12 fuochi del tempo

Page 1

PERSONAGGI GOFFREDO DE VILLON

LUISA

FABIO TORRI

OSTE

DONNA ASSUNTA

LORENZI

.

.


MONSIGNOR POLIDORI

SPAZZINO

CARMELINA

GIULIO TANCREDI

CATALDO LORRIA

GIACINTO

.


CACCIATORE 1

BAMBINA 1

BAMBINA 4

CACCIATORE 2

BAMBINA 2

BAMBINA 5

BAMBINA 3

BAMBINA 6

.


BAMBINA 7

BAMBINO 1

BAMBINO 4

BAMBINA 8

BAMBINO 2

BAMBINO 5

BAMBINO 3

BAMBINO 6

.


LO CASCIO

PORTINAIA

GERVASO

CARABINIERE 1

INFERMIERA AMBULANZA

BARNABA

.


TOBIA

LANCIERE 1

LANCIERE 2

LANCIERE 4

LANCIERE 3

LANCIERE 5

FEDERICO DEL GIGLIO


LAURA

BEATRICE

SEGRETARIO

SOLDATO

.

INNOCENZA

CAPO VILLAGGIO

MARIA 3


LODOVICO DEGLI ASCORTI

ADALBERTO

DIODATO

KARIM

MADRE DI ADALBERTO

MADRE DI DIODATO

.


MADDALENA

AMANTE UOMO

VECCHIA VILLAGGIO

AMANTE DONNA

PERSONA 1

PERSONA 2

.


UOMO 1

DEMONE

SCENA 1 SCRITTA BIANCA SU FONDO NERO “… Se nella tela della vita la trama è l’inseguire il bene, l’ordito è il cadere nel male…” Abate Guglielmo De Villon :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 2 Medioevo BOSCO. Esterno giorno. Un giovane, di età indefinita, sta correndo in un bosco. Sta fuggendo. Alle sue spalle qualcosa o qualcuno si sta avvicinando e la sta raggiungendo. Lui incespica, cade varie volte, ma immediatamente si rialza e ricomincia a correre, lanciando continuamente sguardi indietro. È vestito con una specie di saio logoro e sporco. È a piedi nudi, ma nonostante questo, non smette di correre. Un cappuccio gli nasconde il viso, e si sente il suo respiro affannoso. Chi lo sta inseguendo sembra sempre più vicino. Il giovane, senza fermarsi, si volta per guardarsi alle spalle e mentre si rivolta, si schianta contro il tronco di un grosso albero. Il giovane non emette che un lieve gemito.


Un ramo spezzato gli si è conficcato nell’addome e esce abbondantemente dalla schiena. Il ragazzo, sempre con il volto coperto dal cappuccio, infila una mano nella sotto l’abito e ne estrae un rotolo di carta pergamena legata con un nastrino e, facendo affidamento alle sue ultime forze, lo infila in una cavità del tronco. Poi si appoggia esausto all’albero e si lascia morire. PERSONAGGI Luisa :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 3 OGGI CITTA’. CONDOMINIO. Esterno giorno. Una vecchia auto sgangherata, arriva dal fondo della via e parcheggia proprio davanti all’ingresso. inquadratura solo dei piedi o di spalle; mai in viso un giovane scende dall’auto e si fionda dentro il palazzo, quasi travolgendo la portinaia che sta scopando l’uscio. PERSONAGGI Fabio Torri

Portinaia ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 4 OGGI ANDRONE DEL CONDOMINIO, PRESSO LE CASSETTE DELLA POSTA. Interno giorno. Il giovane continua la sua corsa e va ad aprire la propria cassetta delle lettere, inseguito dalla portinaia con la scopa in mano. PORTINAIA Signor Torri! Finalmente si fa vedere… Ma lo sa che è tre settimane che non si va vedere, e qui la posta non so più dove metterla? Crede di vivere in un in un ente di beneficenza? FABIO TORRI Senza nemmeno voltarsi. Ha ragione, signora, ma sono stato impegnatissimo. Le assicuro che non succederà più. E comincia a salir le scale facendo i gradini due per volte. PORTINAIA Appoggiata alla scopa, all’ultimo gradino, guardando in alto, senza però riuscire a vedere il giovane. Questo l’ha già detto tre settimane fa.


La prossima volta la posta la getterò direttamente nella spazzatura… Sono autorizzato dall’amministratore del condominio… Rimane per qualche momento in attesa di una risposta, poi ritorna al suo lavoro scotendo la testa. PERSONAGGI Fabio Torri

Portinaia ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 5 OGGI MONOLOCALE DI FABIO TORRI. Interno giorno Il giovane, sempre senza essere inquadrato in volto, entra nel locale e getta il giubbotto e la posta sul letto. Prende poi alcune buste bianche e comincia a dividerle. Sembrano tutte bollette da pagare, ma una di queste porta uno strano stemma ecclesiastico. Apre la busta e comincia a leggerla girando per il locale. VOCE DEL MONSIGNORE Egregio dottor Torri, sono Monsignor Polidori, lei non mi conosce, ma mi congratulo con le per il buon lavoro da lei svolto nella sua teoria illustrata al Congresso Episcopale lo scorso anno. So che la commissione non ha condiviso la sua teoria, anzi a dirla tutta, l’hanno quasi definita visionaria, ma personalmente trovo che alcune sue teorie non erano del tutto errate, per questo motivo volevo invitarla a passare qualche giorno….. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 6 OGGI PAESAGGIO COLLINARE: Esterno giorno. La giornata è soleggiata, la campagna verde, sui fianchi delle colline sono assolutamente deserti, sullo sfondo si vede l’imponente vulcano. Pochi alberi isolati e in lontananza qualche boschetto. La vecchia automobile attraversa quel paesaggio. VOCE DEL MONSIGNORE Prosegue la lettura della lettera. …ritengo di avere del materiale assolutamente autentico che potrebbe aiutarla nello sviluppo della sua teoria. Certo, potrebbe non essere una prova definitiva, ma credo che sarebbe sicuramente di chiarimento. Potrebbe così, in qualche modo, riscattarsi delle battute e degli scherzi ricevuti per la sua stravagante tesi. Nella busta troverà una cartina con le indicazioni per trovare il paese dove, se lo ritenesse di suo interesse, può trovarmi.


Spero di vederla presto. Monsignor Vittorio Sabini. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 7 OGGI VIA DEL PAESE. Esterno giorno. L’auto entra nel paese. Le case appaiono piuttosto malconce, le strade sono piene di buche, segno che l’asfaltatura non viene rifatta da molti anni. Pochissime persone per la strada. E, qua e la, vecchie auto arrugginite, sono parcheggiate ai bordi delle strade. Al passaggio dell’auto, che inevitabilmente attira l’attenzione degli abitanti di quel luogo, si vede qualche tenda scostarsi alle finestre, qualche persiana aprirsi di pochi centimetri, il necessario per spiare il mezzo che attraversa il paese. Il ragazzo, questa volta inquadrato anche in viso, guida tenendo nella mano destra la cartina stradale. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 8 OGGI PIAZZA PAESE. Esterno giorno. L’auto arriva nella piazza del paese. Anche la chiesa mostra i segni dell’incuria. Appesi alle finestre delle case che delimitano la piazza, sono appesi ad asciugare dei panni. A un lato della piazza una vecchia panchina dove vi sono seduti tre vecchi che, fumando chi la pipa chi un sigaro, hanno sospeso la loro discussione per osservare quell’auto arrivare. Fabio Torri parcheggia la sua auto e scende. Indossa un abito grigio scuro ed una camicia dello stesso colore ma un po’ più chiara. Si guarda intorno, poi a passo sicuro, si dirige verso un piccolo bar trattoria che si affaccia sulla piazza. A poca distanza un uomo di mezza età, con una scopa si saggina, sta scopando un marciapiede su un lato della piazza. PERSONAGGI Fabio Torri

Spazzino


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 9 OGGI ENTRATA BAR TRATTORIA. Esterno giorno. Sull’uscio pende una tenda di fili di perline di plastica. Fabio Torri si ferma per un attimo davanti alla porta come indeciso se entrare oppure no. La tenda viene improvvisamente scostata da una mano enorme, rude e insanguinata. Esce sulla soglia un uomo grande e grosso, stempiato, sui cinquant’anni. Indossa una vecchia e sporca canottiera che mette in mostra i muscoli una volta probabilmente possenti ma ormai flaccidi. È il gestore del bar-locanda. Il gigante sorride a Fabio. Un po’ imbarazzato, si guarda le mani insanguinate e cerca di asciugarsele sul grembiule, un tempo bianco, anch’esso imbrattato di sangue. OSTE Sorride guardandosi le mani. Scusate. Stavo macellando il maiale. … è per la festa di domani sera… SPAZZINO Smette di spazzare la strada e si avvicina ai due. La facciamo da tanti anni… La Festa del sabato. Accendiamo i fuochi per tutta la campagna… OSTE Interrompendo lo spazzino. … ogni anno io ammazzo il porco… lo appendo per le corde e lascio colare il sangue… Faccio salcicce e sanguinacci… …li mangiamo intorno ai fuochi… Non vi fa senso il sangue, vero? È roba della natura. Il giovane non risponde intimidito forse da quella descrizione. SPAZZINO Siete venuto per la festa, vero? Un tempo veniva qualche turista, ma poi, col passare degli anni… FABIO TORRI Sono venuto a cercare Monsignor Polidori. Sulla soglia della taverna compare una ragazza. Indossa un abito un po’ consunto e con alcune macchie. È Luisa, la figlia dell’oste.


Luisa guarda il giovane quasi con ammirazione. LUISA Cercate il Parroco? È uscito questa mattina presto, e con lui è andato anche il prete giovane, quello nuovo… Don Paolo. OSTE Non sappiamo dove sia andato, ma di sicuro lontano, visto che ha chiesto a Don Paolo di portarlo con la macchina… FABIO TORRI Interrompendo la descrizione. Io non cerco il Parroco… Io veramente cerco Monsignor… LUISA Interrompendo. Ah… Voi volete quello venuto da Roma… SPAZZINO Se ne è arrivato qui due mesi fa a trovare Don Domenico, il nostro Parroco, e non se ne è più ripartito. …non si vede mai in giro per il paese… LUISA Per forza. Si è ammalato… OSTE Mia moglie gli porta da mangiare tutte le mattine e tutte le sere… Un po’ di pane, una scodella di minestra… Un pezzo di formaggio e un bicchiere di vino. Anche se non lo vediamo mai, noi trattiamo bene i nostri ospiti. Nel frattempo una donna piuttosto anziana, con dei ramoscelli e delle erbe raccolte nel grembiule, trattenuto a mo’ di sacco si avvicina al gruppetto. Fa cadere in una cesta il contenuto del grembiule. Sono rami di rosmarino, alloro e altre erbe aromatiche. OSTE Aiutando a reggere il cesto. Grazie, Donna Assunta. La donna senza dire una parola e senza degnare di uno sguardo le altre persone, si allontana. OSTE Mostrando le erbe a Fabio per fargliele odorare. Le erbe per i sanguinacci… Ricetta antica…


Sanguinacci così li può trovare solo qui, nella mia locanda… E soprattutto nel periodo della festa. SPAZZINO È la nostra tradizione. LUISA Donna Assunta conosce tutti i funghi e tutte le piante. E non solo quelle per cucinare, sapete… Ma anche quelle per curare la gente… OSTE … fa la levatrice, legge i fondi del caffè, ogni tanto da qualche numero per il Lotto.. ogni tanto da qualche numero… e basta…. Battendosi il dito indice sulla tempia Campa così, povera donna. D’altro canto qui in paese c’è tanta di quella miseria… Dicono che sia la crisi, o la recessione, o la disoccupazione… Mha, io non ci capisco niente, io so soltanto che qui si fa la fame e che i giovani sono scappati via tutti Porge uno sguardo a Luisa. Bhe… quasi tutti. Quasi ridendo. I giovani se ne vanno, i vecchi se li prende il buon Dio, di bambini ne nascono pochini… SPAZZINO Parlando come dicendo uno slogan pubblicitario. Venite da noi… Fame e povertà saranno a disposizione dei villeggianti… OSTE Interrompendo. Ma scusate Padre, noi vi stiamo annoiando con tutte queste nostre chiacchiere… FABIO TORRI Sorridendo sorpreso. Padre?! Io non sono un sacerdote. LUISA Come… non siete un prete? OSTE Imbarazzato. Io avevo pensato che… FABIO TORRI Interrompendolo. Mi chiamo Fabio Torri, sono un teologo. Lo spazzino, l’oste e Luisa si guardano incuriositi.


SPAZZINO Siete… una specie di dottore? FABIO TORRI Sorridendo divertito. No… sono un… Vi prego, ditemi dove posso trovare Monsignor Polidori. Gli devo parlare. OSTE Alla figlia. Accompagnalo tu… Luisa sorride contenta e lancia al padre uno sguardo ammiccante. Fabio mette nelle mani dell’oste una banconota da venti euro. OSTE Osserva sorpreso il denaro. Oh, se volete bere qualcosa? Accomodatevi, vi prego. Fabio però gli ha già voltato le spalle allontanandosi preceduto da Luisa. OSTE Gridando. La mia casa è a vostra disposizione. SPAZZINO Guardando la banconota. Benvenuto. E se ci sono altri turisti così… OSTE Alla figlia. Luisa… torna in fretta, mi raccomando Si rivolge allo spazzino che appoggiato a lui sta osservando ancora la banconota. Bhe! Non hai mai visto dei soldi? SPAZZINO No. Almeno non negli ultimi tempi. L’oste gli da una spinta per farlo tornare al lavoro e rientra nel bar. Lo spazzino rimane un attimo a guardare Fabio e Luisa che si allontanano e poi riprende a spazzare la strada scotendo la testa. PERSONAGGI Fabio Torri Oste

Spazzino Donna Assunta

Luisa


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 10 OGGI PAZZA E STRADINA DI PAESE. Esterno giorno. Luisa precede Fabio prima attraverso la piazza poi per i vicoli del paese. LUISA La casa del prete di Roma… hemm… Del Monsignore sta dietro la canonica. Una volta era l’unica pensione del paese, ma adesso è chiusa perché qui di forestieri non ne vengono più. FABIO TORRI Ma se la locanda è chiusa, perché Monsignore abita lì? LUISA Avvicinandosi al giovane come per rivelare un segreto. Ha dato dei bei soldi alla vecchia Carmelina… Sapete, le fanno comodo, dopo la morte del marito… È successo l’anno scorso, la settimana prima della festa del Sabato… A quanto pare a Don Vittorio… ehmm… Monsignor Polidori i soldi non mancano… Paga bene Carmelina, paga bene mia madre che gli porta la minestra. È una brava persona… Io lo conosco bene. Peccato che si sia ammalato, poveretto. Quasi non ce la fa più a camminare, parla poco… Delle volte non ha nemmeno il fiato per dire messa al mattino o i vespri la sera… Mentre Luisa e Fabio chiacchierano, incrociano in strada un giovane uomo, non proprio di bell’aspetto che precede un piccolo gruppo di bambini che camminano in fila per due. È Giulio Tancredi, il maestro del paese. GIULIO TANCREDI Guarda incuriosito Fabio, poi Luisa. Ciao Luisa… Ricordati che tu e io abbiamo sempre un appuntamento in sospeso… Senza fermarsi. LUISA Infastidita. Piuttosto morta che con te! Rivolgendosi a Fabio. È il maestro. Non mi piace per niente, quello lì… Può anche andarsene al diavolo! Anche lui è arrivato l’anno scorso dalla città.


Dicono che l’abbiano cacciato via da tre scuole… Non so che cos’abbia combinato… Ma noi avevamo bisogno un maestro per i nostri quattro bambini e così ce lo siamo preso lo stesso… I due proseguono la loro camminata. PERSONAGGI Luisa Bambino 2 Bambino 5 Bambina 3 Giulio Tancredi

Fabio Torri Bambino 3 Bambina 1 Bambina 4

Bambino 1 Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 11 OGGI ENTRATA PENSIONE. Esterno giorno. I due arrivano davanti alla ex pensione. Anche questo edificio è malconcio e scrostato. Luisa si ferma davanti ad un porta con la vernice che cade a scaglie. Bussa in maniera abbastanza energica. LUISA Carmelina! Carmelina, aprite, c’è un signore di città che chiede di Monsignore. CARMELINA Voce dall’interno. La porta è aperta, fallo salire. Luisa apre la porta e con una specie di goffa riverenza invita Fabio ad entrare. LUISA Ammiccando. Se avete ancora bisogno… sono a vostra disposizione. Fabio entra nella vecchia locanda e chiude la porta dietro di sé. PERSONAGGI Fabio Torri

Luisa ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 12 OGGI SCALE PIANEROTTOLO EX PENSIONE. Interno giorno.


Fabio è in una piccola anticamera. Davanti a lui una rampa di scale con una ringhiera arrugginita. CARMELINA Le scale… dovete salire le scale. Al pianerottolo del primo piano lo attende Carmelina, una anziana donna piuttosto corpulenta e sdentata, ma dall’aria gentile e allegra. CARMELINA Buongiorno signore. Mi scusi se non sono scesa, ma sa, alla mia età è meglio risparmiare le scale il più possibile. Desiderate vedere il Monsignore? Il giovane annuisce. Attendete un momento, per favore… Si avvia verso una delle porte anch’essa scrostata. Don Vittorio sarà felice di ricevere la vostra visita… È sempre così solo, poveretto. Sta per bussare alla porta, ma torna immediatamente sui suoi passi per sussurrare al ragazzo. Vi prego però di non stancarlo molto. È così malato… A volte non si alza per giorni interi. Figuratevi che una mattina l’ho trovato nel letto che sembrava morto. Aveva gli occhi chiusi e le labbra tutte blu… Sapesse che spavento. Poi mi sono accorta che muoveva la bocca… e diceva piano: il mio quaderno, trovate il mio quaderno… Poi, di colpo ha aperto gli occhi e se li è buttati tutti all’indietro. Mamma mia che spavento! Sapete , in paese il dottore non c’è. Io gli ho bagnato la fronte con l’aceto, gli ho dato degli schiaffetti, e lui si è ripreso… Meno male. Temo che non ne avrà per molto, poveretto. Preghiamo solo Dio che non mi muoia qui. Ritorna alla porta e bussa aprendo senza attendere la risposta. Don Vittorio, Don Vittorio, avete visite. Fa cenno a Fabio di attende. Chi devo dire? FABIO TORRI Sono Fabio Torri, dell’Università di…. Carmelina non aspetta nemmeno che la risposta sia terminata ed entra nella stanza richiudendosi la porta alle spalle. Pochi istanti dopo la porta si riapre e Carmelina fa cenno a Fabio di entrare. Il giovane entra e si richiude la porta alle spalle. Carmelina con un po’ di disappunto se ne va. PERSONAGGI


Fabio Torri

Carmelina ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 13 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno giorno. Fabio, appena entrato osserva con attenzione l’interno della camera. È una stanza molto grande, quasi vuota, arredata con pochissimi ed essenziali elementi; un piccolo tavolino su cui sono posati alcuni oggetti personali del vecchio malato, sotto una delle due finestre, chiuse dalle persiane si trova un vecchio inginocchiatoio in legno, poco distante un baule con il coperchio arrotondato, e in un angolo un lavandino in ceramica sbeccato e con vistose incrostazioni. Nella parete laterale si trovano solamente un vecchio letto con le testiere in ferro battuto con accanto un comodino a cui manca l’antina e su cui è posata una copia della Sacra Bibbia. Di fronte al letto, appeso alla parete, un crocifisso di notevoli dimensioni. Sul letto giace un uomo anziano, il viso scavato, la barba non rasata. Il Vecchio volta a fatica la testa verso l’ospite. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Vi stavo aspettando… Grazie per essere venuto. Fermo sulla soglia, Fabio guarda il malato. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Accomodatevi, vi prego. Fabio si avvicina lentamente e, facendo il giro del letto, si posiziona vicino al vecchio. FABIO TORRI Sono spiacente di avervi fatto attendere così a lungo… Quando è arrivata la vostra lettera mi trovavo in viaggio, all’estero… Appena l’ho letta sono partito senza nemmeno disfare i bagagli. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Purtroppo qui non c’è nulla su cui farvi accomodare. Chiamate, per favore Carmelina… Fatevi portare una sedia. FABIO TORRI Non importa. Fabio si siede sul basso gradino dell’inginocchiatoio. Il vecchio prelato fa un piccolo cenno indicando l’arredo sacro.


MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Un dono di Don Domenico, il Parroco, ma purtroppo ormai non lo posso più usare. La parte destra del mio cervello ha deciso di non andare più d’accordo con la parte sinistra del mio corpo… Un ictus. Così hanno detto i medici. Mi avevano promesso che mi sarei ristabilito in fretta… E invece eccomi qua… FABIO TORRI I medici dicono spesso le bugie… Sorridendo. Come i preti… MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Sorridendo. Conoscete più medici o più preti? Cambiando tono. Ma veniamo a noi. Come vi ho scritto, ho seguito attentamente il vostro lavoro, la vostra bizzarra teoria. Ho letto alcune delle vostre pubblicazioni. Mi devo compiacere per l’accuratezza delle vostre ricerche e mi complimento per il coraggio di alcune vostre teorie. Anche se alquanto ardite… FABIO TORRI Vi riferite agli artigiani, vero? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Già! Gli artigiani… Avete provocato parecchio scompiglio nelle alte sfere. FABIO TORRI Se volete chiamarlo scompiglio… In realtà a me è sembrato che molti personaggi della Curia, la stampa in generale e il mondo accademico in particolare, abbiano preso la mia teoria come la farneticazione di un pazzo visionario… MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Quasi divertito. Che cosa vi aspettavate? Che vi dessero ragione? Che vi fornissero le prove di quanto voi avete teorizzato? In tono serio. Dovreste ben sapere, figliolo, che la Chiesa è la più antica teocrazia del mondo… Per duemila anni è riuscita a sopravvivere alle persecuzioni, alle guerre, alle eresie, agli scismi. Proprio per il suo status inamovibile, per la sua rigidità con cui è stata trattata e fatta rispettare la dottrina, per i suoi dogmi… Per l’intoccabilità del suo Sovrano e dei suoi Principi. Ultimamente, e vero, il penultimo pontefice, ha rivisto criticamente molte delle posizioni della Chiesa nel corso della storia…


FABIO TORRI L’inquisizione. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI L’inquisizione, e non solo. Ma non possiamo chiedere troppo ai rappresentati di Dio sulla terra… FABIO TORRI Come voler continuare il discorso. … possono benissimo criticare alcuni aspetti dell’Inquisizione, ma pur predicando pace e carità, uguaglianza e fratellanza tra gli uomini, badando però bene dal mettere in discussione i rapporti tra Chiesa ed economia, oppure accettare nuove norme di comportamento sessuale, a rivedere alcune regole in un mondo che continua a trasformarsi. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Tuttavia, all’interno della Chiesa, esistono e operano delle forze realmente innovative. FABIO TORRI Certo. Ma sono tenute saldamente al guinzaglio e possono muoversi nella misura in cui la lunghezza di questo permette loro di farlo. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI …e quando vanno troppo in la… FABIO TORRI …basta una tiratina e si trovano presto strangolati dal collare. Un attimo di silenzio. Il Monsignore guarda a lungo il giovane chiedendosi se può fidarsi di lui. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Ma non si strangola con un collare un povero vecchio prete, per giunta infermo. Non si può tenere al guinzaglio un moribondo. FABIO TORRI Non ne sia troppo sicuro. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Dopo l’ultimo attacco, il secondo anno, mi fu concesso il privilegio di trascorrere la mia convalescenza ove io preferissi. Naturalmente mi fu caldamente suggerito di ritirarmi in qualche convento, per essere curato da bravi medici e accudito da suore buone e gentili… Sorridendo. Anche un po’ noiose. Quando però ho deciso di declinare l’invito non ho incontrato particolari resistenze. Sapevano bene, come del resto lo so io, che la prognosi è infausta. Stanco si ferma un attimo a riprendere fiato. E così eccomi qui, con il corpo paralizzato a metà e il sonno che la notte tarda a venire.


FABIO TORRI Avete paura? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Di morire? No, ormai voi siete qui e forse, grazie a voi, potrò portare a termine il mio compito. Credo che voi siate l’unica persona al mondo a cui io mi possa affidare… PERSONAGGI Fabio Torri

Monsignor Vittorio Polidori ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 14 OGGI CUCINA DI DONNA ASSUNTA. Interno giorno. A poca distanza dalla locanda, in una misera casa che da sulla strada si trova la casa di Donna Assunta. La casa è arredata in maniera povera e contro un muro una pentola sta cocendo qualcosa, su una cucina economica, con lo smalto sbeccato e annerita dal fumo e dagli anni. Luisa, parlando con la donna, sta pestando in un mortaio di pietra delle erbe. LUISA Lo aveter visto… È bello, è giovane… sembra anche ricco. Oh.. Donna Assunta… Fate una delle vostre formule. Voglio andare via di qui. Si alza dal tavolo dove sta lavorando e si avvicina alla donna. Aiutatemi, Donna Assunta, voi sapete cosa fare. DONNA ASSUNTA Continua a pestare le erbe, e cerca di pensare a qualcosa di più sensato. Mi hai preso per la fata di Pinocchio? Lamentandosi Luisa ritorna al mortaio. PERSONAGGI Donna Assunta

Luisa ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 15 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno giorno. Per un lungo attimo Fabio scruta il vecchio.


FABIO TORRI Che cosa pensate voi della mia teoria? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Un brillantissimo lavoro di deduzione. Ma, come ben sapete, finchè non è supportata da prove, da fonti attendibili, da verifiche attente… Una teoria, per quanto brillante possa essere, rimane pur sempre una teoria. Vedete, la Chiesa sa nascondere molto bene i suoi segreti… Naturalmente non avrete mai il permesso per accedere a certi archivi per verificare la vostra ipotesi. Fa una pausa per la stanchezza. Anni fa ne feci richiesta anch’io e trovai sorrisi e gentilezza, garbati rinvii, sibilline indicazioni che mascheravano in realtà un netto rifiuto… Fissa intensamente il giovane. Voi non potrete mai dimostrare quello che avete teorizzato! FABIO TORRI Sconsolato. Già… Senza una fonte comprovata… MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Sorridendo. Io l’ho trovata. Fabio si alza dall’inginocchiatoio e si avvicina al letto. FABIO TORRI Impaziente. Che tipo di fonte? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Nel corso delle mie ricerche, trovai alcune lettere che accennavano ad un manoscritto importantissimo, affidato ad una giovane. Di questo manoscritto però non se ne trovarono tracce. A parte le lettere che ne attestavano sia l’esistenza, che l’importanza, non fu trovata in nessuna biblioteca, ne in alcun archivio o raccolta privata. Cominciai a pensare che la giovane, a cui fu affidato il manoscritto, se lo fosse venduto, oppure fosse caduta in qualche imboscata. Probabilmente non aveva nemmeno idea dell’importanza di quel documento. Insomma nessuno trovò mai quel manoscritto. FABIO TORRI Voi sì. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Raccolsi e riordinai tutte le lettere che accennavano a questo manoscritto e grazie alla collaborazione di alcuni assistenti, raccogliemmo alcune leggende popolari. Mettemmo poi in ordine cronologico tutto il materiale e gli indizi su quel manoscritto mi portò qui. FABIO TORRI Qui?! Perché proprio qui?


Cosa centra un misero paese di campagna con quanto ho teorizzato? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Seccato. Voi giovani… La giovinezza rende stupidi e ciechi. Forse non lo sapete, ma qui, da centinaia di anni, proprio in questo periodo avviene qualcosa. FABIO TORRI Vi riferite alla Festa dei Fuochi? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI La Festa dei fuochi… La festa dei fuochi… appunto. PERSONAGGI Fabio Torri

Monsignor Vittorio Polidori ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 16 OGGI STRADINE DEL PAESE. Esterno giorno. Un gruppo di bambini, preceduti dallo spazzino che indossa un vestito colorato, che ricorda quello dei giullari di corte, trascinando due trasandati carretti con delle fascine di legna da ardere. I bambini si fermano davanti alla porta di una delle abitazioni. Lo spazzino fa suonare un vecchio campanaccio da buoi. Un anziano signore si affaccia alla finestra già sapendo di che si tratta. I bambini intonano una cantilena. MASCHIETTI Legno nuovo, legno vecchio, metti metti dentro al secchio, metti metti anche tu, per far arder chi sai tu. FEMMINUCCE Foglie secche, foglie morte dentro al cesto fan la Morte. Fan la morte della notte Scaccia via la malasorte. INSIEME Se tu poco ci darai, molti guai quest’anno avrai! Se tu nulla brucerai, cattiva sorte incontrerai!


