Corveneto 18 gennaio 2009 - inserto sulla longevità (pag 1)

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Corriere del Veneto Domenica 18 Gennaio 2009

PD

Risorsa longevità Queste pagine

COSÌ NASCE UNA NUOVA CULTURA

La sfida dell’età Aumenta il numero delle persone sopra i 65 anni: quartieri, città e paesi cambiano volto per gestire le nuove forme di socializzazione

L

a salute, prima di tutto. Certo. Anche qualche soldo, però, non farebbe male. Di sicuro. Ma provate, poi, a domandare ad uomo o ad una donna freschi di pensione, entrati magari da poco nella vasta categoria degli «anziani», a cosa mai rinuncerebbero nei tanti anni che ancora restano loro da vivere. Ognuno, senza ombra di dubbio, vi risponderà che, per nulla al mondo, si lascerebbe portar via dalla propria casa. Dai propri affetti, materiali e non (un qualcosa che va pure oltre la famiglia). Dalle proprie comodità, più o meno tali. Dal proprio mondo, fatto di ricordi e abitudini ormai consolidate. In sostanza, dal proprio futuro, costruito chissà giorno per giorno negli anni del lavoro, ora lasciati finalmente alle spalle. Tempi in cui le ore, per necessità più che per scelta, trascorrevano lontane dalle mura domestiche. Spazi e sensazioni «forti» vissute soltanto la sera, prima di andare a letto e ricominciare l’indomani. O, for-

se, la domenica, nella speranza che il lunedì arrivasse il più tardi possibile. Quel carico di emozioni, fisiche e della mente, che adesso davvero potranno essere assaporate fino in fondo. Ora che la prima parte del libro della vita, quella del sacrificio e della costruzione, si chiude per sempre. E si apre l’altra, che merita di essere letta con immutata intensità e senza paure irrazionali. Come in una fiaba, «Felici e contenti». Come dire, «Casa, dolce casa». Ecco perché continuare a vivere in autonomia, nel proprio alloggio di sempre, rappresenta la principale aspirazione della stragrande maggioranza degli «anziani». Un desiderio che resta intat-

di DAVIDE D’ATTINO

to anche quando queste persone rimangono sole (oggi succede ad oltre il 25% degli ultra 65enni): una volontà che, specialmente a causa dell’affievolirsi delle relazioni familiari, rischia però di tradursi in una vita di solitudine all’interno delle mura domestiche, tra pericoli ed inconvenienti più o meno gravi e nascosti. A maggior ragione, nelle nostre città di questi anni, dove interi quartieri sono popolati da «anziani», il cui massimo ideale finisce col diventare, almeno, la farmacia sotto casa. E perché non un panificio e un piccolo supermarket? Si tratta, purtroppo, di realtà in cui il sistema di rap-

Le nuove comunità Case e strutture devono attrezzarsi con specifiche soluzioni architettoniche e tecnologiche per migliorare la qualità della vita delle persone longeve. Queste opportunità provocano un benedico «effetto cascata» su tutti i componenti della comunità

porti sociali si va, via via, riducendo, creando spesso così un degrado ambientale ed urbano, che è l’esatto contrario dei valori fondativi dell’idea di città. Questi, in particolare, i motivi per cui, oggi più che mai, data soprattutto la forte crescita della longevità, sarebbe necessario incrementare quei processi di ricomposizione sociale che interessano, uno dopo l’altro, il singolo edificio, il complesso residenziale e l’intero quartiere. È un modo per fornire non solo agli «anziani», ma anche ai disabili e alle famiglie con bimbi piccoli, nuove forme ed opportunità di socializzazione. Uno strumento per valorizzare l’esperienza dell’ultra 65enne, per fargli vivere diversamente il territorio che da sempre conosce, per farlo partecipare davvero fino a sentirsi ancora parte della comunità. In parole povere, bisognerebbe rompere, quanto prima, le situazioni di isolamento domestico in cui finiscono per vivere tante persone in là con gli anni, ma an-

cora assolutamente «attive»: combattere la solitudine dell’alloggio e riscoprire, invece, gli antichi rapporti di solidarietà e buon vicinato. Abbiamo elencato soltanto alcune delle diverse ragioni per comprendere, a 360 gradi, il senso di una casa a misura di anziano. Con specifiche soluzioni architettoniche, tecnologiche e gestionali. E che dia, specialmente alle persone sole e magari con ridotta autonomia, la possibilità di invecchiare bene. Una serie di strumenti, quindi: a partire dalla domotica, ovvero dall’informatizzazione delle mura domestiche. Dagli apparecchi quotidiani, come gli elettrodomestici e il computer, a quelli di ultima generazione, dal controllo automatico dell’accensione e dello spegnimento delle luci del soggiorno ai dispositivi di protezione contro i furti, gli incendi, le fughe di gas e gli allagamenti. Il tutto, addirittura, governabile tramite il proprio telefono cellulare. Buon viaggio.

Inizia oggi un appuntamento mensile pensato per stimolare un dibattito nuovo sulla terza età, superando i toni emergenziali finora adottati per arrivare ad una nuova consapevolezza e cultura dell'essere longevi. Strutturato per temi, l'inserto gode del contributo di voci diverse, sfatando alcuni diffusi pregiudizi per evidenziare le buone pratiche esistenti nel nostro territorio, anche nella vita quotidiana. Urbanistica ed architettura sono non a caso i primi temi affrontati, trattandosi dei contesti nei quali i longevi interagiscono con le altre componenti sociali, facendosi portatori di bisogni certo specifici ma perlopiù utili all'intera comunità: l'abbattimento delle barriere architettoniche serve non solo ai longevi ma anche alle giovani mamme con carrozzina o passeggino. Trasporti, consumi, salute, tecnologie, educazione, benessere, turismo, lavoro sono alcuni dei temi dei prossimi numeri, affiancando uno scenario quantitativo con testimonianze utili a far maturare nelle persone longeve e nell'intera società la necessità di cambiare passo nell'affrontare il tema «anziani», superando la logica risarcitoria del Welfare State per costruire reti intergenerazionali proattive e solidali, facendo tesoro del patrimonio di relazioni ed esperienze di cui ogni persona longeva è portatrice.


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