Free 24 n.25 - Silenzio.

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anno

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numero

29 | 25

maggio

2012

Silenzio. magazine DEL VENERDĂŹ

NEWS & CITY LIFE edizione di Brindisi

www.free24.it



NEWS BRINDISI

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brindisi FOCUS DEL venerdì

DoLORE E RABbIa

"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola"

Giovanni Falcone

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La morte sconvolge. Sempre. Quando poi colpisce ragazzi innocenti disorienta. Ma quanto è accaduto a Brindisi una settimana fa, va oltre l’umana comprensione e l’umana pietà. Brindisi è stata colpita al cuore, l’Italia tutta si è riscoperta fragile. Perché ci si sente indifesi contro ciò che non si comprende. L’attentato alla "Morvillo-Falcone" ha aperto una ferita che forse mai cicatrizzerà e intaccato nel profondo l’ottimismo per un futuro che mai come ora appare incerto. "La mafia teme più la scuola della giustizia" - diceva Antonino Caponnetto, perché "l’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa". Chiunque sia stato, qualsiasi siano le motivazioni che hanno guidato quella mano a compiere un gesto vile e brutale, una è la certezza: ad essere colpito è stato il nostro futuro. Ma il futuro non si annienta. Veronica, Vanessa, Selena, Azzurra, Sabrina, tenacemente aggrappate alla vita, ne sono l’esempio. I ragazzi tornati tra i banchi di scuola, pur spaventati e con il cuore a pezzi, ne sono la dimostrazione. Melissa ne è il simbolo. Il suo volto sorridente ci ricorderà per sempre il bene per cui lottare, l’innocenza da difendere, la giustizia da ricercare e pretendere con ostinazione e coraggio. Ci ricorderà quale futuro ci attende se sceglieremo di schierarci dalla parte sbagliata. A lei, alle sue compagne, a tutti i nostri ragazzi, ai giovani d’Italia e del mondo dedichiamo questo numero di Free 24. Un numero "speciale" perché non scritto. Per raccontare il dolore che ci accomuna e ci unisce, abbiamo scelto di far parlare le immagini e voi.

l'itaLIA PIANGE

alessandra.caputo@freebrindisi.it youtube.com/freebrindisi

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OGNI Venerdì in edicola in abbinamento gratuito con

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ANNO 1 - numero 29 del 25 maggio 2012 in abbinamento gratuito con il quotidiano Senzacolonne

Registrazione Tribunale di Brindisi n. 8/11 Reg. Stampa del 04/11/2011

Direttore Responsabile Alessandra Caputo Responsabile commerciale Alessandro Perchinenna Edizione Free Salento srl Grafica e impaginazione Letizia Taveri - Alessandro Perchinenna

Pubblicità e grafica - Stampa Pubblidea di Perchinenna Alessandro - Stampa Sud SpA Hanno collaborato Francesco Marchionna_Simone Aretano Roberto Romeo_Vincenzo Maggiore_Giancarlo Errico Si ringrazia per le foto Alfredo Perchinenna, Maurizio De Virgiliis Alessandro Muccio, Daniele Coricciati, la redazione di Senzacolonne

Fanpage www.laRepubblica.it www.quotidiano.net www.ilcittadinomb.it Per informazioni 348 9969774 - 3486035144 redazione@freebrindisi.it info@free24.it www.free24.it

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Non c’è speranza senza paura,

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rindisi non è più la stessa. Una deflagrazione se l'è portata via, di buon mattino, e insieme a essa è svanita la consapevolezza che, in fondo, Brindisi è una cittadina tranquilla, "dove se non fai male a nessuno, nessuno ti fa del male". Tre bombole del gas sarebbero bastate a rimuovere, in un sol colpo di spugna, l’accidia e l’ignavia tipiche della nostra mentalità. La città di Brindisi cessa oggi di essere periferia italiana e si ritrova, “di botto”, sulla scena nazionale e internazionale. Un paragrafo sul libro italiano che abbiamo sempre anelato e per cui abbiamo combattuto, ma mai avremmo voluto riportasse un titolo simile... ‘Strage’ è un termine a cui non eravamo abituati, a cui non eravamo pronti. Quelle immagini di zaini e rottami ce le porteremo dietro per sempre. Pezzi di una giornata fondamentale per le nostre vite. Un giorno in cui tutto è cambiato, in cui il male, quello che pensavamo essere lontano e avulso dalla nostra realtà, è venuto a bussare alla nostra porta. Un male la cui ombra tutti conosciamo, ma il cui volto mai si è palesato dinanzi agli occhi. Soprattutto agli occhi dei più giovani. Perché a Brindisi mai sarebbe potuto accadere tutto ciò. Mai. Mai una strage. Mai una bomba in una scuola. Mai ai nostri ragazzi. Invece così è stato e oggi, anche a noi, tocca fare i conti con il Mondo. Quel mondo fatto anche di post, di twit, di testate internazionali e al tempo stesso di piccoli giornalisti, intenzionati a raccontare la tragedia, a catalogare le lacrime, a dissezionare il cordoglio. Ma anche questo fa parte di un mondo nuovo a cui, evidentemente, non eravamo preparati. Ora non possiamo più nasconderci, non ci sono più scuse o attenuanti del caso. Siamo allo scoperto e tutti ci guardano fissi negli occhi. Nemmeno più dall’alto in basso, come forse eravamo abituati a sopportare. Dritti, negli occhi, ancora lucidi e pieni di paura. E dobbiamo essere pronti ad affrontare una chiamata che mai avremmo voluto ricevere. Noi, che in fondo, non siamo mai stati abituati a niente. Noi che ad azione non risponde mai reazione, ma lassismo, circospezione, immobilità. Atteggiamenti tipici di gente semplice, ottimista e positiva, malgrado tutto. Non più. Non da oggi. Mai più. Stato, Mafia, Sacra Corona Unita, terrorismo. Sono usciti sonoramente dall’ombra e non possiamo permettere vi facciano facilmente ritorno. “Non c’è speranza senza paura, né paura senza speranza” scriveva Spinoza. Da oggi tutti abbiamo paura. Da oggi tutti nutriamo una speranza. Brindisi non è più la stessa di prima. In tutti i sensi.

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Francesco Marchionna

Daniele Coricciati

nĂŠ paura senza speranza

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Melissa

Ciao piccola Melissa

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Maurizio De Virgiliis

Non ti dimenticheremo mai! “Addio piccolo angelo”. “Scusa per non averti protetta”. “Noi ci uniamo al dolore della famiglia e ancora una volta dobbiamo fermarci a riflettere. Cosa sta succedendo a questa Italia?” “Un viso angelico e una giovane vita che non doveva terminare così. Chi è stato a mettere quelle bombe? Chi ha potuto colpire nel cuore di Brindisi una scuola di ragazze?” “Riposa in pace, da oggi in cielo c’é un altro angelo! Per i vigliacchi e bastardi che hanno fatto un gesto tanto vile, solo tanta tanta indignazione.... VERGOGNATEVI!!!” “Povera piccola, riposa in pace...ma cosa sta succedendo al mondo? io non so più cosa pensare...” “Si resta increduli di fronte a tragedie così”. “Addio Melissa spero che tu possa trovare un mondo diverso dal nostro”. “Non si può morire a 16 anni….devono pagare le persone che hanno commesso questa morte ingiusta. riposa in pace bellissima e dolce Melissa”. “Melissa avevi ancora tanta strada da fare, ma dei malvagi hanno spezzato la tua vita. Io prego il Signore Dio per te e la tua famiglia. Ciao piccolo fiore”.

