

“La Provincia di Brindisi con il progetto “Masserie didattiche”, si propone di favorire la nascita di aziende didattiche nel proprio territorio, accompagnandole nel percorso di formazione sino al riconoscimento regionale. Il traguardo finale è la creazione di un network di aziende - rappresentative della specificità delle singole aree rurali - in grado di offrire servizi didattici qualificati in favore del mondo della scuola e dei consumatori in generale. Un’azione che nel tempo non potrà non tradursi in un fattore di arricchimento sociale dell’intera comunità provinciale, ma anche generare reddito supplementare e diversificato per molte aziende agricole attraverso un’attività innovativa”. Massimo Ferrarese Presidente della Provincia di Brindisi

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Alessandra Caputo

Rete delle masserie didattiche

Quattro chiacchiere con Maurizio Bruno, assessore alle Attività Produttive de

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rogetto “Rete delle Masserie Didattiche”. Di che si tratta? Le masserie didattiche sono state disciplinate da un’apposita legge che la Regione Puglia ha varato nel 2008. Essa impone, per l’iscrizione all’albo regionale, di conseguire uno specifico attestato di qualifica. In quanto Provincia, abbiamo da subito voluto puntare su questo percorso. Si tenga presente che il nostro progetto è la prima esperienza in ambito regionale. La finalità è di mettere in rete le nostre Masserie, custodi di un patrimonio di valori che le giovani generazioni, e non solo, non conoscono, e insieme imporre un nuovo modello di sviluppo e valorizzazione in un territorio, come il nostro, martoriato dal punto di vista ambientale. Quel che vogliamo è tentar di cambiar rotta venendo incontro soprattutto ai giovani, offrendo loro una concreta opportunità lavorativa che sia al contempo volano di sviluppo per il nostro territorio. Ventitre le masserie selezionate. Quali i criteri della scelta? Abbiamo voluto, anche in questo ambito, dare un segnale nuovo scegliendo in prevalenza imprenditori giovani, con esperienze pregresse nel settore e per la maggior parte donne. Gioco forza abbiamo dovuto sceglierne ventitre, ma le domande pervenuteci sono state numerosissime. Il dato che più ci ha colpiti, è che la maggior parte delle richieste sono state inviate da imprenditori under 35, per la maggior parte laureati e soprattutto disposti a mettersi in gioco. Perché il nostro progetto prevede un modo nuovo anche di intendere l’agricoltura. E un percorso di formazione. Bilancio dello stage in Emilia Romagna? Più che positivo. Siamo partiti formando gli operatori addetti all’accoglienza nelle aziende, nella prospettiva di tutelare e valorizzare il patrimonio rurale, ambientale e storico-culturale del nostro territorio. L’Emilia Romagna è una regione di lunga tradizione agricola, la socializzazione, la cooperazione tra le diverse realtà lì funziona, rappresenta un punto di forza del sistema. Lo stage è servito proprio a capire come lavorare in sinergia. Qui da noi i proprietari delle masserie, pur distanziando le tenute appena qualche chilometro, non si conoscevano neanche. L’esperienza in Emilia Romagna è servita ai giovani imprenditori brindisini non solo per capire come valorizzare l‘azienda e la cultura territoriale, ma anche e soprattutto per far gruppo. Prima dello stage le aziende agricole hanno sottoscritto un protocollo etico. Di che si tratta? È la particolarità che mette in evidenza la caratterizzazione di un’amministrazione di centrosinistra. Il protocollo etico impegna gli imprenditori a una serie di principi e valori che devono ispirare tutte le attività delle aziende e dei loro operatori. Tanto più trasparente sarà il rapporto con il consumatore, tanto maggiore sarà la credibilità dell’azienda e quindi della Rete. Il protocollo non vuole essere solo una somma di belle enunciazioni, ma uno strumento che possa favorire la crescita delle aziende e conseguire positive ricadute sul territorio. Particolare attenzione è inoltre riservata alle persone diversamente abili che devono esser messe nelle condizioni di poter godere appieno di tutto quello che le Masserie offrono. Funzione produttiva e sociale abbinate alla funzione educativa. Il progetto coinvolgerà anche gli studenti. Esatto. Abbiamo intrapreso iniziative di contatto diretto con il mondo dell’istruzione e con i diversi istituti scolastici. Una collaborazione con il Provveditorato agli Studi permetterà agli studenti di Brindisi e provincia di avere una conoscenza diretta dell’agricoltura, di scoprire le caratteristiche della vita e del lavoro in campagna. Una visita in masseria rappresenta un’opportunità per conoscere il territorio nella sua globalità produttiva e culturale, per comprendere il proprio ambiente attraverso la conoscenza e l’esperienza diretta, per favorire il rapporto scuola/realtà locali. Un percorso che, ci si augura, porti alla valorizzazione e alla riscoperta da parte dei ragazzi del territorio rurale e promuova un’educazione alimentare che favorisca un approccio anche culturale verso il cibo. Ma il progetto non riguarderà solo i nostri studenti. A breve sarà firmato un protocollo d’intesa che permetterà agli allievi dell’istituto Alberghiero di Ferrara di visitare le nostre masserie, soggiornarvi, conoscere il nostro territorio e i nostri prodotti. A proposito di educazione alimentare, come si lega il progetto “Rete delle Masserie Didattiche” alla Dieta Mediterranea? Rispetto alle politiche che hanno incentivato più che altro l’industrializzazione, il nostro progetto mira a far capire quali sono le risorse del nostro territorio. Le masserie rappresentano una vetrina eccellente per far conoscere i nostri vini, i nostri oli, la frutta, i cereali e per far comprendere come utilizzando i prodotti della nostra terra, possiamo migliorare la qualità della nostra vita. Ci sono inoltre importanti appuntamenti in vista. Il progetto verrà presentato nell’ambito della Bit di Milano, un’opportunità per turisti e partecipanti di scoprire i nostri prodotti. In conclusione, quali le aspettative riposte nel progetto? Sostanzialmente tre. Mettere in evidenza le nostre ricchezze, abbiamo un patrimonio unico in termini di strutture ma anche di capitale umano che molti non conoscono, incentivare un turismo sia esterno che interno e, non ultimo, creare occupazione. http://youtu.be/res_CUMjnwk

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Da sinistra: Dario Stefàno, Federica Ricchiuto, Alberto Mele, Maurizio Bruno

Il PROTOCOLLO ETICO IN PILLOLE


in terra di brindisi

ella Provincia di Brindisi COSA È UNA MASSERIA DIDATTICA? È un’impresa agricola o zootecnica in cui alla funzione produttiva è abbinata la funzione educativa rivolta a chiunque abbia interesse alla conoscenza e all’apprendimento dei processi produttivi, dei saperi, delle tradizioni e della cultura rurale. Operatori specializzati raccontano e fanno sperimentare quanto avviene in azienda, facendo scoprire ai visitatori importanti aspetti della vita quotidiana alla base dell’alimentazione, della tutela dell’ambiente e del paesaggio. In particolare, per i ragazzi la tecnica pedagogica si ispira a una visione pratica dell’apprendimento: si impara attraverso l’osservazione diretta e, soprattutto, attraverso “la scoperta” dell’origine della provenienza degli alimenti di uso comune. IL PROGETTO MASSERIE DIDATTICHE IN TERRA DI BRINDISI È un progetto diretto alla valorizzazione delle attività svolte nelle imprese agricole del Brindisino. “Imparare-facendo” è l’idea alla base delle proposte delle Masserie Didattiche. Si scopre l’importanza delle scelte alimentari, la cultura del prodotto genuino, della tutela del consumatore, della tutela e della cura del territorio; si crea un rapporto più diretto tra produttori e consumatori, tra mondo rurale e mondo urbano; si sperimenta un apprendimento dinamico e piacevole attraverso un più sano rapporto con l’ambiente e la riscoperta delle radici delle tradizioni. In alcuni casi si esplorano mondi mai incontrati prima. FASI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO - Creazione e registrazione del logo “Masserie Didattiche di Puglia”; - Sottoscrizione del protocollo etico da parte degli imprenditori agricoli aderenti al progetto; - Creazione della Rete Masserie Didattiche; Francesco Marchionna - Corso di formazione articolato per unità di competenza per la certificazione degli apprendimenti necessari per il rilascio dell’idoneità di operatore di fattoria didattica. - Organizzazione attività didattiche, ricreativa e progetti di educazione alla sostenibilità e alla formazione presso le aziende della Rete; - Coordinamento attività all’interno delle varie Masserie Didattiche; ATTIVITà in programmazione “Andar per masserie”, rassegna di appuntamenti domenicali - dedicato alla Dieta Mediterranea e al recupero delle tradizioni agricole del passato - nelle Masserie Didattiche aderenti alla Rete provinciale e regolarmente iscritte all’albo regionale. Gli incontri si terranno nelle domeniche di settembre e ottobre 2012. Per aderire alle domeniche in masseria sarà sufficiente compilare il form scaricabile sul sito www. masseriedidattiche@provincia.brindisi.it e inviarlo all’indirizzo e-mail masseriedidattiche.br@ gmail.com Concorso fotografico “Appar Tengo alla terra”, indetto dalla Provincia di Brindisi e dedicato alla creazione di racconti fotografici tesi a valorizzare il legame fra uomo e campagna. L’iniziativa rientra tra le attività finalizzate a diffondere la cultura rurale e la conoscenza della realtà delle Masserie Didattiche. Il concorso si rivolge agli appassionati di fotografia di tutte le età e ai professionisti. In palio premi messi a disposizione dalla Rete delle Masserie e un premio della critica che verrà conferito dall’Accademia Fotografica Italiana (AFI).

Foto di Piero Aspromonte

• Impegno nella sostenibilità ambientale, economica e sociale; • Formazione e qualifiche riconosciute; • Continuo aggiornamento; • Accoglienza di scolaresche e gruppi d’interesse; • Menù e/o degustazioni espressioni di biodiversità e territorialità;

OFFERTA “Presidi” dei principali alimenti della dieta mediterranea, le Masserie Didattiche offrono prodotti a Km 0 e bio del territorio. Propongono ospitalità rurale a contatto con la natura per un turismo giovanile e familiare. Fanno scuola a piccoli e grandi attraverso la promozione dei valori legati all’ambiente, all’alimentazione sana e consapevole, all’agricoltura e allo spazio rurale.

