Nicola Bombacci, un socialista eretico amico di Mussolini

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uomini sottoposti agli obblighi di leva e partiti per una guerra di cui ora non si scorgeva la fine. Questo fenomeno ha ovviamente un'ampia diffusione anche a Modena, dove però la Prefettura crede di individuare in Bombacci il principale aizzatore di tali manifestazioni, non riconoscendo la loro spontaneità. Bombacci quindi si trova a doversi difendere dalle accuse del prefetto, che attua nei suoi confronti una sorta di persecuzione, tramite la censura dei suoi articoli e della sua corrispondenza, arrivando ad arrestarlo per attività sovversive. Egli scrive dal carcere al prefetto, evidenziando il fatto che con l'assenza di un coordinatore capace di comunicare alle folle, grazie alla reputazione di cui egli godeva presso di loro, la situazione poteva solo degenerare ulteriormente: “Egregio commendatore le scrivo dal corpo di guardia. Ero appena venuto da Carpi saputo che una manifestazione di donne assumeva il carattere di uno sciopero generale. Sono andato come è mio dovere di organizzatore ad accertarmene. Una guardia comunale esasperava la folla con violenze […]. Non per me ma per la mia tranquillità, perchè io possa compiere il mio dovere e perchè la dimostrazione non assuma proporzioni di protesta più gravi, mi lasci libero. 41”.

L'attività di persecuzione del prefetto tuttavia non cessa, vengono coinvolte anche persone vicine a Bombacci o semplicemente colte a parlare con lui per strada. Questa situazione di mobilitazione generale, d'altra parte, spinge Bombacci verso posizioni sempre più rivoluzionarie e simili, da molti punti di vista, a quelle sostenute in precedenza da Mussolini e dagli anarco-sindacalisti. Egli dalle piazze incita alla mobilitazione generale di quello che definisce il “paese reale” contro il “paese legale”, volto unicamente alla difesa del governo e non a quella del popolo. I suoi discorsi hanno un immediato riscontro nella volontà del popolo, e riescono a fomentare ulteriormente le ribellioni già nate spontaneamente, di cui però Bombacci, pur incoraggiandole e auspicandole, non voleva esserne un capo. Secondo Noiret, egli spera che il PSI stesso si prenda carico di una complessa situazione in cui vi erano forti potenzialità, ma la sua iniziativa rimane fortemente personale, anche a causa di un forte ascendente sul proletariato modenese che, di fatto, non riesce del tutto a dirigere in un effettivo contesto rivoluzionario. L'obiettivo che il popolo lavoratore e i socialisti perseguono rimane la pace. Il gruppo socialista che si era riunito a Zimmerwald si riunisce di nuovo a Lugano per trovare un 41

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Ivi, pag. 230.


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