“I BAMBINI NON SI TOCCANO - Mamma di una ragazza di16 anni”. “Anche se non ti conoscevo, mi fa male il cuore sapere che un giovane fiore come te si è appassito per colpa di qualche vile… Riposa in pace e dal paradiso aiuta le persone che indagano su questa storia a trovare i responsabili di questo schifoso e indegno gesto. Ciao e spero che quando morirò ti incontrerò nell’aldilà perché sono sicuro che eri una splendida ragazza dal cuore d’oro”. In questi giorni abbiamo sentito parlare le istituzioni, i telegiornali, i programmi televisivi, le radio, i giornali ma non abbiamo ancora parlato noi, i tuoi amici più cari, le persone con cui hai passato momenti meravigliosi. Ci hanno portato via la nostra Melissa, ci hanno privati del tuo meraviglioso sorriso, della tua infinita gioia, della tua immensa voglia di vivere. Noi ti conosciamo bene! Siamo convinti che non ci hai lasciati! Vivi e vivrai nei nostri cuori. Anche ora sei qui e ci abbracci uno ad uno, ci sorridi e ci incoraggi ad andare avanti…e noi saremo sempre con te, resteremo sempre insieme, uniti come questa comunità oggi. Non smettere mai, nemmeno da lassù, di ridere pensando alle stupende giornate passate insieme e alle piccole cose che ora sentiamo grandi! Melissa la tua scomparsa è stata un grande dolore, ma sarai sempre parte di noi. Ciao Melissa. I tuoi amici più cari.

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dolore e rabbia 7.45. Una deflagrazione risveglia la città. Più esplosioni si succedono in rapida sequenza, davanti all’ingresso dell’Istituto Professionale Femminile “Morvillo - Falcone”. Sei studentesse sono a terra, gravemente ferite. Soccorse, vengono trasportate d’urgenza all’ospedale Perrino. Melissa Bassi,16 anni, morirà poco dopo.

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Veronica, 15 anni, di Mesagne Vanessa, 19 anni, di Mesagne Selena, 16 anni, di Mesagne Azzurra, 16 anni, di Mesagne Sabrina, 18 anni, di S. Pietro Vernotico


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l'inferno... Bollettino medico ore 13.00 del 19/05/2012 Due pazienti ricoverate in Chirurgia Plastica , di cui una con ferite profonde agli arti inferiori da avviare in sala operatoria e un’altra con ustioni sul 20% del corpo di I e II grado. Due pazienti ricoverate in Centro Ustioni in prognosi riservata di cui una attualmente in sala operatoria e un’altra con il 40% di ustioni di cui il 30% di III grado in condizioni stazionarie. Una paziente ricoverata nel reparto di Rianimazione in prognosi riservata attualmente in sala operatoria con lesioni da scoppio a prevalenza toracica. Due pazienti dimessi dal pronto soccorso per otalgia da scoppio. Tre pazienti dimessi dal pronto soccorso con reazione ansiosa ad avvenimento. Una paziente deceduta presso il pronto soccorso. Il Direttore Sanitario ASL Br Dr.ssa Graziella Di Bella Bollettino medico ore 15.00 del 19/05/2012 L’intervento chirurgico sulla paziente in prognosi riservata ricoverata in Rianimazione si è concluso. Sono intervenuti i chirurghi generale, toracico, plastico e ortopedico. Parametri vitali stabili. La paziente con prevalenza del trauma toracico sta per essere trasferita presso la rianimazione del P.O. di Lecce per la competenza chirurgica di cui sopra. Una delle pazienti ricoverate è stata sottoposta a intervento chirurgico da parte degli ortopedici e dei chirurghi plastici in quanto presenta ustioni, perdita di sostanza e fratture. Le condizioni sono gravi ma stabili. Un’altra paziente è attualmente in sala operatoria in quanto sottoposta a intervento di toilette chirurgica per ferite profonde agli arti inferiori. Il Direttore Sanitario ASL Br Dr.ssa Graziella Di Bella

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e la speranza Bollettino medico ore 19.00 del 19/05/2012 Le quattro ragazze ricoverate fra Centro Ustioni e Chirurgia Plastica sono in discrete condizioni, anche le due operate stamattina. Le ustioni sono varie dal 10% al 40%. Per le due ragazze ricoverate in Centro Ustioni viene confermata la prognosi riservata. La ragazza trasferita presso il P.O. Vito Fazzi di Lecce è in condizioni stabili. Ulteriori notizie saranno fornite a cura della direzione sanitaria della predetta struttura. La direzione generale ringrazia tutti gli operatori sanitari e non dell’ospedale Perrino e del 118 per lo spirito di abnegazione e per l’efficienza dimostrata che hanno consentito di fronteggiare l’emergenza in un momento così grave. Il Direttore Generale ASL Br Dr.ssa Paola Ciannamea Bollettino medico ore 8.00 del 20/05/2012 Le condizioni delle due ragazze ricoverate nel Centro Ustioni. Sono stazionarie e i parametri vitali sono buoni. Per entrambe le pazienti viene confermata la prognosi riservata. Per le altre due ricoverate in Chirurgia Plastica le condizioni sono anche esse stazionarie, parametri vitali soddisfacenti. Il Dirigente Sanitario ASL Br Dr. Antonino La Spada Bollettino medico ore 12.00 del 20/05/2012 Le pazienti ricoverate presso il Centro Ustioni presentano condizioni generali stazionarie con parametri vitali stabili e regolari. Le pazienti ricoverate presso la Chirurgia Plastica presentano condizioni generali stazionarie. Il Dirigente Sanitario ASL Br Dr. Antonino La Spada

Bollettino medico ore 19.00 del 20/05/2012 Le due pazienti ricoverate presso la Chirurgia Plastica sono in condizioni stazionarie. Anche per le pazienti ricoverate presso il Centro Ustioni permangono condizioni stazionarie; per una di loro è già possibile effettuare un intervento chirurgico previsto per la giornata di domani 21 maggio. Il Dirigente Sanitario ASL Br Dr. Antonino La Spada Bollettino medico ore 13.00 del 21/05/2012 Una paziente ricoverata in Chirurgia Plastica è stata sottoposta in mattinata a intervento di toilette chirurgica in narcosi delle aree ustionate (volto, collo, mani e tronco) pari al 15% della superficie corporea. L’altra paziente ricoverata in Chirurgia Plastica, già operata sabato 19/05 u.s., è stabile. Una paziente ricoverata in Centro Ustioni, in data odierna è stata sottoposta a tac di controllo (torace e addome) che è risultata negativa. Attualmente stabile. Domani deve essere sottoposta ad intervento combinato con i chirurghi plastici e gli ortopedici per la riduzione della frattura all’ulna. L’altra paziente ricoverata in centro ustioni, sarà sottoposta ad intervento di toilette chirurgica in data di domani. Il Direttore Sanitario ASL Br Dr.ssa Graziella Di Bella Bollettino medico ore 13.00 del 22/05/2012 Le due pazienti ricoverate in Chirurgia Plastica sono in condizioni stazionarie. I parametri vitali sono buoni. Entrambe sono state sottoposte in data odierna ad intervento di toilette chirurgica per le ustioni e ferite riportate. Le altre due pazienti ricoverate in Centro Ustioni sono in condizioni stazionarie. Resta riservata la prognosi per entrambe. Una paziente è stata sottoposta ad intervento chirurgico di rimozione delle microschegge e dermoabrazione, mentre la seconda paziente attualmente è in trattamento chirurgico per riduzione della frattura dell’ulna. Il Direttore Sanitario ASL Br Dr.ssa Graziella Di Bella