• Focus e laboratori sulla dieta mediterranea; • Impegno attivo nella pianificazione e promozione delle attività svolte; • Attenzione rivolta a minori, anziani in difficoltà e soggetti diversamente abili; • Propensione al web e alla comunicazione online;

• Promozione della Rete delle Masserie Didattiche; • Conseguimento di feedback dai visitatori mediante gli strumenti delineati; • Osservanza delle regole del protocollo etico, pena l'esclusione dal progetto.

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masserie: MEMORIA DEL TERRITORIO,

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ontani dalle grandi città del nord, spesso caotiche e avvolte dallo smog, qui al sud ci illudiamo che i nostri figli vivano a contatto con la natura, sappiano cosa accade nei campi oltre i confini dei nostri piccoli centri urbani e conoscano l’origine dei cibi. Ma in realtà quanti dei nostri bambini sono davvero mai stati in campagna? Chiedete loro di descrivere una mucca. Se vi rispondono che è lilla – come quella della famosa marca di cioccolato – e che indossa gli occhiali da sole e corre su due zampe – come nella pubblicità di un noto budino – vi consiglio di trascorrere con loro una giornata nelle masserie didattiche della nostra provincia. Nella terra che è culla della Dieta Mediterranea, l’impegno delle masserie didattiche è quello di educare al gusto; non solo classi di scolari, ma anche genitori e gruppi organizzati che vogliono essere guidati nella riscoperta di quei sapori genuini dimenticati. Del resto la sensibilità per questi temi cresce giorno per giorno, come la voglia di conoscere la provenienza dei prodotti agricoli che arrivano sulle tavole. Alla Provincia di Brindisi va il merito di aver compreso il grande potenziale che si cela dietro queste realtà, tutte gestite da giovani imprenditrici e imprenditori che vogliono rivitalizzare le campagne. È profondo, infatti, il valore sociale ed educativo dell’attività agricola che è da sempre svolta nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Nessuno più dell’agricoltore è custode di un patrimonio di conoscenze e tradizioni agroalimentari tali da fare delle masserie un centro privilegiato di educazione ambientale e alimentare. Nasce da questi presupposti il progetto “Masserie didattiche in terra di Brindisi”. Fra gli obiettivi vi è quello di evidenziare il ruolo degli imprenditori agricoli come “trasmettitori di memoria” e portatori di conoscenza, affermare la centralità dell’agricoltura come valore culturale da tramandare alle generazioni future. Gli incontri del Corso di Formazione organizzato dalla Provincia di Brindisi, si sono tenuti nelle aziende dei partecipanti, entusiasti di poter condividere con i colleghi la propria storia e presentare le proprie produzioni di qualità. Sono state inoltre esaminate alcune aree naturalistiche della provincia, la riserva naturale di Torre Guaceto e il Parco delle Dune Costiere, in quanto importanti risorse del territorio da integrare con l’offerta delle masserie didattiche. Al termine del ciclo di incontri, il gruppo di imprenditori è partito alla volta dell’Emilia Romagna per uno stage conoscitivo di quattro giorni presso le fattorie didattiche e sociali che da anni operano nel settore e sono, per questo, portatrici di buone e collaudate prassi. Gli operatori brindisini hanno incontrato i responsabili di diverse aziende e cooperative, i dirigenti della Scuola Alberghiera e Agraria “Vergani” di Ferrara, con i quali si è stabilito di estendere la collaborazione avviata con lo stage, Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, importante gruppo europeo di agricoltori biologici che ha già intense collaborazioni con agricoltori pugliesi che producono bio, e figure istituzionali, l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni e l’assessore al Turismo della provincia di Ferrara. Un percorso formativo imposto dalla norma regionale, è così divenuto occasione di conoscenza, condivisione e arricchimento reciproco. Non ultimo va sottolineato quanto importante e raro sia che 23 giovani imprenditori abbiano scelto di tornare all’agricoltura e lavorare con tenacia, giorno per giorno, nonostante si parli sempre di abbandono dei terreni, di mancato ricambio generazionale ecc. Per questo, oggi più che mai, investire in formazione, dentro i territori rurali, significa dare nuove occasioni di sviluppo e generare crescita sociale. Le masserie didattiche sono un valore aggiunto per la nostra agricoltura, un esempio concreto di multifunzionalità agricola in grado di fornire servizi di utilità sociale per la nostra comunità. Dott. Alberto Mele, agronomo, responsabile del progetto Masserie Didattiche in terra di Brindisi

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Donne e buoi dei paesi tuoi L’imprenditoria femminile nel settore agricolo

Dietro al successo dell’agricoltura rurale e imprenditoriale troviamo sempre più spesso una donna o un insieme di donne. La crescente affermazione delle imprenditrici agricole sembra rappresentare un confortante segnale di successo e apre a nuove e incoraggianti prospettive di sviluppo nel settore. Oggi, le donne costituiscono il 37% della popolazione agricola attiva europea: agriturismo, fattorie e masserie didattiche, settore biologico, produzioni di nicchia, ortofrutta e vitivinicoltura. Sebbene il numero delle aziende agricole “in rosa” sia in ascesa, a oggi solo un’azienda su cinque in Europa è diretta, perché di proprietà, da una donna e la maggioranza di queste sono di piccole dimensioni e a carattere familiare. Questo dato va però analizzato con riserva, in quanto va ricordato che la copertura di ruoli formali non sempre è frutto di una scelta autonoma e consapevole, ma spesso risulta essere influenzata dai vantaggi che ne derivano per il proprio nucleo familiare. In che modo? Molte donne, ad esempio, risultano registrate come capi azienda perché il marito ha trovato un impiego remunerativo altrove. In quest’ultimo caso, spesso, alle donne viene assegnata la titolarità dell’azienda, ma non la gestione vera e propria, che rimane nelle mani del coniuge. È vero però anche il contrario, ossia la presenza di tutte quelle donne che svolgono le proprie mansioni nell’azienda di famiglia senza avere diritto ad un loro status giuridico. Per molte di esse, ad esempio, il matrimonio rappresenta l’inizio di un vero e proprio contratto di lavoro, senza però che questo faccia loro acquisire uno status professionale riconosciuto al di là della sfera dell’azienda e della famiglia. La mancanza di un riconoscimento giuridico influenza anche i livelli retributivi di queste donne. Detto ciò, cosa caratterizza quest’imprenditoria femminile? La maggior parte delle imprese in rosa si mostrano dinamiche, innovative ed efficienti, ma la potenzialità dell’impresa femminile risiede innanzitutto nella propensione alla multifunzionalità, quella naturale tendenza delle donne a considerare la produzione come una delle attività dell’azienda alla quale affiancarne altre, verso le quali la donna ha una innata familiarità: accoglienza, cucina, preparazioni alimentari e lavorazioni artigianali legate alla vita dell’antica azienda contadina. Qualità che, seppur sfruttate, non vengono a galla. C’è dunque un problema di riconoscimento? Per favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura le donne hanno bisogno di servizi di consulenza per sviluppare le proprie idee, individuare le proprie capacità e competenze e rafforzare la fiducia in se stesse. L’accesso ai servizi formativi, informativi e consultivi sulla possibilità di avviare un’attività indipendente, sulle opportunità legislative, sulla trasformazione di una particolare competenza o risorsa in un’attività indirizzata a produrre reddito richiedono azioni di accompagnamento che devono essere garantite. Per questo, stanno nascendo in Italia diverse associazioni che forniscono supporto al gentil sesso. Il circuito delle “masserie didattiche” della provincia di Brindisi testimonia un dato interessante: delle 23 strutture del progetto, ben 14 sono guidate da donne laureate. E sono giovanissime: un’età media di 30 anni. Francesco Marchionna


foto di Federica Ricchiuto

O, RISORSA PER LE NUOVE GENERAZIONI

Agricoltura sociale: le nuove frontiere dello sviluppo rurale Che cos’è l’agricoltura sociale Sono tanti i bambini, ma anche gli adulti, che negli ultimi anni hanno trascorso una giornata in campagna ospitati in una masseria didattica: hanno stretto fra le braccia una capretta, impastato pane e taralli, raccolto della frutta biologica e preparato delle squisite marmellate. Non tutti però sanno che la didattica svolta nelle aziende agricole è solo una delle azioni previste dalle pratiche di agricoltura sociale. Le fattorie sociali sono luoghi nei quali la produzione agricola e zootecnica viene proposta sul mercato in maniera integrata alla fornitura di servizi culturali ed educativi, occupazionali e di formazione, terapeutici ed assistenziali in favore dell’intera collettività. All’agricoltura etica sono ricondotte esperienze molto diverse fra loro, che vanno dalle masserie didattiche, all’agricoltura carceraria, all’uso sociale di beni sequestrati alla mafia, sino alle più innovative pratiche terapeutiche che, grazie alla cura di animali ed al giardinaggio, aiutano le persone mentalmente disturbate a ritrovare autocontrollo ed equilibrio (Pet Therapy e Horticultural Therapy). Gli stakeholders Quello dell’agricoltura sociale è un settore che interseca e chiama in causa una pluralità di attori. Stato, Regioni, Comuni, ASL e le Province, costituiscono il fronte delle istituzioni pubbliche. Le associazioni di volontariato, le cooperative di tipo A (che erogano servizi sociosanitari ed educativi), le cooperative di tipo B (che praticano l’inserimento lavorativo delle fasce deboli) e gli agricoltori che all’interno delle loro aziende avviano percorsi di agricoltura sociale, costituiscono i soggetti privati. Attorno a questo mondo ruota poi l’universo dei consumatori, che interagisce con il sistema. A questo proposito, l’esempio più significativo è fornito dai Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S). Loro finalità, è quella di formulare una sorta di etica del consumatore, provvedendo all’acquisto di beni e ser-