Il vecchio esce di casa con una fascina di legna legata e la posa sorridente sul carretto dei ragazzi e riprendono il giro. PERSONAGGI Spazzino Bambino 3 Bambina 1 Bambina 4

Bambino 1 Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5

Bambino 2 Bambino 5 Bambina 3

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 17 OGGI BOSCO TRA LE COLLINE. Esterno giorno. In un boschetto, a qualche chilometro dal paese, nella quiete della natura, due cacciatori, con i fucili sulle spalle, stanno camminando su un sentiero. Stanno discorrendo del più e del meno, quando uno dei due si accorge di un particolare. CACCIATORE 1 Indicando. Guarda, c’è una macchina, laggiù. CACCIATORE 2 Sarà una coppietta che si è cercato un angolo tranquillo. Sfottendo l’amico. Succede, sai? Anche se non te lo ricordi più. CACCIATORE 1 E secondo te, con tutti i boschi che ci sono, vanno a mettersi in mezzo alla strada? In effetti, l’auto è su un lato della strada, con la portiera del conducente aperta e apparentemente sembra che qualcuno sia sul sedile del passeggero. I due cacciatori si avvicinano. Quando sono più vicini, riescono a distinguere la capigliatura bianca di una persona anziana, con la testa appoggiata al cruscotto. I due uomini credono che si tratti di un malore. CACCIATORE 1 Signore. Si sente male? L’uomo nell’auto non si muove. I due cacciatori si scambiano uno sguardo allibito.


CACCIATORE 2 Fa il giro dell’auto e si avvicina all’uomo. Ehi, signore… Ha bisogno di aiuto? Posa una mano sulla spalla dell’uomo e lo tira contro lo schienale del sedile. L’uomo nell’auto non oppone resistenza e si appoggia mollemente allo schienale facendo ciondolare all’indietro la testa. Solo in quel momento, i due cacciatori si accorgono che si tratta di un sacerdote con un enorme taglio alla gola. L’abito da prete è imbrattato di sangue e altre macchie sono sia ai piedi del cadavere, sia sull’erba fuori dall’auto. Il cacciatore fa un salto indietro e lancia un urlo. CACCIATORE 1 Madre di Dio!… I due uomini scappano da quel luogo, incespicando, ma senza mai né fermarsi nel voltarsi. PERSONAGGI Cacciatore 1

Cacciatore 2 ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 18 OGGI CASA DONNA ASSUNTA. Esterno giorno. Il gruppo di bambini, dopo aver oltrepassato la locanda, arrivano davanti alla casa di Donna Assunta. La vecchia e Luisa escono e danno loro una fascina di legna già pronta. Uno dei bambini, si avvicina a Luisa e gli tira la sottana. BAMBINO 1 Quest’anno sei tu la regina dei fuochi! LUISA Si china e gli accarezza i capelli. E perché? BAMBINO 1 Perché sei la più bella! Gli altri bambini scoppiano a ridere e intonano una cantilena: BAMBINI Carlo ama Luisa. Carlo ama Luisa. Carlo ama Luisa.


Il bambino, rosso in viso torna con gli amichetti. SPAZZINO Viva la Regina dei fuochi! Viva la Regina dei fuochi! DONNA ASSUNTA Sta zitto, disgraziato, che porta male. Lo spazzino, ridendo, e non prestando attenzione alle parole della donna e allentandosi precedendo i bambini. PERSONAGGI Donna Assunta Bambino 2 Bambino 5 Bambina 3 Spazzino

Luisa Bambino 3 Bambina 1 Bambina 4

Bambino 1 Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 19 OGGI STRADA DI CAMPAGNA. Esterno giorno. Due auto della polizia sono ferme vicino all’auto con il corpo del povero prete ritrovato morto. Un agente sta scattando delle foto da varie angolazioni, mentre altri due stanno effettuando le misurazioni e i rilevamenti ambientali. Ad osservare il lavoro, poco distante vi sono altro due militari, il Commissario Lorenzi, l’agente Lo Cascio, assistente dell’ufficiale. LO CASCIO Povero Don Domenico. È il parroco di Borghetto, la frazione qui vicino. Poveraccio, ma chi può averlo conciato così. LORENZI Vorrei tanto saperlo. LO CASCIO Non potrebbe trattarsi di un incidente? LORENZI Scocciato. Lo Cascio, per cortesia. Secondo lei come ha fatto a tagliarsi la gola da un orecchio all’altro. E poi, come faceva a guidare l’auto stando seduto dall’altra parte.


LO CASCIO Dite che guidava un altro, allora? LORENZI Bravo Lo cascio, la proporrò per la squadra investigativa. Vada a vedere se trova i documenti dell’auto, per favore. Il maresciallo si avvicina all’auto dalla parte del cadavere, prende di tasca un fazzoletto bianco e si tappa il naso e la bocca, poi, con molta cautela, come se avesse paura di essere assalito dal morto, apre il cassettino del cruscotto e ne estrae dei documenti. Li appoggia sul tetto e li consulta, poi ne prende uno e si avvicina all’ufficiale. LO CASCIO Commissario, avevate ragione. L’auto è intestata a Paolo Corcinelli. E non è finita. Questo Corcinelli è un prete. E mostra un documento con una foto tessera che mostra un giovane con un abito da sacerdote. LORENZI Siamo sicuri che qui intorno non c’è nessuno? Abbiamo controllato bene? LO CASCIO Assolutamente nessuno. A proposito ho qui anche le deposizioni dei due cacciatori che l’hanno trovato. LORENZI Legge velocemente poi si rivolge ai militari vicino all’auto. Noi saliamo a Borghetto. Appena finiti i rilevamenti portare via il corpo, fate sgombrare e ripulire la zona. Ci vediamo al Commissariato. Uno dei militari annuisce. Lorenzi e Lo Cascio salgono su una delle auto di servizio e si allontanano dal luogo in direzione del paese. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 20 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno giorno. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Come terminando il discorso.


…per ora non voglio dirvi di più. Sono molto stanco… ho bisogno di riposare… Fa una pausa per riprendere fiato. Vi prego, aprite il cassetto del comodino qui alla mia destra. Fabio apre il cassetto. Prendete il quel quaderno con la copertina scura. Il manoscritto di cui parlavo è stato trovato proprio qui, qualche mese fa, all’interno di una quercia secolare. Si tratta di un rotolo di fogli incredibilmente ben conservati. Su quel quaderno troverete la traduzione che ho già fatto personalmente dal latino antico. L’originale è al sicuro. Un’altra pausa dettata dalla fatica. Leggetelo e poi tornate da me. Fabio prende il quaderno e si avvia verso la porta. Giunto sulla soglia si volta verso il vecchio. FABIO TORRI Perché? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Affido questo documento a voi, non solo per il vostro acume e i vostri meriti accademici… Scandendo bene le parole. Io credo che voi siate l’unica persona in grado di gestire questo mistero. Sulle vostre spalle ricadrà poi la responsabilità di divulgarlo o di tacere… per sempre. Riprende fiato. Fatene buon uso. Tra i due c’è un lungo sguardo d’intesa. FABIO TORRI Desiderate qualcosa? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Che il mio lavoro sia portato a termine… E poi una morte rapida e possibilmente senza dolore… Ora andate… Chiamatemi Carmelina, vi prego. Fabio esce in silenzio dalla camera. PERSONAGGI Fabio Torri

Monsignor Vittorio Polidori ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 21 OGGI PIAZZETTA BAR. Esterno giorno. Proprio davanti al bar, un capannello di uomini, tra cui anche


l’oste, stanno circondando i due Poliziotti. Intanto Fabio si avvicina. LORENZI Mi dispiace per il vostro Parroco, ma ora, la cosa più importante è sapere se qualcuno di voi è passato per la strada del colle nelle ultime ore o se avete idea di dove possa essere finito Don Paolo. OSTE No nessuno si è allontanato dal paese… Ma un momento, il forestiero, quello di stamattina. Si guarda in giro e lo indica. Eccolo. I due poliziotti, seguiti dall’oste si avvicinano a Fabio, mentre le altre persone stanno in disparte a commentare l’accaduto. LORENZI Buongiorno, sono il Commissario Lorenzi… Immagino che abbiate sentito cosa è accaduto? FABIO TORRI Veramente no… LORENZI Il parroco di questa frazione è stato trovato poco fa ucciso nelle campagne… FABIO TORRI È davvero terribile. Mi chiamo Fabio Torri LORENZI Mi hanno detto che è arrivato da poco tempo, potrebbe dirmi come mai è venuto qui e se ha notato qualche auto o qualche persona sulla strada per salire in paese? FABIO TORRI Guarda velocemente gli altri presenti che in silenzio vogliono ascoltare la sua deposizione. Sono venuto per incontrare Monsignor Polidori, che alloggia qui in paese. e… no, non ho visto assolutamente nessuno, mi sono anche fermato a godermi il panorama, che era incantevole, ma non c’era nessuno in giro. LORENZI Mi scusi se l’ho importunata, ma sa… dovere Lo Cascio, ci pensa lei a prendere le generalità… Fabio sorride. LO CASCIO Avvicinandosi al giovane. Mi può dare un documento, per cortesia? Lentamente la gente torna alle proprie occupazioni.


PERSONAGGI Oste Fabio Torri

Lo Cascio

Lorenzi

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 22 OGGI DINTORNI PAESE. Esterno giorno. Fabio sta passeggiando tra le stradine del paese. Cerca una panchina in sasso in un posto tranquillo e si mette a leggere. VOCE DI GERVASO Fu così che l’Abate Goffredo De Villon lasciò il convento suo per mettersi in cammino. Era diretto in terra dei mori ove l’eresia ancora impazzava. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 23 Medioevo STRADA TRA LE COLLINE. Esterno giorno. Un carro in legno, trainato da un mulo e con alcuni uomini intorno, stanno percorrendo con passo stanco la strada. VOCE DI GERVASO L’Abate Goffredo aveva compito di predicatore e di Inquisitore. L’inverno appena trascorso rigido era stato. Ci fu anche un moria di animali, dalle case e dalle stalle, una misteriosa malattia di polli e di galline e molti cavalli anche morirono così come pure muli e buoi. Tuttavia il Vescovo un cavallo grigio mise a disposizione dello Abate poi che esso lo cavalcasse e due muli per due chierici che lo Abate accompagnavamo. Il saggio uomo ci aveva condotti seco, per adempiere personalmente della sacra educazione. Dati i tempi perigliosi e che assassini e briganti che infestava quelle lande, il buon Vescovo aveva disposto a protezione dello Abate cinque lanceri che però, per quanto armati bene fossero, per via della moria delli cavalli, coi loro piedi dovevano viaggiare. Un carro da un mulo robusto trainato, e da un servo fedele condotto, trasportava il bagaglio e i libri li macchinari per interrogar i meschini e le armi e lo cibo, in tempi di carestia, indispensabili. Viaggiavamo nell’ordine, lo Abate per primo, noi due chierici seguivamo, dietro i soldati e a seguito il carro. PERSONAGGI Tobia Barnaba Lancere 3

Goffredo De Villon Lancere 1 Lancere 4

Gervaso Lancere 2 Lancere 5


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 24 Medioevo STRADA DI CAMPAGNA. Esterno giorno La comitiva, guidata dall’Abate Goffredo sta percorrendo il fondo di una piccola valle. Uomini e animali sono stanchi e avanzano a fatica. GERVASO Raggiungendo col suo mulo il cavallo dell’Abate. Scusate, Padre, gli animali sono esausti… Gli uomini non hanno più fiato… A anche noi siamo stanchi. Ordinate, vi prego, una sosta. GOFFREDO DE VILLON La fatica ha colpito anche me, figliolo… Tuttavia dobbiamo proseguire. Voglio raggiungere un ricovero comodo e sicuro in cui trascorrere la notte. Voltandosi verso gli altri. Vi chiedo ancora un ultimo sforzo, fratelli. Vi prego, affrettate il passo… Gli uomini al seguito traggono un profondo sospiro come a richiamare le loro ultime forze. GERVASO Indicando un punto lontano. Guardate, Padre, guardate… Un maleficio… Un maleficio… Sopra un’altura, poco distante, volteggia uno stormo di corvi e cornacchie. BARNABA Anche i corvi sono creature del Buon Dio, fratello. GERVASO Sono un segno di morte. GOFFREDO DE VILLON Rivolto ai soldati. Uomini, affrettiamoci! Andiamo a vedere. L’Abate, i due chierici e il loro seguito abbandonano la strada tracciata e inerpicandosi, si dirigono verso il luogo su cui volteggiano i corvi.


PERSONAGGI Lanciere 1 Lanciere 4 Barnaba

Lanciere 2 Lanciere 5 Tobia

Lanciere 3 Goffredo De Villon Gervaso

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 25 Medioevo ACCAMPAMENTO DI PASTORI. Esterno giorno. I viaggiatori sono giunti nei pressi di un piccolo gruppo di capanne di pastori. Prigioniere nell’ovile, non abbeverate da tempo, alcune pecore belano disperatamente. Molte altre giacciono morte a terra. Un piccolo gregge di capre, dopo aver rotto la staccionata, sta brucando lì vicino. Tra le capanne e l’ovile giacciono alcuni corpi umani morti da molti giorni. I viaggiatori, davanti a quello spettacolo di morte, sono come inebetiti. Gervaso, terrorizzato si copre il viso con un lembo della tonaca, i soldati fanno qualche passo indietro, il servo si rifugia dentro il carro. L’Abate biascica una preghiera e dà ai poveretti un’ultima benedizione. Come in trans, Barnaba scende dal suo mulo e si avvia lentamente verso i morti. BARNABA Mormora. Povere anime, povere anime, povere anime… Girandosi verso gli altri. Dobbiamo dare loro sepoltura cristiana. Presto, fratelli, prendete del legno e fatene delle croci… Al servo. Tu, briccone, esci fuori di lì e porta una pala! Parlando tra se. Povere anime, povere anime… GOFFREDO DE VILLON A Barnaba. Torna subito indietro, imbecille! Ai soldati. Voi prendete quelle fascine… Portate del fieno ben secco e bruciate tutto! BARNABA Ritorna sui suoi passi e si aggrappa alla veste dell’Abate. Ma cosa dite, Padre. Gli eretici si bruciano, le streghe si bruciano…


Non i corpi di poveri figli di Dio colpiti dalla malattia. GOFFREDO DE VILLON Chinandosi da cavallo e tirandolo per una spalla. Apprezzo la tua devozione, figliolo, ma questa… È la Morte Nera! La peste!!! Le Piaghe d’Egitto sono nulla in confronto… Ai soldati. Bruciate! Bruciate tutto! BARNABA Vi prego, liberate almeno queste povere pecore… Non lasciatele morire così. GOFFREDO DE VILLON Liberarle?! Perchè possano infettare e uccidere altre persone innocenti? PERSONAGGI Tobia Barnaba Lanciere 3

Goffredo De Villon Lanciere 1 Lanciere 4

Gervaso Lanciere 2 Lanciere 5

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 26 Medioevo STRADA DI CAMPAGNA. Esterno giorno. I viaggiatori hanno ripreso il loro cammino. Lontano, alle loro spalle, si alza una densa colonna di fumo scuro. Anche i corvi se ne sono andati. La comitiva ha rallentato notevolmente la marcia. Per far riposare le bestie i religiosi sono scesi dalle loro cavalcature e le conducono a mano. L’Abate sta discorrendo con Gervaso, i soldati, stanchi, marcano il passo. Il servo schiocca la lingua per incitare il suo mulo. Dietro il carro il Chierico Barnaba prega fervidamente. In lontananza una nube di polvere: un gruppo di cavalieri che si avvicina. L’Abate lancia un avvertimento, i soldati prendono le armi dal carro e vanno a mettersi in posizione di difesa davanti ai religiosi. I cavalieri arrivano nei pressi della comitiva e si fermano. Guida il gruppo un giovane uomo di nobile aspetto, vestito con un ricco abito nero e porta al fianco una spada con l’elsa d’orata. Con lui vi sono due dame bellissime, una vestita in maniera quasi maschile, l’altra,dalla pelle scura, montando da amazzone, porta


un prezioso abito damascato e scollato sul davanti. Entrambe le donne sono bellissime. Chiudono il drappello quattro armigeri ed un segretario, piccolo e dall’espressione viscida. VOCE DI GERVASO Distinto era quel cavaliere e nero vestito. Nobilissimo aveva lo aspetto. E bellissime erano le dame che lo accompagnavan, vuoi nelle forme, vuoi per lo portamento. Tutto lo gruppo, parea venir in pace… FEDERICO DEL GIGLIO Buongiorno prete. Certo che dimostrate un bel coraggio a mettervi in viaggio di questi tempi. Non sapete che queste lande sono infestate di banditi e malfattori? GOFFREDO DE VILLON E voi, mio nobile signore, non eccedete certo in cavalleria esponendo le vostre dame a simili pericoli. FEDERICO DEL GIGLIO Questa terra è la mia terra, prete. Sono Federico del Giglio, secondo cugino di sua Maestà il Re e signore di queste terre. Qui non c’è brigante che oserebbe farmi torto. GOFFREDO DE VILLON Che Dio vi accompagni, allora. FEDERICO DEL GIGLIO Né con Dio, né con il Demonio, prete. Io vado per la mia strada. GERVASO Come vi permettete di parlar così ad un sant’uomo? FEDERICO DEL GIGLIO In tono ironico, rivolto a Gervaso. Vorrà dire, “eminenza”, che al nostro prossimo incontro saprò mitigare i miei toni. Secco, all’Abate. Proseguite ancora cinque leghe in questa direzione, arriverete ad un villaggio di artigiani. Vi troverete un decente ricovero per la notte. GOFFREDO DE VILLON Lo sappiamo… siamo diretti proprio lì. FEDERICO DEL GIGLIO Troverete un bosco nel vostro cammino… Guardatevi le spalle quando lo attraverserete. Ma se fossi in voi, fare il percorso più lungo ma molto più sicuro. Ironico rivolto a Gervaso. Una benedizione, Padre?


Il cavaliere scoppia a ridere e sprona il suo cavallo allontanandosi al galoppo seguito dal suo seguito. GOFFREDO DE VILLON Riprendendo Barnaba ancora trasognato per la visione delle dame. Figliolo. Barnaba si scuote e guarda l’Abate come per scusarsi. Su, riprendiamo il cammino. Ai soldati. Riponete le armi nel carro, andiamo avanti! A Gervaso Ti stavo dicendo, figliolo, che nella sua lettera ai Corinzi, San Paolo… La comitiva riprende il cammino, in testa L’abate che discorre con Gervaso, dietro il carro e poi gli armigeri. Il chierico Barnaba cavalca un po’ discosto, immerso nei suoi pensieri. PERSONAGGI Lanciere 1 Lanciere 4 Gervaso Beatrice Segretario

Lanciere 2 Laniere 5 Goffredo De Villon Federico del Giglio

Lanciere 3 Barnaba Tobia Laura

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 27 Medioevo STRADA DI CAMPAGNA NEI PRESSI DI UN BOSCO. Esterno giorno (imbrunire). Siamo quasi all’imbrunire. I viaggiatori, preceduti dall’Abate e da Gervaso, sono al limitare di un bosco. L’abate fa cenno alla comitiva di fermarsi. GOFFREDO DE VILLON A Gervaso. Siamo quasi arrivati, attraversato il bosco, dovremmo trovare il villaggio degli artigiani. Là potremo riposarci. Al resto della comitiva. Coraggio, fratelli, un ultimo sforzo. Ancora poco e raggiungeremo il villaggio. Là ci fermeremo qualche giorno e potrete riposare quanto vorrete. GERVASO Scusate, Padre, questo bosco… Non lo si potrebbe aggirare? Quel cavaliere diceva… GOFFREDO DE VILLON Interrompendolo.


Per evitare il bosco, dovremmo allungare di molto il nostro cammino, e giungeremmo al villaggio solo a notte fonda… Se proprio dobbiamo affrontare dei nemici preferisco farlo con quel po’ di luce che ci resta. Più di un confronto aperto io temo le insidie che nasconde la notte. GERVASO Santissimo Padre, permettetemi di insistere… GOFFREDO DE VILLON Ignorandolo. Uomini, armatevi! Al servo. Anche tu Tobia, prendi una picca. In tono di comando. Gervaso e Barnaba, voi state dietro a me, ben vicini. Agli armigeri. Un uomo davanti, due di fianco e due alla retroguardia. I soldati si armano e si dispongono in posizione di difesa. Guardinghi, i viaggiatori, si inoltrano nella foresta. PERSONAGGI Tobia Barnaba Lanciere 3

Goffredo De Villon Lanciere 1 Lanciere 4

Gervaso Lanciere 2 Lanciere 5

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 28 Medioevo SENTIERO DI BOSCO. Esterno tramonto. La comitiva procede tra gli alberi. Gli uomini sono attenti, in guardia. Nel bosco c’è un’atmosfera di tensione. La luce del sole è ormai scarsa e le ombre si moltiplicano. Macchie di luce, ombre si muovono nel buio. I soldati sono vigili e attenti, il Servo Tobia si guarda intorno impaurito. L’abate e Barnaba recitano i vespri. GERVASO Vi devo confessare, Santissimo Padre, che sto morendo di paura. BARNABA Non abbiamo niente da temere, fratello, soltanto il giudizio di Dio. GERVASO Ma io temo anche le spade degli uomini… All’Abate. È un peccato, Padre? Ditemi, sono forse in errore?


GOFFREDO DE VILLON Fu scritto: date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio… Hai ragione di temere un’aggressione. Se tu fossi ucciso ti troveresti subito al suo cospetto. Ti senti pronto? GERVASO Avete ricevuto poco fa la mia confessione… BARNABA E allora, fratello mio, che cosa hai da temere, se sei in grazia di Dio? GERVASO Ho paura di chi si nasconde dietro gli alberi e ai cespugli… Ho paura dei nemici che ci circondano quando calano le ombre della sera. BARNABA Ma guardati intorno fratello, guarda questi alberi… E quest’erba… Guarda quanti fiori… Dio ci ha donato la luce del giorno e l’oscurità della notte e così l’alba e il crepuscolo… Dio ci ha fatto dono anche dei nemici, per mettere alla prova la nostra fede… Prega, fratello, prega e ringrazia il Signore di tutto questo… GOFFREDO DE VILLON Mi compiaccio per la tua fede, figliolo. Ma non credo che sarà soltanto grazie a questa che noi riusciremo a raggiungere la nostra meta. Cambiando tono, con voce ferma ma senza urlare. Forza uomini. Affrettiamo il passo! Manca poco ormai... attenti… Fatevi più vicini… Serrate i ranghi e tenete ben strette le vostre armi! Il sole è ormai tramontato. I viaggiatori proseguono il loro cammino nel bosco e l’oscurità si fa sempre più fitta. I soldati sono tesi e pronti. Gervaso scruta ogni angolo del bosco. L’abate aguzza la vista e tende le orecchie. Solo Barnaba, sereno, continua a biascicare le sue preghiere. Gervaso si avvicina all’Abate. GERVASO Padre, forse siamo seguiti… PERSONAGGI Lanciere 1 Lanciere 4 Gervaso

Lanciere 2 Lanciere 5 Goffredo De Villon

Lanciere 3 Barnaba Tobia


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 29 OGGI PIAZZETTA DEL PAESE. Esterno tramonto. Fabio è assorto nella lettura del quaderno, quando viene interrotto da un fruscio. Si guarda intorno ma non vede nessuno, eppure sente di essere osservato. A poca distanza, dietro un vecchio muro Luisa e Donna Assunta lo stanno spiando. LUISA Donna Assunta, ditemi, non è bello?… DONNA ASSUNTA È bello, ma non so se fa per te… Non lo conosci nemm…. LUISA Interrompendola. Io lo voglio! Donna assunta, vi prego… Fate qualcosa… DONNA ASSUNTA Ma cosa vuoi che faccia io? È ora di finirla con questa favola della magia… LUISA Avanti, Donna Assunta… E lo venite a dire proprio a me?… DONNA ASSUNTA E va bene. E sia come tu vuoi.. Ma che nessuno venga a saperlo… Le due donne continuano nella loro discussione, continuando a spiare Fabio. PERSONAGGI Luisa

Donna Assunta ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 30 OGGI STRADA DI CAMPAGNA LUOGO DEL DELITTO. Esterno tramonto.

Fabio Torri


I due carabinieri, Il Capitano Lorenzi e il Maresciallo, con in mano dei taccuini, con gli appunti, stanno cercando di dare un senso agli indizi sul luogo del delitto, dove ancora si trova l’auto del sacerdote. LORENZI Allora, Lo Cascio, cerchiamo di ricapitolare. Qualcuno ha fermato l’auto mentre da Borghetto scendeva verso il paese. LO CASCIO Magari con la scusa di chiedere un passaggio o un’informazione. LORENZI Esatto. Diciamo per chiedere un’informazione. L’auto si ferma e Don Domenico abbassa il finestrino… LO CASCIO Magari un litigio durante… LORENZI Lo escludo. Diciamo che appena ha abbassato il vetro, l’uomo estrae un coltello e gli taglia la gola. LO CASCIO A quel punto Don Paolo, scende dall’auto e scappa… Magari inseguito dall’assassino… LORENZI Già, fino a qui, tutto fila, ma ci manca ancora un tassello importante… Perché?! L’ufficiale apre la porta dove era il corpo di Don Domenico, alcuni fogli sono sparsi sul tappetino. Alcuni sono sporchi di sangue. Il tenente ne prende alcuni e comincia a leggerli. Poi si rivolge al proprio assistente. LORENZI Lo Cascio. Sa chi è un certo… Leggendolo da un foglietto. Cataldo Lorria? LO CASCIO Cataldo Lorria??? Ma certo, il signor Aldo. È un vecchio contadino che abita in un cascinale isolato dietro la collina. Ma perché? Cosa centra il signor Aldo? LORENZI


Mostrando il foglietto. Sembrerebbe che Don Domenico abbia dato circa trecento euro a questo signor Aldo. Sarà meglio fare una visitina al signor Cataldo. I due carabinieri salgono sull’auto e si allontanano. PERSONAGGI Lorenzi

Lo Cascio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 31 OGGI PIAZZETTA DEL PAESE. Esterno tramonto. Prosegue da parte di Fabio la lettura del quadernetto di Monsignor Sabini. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 32 Medioevo BOSCO. Esterno tramonto. GERVASO Sussurra. Ho sentito dei rumori, Santissimo Padre… Mi è parso di vedere delle ombre tra gli alberi… Io temo che loro siano intorno a noi… pronti a colpirci… GOFFREDO DE VILLON Lo so, figliolo… Ci stavano già osservando ben prima che noi entrassimo nel bosco. GERVASO Spaventato e indignato. Ma come… Padre voi sapevate? E ci avete condotto qui ugualmente… In mezzo ai nostri nemici… Torcendosi le mani. Moriremo tutti, moriremo tutti… GOFFREDO DE VILLON Questo è poco ma sicuro, figliolo! D’altro canto è il destino di ogni figlio di donna che vede la luce della vita. E adesso raccomandati l’anima a Dio! Improvvisamente l’Abate fa impennare il cavallo e lo lancia verso


un cespuglio poco distante, andando a stanare un uomo armato che vi stava nascosto. GOFFREDO DE VILLON Uomini! All’armi!!! All’armi!!! Immediatamente dagli alberi e dai cespugli intorno una quindicina di forsennati si lanciano all’attacco dei viaggiatori, emettendo grida selvagge. Per quanto spaventati, gli uomini della scorta si stringono intorno ai religiosi e attendono gli attaccanti. Gervaso lascia il proprio mulo e strisciando va a rifugiarsi sotto il carro. Due degli assalitori si buttano sull’Abate che si difende con onore. Il servo Tobia, osserva la scena e cerca di attaccare con la propria picca l’aggressore che gli volta le spalle. Ma appena fatto un passo un colpo di uno dei nemici, con la medesima arma, lo fulmina e si affloscia al suolo. Barnaba, come invasato, leva le mani al cielo. BARNABA Sia fatta la Tua volontà! Fiat voluntas tua! La battaglia feroce e violenta, dura poco ma è intensissima. Da una parte e dall’altra si combatte con estrema ferocia. Gli uomini della scorta si difendono valorosamente e riescono ad uccidere o a ferire gravemente quattro o cinque degli assalitori. Tuttavia due di loro vengono sopraffatti. L’Abate mena fendenti con molta forza. Barnaba viene attaccato da un giovane brigante che lo fa segno di ripetuti colpi di picca, il chierico, rivelando un’agilità insospettata, riesce a sfuggire agevolmente ai colpi dell’avversario. La lotta continua in maniera bestiale. Barnaba riesce a strappare la picca dal petto del povero Tobia proprio nel momento in cui un brigante si lancia contro di lui con una spada. Il chierico schiva il colpo, si allontana di qualche passo e lancia l’arma verso il suo aggressore colpendolo in mezzo al petto. Anche l’Abate di da un gran da fare con la propria spada, come gli armigeri. D’un tratto, nel bosco, si fa silenzio. La battaglia è finita. La scena è terribile, una decina degli assalitori giacciono sul terreno morti. Tre di loro si muovono agonizzanti. Il povero Tobia è immobile al suolo con il petto trapassato da una picca. Due delle guardie di scorta sono morte e vengono inutilmente


soccorso dai colleghi. Il terreno tutt’intorno è impregnato di sangue. Appoggiato, quasi riverso, alla spada conficcata nel terreno, l’Abate ansima per lo sforzo della battaglia: sembra che le forze lo abbiano completamente abbandonato. Gervaso riemerge lentamente da sotto il carro: alla vista dei cadaveri, straziati, di tutto quello scempio, vomita sull’erba. Barnaba chino sul corpo afflosciato del giovane brigante emette d’un tratto un lamento straziante… BARNABA Nooo… nooo… no! Scoppia in disperati singhiozzi. È morto… è morto. Capite? L’ho ammazzato! Leva le mani al cielo. Io non volevo! Grida. Giuro sulla mia anima immortale che io non volevo ucciderlo… Si avvicina barcollando all’Abate che sta riprendendo fiato. L’ho ucciso, io ho ucciso un uomo… In quello scenario di morte e di violenza, il dolore di Barnaba per una singola vittima appare quasi grottesco. BARNABA Ho ucciso un uomo… GOFFREDO DE VILLON Con furia, levando in alta la spada, gridando. Era un nemico di Dio! E getta via l’arma. BARNABA Gridando disperato. Era… solo… Un ragazzo! Gervaso si guarda intorno istupidito sembra non capire che cosa è successo. GOFFREDO DE VILLON Riprendendo il controllo. Forza, mettete i nostri morti sul carro… Hanno combattuto bene, meritano di riposare in terra benedetta. Raccogliete le armi… tutte! Barnaba tu condurrai il carro. Gervaso, recita una preghiera per queste anime. Sbrighiamoci! La nostra si meta si avvicina… Quasi tra se. Dobbiamo proseguire il cammino.