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Vincenzo Maggiore

Dio è morto? Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede, nei miti eterni della patria o dell’ eroe perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura, una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto e un dio che è morto, nei campi di sterminio dio è morto, coi miti della razza dio è morto con gli odi di partito dio è morto... La canzone è uno strumento comunicativo la cui carica emozionale può essere più forte di qualsiasi altro documento, di qualsiasi opinione. “Dio è morto”, scritta da Francesco Guccini nel ’67, racchiude le sensazioni negative che il cantautore bolognese espresse in riferimento ad alcune dinamiche perpetuate nella nostra società. Il brano rimanda al celebre motto nietzschiano inerente al decadimento del mondo occidentale. Già, decadimento.. Basta questa parola per inquadrare l’orrore che ha messo in ginocchio la città Brindisi e l’Italia intera? La “sveglia nera” ha suonato alle 7.45 di sabato 19 maggio 2012, destando brutalmente la nostra serenità, annullando la convinzione di vivere al sicuro. Al posto della povera Melissa Bassi, barbaramente uccisa dall’esplosione di tre bombole di gas nascoste in un cassonetto posizionato nei pressi dell’istituto per i servizi sociali “Morvillo Falcone”, poteva esserci chiunque. Potevano esserci dieci, cento studentesse e ora staremmo a parlare di una strage umanitaria. Ma quanto si è consumato ha comunque i connotati della disfatta civile, di una strada senza ritorno, della pagina più cruenta della nostra storia. Si sono spese milioni di parole in questi giorni di infinita tristezza, sono stati scritti centinaia di articoli su quanto è accaduto, la vicenda è stata sviscerata a dovere dagli addetti ai lavori e da molti improvvisati e improbabili comunicatori. Ora che il cuore decelera e i battiti lentamente ritornano al ritmo normale, è più facile avere una visuale meno viziata dalle forti emozioni che possono indurre inevitabilmente a fare degli errori di valutazione. È il caso di ripercorrere memonicamente quanto si è visto per non dimenticare, per riflettere, per evitare di sbagliare ancora. Abbiamo visto la lucida follia dell’uomo che arriva ad ammazzare i suoi simili nel modo più vigliacco possibile, come mai era accaduto prima d’ora in Italia. Abbiamo visto le strade bloccate, le pattuglie delle forze

dell’ordine, le saracinesche tranciate dai residui delle bombole schizzati via nell’esplosione. Abbiamo incrociato gli sguardi dei nostri concittadini e condiviso il più atroce silenzio. Abbiamo avuto paura, la paura peggiore, quella che sradica violentemente le certezze. Abbiamo ascoltato le dichiarazioni degli inquirenti e le supposizioni fin troppo precipitose dei giornalisti. Abbiamo assistito alla “caccia di notizie e di audience”, allo sciacallaggio mediatico lontano anni luce dall’etica informativa professionale. Abbiamo visto pubblicare foto sconcertanti contro i principi del buon gusto, del pudore, del rispetto nei confronti della gente che continua a soffrire. Abbiamo visto dipingere dai principali media nazionali un’immagine non veritiera della nostra terra e delle nostre radici. Abbiamo sentito parlare di Mafia, di criminalità organizzata, di collegamenti con anniversari e date significative e abbiamo tratto le nostre conclusioni senza avere prima le dovute rassicurazioni istituzionali. Abbiamo pianto per la scomparsa di Melissa e per la presunta morte di Veronica, confermata e smentita svariate volte, in maniera ignobile, durante la giornata di sabato. Abbiamo compreso (si spera) l’effetto boomerang dei social network, di quanto sia disdicevole e pericoloso diffondere notizie false.. Ma abbiamo anche affollato Piazza Vittoria per manifestare al mondo intero lo sdegno nei confronti di questi vili assassini. Abbiamo riempito la Chiesa Madre di Mesagne per un abbraccio collettivo ai genitori della giovane vittima. Abbiamo dato un immediato segno di reazione, abbiamo ripopolato le scuole, abbiamo mostrato la comune voglia di riportarci alla normalità e di essere uniti contro qualsiasi forma di violenza..

..ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo dio è risorto, in ciò che noi vogliamo dio è risorto, nel mondo che faremo dio è risorto...

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#brindisi @robertosaviano

Brindisi. Molti concordi su sacra corona unita. Ciò che mi distrugge è che l’obiettivo fosse proprio la scuola. Penso a Melissa e ai feriti.

@beppegrillo

Alfredo Perchinenna

Brindisi, cui prodest? Ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi.

@UdS_Studenti

Non restiamo in #silenzio: assemblee in tutte le #scuole non si può morire andando a scuola! #Brindisi

@MartaBurnsRed

A 16 anni, a scuola, si dovrebbe morire solo di noia. #brindisi

@VFaenza

@pinucciotwit No i ragazzi no!

#Brindisi la mafia non uccide i bambini! Un’altra c... di gente senza memoria

@lucabarbareschi

@ilmanifesto2012

brindisi e’ organizzato da qualc in giacca e cravatta!! Da piazza fontana in poi si gioca con le nostre vite Via i segreti di stato!!!!!

@gadlerner

Un abbraccio fortissimo a chi stamattina è andato a scuola. Soprattutto agli studenti di Puglia #ilmanifesto per #brindisi

gadlernertweet A Brindisi è stato raggiunto il massimo della barbarie dalla mafia, dobbiamo reagire per difendere la democrazia

@andreavianel

@rosariolisma

@SabinaGuzzanti

@gparagone

@ritadallachiesa

La mafia? I terroristi? I servizi? Troppi punti di domanda. Intanto un esclamativo da tutto il paese: INFAMI! Sentivo proprio il bisogno della lectio magistralis dell’ex boss della Sacra Corona Unita: “i ragazzini non si toccano” Repubblica

@ilestans

@sandroruotolo ma non potrebbero lavorare in silenzio senza far trapelare? Media troppo curiosi.