vizi che concorrano alla nascita di una concezione più umana dell’economia, più vicina alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente. L’agricoltura sociale, diffusa in Italia soprattutto nell’ambito delle attività delle cooperative agricole, è oggi un fenomeno che comincia ad interessare anche le aziende agricole private seguendo un percorso del tutto differente da quello di altri paesi europei come l’Olanda dove le fattorie sociali si caratterizzano per una spiccata natura imprenditoriale (care farms). I tre grandi filoni dell’agricoltura sociale: 1. terapia e riabilitazione: • attività terapeutiche che utilizzano le terapie assistite con gli animali (pet therapy) e terapie orticolturali in favore di disabili mentali, psichici e fisici; • riabilitazione, ospitalità, integrazione sociale in favore di anziani, persone non autosufficienti, tossico/ alcool dipendenti, traumatizzati psichici (minori e donne sottoposti a violenza), ex-detenuti, convalescenti..; 2. inserimento lavorativo : • inserimento lavorativo e/o formazione di disabili mentali o fisici che partecipano al ciclo agricolo secondo le loro capacità; • aziende carcerarie nelle quali i detenuti beneficiano di un lavoro all’aria aperta ed hanno l’occasione di acquisire nuove professionalità; • nuove iniziative su terreni agricoli confiscati ad organizzazioni mafiose per lo più affidate a cooperative sociali di giovani disoccupati fra i quali disabili fisici o psichici; 3. educazione e formazione : • integrazione scolastica attività svolte in aziende agricole da studenti con difficoltà di apprendimento o problemi sociali e basate su accordi fra istituzioni scolastiche ed agricoltori; • attività didattiche e culturali che permettono a studenti e gruppi organizzati di sperimentare il mondo rurale attraverso percorsi di visita appositamente studiati per le loro esigenze.

La scelta bio Ciò che contraddistingue la maggior parte delle esperienze di agricoltura sociale, è l’utilizzo di metodi di coltivazione biologica. Non va sottovalutato, infatti, il valore educativo e sociale che trasmette un’attività produttiva svolta nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Forte è la valenza dei principi di ordine etico, religioso, sociale ed ecologico che animano gli agricoltori biologici e che rispondono all’esigenza di sicurezza alimentare espressa dal consumatore con vigore sempre maggiore. La sua considerazione tra la popolazione è via via cresciuta nel tempo ed i suoi prodotti hanno acquisito un elevato valore di mercato. Questo ha fatto sì che il nostro Paese diventasse leader in Europa per le produzioni da agricoltura biologica, disponendo del maggior numero di imprese e della più elevata superficie condotta con tale metodo. Finalità dell’ente La Provincia di Brindisi, con la stipula del protocollo etico e l’impegno profuso nella formazione degli operatori di masseria didattica, ha inteso conferire grande enfasi alle pratiche da agricoltura sociale. L’intento dello staff di coordinamento della Rete è quello di intervenire in agricoltura avvalendosi di una vera e propria politica territoriale che rivitalizza le campagne con l’entusiasmo dei più piccoli, offre agli imprenditori agricoli un’occasione di integrazione del reddito, dona una voce nuova alla realtà omologata dei sistemi produttivi moderni, tutela e valorizza l’ambiente, risorsa principe del nostro territorio.

Dr.ssa Federica Ricchiuto, sociologa, coordinatrice del corso di formazione nell’ambito del progetto Masserie Didattiche in terra di Brindisi

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rete sinergica Masserie iscritte all’Albo Regionale delle Masserie Didattiche che hanno frequentato il corso per Operatore di Masseria Didattica

MASSERIA CARRONE

C.da Carrone – Carovigno www.masseriacarrone.it L’azienda agrituristica Masseria Carrone è un’antica masseria risalente alla seconda metà del ‘600 interamente ristrutturata. È circondata da circa 40 ettari di olivi secolari e pascoli. È un’azienda biologica prettamente a conduzione familiare, gestita dalla signora Maria e dalle sue tre figlie. La produzione dell’olio extravergine di oliva è rigorosamente bio e nei pascoli si allevano vacche podoliche di cui si lavora il latte che dà origine al gustoso caciocavallo podolico. Esposta anche una raccolta di antichi strumenti di lavoro e oggetti della vita quotidiana.

MASSERIA CORREO

C.da Correo, 3 - Carovigno www.masseriacorreo.it Azienda agricola e zootecnica a conduzione familiare, da anni conduce circa 400 animali tra pecore, capre, mucche, maiali. “Correo” è il marchio consolidato da tre generazioni in campo caseario; all’interno dell’azienda, un caseificio per la vendita diretta di formaggi e latticini freschi e macelleria aziendale. Le visite si concentrano sulle attività di allevamento con la visita alle stalle, ma anche sulla trasformazione del latte, con la manipolazione nelle diverse fasi di preparazione dei formaggi. Altre produzioni aziendali sono il pane casereccio e le tipiche specialità da forno pugliesi.

MASSERIA MONTEDORO

S.S. 581 Ceglie Messapica - Martina Franca www.masseriamontedoro.it Anticamente si incideva la data di edificazione sulle masserie. Montedoro riporta il 1807 sul corpo centrale, fortificato affiancato da una serie di trulli che risalgono al 1700. All’interno della Masseria sale per attività, per l’ospitalità di gruppi e famiglie e la ristorazione. L’azienda agricola si estende su 76 ettari, di cui 40 di bosco, e con seminativi, orto e macchia mediterranea e gariga. Tra i pascoli e i boschi allevamenti di cavalli murgesi, asini di Martina Franca, ovini, caprini e animali di bassa corte. La tradizione si respira in tutta la masseria che ospita anche un Museo delle Tradizioni popolari.

MASSERIA SALAMINA

Pezze di Greco - Fasano www.masseriasalamina.it L’azienda agricola e agriturismo si estende su un totale di 50 ettari tra Fasano e Monopoli, in gran parte con oliveti e qualche frutteto. La produzione di olio extravergine, anche biologico, si arricchisce della trasformazione in saponi e cosmetici naturali a base di olio. Al centro dell’azienda la masseria, dove si svolge da anni attività di agriturismo e ristorazione, con ambienti adatti per attività didattiche tutto l’anno: sale, giardini e servizi. Masseria Salamina ricade nell’area del Parco delle Dune Costiere e rappresenta la tipica vocazione olivicola e di ospitalità.

MASSERIA SCIAIANI PICCOLA

Contrada Marangiosa – Latiano marangiosa@libero.it L’azienda agricola si estende su 95 ettari a seminativo, con oliveti e prati, dove il bestiame pascola liberamente. Il latte viene trasformato nel caseificio aziendale, dove si producono i formaggi più tradizionali, dal canestrato al caciocavallo alla ricotta. Le stalle e i laboratori sono accessibili e all’esterno spazi ampi permettono attività all’aperto.

Contrada Masseria Sciaiani Piccola Villa Castelli - www.sciaiani.it Nella campagna coltivata a olivi e circondata da vegetazione spontanea, la Masseria Agriturismo conserva la tipica struttura rurale con trulli, ovili e stalle. Con la certezza che la campagna offra ai ragazzi un’occasione per vivere delle esperienze imperdibili, la masseria mette a disposizione gli spazi aperti tra i campi, gli ambienti rurali più tradizionali, per scoprire come poteva essere la vita contadina del passato. Propone un modo di vivere oggi la campagna, integrati con l’ambiente naturale attraverso le colture biologiche, una piscina biologica e un benessere genuino e sano.

AZIENDA AGRICOLA MELILLO

MASSERIA TORREVECCHIA

MASSERIA MARANGIOSA

Contrada Tagliavanti, 10 - Villa Castelli www.melillo.biz Azienda agricola specializzata nel settore enologico che vanta generazioni di attività a conduzione familiare. Circondata da vigneti nei quali si cura la qualità delle produzioni e l’origine dei vitigni. I processi di vinificazione sono tecnologicamente avanzati e si conducono in ambienti che favoriscono le visite durante le diverse fasi di lavorazione e confezionamento.

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Via Avetrana - San Pancrazio Salentino www.torrevecchia.com Una moderna azienda agricola e zootecnica con agriturismo attivo da diversi anni, poco distante dal mare Ionio, la Masseria Torrevecchia è stata realizzata nel 1989, circondata da 200 ettari di seminativo, uliveti e vigneti. Tra le attività condotte in azienda allevamento e attività di trasformazione nel caseificio e frantoio aziendali, in una serra idroponica si producono fiori recisi. Il nucleo antico della masseria ospita l’agriturismo e la sala didattica, custodisce una cripta del VII secolo aperta ai visitatori.

MASSERIA TRITICUM

Strada vecchia per Ceglie Messapica-Francavilla Fontana www.masseriatriticum.it Oltrepassato l’antico arco della masseria ci si ritrova nella corte, dove si affaccia il nucleo originario dell’edificio che aveva gli elementi tipici delle costruzioni rurali. Con l’aggiunta di ambienti di nuova costruzione la masseria presenta sale e servizi concepiti per ospitare comodamente gruppi alla scoperta delle attività didattiche o delle tante proposte per famiglie. Colture tipiche come la vite e l’olivo, occupano i 70 ettari dell’azienda agricola che ha anche orto e frutteto. Inoltre allevamenti di bovini, suini, equini ed animali di bassa corte. L’azienda cura la ristorazione che propone menù stagionali e a km zero.

SOC. AGRICOLA PANTALEO

Contrada Ottava - Pozzo Faceto - Fasano www.pantaleoagricoltura.it L’azienda su 25 ettari è specializzata nella coltivazione biologica. In particolare vi sono alberi da frutto, olivi, fichi, e poi orti con produzioni di stagione come i pomodori di varietà locali. La zona pianeggiante nella piana degli olivi secolari, da secoli produce il pomodoro regina che veniva conservato nei mesi invernali appeso ai fili di cotone, anch’esso produzione locale. Oggi viene riproposta la coltura in metodo biologico accanto ad altri ortaggi prediligendo le varietà locali più resistenti e adatte al clima.