PERSONAGGI Lanciere 1 Lanciere 4 Gervaso

Lanciere 2 Lanciere 5 Goffredo De Villon

Lanciere 3 Barnaba Tobia

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 33 OGGI STRADINE PAESE. Esterno giorno. Fabio è immerso nella lettura del quaderno. VOCE DI GERVASO Caricati sul carro i nostri caduti e con le armi ancora in pugno l’Abate e i compagni il nostro cammino proseguimmo, affrettando il passo per lo timore di nuovi agguati. Stanchi per lo lungo viaggio e della dura battaglia il villaggio degli artigiani nei pensieri come una oasi di pace appariva. Fabio interrompe un attimo la lettura. Con un dito tra le pagine del vecchio quaderno rimane un attimo pensieroso. Immobile. Donna Assunta e Luisa sono sempre nascoste a poca distanza. Donna Assunta prende da un sacchetto di tela che tiene nella tasca del grembiule una strana polvere e ne depone alcune prese nella mano sinistra, poi la destra ad indicare Fabio. DONNA ASUNNTA Scaglio il mio soffio; soffia via un po’ di polvere dalla mano. Io soffio e la luna si vela. Io soffio e il sole mi guida. Soffia. Io soffio e le stelle si illuminano. Soffia. Ma non alle stelle, al sole, o alla luna io soffiai… Ma sì, al gambo del cuore di quel figlio di donna. Di questo sconosciuto. Per tre volte ancora Donna Assunta prende della polvere dal sacchetto e la soffia verso Fabio. Anima dello sconosciuto, vieni a passeggiare con Luisa. Vieni e siedile accanto. Vieni e dormi e dividi il suo guanciale. Vieni anima sconosciuta. Che tu e Luisa siate uniti. Donna Assunta versa la polvere rimasta nel sacchetto nelle mani di Luisa, che soffia verso Fabio. Un alito di vento lo fa rabbrividire. Fabio, infastidito dal vento si alza e, continuando la lettura, ritorna a passi lenti verso la piazza.


LUISA Ma non servono capelli, una goccia di sangue, una pozione da bere? DONNA ASSUNTA Tu vedi troppa televisione. E adesso torniamo a casa che ho un sacco di cose da fare e tu mi stai facendo perdere un troppo tempo. Donna assunta, seguita da Luisa, tornano anche loro verso casa. PERSONAGGI Fabio Torri

Donna Assunta

Luisa

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 34 Medioevo VICINANZE VILLAGGIO. Esterno notte. Giunti al limitare del bosco, l’Abate, seguito dai chierici e dei superstiti dell’imboscata, vedono il lontananza le luci del villaggio. VOCE DI GERVASO Dopo la triste battaglia, che così violenta era stata che tre compagni avevamo perso, lo Abate Guglielmo De Villon, col suo seguito, il suo cammino proseguì. Tristi erano i soldati per la perdita dei loro compagni. Pregava il buon Abate e noi chierici per la vita eterna di quelle povere anime. PERSONAGGI Lanciere 1 Lanciere 4 Gervaso

Lanciere 2 Lanciere 5 Goffredo De Villon

Lanciere 3 Barnaba Tobia

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 35 Medioevo VILLAGGIO. Esterno notte. I viaggiatori arrivano finalmente al villaggio. Si tratta per lo più di case in pietra con accanto dei recinti e dei pollai in legno e paglia. Si tratta di un villaggio che gode apparentemente di un certo benessere, visto che pollai e recinti sono ben forniti di animali. Appese ai muri delle case, delle torce rischiarano il cammino. Appesi fuori dalle porte, vi sono numerose matasse di lana e di canapa appena tinte. In altre si notano delle tele. I viaggiatori attraversano, sotto lo sguardo degli abitanti la strada principale.


VOCE DI GERVASO Si trovava in quelle lande un villaggio che ricco era e prosperava, nonostante i tempi di miseria. Gli abitanti suoi non solo a coltivare i campi ed allevare animali si dedicavano ma ancor più alla coltivazione della canapa e del lino e anche pecore allevavano e ne traevano filati che con grande arte sapevano tingere e non solo. Con grande abilità li tessevano e fini tele ne traevano per farne commercio e abiti confezionavano e non solo per se perché anche di questi ne facevano commercio. Ma più famosi erano coloro che fondevano e lavoravano ori e metalli preziosi con grande maestria, e i gioielli erano conosciuti e presenti nelle più importanti case del Signore. Per tali motivi, codesto villaggio, dei “Maestri” era chiamato. Noi vi giungemmo che già la notte era calata. L’Abate, col suo seguito, sfila tra le case. VOCE DI GERVASO Qui, con grande onore fummo accolti e in comodo riparo le nostre cavalcature furono poste. I due armati e il fido servo Tobia, nell’imboscata caduti, furono in una grande stanza composti dato che né Chiesa né Cappella esistevano. Dopo la benedizione dello Abate, noi chierici vegliammo quei poveri corpi e anche da alcune pie donne. Lo Abate nella casa del capo del villaggio si ritirò per conferire con esso. PERSONAGGI Tobia Barnaba Lanciere 3

Goffredo De Villon Lanciere 1 Lanciere 4

Gervaso Lanciere 2 Lanciere 5

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 36 Medioevo CASA CAPO VILLAGGIO. Interno notte. L’Abate e il capo villaggio sono dentro una stanza, vicino ad una specie di baule. CAPO VILLAGGIO Il vostro sigillo è quasi pronto. Abate Guglielmo. I nostri orafi hanno fatto veramente uno splendido lavoro. GOFFREDO DE VILLON È davvero ricco come io vi avevo richiesto? CAPO VILLAGGIO Giudicate voi stesso. Il capo villaggio si avvicina alla rozza cassapanca in legno, la apre e ne estrae un fagotto avvolto in una tela di lino. Svolge la tela e ne trae un ricchissimo anello con sigillo in oro e preziosi, con numerosi segni ecclesiastici.


CAPO VILLAGGIO Allora, cosa ve ne sembra? GOFFREDO DE VILLON Avete mantenuto la parola, è veramente splendido. CAPO VILLAGGIO Farete una fantastica figura quando arriverete in terra dei Mori. Vi assicuro che avete impiegato bene i danari del vostro Vescovo GOFFREDO DE VILLON Danari miei, figliolo, danari miei… Cambiando discorso. Ora ditemi di quei ragazzi. PERSONAGGI Goffredo De Villon

Capo Villaggio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 37 Medioevo TENDA IN ZONA BOSCHIVA. Interno notte. VOCE DEL CAPO VILLAGGIO Dopo molte voci che parlavano del signorino Lodovico, alcune persone che sono solite lavorare nei boschi hanno deciso di intervenire. Si diceva che costui era vittima del malefico e che era succube di un mago, un moro, che con riti sacrileghi si univa nelle notti con il Signorino. Quando gli uomini sono entrati nella tenda non hanno creduto hai loro occhi. I due giovani si univano contro natura. Immediatamente sono stati prelevati e portati al villaggio, ma nessuno aveva l’autorità per interrogarli e giudicarli. Nel villaggio si dice che il maleficio, al Signorino sia stato inferto da una donna. Una strega che vive nei pressi del castello… Dentro la tenda illuminata solamente da una piccola lampada ad olio, Lodovico è coricato accanto al servo Karim. Alcuni soldati armati entrano nella tenda e portano via con la forza i due giovani. PERSONAGGI Lodovico Degli Ascorti

Karim ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 38 Medioevo CASA CAPO VILLAGGIO. Interno notte. GOFFREDO DE VILLON Ma i giovani hanno almeno ammesso le colpe della donna?


Come fate a dire che è lei la causa di tutto questo malificio che mi raccontate? CAPOVILLAGGIO Certo che no. Anzi, il moro, che pare essere al servizio del Signorino Lodovico come valletto personale, ha dichiarato di essere lui il colpevole, e che il Signorino è assolutamente innocente e di non conoscere se non superficialmente quella donna. Ma si sa, le streghe possono far dire ciò che vogliono… GOFFREDO DE VILLON Allora ditemi di questa donna…. PERSONAGGI Capo Villaggio

Goffredo De Villon ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 39 OGGI STRADINE PAESE. Esterno giorno. Prosegue da parte di Fabio la lettura del quadernetto di Monsignor Sabini. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 40 Medioevo CUCINA DI INNOCENZA. Interno notte. Nella propria casa, una donna di quarantacinque anni, ma che rivela una passata bellezza, sta attizzando il fuoco nel camino. Sotto lo sguardo assonnato di un gattone nero, sbriga alcune normali faccende di casa. VOCE DI GERVASO Vi era in quel villaggio una donna a cui Innocenza la madre sua aveva posto nome nella speranza che, grazie a codesto nome, pura si potesse mantenere. E ciò non solo nella fanciullezza sua ma anche negli anni della giovinezza, quando i fervori della carne premono e in confusione e in tentazione di peccato lei poteva cadere. Di questa figlia cotanto desiderata, poiché giunta come un dono dal cielo inaspettata, quando la donna ormai molto avanti con gli anni era, questa madre fortunata voleva farne dono a Dio e in convento ritirarla, così che fosse sicuro lo avvenire suo e a lei garantito cibo e ricovero. Rispettando della madre i voleri, negli anni della giovinezza, Innocenza pura si mantenne. Né mai da giovane bramoso permise di farsi toccare, né mai marito prese e né mai uomo, al suo fianco, dormì. Ancor giovinetta Innocenza era che la madre sua fu colta dalla morte, ed ella dalla balia sua si recò ad abitare. Questa, l’arte di levare i bambini dal grembo delle donne le apprese e così la conoscenza delle erbe


e tanti altri segreti per cacciare ogni malattia. Grazie a codesta arte, Innocenza si manteneva ed era molto ricercata, e non solo nel villaggio suo, ma anche nelle valli vicine. Innocenza, dopo aver terminato i lavori di casa, si rassetta rapidamente il vestito, spegne il piccolo lume ad olio ed esce. PERSONAGGI Innocenza :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 41 Medioevo STRADINE VILLAGGIO. Esterno notte. Innocenza percorre le stradine del villaggio e si unisce alle altre donne che stanno andando a vegliare le salme degli armigeri e del servo Tobia. PERSONAGGI Innocenza :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 42 Medioevo CASA CAPO VILLAGGIO. Interno notte. CAPO VILLAGGIO Continuando il discorso. Come vi ho scritto, questa donna è accusata di avere ucciso il figlio primogenito del più abile dei nostri artigiani. GOFFREDO DE VILLON Il corpo è stato ritrovato? CAPO VILLAGGIO No, Abate mio. Naturalmente abbiamo fatto molte ricerche… Senza risultato… Ma queste donne, queste streghe, sono molto abili a celare i loro delitti… GOFFREDO DE VILLON Il bimbo potrebbe essere caduto in qualche forra… O piuttosto può essere stato rapito per qualche ignobile abuso da qualcuno dei briganti che ci sono qui in giro… CAPO VILLAGGIO È impossibile, Padre. Per giorni interi abbiamo battuto le vicinanze del villaggio… Abbiamo cercato in ogni cespuglio, scrutato ogni anfratto…


Vi giuro che non c’è pezzetto di terreno in cui i nostri occhi non si siano posati… Quanto ai briganti, il gruppo che vi ha attaccato era solo una banda di passaggio, giunsero ieri nel nostro villaggio, ma dopo aver saccheggiato un paio di case, se ne sono andati. Ci avevano detto che erano diretti a sud… GOFFREDO DE VILLON E allora perché non hanno proseguito? Perché erano ad attenderci nel bosco? CAPO VILLAGGIO Questo non è certo un mistero. Probabilmente, qui nel villaggio devono aver raccolto delle voci sul vostro arrivo… Domani farò delle indagini… Chi ha parlato verrà punito. GOFFREDO DE VILLON Lasciate perdere, quel che è fatto è fatto. Punire qualcuno per un pettegolezzo non riporterà in vita quelle povere anime. Cambiando tono e ritornando all’argomento di prima. Quindi abbiamo un bambino scomparso… CAPO VILLAGGIO Da quindici giorni, Abate. Sono ormai quindici giorni… Non può essere in vita. GOFFREDO DE VILLON Presumibilmente morto… E una donna accusata di infanticidio… CAPO VILLAGGIO Di stregoneria, Padre, di stregoneria. Abbassando la voce. Dicono che in passato quella donna… Il capo villaggio continua a parlare sottovoce. Le loro ombre si stagliano contro la parete. PERSONAGGI Goffredo De Villon

Capo Villaggio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 43 Medioevo ESTERNO CASA CAPOLLAGGIO. Sera. L’abate e il Capollaggio continuano il loro colloquio. Nell’oscurità del villaggio, dove vi sono poche persone per le strade, spicca la luce proveniente dalla finestra del


Capovillaggio. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 44 Medioevo CASA CAPO VILLAGGIO. Interno notte. CAPOVILLAGGIO Capite eminenza, che è importante che questa donna, che gira per il nostro villaggio, sia interrogata da Lei… GOFFREDO DE VILLON Se non avete nulla in contrario, preferirei prima sentire i due giovani. Prima di accusare una donna di legami col malvagio… CAPOVILLAGGIO Certo, agite come meglio credete, ma vi prego, di liberare questo villaggio dagli influssi del malvagio. GOFFREDO DE VILLON Bene, allora, fate preparare una sede adatta, e domani mattina, vedrò i due giovani, naturalmente separatamente. PERSONAGGI Capo Villaggio

Goffredo De Villon ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 45 Medioevo ESTERNO VILLAGGIO Notte. Il villaggio è immerso nell’oscurità della notte. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 46 OGGI STRADINE PAESE. Esterno giorno. Fabio è ancora immerso nella lettura del quadernetto nero e non si accorge dell’avvicinarsi di Luisa alle sue spalle. LUISA Dev’essere davvero qualcosa di interessante. Cosa state leggendo? FABIO TORRI Sorridendo. Infatti è molto interessante. È la traduzione dei un antico documento.


LUISA E di cosa parla? FABIO TORRI Di un argomento estremamente… noioso. Cercando di cambiare argomento. Perché non andiamo a prenderci qualcosa di fresco. LUISA Certo, perché no? Ma temo che resterà deluso da ciò che troverà al bar di mio padre. Non abbiamo quasi niente… FABIO TORRI Acqua, ne avete? LUISA Certo. Un po’ confusa. FABIO TORRI E del ghiaccio? Luisa ricambia con una smorfia. I due si alzano dalla panchina e si avviano verso il bar. PERSONAGGI Luisa

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 47 OGGI INTERNO UFFICIO LORENZI Lorenzi è seduto alla propria scrivania e sta leggendo i vari rapporti, poi prende il telefono e compone un numero interno. LORENZI Lo Cascio, può venire qui? Dopo pochi istanti Lo Cascio arriva, in maniche di camicia. LO CASCIO Mi dica. LORENZI Siamo riusciti a trovare questo… Leggendo un appunto. Cataldo Lorria?


LO CASCIO No. Ci stiamo provando da ore ma il cellulare risponde sempre libero. LORENZI Continuiamo a chiamare, se non risponde, domani mattina vedremo di fare una scappatine da questo signore. Lo Cascio esce dall’ufficio e Lorenzi ricomincia a leggere i vari appunti. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 48 OGGI ESTERNO BAR TRATTORIA. Esterno giorno. Fabio ritorna verso il centro della piazza sotto lo sguardo di Luisa. La ragazza rientra, mentre Fabio si appoggia ad un basso muretto e ricomincia a leggere il quadernetto. PERSONAGGI Luisa

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 49 Medioevo MAGAZZINO Mattina. VOCE DI GERVASO Lo mattino seguente, un magazzino fu fatto svuotare per trasformarlo nella sala per interrogar la gente. L’Abate entra nel magazzino mentre ci sono ancora un paio di uomini intenti a spostare fascine di legna e fieno. Un vecchio tavolo venne messo vicino ad una parete. Il chierico Barnaba e il Capovillaggio osservano l’Abate mentre svolge una ricognizione dell’ambiente, poi fa un cenno di assenso con il capo. Quasi contemporaneamente il Chierico Barnaba corre ad aprire il grande portale in legno. Il carro con il materiale dell’Abate entra nel magazzino e due armigeri, con l’aiuto di Barbaba e Gervaso cominciano a scaricare la roba. PERSONAGGI


Lanciere 1 Gervaso

Lanciere 2 Goffredo De Villon

Barnaba Capo Villaggio

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 50 Medioevo ESTERNO MAGAZZINO Mattina. Alcuni passanti si fermano ad osservare quello strano movimento. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 51 Medioevo MAGAZZINO Mattina. L’abate è seduto dietro il tavolo su una sedia dallo schienale alto e imbottito. Gervaso è seduto alla sua destra ed è intento a scrivere qualcosa sotto dettatura dell’Abate. Su un paio panchine ci sono alcuni curiosi tra cui il Capovillaggio e sua moglie. GOFFREDO DE VILLON Si faccia entrare il Signorino Lodovico degli Ascorti. Due armigeri trascinano il giovane vestito con abiti molto curati, anche se in quel momento con evidenti strappi e piuttosto logoro, segno che la notte passata in prigionia non è stata tranquilla. GOFFREDO DE VILLON Allora, ragazzo mio, vuoi dire per quale motivo hai assunto comportamenti contrari alla natura e a Dio. Il ragazzo abbassa il capo e non risponde. GOFFREDO DE VILLON Allora figliolo, non hai capito la mia domanda? LODOVICO DEGLI ASCORTI Mio signore, ho inteso la domanda, ma temo che la risposta non vi piaccia. L’abate resta in ascolto. Karim, è venuto a lavorare come mio valletto personale circa quattro anni fa, poi, come i signori qui presenti vi avranno già detto, il mio nobile padre è deceduto lasciando me, ragazzo giovane e senza alcuna esperienza, da solo. Mio fratello era lontano e pochi mesi dopo arrivò la notizia della sua morte sui campi di battaglia francesi. Tutti cominciarono a chiedere a me, un ragazzo di sedici anni, cosa si dovesse Fare. Le lacrime cominciano ad inumidire gli occhi. Come può sapere un ragazzo di sedici anni cosa si deve fare, cosa ne potevo sapere io di affari, di commercio, di armi, di alleanze, di politica.


Tutti pretendevano da me qualcosa. Solo Karim mi restò vicino cercando di aiutarmi. Lentamente il nostro rapporto è cambiato ed è diventato sempre più importante, fino a…. GOFFREDO DE VILLON Fino a? Avanti, proseguite. Il ragazzo abbassa il capo e non risponde. GOFFREDO DE VILLON Qui mi si dice che voi e il vostro valletto avreste avuto dei rapporti carnali contro natura. Volete smentire queste voci? Oppure volete ammettere di essere stato costretto da quel…. Nero, ad sottomettervi ai suoi istinti animali e contro natura? Immediatamente Lodovico alza la testa e Guarda l’Abate negli occhi. LODOVICO DEGLI ASCORTI No! Non sono stato obbligato a fare niente. Karim non mi ha mai obbligato a fare niente che io non volessi fare. Io… io… Lo amo. Il mormorio della gente aumenta immediatamente. GOFFREDO DE VILLON Mio Dio, perdonatelo. Ma cosa dite! Voi Vaneggiate. CAPOVILLAGGIO È come vi ho detto. È sotto l’influsso del diavolo. A quella parola, tutti i presenti si fanno il segno della croce. GOFFREDO DE VILLON È stato quel… essere ad ordinarvi di dire queste immonde falsità. Voi siete un Cristiano… LODOVICO DEGLI ASCORTI Ma come ve lo devo dire. Sono io che lo voglio. Guarda il pubblico. Sì. È una mia scelta. Io e Karim ci vogliamo bene e andiamo a letto insieme e facciamo sesso, come lo fate voi. Il mormorio aumenta fino a coprire le parola del ragazzo.


GOFFREDO DE VILLON Adesso basta! Non vi permetto di dire cose non degne del vostro illustre nome. Cosa potete dirmi di quella donna che vive vicino al castello. Donna Innocenza. Non è forse stata lei a guarirvi quando eravate bambino. LODOVICO DEGLI ASCORTI Certo. Ma non capisco, che centra…. GOFFREDO DE VILLON Si rivolge agli armigeri. Riaccompagnate questo povero sventurato nel suo alloggio e portate quel… negro. I due armigeri prendono con gentilezza il ragazzo che è angora legato ai polsi, e lo accompagnano fuori. PERSONAGGI Lodovico Degli Ascorti Gervaso Lanciere 2

Capovillaggio Barnaba Lanciere 3

Goffredo De Villon Lanciere 1 Maria

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 52 Medioevo ESTERNO MAGAZZINO Mattina. I due armigeri accompagnano Lodovico, uscendo dal magazzino trasformato in tribunale. I tre passano attraverso numerose persone che alla loro vista si aprono in due lasciando loro un passaggio. IL percorso di poche decine di metri viene fatto nel più assoluto silenzio. Dopo il breve tragitto, i tre entrano attraverso una porta di una casa. PERSONAGGI Lanciere 1

Lanciere 2

Lodovico Degli Ascorti

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 53 Medioevo CORRIDOIO CASA PRIGIONE Mattina. Uno degli armigeri precede tutti nello stretto corridoio. Camminano, poi si fermano davanti ad una porta, l’uomo in arme la apre e vi accompagnano Lodovico all’interno, poi senza dire un parola chiudono la porta con un chiavistello.


Poi i due vanno davanti ad un’altra porta, la aprono e vi entrano. Compaiono pochi secondi dopo, trascinando il ragazzo di colore, con il volto tumefatto e numerosi graffi. Il giovane è vestito con un camicione sformato e logoro. I due armigeri escono trascinando il ragazzo che cammina zoppicando. PERSONAGGI Karim Lodovico Degli Ascorti

Lanciere 1

Lanciere 2

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 54 Medioevo ESTERNO MAGAZZINO Mattina. Gli armigeri trascinano il ragazzo di colore in maniera piuttosto rude. Il ragazzo inciampa ma viene fatto rialzare a calci e strattoni. Alcune delle persone presenti, si segnano, altri lo insultano, alcuni, addirittura gli lanciano sputi. Lentamente, i tre si avviano verso il magazzino – tribunale e vi entrano. PERSONAGGI Lanciere 1

Lanciere 2

Karim

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 55 Medioevo MAGAZZINO Mattina. Il ragazzo viene trascinato fin al centro dell’ampio locale, poi viene legato ad una fune che pende da una delle travi, in modo che non possa muoversi e debba restare in piedi. Il ragazzo rimane in piedi, davanti all’Abate, con la testa china. GOFFREDO DE VILLON Bene ragazzo. Come tu sai, sei accusato di reati gravissimi…. KARIM Ma… Ma io non ho fatto niente… GOFFREDO DE VILLON Niente… Urlando. E lo chiami, niente… Hai sedotto un povero ragazzo, lo hai manipolato, lo hai obbligato a soddisfare i tuoi più biechi


istinti animaleschi… KARIM No! Mio Signore, io non ho mai fatto tutte quelle cose così brutte. Io non ho mai obbligato il Signorino Lodovico a fare cose brutte…. GOFFREDO DE VILLON È vero oppure no, che voi e il signorino Lodovico dormivate insieme… Lo incalza senza lasciargli il tempo di rispondere. È vero oppure no che durante le notti passavate momenti di lussuria, con atteggiamenti contro la natura e contro Dio? Negate forse che tra voi e il signorino Lodovico ci siano stati dei momenti di sesso, un cui voi avete abusato di quel povero ragazzo? KARIM Signore, è vero, io e il signorino Lodovico dormivamo insieme. Abbiamo fatto anche del sesso. Ma non ho mai obbligato il Signorino a… Noi… Io lo amo… GOFFREDO DE VILLON Amore? Amore? Può un cane amare una serpe? Può forse un cavallo amare una pecora? Come può un uomo amare un uomo? Naturalmente parlo di quel tipo di amore. Un uomo può e deve amare solamente una donna! Perché se Dio ha creato l’uomo e per procreare la donna… Così dev’essere fatto. Durante una lunga pausa osserva i volti dei presenti con aria di soddisfazione. Ora dimmi, ragazzo. Confessi di aver agito per conto del maligno, e di aver costretto il signorino Lodovico a soddisfare il vostro istinto animalesco? KARIM Disperato. No!!! Io non ho fatto niente. Io non… Si interrompe vedendo l’Abate alzarsi e avvicinarsi a lui. Il Prelato si avvicina e gli prende con una mano i capelli, poi avvicina il suo volto in modo da potergli parlare a bassa voce. GOFFREDO DE VILLON Lo sai che se non confesserai, il signorino Lodovico verrà sottoposto a tortura fino alla confessione e infine giustiziato? È questo forse l’amore che dici di provare per lui?


Lo guarda negli occhi. Bene! Se è questo che vuoi? Mentre ritorna verso il suo scranno. KARIM Piangendo disperato. No!!! Vi prego, non fategli del male… Va bene. Confesso… È come dite voi, sono stato io… L’ho obbligato con la forza… È colpa mia… Ma vi prego, non gli fate del male… GOFFREDO DE VILLON Ahhhh Ammettete quindi di aver abusato di quel ragazzo? KARIM Si, lo confesso GOFFREDO DE VILLON E ammettete voi di averlo fatto in nome di Satana? KARIM Sì, Sì. Tutto quello che volete, ma non fategli del male. L’abate guarda con aria soddisfatta il pubblico presente. Poi si ferma un istante a riflettere e si riavvicina al ragazzo per un’altra domanda. GOFFREDO DE VILLON Confessate voi di aver avuto ordine di farlo da parte di una strega? Il ragazzo alza sbalordito lo sguardo verso l’Abate. KARIM Strega? Quale strega, io non conosco nessuna strega… GOFFREDO DE VILLON Negate forse di conoscere la donna che abita dietro il Muro del castello. Innocenza è il suo nome. Non la conoscete, forse? KARIM Certo che la conosco, ma non è una strega. Molte persone si rivolgono a lei perchè conosce le erbe per curare le malattie e le ferite… Ma non è una strega.