In una serata pesante come questa io avrei fatto il contrario: musei tutti aperti, perché la cultura e’ una bella risposta di vita #Brindisi #brindisi l’italia in piazza per dire no alla strategia della tensione no a che la storia si ripeta sempre uguale #Brindisi VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI VIGLIACCHI BASTARDI

@licia_t

Ho un’orrenda sensazione di dejà-vu. Era il ‘93, e lo ricordo come fosse ieri, dannazione... #brindisi

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Gli occhi del mondo su Brindisi

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Francesco Marchionna

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apidi come un’esplosione e taglienti come una delle sue schegge. I media di mezzo mondo hanno subito battuto la notizia della strage di Brindisi fornendo, nel giro di pochi minuti, la propria idea circa il mandante, l’esecutore e il movente. In particolar modo, i giornali internazionali mettono in evidenza la pista della criminalità organizzata, leit motiv dell’italianità del sangue, mettendola curiosamente in correlazione con gli attacchi alle sedi di Equitalia avvenute nel Bel Paese e all’attentato subito da Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo. La bomba sarebbe dunque una sorta di espressione della tensione sociale italiana. È quanto sostengono l’inglese The Guardian e l’americana CNN. La matrice mafiosa viene invece argomentata dall’inglese BBC e da The Telegraph, assieme ai colleghi spagnoli de El Pàis e El Mundo, i quali collegano l’evento al nome dell’istituto, all’anniversario della morte di Falcone e al passaggio della Carovana della Legalità. Secondo il New York Times invece l’attentato è da mettere in correlazione ai ballottaggi che si sarebbero svolti in diverse città italiane, anche se non a Brindisi. Una sorta di segnale per le elite politiche italiane. Maggiormente prudenti le altre testate. La tedesca Deutsche Welle sottolinea che alcun colpevole è ancora stato individuato, mentre Le Monde descrive l’accaduto con il termine “complesso” argomentando “modalità anomale”. Fox News precisa che non vi sono collegamenti tra la ricorrenza della morte di Falcone e l’attacco alla scuola, mentre il Los Angeles Times, dall’altra parte del mondo, invita alla calma, sostenendo che “la polizia sta investigando sulle possibili responsabilità della criminalità organizzata” e che “le autorità hanno dichiarato che è troppo preso per escludere altre possibilità”. Tutto il mondo è paese.

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Roberto Romeo

Noi invisibili che salveremo il mondo

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osa c’è fuori dal già detto? Uno spunto che davanti all’ignominia sia ancora capace di distinguersi dalla retorica? L’immagine calda di quella strada che costeggia il cancello chiuso della scuola sarà quella dei diari bruciati con il vento che sfoglia ciò che rimane di quelle pagine. Pagine violentemente negate di vite che resteranno per sempre in sosta davanti a quel cancello, a quell’orario che precede di poco il campanello d’ingresso. Violenze deflagrate nell’animo giovane di chi è caduto e di chi ha dovuto esserci dopo. Con quella drammatica coscienza che fa a pugni con il corso della vita, con la voglia di vivere che si propone nel nostro Paese maestra di civiltà. Esiste nel mondo chi può piazzare tre bombole a gas davanti a una scuola. Esiste nel mondo chi ha anteposto quell’ordigno a qualsiasi altra cosa o priorità. Non importa di quale matrice sia quell’atto atroce, movente terroristico o trovata isolata di uno squilibrato, ciò che importa è che quel tratto di strada è un pezzo d’Italia, di un Paese frastornato, indebolito e al tempo stesso indignato e deciso ad alzare la testa. L’esplosione fa paura, ma genera in ciascuno di noi un’eco, un sentimento che ti prende allo stomaco e genera enormi quantitativi di umanità: si chiama dolore, e lo provano a diverso titolo tutti, dai genitori agli amici di Melissa, a tutti coloro che non la conoscevano prima di quel maledetto scoppio. Il nostro Paese, si legge, è quello che nei dolori più profondi, nei lutti più bui, sa trovare la forza per ripartire, come se il dolore fosse una scossa necessaria. È sempre stato così. Il dolore è di tutti, da quello personale dei famigliari a quello generico di chi ha fissato i libri scaraventati sull’asfalto dalla follia esplosiva. Il dolore inizia da lì, dalle righe incompiute dei quaderni, dai fogli bruciati dell’innocenza strappata, dalla capacità stolta dell’uomo di superare l’uomo, da quei fiori lasciati sullo stesso selciato che sollevano un perché. Ma il dolore non rimane circoscritto ai cuori di ognuno, può uscire e rivelarsi sotto forma di dignità umana che si oppone e si opporrà sempre al male a all’inspiegabile. Le coscienze di chi non può accettare si sommano lungo una linea di resistenza che in piazza sputa la rabbia e l’orgoglio, ma anche la consapevolezza che il male si combatte partendo dai microscopici universi di ciascuno: è questa la nostra città, è questo il nostro Paese, quello che si commuove, piange, va in collera e si compatta. Siano ammainate le bandiere di parte e faccia un passo avanti il Paese che rispetta il lutto, che non cede all’irrazionalità, all’esasperazione. Il Paese che desidera riscattarsi già un istante dopo la tragedia e vive nel timore che anche questa volta quelle pagine di sangue rimangano prive di un colpevole. Perché è già accaduto troppe volte di non sapere. Quel Paese esiste. Quel Paese siamo noi. Noi che in piazza Vittoria come in tante altre piazze sparse per l’Italia abbiamo sottoscritto un nuovo patto, ci siamo rivisti in una coscienza comune di città che non abbandona il futuro a se stesso. Perché non accada più che la scuola, da sempre fabbrica di civiltà, sia attaccata dai peggiori ultimi della società. In piazza abbiamo respirato gli anticorpi che l’intero Paese deve produrre contro qualsiasi disegno sanguinario. E soprattutto contro la paura. Sappiamo essere tristi quando è necessario, sappiamo urlare la rabbia per non ingoiare la sconfitta. E soprattutto non ci manca il talento per muovere, tra mille contraddizioni, strampalerie e misteri, il Paese verso il futuro. Quel futuro al quale mancheranno i sogni di Melissa Bassi.

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U

n sabato di maggio: la scuola è agli sgoccioli. Le interrogazioni, i compiti in classe, le materie da recuperare ed il rischio debiti sono paure lecite per una studentessa della mia età; è normale. Ma mai nessuno, mai uno di noi, avrebbe temuto di morirci, in una scuola. Oggi invece sì, oggi è possibile: le cose vanno diversamente da come andavano qualche tempo fa, e adesso può capitare che i genitori non aspettino più davanti ai cancelli delle scuole, ma che ora stiano lì, a muoversi freneticamente nelle sale d’attesa di qualche ospedale di provincia, a sperare che i medici abbiano posato bisturi, defibrillatori e garze, e che, usciti da quella stanza, dicano che la convalescenza durerà poco e che la paziente, la loro figlia, si rimetterà presto. Può capitare che un’adolescente non incontri più in piazza la sua migliore amica; ora, la sua migliore amica, la può trovare al cimitero, in mezzo a tante altre persone che, come lei, hanno perso la voce, ma non importa... la voce non è tutto. Sai, Melissa, secondo me tu sei ancora viva, perché morire a sedici anni è come non essere morti mai. Io ho sedici anni, e a sedici anni si fa ben altro: a sedici anni si scherza, si corre, si sta con gli altri e ci si innamora; a sedici anni si vive la vita e vivo diventa tutto ciò che ci circonda, perché è così che vogliamo che sia, noi ragazzi: noi vogliamo stare al centro, al centro del mondo, e vogliamo che il mondo ci stia attorno per

prendercelo tutto, perché è bello il mondo, a sedici anni, e che cosa vuoi che ci sia di male nel mondo, in un’età come la nostra? A sedici anni io, tu e tutti gli altri camminiamo in punta di piedi su quel filo sottilissimo che divide il sogno dalla realtà, e noi spesso la confondiamo, la realtà con il sogno, e ci illudiamo spesso, credendo che ciò che è bello e buono oggi, possa essere sempre bello e buono anche domani; ma non è così, perché il bello può improvvisamente cambiare e diventare brutto, ed il buono può fare altrettanto, trasformandosi in cattivo, malvagio, spietato, ingiusto. Vedi, Melissa, da questa storia ho capito che su certe cose ci eravamo illusi un po’ tutti. E mi dispiace, Melissa, che sia stata tu a farcelo capire. Ma credimi, non è ancora troppo tardi per te. Tu hai tutta una vita davanti, tu vivi ancora. E vivi qui dentro, dentro le mie parole e dentro le parole della gente che parlando delle vittime della mafia, del terrorismo o di una mente folle parlerà anche di te; vivi dentro ogni fiaccola che accenderemo in Chiesa e dentro ogni fazzoletto che sventoleremo verso il cielo; vivi dentro ogni lacrima dei tuoi genitori, dei tuoi amici, dei passanti che, a scuola, ti hanno vista distruggere; di tutti noi sedicenni che ci siamo sconvolti del tuo sorriso uguale al nostro sorriso, bello, grande, pieno come il nostro sorriso. Ciao Melissa, ciao. Giulia Di Maria

Fonte: La Sicilia del 20 maggio 2012

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Brindisi e la Puglia rispondono a un infame assassinio con dignità e coraggio, rivendicando il ricorso agli strumenti propri della democrazia. Tanto dolore, tanta rabbia, tanta tristezza, nessuna paura. Ciao Melissa...