MASSERIA SCIAIANI PICCOLA

Contrada Masseria Sciaiani Piccola Villa Castelli - www.sciaiani.it Nella campagna coltivata a olivi e circondata da vegetazione spontanea, la Masseria Agriturismo conserva la tipica struttura rurale con trulli, ovili e stalle. Con la certezza che la campagna offra ai ragazzi un’occasione per vivere delle esperienze imperdibili, la masseria mette a disposizione gli spazi aperti tra i campi, gli ambienti rurali più tradizionali, per scoprire come poteva essere la vita contadina del passato. Propone un modo di vivere oggi la campagna, integrati con l’ambiente naturale attraverso le colture biologiche, una piscina biologica e un benessere genuino e sano.


www.masseriedidattiche.provincia.brindisi.it

Masserie non iscritte all’Albo Regionale che hanno frequentato il corso per Operatore di Masseria Didattica

Masserie con iscrizione all’Albo Regionale in itinere che hanno frequentato il corso per Operatore di Masseria Didattica

CASTEL BACCATANI

I GIARDINI DI POMONA

Contrada Baccatani - Brindisi www.masseriabaccatani.it Un’antica masseria nell’area della Riserva di Torre Guaceto, principalmente a indirizzo zootecnico con 150 bovini di razza Frisona e Jersey, con la trasformazione dei prodotti caseari. Un bosco vasto 16 ettari di essenze autoctone circonda l’azienda che riserva alcune stanze all’ospitalità rurale.

AZ. AGRICOLA FRANTOIO UMBERTO CAVALLO Via S. Vito, 31 - Carovigno www.antikiulivi.it

AZIENDA AGRICOLA ANGELA BRUNO Ceglie Messapica

AZIENDA AGRICOLA CALIANDRO ROCCO Villa Castelli

FATTORIA DUE SORELLE Cellino S. Marco

SOC. AGR. F.LLI SAVOIA Pezze di Greco - Fasano

Contrada Figazzano, 114 - Cisternino www.pomonaonlus.it In un conservatorio botanico elencare le specie non è un esercizio “arido”, ma una succosa scoperta di biodiversità. La visita, guidata da un pomologo, si svolge sugli oltre 10 ettari con 800 varietà di fruttifere arboree, erbe aromatiche ed officinali (solo 250 sono fichi diversi) scoprendo il millenario percorso che ha portato alla domesticazione delle piante. Attivo da anni, i Giardini di Pomona organizza mostre pomologiche, domeniche verdi, riconoscimento, raccolta e vendita di frutti e piante rare.

MASSERIA FERRI

Contrada Ferri – Ostuni www.masseriaferri.com Circondata da boschi sulle colline tra Ostuni e Martina Franca, la masseria Ferri è una masseria settecentesca, al centro di 100 ettari di boschi, seminativi e vigneti. Un’imponente casa padronale circondata da trulli (14 coni), con stalle e cantine ospita attività didattiche e dispone di spazi per la degustazione, agriturismo, laboratori per la trasformazione vendita diretta di formaggi, vini e carni. La cura per l’ambiente e la biodiversità ha permesso di conservare boschi e colture locali, e ha favorito l’inserimento di specie autoctone come la vacca podolica il cavallo murgese e l’asino di Martina Franca e un progetto per la reintroduzione della tartaruga italica.

MASSERIA MOZZONE

Contrada Mozzone - Fasano www.masseriamozzone.it Nella zona tra Fasano e Ostuni, lungo le ultime pendici della Murgia, l’azienda, circondata da oliveti, cura la trasformazione e confezionamento dell’olio extravergine di oliva. Inoltre, offre da alcuni anni ospitalità rurale. La struttura è la tipica masseria della Murgia, con stalle, portici e cortili. La produzione di olio ha meritato anche un premio per l’imprenditoria agricola femminile.

VILLA BUONTEMPO

Contrada Buontempo, n. 1 Francavilla Fontana www.villabuontempo.it L’azienda agricola circonda la villa e la chiesetta (da cui prende il nome) costruita nel ‘700 per invocare il tempo buono per i raccolti. Intorno, estesi vigneti, oliveti, un bosco e nuove colture come gli asparagi. La tenuta di famiglia, che oggi coinvolge anche due giovani figlie, ha fatto scelte ecologiche rendendosi autonoma con fonti rinnovabili e convertendo al biologico alcune colture. Punta sul commercio online delle diverse qualità di olio extravergine di oliva e sulla multifunzionalità, aprendo le coltivazioni alle visite, e degustazioni.

AZIENDA AGRITURISTICA LA MAGNOLIA Ceglie Messapica

MASSERIA ASCIANO Ostuni

“Siamo partiti come singole aziende e siamo tornati come gruppo” Il corso ha sicuramente raggiunto gli obiettivi prefissati per ottemperare ai requisiti fondamentali richiesti, ma soprattutto, ha gettato le basi per un’auspicabile progettualità territoriale fattiva e propositiva atta a fornire un’offerta didattica fortemente integrata a quella turistica ed enogastronomica tipica. La visita alle Fattorie Didattiche in Emilia Romagna, molto differenziate per struttura aziendale, percorsi didattici e protocolli d’intesa stilati con diversi enti ed istituzioni, è stata altamente educativa, dandoci lo spunto per riflettere sulle cose ancora da fare ma anche su quelle finora fatte, numerose, di qualità e da valorizzare. Di efficacia sono stati anche gli innumerevoli incontri istituzionali nel corso dei quali più che le singole aziende tutto il territorio brindisino si è raccontato attraverso ognuno di noi. Il gruppo si è coeso, rendendo reale la possibilità di associazionismo e di collaborazione nella finalità di proporre una rete di Masserie Didattiche in grado di operare, con competenza e professionalità ma soprattutto con entusiasmo e passione. Potrà così essere attuata una promozione di tutto il territorio volta alla valorizzazione dei suoi aspetti agricolo- rurali, culturali ed enogastronomici, che porteranno a identificare la terra di Brindisi come lo scrigno della Dieta Mediterranea. Siamo convinti che il supporto fondamentale e concreto delle istituzioni abbia aperto nuove prospettive. Siamo altresì consapevoli che adesso dobbiamo cominciare a camminare da soli, ma non più singolarmente. Potremo sfruttare a pieno le sinergie che sono nate in termini di ricettività, di eccellenza dei nostri prodotti, di consolidate esperienze individuali, condividendo questo nostro patrimonio nella nascente rete delle Masserie Didattiche della Terra di Brindisi. Il percorso intrapreso rappresenta solo il punto di partenza, in vista di una sempre più fitta e produttiva collaborazione tra le istituzioni e le realtà imprenditoriali locali. La valorizzazione del territorio, infatti, può rappresentare una leva per lo sviluppo economico e socioculturale della nostra terra, a condizione che essa venga sostenuta da azioni continuative e sistematiche che si producono in un supporto, non esclusivamente di natura economica, ai numerosi operatori che operano in tale territorio. Il percorso formativo ha rappresentato per noi un’indubbia occasione di crescita e ci piacerebbe che fosse la prima di una serie di iniziative finalizzate alla creazione e al sostegno di una rete di attori impegnata nello sviluppo del territorio. Lettera a firma degli imprenditori agricoli brindisini che hanno aderito al progetto Rete Masserie Didattiche in Terra di Brindisi

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L’importanza di una dieta equilibrata

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enessere. Un termine abusato, ma di cui raramente si comprende a fondo il significato. Sì, perché in periodi di crisi, di spread e di bund, il benessere viene quasi totalmente associato a quello economico e sociale. Invece di masticare dizionari di tedesco e compendi di economia, sarebbe meglio partire da una masticazione più consona al nostro quotidiano, associando il benessere a ciò che mettiamo in tavola ogni giorno. Una dieta sana ed equilibrata è parte integrante e fondamentale del nostro benessere fisico e mentale. La pensava così già Ippocrate, padre della medicina, che faceva di una corretta alimentazione il perno su cui ruotava la salute dei suoi pazienti. Sono tantissime oggi le diete da poter adottare, così come tantissime sono le tendenze alimentari nel mondo, spesso ricollegate a scelte di tipo etico, morale e religioso. Vegetariani, vegani, crudisti, fruttariani e via dicendo. Senza sfociare in una militanza o in un’appartenenza, basterebbe seguire dei consigli base per garantire alla nostra persona uno stato di salute, fisica e mentale, in equilibrio. Nel seguire tale precetto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute suggeriscono quattro semplici regole che ciascuno di noi, nel quotidiano, può tranquillamente osservare, senza dover ricorrere a nutrizionisti o a libri di genere. Più frutta, verdura e acqua. In parole povere, un concentrato di salute. Frutta e verdura sono ricche di vitamine, minerali, fibre e tanta acqua, senza eccedere in calorie. L’equilibrio idrosalino aiuta così a tenere il peso sotto controllo. Occhio ai grassi. Per il benessere fisico e mentale, la dieta deve essere povera di grassi, per poter ridurre i livelli di colesterolemia e prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari. I grassi sono cibi poco digeribili e restare leggeri è una regola d’oro del mangiar sano. Maggiore varietà. La dieta mediterranea è ritenuta oggi una delle diete più efficaci per la protezione della salute. La varietà di alimenti che contempla spazia da quelli di origine vegetale come cereali, legumi, frutta, ortaggi, olio d’oliva a quelli di origine animale, carne e pesce, in porzioni molto limitate. Attenzione alle porzioni. Tre pasti principali e uno spuntino al giorno. Un vecchio detto recita che “a fine pasto, bisognerebbe alzarsi da tavola ancora affamati”.

