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La questione femminile
from Dergano Bovisa1
OCCUPAZIONE COME MOMENTO CENTRALE PER L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE
Questione decisiva e centrale per le donne italiane è il problema dell'occupazione, della sua difesa e del suo sviluppo. Tale centralità non deriva soltanto da una impostazione ideale che fu sempre la nostra,quella che Togliatti esprimeva affermando che: "la chiave per la soluzione del problema della emancipazione della donna non sta né in una predicazione morale, né in una pura trasformazione tecnica: sta nel fatto che le donne accedano a quella che è nei rapporti sociali, la sostanza della persona umana, cioè il lavoro". La crescente scolarizzazione delle ragazze è fenomeno in sè, profondamente positivo, che si riconduce però a disagio e frustazione profonda, se non trova uno sbocco in una attività lavorativa, e tanti anni di studio servono solo a tornare all'antico mestiere della casalinga per forza. Garantire a ogni donna una possibilità di scelta, nella sua vita futura, per quanto riguarda il lavoro e l'inserimento nella società, è un primo fondamentale criterio di giustizia. È significativo comunque che cadano progressivamente tanti dei vecchi tabù, anche sul terreno del costume e del sesso, che le donne aspirinoad avere la loro parte nei rapporti sessuali; ma non ci può essere certo autentica liberazione della donna, ove solo a quel rapporto essa possa ricondursi, o vi partecipi in condizioni di profon- da soggezione sociale ed economica. È pur vero d'altronde, come taluno sostiene che a livello individuale è oggi possibile per singole donne realizzare, anche non partecipando all'attività produttiva, nuove possibilità d'impegno sociale, essere più considerate e rispettate anche nella famiglia.
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Ma la dimensione sociale dei problemi dice altro: che il lavoro è indispensabile alle donne, sia per vivere dignitosamente, sia per affermare la propria autonomia, per esprimere se stesse, per partecipare al processo di trasformazione della società e della natura.
Ma quale è oggi il prezzo che paga la donna che lavora? Oggi per la donna lavorare fuori casa significa ancora sobbarcarsi oltre le otto ore regolamentari ogni giornata e il tempo per andare e venire dal posto di lavoro, anche ore e ore di fatiche per pulire la casa, cucinare, far provviste, lavare e stirare. E questa fatica non si chiama lavoro, non viene regolamentata come lavoro, non riceve compenso, è un servizio "dovuto" della donna solo perchè è nata con un sesso femminile.
Solo oggi che, grazie alle battaglie dell'intero movimento con alla testa il PCI per rivendicare a favore delle donne lavoratrici asili nido, scuole a tempo pieno, riforma sanitaria, assistenza pubblica degli anziani, gli Enti pubblici affrontano una parte, sia pur minima di quella assistenza che finora la donna ha elargito come "missione", ci si rende conto del prezzo pesante pagato dalla donna finora e di quello che comporta alla società l'assunzione e la risoluzione di questi problemi. Ecco perchè, risolvere il problema dell'occupazione femminile significa non solo migliorare qualitativamente la vita di tutti (non solo delle donne), ma impostare in termini completamente nuovi "rivoluzionari" la società. Per questo la lotta per l'occupazione femminile si collega stretta- mente con la lotta più generale di tutto il movimento operaio per l'allargamento della base produttiva nel nostro paese con pieno utilizzo di tutte le risorse, perchè si realizzi un nuovo modello di sviluppo, premessa fondamentale per la costruzione del socialismo.
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