DON LUIGI CIOTTI

"Non si sa ancora con esattezza se è terrorismo, mafia, delinquenti, una cosa è certa sono ASSASSINI! Ma voi sapete e non dimenticatelo per piacere che gli assassini sono qui che ci stanno vedendo o attraverso la televisione stanno guardando questa piazza. In questo momento, vi prego, abbracciamo MELISSA. Melissa vive su questa piazza attraverso voi. Ha bisogno di tutti noi, del nostro IMPEGNO, del nostro CORAGGIO. E poi sia ben chiaro a tutti che la lotta al terrorismo, alle mafie, alla corruzione la si fa nei territori ma soprattutto la SI FA A ROMA, AL PALRLAMENTO. Sarebbe troppo facile. Abbiamo bisogno più che mai in questo momento di trasformare le paure in speranza e la speranza si chiama OPPORTUNITA’, LAVORO, SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA, ALLA SCUOLA, DEMOCRAZIA NEL PAESE, questa è la speranza. Ma vi prego, dobbiamo esser capaci di distinguere per non confondere, di saper cogliere le cose positive, quelle realtà che si impegnano, che si mettono in gioco e prendere distanza con forza, con coraggio da quanti hanno fatto altre scelte, perché di legalità in Italia ne parlano tutti, cominciando da quelli che la calpestano tutti i giorni. Ho sfogliato uno dei quaderni per terra, vicino allo zainetto di Melissa, si parlava di costituzione, di giustizia, di uguaglianza, di diritti, andavano a scuola con quei libri oggi, in una scuola dove si parla della democrazia, e la democrazia si fonda su due doni che voi ben conoscete: la giustizia e la dignità umana. La democrazia non starà mai in piedi se non c’è la terza gamba che si chiama RESPONSABILITA’, quella che chiediamo allo Stato, alle Istituzioni, ma amici dobbiamo anche noi assumerci di più la nostra parte di responsabilità. La meraviglia delle vostre scuole, dei nostri ragazzi che hanno bisogno di trovare degli adulti veri, coerenti, credibili. Non cercano adulti perfetti, ma cercano adulti che sappiano un po’ di passione e di autenticità. Sono meravigliosi questi ragazzi NON PRENDIAMOLI IN GIRO! Davanti allo zaino di Melissa abbiamo detto una preghiera per saldare la terra con il cielo e anche da questo palco, con il rispetto per le storie e i percorsi di tutti, io chiedo a Dio che ci dia a tutti una bella pedata PER ANDARE AVANTI".

MARTINA CARPANI studentessa

Martina tra il sindaco di Mesagne Franco Scoditti e il sindaco di Brindisi Cosimo Consales

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“È assurdo avere paura di andare a scuola che dovrebbe essere il gesto meccanico che gli studenti fanno ogni mattina perché la scuola è sempre stata zona franca, perché nessuno sino ad oggi nella storia d’Italia si è mai permesso di toccare la scuola e gli studenti. Io capisco che i genitori, i docenti, gli studenti come me abbiano paura, ma io credo che la paura vada incanalata. Abbiamo fatto oggi una riunione tra i rappresentanti delle scuole della provincia per capire come reagire insieme perché unendoci, facendoci noi stessi portavoce del valore della legalità, quello vero e non retorico, possiamo andare avanti e cambiare anche Brindisi. Noi ragazzi ci siamo ritrovati a piangere per i nostri compagni, a far parte improvvisamente di una strage come quelle di cui abbiamo sempre discusso a scuola. Tutto questo è assurdo. Però non ci dobbiamo fermare perché “loro” pensano di utilizzare la paura come forma di controllo e noi non glielo dobbiamo permettere, noi non vogliamo essere controllati. E allora torniamo a scuola, andiamoci portando dentro quel peso della lotta per la legalità, quel peso che ci porta a dire ‘mai più deve accadere una cosa del genere’. Perché non c’è bisogno che avvenga una stage per capire che ci sono problemi in questo territorio, perché bisogna agire prima, unendo tutte le parti sociali e crescere come comunità. Perché il problema della criminalità a Brindisi e in provincia non è una novità, il problema è che fino ad oggi è stato minimizzato e questo noi non lo possiamo permettere più. Quanto accaduto oggi deve essere un’occasione per reagire. Tutta la città di Brindisi, tutta la provincia, tutta l’Italia. Insieme”.


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PER NON DIMENTICARE

B

rindisi non è quella che vedete in Tv. Io Brindisi la conosco da 38 anni, e ogni volta scopro sempre più degli affascinanti lati nascosti. Brindisi ha una storia, un’anima. Brindisi non è mafiosa: è stata il porto più importante per i romani, poi la Valigia delle Indie, persino Capitale, seppure per soli sei mesi. Ora nulla sarà come prima: Brindisi resterà nella storia come il teatro di una barbarie senza precedenti. Non lo merita, questo appellativo, ma è la storia a condannarla. Comunque sia, cara Melissa, qualcuno ha deciso per te. Non esiste un Dio che ha pigiato su telecomandi, non esiste Dio che ha confezionato la trappola mortale, probabilmente (anzi di sicuro) non esiste Dio. Altrimenti, forse, saresti ancora con noi. Non sei una martire, perché lo è chi si immola. Sei una vittima senza che avessi il tempo di accorgertene. Ora nulla sarà come prima. Riposa in pace, la vergogna e il capo cosparso di cenere, lascialo a noi. Gli angeli volano, e te oggi sei volata lontano da questo incubo. Non ci sono colpevoli, perché siamo tutti colpevoli. Tutti, nessuno escluso. Un giorno sarà fatta giustizia, sommaria o in Tribunale. Quella divina no, non esiste. Ma dal tuo ricordo Brindisi troverà la forza e il coraggio di guardarsi negli occhi, di guardare la sua coscienza. Io sono lontano, e spesso mi manca tanto. Oggi potrei facilmente rinnegarti, cara e vecchia Brindisi. Invece mi sento ancora più orgoglioso di essere figlio tuo, perchè da oggi la tua storia, la nostra storia è a un bivio: stare con la giustizia, o stare con la mafia. A voi la scelta, la mia l’ho già fatta... Ciao Melissa, aiutaci a ripartire!!! Nicola Bellanova - Lucca