La dieta mediterranea nel mondo Secondo un’indagine condotta da Coldiretti nel 2006, tra i paesi che apprezzano di più l’Italia a tavola, la Germania è in pole position seguita da Francia, Stati Uniti e Spagna, mentre tra le bevande e i cibi ‘made in Italy’ più richiesti all’estero in testa c’è il vino, che rappresenta il prodotto italiano più venduto “fuori casa” con un valore dell’export stimato nel 2006 pari a 3 miliardi di euro. Importanti quote di mercato sono state conquistate anche da pasta, formaggi, olio, salumi e conserve che contribuiscono a rendere vincente l’immagine della gastronomia nazionale nel mondo. La dieta mediterranea, oltre che dai palati, è ormai apprezzata dai nutrizionisti di tutto il mondo. Ben venga, dunque, il modello alimentare della dieta mediterranea che, con i suoi “sani” alimenti, favorisce il corretto bilanciamento di entrate caloriche e spese energetiche. Tuttavia sarà bene riflettere sul fatto che nessun cibo, isolato dal contesto delle abitudini alimentari e dello stile di vita di ciascuno di noi, può rendere salutare una dieta: la dieta di per sé non fa miracoli e per rimanere in salute sarà bene mantenersi in forma con una regolare attività fisica. Non dimentichiamolo!

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15 giugno 2012


Francesco Marchionna

uilibrata per il benessere fisico e mentale Dieta mediterranea

La dieta mediterranea consiste in un modello che si ispira ai modelli alimentari base dei paesi europei del bacino del Mediterraneo, nello specifico Italia, Francia del Sud, Grecia, Spagna e in parte Marocco. Con il boom economico degli anni Sessanta e il relativo consumismo, i principi della dieta mediterranea vennero parzialmente abbandonati in favore di altri modelli stranieri, tra cui spiccava quello americano. Ma l'innamoramento verso l'alimentazione oltreoceanica è durato veramente poco. Furono gli anni Novanta a riportare sulla ribalta la cucina mediterranea, non più considerata povera, bensì bilanciata e genuina. Paesi come Argentina, Uruguay e alcune zone degli Stati Uniti d'America importarono la dieta mediterranea. Il successo continua ancora oggi. Il 17 novembre 2010, la dieta mediterranea è stata inclusa dall'UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità, accogliendo la proposta presentata un anno prima dal Gruppo di lavoro Unesco del Ministero delle Politiche Agricole. Con questo riconoscimento, l'UNESCO afferma il valore culturale di questo grande patrimonio dei popoli del Mediterraneo.

Principi della dieta mediterranea

Protagonisti dei principi della dieta mediterranea sono pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio di oliva, pesce e vino. In realtà, tra i principi si insinua un paradosso, rappresentato dal fatto per cui le popolazioni che vivono nei paesi del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi ma, nonostante ciò, hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. A questo c'è però una risposta: la quantità di olio d'oliva utilizzata dalla cucina mediterranea controbilancia, almeno in parte, i grassi animali. L'olio d'oliva, dunque. Questo riesce ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. Altro apparente paradosso: il consumo moderato di alcool (vino) durante i pasti rappresenta un fattore protettivo ulteriore, grazie agli antiossidanti. Tra i principi della dieta mediterranea c'è la scelta degli alimenti prima ancora dell'apporto calorico di questi, che appare leggermente in secondo piano. Un uomo adulto necessita quotidianamente di circa 2500 calorie, il 60% delle quali dovrebbe provenire dai carboidrati, il 20% dai lipidi e il 10% dalle proteine. Quindi avremo un consumo maggiore di proteine vegetali rispetto a quelle animali, che porta a una riduzione dei grassi saturi a favore di quelli vegetali insaturi. Cala la quota calorica globale e si preferiscono i carboidrati complessi a sfavore di quelli semplici. Cala il colesterolo e aumenta la fibra alimentare. Più pesce e legumi e meno carne rossa, meglio quella bianca, il cui consumo si deve limitare a un paio di volte alla settimana. Pochissimi dolci e un moderatissimo consumo di insaccati, super alcolici, zucchero bianco, burro, formaggi grassi, maionese, sale bianco, margarina, strutto e caffè.

Fondazione Dieta Mediterranea Non una dieta, bensì uno stile di vita

È quanto sostiene da tempo il presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, che ha fatto della dieta mediterranea il suo cavallo di battaglia, seppur controverso, per la tutela della salute dei cittadini. L’istituzione di una fondazione sulla dieta mediterranea è una novità assoluta, che punta a fare del territorio un polo di riferimento nel campo dell’igiene alimentare. Ma non solo. Tra i tanti obiettivi della fondazione c’è sicuramente la valorizzazione dei prodotti locali, la prevenzione di malattie cardiovascolari e di alcuni tumori legati all’alimentazione spazzatura, la ricerca e la promozione di un modello di marketing territoriale basato su questo stile di vita. Ne giova di conseguenza economia e turismo. “Vogliamo far conoscere i prodotti della nostra terra, che a partire dagli anni Settanta e Ottanta, nel momento di boom economico, sono stati un po’ dimenticati a favore di prodotti in arrivo dall’America. Poi, puntiamo a migliorare il flusso turistico verso il Salento. L’ideale è assaggiare i nostri prodotti qui dove vengono coltivati e pescati: i nostri vini, i nostri oli, la frutta, i cereali, il pesce. Abbiamo i prodotti migliori al mondo” ha dichiarato Ferrarese.

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Archeologia

ITINERARI BRINDISINI I due seni Come ben noto, antichi avvenimenti geologici hanno conferito al porto di Brindisi la caratteristica forma a testa di cervo abbracciando così la città con due seni: quello di ponente e quello di levante. Sin dai tempi più remoti, i primi abitanti di Brindisi scelsero di occupare principalmente il pianoro di ponente, ovvero la zona in cui oggi si trova il Duomo. Le acque del seno di ponente, infatti, grazie alle correnti e al vento favorevole, erano più limpide, meno stagnanti, più facilmente navigabili e più pescose rispetto a quelle di levante. I due seni fino al Medioevo furono divisi da un canale navigabile chiamato “la Mena”, colmato poi da Ferdinando IV di Borbone sul finire del XVIII secolo, quando si tracciò per la prima volta la Strada Carolina, oggi Corso Garibaldi. I primi a occupare il seno di Ponente furono i Messapi, poi fu la volta dei Romani che qui costruirono il foro, (presso l’odierna piazza Mercato), l’arx (accampamento militare di Pompeo), i templi, le strade più importanti. Anche nel periodo medioevale il seno di ponente fu occupato dai monumenti civili e religiosi più importanti: la cattedrale, le sedi dei templari, gli ospedali, i palazzi dei nobili, il sedile.

Il seno di Levante Il pianoro di Levante risultò sempre una zona più periferica (qui sono state ritrovate varie tombe messapiche). Nel medioevo era questa la parte della città popolata dagli “stranieri”: il quartiere degli Ebrei si estendeva nella zona attorno all’attuale via Giudea; gli Amalfitani crearono il loro fondaco, con annessa chiesa e albergo, nella zona dell’odierna via Madonna della Scala. ITINERARIO

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Inizio del percorso presso via del Mare Chiesa di Santa Maria della Scala Palazzo Tarchioni Palazzo Laviana Palazzo Orlandini Palazzo Lacolina Palazzo Tucci Chiesa di Santa Lucia o della Trinità Palazzo D’Oria Palazzo Catanzaro Chiesa del Cristo dei Domenicani

I palazzi In quest’area (pianoro di Levante) si distende Via Lata, erroneamente paragonata dall’Ascoli alla trionfale via Lata di Roma, concepita dagli Aragonesi come riferimento ortogonale per la riorganizzazione urbanistica di tutto il pianoro di Levante, secondo il tradizionale schema rinascimentale delle strade che si intersecano ad angolo retto, che ricalca la trama ippodamea. Questa disposizione stradale è tuttora caratteristica del quartiere “Montecristo” e di parte del quartiere dell’ “Annunziata”. Gran parte dei palazzi nobiliari di questa zona risalgono al XVI e XVII secolo. Tra i più importanti ricordiamo quelli prospettanti su Via Lata come: Palazzo Ripa – Lacolina risalente al XVI secolo e caratterizzato da un portone in stile catalano-durazzesco. Al primo piano vi sono eleganti finestre decorate con triglifi, mentre accanto al palazzo vi è un caratteristico arco, unico sopravvissuto poiché un tempo quasi tutti i palazzi nobiliari della zona tendevano a fare “isolato” e avevano un arco sulla strada laterale.

Sempre in Via Lata vi è il Palazzo D’Oria del XVII secolo, con l’interessantissima loggia a due archi e incassata nel palazzo, come la più nota loggia De Marco.

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8 giugno 15 giugno 20122012

Quasi di fronte vi è il Palazzo Orlandini, dall’architettura spontanea con finestre e porte non in asse. Interessante è lo stemma nobiliare e un portoncino con un architrave finemente decorato.

Palazzo Tarchioni dei primi del ‘900 e dalle fattezze neobarocche, venne realizzato dallo stesso Telesforo Tarchioni che fu l’ingegnere incaricato nella costruzione di molti edifici pubblici e privati della città. Infine, Palazzo Tucci, (n.7 nell’itinerario) poi Fusco, di origine cinquecentesca con un portone bugnato prospettante su via Madonna della Scala.


Di Danny Vitale, Antonio Mingolla, Giuseppe Rollo

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l Gruppo Archeo Brindisi, al fine di incentivare l’interesse turistico-culturale della città, ha deciso di mettere a disposizione i suoi esperti per effettuare visite guidate gratuite, in inglese e italiano, ai monumenti cittadini, per tutti quanti, brindisini e forestieri, siano interessati alle bellezze artistiche e alla storia di Brindisi.

Vogliamo iniziare questa breve serie di itinerari, tutti percorribili a piedi, parlando di una parte del centro storico lontano dai percorsi consueti: il Seno di Levante. Altri palazzi degni di nota, costruiti nei pressi di via Lata, sono il palazzo Catanzaro, dall’elegante facciata neoclassica e palazzo Laviano (n.4 nell’itinerario) con un elegante portone sormontato da uno stemma della famiglia di origine latianese. Sempre in questa zona insiste la rinascimentale porta Lecce con l’annessa cortina muraria, dalla quale partirà il nuovo asse viario a delimitare la città completamente fortificata, tra la Chiesa del Cristo e quella di San Paolo.