E poi io non ci ho mai nemmeno parlato… GOFFREDO DE VILLON Scocciato per il fatto che il ragazzo abbia smesso di confermare tutte le teorie che lui diceva. Va bene, di questo ne parleremo dopo. Ora riportate questo… peccatore nella sua cella e ordino che si accompagni il Signorino Lodovico presso un suo parente perché se ne prenda cura. Più tardi riprenderemo l’interrogatorio. Ora rechiamoci presso i nostri morti per pregare per loro. L’Abate si dirige verso l’uscita seguito dai chierici e da alcuni presenti tra cui il capovillaggio e sua moglie. Gli armigeri slegano Karim da quella scomoda posizione e lo trascinano all’esterno. PERSONAGGI Lanciere 1 Barnaba Capovillaggio

Lanciere 2 Gervaso Maria

Lanciere 3 Goffredo De Villon Karim

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 56 Medioevo MAGAZZINO Mattina. Il giorno successivo l’interrogatorio di Karim prosegue. Questa volta nel magazzino tribunale non c’è pubblico ma solamente l’Abate, i due chierici e due armigeri che hanno il compito di infliggere le torture al ragazzo. Karim è legato per i polsi e appeso ad una trave, seduto su in infermale attrezzo chiamato la culla di Giuda. Si tratta di una trave a sezione triangolare, con quattro piedi in metallo. Karim è seduto a cavallo di questa trave e alcuni pesi di piombo sono appesi alle caviglie. Ormai sotto la trave si sta formando una chiazza di sangue che si allarga sempre più e un armigero con una verga di legno lo frusta ad ogni cenno Dell’Abate sia sulle gambe che sulla schiena. La tunica di juta che copre il corpo del ragazzo è ormai lacerata dalle frustate ed imbrattata di sangue. karim urla e piange. L’abate è in piedi e cammina avanti e indietro e urla le domande al ragazzo. Gervaso è seduto al grande tavolo e continua a scrivere, mentre Barbara seduto su una delle panchine, a testa bassa con una corona del rosario in mano. VOCE DI GERVASO Lo giorno seguente, l’Abate mio riprese ad interrogar il ragazzo negro che ammesso l’animalesco suo vizio imposto al signorino Lodovico, molta resistenza fece per difender la donna….


GOFFREDO DE VILLON Avanti figliolo, pentiti dei tuoi peccati e confessa! Confessa le tue colpe, così che la tua anima, anche se inferiore a quella di un vero cristiano possa sperare un giorno di avere la pace. Confessa! KARIM Ma io non la conosco. Non ho mai parlato con lei… L’Abate fa un cenno col capo rivolto all’armigero che con molto sadismo prende una specie di chiodo di metallo lungo circa trenta centimetri e lo cacci nella coscia sinistra del ragazzo che lancia un urlo straziante. PERSONAGGI Karim Lanciere 3 Barnaba

Lanciere 1 Goffredo De Villon

Lanciere 2 Gervaso

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 57 Medioevo ESTERNO MAGAZZINO Mattina. Gli urli del ragazzo arrivano fin fuori dal magazzino, dove un capannello di curiosi è fermo cercando di capire cosa succede all’interno. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 58 Medioevo MAGAZZINO Mattina. Karim è a in ginocchio davanti ad un piccolo treppiede con un meccanismo che tiene bloccato il polso destro del ragazzo. A terra c’è una vistosa macchia di sangue e urina che, sia gli armigeri che infliggono le torture, sia L’abate evitano. Il ragazzo è quasi nudo, il vestito è ridotto a brandelli, misti a brandelli di pelle e tutto rosso di sangue. Karim piange a dirotto. L’abate, che porta sul volto sudato i segni della fatica, si avvicina a Karim. GOFFREDO DE VILLON Allora… Perché sopporti tutto questo? Perchè non confessi di aver ricevuto ordine da quella strega? Se lo farai tutto questo può finire.


Credi ti poter resister in eterno? Nessuno è mai resistito durante i miei processi. Si avvicina al ragazzo e si abbassa per guardarlo negli occhi, parlandogli in modo gentile. Avanti confessa… Tanto prima o poi lo farai… Noi proseguiremo tutto il giorno, e poi domani, e dopodomani e il giorno dopo ancora, fino a quando non ti rimarrà che l’ultimo respiro. Allora ci fermeremo, aspetteremo che tu riprenda le forze e poi ricominceremo di nuovo… Vuoi questo, ragazzo? Karim, alza gli occhi e guarda con sguardo fiero l’Abate. KARIM Perché provate piacere ad infliggere dolore ad altri uomini? Quale gioia provate? In nome di quale Dio vi permettete di fare questo? GOFFREDO DE VILLON Urlando di rabbia. Come osi? Come osi, tu bestia immonda, che ti sei abbassato ad azioni che nemmeno gli animali si permettono di fare. Come osi tu bestemmiare in mia presenza. Con passo deciso si avvicina al banco degli attrezzi da tortura e prende un paio di tenaglie e le mette in mano all’armigero. L’uomo rimane sbalordito, ma non osa obiettare. Si avvicina a Karim e con la tenaglia gli afferra l’unghia del dito medio e tira con uno strattone violento. Un urlo straziante rimbomba nell’ambio locale. L’uro dura fino a quando rimane fiato nei polmoni del ragazzo. Poi esausto sviene. L’altro armigero prende un secchio d’acqua e la getta sul ragazzo che è costretto a svegliarsi. GOFFREDO DE VILLON Un altro KARIM No, vi prego, non lo fate. Sono stato io. È tutta colpa mia… Uccidetemi… Sono un animale… Ho fatto cose ignobili, vi prego uccidetemi… Basta… L’armigero si avvicina di nuovo a Karim, afferra con la tenaglia l’unghia del dito indice e dà un altro strattone. Come prima, c’è un lungo e straziante urlo, poi il ragazzo sviene ma immediatamente viene risvegliato.


GOFFREDO DE VILLON Un altro LANCIERE 1 Titubante. Ma Padre… GOFFREDO DE VILLON Anche tu hai qualcosa da dire? Un altro Controvoglia l’armigero si avvicina per strappare un’altra unghia al povero ragazzo. KARIM No, vi prego, basta… Dirò tutto quello che volete. GOFFREDO DE VILLON Confessi quindi di essere stato guidato da quella donna che grazie all’uso di una maligna stregoneria di ha indotto ad abusare in maniera indegna per un uomo, sul povero Lodovico? KARIM Sì, Sì… È come dite voi, ma per pietà smettete questa tortura. GOFFREDO DE VILLON Che sia scritto in maniera chiara. Il ragazzo confessa di aver abusato del signorino Lodovico contro la sua volontà Inoltre confessa di essere stato istigato da Donna Innocenza attraverso un maleficio. Portatelo nella sua cella, gli sia dato del cibo e acqua. Che sia lavato e gli siano dati abiti puliti. Oggi nel pomeriggio, prima dell’imbrunire verrà riportato in questo luogo dove verrà resa pubblica la sentenza. I due armigeri aiutano Kaled a rialzarsi, poi, quasi prendendolo in braccio lo portano fuori, sotto lo sguardo soddisfatto dell’Abate. PERSONAGGI Lanciere 1 Barnaba Karim

Lanciere 2 Gervaso

Lanciere 3 Goffredo De Villon

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 59 OGGI STRADINE PAESE. Esterno giorno. Fabio interrompe momentaneamente la propria lettura. Si stropiccia gli occhi, affaticati, poi si mette ad osservare il


panorama che nell’ora del tramonto ha ammantato di rosso l’orizzonte. Dopo qualche momento riprende a leggere. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 60 Medioevo MAGAZZINO tramonto. Il magazzino si è riempito di gente. Tutti bisbigliano, poi il portone si apre ed entrano l’Abate accompagnato dai due chierici. Subito Gervaso va a posizionarsi e a prepararsi per scrivere quanto accadrà, mentre Barnaba si mette di fianco al tavolo. GOFFREDO DE VILLON Portate il ragazzo, perché riceva la pena per i suoi peccati. Il portone si apre e i due armigeri portano dentro Karim, zoppicante, con alcuni lividi sul volto e con la mano destra bendata. Viene portato al centro del magazzino ed obbligato ad inginocchiarsi. GOFFREDO DE VILLON Bene, signori qui presenti, vi informo che nella giornata di oggi il qui presente Karim, valletto personale del Signorino Lodovico dei Ascorti, ha confessato. Ha confessato di aver abusato in maniera contraria ad ogni natura del Signorino Lodovico. Di averlo fatto in nome del malefico. Inoltre ha confessato di avere ricevuto l’ordine tramite l’intervento di una donna. Donna Innocenza. Poiché vi potrebbe essere di mezzo i poteri del malefico, e prima di condannare un essere umano a pene tremende su voci e sospetti, la donna verrà da me ascoltata. Pertanto questo tribunale della Santa Inquisizione condanna il qui presente Karim, reo di delitti sessuali sul corpo di un cristiano, all’evirazione in pubblico. Verrà poi issato in una gabbia alle porte del villaggio e lì lasciato finchè la morte non sopraggiunga. Il corpo rimarrà in quella posizione fino a che le ossa spoglie della carne non rimangano a testimonianza della scacciata del malefico da questo villaggio. La pena verrà inflitta domattina all’alba. Un mormorio accompagna la sentenza. Poi Karim viene trascinato fuori in silenzio. L’abate si avvicina al capo villaggio GOFFREDO DE VILLON Domani vorrei parlare con quella donna. Se è vero quello che dite…. Che è stata lei a rapire quel bambino, avrà ciò che si merita.


Dietro alla gente che ascolta ciò che l’Abate dice al capo villaggio c’è Innocenza che spaventata si allontana senza essere vista. GOFFREDO DE VILLON Bene. Ora tornate alle vostre case. E dopo ci ritroveremo per vegliare e pregare i nostri cari defunti. Con leggero mormorio il magazzino si svuota. PERSONAGGI Innocenza Karim Lanciere 3 Barnaba

Capovillaggio Lanciere 1 Goffredo De Villon

Maria Lanciere 2 Gervaso

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 61 Medioevo MAGAZZINO – SALA MORTUARIA. Interno notte. Le salme dei caduti nell’imboscata sono state composte in una grande sala, normalmente adibita a magazzino o granaio. I chierici, inginocchiati accanto a i feretri, biascicano le loro preghiere. In un angolo, alcune donne, emettono soldi lamenti. Tra queste Innocenza. Sono presenti anche i lancieri superstiti e alcune persone del villaggio. BARNABA Interrompendo la preghiera e rivolgendosi a Gervaso. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria… Perdona la mia assenza per qualche minuto, fratello. Barnaba si alza ed esce dalla stanza. Innocenza lo segue con lo sguardo, poi si mette a fissare Gervaso come se volesse attirarne l’attenzione. PERSONAGGI Lanciere 4 Barnaba

Lanciere 5 Gervaso ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 62 Medioevo CASA CAPO VILLAGGIO. Interno notte.

Tobia Innocenza


Nella casa del capo villaggio, l’Abate sta mangiando una ciotola di zuppa fumante, sulla tavola, lardo, carne affumicata, formaggi e frutta… Perfino una caraffa di vino. L’Abate intinge grandi pezzi di pane nella ciotola e se li porta avidamente alla bocca. GOFFREDO DE VILLON …dopotutto, però, si tratta solamente di sospetti… e se si rivelassero infondati? CAPO VILLAGGIO Ma le prove, Abate, le prove… GOFFREDO DE VILLON Ma quali prove? Quello che avete, non è che qualche pettegolezzo… Manca il “corpus delicti”. La donna, come si proclama? CAPO VILLAGGIO Innocente, è naturale. Avete mai sentito di qualcuno ardere dal desiderio di confessare un atroce delitto per essere poi processato per stregoneria e bruciare sul rogo prima e nelle fiamme dell’inferno poi? GOFFREDO DE VILLON A dire la verità, sì, mi è capitato. E più di una volta… Ma è una storia troppo lunga perché io ve la racconti questa notte. Sono molto stanco. Ora desidero solo riposare. Rintracciate quella donna, fatele tagliare i capelli, e fatela lavare accuratamente da donne di vostra fiducia e poi sia cosparsa di unguenti benedetti. Il capo villaggio guarda sbigottito l’Abate. GOFFREDO DE VILLON Satana sa trovare mille luoghi e nascondigli per celarsi dentro ad una donna… Anche tra i suoi capelli Sorridendo: Quindi dovete depilarla… Fate che si presenti al giudizio pura almeno nella sua epidermide… Provvedete che questo sia fatto alla presenza del mio chierico Gervaso. Alzandosi dal tavolo. Domani la interrogherò. CAPO VILLAGGIO Vi ringrazio, Santo Padre. Cambiando tono. Sarete molto stanco… Ho fatto preparare una stanza per voi nella mia casa…


Mia moglie vi accompagnerà… Nel letto troverete lenzuola pulite, del nostro lino più fine. Dall’esterno giungono lontani degli strani suoni, come di nacchere, di pezzi di legno tra loro sfregati e percossi e cupi suoni di corno. L’Abate guarda interrogativamente il capo villaggio. CAPO VILLAGGIO Sono i nostri bambini… Tocca ai loro, ogni anno, aprire la Festa dei Fuochi… Per loro è una grande gioia. La festa è per domani sera… Mi dispiace che questo avvenimento sia funestato dalla perdita dei suoi uomini… Domani seppelliremo quei poveri morti. Voi processerete quella donna che sicuramente non saprà resistere ad un abile inquisitore quale voi siete… Vi chiedo tuttavia, nonostante questi eventi, di permettere che la festa abbia luogo… È importante per il nostro villaggio. Poi per tutto l’anno pregheremo per le anime di quei poveri defunti. L’abate si avvicina alla soglia, scosta la tenda che ripara l’ingresso e rimane ad ascoltare. PERSONAGGI Capovillaggio

Maria

Goffredo De Villon

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 63 Medioevo STRADINE DEL VILLAGGIO. Esterno notte. Il chierico Barnaba, pensieroso, sta camminando per le vie del villaggio. Da dietro i teli stesi ad asciugare, da dietro le tende che coprono porte e finestre, le ombre degli abitanti del villaggio. Si intuiscono scene di vita quotidiana e qualche preparativo per la festa. Una donna sta tessendo, un’altra esce dalla porta e getta in strada l’acqua da un catino in cui, probabilmente ha lavato dei panni o le stoviglie. Alcune donne stanno ornando le porte delle case con festoni di frasche. Un gruppo di uomini, in una stalla, sta legando delle fascine di legna. Alcuni bambini stanno facendo chiasso. Picchiando su rozzi strumenti a percussione… VOCE DI GERVASO In quei giorni prima della primavera, solevasi celebrare in quel villaggio una grande festa. Un porco veniva ammazzato e col suo sangue e le sue carni e con erbe che solo in quella stagione e


in luoghi sconosciuti crescevano, pasticci venivano confezionati. Grandi torce venivano accese e la notte, da quella gente attraverso i campi venivano portate, affinché quelle fiamme gli spiriti maligni scacciassero ed ogni altro male, per fare si che le messi abbondanti crescessero e anche molti figli robusti e sani fossero concepiti. Cacciati gli spiriti ed ogni male con il fuoco purificatore, altri fuochi ancora venivano accesi e molto grandi e luminosi erano fatti, perché la loro luce dissipasse le tenebre affinché gli spiriti di quella gente buona non smarrissero nel buio del peccato il cammino sulla via della grazia. Alla finestra di un’altra casa, dietro ad una tela, vediamo l’ombra di una donna che, cantilenando, fa strani movimenti. Incuriosito, Barnaba, scosta la tenda; in una piccola stanza, una vecchia sta pestando delle erbe in un mortaio, con un pestello di legno. Dapprima la vecchia si spaventa alla presenza inaspettata, poi riconoscendo il chierico, gli rivolge un orribile, sdentato sorriso. VECCHIA Buona sera, Padre… Indicando il mortaio. I colori, sono i colori per i tessuti, li faccio io… Io conosco tutte le erbe, tutte le terre… Volete sapere, figlio mio? Volete che vi insegni? Venite… venite dentro… Barnaba lascia cadere la tenda e si allontana. Il chierico continua a passeggiare per il villaggio. PERSONAGGI Barnaba

Vecchia ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 64 OGGI ESTERNO BAR. Esterno notte. Davanti al bar, arrivano, confabulando tra di loro, lo spazzino e Giulio Tancredi, il maestro del paese. Davanti al bar, si fermano e sbirciano dentro la finestra. PERSONAGGI Giulio Tancredi

Spazzino ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 65 OGGI SALETTA OSTERIA-BAR. Interno notte. Fabio sta mangiando nella saletta all’interno del bar.


Mentre mangia, continua la sua lettura. L’arredamento è vecchio e trasandato. Regna anche un certo disordine. Alle pareti, vecchie pubblicità di prodotti non più in vendita e una tabella dei gelati di almeno quindici anni prima. Luisa si avvicina al tavolo e gli versa dalla brocca un bicchiere di vino rosso. Mettendogli il bicchiere davanti, coglie l’occasione per chinarsi verso di lui e mettere in mostra la generosa scollatura. LUISA Desiderate qualcos’altro? Alla finestra, lo spazzino e il maestro si danno gomito e ridacchiano tra loro. Poi se ne vanno commentando tra loro. Luisa è ancora chinata sul giovane che, sollevando lo sguardo dal quaderno, rimane a fissarla per qualche secondo. LUISA Alzando un po’ di più la voce. Volete dell’altro? FABIO TORRI Come ridestandosi. Per ora no, grazie. I due si guardano negli occhi come per volersi piacevolmente sfidare. La porta della locanda si apre con violenza. Sulla soglia appare la massiccia figura di Giacinto, il guardiacaccia. GIACINTO Rivolgendosi con durezza a Luisa. Ehi, tu, non avevamo un appuntamento questa sera? Diciamo venti minuti fa? LUISA Oh, scusatemi. Guardando con rammarico Fabio. Me n’ero dimenticata… OSTE Sbucando dalla cucina. Luisa, ti sbrighi?! Non si fa aspettare la gente! La ragazza si leva in fretta il grembiule, lo appoggia ad una sedia e raggiunge Giacinto sulla soglia. Prima di uscire si volta e lancia ancora un’occhiata a Fabio che però ha già ripreso la lettura.


PERSONAGGI Giacinto Oste

Fabio Torri Giulio Tancredi

Luisa Spazzino

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 66 Medioevo STRADINE VILLAGGIO. Esterno notte. Barnaba passeggiando è giunto alla periferia del villaggio. Sente dei suoni provenire da una casa e incuriosito si avvicina. La porta della casa è appena socchiusa e il chierico la apre. All’interno, la misera casa ha la cucina divisa dalla camera da letto semplicemente con un telo bianco. Si odono gemiti e ansimi, rochi sussurri. Barnaba è impietrito sulla soglia. PERSONAGGI Barnaba :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 67 Medioevo CASA AMANTI. Interno notte. Barnaba è ancora sulla soglia e non riesce ad andarsene. Vede le ombre riflesse sul telo bianco. Intanto i due amanti, ignari di essere spiati continuano nelle loro effusioni. PERSONAGGI Barnaba

Amante Uomo

Amante Donna

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 68 OGGI STANZA EX PENZIONE. Interno notte. La porta si apre e Luisa entra seguita da Giacinto. Luisa si avvicina al letto e senza guardare l’uomo, incomincia a sbottonarsi la camicetta. LUISA Dai spogliati. Facciamo in fretta. GIACINTO Signorina, stai calma… Cos’è, la principessa ha altri impegni mondani, per questa sera?


LUISA Senti, piantala! Se vuoi venire a letto, datti una mossa. GIACINTO Si toglie la camicia e resta in canottiera. Si avvicina a Luisa e gli afferra entrambe le braccia. Sentimi bene, piccola deficiente. Io pago, quindi… Cuciti la bocca e infilati sotto le lenzuola. E gli molla una sberla che però non fa nemmeno traballare la bella Luisa. Luisa alza la testa e fissa l’uomo con uno sguardo di sfida. PERSONAGGI Luisa

Giacinto ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 69 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno notte. La porta si apre e Fabio viene invitato con un gesto, dall’anziano Monsignore ad avvicinarsi. Il giovane si avvicina e torna a sedersi sul confessionale. Il vecchio sacerdote, dopo qualche ora di riposo e dopo la cena sembra aver ripreso le forze. Dalla parete giungono gli ansimi e le grida di Luisa e del Guardiacaccia. Fabio guarda il vecchio. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Ironico. Siete turbato? FABIO TORRI Provocatorio E voi? Non siete imbarazzato? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Io? Dopo cinquant’anni dietro ad una grata ad ascoltare confessioni? Ormai ho perso il numero delle donne che ho assolto per le loro Fantasie… Venivano da me e mi confessavano peccati che non avevano mai commesso, ma che avrebbero tanto desiderato commettere… FABIO TORRI Di là da questa parete c’è ben di più di una fantasia.


Nella stanza accanto l’amplesso si fa più appassionato e anche più chiassoso. MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI È Luisa, la figlia dell’oste. Carmelina le cede una camera per prostituirsi… FABIO TORRI E voi… Voi state qui ad ascoltare… Approvate? MONSIGNOR VITTORIO POLIDORI Luisa guadagna un po’ di danari… Ne cede una parte a Carmelina… Un uomo viene fatto contento… Una povera vecchia compra un po’ di pane… Lo trovate riprovevole? FABIO TORRI Io non ho passato cinquant’anni dietro una grata di un confessionale. I gemiti continuano. PERSONAGGI Monsignor Vittorio Polidori

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 70 Medioevo CASA AMANTI. Interno notte. I due amanti, ignari di essere spiati, continuano con molto impegno. Sulla soglia, Barnaba continua a non riuscire a distaccarsi dall’immagine delle ombre proiettate sul telo in mezzo alla stanza. PERSONAGGI Amante Donna

Amante Uomo

Barnaba

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 71 Medioevo CASA AMANTI. Esterno notte. I gemiti si sentono anche al di fuori della casa. Il chierico Barnaba, inebetito, è sempre fermo sulla soglia. Ad un tratto una mano dura, pesante si appoggia sulla spalla del


giovane e lo fa voltare. GOFFREDO DE VILLON Sussurrando ma in tono duro. Vieni con me! Barnaba, ancora stravolto guarda spaventato il suo superiore. GOFFREDO DE VILLON Ti ho detto di seguirmi! Arrabbiato l’Abate afferra Barnaba per una spalla del saio e lo trascina via. PERSONAGGI Goffredo De Villon Amante Uomo

Barnaba

Amante Donna

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 72 Medioevo MAGAZZINO-SALA MORTUARIA. Interno notte. Alcune donne e il chierico Gervaso sono sempre inginocchiati a pregare. GERVASO Perdona loro o Signore i loro peccati e dona loro la vita eterna… Perdona loro o Signore i loro peccati e dona loro la vita eterna… Perdona loro o Signore i loro peccati e dona loro la vita eterna… Innocenza si stacca dal gruppo delle altre donne e si avvicina a Gervaso. INNOCENZA Sottovoce. Aiutatemi padre, vi prego… Voi potete parlare con l’Abate, voi potete salvarmi… Vi supplico… Faro tutto quello che volete. La donna, voltando le spalle alle altre donne apre il vestito per mostrare il suo corpo al frate. GERVASO Sussurra. Ma cosa fate!!! Non avete rispetto neanche per questi poveri morti?! Voi… voi… INNOCENZA


Loro sono morti, io voglio vivere. Richiude l’abito e si inginocchia vicino al giovane. Salvatemi la vita e io vi darò tutto quanto non avete mai preso da una donna… Poi la donna, ormai sotto lo sguardo delle altre, sussurra qualcosa nell’orecchio di Gervaso. GERVASO Sussurra. Siete un’abile tentatrice. Fa un breve sorriso, poi alza la voce. Pregate sorella per la salvezza di queste povere anime. Pregate per la salvezza della vostra anima. Pregate per la salvezza di tutte le anime. Rivolto alle altre donne Pregate, sorelle, pregate per tutte le anime immortali. PERSONAGGI Lanciere 4 Gervaso

Lanciere 5 Innocenza

Tobia

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 73 Medioevo STALLA VILLAGGIO. Interno notte. In una stalla, alcune mucche stanno tranquillamente ruminando. L’abate entra e senza fermarsi richiude la porta e si dirige in fondo alla stalla, dove finalmente lascia il giovane. Barnaba si lascia cadere in ginocchio su un mucchio di fieno e si nasconde il viso tra le mani. BARNABA Singhiozzando. Perdonatemi, Padre, perdonatemi perchè ho peccato… GOFFREDO DE VILLON Ironico. Su questo non ho dubbi… L’Abate prende tra le sue le mani del giovane e cerca di scostargliele dal viso, ma il chierico disperato, volta la testa e sfugge lo sguardo del suo superiore. BARNABA No!… La mia anima è dannata… Torcendosi le mani. Ieri ho ucciso un uomo… Una povera anima innocente…


GOFFREDO DE VILLON Duro. Un brigante, vorrai dire, un vile assassino che non avrebbe esitato a staccarti la testa. BARNABA Era solo un ragazzo… Il giorno successivo e non sono passate che poche ore, la mia carne ha peccato… L’Abate, come se volesse assecondarlo, gli porge un fascio di giunchi che ha raccolto in un angolo della stalla. GOFFREDO DE VILLON Con ira. E allora fallo! Barnaba prende dalle mani dell’Abate i giunchi. Guarda il suo superiore come per invocarlo… L’Abate va dietro le spalle di Barnaba e con un rapido gesto gli straccia la tonaca fino alla cintola. Barnaba comincia a fustigarsi con i giunchi; fin dal primo colpo, sulla sua schiena compaiono delle strisce rosse di sangue. Il ragazzo continua a fustigarsi. La cadenza dei colpi si fa sempre più veloce. Come invasato, Barnaba, aumenta sempre di più la cadenza e la violenza delle frustate. BARNABA Perdonami o Signore perché ho peccato… Perdonami o Signore perché ho peccato… Perdonami o Signore perché ho peccato… Perdonami o Signore perché ho peccato… L’Abate, dapprima, assiste impassibile all’autofustigazione del giovane, poi si china verso di lui. GOFFREDO DE VILLON Mortificati, servo di Dio! Pentiti anima perduta! Rinnega la tua carne, mortificati per i tuoi desideri immondi… Barnaba per il dolore e per l’esaltazione, ha perduto il controllo di se. GOFFREDO DE VILLON Ti piace? Dimmi se ti piace… BARNABA Dio lo vuole, è Dio che lo vuole. GOFFREDO DE VILLON Avvicina il suo viso a quello del giovane.