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o sempre pensato che esistessero delle pareti immaginarie fra il bene e il male. Due blocchi di cemento armato che dividessero le trame delle nostre vite. Il bene da una parte, il male dall’altra: mai a contatto, sempre distanti. Il bene in un parco giochi, mentre la primavera bacia i fiori e riscalda l’aria. Il male sepolto in un container carico di cocaina che arriva dal Sudamerica. Il bene nell’aquilone che vola sua una spiaggia, in una serata con gli amici, in un libro, in una storia. Il male negli occhi di un assassino in fuga, di un disonesto, di un vigliacco. Il bene in una scuola. Una scuola come quella di Brindisi. È intitolata a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, e solo per questo sarei stato orgoglioso di frequentarla. Una scuola del Sud, di Brindisi. Puglia. Periferia. Distanza. Il 19 maggio rimarrà per sempre nella storia di questo dannato Paese come il giorno della strage di Brindisi. Proprio così, strage. E non solo perché quell’ordigno avrebbe potuto fare 100 morti anziché uno solo. Ma soprattutto perché Melissa aveva 16 anni. E a 16 anni sei un po’ donna e un po’ bambina, ma sai sognare ancora. Anche quest’Italia che crolla pezzo dopo pezzo. Disumanizzare il Paese: è questo quello che vogliono. Chi c’è dietro l’attentato di Brindisi? La Mafia, che vent’anni dopo Capaci ha voluto dar prova della sua intatta potenza? La SCU pugliese, destabilizzata dalle ultime inchieste e dagli arresti? Il terrorismo? Un pazzo? O cos’altro? E cosa pensa il ministro Cacellieri che solo qualche giorno fa aveva bollato il movimento No Tav come il pericolo più serio del nostro Paese? Nei giorni scorsi a Genova hanno gambizzato un amministratore delegato dell’Ansaldo. Oggi a Brindisi si è sfiorata una tragedia che ricorda l’Italia di qualche decennio fa. E ora so soltanto che il male e il bene sono diventati la stessa cosa, alle otto meno un quarto di una mattina di primavera. Una mattina maledetta, prima di entrare a scuola.

Biagio Simonetta, giornalista e scrittore italiano. Si occupa di ‘ndrangheta e di tematiche legate alle organizzazioni criminali. www.cadoinpiedi.it

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na bomba esplode in una scuola… e immediatamente pensiamo se una persona cara ne sia rimasta coinvolta. Ci affanniamo per sapere, e mentre telefoniamo, siamo sicuri che andata così: non c’era, la persona che amo non c’era, non può essere successo a me.
Molti hanno ragione. E infatti scoprono che quella persona sta bene.
Ma nessuno può aver provato sollievo alcuno.
Perchè oggi siamo tutti genitori di Melissa, suoi fratelli, zii, compagni di banco o qualsiasi altra cosa.
Ma c’è anche qualcuno che non aveva ragione, qualcuno che ha saputo dai telegiornali che era successo proprio alla scuola di sua figlia, qualcuno che ha combattuto per non pensare nemmeno lontanamente alla peggiore delle ipotesi: non и lei, non puт essere lei, non puт essere vero. Qualcuno che ha combattuto e ha perso, perchè si trattava proprio di Melissa.
Che non suoni come una bestemmia, ma sono il padre di Melissa anch’io, lo siete tutti quanti voi.
Ed io ero anche negli occhi di Valerio quando è stato svegliato dal boato a trenta metri dalla finestra della sua stanza da letto, quando ha fatto le scale a 4 a 4, in mutande, per correre a vedere se era successo qualcosa a sua madre che in quella scuola fa l’insegnante. È stato proprio lui a dirmi che in tragedie come questa non può esistere sollievo, perché l’istante in cui il cellulare ti dice che c’hai la mamma ancora viva, è lo stesso in cui vedi per terra una mano separata dal polso, una gabbia toracica aperta come un pollo trinciato, e fumante come un camino che si va spegnendo. Non puoi credere di avere davanti agli occhi la realtà, quella realtà che hai sempre e solo visto attraverso i servizi dei telegiornali quando sono crollate le Torri Gemelle, quando altre bombe hanno cancellato la stazione di Bologna, l’aereo sopra i cieli di Ustica o la banca di piazza Fontana.
Le macerie del cassonetto e della stessa bomba, i resti di zaini, scarpe e quaderni, le bruciature sull’asfalto… oggi tutte queste cose qualcuno le ha portate nella nostra Città. E Valerio poteva tranquillamente toccarle… sempre se gli fosse riuscito di non svenire… poteva toccarle molto prima che arrivassero quegli uomini con le tute bianche a fare rilevamenti sulla scena del crimine, a mettere polverine in una provetta per farsi dire da un macchinario se era plastico o tritolo, se ci sono impronte digitali. Uomini con le tute bianche e con la vernice dello stesso colore che nei telefilm disegnano la sagoma della vittima.
 Prendiamone a tonnellate di questa vernice bianca e tracciamo un immenso cerchio tutt’attorno a questa nostra povera Brindisi.
Oggi siamo morti tutti quanti.
E la nostra presenza adesso, in questa piazza, ne è esatta testimonianza.
Siamo venuti qui a celebrare un funerale.
Un funerale senza altari e senza vescovi; un funerale della gente comune, un funerale improvvisato sull’onda emotiva di questa tragedia che ci ha colpiti tutti. Ma, nonostante la presenza di così tante persone, non crediate che episodi come questi possano cementare e unire le persone come può fare la Nazionale di calcio ai Mondiali. Oggi siamo soltanto molto soli, siamo tristi e purtroppo siamo peggiori rispetto a quello che eravamo ieri. Siamo contenitori vuoti in cui scorrono tante cose: la tristezza e il cordoglio, l’incredulità, la rabbia, lo sconforto e la paura. Ma più grande di tutte queste cose messe insieme, ce n’è un’altra che non vorremmo provare, ma che invece scorre impetuosa nel centro del nostro stomaco: si tratta dell’odio. E di una semplice domanda: che cosa vorrei fare a chi ha confezionato quella bomba e l’ha collocata davanti ad una scuola.
Siamo peggiori rispetto a ieri perché di questo fiume di odio e di voglia di sapere chi è stato e perché, non ci libereremo mai. Non ce ne libereremo nemmeno quando avremo saputo chi è stato e perché. Non ce ne libereremo nemmeno quando avremo dimenticato.
Sembra un paradosso ma non lo è.
Questa tragedia rimarrà conficcata per sempre nell’asfalto. Stefano La Monica - Brindisi