Le chiese L’itinerario volto alla visita delle Chiese inizia da Via del Mare dove, attraverso le scale contigue al bastione, si raggiunge il pianoro di Levante e Via Madonna della Scala. In quest’area, intorno al XII secolo, sorgeva una colonia di Amalfitani. Per i mercanti della repubblica marinara Brindisi era una base importantissima per commerciare con l’Oriente. La chiesa di Santa Maria della Scala (n.2 nell’itinerario) è stata identificata come l’antica chiesa di Santa Maria Amalfitana. La facciata si presenta suddivisa in due ordini da una cornice. Nella parte inferiore sono presenti quattro paraste, nella parte superiore vi è una lunetta. La facciata è completata da un frontone triangolare coronato in alto dalla croce in pietra. L’interno ha subito vari restauri che ne hanno alterato l’impianto originario, fu in gran parte ricostruita alla fine del XIX secolo. Sul muro di fondo vi è un affresco della Madonna della Scala, realizzato su un altro di stile bizantino che raffigura sempre la Vergine. Proseguendo su Via Lata, non lontano vi è la Chiesa di Santa Lucia, (n.8 nell’itinerario) detta anche della SS. Trinità, la cui fabbrica principale risale al XI secolo. Essa risulta composta dalla summa di vari stili, dal Bizantino, al Romanico, fino al Rinascimentale. Annesso alla chiesa era il monastero delle pentite e penitenti; i monasteri di quest’ordine si trovavano nel XIII secolo anche a Roma, Viterbo, Bologna e Messina. I restauri effettuati verso la fine degli anni Trenta riportarono la chiesa all’antico splendore: la facciata semplice e monocuspidale a (doppio spiovente) è composta da un portone con archetto bicromato e architrave decorato con foglie d’acanto, mentre in alto vi è un semplicissimo rosone. Originariamente la chiesa si presentava ad unica navata, ma nel XV secolo venne divisa in tre navate da pilastri che sorreggono archi a sesto acuto e venne anche rifatto il soffitto composto da cassettoni lignei (probabilmente rifatto a causa dei danni subiti dopo il terremoto della metà del XV secolo).

Fra gli oggetti sacri, ricordiamo il Polittico della Madonna del Dolce canto e un Crocifisso. Il Polittico (dipinto diviso da più riquadri) raffigura ai lati della Madonna col bambino anche i Santi Leucio e Pelino e in basso il Cristo sollevato dal sepolcro dagli angeli. È una pittura su tavola dei primi del XVI secolo, un tempo si trovava nella chiesa di Santa Maria del Monte (fuori Porta Lecce), come anche il crocifisso, del XV secolo che si trova nell’abside. Una tela raffigurante il martirio di Santa Lucia fu realizzata dal pittore brindisino Giuseppe Scatigno nel XVIII secolo.

La cripta Con molta probabilità oggi risulta essere una cripta, ma un tempo era soprelevata rispetto al livello stradale. Gli spazi sono divisi da colonne marmoree con capitelli elaborati in stile romanico che sorreggono arcate a tutto sesto in pietra calcarea. Nei pressi delle mura di Porta Lecce sorge la Chiesa del Cristo dei Domenicani (n.11 nell’itinerario), costruita nel 1232 grazie al beato Nicolò Paglia. La facciata monocuspidale (a doppio spiovente), è realizzata con l’alternanza di pietre bianche di Carovigno e ocra in carparo. Su di essa si apre lo splendido rosone decorato con motivi vegetali e zoomorfi a sedici colonne. All’interno la chiesa è ad unica navata, con due altari barocchi laterali (un tempo quattro), dedicati alla Madonna del Rosario e al Sacro Cuore. Di pregevole fattura le sculture in legno della Madonna della Luce (chiamata così perché il bambino regge il Vangelo sul quale c’è scritto “Ego Sum Lux Mundi”) e sull’altare maggiore il Crocifisso ligneo, entrambe del XIII secolo. Quest’ultimo fu molto venerato in tutto il Salento, com’è dimostrato da alcune riproduzioni trovate in altre chiese salentine. Su di esso esiste una leggenda che racconta dell’arrivo a Brindisi, su una nave, del veneziano Giovanni Cappello proveniente da Alessandria d’Egitto, che, durante un viaggio travagliato, per scampare al mare ancora in burrasca, si fermò nel porto di Brindisi e chiese di essere ospitato nel convento dei Domenicani. Egli aveva con sé un crocifisso. Il Padre Superiore che lo ospitò gli chiese di farglielo esporre nella chiesa perché potesse essere venerato dal popolo brindisino. Quando il veneziano dovette partire fu impossibile rimuovere il crocifisso dall’altare dove ancora oggi si trova. Fu asportato solo l’indice della mano destra, l’unico pezzo ligneo che fu riportato a Venezia. Altre chiese di età moderna (XVI SEC in poi) insistono sul pianoro di Levante: la SS Annunziata completamente rifatta nel dopoguerra, in seguito ai bombardamenti. la Chiesa delle Anime del purgatorio del XVII secolo (conosciuta come S. Sebastiano) la Chiesa dei Gesuiti XVI secolo (distrutta negli anni Settanta) la Chiesa di S. Francesco di Paola (l’attuale Pietà) Fra le chiese non più esistenti ricordiamo: S. Jacopo (antica chiesa della via Giudecca) S. Maria del Monte (oggi sconsacrata) S. Matteo (su via Porta Lecce) S. Antonio Abate (Nei pressi dell’attuale Palazzo Catanzaro) S. Maria del Ponte (poco fuori Porta Lecce)

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Diario di bordo

Michele Lamacchia http://leparolecreanomondi.wordpress.com

La m ia ra ga zz a ha un ca ne

L

a mia ragazza ha un cane. Una femmina microscopica. Si chiama Lamù. La mia ragazza, non il cane. Veramente lei si chiama Maria, ma non so perché (non lo sa nessuno) lei si fa chiamare così. «Lamù! Lamù! Amò! Amò!» e tutti la chiamano così. Ho saputo il suo vero nome quando un giorno sono stato chiamato dai carabinieri perché il suo cane ha mangiato la scarpina di un brigadiere, una cosa che le piaceva da impazzire. Al cane. Lei pianse, pensando che il cane avrebbe potuto essere sparato. La mia ragazza ha un cane che dorme con lei. Una volta era sola a casa. La mia ragazza, non il cane. Veramente era con il cane, ma mentre IO vedevo la seratona, LEI invece mi disse che dormiva con il cane, che era gelosa, che se ci avesse visto insieme avrebbe fatto la matta. E quindi niente letto, niente casa. Usciamo sempre in tre: io, lei e “la” cane. Lei lecca con affetto, svavisciando. “La” cane, non la mia ragazza. La mia ragazza ha un cane e quando esce si incontra con altre ragazze che hanno un cane, e tutte hanno questo cane piccolo piccolo, da borsetta. La mia ragazza per il suo compleanno ha voluto degli occhiali da sole nuovi, grandi («Ma te li ho presi già l’anno scorso, quelli grandi…», «Non sono abbastanza grandi!»), da indossare la sera, e una borsetta per il cane. Pensavo, io, una borsetta piccola piccola, da cane. Ha tutto: cappottini per l’inverno, gilettini per la mezza stagione, i vari collari in tinta. Ha tutto quello che potrebbe desiderare. La mia ragazza, non il cane. Ma non aveva una borsetta dentro la quale portare il cane. Mi ha mandato il link con la borsa, costa solo ottocento euro. “Solo”, dice lei, perché lei per la comodità del cane farebbe tutto e di più. Se riesco a non mangiare per due mesi gliela compro. La mia ragazza

va all’università. O meglio: è iscritta all’università, ma da quando ha il cane ha dato due esami e poi basta. «Maria, alla mamma – sua madre – la scuola ti insegna! Non fare l’errore del zito tuo! Vai, alla scuola!» Scusa se ho lasciato gli studi per andare a lavorare e per riempire di regali quella cagna! Della mia ragazza, non del cane. Dice che non ha bisogno di studiare, che il cane le ha insegnato quello che doveva sapere della vita, dell’amore per la terra, l’ambiente, la natura. E quindi studiare non le interessa più. La mia ragazza ha un cane che le ha insegnato il rispetto per l’ambiente. Infatti quando usciamo e il cane fa le cose sue, mi fa sempre raccogliere quello che fa e mentre lei è lì con la sua borsetta/il cane/gli occhiali e l’amica con la borsetta/il cane/gli occhiali, io sto là con la bustina rosa shocking, che non mimetizza un tubo: servirebbe solo a rendere più socialmente accettabile quello che ti stai portando, ma non è niente di bello. Tutti sanno cosa nasconde il tuo sacchettino fashion. La mia ragazza ha pianto un giorno, quando le ho provato a proporle un viaggio in Messico, lasciando il cane dalla madre. Il cane ha una ragazza, posso dirlo con chiarezza. Un giorno il cane, trovando uno spiraglio, si è infilato nella stanza delle scarpe della mia ragazza. Perché lei non ha una scarpiera, un armadietto: ha una stanza delle scarpe. Di tutte le forme, di tutti i materiali, per tutte le occasioni e per tutte le stagioni. Le piaceva molto l’idea di poterle un giorno mordere. Al cane. In un pomeriggio, mentre la mia ragazza era di là a farsi le unghie a forma di ananas, anguria e altri otto frutti di stagione, il cane si mangiò tutte le scarpe. Quando se ne accorse, lei non fece una smorfia. Solo gridò che dovevo andare a buttare questo cazzo di cane.