Dimmi se ti piace!? BARNABA Assestandosi un colpo particolarmente violento. Siii, mi piace! L’Abate assesta al giovane un violentissimo calcio che lo fa cadere goffamente. GOFFREDO DE VILLON Gridando. Sei uno stolto! L’Abate afferra il giovane per le spalle e lo fissa mettendo il suo viso a pochi centimetri da quello di Barnaba e gridandogli in faccia le parole. GOFFREDO DE VILLON Uno stolto e un bugiardo! Non la frusta tu devi amare, non il cilicio, non il sangue… Non sarà il dolore che ti provochi a portarti sulla via della santità… Tu devi desiderare ogni corpo di donna, le sue forme, il suo profumo… Ti troverai a sudare la notte… E questo tutte le notti. Sarai prete, ascolterai ogni giorno le loro confessioni… Le loro brame immonde, di cui fingeranno soltanto di pentirsi. Ti turberanno l’anima, confonderanno la tua mente. E a volte, tutto questo, lo troverai bello… Dannatamente bello L’Abate lo guarda con affetto Barnaba abbandonato a terra piange piano. GOFFREDO DE VILLON Dolcemente. Ascoltami bene, figliolo. Si china e fa mettere Barnaba in ginocchio, poi lo fissa intensamente negli occhi. Se nella tela della vita la trama è l’inseguire il bene, l’ordito è cadere nel male. Alzando la voce. Santo è saper dire di no! Capisci? Con tenerezza. Anche quando ti faranno prete, figlio mio, ricordati che sarai sempre e soltanto… un uomo. Cambiando tono e aiutando il giovane a rialzarsi. È tutto passato… non ti preoccupare… Sorridendo. Non avvilire più la tua anima… Presto sarai sacerdote… Un bravo sacerdote che non diventerà mai Vescovo… Vieni figliolo… Andiamo a curare le tue ferite…


PERSONAGGI Goffredo De Villon

Barnaba ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 74 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno notte. I gemiti continuano, poi, cessano di colpo e nella camera piomba il silenzio. Il vecchio Monsignore beve con difficoltà un bicchiere d’acqua. Fabio è accanto alla finestra e guarda fuori pensieroso. Sempre con difficoltà il vecchio depone il bicchiere sul comodino. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Con voce chiara. Il peccato ha molte forme, compone mille disegni, insegue strade recondite per tentare la nostra anima… Per portarci alla perdizione… FABIO TORRI Voltandosi a guardarlo. Come Satana. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Annuendo. Come Satana. Luisa apre impetuosamente la porta della stanza, ancora sudata e spettinata. Nel trovarci Fabio ha come un attimo di imbarazzo. I due si scambiano uno sguardo. L’anziano prelato sorride e alza il braccio sano… MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Ego te absolvo a peccatis tuis, in nomine Patris et Filii et Spiritu Sancti… LUISA Facendo il segno della croce. Grazie, Padre. Luisa scappa via contenta, cantando giù per le scale non prima di aver lanciato a Fabio un altro sguardo. FABIO TORRI Ironico Amen. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Sorridendo. È una simpatica ragazza. Si dice che quest’anno sarà lei la Regina della Festa.


PERSONAGGI Luisa

Fabio Torri

Monsignor Vittorio Polidori

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 75 OGGI CASA DEL PAESE. Interno notte. Un gruppo di bambini è pronto per dare il via alla festa all’interno del locale dove sono ammassate le fascine di legna. Alcuni hanno un vestito di tipo carnevalesco, altri hanno semplicemente il viso dipinto di nero e delle maschere in legno e cartone. Entra lo spazzino con un buffo vestito colorato e un tamburo appeso al collo. SPAZZINO Allora bambini, siete pronti? In coro i bambini rispondono di si. Lo spazzino fa rullare il tamburo. Esce dalla camera seguito dai bambini che ballano e gridano al ritmo del tamburo. PERSONAGGI Spazzino Bambino 3 Bambina 1 Bambina 4

Bambino 1 Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5

Bambino 2 Bambino 5 Bambina 3

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 76 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno notte. Dalla finestra della stanza giungono improvvisi e fortissimi rulli di tamburo. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI È cominciata la Festa dei Fuochi. Il corteo farà tre giri del paese… Poi verranno ad eleggere la Regina dei Fuochi… Proprio in questa via… a casa di Donna Assunta… Pausa. Potete andare a vedere, se volete, è un’usanza interessante ve lo assicuro. Si ripete da centinaia di anni. FABIO TORRI Dal tempo del “documento”?


MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Annuisce. Da molto prima ancora… FABIO TORRI Vi ringrazio del consiglio, ma per quanto mi riguarda preferisco attenermi alla documentazione storica. Come ha detto lei, servono fatti, non superstizioni. A me interessano le fonti scritte… Credo che mi ritirerò nella mia stanza, voglio finire di leggere il documento che mi avete dato. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI D’accordo, se è così che volete. Se volete tornare domani, parleremo dei suoi artigiani… Fabio si avvia verso la porta, giunto sulla soglia si volta verso il letto. FABIO TORRI A domani, allora… Buon riposo. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Riferendosi alla festa. Non credo che riusciremo a riposare molto.. Fabio alza le spalle, poi esce. Dall’esterno i rumori della festa crescono di intensità. PERSONAGGI Monsignor Vittorio Polidori

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 77 Medioevo LOCALE ADIACENTE ALLA SALA MORTUARIA. Interno notte. In una stanza adiacente alla sala mortuaria, due donne stanno rasando lavando Innocenza alla presenza di Gervaso. VOCE DI GERVASO È in uso che quando una donna per traffici col maligno e per arti malefiche doveva essere giudicata levarle ogni pelo del corpo bisognava e così i capelli per impedire che il malefico in quelle parti traccia non possa lasciare. Da una donna anziana ed esperta tale lavoro deve essere eseguito e alla presenza di un prete o un chierico che controlli che tutto venga fatto a dovere e che nel frattempo altri malefizi della donna non fossero compiuti. A lavoro terminato, le due donne interrogano con lo sguardo il chierico.


GERVASO Rivolto alla più anziana. Hai fatto un buon lavoro, donna. Adesso vattene La donna si inchina ironicamente verso il ragazzo e poi esce dalla stanza seguita dall’altra, ed entrambe ridacchiano tra loro. Gervaso e Innocenza si guardano negli occhi. INNOCENZA Tu non mi farai bruciare, vero? GERVASO Imbarazzato Devi solo confessare e poi dichiarare il tuo pentimento… E non ti sarà fatto nulla. INNOCENZA Ma io non ho fatto nulla… Non ho commessi i delitti di cui mi accusano. Te lo giuro. GERVASO Con me lascia perdere i giuramenti… Non è me che devi convincere. INNOCENZA Va bene, ma promettimi che parlerai con l’Abate… Avvicinandosi a Gervaso. Che mi aiuterai… Che non permetterai che finisca tra le fiamme… La donna, capita la debolezza del giovane si fa avanti e fa in modo che il giovane intraveda, dal vestito semiaperto il suo corpo, sempre più lentamente si avvicina, prende le mani del ragazzo e le appoggia sul suo corpo. PERSONAGGI Gervaso

Innocenza ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 78 OGGI CASOLARE ISOLATO. Esterno notte. Due auto dei carabinieri si avvicinano al casolare di Cataldo Lorria, con tanto di lampeggianti accesi. Il casolare sembra disabitato, infatti nemmeno una luce si vede dalle finestre. Lorenzi e Lo Cascio scendono dall’auto e con le torce elettriche


cercano di illuminare zone del cortile o le finestre. Intanto anche gli altri tre militari, scesi dalla seconda vettura accendono le loro torce. Chiamano a gran voce il nome di Lorria, ma senza risposta. LORENZI Rivolto ai tre agenti. Voi tre controllate qui intorno, giardino, fossi, ripostigli, stalle… Rivolto al sottufficiale. Noi diamo un’occhiata dentro. LO CASCIO Impaurito. Comandante, ma non sarebbe meglio chiamare dei rinforzi e aspettare che arrivino? Sa, con tutto quello che è già successo oggi. LORENZI Ma sì, chiamiamo i rinforzi, magari l’Aeronautica, o preferisce la Marina? Lo cascio, non sia ridicolo, andiamo. Lorenzi si avvia verso la porta seguito dallo spaventatissimo Lo Cascio. Si fermano sull’uscio. Il Tenente sta per bussare ma si accorge che la porta è solamente accostata. Dopo un’occhiata di incoraggiamento al sottufficiale, Lorenzi entra lentamente nella casa. PERSONAGGI Lorenzi

Lo Cascio

Carabiniere 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 79 OGGI INTERNO CUCINA LORRIA. Interno notte. Appena i due militari entrano si rendono subito conto che qualcosa di grave è avvenuto in quella casa. LO CASCIO Madonna de ‘o Carmine. LORENZI Stia calmo. Qualsiasi cosa è accaduta qui dentro, e successo parecchio tempo fa. La casa è totalmente sottosopra. I tavoli e le sedie all’aria, i cassetti rivoltati, piatti e bicchieri rotti, caos ovunque. LO CASCIO Come fa a dire che è passato tanto tempo?


LORENZI. Venga qui. Il sottufficiale si avvicina e Lorenzi, accasciandosi, punta la torcia sul pavimento illuminando una macchia a terra. Anche il maresciallo, allora si accascia per vedere meglio. LO CASCIO. Oh, mio Dio… Ma che è sangue quello? LORENZI No. Minestrone. O almeno… qualcosa del genere. E sposta la torcia per illuminare una pentola rovesciata. Prende da terra un coltello da cucina e dimostra che si tratta di un’incrostazione. Vede? Questa roba è qui da parecchie ore. È probabile che, quando hanno ucciso il prete, il nostro assassino sia venuto anche lui a cercare questo signor Lorria. I due militari riprendono a guardare in giro. CARABINIERE 1 Dall’esterno. Comandante… Lorenzi si avvicina alla porta e parla con uno degli agenti piuttosto concitato, ma che riferisce a voce bassa al proprio ufficiale. Lo cascio non riesce a percepire le parole che i due si dicono. LORENZI Va bene, lei cerchi qui dentro… Qualsiasi cosa, documenti, fotografie, ricevute, denaro… Rivolgendosi a Lo cascio. Lo cascio, lei venga con me… Sembra che abbiano ritrovato questo Cataldo Lorria. LO CASCIO Vivo? Lorenzi lancia un’occhiata inequivocabile. LO CASCIO Oh Madonnina bella, ma che sta succedendo qui. Pareva un paese tranquillo… Mo’ a casa di Jack lo squartatore dovevo finire… I due escono dalla casa, mentre l’agente, incomincia a rovistare


la casa. PERSONAGGI Lorenzi

Lo Cascio

Carabiniere 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 80 OGGI CAPANNO DEGLI ATTREZZI. Interno notte I due agenti sono immobili davanti al cadavere dell’uomo che pende da una trave impiccato. La porta del capanno è aperto, da lontano si vede l’arrivo di Lorenzi e di Lo Cascio. I due entrano e Lo cascio immediatamente di toglie il cappello e si deterge il sudore dalla fronte con un fazzoletto, per la paura. LORENZI Bene ragazzi, andate in casa e cercate qualche indizio, sembra che la colluttazione sia cominciata là. I due agenti, a passo di corsa escono dal capanno e, facendosi luce con le torce si avviano verso la casa. I due rimasti, osservano in silenzio la scena. A parte il corpo dell’uomo che pende, vi sono degli attrezzi appesi al muro ed un vecchio barile di legno rovesciato. Al contrario della casa, sembra esserci un certo ordine. LO CASCIO Quasi imbarazzato. Tenente, se me lo consente avrei una mia idea su cosa può essere successo. LORENZI Prego… LO CASCIO Quasi atteggiandosi a grande detective. Allora ammettiamo che il Lorria e il prete avevano un… affare in comune. Il prete arriva qui, ma tra i due scoppia una lite. Il Lorria uccide in preda ad un raptus il prete. In completa confusione, non sa cosa fare, carica il corpo del prete sull’auto e la lascia dove l’abbiamo trovato… Poi torna a casa e… in preda al rimorso si impicca… Lo cascio si aspetta i complimenti dall’ufficiale che però rimane pensieroso. LORENZI Potrebbe anche essere… Ma ci sono delle cose… Allora, facciamo ordine. Lorria e Don Domenico hanno un affare insieme…


LO CASCIO E questo è sicuro. Abbiamo il biglietto… LORENZI Vero. Ma se fosse qualcosa di losco o di assolutamente privato… Perchè portarsi dietro Don Paolo? E poi questo Don Paolo, che fine ha fatto? Lo Cascio ascolta in silenzio e annuendo di tanto in tanto. Poi non è molto credibile che tutto quel casino in casa sia stato fatto da un contadino e da un vecchio prete. LO CASCIO Certo non può essere stato Don Paolo… Poverino, è solo pelle e ossa. Non sarebbe capace di sollevare una cassetta di mele… Lorenzi osserva ancora attentamente. Si avvicina alla botte rovesciata. LORENZI Venga qui, mia dia una mano. Con l’aiuto del maresciallo rimette in piedi la botte. Vede? Indicando la botte. LO CASCIO Che cosa… È chiaro che ha usato la botte per impiccarsi… LORENZI È qui che si sbaglia. Il povero signor Lorria non si è suicidato. Tutto questo è una messinscena… Se si fosse impiccato da solo, i piedi arriverebbe a toccare la botte, invece… In effetti tra i piedi del cadavere e la botte vi è uno spazio di una decina di centimetri. Uno degli agenti arriva di corsa con in mano un biglietto bianco con un numero di telefono scritto a penna. CARABINIERE 1 L’ho trovato quasi per caso nascosto dietro un quadro. LORENZI E di un cellulare… Prende di tasca il proprio cellulare e compone il numero, poi rimane in attesa. Non risponde nessuno… Rivolto all’agente.


Noi rientriamo in caserma, vi mando la scientifica, voi rimanete qui e vedete di trovare altri foglietti. Ci vediamo domattina. Fa il saluto militare e l’agente si allontana. Lo Cascio, andiamo. Questo caso mi sta facendo scoppiare la testa… LO CASCIO Ma… Tenente e Lorria? Che lo lasciamo così? LORENZI Lo Cascio, se non se n’è accorto… è morto. Tra poco arriverà la scientifica. Vedrà che non si muoverà da qui… Lorenzi, massaggiandosi le tempie esce dal capanno seguito dal collega. PERSONAGGI Lo Cascio Cataldo Lorria

Lorenzi

Carabiniere 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 81 OGGI CAMERA FABIO. Interno notte. Fabio apre la porta della camera che ha affittato nel bar-albergolocanda. Si chiude la porta alle spalle. Osserva il letto e nella fioca luce che entra dalla finestra, si accorge che c’è qualcuno coricato sul letto. È Luisa. Fabio allora sta per accende la luce. LUISA Vi stavo aspettando. Fabio rimane immobile ma non sembra stupirsi della visita della ragazza. LUISA Non accendete la luce, vi prego. Lasciate fare a me… Un fiammifero si accende, la ragazza accende alcune candele appoggiate su entrambe i comodini. Poi, spegne soffiando con malizia il fiammifero e si siede sul letto, incrociando le gambe, proprio davanti a Fabio.


LUISA Prima mi avete sentito? FABIO TORRI Sì. LUISA Non sapevo che eravate lì, dall’altra parte, ad ascoltare… FABIO TORRI Che cosa ci fai qui? LUISA Avevo bisogno di voi… Si alza dal letto e si avvicina a Fabio, poi comincia a girare per la stanza. Guardatemi… Che cosa vedete? Una camicia logora… una sottana spiegazzata… Le piacciono i tipi come me… Fabio non risponde. … o siete già sposato… o magari fidanzato… Fabio rimane impassibile. Cosa pensate di me? Di una come me… Condannata a passare la propria vita in un paesino che non esiste nemmeno sulle cartine stradali… Che ha come unico avvenire quello di trovarsi un marito, il meno peggio e sfornare tre, quattro, cinque figli e vivere sperando che domani ci sia da mangiare… Una ragazza costretta a soddisfare le voglie di qualche vecchio maiale per potersi permettere un paio di scarpe, un rossetto, o una semplice gita di un giorno in un paese che sarebbe già misero di per sé. Ma che per gli abitanti di questo buco è una metropoli… Portatemi via di qui… Non importa dove. Qualunque posto sarebbe sicuramente meglio di questo… Farò tutto quello che vorrete… Sarò vostra ogni volta che lo vorrete… Si sbottona alcuni bottoni della camicetta. Non vi piaccio neanche un po’? Fatemi fuggire da qui… Fabio continua ad ascoltare senza né muoversi né dire nulla. Dalla finestra aperta si sentono schiamazzi e rumori della festa. VOCE DI GIACINTO Luisa! VOCE DELL’OSTE Luisa… PERSONAGGI Luisa

Fabio Torri


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 82 OGGI ESTERNO BAR. Esterno notte. In strada, l’oste e Giacinto, il guardiacaccia, sono rivolti verso la finestra della stanza di Fabio. I due uomini indossano abiti eleganti per la festa e l’Oste porta anche la fascia tricolore da Sindaco. OSTE Allora, Luisa, ti sbrighi? GIACINTO Muoviti che ti stanno aspettando! Alla finestra spunta il viso di Luisa che si affaccia. LUISA Arrivo subito. E sparisce di nuovo dentro la finestra. PERSONAGGI Oste

Giacinto

Luisa

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 83 OGGI STANZA FABIO. Interno notte. Luisa, dopo aver risposto alla finestra, si gira per nulla imbarazzata per il monologo di prima, si avvicina a Fabio. LUISA Ora devo andare… La ragazza di bacia dolcemente le dita di una mano e le appoggia sulle labbra di Fabio. Poi allarga la mano e trasforma quell’azione in una carezza. Fabio rimane sempre silenzioso e immobile. La ragazza bacia Fabio su una guancia e con un sorriso ammiccante esce dalla stanza. Fabio rimane qualche secondo immobile pio, impassibile si avvicina al letto vi si siede. PERSONAGGI Fabio Torri

Luisa


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 84 OGGI CUCINA DI DONNA ASSUNTA. Interno notte. Nella cucina di Donna Assunta sono stati levati quasi tutti gli arredi, mancano : il tavolo, le sedie… Alcune candele e delle fiaccole rendono l’atmosfera quasi magica. Ci si prepara ad eleggere la “Regina dei Fuochi”. Per l’occasione, Donna Assunta indossa una abito nero ma nuovo. Le pochissime ragazze del paese, ancora da maritare, sono dentro il locale, vestite con l’abito della festa. Le ragazze stanno confabulando tra loro. Alla porta, la gente del paese si accalca per guardare all’interno. C’è un’atmosfera di attesa. DONNA ASSUNTA Rivolgendosi alle persona all’uscio. Ma Luisa l’avete chiamata? Non possiamo passare tutta la notte ad aspettare lei… PERSONAGGI Donna Assunta :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 85 OGGI ESTERNO CASA DONNA ASSUNTA. Esterno notte. Fuori dalla casa di Donna Assunta si è radunata molta gente, quasi tutti gli abitanti del paese. Dalla finestra della cucina esce la luce tremolante delle mille candele. DONNA ASSUNTA Cacciando fuori la testa dall’uscio. Ma Luisa quando arriva? La gente mormora, tutti sono stupiti dell’assenza della ragazza più bella del paese. LUISA Arrivando di corsa. Eccomi, eccomi, arrivo… Luisa, seguita da padre e da Giacinto arriva di corsa e si fa strada tra la gente. Gli abitanti del paese accennano ad un applauso. L’oste accompagna Luisa fin sulla porta. Prima di entrare la ragazza bacia rapidamente sulla guancia il


padre. OSTE Contrariato. Potevi almeno cambiarti il vestito! LUISA Sussurra al padre. Sono sempre la più bella… GENTE Già, la più bella di tutte… Luisa entra in casa e sull’uscio viene steso un lenzuolo bianco a mo’ di tenda. PERSONAGGI Carmelina Giacinto Donna Assunta

Luisa Oste

Spazzino Giulio Tancredi

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 86 OGGI CUCINA DONNA ASSUNTA. Interno notte. Luisa, trafelata e col fiatone irrompe nella cucina, dove le altre sei ragazze sono sedute in cerchio su un vecchio tappeto. LUISA Scusatemi… scusatemi tanto… DONNA ASSUNTA Scocciata, a Luisa. Possiamo cominciare? Luisa si schernisce e va a sedersi a fianco di una della altre giovani. Il suo vestito sdrucito, contrasta con gli abiti delle altra ragazze. Nella cucina e fuori si fa silenzio. Donna Assunta, da un grande piatto, dipinto con segni cabalistici prende un sacchetto e si avvicina alle ragazze. Le fanciulle si inginocchiano. La donna estrae qualcosa dal sacchetto e la mette nelle mani delle ragazze. Le ragazze, sorridenti e un po’ tese stringono in pugno il dono della donna. DONNA ASSUNTA Recitando. Anche quest’anno il tuo compito è finito,


per un altro anno la luce non vedrai. Arda invece intensa la fiamma della Regina dei Fuochi. Ora il sacchetto è vuoto, la vostra mano è piena, scoprite il pane scuro della gioia e anche voi gioite… voi che trovate il pane chiaro e salato del sacrificio, abbiate coraggio e fede… e gioite per le altre. Ogni ragazza apre il pugno e si trova in mano un piccolo pezzo di focaccia. Tre sono scuri, con pasta colorata con delle erbe, gli altri sono di farina bianca. Le tre ragazze che trovano i pezzetti scuri si aprono in un sorriso, sul volto delle altre si nota un’espressione di delusione. Tra le prescelte c’è Luisa. Per quanto deluse, le escluse si abbracciano e si congratulano con le altre. DONNA ASSUNTA E ora scopriamo chi sarà la Regina dei Fuochi… Le ragazza escluse si alzano ed escono dalla camera. Mentre viene scostata la tenda per far uscire le ragazze, molte persone si spingono per spiare cosa succede dentro. Le tre ragazze rimaste, prendono una delle molteplici candele e vanno ad accendere un grosso braciere. Dopo una fiammata colorata, nella camera si spande una forte luce giallastra. PERSONAGGI Donna Assunta

Luisa ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 87 OGGI ESTERNO CASA DONNA ASSUNTA. Esterno notte. La gente accalcata fuori dalla casa, riesce, dopo l’accensione del braciere, a percepire ciò che succede dentro grazie alle ombre che vengono proiettate sul lenzuolo steso davanti alla porta. Intravedono infatti le tre ragazze rimaste, legarsi i capelli, in modo da non essere più identificabili dalle ombre e inginocchiarsi in mezzo alla stanza. PERSONAGGI Carmelina Oste

Spazzino Giulio Tancredi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 88 OGGI

Giacinto


CUCINA DONNA ASSUNTA. Interno notte. Donna Assunta prende un vaso e lo mette sul pavimento in mezzo alle ragazze disposte a cerchio. DONNA ASSUNTA Recitando. Prendete! Chi troverà il legno nero, che il fuoco ha lasciato dopo il suo lavoro, diventerà la Regina dei Fuochi. Con molta tensione le ragazze infilano la mano dentro il vaso e ne estraggono dei pezzi di legno. I legnetti sono di dimensioni uguali, ma tra essi ve ne è uno sporco di fuliggine nera. Alcune estrazioni avvengono senza successo, poi finalmente una delle mani estrae il legnetto nero. È la mano di Luisa. Trionfante si alza e mostra il trofeo alle altre ragazze e a Donna assunta. PERSONAGGI Donna Assunta

Luisa ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 89 OGGI ESTERNO CASA DONNA ASSUNTA. Esterno notte. La gente del paese è in attesa… Gli abitanti mormorano qualche commento. Qualche bambino vorrebbe giocare ma viene zittito dagli adulti. Dalla tenda si vedono le sagome delle tre ragazze e di Donna Assunta, ma non si riesce a capire chi è stata eletta Regina. DONNA ASSUNTA Da dietro la tenda La Regina dei Fuochi! La Regina dei Fuochi! La Regina dei Fuochi! Gli abitanti del paese applaudono mentre lo spazzino fa rullare il tamburo. PERSONAGGI Carmelina Oste

Spazzino Giulio Tancredi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 90 OGGI

Giacinto Donna Assunta


CUCINA DONNA ASSUNTA. Interno notte. Si sentono da fuori le acclamazioni. Le due ragazze festeggiano Luisa. Donna Assunta porta una corolla di erbe e la posa sul capo di Luisa. Le due ragazze accendono una fiaccola e la porgono a Luisa, poi escono. Luisa rimane sola con Donna Assunta, l’una di fronte all’altra. DONNA ASSUNTA Ad alta voce per essere udita anche da fuori. A te mi chino o Regina dei Fuochi… Fino a che ogni tizzone dei nuovi fuochi non sarà freddo, noi tutte saremo tue serve. Luisa sorride. Donna Assunta scosta la tenda e la gente accalcata fuori applaude e grida il nome della ragazza. Donna Assunta con un gesto riporta il silenzio. DONNA ASSUNTA O Regina dei Fuochi, hai ora il potere di decidere se e chi sarà il tuo principe per la Festa dei fuochi… Chi sarà il principe? SPAZZINO Il maestro vuole sapere chi sarà il principe. In tono scherzoso. Il maestro vorrebbe essere il principe. La gente ride e Giulio Tancredi diventa rosso in viso. SPAZZINO Mi sa tanto che se lo scorda. E fa rullare il tamburo. OSTE. Insomma, fate silenzio! Fate silenzio!!! Luisa sorride e osserva la piccola folla che si accalca, ma non parla. DONNA ASSUNTA Vai adesso, Mia Regina. Raggiungi la tua gente e festeggia con loro. E fai quello che deve essere fatto. PERSONAGGI Luisa Oste

Donna Assunta Giacinto

Giulio Tancredi Spazzino


Carmelina :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENAS 91 OGGI ESTERNO CASA DONNA ASSUNTA. Esterno notte. Luisa esce dalla casa di Donna Assunta facendosi strada tra la folla che grida il nome della ragazza e i rulli di tamburi. PERSONAGGI Carmelina Oste

Spazzino Giulio Tancredi

Giacinto Luisa

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 92 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno notte. Anche se al buio, l’anziano sacerdote è ancora sveglio, dalla finestra giungono le acclamazioni della gente che festeggia, il rullo di tamburi e il chiasso dei bambini. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Guarda verso la finestra e sorride. Viva la Regina dei fuochi. Viva Luisa. PERSONAGGI Monsignor Vittorio Polidori :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 93 OGGI CAMERA FABIO. Interno notte. Fabio è semidisteso sul letto con il quaderno aperto ed un blocco notes su cui sta scrivendo degli appunti. Dalla finestra arrivano i rumori della festa. Smette di leggere e va ad osservare il corteo guidato dal Luisa. Dopo qualche momento, si risiede sul letto continua la sua lettura. PERSONAGGI Carmelina Oste Fabio Torri

Spazzino Giulio Tancredi

Giacinto Luisa


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 94 OGGI UFFICIO LORENZI. Interno giorno. Una sveglia appesa al muro dell’ufficio indica le 8,20. Il Lorenzi è seduto alla scrivania con i rapporti e alcuni rilevamenti relativi ai delitti scoperti il giorno prima. Lo cascio entra con una cartelletta di cartone. LO CASCIO Buon giorno. Dormito bene? LORENZI Magari fossi riuscito a dormire. Ogni volte che chiudevo gli occhi, mi vedevo davanti le scene di ieri… E più ci penso e meno ci capisco. LO CASCIO A chi lo dice. E pensare che lo scorso anno, qui, abbiamo avuto solamente tre incidenti, e un ragazzo che si era perso in montagna. E mo’ va che è successo. LORENZI Lo so che è… che era un posto tranquillo. È per questo che ho chiesto di essere trasferito qui, per starmene tranquillo. Riferendosi alla cartelletta del maresciallo. Che cos’ha lì, Lo Cascio. LO CASCIO Ah, già. Sono gli sviluppi delle foto di ieri e i verbali. A proposito, quel numero di telefono? LORENZI Continua a non rispondere nessuno. Ho chiesto di localizzare se ci riuscivano, almeno la zona dove si trova questo cellulare, visto che è acceso, ma suona libero. A proposito di cose che non si trovano… Don Paolo? LO CASCIO Niente. Abbiamo diramato un avviso alle caserme vicine, abbiamo avvisato anche la Polizia di Stato. Hanno controllato anche a Catania, a casa della famiglia del prete… ma niente. Sembra sparito nel nulla. LORENZI Già, speriamo che sia solo sparito…


In quel momento un agente entra bussando nell’ufficio. CARABINIERE 1 Comandante, c’è una comunicazione riguardante il telefono cellulare che lei cercava. Hanno localizzato la zona. L’agente porge la comunicazione e Lorenzi che ringrazia con un cenno del capo. L’agente esce e Lorenzi si concentra nella lettura del verbale. Poi si avvicina ad una parete su cui è stesa una cartina della zona, prende un pennarello e dopo alcuni secondi, segna con un cerchiolino un zona. LORENZI Indicando il segno. Lo Cascio, che cosa c’è qui? LO CASCIO Si avvicina alla cartina e osserva bene. Niente. Solo boschi e… Un momento, li c’è una baita, una specie di capanno che usa un boscaiolo, quando resta in alto. Saro Cordelli. Lui dice che fa il boscaiolo, ma in realtà sappiamo che vive di bracconaggio… Solo che non siamo mai riusciti a beccarlo… In quel capanno ci abbiamo trovato quel ragazzo che si era perso lo scorso anno. LORENZI Ci si arriva in auto? LO CASCIO Fino a lì, no. Ma c’è un sentiero che ci può portare fino a qui. Indicando con un dito sulla mappa. Poi bisogna salire a piedi. LORENZI Ok! Andiamo a farci questa passeggiata che magari ci fa pure bene. Esce dall’ufficio e prima di lasciare la caserma si affaccia nell’altro ufficio rivolgendosi agli altri agenti. LORENZI Ragazzi, lasciate perdere tutto e seguitemi. Ed esce seguito da un poco convinto Lo Cascio. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi

Carabiniere 1


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 95 OGGI STRADINE PAESE. Esterno giorno. Fabio arriva, seguendo una delle poche stradine del paese, vicino ad un muro a secco che, parzialmente crollato, permette di vedere un panorama incantevole. Si siede sul muretto e riprende la lettura del quaderno. Nell’altra mano tiene una brioches che mangia come colazione. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 96 Medioevo DINTORNI VILLAGGIO. Esterno giorno. L’Abate, seguito dai chierici e da molti degli abitanti del villaggio, stanno tornando dal cimitero, situato sulla sommità di una collina, in cui sono state sepolte le vittime dell’agguato. VOCE DI GERVASO Dopo che la notte fu passata, lo Abate Guglielmo, dai suoi chierici assistito e da molta della gente del paese accompagnato, andò a prestare cristiana sepoltura ai due fidi soldato e al servo Tobia, che periti a difesa della persona dello Abate e dei chierici suoi. Molte preghiere furono recitate e anche molte lacrime furono versate per la perdite di quei valorosi. Soprattutto dal buon frate Barnaba. Dopo che quella sepoltura aveva avuto luogo, un altro compito attendeva l’Abate… PERSONAGGI Goffredo De Villon Lanciere 2 Capo Villaggio

Barnaba Lanciere 3 Innocenza

Lanciere 1 Maria Gervaso

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 97 Medioevo PIAZZALE INGRESSO VILLAGGIO. Esterno giorno. Dopo i funerali dei tre poveretti, la piazza si è riempita di gente. Un carro in legno funge da palco delle autorità sul quale si trovano: l’Abate, i due chierici e il capo villaggio. Di fronte a loro si trova un altro carro su cui è posta una gabbia in metallo rotonda, con in cima un grosso anello, in modo che possa rimanere appesa. La folla schiamazzante si ammutolisce e si apre in due lasciando


passare gli armigeri che trascinano Karim che osserva tutti con gli occhi sbarrati. Non oppone resistenza, ormai consapevole di non avere scampo. Arrivato nei pressi del carro con la gabbia, al giovane vengono legate le mani dietro la schiena e queste legate a loro volta al carro, in modo che non si possa muovere. Poi tutto tace. Tutti i presenti rivolgono lo sguardo verso l’Abate. Gli occhi di Karim fissano l’Abate in volto. In quel momento un movimento attira l’attenzione dei presenti. Un carro tirato da due buoi sta lasciando il villaggio. Sopra a questo carro, con altre quattro persone che lo trattengono c’è Lodovico. Il giovane ragazzo, che piange disperato, incrocia lo sguardo con quello di Karim che però, per rassicurarlo, ricambia con un sorriso. Il carro si allontana ed il silenzio ritorna nel piazzale. Il prelato sembra titubante, poi, però con un cenno del capo, impartisce l’ordine di esecuzione ad uno degli armigeri. Questi si prende un grosso coltello, vi passa un dito sulla lama per verificarne il filo e si avvicina a Karim. Un altro armigero strappa il vestito del ragazzo, poi con l’aiuto del collega lo afferrano per immobilizzarlo. Senza il minimo tentennamento il coltello prima si alza, poi si abbassa con decisione evirando il povero karim al quale non resta altro che gridare fino allo svenimento. Il corpo del ragazzo, sanguinante, viene messo nella gabbia e questa fissata ad una catena. Poi il carro viene tolto e la gabbia rimane dondolante appesa come una gabbia di uccelli. Tutti lentamente se ne vanno. Karim tramortito attende di morire dissanguato. Tutti gli abitanti del villaggio si avviano verso il magazzino dove deve riprendere il processo, il carro con Lodovico è ormai lontano e una grossa pozza di sangue si sta formando sotto la gabbia di Karim. PERSONAGGI Lodovico Degli Ascorti Capo Villaggio Lanciere 2 Goffredo De Villon

Karim Maria Lanciere 3

Gervaso Lanciere 1 Barnaba

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 98 Medioevo MAGAZZINO VILLAGGIO. Interno giorno. Di nuovo tutti si ritrovano nel magazzino tribunale. Di fronte a Gervaso ci sono alcuni fogli di pergamena, un calamaio e una penna d’oca. Da una delle capriate del tetto pende una lunga corda.


La sala è affollata di gente che mormora e commenta quanto sta avvenendo. L’Abate si alza e leva le braccia per ottenere silenzio e l’attenzione della folla. GOFFREDO DE VILLON Benedicendo. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sanctis. FOLLA Facendosi il segno della Croce. Amen. GOFFREDO DE VILLON Fatela entrare. A piedi nudi e con addosso solamente un rude e sporco vestito di juta, Innocenza entra nella stanza scortata da due armigeri armati. La donna appare minuta rispetto alle possenti figure che le sono a fianco. VOCE DI GERVASO Fu così che la donna chiamata Innocenza fu tratta in giudizio. Serena se ne venne verso chi doveva giudicarla, fiduciosa del patto, ma alla vista della corda e degli altri strumenti di tortura che già approntati erano, ebbe come triste presagio… Innocenza si blocca alla vista degli strumenti, allora gli armigeri la prendono per le braccia e la trascinano avanti, fino alla pedana. Nella sala c’è un silenzio assoluto. Lo sguardo di Innocenza va a cercare quello di Gervaso, ma il chierico è indaffarato a mescolare con la penna d’oca l’inchiostro nel calamaio. L’Abate si raccoglie brevemente in preghiera e poi fa cenno agli armigeri che, con un solo gesto, la riportano al centro della sala, molto vicino alla corda che pende dalla trave. L’Abate guarda impassibile Innocenza, poi, lentamente si siede. GOFFREDO DE VILLON Donna Innocenza, siete stata qui condotta per essere sottoposta a giudizio… Come ben sapete siete accusata di molti delitti… Di esercitare pratiche illecite… Di stregoneria… A Gervaso. Chierico, redigete il verbale. Gervaso intinge ripetutamente la penna d’oca nel calamaio. Poi si china sulla pergamena e guarda di sottecchi Innocenza. Quando però il suo sguardo incrocia quello della donna, subito abbassa gli occhi. GOFFREDO DE VILLON


Come vi chiamate?! La bocca di innocenza si muove, ma per la paura non riesce a dire nulla. GOFFREDO DE VILLON Quando siete nata? … e dove? Ancora una volta la bocca di Innocenza si muove senza far uscir nessun suono. GOFFREDO DE VILLON Come vi proclamate? Innocenza abbassa la testa con le lacrime che gli inondano gli occhi e tace. GOFFREDO DE VILLON Fate entrare i testimoni. Entrano alcune persone vestite a festa che, sotto lo sguardo attonito della folla raccontano le loro verità all’Abate che di tanto in tanto annuisce o porge qualche domanda. Gervaso continua a scrivere, senza mai alzare lo sguardo dai fogli. Barnaba, è intento a leggere la Bibbia che ha aperto davanti a sé. Poi, dopo un rispettoso inchino, i testimoni lasciano la sala e vanno a mescolarsi alla folla. Nella sala si fa di nuovo silenzio. GOFFREDO DE VILLON Avete sentito di che cosa vi si accusa… Vi chiedo ancora una volta: come di dichiarate? INNOCENZA Prima a voce bassissima, che prende vigore piano piano. Innocenza è il mio nome e innocente sono, per quanto riguarda i bambini… Mai la mia mano si levò su di un bimbo. Tranne che per fargli vedere la luce. Fa una pausa e rivolge lo sguardo prima alle persone sulla pedana poi alla folla. Il piccolo Diodato, il bambino scomparso… io stessa l’ho fatto nascere. Come avrei potuto fargli del male? La folla bisbiglia Innocenza va a cercare con lo sguardi Gervaso. Poi, comprendendo, prende fiato per farsi coraggio. INNOCENZA Devo però confessare a voi tutti di aver esercitato le arti magiche… GOFFREDO DE VILLON


Siete dunque una strega! INNOCENZA Dapprima utilizzai le mie arti solo per fare del bene… Per guarire gli infermi, per levare il mal’occhio al bestiame e ai raccolti… Poi il diavolo venne a tentarmi La folla bisbiglia sbigottita. Venne la notte, mentre giacevo nel mio letto… Venne di giorno mentre filavo o andavo a lavare i panni… Venne anche quando stavo conversando con gli altri.. Mi sussurrava all’orecchio, risvegliava la mia carne… Turbava la mia anima… Io volevo resistere! Ma che cosa può fare una donna povera e ignorante quale io sono, di fronte alla potenza del Maligno? Confesso di averlo incontrato più volte, da sola, nei boschi… Ho dovuto sottostare alle… Si ferma, non riuscendo più a continuare. Innocenza fa una pausa come per prendere fiato, come se cercasse le parole, ma in realtà và ancora a cercare con lo sguardo il chierico Gervaso, che cerca di ignorarla. GOFFREDO DE VILLON E che cosa vi ordinava il Demonio? Che cosa voleva da voi? Incalzandola. Voi, che cosa avete fatto? Innocenza abbassa la testa. Di nuovo bisbigli dalla folla. Poi improvvisamente un malore coglie Innocenza. (un attacco epilettico) Cade sul pavimento e si contorce in spasmi, la bava gli esce dalla bocca. Gli armigeri che gli sono accanto si allontanano spaventati, i chierici e il capo villaggio spalancano gli occhi, solo l’Abate osserva, quasi con soddisfazione la scena, come se quegli attacchi fossero una conseguenza della lotta del bene contro il male. Poi, come è cominciato, l’attacco convulsivo termina. Di nuovo il silenzio nella sala. Innocenza sudatissima, si mette in ginocchio, comprendendo ciò che era avvenuto. Cerca di riprendere il controllo. Si asciuga la bocca ed alza lo sguardo accecato dalle lacrime all’Abate INNOCENZA Di tutto ciò io mi pento… Mi pento di aver peccato contro la Beata Vergine Maria, contro Nostro Signore Gesù Cristo Figlio di Dio, e contro a Dio stesso e contro tutti i Santi… Si ferma in preda al pianto che comunque cerca di soffocare. In ginocchio si porta sino a sfiorare la pedana.


Ad alta voce. Abate, salvatemi! Piangendo. Io vi prego… salvate la mia povera anima… L’Abate si alza lentamente. Osserva dall’alto il corpo tremante di Innocenza. GOFFREDO DE VILLON Niente male… Niente male devo dire, una confessione chiara e precisa, seguita da parole di pentimento davvero commoventi. Ma… Duro. Ma io non ci credo… Io credo invece che tu stia mentendo per evitare il giusto castigo… Io credo che tu stia mentendo per evitare la corda… Non è così che salverai la tua anima dalle fiamme dell’inferno e il tuo corpo dal rogo. L’Abate fa un gesto agli armigeri che immediatamente prendono Innocenza e la trascinano nel centro della sala dove la legano ad una colonna di legno. Con un gesto rapido e preciso gli strappano il logoro vestito scoprendo la schiena. Innocenza piange. GOFFREDO DE VILLON Vediamo se in questo modo sentiremo uscire dalla vostra bocca una versione della verità più attendibile… Sono curioso di sapere se le vostre labbra sono in grado di abbandonare le comode menzogne per la fatica di dire finalmente il vero… Agli armigeri. Procedete! I due soldati si avvicinano all’asse e prendono due fruste di cuoio. INNOCENZA Torcendosi, cercando di vedere Gervaso, urla. Me l’avevi promesso… Me l’avevi promesso, lurido bastardo! Me l’avevi promesso figlio di una cagna! Piangendo sconsolata. Me l’avevi promesso… L’Abate si volge un attimo a guardare Gervaso, inarca un sopracciglio e gli rivolge un sorriso ironico. Barnaba si segna ed in silenzio incomincia a pregare. Gli armigeri incominciano a frustare con forza sulla schiena della donna che urla ad ogni colpo. VOCE DI GERVASO Molte furono le torture che Innocenza dovette subire.


La schiena venne frustata, alcune dita delle mani vennero spezzate. Persino al contatto col ferro rosso e all’infame marchio a fuoco della croce, dalla bocca sua non vennero che urla e lamenti, ma nessuna confessione. PERSONAGGI Innocenza Lanciere 1 Maria

Barnaba Lanciere 2 Capo Villaggio

Goffredo De Villon Lanciere 3 Gervaso

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 99 OGGI STRADINA PAESE. Esterno giorno. Fabio è immerso nella lettura, ma il passaggio di un aereo lo riporta alla realtà. Alza lo sguardo per osservare per qualche secondo il velivolo, poi si rimette a leggere. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 100 Medioevo MAGAZZINO VILLAGGIO. Interno giorno. Il processo continua. Innocenza è legata alla corda che pende dalla trave, con le mani legate dietro la schiena. Uno degli armigeri sta tenendo la corda. Ad un tratto, viene lasciata e la donna cade a terra lamentandosi. Il corpo e il viso di Innocenza è insanguinato e pieno di lividi e ferite. Il viso di Gervaso ha un’espressione di raccapriccio. Barnaba mormora una preghiera. Il viso dell’Abate è impassibile, quasi compiaciuto. La guardia solleva di nuovo Innocenza sino a farle sfiorare la trave, poi lascia la corda. La donna ricade sul pavimento lanciando l’ennesimo urlo di dolore. La porta si apre violentemente. Sulla soglia compare il cavaliere Federico del Giglio. Appena dietro di lui ci sono Laura e Beatrice e subito dopo alcuni uomini armati. Solo, il cavaliere avanza nella sala guardando dritto negli occhi l’Abate. Il giovane si ferma a fianco di Innocenza distesa a terra con il corpo contorto dal dolore. Si china sulla donna..


La sua mano va a levarle il sudore e il sangue dal viso. FEDERICO DEL GIGLIO All’Abate. Vi state divertendo, prete? Il cavaliere estrae la spada dal fodero e, facendo un rapido giro su se stesso, va a troncare la fune che pende dal soffitto. I lancieri fanno un passo verso il cavaliere, ma immediatamente Beatrice, Laura e la scorta di Federico si avvicinano con le spade sguainate. I lancieri, intimoriti si fermano, poi decidono di avvicinarsi al palco dell'Abate anch'essi con le armi pronte. INNOCENZA Mormora a bassa voce. Grazie, figlio mio… Il cavaliere sofferma il suo sguardo sul corpo martoriato della donna, lentamente, con gli occhi che sempre più gli si accendono d’ira, guarda Barnaba, Gervaso, il Capo villaggio e l’Abate. FEDERICO DEL GIGLIO Con disgusto. Domenicani… Domini Canis. Sputa in terra con estremo disprezzo. I cani di Dio! GOFFREDO DE VILLON Indignato. Come vi permettete? FEDERICO DEL GIGLIO Io mi permetto, Abate… Io mi permetto… Pausa. Sapete, mi viene da chiedere… Io mi chiedo… Leva in alto la spada e grida. Mi chiedo!!! Io mi chiedo a quante e a quali altre nefandezze dovremo assistere in questi tempi bui? A quanti Mori trucidati?!! E quante donne arse sul rogo?! Indicando la folla. E quanta fame dovranno ancora sopportare?… E quante carestie… quante pestilenze?… E quanta miseria… quanto orrore.. quanta ferocia?.. All’Abate.


Quali altre orribili trame oserete ancora tessere nel nome di Dio? O forse nel nome del vostro Papa, Leone XIII che già centinaia di morti inutili ha sulla coscienza. PERSONAGGI Laura Gervaso Lanciere 1 Goffredo De Villon Segretario

Federico Del Giglio Capo Villaggio Lanciere 2 Barnaba

Beatrice Maria Lanciere 3 Innocenza

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 101 OGGI CHIESA DEL PAESE. Interno giorno. Monsignor Polidori è sull’altare. Veste i paramenti sacri ma è costretto a celebrare Messa su una sedia a rotelle spinta a turno da Giulio Tancredi e dallo Spazzino. In prima fila, assistono alla funzione: l’oste, con la fascia di Sindaco, il guardiacaccia in uniforme, Luisa, vestita a festa con la corolla di fiori da Regina dei Fuochi e da Donna Assunta, vestita, come sempre di nero. In mezzo alla navata centrale in un braciere arde un fuoco. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Con voce limpida, anche se un po’ affaticato. Nel nome del Padre de Figlio e dello Spirito Santo. GENTE Segnandosi. Amen. Giulio Tancredi avvicina l’asta del microfono alla sedia per permettere al sacerdote di pronunciare la sua omelia. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Cari fratelli… Mi trovo qui a celebrare questa funzione, in questo che doveva essere un giorno di festa per tutti, ma che come sapete è stato funestato da una grave mancanza. Ma nonostante la disgrazia, si è deciso di continuare i festeggiamenti della Festa dei Fuochi, perché così avrebbe sicuramente voluto il vostro Parroco. E così, approfittando del piacevole soggiorno che sto facendo in questo delizioso paese, ho deciso che, nonostante gli impedimenti… Indica la sedia a rotelle. Fosse giusto non far mancare a questa festa la funzione. Perché questa festa… la Festa del Sabato, la Festa dei Fuochi si sempre sentita… La Festa del Fuoco, che voi ripetete da innumerevoli anni è stata una tradizione per tanti secoli, celebrata in tanti altri paesi, praticamente in tutta Europa. Il ricordo dei questa tradizione si perde nei tempi antichissimi, ben prima che il Nostro Salvatore si facesse uomo.


I falò accesi sulla alture, le torce portate in giro per il paese, nei campi, dovevano servire a scacciare gli spiriti maligni, dovevano garantire ampi e abbondanti raccolti, scacciare la malasorte, garantire fortuna e benessere a tutti gli abitanti dei villaggi Spesso però, in queste occasioni si approfittò della voglia di festeggiare, per compiere riti di stregoneria… Addirittura, si racconta, che alcuni dei partecipanti, approfittavano di questi riti per fare patti col maligno, per unirsi a Satana. In fondo alla Chiesa, dal portone aperto di vede Fabio che si avvicina e si appoggia al portale ma senza entrare nella Chiesa. Tiene in una mano il solito quaderno. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Per fortuna oggi i tempi sono cambiati… Sono certo che nonostante la povertà che ha colpito questo paese, tutti voi siete di animo buono e gentile e che nei vostri cuori alberga la fede e la speranza. Alzando la voce. E con grande gioia, quindi, che io vi dico… Portate a me questi fuochi perché li benedica. Con questi fuochi benedetti, questa notte, voi benedirete i vostri campi. Luisa si alza e seguita dalle due ancelle, prende il braciere e si avvicina all’altare. PERSONAGGI Carmelina Oste Bambina 1 Bambina 4 Bambino 1 Bambino 4 Fabio Torri

Spazzino Giulio Tancredi Bambina 2 Bambina 5 Bambino 2 Bambino 5

Giacinto Luisa Bambina 3 Monsignor Vittorio Polidori Bambino 3 Donna Assunta

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 102 OGGI BAITA IN MONTAGNA. Esterno giorno. Stanchi e sudati, i cinque carabinieri arrivano nei pressi della baita. Davanti alla casa, Lo Cascio crolla seduto su un ceppo di legno, mentre Lorenzi, appoggiandosi spossato ad un albero, indica agli agenti di fare il giro della casa. Senza fiato, gli agenti annuiscono e scompaiono dietro la casa. Lorenzi dà una rapida occhiata in giro, poi si avvicina a Lo Cascio dandogli una pacca sulla spalla. LORENZI Col fiatone. Caro maresciallo, ho un brutto presentimento.


LO CASCIO Preoccupato. Pure io. C’è una strana atmosfera… I graduati si avvicinano alla casa e si apprestano ad entrare quando uno degli agenti arriva di corsa. CARABINIERE 1 Tenente. Vanga, l’abbiamo già trovato. Lorenzi e Lo Cascio si scambiano un’occhiata poi si dirigono verso il retro della baita. LORENZI Come odio avere sempre ragione… PERSONAGGI Carabiniere 1

Lorenzi

Lo Cascio

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 103 OGGI FOSSATO DIETRO LA BAITA. Esterno giorno. I Carabinieri si avvicinano al fossato da cui spuntano degli scarponi da montagna. Dentro il fossato, orribilmente mutilato si vede il corpo del boscaiolo in una pozza di sangue. Lorenzi si guarda in giro per capire. Uno dei carabinieri si allontana di qualche metro per vomitare. Lo cascio si copre il naso e la bocca con un fazzoletto bianco. Nessuno osa dire nulla. LORENZI Avvicinandosi all’agente che si è sentito male. Se ne torni alle macchine e chiami la scientifica per i rilevamenti. Rivolto a Lo Cascio. A questo punto possiamo definitivamente scagionare Don Paolo… LO CASCIO Incuriosito. Ah.. Come mai. LORENZI Lei mi ha detto che questo Don Paolo è un tipo minuto, magrolino… Allora mi chiedo come possa essere riuscito a trascinare il boscaiolo fino a quell’albero dove a quanto pare lo ha torturato. E poi trascinato, probabilmente già morto o almeno svenuto, fino a qui.


A occhio e croce questo tizio peserà almeno cento chili. LO CASCIO Ma se è così, allora questo Don Paolo dov’è andato a finire? LORENZI Le so sapessimo, avremmo risolto il problema… I due graduati si avvicinano all’albero dove il boscaiolo è stato torturato. Una grossa ascia insanguinata è piantato nel tronco. A terra si scorgono alcuni pezzi di corpo umano: alcune dita, una mano e altri. LORENZI Il nostro assassino voleva sicuramente qualcosa o un’informazione, visto che si è divertito a torturarlo. Venga, torniamo in caserma, questo spettacolo mi sta facendo rivoltare lo stomaco. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi

Carabiniere 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 104 OGGI SAGRATO DELLA CHIESA. Esterno giorno. Dal portale aperto della Chiesa Fabio ha seguito il percorso del corteo con il braciere. Quando il sacerdote pronuncia la formula della benedizione il giovane si allontana in fretta dal sagrato. Si porta al centro della piazza e riprende la lettura del quaderno. PERSONAGGI Fabio Torri Bambino 1 Bambino 4 Luisa Bambina 1 Bambina 4 Monsignor Vittorio Polidori

Carmelina Bambino 2 Bambino 5 Donna Assunta Bambina 2 Bambina 5 ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 105 Medioevo MAGAZZINO VILLAGGIO. Interno giorno.

Giulio Tancredi Bambino 3 Spazzino Giacinto Bambina 3 Oste


Siamo di nuovo nella sala del processo. Il cavaliere e l’Abate sono uno di fronte all’altro Si guardano a lungo negli occhi per sfidarsi. Gervaso ha lasciato cadere la penna ed attira l’attenzione di Barnaba e di alcune persone della folla. Innocenza è ancora a terra e si lamenta piano. FEDERICO DEL GIGLIO Con fredda ira. Io non permetto che nelle mie terre vengano compiute simili nefandezze… Soprattutto nel nome di Dio… GOFFREDO DE VILLON Adirandosi. Chi siete voi per ardire a tanto? FEDERICO DEL GIGLIO Altezzoso. Io sono colui che domina queste terre! GOFFREDO DE VILLON Con calma. Voi potete dominare chi vi pare e dove vi pare… Ma non dovete interferire col giudizio di Dio… Arrabbiandosi di nuovo. Questa donna è un’assassina, una strega È accusata di innumerevoli delitti… Ha confessato! FEDERICO DEL GIGLIO Con calma freddezza. Ha confessato, certo… Voi lo affermate e io non ho certo motivo di dubitarne… Sorride. Ma come ha confessato? Pausa. L’avete privata dei suoi abiti, dei suoi capelli… È stata portata di fronte ed accusatori maligni che le hanno riversato addosso antichi rancori… odii non sopiti… menzogne. Pausa. E voi, caro il mio Abate, non vi siete data più che tanta pena ad ascoltare… a cercare le vere ragioni… Duro quasi gridando. Voi l’avete ignobilmente torturata nel corpo e nell’anima… Alza in alto la spada tenendola per la lama e mostrandone l’impugnatura come fosse una croce. Urla. Ut Deus vult? Dio lo vuole ??? È questo che Dio vuole? Indica con la spada Innocenza che è ancora in terra che non riesce a sollevarsi. Guardate… io vi ordino… io vi prego di guardare bene questa donna che voi, con queste accuse e


con la vostra indifferenza avete trascinato qui in giudizio… Urla. Guardatela vi dico! Guardate che cosa avete fatto!!! Pausa, poi dolorosamente. Vedete? Il suo corpo… straziato… la sua paura… Rivolgendosi a tutti. Tutti.. io dico a voi, nelle sue stesse condizioni, avreste confessato qualsiasi cosa… E non solo di aver praticato in arti magiche… Ma pure di aver comprato tutti i vostri bambini da un ebreo errante o di aver commesse le più aberranti nefandezze… Rivolto agli armigeri dell’Abate. Liberate quella donna. Gli armigeri, intimoriti dal cavaliere esitano. Si voltano a guardare l’Abate che rimane impassibile. Nella sala c’è un gran silenzio carico di tensione. CAPO VILLAGGIO Intimorito. Ma scusate, mio signore… Pure con tutto il rispetto che io stesso e tutti noi dobbiamo alla vostra persona… GERVASO Quasi sovrapponendosi. Io dico, signore, che voi state commettendo un grave sopruso… BARNABA Vi state opponendo alla volontà di Dio… GOFFREDO DE VILLON Irato ai tre. Tacete!!! Al cavaliere. Voglio parlare con voi… da solo. FEDERICO DEL GIGLIO Ironico. Desiderate blandirmi, intimorirmi, persuadermi… Oppure desiderate ricevere la mia confessione?… GOFFREDO DE VILLON Gentile. Nulla di tutto questo per ora… Desidero solo parlare con voi… a tu per tu… L’Abate si alza fissando negli occhi il cavaliere. Tra i due, al di la dell’ovvio momento di tensione, sembra correre una strana elettricità L’Abate distoglie lo sguardo da quello del cavaliere. GOFFREDO DE VILLON A voce alta, agli astanti.