F

are memoria di eventi tristi serve al presente e alle nuove generazioni per avere una coscienza più chiara, per sentirsi più maturi, per respirare e vivere più umanità. A Brindisi non è così, non hanno voluto che fosse! Le stragi di Capaci e di via D’Amelio a Palermo, sono ricordate, da noi, con una nuova strage proprio davanti a quella scuola che porta il nome “Morvillo - Falcone”. Quale sia stata la matrice è, e rimane, un gesto folle, inspiegabile, inaccettabile. Con quelle bombe saltano in aria i sogni, i progetti dei ragazzi, mentre noi adulti ci sentiamo più colpevoli, meno credibili. I luoghi di formazione, di crescita, improvvisamente diventano luoghi di morte. Si può, si deve reagire; la società civile, le comunità ecclesiali, le associazioni, tutti ci ritroviamo idealmente insieme, almeno ora, per dire che non abbiamo paura, perché la voglia di vivere è più grande della subdola strategia di morte. Il dolore e le lacrime, di fronte all’inspiegabile, possono e devono fecondare il cuore di questa nostra Città per far germogliare la speranza. La forza e il coraggio non vengono solo dal profondo di noi stessi per affrontare la storia e darle l’orientamento verso la pienezza; c’è una parola confortante e c’è una promessa; esse valgono la credibilità di Dio, consegnataci da Gesù: “io sto con voi”; i segni accompagnano la certezza di una presenza

discreta, danno e chiedono fiducia. E’ un impegno senza frontiere che Egli porta avanti tramite noi, così come siamo, ancor più oggi, richiesti di un supplemento di fede e di coraggio. La carovana di ‘Libera’ che attraversa la nostra Città ed il Salento è testimonianza della lotta contro tutte le mafie, è voce della società civile contro ogni prepotere, è speranza contro i gesti e i segni di morte. C’è il bene dentro di noi che può esplodere di umanità pulita, più delle bombe che hanno tolto la vita a Melissa e devastato il corpo di altre ragazze. A nessuno sfugge la delicatezza della situazione, nessuno può chiudere questa giornata senza pensare che ci siamo ritrovati più poveri di umanità, ma anche più ricchi di forza; si può reagire, pacificamente. A chi non c’è più, l’augurio di una giornata splendida senza più tramonto, alle ragazze in ospedale, la vicinanza e un urlo d’incoraggiamento; alle famiglie, in particolare alle mamme e ai papà, un abbraccio grande; al Preside e ai docenti la solidarietà più sentita; per tutti una preghiera al Dio della Vita. Nessuna rassegnazione; siamo un popolo che non si lascia piegare dalla violenza; siamo famiglie che credono al dono dell’amore e al valore della vita; siamo una comunità capace di lottare per la giustizia ed esprimere solidarietà. Le Parrocchie e le Comunità ecclesiali di Brindisi.

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L'Italia piange FIACCOLATE IN TUTTA ITALIA Brindisi, ore 18 – Piazza Vittoria Milano, ore 17 – Piazza san Fedele Roma, ore 18:30 – davanti al Pantheon Napoli, ore 18:30 – palazzo San Giacomo Palermo, ore 16 – all’Albero GIOVANNI Falcone ore 20 – scuola Giovanni Falcone Catania, ore 17 – davanti alla Prefettura Perugia, ore 18 – Piazza IV Novembre Firenze, ore 20 – Biblioteca Nazionale Brescia, ore 19 – Piazza della Loggia Sassari, ore 18 – Piazza Castello Padova, ore 19 – davanti al Comune Genova, ore 17 – Piazza de Ferrari Ancona, ore 18 – Piazza Salvo D’Acquisto Fano, ore 21 – Piazza XX Settembre Pescara, ore 21 – Piazza Salotto Forte de Marmi, ore 15 – Piazza Falcone e Borsellino

Roma

Palermo

Reggio Emilia 24 free24.it

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Firenze

Milano

Genova

Napoli

Bari


foto di Alfredo Perchinenna

Taranto

Bologna

Cosenza

Monza Foto: www.laRepubblica.it; www.quotidiano.net; www.ilcittadinomb.it

Torino

Empoli free24.it 25

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Un padre piange una figlia, una madre perde il senno, una giovane ragazza perde la vita‌ un’umanità lasciata orfana! Depredata di un bene incommensurabilmente prezioso la speranza nel futuro. Una madre soffoca il pianto alla vista di una bara bianca che mesta le passa dinnanzi mentre al petto stringe una bimba che ingenua le chiede perchÊ. Francesca Totleben

I funerali di Melissa Bassi a Mesagne. Il padre Massimo stringe al petto la foto della moglie

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foto di Alessandro Muccio


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è tempo del cordoglio e della riflessione Verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte! La Cultura crea informazione, consapevolezza, coscienza civica. La coscienza civica sradica i meccanismi d'illegalità. Quante volte noi ragazzi l'abbiamo ripetuto nelle assemblee, nei cortei, in piazza, sentendoci forti perché in quel momento stavamo gridando che il sapere libera le menti, le porta a pensare un mondo migliore, pulito, libero da privilegi e soprusi. Poi ci si ritrova, una mattina, davanti a una certezza, ad una conferma. Era vero allora, la cultura spaventa l'illegalità. E mai come in quel momento il segno è così tangibile. Mai come in quell'immagine, in quei quaderni rimasti a terra vicino ad una bombola esplosa, cultura e illegalità si trovano così vicine. Nella scuola, culla per eccellenza della cultura, crescono ragazzi che diverranno cambiamento sociale, che potranno cambiare, con la loro formazione, ciò che non va in questo sistema. Fare una strage in quel luogo significa diffondere paura tra chi sarà il futuro, tra chi è ancora libero da ogni influenza, amicizia, collusione con l'illegalità. Lo sgomento per ciò che è successo è già stato fatto proprio da tutti e in ognuno di noi sicuramente rimarrà il sorriso di una ragazza che è stata vittima di un sistema malato. Ma prima che tutto diventi alla mercé del teatro del dolore, prima che tutto venga ridotto a gossip di bassa leva, trasformiamo il dolore e

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la rabbia in determinazione e coraggio. All'illegalità bisogna rispondere nel quotidiano, dando prova di cittadinanza attiva nei gesti di ogni giorno e non nella retorica del giorno dopo, dando esempi di legalità che partano dai livelli istituzionali più alti fino a ogni singolo nella propria vita sociale. Ognuno è una potenziale, importantissima, sentinella di legalità. Ora tocca a noi decidere di combattere, denunciare, fare cultura o nasconderci in gesti omertosi, piangendo i morti ma difendendo o tollerando i comportamenti.

 Loro vogliono creare paura, divisione, smarrimento. Se scegliamo di volerlo, ci avranno più forti, consapevoli, uniti.

 Sono profondamente convinta che quanto è successo, pur lasciandoci sgomenti e feriti, ci possa migliorare, ci serva da esperienza per capire che l'illegalità, la legalità, la giustizia, l'omertà, la cultura, la denuncia sociale, la responsabilità civica non sono parole astratte ma vivono tra noi, anche nella nostra città. E alcune le dobbiamo combattere, altre le dobbiamo difendere e portare avanti in ogni nostro comportamento.
 Facciamolo per non vedere MAI PIù un'altra Melissa spegnersi nel migliore dei suoi anni, delle sue speranze, dei suoi sogni.