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Francesca Totleben

Re ve ng e

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ardo pomeriggio del 6 giugno, pian piano si sparge la notizia del fermo del presunto autore dell’attentato dinamitardo compiuto a Brindisi il 19 maggio scorso, tristemente noto anche fuori dai confini nazionali, all’istituto “Francesca Laura Morvillo”. Il tamtam si diffonde rapidamente tra l’incredulità e il desiderio di tutti che questa volta fosse la volta buona. In tarda serata la notizia era oramai certa: l’assassino era trattenuto in stato di fermo momentaneo presso la Questura di Lecce in quanto molti risultavano essere gli indizi a suo carico. L’interrogatorio del disumano criminale si è protratto sino a tarda nottata, intorno alle 02.00 del 7 di giugno. Il team investigativo guidato dal procuratore capo Cataldo Motta, ha sospeso i lavori dopo aver ottenuto una confessione spedendo nelle patrie galere Giovanni Vantaggiato. Questo è il nome dell’essere che ha confessato di aver ucciso la “figlia d’Italia” Melissa Bassi e gravemente ferito altre quattro giovani ragazze senza colpa; che ha attentato alle nostre famiglie, che ci ha fatto piangere, imprecare, reagire alla paura ritrovando fiducia nelle Istituzioni, nelle Forze dell’ordine, nel Popolo italiano, nella gente del Sud che mai come in questo caso ha dato prova di non essere “gente di mafia”, contro ogni stereotipo che l’offende e umilia da anni. La via prospiciente, i marciapiedi, le aiuole che circondavano la Questura di Lecce erano vive di un pullulare di uomini e donne di ogni età e di ogni provincia che attendevano giustizia, bramosi di guardare negli occhi sino in fondo all’anima, ammesso che ne abbia una, l’essere che aveva compiuto un gesto tanto vile ed esecrando. Per ovvi motivi di sicurezza ciò non è avve-

nuto ma quando, gli “Uomini di legge”, hanno dato l’annuncio dell’avvenuto arresto, alto sino agli astri si è sollevato forte e prolungato un plauso e all’unisono le voci di tutti hanno pronunciato una sola parola che ha riecheggiato per le vie del loco: “BRAVI!”. Noi, gente comune, aggiungiamo: “Grazie!”. Grazie, a tutti i membri delle Forze dell’ordine. Grazie, a tutti quegli uomini che quotidianamente indossano una divisa e che garantiscono lo scorrere sereno delle nostre giornate, che qualche volta sono guardati con reverenziale timore. Grazie, a tutti quegli uomini che nell’ombra, confusi tra la gente vegliano sui nostri figli, sulle nostre case, sui nostri affari. Grazie, a tutti questi uomini che, nello svolgimento della loro funzione oltre a essere tutori della legge, hanno visto e profondamente sentito in Melissa Bassi la figlia crudelmente perduta, la sorella ingiustamente ammazzata! Grazie, perché in un momento critico e incerto, come quello che il nostro Paese sta attraversando, sotto ogni punto di vista, ci avete ridato speranza, speranza che ormai sembrava irrimediabilmente perduta. Una speranza volta al cambiamento, quel cambiamento cui i nostri giovani ambiscono e per cui lottano senza paura, in cui Istituzioni, Legge e società siano unico corpo con stessa anima, quella della società civile e solidale cui sentiamo e vogliamo appartenere. Siamo consapevoli che l’avvenuto arresto potrebbe essere solo il primo tassello di un misterioso puzzle, ma siamo egualmente consapevoli della riacquistata fiducia, attendiamo con ansia e certezza della pena il lavoro della Magistratura nei confronti della quale riponiamo le più alte aspettative di giustizia.

Angeli

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15 giugno 2012


Appuntamenti

le segnalazioni vanno inviate a redazione@freebrindisi.it

venerdì 15 giugno Mesagne CENA CON DELITTO

Un truce omicidio accompagnerà una deliziosa cena, elegantemente servita. Metti alla prova le tue doti investigative, fiuta gli indizi, assapora le pietanze, non lasciarti ingannare dai depistaggi, lasciati inebriare dal buon vino, individua il movente, l’arma del delitto e infine arresta il colpevole. “Tango in giallo” sarà uno spettacolo ricco di misteri. L’evento è organizzato da Improvvisart con gli allievi della Scuola di Improvvisazione Teatrale di Lecce. Il soggetto è a cura di Pino Belgioioso. Il Geco Ristorante Pizzeria, via Otranto 36 (trav. Via San Vito) Zona Torretta-Mesagne (Br) - S.S.MEesagne/San Vito. Ore 21.30, ingresso con prenotazione. Info. 393.9665428.

sabato 16 giugno Ostuni TANGO LIVE

Il progetto di Vince Abbracciante (fisarmonica) e Paola Arnesano (vove) verte su brani tratti dal repertorio di tango argentino, andando da autori come Gardel a Piazzolla tra fedeltà dei temi ed

improvvisazione jazzistica. Ad affiancarli, il contrabbasso solido di Camillo Pace e l’esperienza di Pippo D’Ambrosio alle percussioni. Masseria Cantone, strada provinciale Martina Franca - Ostuni oppure strada provinciale Cisternino - Martina Franca. Inizio spettacolo: ore 22.30, ingresso con cena: euro 35,00 escluso bevande; ingresso con drink e concerto: euro 15,00. Consigliata la prenotazione. Info 335.6775736 – 080.44469021.

lunedì 18 giugno Cisternino DOVE COMINCIA IL MARE

Dal romanzo di Gianni Carbotti,uno spettacolo di Pasquale Nessa. Rappresentazione scenica a cura di: Ass.Culturale “Le Quinte”, Compagnia “I Kennediani”, Ass. Culturale “Ra. di.Ce”. Al termine, dialogo con l’autore del romanzo, Gianni Carbotti. Teatro Comunale “P. Grassi”, ore 21.00, ingresso libero. Info. 339.6388670.

venerdì 22 giugno Brindisi COLLETTIVA D’ARTE

Mostra collettiva dedicata alla 1^ edizione del Premio Emilio Notte. Sale espositive dell’Ex Corte d’Assise sino al 30 giugno 2012. Orario visite: 10.30-12.30; 17.30-20.30 tutti i giorni eccetto il lunedì.

I N P RIM O P IA N O

GIUSEPPE CIRACì – DIALOGO CON LEONARDO

Il MAP, Museo Mediterraneo dell’Arte Presente, lo spazio espositivo che ambisce a dislocarsi in varie sedi, progettato da CRACC [Conservazione e Ricerca Arti e Culture Contemporanee] società Spin-off dell’Università del Salento, continua la sua attività di promozione del territorio proponendo al pubblico un appuntamento riservato all’arte contemporanea: la personale del giovane pittore brindisino Giuseppe Ciracì, da anni attivo a Milano. L’allestimento è ordinato presso l’Auditorium dell’ex chiesa delle Scuole Pie di Brindisi. La mostra è curata dal Prof. Massimo Guastella, critico d’arte e docente di Storia dell’arte contemporanea all’Ateneo salentino, organizzata dal CRACC Srl dell’Università del Salento e patrocinata dall’Amministrazione Comunale della Città di Latiano e dalla Fondazione Biblioteca Annibale De Leo di Brindisi. L’inaugurazione ha visto anche la presentazione del volume “Giuseppe Ciracì - Opere 2009-2012”. Edito da Mario Congedo Editore di Galatina, il quarto della collana TASC (Territorio Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea), si compone di 72 pagine, con la presentazione di Massimo Guastella e i testi critici di Maria Cristina Strati, Martina Cavallarin, Francesca Londino, Alessandra Gallone e un’intervista all’autore di Daniela Rucco. Come scrive in catalogo Maria Cristina Strati: “Nei suoi lavori più recenti Giuseppe Ciracì si concentra sul disegno. Nella mostra presso il MAP, Museo dell’Arte Presente di Brindisi, non ci sono tele, ma solo carte e disegni allestiti in maniere diversamente elaborate. Ciò accade non solo per esigenze espositive, data la location storica di un’antica chiesa barocca, ma anche per un’intima necessità che riguarda il tema più attuale della ricerca di Ciracì in questo preciso momento del suo percorso artistico. Il tema leonardesco qui maggiormente indagato è quello dell’origine fisica e spirituale dell’uomo. Tutto il lavoro in mostra è imperniato sulla figura storica, la teoria e l’arte di Leonardo da Vinci. In modo specifico, l’installazione posta a pavimento, al centro della sala (anch’essa composta di disegni) s’ispira alla teoria leonardesca dell’Uomo Vitruviano, elaborandone una particolare lettura. Gli altri lavori esposti, posto ognuno su uno dei tre altari della chiesa, s’ispirano invece al ciclo dei 600 bozzetti conservati nel Castello di Windsor, che hanno per oggetto studi di anatomia, e ne portano i titoli”. La mostra resterà aperta sino al 30 giugno 2012, visitabile tutti i giorni dalle 18,30 alle 22,00. Dalle ore 10,00 alle 12.30 (solo su prenotazione +39 3467535630 / +39 3402767898).

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Via Tanzarella Vitale, 37 - Tel. 0831 336033 ORIA

MULTISALA SALERNO

Via A. Manzoni, 1 - Tel. 0831 840214 FRANCAVILLA FONTANA

LA MIA VITA È UNO ZOO
 Il film racconta di un uomo alla cui moglie è stata diagnostica una malattia incurabile. L'uomo decide di trasferire tutta la famiglia nella campagna inglese dove compra uno zoo in disuso nella speranza di farlo rifiorire. Insieme ai figli e a un gruppo di fedeli collaboratori si lancia nell'impresa che all'inizio appare disperata.

LA BELLA E LA BESTIA IN 3D
 La Bella e la Bestia narra le avventure di Belle, una bella ragazza francese che sogna di sfuggire alla tediosa vita provinciale e alle avances del suo arrogante corteggiatore Gaston. La vita di Belle cambia improvvisamente quando si ritrova prigioniera nel castello della Bestia, il cui passato misterioso è la chiave del loro futuro.

PROJECT X UNA FESTA CHE SPACCA
 Project X segue le vicende di tre apparentemente anonimi studenti e del loro tentativo di costruirsi una reputazione. La loro idea è tutto sommato innocente: organizzare una festa indimenticabile. Purtroppo però non sono preparati per questo tipo di festa. La voce si sparge in fretta tra sogni spezzati, record abbattuti e leggende che nascono.