Per ora il processo è sospeso. Il capo del villaggio e gli armigeri tirano visibilmente una sospiro di sollievo. La folla commenta sotto voce. BARNABA Indignato. Abate… non possiamo farci ricattare da… GERVASO Intervenendo sotto voce. Quella donna è una strega… non può cavarsela così… GOFFREDO DE VILLON Soltanto a me spetta il giudizio! Agli armigeri. Lasciate quella donna… Federico sorride e rivolge all’Abate un impercettibile segno di approvazione. L’Abate fa cenno ai chierici e al capo del villaggio di seguirlo e abbandona la sala. A lenti passi, il cavaliere si avvicina ad Innocenza. Gli armigeri si fanno lentamente di lato. Il cavaliere si toglie il mantello e lo appoggia sulle spalle della donna. Si china vicino a lei. FEDERICO DEL GIGLIO Parlando con dolcezza. Hai smesso di soffrire… È tutto finito… Ora ti porteremo via… I miei uomini di porteranno al sicuro e le mie dame di cureranno le ferite. Ti giuro che guarirai presto. INNOCENZA Con un filo di fiato. Grazie… grazie… FEDERICO DEL GIGLIO Ai propri armati. Forza, datevi da fare! Gli armati aiutano Innocenza a rialzarsi e la accompagnano fuori. PERSONAGGI Laura Gervaso Lanciere 1 Goffredo De Villon

Federico Del Giglio Capo Villaggio Lanciere 2 Barnaba

Beatrice Maria Lanciere 3 Innocenza


Segretario :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 106 OGGI PIAZZETTA BAR PAESE. Esterno giorno. Terminata la cerimonia, gli abitanti escono dalla Chiesa e sostano nella piazza, chiacchierando tra loro. Il bar è affollato di gente che si concede un aperitivo prima di andare a pranzo. Per l’occasione, l’oste ha disposto all’esterno del bar dei tavolini. Ad uno di questi siede Fabio che, pare non accorgersi della folla, immerso nella lettura. VOCE DI GERVASO E fu così che Donna Innocenza, a coloro che al Cavaliere nero facevano seguito, fu consegnata. Gli armati, con due lance ed alcune vesti, una barella approntarono e con questa la donna fuori dal villaggio fu portata. Presso il castello del nobil cavaliere fu portata e qui curata e un letto comodo gli venne dato, e cibo e acqua. Il cavaliere intanto con l’Abate stava. PERSONAGGI Fabio Torri Bambino 1 Bambino 4 Luisa Bambina 1 Bambina 4

Carmelina Bambino 2 Bambino 5 Donna Assunta Bambina 2 Bambina 5

Giulio Tancredi Bambino 3 Spazzino Giacinto Bambina 3 Oste

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 107 Medioevo RETRO MAGAZZINO VILLAGGIO. Interno giorno. L’Abate e il cavaliere sono seduti ai lati opposti di un tavolo. GOFFREDO DE VILLON In tono garbato. Io mi dolgo, Cavaliere, che quella donna vi stia tanto a cuore. Perché io sono profondamente convinto che ella innocente non sia… Mi dispiace, ma io devo compiere il mio dovere… FEDERICO DEL GIGLIO Freddo. E io devo impedirvelo. GOFFREDO DE VILLON


Immagino, mio nobile cavaliere, che voi dobbiate avere dei motivi molto gravi per intralciare l’opera di un inquisitore. Come ben sapete, io qui rappresento la Santa Chiesa e il suo Potere… Voi forse pensate di essere più potente della Chiesa? FEDERICO DEL GIGLIO Ironico. E voi questo lo chiamate potere? Torturare chi non può difendersi… Lasciamo stare. In questo momento io dispongo di sei uomini armati, che aggiungono le loro armi alla mia spada… A voi sono rimasti due armigeri… Sorridendo. Quindi, qui, adesso, io sono più forte… anche della Santa Chiesa. Ordinando. Voglio che a quella donna sia salva la vita! GOFFREDO DE VILLON E perché? Durante una lunga pausa i due si fissano in segno di sfida. FEDERICO DEL GIGLIO Perché quella donna è… mia madre. Da lei sono stato generato… Lei mi ha donato la vita, e ora, io gliela salvo. Dapprima l’Abate guarda sorpreso il cavaliere, poi, dopo un attimo di riflessione, si apre in un sorriso, pensando ad uno scherzo. GOFFREDO DE VILLON Che cosa mi tocca sentire… Un nobile cavaliere quale voi siete, generato da una povera guaritrice di campagna e per giunta rea confessa di stregoneria… Pausa. Succede di tutto in questi tempi bui… Non è raro, e voi lo sapete bene, che molti nobili, addirittura degli ecclesiastici, carpiscano l’innocenza di povere fanciulle e che da queste unioni nascano dei bastardi… Provocatorio. Bastardi che vengono poi sistemati in qualche convento o, se maschi e robusti, non appena sono in grado di reggere in mano una picca, vengono mandati a servire sotto le armi di qualche signore del vicinato… Nati dal grembo di una povera ragazza… e da nobili, questi poveretti possono al massimo sperare di condurre una vita appena un po’ più decente di quella della loro madre… Voi invece… FEDERICO DEL GIGLIO Sorridendo. Io sono diverso… GOFFREDO DE VILLON A già dimenticavo…


Voi siete il signore di queste terre. Ironico. Ve le ha forse lasciate in eredità vostro padre? FEDERICO DEL GIGLIO Tranquillo. No. Le ho ricevute in dono da mia madre. GOFFREDO DE VILLON Alzandosi. Ma che cosa state dicendo? No permetto che vi prendiate gioco di un Ministro della Santa Chiesa! FEDERICO DEL GIGLIO Appoggia una mano, tranquillo, sulla spalla del sacerdote e lo rimette a sedere. Tranquillizzatevi, Prete. Vedrò di chiarirvi le idee. PERSONAGGI Goffredo De Villon

Federico Del Giglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 108 Medioevo FALSHBACK - CASA ISOLATA. Interno notte. All’interno di una casa molto ampia, Innocenza, più giovane, che accende delle candele e le posa sul pavimento formando un cerchio. Le si inginocchia appena fuori da questa figura e si inchina, come se pregasse. Ad un tratto una fiammata e un’immagine si forma all’interno del cerchio, dove nel frattempo le fiamme delle candele si nono incredibilmente alzate. È un uomo, dal fisico possente e muscoloso. L’uomo, che non si vede mai in viso, esce dal cerchio e si avvicina a Innocenza che sorride felice. L’uomo spinge delicatamente Innocenza verso un giaciglio ricoperto di pelli, sempre illuminato da candele. I due si coricano e cominciano a fare l’amore. Al culmine, Innocenza sposta lo sguardo sul muro, dove vi sono proiettate le loro ombre, ma cambia espressione, quasi si terrore, quando si accorge che nell’ombra, l’uomo su di lei, ha la testa di un capro. Poi d’un tratto un soffio di vento spegne le candele e il buio inonda la stanza. PERSONAGGI Innocenza

Demone


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 109 Medioevo RETRO MAGAZZINO VILLAGGIO. Interno giorno. L’Abate e il cavaliere sono ancora uno di fronte all’altro. L’Abate è riverso sulla sedia, e respira a fatica. Ha gli occhi pieni di paura. Il cavaliere si alza in piedi e fronteggia l’Abate. FEDERICO DEL GIGLIO Allora, Prete… Piaciuta la storia? GOFFREDO DE VILLON Parlando a fatica. Allora è vero… Quella donna è davvero una strega… e… e voi… voi siete… il figlio del… FEDERICO DEL GIGLIO Io sono il figlio di colui che mi ha generato… GOFFREDO DE VILLON Maledetto! Vattene via, maledetto! Che il signore… L’Abate leva una mano in aria come cercando di tracciare un segno di croce. Di nuovo lo sguardo terribile del cavaliere lo immobilizza. Il viso dell’Abate di distorce in una smorfia di dolore. Colpito coma da un ictus, o da un infarto, si accascia sul tavolo facendo cadere la caraffa di vino che vi era posata. Richiamato dal rumore, il capo del villaggio entra nella stanza. Si blocca sulla porta quando vede il corpo dell’Abate contorcersi a terra. FEDERICO DEL GIGLIO Ironicamente al capo villaggio. In nostro caro Abate si sente poco bene… Chissà, forse non regge il vino… O magari è caduto anche lui in preda al Demonio… Prendetevi cura di lui. Ed esce dalla stanza. CAPO VILLAGGIO Avvicinandosi all’Abate angosciato. Oh, mio Dio che disgrazia… Che disgrazia!


Proprio nella mia casa… nel mio villaggio Cercando di soccorrere l’Abate. Abate… Abate vi prego… Oh Dio Benedetto! Il capo del villaggio prende tra le braccia il corpo dell’Abate e cerca di trascinarlo verso un angolo dove si trova un letto. CAPO VILLAGGIO Grida. Maria!!! Maria!!! Corri subito qui! L’Abate sta male Parlando a bassa voce. Che disgrazia… Oh mio Dio, fai che non muoia nella mia casa… E proprio nel giorno della Festa dei Fuochi… Che ne sarà di noi?! PERSONAGGI Maria Federico Del Giglio

Capo Villaggio

Goffredo De Villon

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 110 OGGI DINTORNI DEL PAESE. Esterno giorno. Altri uomini, nelle alture intorno al paese, stanno ammucchiando legname e vecchie cose da bruciare per allestire grandi falò Anche i bambini contribuiscono con le loro piccole fascine. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 111 OGGI PIAZZA PAESE. Esterno giorno. L’intero paese si sta preparando alla grande festa che avverrà nel corso della notte. Si appendono lumi, su alcune corde, vengono appesi dei prodotti dei campi e degli orti, alternati a delle lampade. Poco distante, su di un tavolo, alcune donne stanno preparando grosse torce. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 112 Medioevo CASTELLO CAVALIERE. Esterno imbrunire.


Alcune persone armate sono appostate vicino al grande portale. Altri soldati spuntano dalle mura merlate. L’atmosfera sembra piuttosto tranquilla. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 113 Medioevo CAMERA CAVALIERE. Interno imbrunire. All’interno della camera c’è un’atmosfera quasi orientale. La camera è drappeggiata e ha morbidi cuscini. In un angolo, il segretario, con in mano uno strumento musicale a corde, improvvisa degli accordi. Su un giaciglio, Innocenza sta ricevendo le amorevoli cure di Laura e Beatrice, che stanno spalmando degli unguenti sulle ferite della donna. Federico entra e si accascia di fianco al letto per verificare il lavoro su Innocenza. PERSONAGGI Innocenza Federico Del Giglio

Laura Segretario

Beatrice

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 114 OGGI UFFICIO LORENZI. Interno imbrunire. Lorenzi è in piedi davanti alla mappa del territorio, e con un pennarello ha segnato tre punti: dove è stato assassinato Don Domenico, il cascinale del signor Lorria e la baita del boscaiolo. Il tutto sotto lo sguardo attento del Maresciallo Lo Cascio. LORENZI Allora, Lo Cascio. Indicando i punti. Qui abbiamo ritrovato il Prete. Qui il nostro assassino ha trovato la seconda vittima, poi è risalito fin qui per uccidere il boscaiolo. Unisce con una linea i tre punti. Io vorrei sapere, se si scende da questa parte, cosa c’è? Facendo un cerchio più grosso per circondare un’area sulla mappa. LO CASCIO Li ci sono solo boschi. Non ci sono baite, rifugi e dopo una certa altezza non ci sono più sentieri. LORENZI Quindi è possibile che il nostro uomo stia vagando in questa zona nel tentativo di trovare una via di fuga che a quanto pare non c’è.


Arrabbiato stacca la cartina dal muro e la stende sulla scrivania. LORENZI Il guaio di questo posto è che anche con l’aiuto di un elicottero, non sarebbe facile individuarlo. LO CASCIO Comandate, qui è tutto bosco e bello fitto. E poi basta che l’assassino aspetti la notte per spostarsi… Lorenzi, pensieroso continua ad osservare la carta. Intanto un agente porta un foglio e lo porge al Maresciallo e poi esce. LORENZI Senza alzare lo sguardo dalla mappa. Cos’è? LO CASCIO È il fax dell’associazione ciclistica, per la corsa che passa in paese Domenica. Legge velocemente. Sti stupidi, ci fanno sapere da che vie passano, senza dirci da che direzione entrano in paese. Lorenzi, come elettrizzato alza di scatto la testa. LORENZI Come ha detto, Lo Cascio? LO CASCIO Dicevo che non ci hanno specificato se vanno a Morazzone o ci arrivano da lì… LORENZI È vero… Lei Maresciallo è un genio… LO CASCIO Tenente, io non ci sto a capire più niente, cos’ho detto mo’? LORENZI Chiamando con un gesto il sottufficiale. Venga qui. Vede? Noi fino ad ora abbiamo dato per scontato che l’assassino abbia ucciso Don Domenico. Indicando il punto e facendo scorrere il dito sulla carta. Sia andato da Lorria, lo abbia ucciso e poi si sia arrampicato fino alla baita per uccidere il Cordelli… Fa una pausa e alza lo sguardo per cercare quello di Lo Cascio. Ma chi ci dice che il nostro assassino sapeva che ciò che cercava lo aveva Cordelli, ma, dopo averlo torturato per bene, viene a sapere che ciò che cerca è stato dato, venduto, regalato, questo non lo sappiamo, al Lorria. È un’ipotesi, s’intende. Allora il nostro uomo, cosa fa? Scende fino alla cascina e fa visita al signor Aldo.


Ma purtroppo arriva tardi, Saro Cordelli ha già venduto quel qualcosa al prete, a Don Domenico. Mentre si avvia per il paese, ha la fortuna di incontrare il prete per strada… LO CASCIO Tenente, se lei ha ragione, allora il nostro uomo può essere nascosta da queste parti… Indicando un punto della carta. LORENZI Esatto, Lo Cascio. E se non ricordo male, salendo, a circa tre chilometri dal punto in cui è stato trovato il Prete, c’è un casolare abbandonato… I due carabinieri si guardano, poi scattano come una molla e si precipitano fuori dall’ufficio chiamando anche gli altri agenti. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 115 OGGI PIAZZA PAESE. Esterno notte. Nella piazza, gli abitanti sono radunati. Luisa, la Regina dei Fuochi, è in piedi su un piccolo piedistallo. La ragazza sta distribuendo agli abitanti delle torce. Intanto le due ancelle, arrivano seguita da Donna Assunta, portando il braciere e lo appoggiano nel centro della piazza. DONNA ASSUNTA Declamando. È quasi l’ora. I tocchi della campana stanno per dare il via alla Festa dei Fuochi LUISA Declamando. Tornate alle vostre case! Prima che ardano i fuochi. Che ogni lume, ogni fiamma sia spenta. PERSONAGGI Bambino 1 Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5 Giulio Tancredi Donna Assunta

Bambino 2 Bambino 5 Bambina 3 Luisa Giacinto Spazzino ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 116

Bambino 3 Bambina 1 Bambina 4 Oste Carmelina


OGGI DINTORNI PAESE. Esterno notte. La campagna desolata è illuminata dalla luna alta nel cielo. Ad una ad una, le luci che illuminavano il paese si spengono. Nei pressi di una vecchia casa si aggira Fabio che osserva la scena. PERSONAGGI Fabio Torri :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 117 OGGI PIAZZA PAESE. Esterno notte. Dopo aver spento le luci delle loro case, gli abitanti del paese sono ritornati in piazza davanti a Luisa che porge loro il braciere perché ognuno possa accendere la propria torcia. Al suo fianco, Donna Assunta mormora ad ognuno. DONNA ASSUNTA Tu, vai ad accendere la luce nella notte. Io starò a vegliare il buio della tua casa. PERSONAGGI Bambino 1 Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5 Giulio Tancredi Donna Assunta

Bambino 2 Bambino 5 Bambina 3 Luisa Giacinto Spazzino

Bambino 3 Bambina 1 Bambina 4 Oste Carmelina

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 118 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno notte. Il vecchio, sofferente depone il breviario sul comodino. Respira a fatica, lo sforzo della predica del mattino lo ha provato duramente. Sul viso c’è un’espressione di timore e di ansia, di impazienza. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Come se fosse una preghiera. Chissà dove sarà adesso… Sarà andato alla Festa. Avrà finito di leggere il documento? Dio mio, fai che venga da me prima che sia troppo tardi!


PERSONAGGI Monsignor Vittorio Polidori :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 119 OGGI DINTORNI PAESE. Esterno notte. Le luci di molte fiaccole si dispongono in una lunga fila. Quasi tutti gli abitanti impugnano una torcia. Ad aprire la fila c’è Luisa, sorridente e divertita. Le due ancelle sono al suo fianco. Subito dietro alle tre ragazze c’è l’oste con Giulio e Giacinto, quest’ultimo in uniforme. Dietro a loro c’è lo spazzino con il suo tamburo e poi, via via gli abitanti. Giunti al limitare dei campi la fila si ferma. L’oste e il guardiacaccia si volgono verso Luisa. Lo spazzino fa rullare nuovamente il tamburo. OSTE Declamando. Comandate o Regina dei Fuochi! Ordinate ciò che va fatto. Luisa si guarda intorno, fissa i volte della gente. LUISA Declamando. Che i nostri campi siano preservati! Che le… Che le… Per nulla imbarazzata dalla dimenticanza, infila una mano in tasca e ne estrae un foglietto che comincia a leggere. Che le donne siano feconde! Cha la malattia non colpisca noi e le nostre messi! Che i nostri armenti possano brucare i pascoli sicuri! Che la sorte ci sia propizia! E poi avvenga ciò che deve avvenire. Luisa scambia un’occhiata divertita al padre che la osserva, come per farsi scusare di aver dimenticato la formula. LUISA Declamando a memoria. E adesso… andate! Andate! La gente del paese lancia un urlo di gioia. Tutti si spargono di corsa per le campagna ad accendere o roghi. PERSONAGGI Bambino 1

Bambino 2

Bambino 3


Bambino 4 Bambina 2 Bambina 5 Giulio Tancredi Donna Assunta

Bambino 5 Bambina 3 Luisa Giacinto Spazzino

Bambina 1 Bambina 4 Oste Carmelina

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 120 Medioevo STRADINE VILLAGGIO. Esterno notte. Maddalena, una delle donne tessitrici, sta ritornando presso la propria abitazione, per prepararsi alla festa dei Fuochi, un una stradina incontra Adalberto, un ragazzone enorme e demente, figlio di uno dei commercianti più facoltosi del villaggio. MADDALENA Adalberto, cosa ci fai qui in giro? Non ti prepari per la festa? ADALBERTO Io non posso venire alla festa. Io non posso venire alla festa. Io devo restare, i devo restare per giocare con il mio amico. Io devo giocare con il mio amico. MADDALENA Sorridente. Ma anche gli altri bambini, vanno alla festa. Dai preparati, che ti divertirai. ADALBERTO Io devo restare col mio amico… Diodato… Io devo giocare con il mio amico Diodato… Non posso lasciarlo da solo… MADDALENA Si fa il segno della croce. Non dire queste cose. Diodato è scomparso, l’ha portato via una donna cattiva… A bassa voce. E probabilmente l’ha anche ucciso. Non si devono dire queste cose. Porta male! ADALBERTO Agitato. Ma no… Diodato gioca con me tutti i giorni… È nel mio giardino…


Gioca con me…. Vieni a vedere…. Adalberto prende per mano la donna e spariscono dietro la casa. PERSONAGGI Adalberto

Maddalena ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 121 Medioevo CORTILE CASA VILLAGGIO. Esterno notte. Adalberto continua a trascinare Maddalena all’interno del cortile. ADALBERTO Vieni… Se vuoi ti faccio giocare con Diodato… Lui gioca sempre con me…. La stretta intorno al polso di Maddalena comincia a diventare dolorosa e la donna incomincia a preoccuparsi. MADDALENA Lasciami, mi fai male! Viene lasciata. Non è bello inventare le storie con i bambini morti. Queste cose non si fanno… ADALBERTO Sorpreso per quel rimprovero. Ma è lì, guarda… Indicando un fossetto vicino al muro. Diodato mi aspetta sempre lì… Io gioco sempre con lui… Ma di nascosto…. Maddalena si avvicina lentamente al fosso e ciò che vede la terrorizza. Il bambino e in quel fossato in una posizione innaturale. Morto. La donna urla e fugge. Adalberto, confuso prima cerca di rincorrere la donna, poi si avvicina al fosso e prende il bambino per un braccio e lo solleva come se fosse un bambolotto. Poi, trascinandosi il cadavere, si dirige per uscire dal cortile. PERSONAGGI Maddalena

Adalberto

Diodato


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 122 Medioevo STRADINE DEL VILLAGGIO. Esterno notte. Maddalena, sconvolta corre per la strada gridando. MADDALENA. Diodato… Ho trovato Diodato… Quel povero bambino. Al suo passaggio dalle case e dalle tende, molte persone escono e cominciano a correre verso il cortile del ritrovamento. Ma ancora in strada, trovano il corpo del povero bambino. PERSONA 1 Mio Dio… Povero bambino… PERSONA 2 è morto. L’avevo detto io… E stata Innocenza… Alle grida dei bambini e delle donne, accorre anche la madre del bambino. MADRE DI DIODATO Diodato? Diodato?… Dov’è… dov’è… Facendosi largo tra la folla. Fatemelo vedere, fatemelo abbracciare. UOMO 1 Indicando la madre Tenetela lontana… Non fatela avvicinare…. Portatela via! Ormai quasi tutti gli abitanti del villaggio sono radunati intorno al povero bambino. Tra questi anche Adalberto che sta vicino ai genitori. ADALBERTO Ma è Diodato.... viene zittito dalla madre. MADRE DI ADALBERTO


Povero bambino... tirando Adalberto aiutata dal marito. Andiamo. Meglio tornare a casa. Dal primo stupore, la gente passa alla rabbia. FOLLA Infervorandosi sempre più. È stata quella strega! È stata lei… io l’avevo detto! L’Abate sta morendo… È colpa sua! Assassina! Figlia del Demonio! Prima Diodato, e ora l’Abate! Li ha ammazzati lei! Adiamo a prenderla! La folla si incammina verso la collina. Dopo pochi passi incrocia Maddalena che incredula guarda passare la folla che è aizzata contro Innocenza. Nel passaggio di quel corteo qualcuno dà una spallata a Maddalena che cade a terra, ma ancora sotto shock non riesce a dire nulla. MADDALENA Guardando ormai le ultime persone del corteo. A bassa voce. Ma non è stata Innocenza… È stato Adalberto… In quel momento il ragazzone passa scortato dai genitori che. Pur avendo sentito, continuano a camminare facendo fina di niente, anzi lanciando uno sguardo di fuoco alla donna. PERSONAGGI Persona 2 Maddalena Persona 1

Madre di Adalberto Uomo 1 Diodato

Adalberto Madre di Diodato

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 123 Medioevo STRADINE VILLAGGIO. Esterno notte La folla inferocita si sparge per il Villaggio, va ad armarsi con gli attrezzi del lavoro quotidiano. Qualcuno porta delle torce che vengono prontamente accese. Gli abitanti, guidati dal capo villaggio e Dal chierico Gervaso che è giunto nel frattempo insieme a Barnaba, si dirigono verso l’uscita del villaggio.


PERSONAGGI Maria Barnaba Persona 2

Capo Villaggio Uomo 1

Gervaso Persona 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 124 Medioevo DINTORNI VILLAGGIO. Esterno notte. La folla inferocita, alla luce delle torce si avvia urlando per le campagne, inerpicandosi per raggiungere la sommità della collina. PERSONAGGI Maria Barnaba Persona 2

Capo Villaggio Uomo 1

Gervaso Persona 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 125 Medioevo CAMERA CAVALIERE. Interno notte. Nella camera, che è stata divisa in due, da un panno scuro, vede da una parte il giaciglio di Innocenza che ancora dolorante cerca di dormire, dall’altra, Federico che è coricato nel proprio letto con al fianco le due dame: Laura e Beatrice. PERSONAGGI Innocenza Federico Del Giglio

Laura

Beatrice

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 126 Medioevo CASTELLO. Esterno notte. Intorno al fuoco, avvolti nei loro mantelli, alcuni soldati stanno sonnecchiando. Uno di loro, si alza dal e si allontana per fare un bisognino. Mentre è intento nel suo obbligo fisiologico, intravede in lontananza le fiaccole che si dirigono verso il campo e comincia a sentire le grida. Per vedere meglio si arrampica su una delle torri dove una guardia sta sonnecchiando. Vede arrivare il gruppo di gente. Terrorizzato corre verso gli alloggi.


SOLDATO Gridando. Allarmi! Allarmi! PERSONAGGIO Soldato Uomo 1 Capo Villaggio

Persona 1 Barnaba Maria

Persona 2 Gervaso

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 127 Medioevo VICINANZE CASTELLO. Esterno notte. La folla inferocita percorre la campagna. Impugnando fiaccole e rozze armi: bastoni, falci, forconi… La folla è guidata da Gervaso. Dietro al gruppo, reggendosi la tonaca, Barnaba cerca di tenere il passo. FOLLA Avanti, prendiamola! Al rogo… al rogo! Figlia del Demonio! Anima maledetta! GERVASO Correte, fratelli, correte, non lasciamocela scappare! PERSONAGGI Maria Barnaba Persona 2

Capo Villaggio Uomo 1

Gervaso Persona 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 128 OGGI CASOLARE. Esterno notte. Intorno ad un vecchio casolare, in parte diroccato, manca infatti totalmente il tetto e parte dei muri perimetrali sono crollati, i carabinieri, con le loro torce elettriche stanno guardando in giro. Controllano dentro e fuori le mura in pietra e tra gli alberi. Ad un tratto uno degli agenti chiama ad alta voce. CARABINIERE 1 Comandante… È qui!


Facendo luce con la torcia, guida gli altri ad un cumulo di macerie dietro le quali spunta un braccio. Immediatamente i tre agenti, sotto gli occhi di Lorenzi e Lo Cascio, cominciano a togliere le pietre che ricoprono il morto. LORENZI Scommetto quello che vuole che quello è Don Paolo… Il prete scomparso. LO CASCIO Lo credo anch’io comandante. Quindi aveva ragione lei, l’assassino ha fatto il percorso inverso… LORENZI Già, ma perché? Cosa cavolo cercava? Cosa possono aver trovato delle povere persone di campagna di così importante? CARABINIERE 1 Comandante… Può venire un attimo? Lorenzi si avvicina al cumulo di pietre. LORENZI Cos’altro c’è, ancora? CARABINIERE 1 Qui ce n’è un altro! LORENZI Un altro che? CARABINIERE 1 Un altro morto. Lorenzi e Lo Cascio, corrono quasi increduli per constatare di persona. LORENZI Massaggiandosi le tempie. Dio… Qui non si finisce mai! Chi cavolo è quello? LO CASCIO Cercate se trovate qualche documento! Intanto i due graduati osservano gli agenti intenti a spostare i cadaveri e notano subito che la gola del prete è squarciata mentre


lo sconosciuto ha enorme ferita, sempre da taglio in mezzo al petto. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi

Carabiniere 1

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 129 Medioevo CASTELLO. Esterno notte. Nel castello i soldati stanno raccogliendo in fretta le loro armi e cercano di organizzare la difesa: chi impugnando l’arco e piantando nel terreno a fianco a sé alcune frecce pronte all’uso, chi scaldandosi le braccia mulinando in alto la spada, chi stringendo i lacci dell’abito, chi impugnando una picca e preparandosi una spada poco lontano. PERSONAGGI Soldato :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 130 Medioevo CAMERA FEDERICO. Interno notte. La grande camera è divisa in due parti da un panno scuro. Da una parte c’è il giaciglio di Innocenza, che ancora dolorante, cerca di dormire. Dall’altra, il cavaliere è in un grande letto con ai propri fianchi le due Dame, Laura e Beatrice. Ignari di ciò che sta accadendo fuori. Si apre improvvisamente la porta e compare la testa del segretario. Le due dame, per nulla imbarazzate dall’essere in quel momento nude, non lo degnano di uno sguardo, mentre il cavaliere si mette a sedere. SEGRETARIO Padrone… padrone… Siamo attaccati! Una moltitudine…. Vengono dal villaggio… Laura e Beatrice spaventate, cercano i loro abiti per rivestirsi in fretta, il cavaliere rimane pensieroso. Il panno che divide in due l’ambiente si scosta e Innocenza, con indosso un leggero camicione bianco entra. INNOCENZA


Serena. Vogliono me. Sono venuti a cercarmi… Il mio destino sta per compiersi… Guardando il cavaliere con dolcezza e parlando in tono rassicurante. Lo devo affrontare come mi è stato detto quella notte. Lasciatemi andare… Che accada ciò che deve accadere… FEDERICO DEL GIGLIO Impassibile. Andate, Madre, che il vostro destino sia compiuto… Ma nulla di tutto ciò che avrete fatto andrà perduto. Innocenza, senza nemmeno un cenno di saluto va verso l’uscita. Prima di andarsene si volta a guardare il cavaliere e le due ancelle, che sono intente a rivestirsi e che per un attimo si fermano, sorride loro in maniera rasserenante ed esce. PERSONAGGI Innocenza Federico Del Giglio

Laura Segretario

Beatrice

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 131 Medioevo CASTELLO. Esterno notte. Innocenza attraversa il cortile del castello, passando tra i soldati che si stanno preparando allo scontro. Nonostante le torture subite, la donna avanza a passi sicuri tra i soldati che, in posizione di difesa, la osservano sbalorditi. INNOCENZA Ai soldati. Lasciate quelle armi… Non vi serviranno. Aprite quall porta. I due soldati al grande portale rimangono sbalorditi, ma dopo qualche istante aprono il pesante portone e Innocenza esce. PERSONAGGI Soldato

Innocenza ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 132 Medioevo ESTERNO CASTELLO. Esterno notte.