 Marina Caforio
Unione degli Universitari Brindisi


Papa Benedetto XVI “Saluto le varie scolaresche, e qui oggi devo purtroppo ricordare le ragazze e i ragazzi della scuola di Brindisi, coinvolti ieri in un vile attentato. Preghiamo insieme per i feriti, tra cui alcuni gravi, e specialmente per la giovane Melissa, vittima innocente di una brutale violenza e per i suoi familiari, che sono nel dolore”. Cardinale Bagnasco: “Non dobbiamo farci scoraggiare né tantomeno schiacciare da questi fatti assolutamente condannabili da tutta la nazione, ma ora bisogna reagire con fiducia stringendoci ancora di più gli uni agli altri negli ideali che hanno fatto e fanno il nostro popolo”. UNICEF Italia L’UNICEF Italia esprime dolore e grande preoccupazione per l’attentato di oggi all’Istituto professionale “Morvillo – Falcone” di Brindisi. Le scuole, in qualunque parte del mondo, devono essere considerate “aree di pace e di diritti” protette e sicure per tutti i bambini e gli adolescenti. Attentati come questi sono inammissibili e ci impongono di rafforzare la nostra azione comune a difesa dei minorenni, che sono il presente e il futuro del nostro paese. L’UNICEF si stringe commosso al dolore delle famiglie dei ragazzi rimasti coinvolti nell’attentato. Il Presidente del Consiglio, il Sindaco, i Consiglieri Comunali di AVETRANA esprimono il proprio Cordoglio per la vittima della violenza – la Studente Melissa. Siamo vicini ai famigliari e ai giovani rimasti feriti. La matrice delle esplosioni non è ancora confermata, tuttavia in questo momento particolare per le comunità colpite e non solo, le vogliamo ricordare con un messaggio di speranza che Giovanni Falcone, ucciso venti anni fa, ebbe a dire: “Certo che voglio l’esercito in Sicilia ( Puglia… ) ma un esercito di insegnanti, perché la mafia teme la cultura”. La fiducia e la speranza di tutti noi rimane quella di una scuola che continui a essere fucina di cultura e di legalità, rispetto per gli altri e per quelle regole che “sono il potere dei senza potere” come ci sussurra Gian Carlo Caselli. Alla ragazza rimasta uccisa e ai parenti, unitamente a tutti i feriti, vanno il nostro ricordo e la nostra presenza di impegno. Altrettanto, per il mondo della scuola, delle forze dell’ordine, delle istituzioni ai vari livelli, la nostra solidale attenzione, certi, che tutti INSIEME, ognuno per la propria parte, diveniamo testimoni e promotori della Cultura della Solidarietà, della Democrazia, della Legalità, della Giustizia e della Pace Sono un Sott.le del San Marco C1 cl Rizzo Bruno. Volevo chiedere tramite voi tutti, di portare la mia vicinanza alle famiglie colpite per l’infame gesto che ha spezzato la vita di una ragazza e ferito altri giovani studenti. I colleghi delle Forze dell’Ordine, avranno tanta tenacia da non lasciare loro via di scampo, se la mia Forza Armata M.M. chiamerà i Leoni del San Marco a contribuire al controllo della città, noi siamo e saremo sempre pronti. Per Mare per terra San Marco (fonte Brundisium.net) Università In ossequio alla delibera n. 1 della Giunta Municipale del Comune di Brindisi, Claudio Petrocelli, Rettore dell’Università di Bari ha disposto la sospensione di ogni attività accademica presso le strutture di via Primo Longobardo (sede della Facoltà di Economia, Informatica e Lettere) e di piazza Di Summa (sede dei corsi di Fisioterapia e di Infermieristica). L’università resta chiusa a partire dalle ore 13:30, onde consentire la partecipazione dei giovani all’ultimo saluto alla studentessa Melissa Bassi. L’Università sarà presente con il proprio gonfalone ai funerali della studentessa brindisina, in segno di solidarietà e vicinanza verso tutte le vittime del barbaro episodio.

La Comunità ecclesiale della città di Mesagne, e le singole Parrocchie in particolare, abbracciano con profondo dolore i giovani colpiti da menti e mani cariche di violenza, da persone che hanno dimenticato ogni senso di umanità, di civiltà, di democrazia. Profonda è la partecipazione con cui tutta la Comunità si pone accanto alle loro famiglie, e a quella di Melissa in particolare, per condividere il loro grande dolore. La Chiesa di Mesagne guarda a tutti i giovani, ai loro sogni e alle loro speranze, e con loro e per loro si impegna a lottare fermamente perché questa logica di morte venga sconfitta e perché ogni rinnovamento di vita sociale passi attraverso il rispetto della vita, l’affermazione della giustizia, della verità e della legalità. Tutta la Chiesa diocesana vuole testimoniare la solidarietà con il popolo di Mesagne, gridare il suo “no” ad ogni forma di violenza e celebrare insieme un momento di preghiera. Le ACLI di Brindisi si associano al dolore che ha colpito le famiglie delle giovani vittime di questo vile attacco. Attacco che, qualunque siano le vili ragioni che hanno armato le mani di questi folli, ha voluto deliberatamente colpire i giovani e la loro forza rigeneratrice nel luogo dove si formano le loro coscienze. Ciascuno di noi, cittadini, associazioni, organi di stato, ha il compito di agire con responsabilità e fermezza per spegnere sul nascere ogni e qualsiasi tentativo per sovvertire l’ordine e la sicurezza delle nostre città. L’ADOC di Brindisi in uno con la struttura regionale e nazionale, esprime il sentimento di vicinanza e cordoglio nei confronti delle famiglie dei ragazzi coinvolti nella mattinata odierna nel feroce atto criminale messo in atto presso l’Istituto Professionale “Morvillo - Falcone” che ha visto vittima una giovane studentessa. Mai avremmo pensato, nonostante i segnali allarmanti legati prioritariamente a fenomeni legati alla criminalità locale, che la sicurezza dei cittadini potesse essere messa in discussione in circostanze come quelle che abbiamo avuto modo di vivere nella giornata odierna. Le scene di terrore e dolore contribuiranno a scrivere una delle pagine più nere della nostra realtà e del Paese intero. I cittadini in attesa che venga fatta luce su quanto avvenuto chiedono che sia dato un volto a chi è stato artefice di tale disegno criminoso e misure straordinarie per il ripristino delle condizioni di sicurezza. Confesercenti e Confcommercio Grande sconcerto e preoccupazione stanno suscitando in tutta la categoria le notizie e le immagini che arrivano dalla scuola “Morvillo-Falcone” di Brindisi. Colpire dei ragazzi indifesi lascia sgomenti e pieni di rabbia per una situazione che sta diventando insostenibile e che coinvolge ormai l’intero Paese. Tutti noi ci sentiamo vicini alle famiglie delle vittime e manifestiamo la nostra solidarietà e il nostro cordoglio per l’accaduto. A tale scopo, la Confesercenti e la Confcommercio, dopo aver ascoltato le opinioni e le reazioni dei commercianti, hanno deciso di far abbassare le saracinesche e tenere spente le insegne dei negozi dalle ore 17.00 alle 18.00 di oggi. La presente per comunicare la partecipazione del Maxicinema Andromeda di Brindisi, nella persona del Dott. Fulvio Lucisano e di tutto lo staff, al cordoglio cittadino per il riprovevole gesto di questa mattina, ai danni degli studenti dell’Istituto “Morvillo-Falcone” di Brindisi e alla recrudescenza verso fatti di questo tipo. Il Maxicinema Andromeda con il massimo rispetto, è vicino alle famiglie delle vittime e dei feriti chiusi nel proprio dolore. È volontà del Dott. Fulvio Lucisano di concerto con l’Amministrazione Comunale di Brindisi, di mettere a disposizione delle famiglie coinvolte, l’intero ricavato degli spettacoli della giornata di oggi, Sabato 19/05/2012.

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Daniele Coricciati

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La nostra città è stata offesa, i nostri ragazzi sono stati attaccati e una di loro è stata uccisa. Una ferocia indicibile. Un grande dolore. Crediamo nelle giustizia e in tutti coloro che lavorano perché sia rispettata. Un abbraccio ai genitori di Melissa, Veronica, Vanessa, Selena, Azzurra e Sabrina.


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