VIAGGIO IN PARADISO
 Driver sta cercando di passare il confine messicano a bordo di un'auto piena di soldi sporchi quando viene arrestato dalla polizia. Sa bene che per lui si aprono le porte di un carcere da incubo dove imparerà a sopravvivere anche grazie all'inaspettato aiuto di un bambino di nove anni che nasconde un terrificante segreto...

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CINEMA ITALIA

Via S. Cesarea, 16 - Tel. 0831 812373 SAN PIETRO VERNOTICO

CINEMA MASSIMO

Via Brindisi, 128 - Tel. 0831 652154 CAROVIGNO

CINEBLU

Corso Umberto I - Tel. 0831 996302 FASANO

CINEMA KENNEDY

Via Pepe, 23 - Tel. 080 4413150

FILM d'autore La terra degli uomini rossi - Birdwatchers Regia Marco Bechis Dopo aver dedicato due film alla tragedia dei desaparecidos, Marco Bechis si sposta dalla sua Argentina in Brasile per continuare a indagare sui dolori di un continente e sulle sue ferite aperte. Mato Grosso do Sul, 2008. I fazendeiro conducono la loro esistenza ricca e annoiata. Possiedono campi di coltivazioni transgeniche che si perdono a vista d’occhio e trascorrono le serate in compagnia dei turisti venuti a guardare gli uccelli (birdwatchers). Ai limiti delle loro proprietà, cresce il disagio degli indio che di quelle terre erano i legittimi abitanti. A scatenare la ribellione è un suicidio. Due mondi contrapposti si fronteggiano. Si fanno una guerra prima metaforica e poi reale. Ma non cessano mai di studiarsi. Una curiosità che avvicinerà il giovane apprendista sciamano Osvaldo alla figlia di un fazendeiro... “La terra degli uomini rossi” è film di forte denuncia morale e politica senza assumere mai la dimensione del pamphlet.

LIBRO Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI Quando uscì “Vaticano Spa” sbalordì tutti per la ricchezza di documenti e testimonianze inedite. Le finanze del Vaticano venivano finalmente scoperchiate. Ma se quel libro ricostruiva soprattutto la complicata vicenda dello Ior dopo la gestione di Maroinkus, e lo scandalo Enimont che coinvolse gran parte della classe politica degli anni Novanta, il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi arriva a raccontare il Vaticano ai giorni nostri, attraverso carte e documenti segreti e assolutamente inediti. Il giornalista è riuscito, per la prima volta in secoli di storia, a entrate in possesso di documenti papali non destinati ad essere divulgati, che rivelerebbero giochi politici e di potere all’ombra del Cupolone, nomignolo affettuosamente affibbiato alla cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano. Come nei gialli più banali, il colpevole di questa fuga di notizie sarebbe il maggiordomo del Santo Padre, ma molti dubitano che sia riuscito a fare tutto da solo. Mentre la magistratura vaticana indaga, gli scandali derivati dalla pubblicazione di queste carte dilagano.

MUSICA Elefunky Genere: Funky, Soul, Rithm’n’Blues, Rock Dopo un’occasionale incontro musicale tra Francesco Ungaro (voce e chitarra), Silvano Zangorini (tastiere), Nicola Martino ( basso) e Leo “Bacchetta” Panessa (batteria), si consolida l’esigenza di creare una formazione stabile per il piacere di unire le caratteristiche dei quattro musicisti. Risultato: eclettismo puro. A dispetto del nome, la band non propone solo Funky, “preferendo allettare gli avventori, esperti e non”, con una dose massiccia dei classici del Soul e del Rithm’n’Blues, senza disdegnare dei rapidi passaggi per le vie del buon vecchio Rock. A rinforzare la compagine della band la presenza ‘imponente’ di Graziana Campanella, cantante soul e rock. Da qualche anno gli Elefunky alternano live nei pub con animazione in banchetti matrimoniali, feste di laurea, di compleanno, happy hour, inaugurazioni, sempre suonando rigorosamente dal vivo. A tela scopo la formazione propone, oltre al repertorio da ascolto, un ricchissimo ‘dance contest’ con i grandi successi degli anni 70-80-90 e divertentismo italiano.

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rofessionalità, apparecchiature all’avanguardia, applicazione di rigidi protocolli di sicurezza: è quanto offre il Centro implantologico del Dr. Antonio Tonietti, situato a Brindisi, in via Via Appia, 80. Laureato all’Università di Siena, regolarmente iscritto all’Albo degli Odontoiatri della provincia di Brindisi, il Dr. Tonietti vanta una consolidata esperienza nel campo della Chirurgia odontoiatrica. Nel suo studio vengono effettuati interventi di riabilitazione chirurgica, di riabilitazione estetico-funzionale con l’ausilio di protesi in ceramica e zirconio, trattamenti estetici di alto livello come Sbiancamento dentale con Laser Filler; Faccette in ceramica integrale; Glamsmile Invisalign. La cortesia e la disponibilità del titolare e del suo staff sono il valore aggiunto alla competenza dei servizi offerti. Il Dr. Tonietti segue personalmente ogni caso, sia in fase preventiva sia in fase terapeutica, per garantire il massimo dei risultati, coadiuvato da una equipe altamente qualificata di collaboratori fra cui la Dott.ssa Raffaella Santacroce specializzata in Ortognatodonzia dell’adulto e del bambino e il Dr. Piercarlo Lozito esperto in Endodonzia e Attività peritale medico-legale. Cortesia, professionalità, ma anche tecnologia. Lo studio dentistico in via Appia è fornito di attrezzature e strumentazioni di ultima generazione. “Come il Cerec, l’unico metodo di ricostruzione che esegue un’analisi metrica della situazione dentale individuale e, sulla base di questa informazione, calcola la morfologia occlusale - afferma Tonietti - Con questo macchinario siamo in grado di rilevare direttamente in bocca delle impronte ottiche riprendendo, con una particolare telecamera o un laser, il dente dopo la preparazione. Il computer elabora le informazioni dell’impronta ottica e le trasferisce ad un robot che scolpisce un piccolo blocco di ceramica e costruisce, nell'arco di pochi minuti, la corona o l’intarsio che possono essere immediatamente provati e cementati. I nostri pazienti risparmiano così tempo ed evitano le diverse sedute che, con i metodi tradizionali, erano necessarie al dentista per prendere le impronte e fare le prove dei manufatti nei diversi stadi della loro costruzione”. Punta di diamante dei servizi offerti è la chirurgia. “Sono specializzato in particolare in Chirurgia Orale, Protesi e Implantologia guidata, la tecnologia più all’avanguardia presente attualmente nel campo della chirurgia odontoiatra con una riduzione dei margini di errore e dei tempi di trattamento. Grazie all’ausilio del computer permette di prendere visione dei vari step di lavorazione sia in fase diagnostica che in fase di realizzazione dell’intervento. E’ una sistematica di nuova generazione, per questo non ancora molto diffusa. Io personalmente mi sono avvicinato a questa tecnica chirurgica perché da parte dei pazienti c’è richiesta di una riduzione dei tempi d’attesa prima di vedere il lavoro finito, e con l’implantologia guidata è possibile dare risposta anche in casi estremi di pazienti affetti da gravi parodontopatie, in quanto si riesce a sfruttare anche i minimi residui di osso”. Il Dr. Tonietti è un professionista che fonda da anni lo sviluppo e la crescita del proprio lavoro sull’aggiornamento e la formazione continua. Nel corso degli anni e degli studi, ha acquisito nuove tecniche specializzate ed è venuto a conoscenza di nuovi materiali. A non essere cambiata è l’attenzione riservata al paziente in tutti i suoi bisogni. “Cure personalizzate e di alto livello professionale è quel che offriamo. Nel mio studio vengono ad esempio praticate tecniche odontoiatriche di ultima genera-

zione, come l’analgesia sedativa che permette di superare l’ansia grazie ad un effetto analgesico e calmante generato dal protossido d’azoto. Rispondiamo a tutte le richieste della nostra clientela ponendola sempre al centro dell’attenzione e cercando di andare incontro ad ogni particolare esigenza. Garantiamo il massimo della professionalità, apparecchiature all’avanguardia, applicazione di rigidi protocolli di sicurezza e, tutto questo, a costi accessibili e con possibilità di dilazioni con accordi chiari e trasparenti”.

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15 giugno 2012


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oi “Muli”, associazione degli ex allievi del Tommaseo, formata da giovani profughi Istriani, abbiamo un particolare affetto per il Tommaseo perché ci ha ospitato per lunghi anni dopo la cacciata dall’Istria. A parte il valore di pregio architettonico e artistico, è anche e soprattutto il valore storico e sociale dell’immagine di Brindisi e del Sud. Nel lontano 1943, dopo l’armistizio, è diventato Collegio Navale e Accademia della Marina Italiana, trasferita a Brindisi dopo la caduta del Governo fascista. In attesa di imbarcarsi per Israele, molti prigionieri Ebrei, reduci dai campi di concentramento, furono ospitati nel Collegio Tommaseo.

Restaurato potrebbe assolvere al compito di Istituto Scolastico in sostituzione di futuri programmi di edilizia scolastica. Dott. Gaetano Capeto

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seguito dei tragici eventi che hanno colpito la popolazione dell’Emilia Romagna, ho ritenuto opportuno esprimere la solidarietà e il pieno sostegno della nostra Associazione ai Colleghi di ANCE Modena. Mi fa piacere segnalare che un’impresa associata ha già offerto, tramite la Protezione Civile, alloggi e capannoni industriali nella nostra

provincia che possano consentire alle aziende interessate l’immediata ripresa delle loro attività produttive. Per aiutare i nostri Colleghi a fronteggiare l’emergenza in corso, nei prossimi giorni prenderemo nuovi contatti con l’Associazione di Modena per capire quali siano le reali necessità e le esigenze immediate, al fine di poter offrire loro aiuto concreto in termini economici o organizzare interventi. Massimo Campanelli, Sezione Costruttori Edili di Confindustria Brindisi

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