Superata la porta e i soldati Innocenza si dirige verso gli assalitori che nel frattempo si sono molto avvicinati. PERSONAGGI Maria Barnaba Persona 2

Capo Villaggio Uomo 1 Innocenza

Gervaso Persona 1 Soldato

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 133 OGGI DINTORNI PAESE. Esterno notte. La gente del paese corre per la campagna agitando le fiaccole. Le fiammelle, viste in lontananza, sembrano spiriti che vagano nel buio. Alcune dei grandi falò comincia ad accendersi rischiarando la notte. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 134 Medioevo DINTORNI VILLAGGIO. Esterno notte. La folla urlante si blocca e si ammutolisce quando si vede l’esile figura di Innocenza ferma ad aspettare. Poi una voce grida un insulto e tutti riprendono il vigore di prima e si affrettano a prendere la donna, ad insultarla, legarla, prenderla a sputi, e cominciano a trascinarla verso il centro di un campo. Innocenza non oppone resistenza. VOCE DI GERVASO Fu così che Innocenza andò a incontrare il destino che le spettava. La donna fu presa e percossa e molte parole scurrili le furono dette e così pure sputi le furono dati addosso e a mille ignominie e violenza fu ancora sottoposta sino a che giunse nel luogo in cui doveva incontrare la morte. Qui un palo fu presto eretto e ancora altre percosse e violenze e sputi ella dovette sopportare. Noi tutti eravamo in preda ad una sorta di pazzia. E intanto che violenza e ingiurie ancora ella riceveva il rogo venne preparato. PERSONAGGI Innocenza Uomo 1 Capo Villaggio Lanciere 2

Persona 1 Barnaba Maria lanciere 3

Persona 2 Gervaso Lanciere 1

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::


SCENA 135 OGGI DINTORNI PAESE. Esterno notte. Appoggiato ad un muro, Fabio sta osservando i fuochi in lontananza. Luisa e le due ancelle stanno rincorrendosi e ad un tratto si accorgono di Fabio. Sopra pensiero, il giovane non si accorge delle ragazze. Luisa si avvicina a Fabio che si gira di scatto. LUISA Lo sapete, siete un tipo davvero strano? FABIO TORRI Perché? LUISA Ve ne state tutto solo a spiare la gente che si diverte. FABIO TORRI Ma io non stavo spiando… LUISA Provocatoriamente. E allora, perché non venite con me alla festa? O proprio non mi volete? Le due ancelle ridono e dopo uno sguardo d’intesa con Luisa se ne vanno sghignazzando. FABIO TORRI Va bene… Hai fatto bene a venire… Ti stavo aspettando. LUISA Mi… Mi stavate aspettando? Luisa prende Fabio per mano per accompagnarlo alla festa. PERSONAGGI Luisa

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 136 Medioevo DINTORNI VILLAGGIO. Esterno notte. Gli abitanti del villaggio stanno accatastando fascine e legna


intorno al palo. Innocenza è tenuta saldamente per le braccia da due uomini del villaggio, ma lei sembra serena e non oppone la minima resistenza. Gervaso incita gli uomini. GERVASO Forza! In fretta… in fretta! Bruciamo la figlia del Demonio! Altra gente urla e incita a portare altra legna. In mezzo a tutta quella confusione, Barnaba è inginocchiato e prega. Poi la povera donna viene portata verso il palo, issata e legata saldamente, mentre altri uomini proseguono nel lavoro di preparazione del rogo. D’un tratto la folla si apre e si ammutolisce per lasciare passare Federico seguito dalle due dame. Poco distante vi sono il segretario e i soldati della scorta. Il gruppo giunge davanti al palo. Gervaso e Barnaba sono schierati davanti al rogo come se fossero pronti alla battaglia per difenderlo a loro si aggiungono i lancieri. FEDERICO DEL GIGLIO Ai due chierici. È mia madre… Lasciateci soli. Gervaso e Barnaba si scostano e si allontanano dal mucchio di legna e invitano con un gesto la folla a distanziarsi. GERVASO Al cavaliere in tono secco. Solo un momento. Federico annuisce e si arrampica fino ad trovarsi faccia a faccia con Innocenza che, sanguinante sembra non soffrire. INNOCENZA Con voce ferma. Il momento è giunto. Ma perché sei tornato? A te ho dato la luce e ti ho insegnato ciò che bisogna sapere. Loro non riusciranno a vincere. Tornate subito al villaggio e prendete il sigillo… Sarà il simbolo della tua potenza. E poi partite subito e fate ciò che deve essere fatto. Addio figlio mio. Il cavaliere bacia la guancia della madre poi scende con un balzo e si avvicina ad uno degli uomini che regge una torcia. La strappa di mano. La stessa cosa fanno Beatrice e Laura.


Si avvicinano alla catasta di legna a appiccano le fiamme. Rapidamente le fascine intorno a Innocenza prendono fuoco. La donna è presto avvolta da un denso fumo. Ma sembra non provare né paura né dolore. Nemmeno quando le fiamme incominciano a lambire il suo corpo. INNOCENZA Grida alla folla. Maledetti! Che voi siate maledetti! Che questa terra venga coperta dalla povertà! E la miseria invoco… E sulla vostra progenie… Non vi meritate né Dio e neppure il Demonio! Che le vostre anime siano perdute! Che i vostri figli e i figlie dei vostri figli possano patire la fame… Fino a che qualcuno di voi persone senza coraggio… Codardi… Fino a che qualcuno di voi codardi riuscirà a battere il maleficio che cadrà sulle vostre terre… Dovesse passare anche mille anni… Barnaba inorridito si prende la faccia tra le mani. Sulle labbra di Gervaso appare l’ombra di un sorriso. Il cavaliere e le due dame fanno qualche passo indietro obbligando la gente ad indietreggiare. Le fiamme avvolgono il corpo di Innocenza che lancia un ultimo, straziante, urlo di dolore. Tutta la gente che sta osservando l’orrendo spettacolo rimane senza parole. Tutti osservano quel corpo bruciare, immobile tra le fiamme. Alcuni tre le fiamme hanno visioni terrificanti, come il volto del demonio. A volte sembra che vampate vogliano raggiungere la gente del paese, che piano piano si allontana dalle fiamme, più per la paura che per il calore. PERSONAGGI Laura Segretario Capo Villaggio Uomo 1 Innocenza

Beatrice Soldato Gervaso Persona 1

Federico Del Giglio Maria Barnaba Persona 2

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 137 Medioevo STRADINA VELLAGGIO. Esterno notte. Da una delle strade del villaggio, ancora sotto shock, Maddalena osserva il rogo in lontananza. Fatica a stare in piedi.


Si accascia a terra come se pregasse. MADDALENA A voce bassa e piangendo. Non è stata lei… Non è stata lei… Che state facendo? Cosa stiamo facendo?…. PERSONAGGI Maddalena :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 138 OGGI DINTORNI PAESE. Esterno notte. In mezzo alla campagna sta bruciando un grande falò. Tutta la gente del paese è intorno alle fiamme che festeggia, chi si abbraccia, chi balla… Le due ancelle si aggiungono per i festeggiamenti. Fabio e Luisa, osservano tutto da molto distante. Si tengono per mano e di tanto in tanto si fissano negli occhi. FABIO TORRI Perché non vai con loro, ti stanno aspettando tutti. LUISA Oh no… non è vero. A loro non importa nulla se io sono con loro o meno. A loro importa solamente della festa. Di questa festa. Quando sarà finita, cominceranno da domani a fare progetti per il prossimo anno. E poi… Io sono la Regina dei Fuochi. E posso fare quello che voglio. Fabio e Luisa si guardano ancora intensamente, poi si scambiano un tenero bacio. Luisa è estasiata. LUISA Portami via di qui, ti prego… FABIO TORRI Va bene, ma prima devo fare una cosa… Tu intanto vai a divertirti, ci vediamo più tardi. E la bacia di nuovo. PERSONAGGI


Fabio Torri

Luisa ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 139 Medioevo DINTORNI VILLAGGIO. Esterno notte. Innocenza brucia tra le fiamme in cima all’altura. Intorno al grande fuoco gli abitanti del villaggio cominciano a muoversi, a pregare e a festeggiare. In silenzio, il cavaliere, seguito dalle dame e dal resto della sua comitiva si allontana VOCE DI GERVASO Abbandonato quel tristo spettacolo che nelle orecchie avevano ancora le grida di Innocenza, il cavaliere e il suo seguito fecero ritorno al villaggio. Solo i cani incontrarono per le via che ogni casa era vuota… Che tutti gli abitanti del villaggio al rogo di Innocenza ancora le membra loro scaldavano. Il cavaliere fece di nuovo visita allo Abate Guglielmo. PERSONAGGI Laura Segretario Capo Villaggio Uomo 1 Lanciere 1

Beatrice Soldato Gervaso Persona 1 lanciere 2

Federico Del Giglio Maria Barnaba Persona 2 lanciere 3

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 140 Medioevo RETRO MAGAZZINO VILLAGGIO. Interno notte. Il vecchio Abate, sta riposando nel giaciglio improvvisato dopo il suo malore. La stanza è illuminata da alcune candele, ma la luce più forte viene dalla finestra che da proprio sul rogo di Innocenza. Un’ombra si avvicina. Il vecchio gira la testa e con sua enorme sorpresa si trova davanti il cavaliere. GUGLIELMO DE VILLON Parlando con estrema fatica. Perché siete tornato? Che cosa volete ancora da me? FEDERICO DEL GIGLIO Si avvicina e gli sorride gentilmente. Il vostro sigillo…. Sono venuto a prendere il vostro sigillo.


GUGLIELMO DE VILLON Ironico. Non ne avrete certo bisogno per ornale il delicato collo delle vostre compagne. FEDERICO DEL GIGLIO Sorridendo. E a voi non servirà per riscaldarvi nella buia eternità che vi aspetta… Io saprò farne un uso migliore del vostro… Credetemi. GUGLIELMO DE VILLON Agitandosi. Che cosa volete fare… maledetto! Che cosa credete di fare… FEDERICO DEL GIGLIO Sempre calmo. Io non credo a niente… Sono però sicuro che né voi, ne i vostri padroni approverebbero ciò che voglio fare del vostro sigillo. Sempre che ne venissero a conoscenza. L’abate scruta spaventato il cavaliere. FEDERICO DEL GIGLIO Sempre sorridente. Così come per voi, prete, quel sigillo sarebbe stato un simbolo della potenza divina… Bene, io quel sigillo lo mostrerò come simbolo della mia forza… Della nostra forza… GUGLIELMO DE VILLON Maledetto! Che voi siate maledetto! FEDERICO DEL GIGLIO E voi portate i miei omaggi a mia madre… Sorridendo. Quando la incontrerete. L’Abate per l’agitazione ha un’altra crisi, cerca di raggiungere un bicchiere d’acqua ma con molta calma il cavaliere lo prende. FEDERICO DEL GIGLIO Alla tua salute… prete. E vuota il bicchiere in un sol sorso. Il respiro del vecchio Abate si fa sempre più difficile, annaspa, faticando a respirare, poi, sempre sotto lo sguardo impassibile del cavaliere, l’Abate muore. Il cavaliere si avvicina ad una cassa ne estrae l’amuleto, lo osserva un attimo poi lo infila in tasca e si dirige verso la porta, ma prima di uscire rivolge un’altra occhiata all’Abate.


FEDERICO DEL GIGLIO Addio, caro Abate. In quel momento le candele si spengono e un lampo accecante allumina violentemente tutta la stanza. PERSONAGGI Goffredo De Villon

Federico Del Giglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 141 Medioevo DINTORNI VILLAGGIO. Esterno notte. Sul villaggio si abbatte un violento temporale. Grandi gocce di pioggia vanno a spegnere gli ultimi tizzoni del rogo di innocenza. La gente è costretta chi correndo, chi camminando a passo spedito, a dirigersi verso il villaggio. Intanto la pioggia aumenta di intensità. Il terreno diventa fangoso e la gente si trova a camminare in un vero e proprio pantano. VOCE DI GERVASO Prima ancora che le luci dell’alba rischiarassero di un nuovo giorno quelle lande, grandi tuoni si udirono e caddero lampi dal cielo e così pure una grande pioggia che gli ultimi tizzoni del rogo spense. Cosicché, grazie a quell’acqua tutta, le ceneri di Innocenza furono sparse giù da quell’altura e arrivarono ai piani. E quelle ceneri, grazie a quell’acqua, a quelle terre si mescolarono per sempre. PERSONAGGI Maria Barnaba Persona 2 Lanciere 3

Capo Villaggio Uomo 1 Lanciere 1

Gervaso Persona 1 Lanciere 2

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 142 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno alba. Nella stanza, dalla finestra si vedono le prime luci dell’alba. Monsignor Sabini è disteso sul letto, sveglio. Respira a fatica. La porta della stanza si apre lentamente. Entra Fabio con in mano il quaderno. Si avvicina al letto e, con garbo, con insolita dolcezza, si siede in un angolo del materasso accanto all’anziano sacerdote.


Lo guarda a lungo. FABIO TORRI Grazie a voi e a questo documento, la mia teoria potrà finalmente essere dimostrata. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Cominciò tutto da qui… Innocenza, quella donna che bruciarono praticava realmente la str... FABIO TORRI E il cavaliere era realmente suo figlio. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Il figlio del Demonio… Generato durante un rito satanico. Grazie ai suoi poteri malefici fu facile per lui diventare ricco e potente. Costituì una setta segreta di eretici. E al contrario dei Catari, di duecento anni prima, riuscì a mantenere questo segreto. FABIO TORRI Così realmente, da quei giorni cominciò ad agire una potentissima setta segreta che gestì il potere ai più alti livelli. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Il Demonio vive in ogni tempo, sa assumere molte forme, si annida ovunque… FABIO TORRI Sicuro di sé. Esistono ancora! MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Annuisce. Sono sempre esistiti. Solo gli sciocchi pensano al potere del male… Il male è potere. E continuerà come è proseguito in tutto questo tempo. Almeno finchè non si saprà… Per fortuna quel chierico, Gervaso, ha redatto un documento davvero importante… PERSONAGGI Monsignor Vittorio Polidori

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 143 OGGI CASOLARE ISOLATO. Esterno alba. Il posto, nei dintorni del casolare, dopo l’ultimo ritrovamento, è affollato. Oltre alle due auto dei carabinieri, vi sono due furgoni della scientifica e due ambulanze.


Lorenzi e Lo Cascio cercavano di rimettere insieme i tasselli di quel rompicapo. LORENZI Ma se Don Paolo lo abbiamo trovato, e dato che siamo sicuri che non è lui l’assassino… Pausa. Ma chi è quello nuovo?! LO CASCIO Ma non potrebbe essere lui l’assassino? Magari si è accorto che dopo aver ucciso quattro persone, non è riuscito a trovare ciò che cercava e così si è ucciso. LORENZI Lo Cascio, per cortesia… Ho già un mal di testa da primo premio. Non ci si metta anche lei. Ma le pare che una persona, che ha ucciso quattro cristiani, si accoltelli da solo. E poi… Si squarcia il petto con un coltello, ma prima di morire ha l’accortezza di nasconderlo? Suvvia, siamo seri? LO CASCIO Ha ragione Tenente. È che io non ci sto a capire più niente. Uno degli infermieri dell’ambulanza, una ragazza, nel controllare il giovane sconosciuto nota uno strano ciondolo. Una piastrina della vita. Pratica, lo apre e ne estrae un bigliettino piccolo e lo srotola con molta delicatezza. INFERMIERA AMBULANZA Tenente. Credo di aver scoperto chi è questo. Indicando il corpo. Lorenzi e Lo Cascio, nonostante la fatica degli ultimi due giorni, con un balzo sono vicini all’infermiere. INFERMIERA AMBULANZA Si tratta di Fabio Torri, 34 anni, residente a… Alzando gli occhi si accorge che i due carabinieri stanno correndo veloci verso la loro auto. L’auto esegue una retromarcia velocissima e alzando una nuvola di polvere incomincia a seguire il sentiero di terra battuta a forte velocità. INFERMIERA AMBULANZA Sorpresa. Non ringraziatemi… È stato un piacere, aiutare la giustizia…


E ricomincia a spingere la barella. PERSONAGGI Carabiniere 1 Infermiera ambulanza

Lo Cascio

Lorenzi

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 144 OGGI STANZA MONSIGNORE. Interno alba. Il vecchio sacerdote tossisce. Rimane rattrappito nel letto e respira a fatica. MONSIGNORE VITTORIO POLIDORI Vi prego, avvicinatevi. Fabio si avvicina. Vedete quel grosso crocifisso? Prendetelo e vi accorgerete che una delle assi si smonta. Ci troverete l’originale del documento. Ci troverete anche una lettere firmata di mio pugno che garantisce l’autenticità del documento. Prendete quel manoscritto. Lo affido a voi. Smascherateli. Ora tocca a voi Fate sapere a tutti che questa organizzazione del male esiste, ormai ne avete le prove… Fabio prende il crocifisso sotto lo sguardo attento del Monsignore. Cerca di aprirlo ma non trova il modo. Con un colpo secco contro l’inginocchiatoio rompe l’oggetto. Il vecchio sacerdote spalanca gli occhi sbalordito. FABIO TORRI Prendendo i fogli arrotolati ed infilandoli nella tasca interna della giacca. Povero vecchio… Povero vecchio stupido. Tu non potevi saperlo ma ci era giunta la voce dell’esistenza di questo documento. Ricordi cosa mi hai detto ieri? “pare che in questo paese la gente abbia la lingua così lunga che non sappia mantenere un segreto” Il vecchio ha gli occhi sbarrati. E noi abbiamo orecchie molto attente. Il vecchio respira a fatica. Grazie al tuo lavoro… questi documenti saranno messi al sicuro. Tra le fiamme, come la povera Innocenza. Dopotutto. È la Festa dei Fuochi. Monsignor Sabini ha un ultimo sussulto prima di afflosciarsi sul cuscino morto. Fabio si avvicina al corpo del vecchio.


Ne guarda per un attimo il viso, poi, con un gesto quasi indifferente gli chiude gli occhi. FABIO TORRI Chiudendogli gli occhi. Mi dispiace per te… Ma non potrai riposare in pace. Fabio esce dalla camera lasciando la porta aperta. PERSONAGGI Monsignor Vittorio Polidori

Fabio Torri ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 145 OGGI STRADA DI CAMPAGNA. Esterno giorno. Ormai si è fatto giorno. L’auto dei carabinieri, guidata da Lorenzi sfreccia alla massima velocità. Dietro di sé alza una densa nube di povere. Ad ogni curva e ad ogni dosso, la macchina si scompone rischiando di finire fuori strada. Accanto all’Ufficiale, Lo Cascio tenta invano di allacciare la cintura di sicurezza, ma i sobbalzi rendono l’operazione quasi impossibile. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 146 OGGI STANZA FABIO. Interno giorno. Fabio entra nella propria stanza e subito si accorge della presenza sul letto di Luisa. Per nulla sorpreso, si toglie la giacca e si avvicina alla ragazza. LUISA Finalmente… Ma dove sei finito? È quasi un’ora che ti aspetto. FABIO TORRI Scusami, ma dovevo finire un lavoro… Fabio si inginocchia sul letto e abbraccia Luisa che ricambia.


I due si abbracciano fortemente e finiscono coricati cercando di spogliarsi l’un l’altro PERSONAGGI Fabio Torri

Luisa ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 147 OGGI STRADINA DI CAMPAGNA. Esterno giorno. L’auto dei carabinieri continua la sua folla corsa sbandando e Lo Cascio è ancora al lavoro per cercare inutilmente di allacciare la cintura di sicurezza. PERSONAGGI Lo Cascio

Lorenzi ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

SCENA 148 OGGI STANZA FABIO. Interno giorno. Luisa e Fabio sono ancora sotto le lenzuola e si stanno delicatamente accarezzando. La mano di Luisa accarezza la nuca di Fabio e scendendo verso la spalla sente al tatto una specie di cicatrice. LUISA Cos’hai qui? Cos’è, una cicatrice? FABIO TORRI Sorpreso. Ah, quella… Si, mi sono tagliato da bambino. Sono caduto tra delle bottiglie di vetro… LUISA Continuando a tastare con le dita. È strana… Sembra che abbia la forma di una stella. In realtà le dita di Luisa stanno toccando un cicatrice ma con la forma di tre sei disposti in circonferenza. FABIO TORRI Girati, che ti faccio una stella anche sulla tua spalla… Tranquilla Luisa si gira voltando le spalle a Fabio che solamente


con l’unghia lunghissima ed affilatissima del dito indice incomincia ad incidere la pelle della ragazza disegnando il primo sei. LUISA Cercando di sottrarsi. Ahi, ma che sei matto? Mi stai facendo male. FABIO TORRI Trattenendola. Resisti… In amore bisogna un po’ soffrire. Fabio incide il secondo sei, tra i lamenti di Luisa. La porta si spalanca e Lorenzi e Lo Cascio, con le pistole spianate fanno irruzione nella stanza. LORENZI Fermo lì! Fabio Torri, o chiunque tu sia sei in arresto. Non ti muovere! Non muovere nemmeno un muscolo. Signorina, si allontani lentamente da lui. In quel momento Fabio si gira e fissa i due carabinieri. Ha gli occhi rossi. FABIO TORRI Con una voce gutturale e inumana. Uscite subito di qui. Luisa, spaventata urla e fugge dalla camera. Approfittando di quel diversivo, Fabio prende le coperte del letto e le getta sulla testa dei due carabinieri. Lo cascio spara ma manca l’obiettivo. Fabio afferra la giacca e velocemente si getta dalla finestra frantumandola. Lorenzi e Lo Cascio si liberano delle coperte ed escono di corsa dalla camera. PERSONAGGI Fabio Torri Lo Cascio

Luisa

Lorenzi

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 149 OGGI PIAZZA PAESE. Esterno giorno. Fabio, dopo il volo dalla finestra, si rialza senza la minima conseguenza.


I carabinieri trafelati escono di corsa dalla pensione, individuano immediatamente il ragazzo. Prendono la mira e sparano alcuni colpi che però non colpiscono Fabio ma gli arrivano molto vicino. Fabio fugge con incredibile agilità, saltando tavoli e schivando ostacoli improvvisi. Lo stesso non si può dire dei due militari che inciampano in ogni tipo di ostacolo. Lorenzi prende la mira per sparare, Fabio, voltandosi si accorge e scarta all’improvviso per schivare il colpo. Nel brusco movimento, non si accorge di una fune che attraversa la strada e che la notte prima doveva aver sostenuto una lampada, inavvertitamente, rimane impigliato con la testa in quella specie di cappio. Per il colpo, la corda si tende stringendo il collo di Fabio. I due carabinieri, senza fiato, accortosi dell’accaduto rallentano il passo. Fabio si dimena per non essere strozzato da quel nodo che si fa sempre più stretto. Dimenandosi urta alcuni attrezzi con un piede che cadono poco lontano. Luisa lentamente si avvicina a Fabio che, quando se ne accorge, smette di dimenarsi. FABIO TORRI Parlando a fatica. Ciao.. Potresti aiutarmi? E gli mostra il più gentile dei sorrisi. Luisa osserva per un lungo momento Fabio, poi si china per afferrare uno degli attrezzi. Apparentemente sembra che sia intenzionata a prendere la falce, per tagliare la corda che sta strozzando Fabio. Poi all’improvviso afferra invece una forca a tre punte. Guarda con odio Fabio Alza la forca per colpirlo al petto. I due carabinieri, ancora lontani cercano di lanciarsi di corsa per impedire il gesto di Luisa. Proprio mentre Luisa sta per colpire con la forca il petto di Fabio, il manico dell’attrezzo si spezza e a lei non rimane che un moncone di legno. Fabio scoppia in una risata cattiva. Luisa con una sguardo cattivissimo si lancia con tutta la forza contro il corpo di Fabio riuscendo a trafiggerlo da parte a parte con il manico rotti. Fabio ha un sussulto e lancia un ultimo grido. PERSONAGGI Lo Cascio Fabio Torri

Lorenzi

Luisa


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 150 Medioevo FLASHBACK. Riproposizione identica della scena iniziale, dove una giovane scappa attraverso un bosco inseguita e finisce trafitta da un ramo. Ma con la particolarità che questa volta, nella scena della morte, si vede il volto della giovane; ed è il volto di Luisa. VOCE DI GERVASO Affido lo scritto di questi fatti alle mani incoscienti di una giovane perché lo possa portare a persone di fiducia che possano combattere il maligno, oppure perché lo possa nascondere che nessuno del maligno ne possa avere possesso. Prego nostro Signore Dio che la pace possa trionfare. Prego la anima buona dello Abate Guglielmo de Villon, seppellito nel cimitero del villaggio accanto a quegli armigeri che per dovere offrirono a lui la loro vita. Chierico Gervaso di Brandon. PERSONAGGI Luisa :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 151 OGGI PIAZZA PAESE. Esterno giorno. La piazza a poco a poco si sta riempiendo degli abitanti che attirati della urla e dagli spari stanno lentamente uscendo dalle loro case. Luisa è ancora avvinghiata al manico della forca. Il corpo inerme di Fabio dondola. Ai suoi piedi si sta formando una pozza di sangue. Lorenzi e Lo Cascio si avvicinano a Luisa. Lorenzi si toglie la giacca e la posa sulla spalle della ragazza. In quel momento dalla giacca di Fabio cadono il rotolo di pergamena e il quaderno nero. Lorenzi li raccoglie. LO CASCIO Mio Dio… Che è? Lorenzi apre il quaderno e osserva bene le pergamene. LORENZI Credo sia la causa di tutte queste morti… Speriamo che adesso sia tutto finito… Li daremo al Vescovo perchè li possa studiare e custodire.


PERSONAGGI Oste Spazzino Lo Cascio Carmelina

Giulio Tancredi Donna Assunta Lorenzi

Giacinto Fabio Torri Luisa

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 152 OGGI INTERNO CHIESA. Ancora sulle parole di Lorenzi, si vede un sacerdote con la fascia porpora che attraversa con passo veloce e con aria preoccupata la navate centrale per recarsi, attraverso una piccola porticina in uno stretto corridoio. PERSONAGGI Sacerdote :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 153 OGGI INTERNO CORRIDOIO E ALTRI PASSAGGI ANGUSTI CHIESA. Il sacerdote continua a camminare con passo spedito attraverso corridoi, scale e passaggi stretti e bui, sempre con la sensazione di essere seguito. Finalmente si trova davanti ad una piccola porta che, a giudicare dalla polvere non viene aperta da moltissimo tempo. Dopo un momento di esitazione vi entra e chiude dietro di sè la porta. PERSONAGGI Sacerdote :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 154 OGGI INTERNO CRIPTA CHIESA. All'interno della cripta è piuttosto buio. Il sacerdote, sempre con in mano il rotolo di pergamena e il quadernetto nero, vaga in cerca di un luogo sicuro. Si inginocchia di fianco ad una delle tombe in legno e spostando un mattone, accede ad una piccola nicchia, poi vi inserisce il tutto e richiude. Per sigillare l'apertura, con molta fatica, sposa uno dei sarcofagi e lo piazza proprio davanti al mattone mobile.


Si rialza, si fa il segno della croce e se ne va. L'inquadratura chiude sulla base del sarcofago da cui proviene uno strano fumo grigio. PERSONAGGI Sacerdote :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SCENA 155 OGGI UFFICIO GRANDE GRATTACIELO CITTA’. Interno giorno. In un lussuosissimo ufficio, all’ultimo piano di un moderno grattacielo, alcuni uomini, impeccabilmente vestiti, con in mano delle valigette ventiquattr’ore, vengono fatti entrare. Gli uomini si dispongono ai due lati di un grande tavolo da riunioni. Ad un certo punto entra una persona che, vista sempre di spalle con un gesto invita gli altri a sedersi. Lui stesso si siede in una comoda poltrona con lo schienale alto. FEDERICO Bene signori… Come vi abbiamo anticipato, la nostra organizzazione ha come scopo principale quello di esportare in ogni parte del mondo le nostre idee. Abbiamo nostri rappresentanti in quasi tutto il globo, ma vogliamo espanderci in maniera ancora più capillare… Intanto che parla, l’inquadratura si sposta da dietro a di fronte al manager che sta parlando. Si tratta del cavaliere Federico e al suo fianco ci sono Laura e Beatrice, ma c'è anche Innocenza. L’inquadratura, spostandosi, va a mostrare l’antico sigillo dell’abate appeso ad una parete a mo’ di trofeo. Dissolvenza a nero sulle parole di Federico. PERSONAGGI Laura Innocenza

Beatrice

Soggetto e sceneggitura di Claudio Bocchi

Federico Del Giglio


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.