La Fiera dell'Est n. 1 del 19/01/2013

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NUMERO

MUNICIPIO

1 ANNO VI

Professionisti allo sbaraglio ratelli coltelli. Ma oltre Silvio Berlusconi, pare esserci solo Silvio Berlusconi. Che lo si appoggi o che si tenti in tutti i modi, al contrario, di non ricandidarlo come premier, la discussione interna alla coalizione della destra gravita sempre attorno alla figura del Cavaliere. Eppure la frattura interna al Pdl si è alla fine consumata e ha una data ben precisa: quella del 16 dicembre. Durante la stessa giornata, per quanto a distanza, si è giocato il duello finale fra le due diverse anime del Pdl che si fronteggiano da tempo per decidere il futuro del centrodestra. Al Teatro Olimpico, in mattinata, è scesa in campo la cosiddetta ala montiana. Capeggiata da Gianni Alemanno, Franco Frattini, Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Fabrizio Cicchitto, Adolfo Urso e Andrea Augello. Nove fondazioni hanno lanciato Italia Popolare per chiedere all'inventore di Forza Italia di indietreggiare per fare largo al leader del governo tecnico.

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ZINGARETTI A TORRE MAURA

I NAVIGATI DEL PDL SI SPACCANO. ARRIVANO L'ITALIA POPOLARE DI FRATTINI E ALEMANNO E FRATELLI D'ITALIA DI MELONI, CROSETTI E LA RUSSA. MA È ANCORA BERLUSCONI A DETTARE L'AGENDA E LE STRATEGIE DEI SUOI SUCCESSORI.

PER L'ULTIMO GIORNO DA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA BRINDISI NEL CIRCOLO PD DI TORRE MAURA. AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE REGIONALI.

dere in contropiede la stessa fronda montiana e a tendere la mano al Professore della Bocconi. "Potrà essere il federatore dell'area dei moderati", gli ha strizzato l'occhiolino. Per poi ripensarci e continuare per tutta la settimana successiva durante gli appuntamenti mediatici con il balletto Monti sì, Monti no. Nel Pdl, quindi, si sta consumando la battaglia più dura dalla cacciata di Gianfranco Fini della scorsa estate. Ma la stella polare, unico e solo grande punto di riferimento nel cielo confuso del centrodestra italiano, è ancora l'uomo che da 20 anni catalizza e tesse le fila del centrodestra. E che, con la sua strategia mirata del "mai detto" e dei suoi comunicati schizofrenici con cui continua a smentire se stesso, detta ancora l'agenda dei suoi successori. Tutti all'inseguimento della prossima mossa. SILVIO GALEANO

uesta è l'ultima sera prima della battaglia e la passo nei circoli del PD per testimoniare che esiste un altro modo di governare". È Nicola Zingaretti che, in un tour de force nelle sedi del partito romano nel suo ultimo giorno da Presidente della Provincia, si presenta anche nella sezione di via Enrico Giglioli alle 17,30 di giovedì 27 dicembre. Chiamato a festeggiare per un brindisi di fine anno, lancia a tutti gli effetti la campagna elettorale per la Presidenza della Regione e lo fa rimarcando le differenze fra il suo operato di questi cinque anni e quello della destra romana al Campidoglio. "Vi faccio un solo esempio: lo smaltimento e il problema della discarica di Malagrotta. A differenza di quanto non hanno fatto loro, per noi i rifiuti possono diventare una risorsa". Parte così una dura presa di distanza dalla Giunta Capitolina tacciata di aver intrattenuto una "gestione clientelare" e un'accusa all'ennesima discesa in campo di Berlusconi "il padrone che li ha rimessi tutti in riga, anche con quella Lega a cui Alemanno aveva detto mai più". L'incontro è stato promosso dal segretario della sezione Roberto Cocco con la partecipazione di Elena Bentivegna, figlia del partigiano dei Gap Rosario, eroe della Resistenza romana e protagonista dell'azione di via Rasella. A lui, a pochi mesi dalla scomparsa, è stato intitolato il circolo di via Enrico Giglioli e a sua figlia spetta il compito di riaccenderne il ricordo e la memoria storica rileggendo una lunga lettera che il partigiano Sasà inviò a Veltroni, poco prima della sua ultima discesa in campo. Il momento si trasforma in un invito al partito a non tradire il bagaglio della cultura di sinistra. Poco prima della rievocazione, un video introduttivo della serata aveva ripercorso le battaglie del PD locale in cinque anni di giunta Lorenzotti. Tutti gli esponenti dell' VIII erano presenti. Per concludere, il candidato alla guida della Pisana lancia le linee programmatiche: "Più trasparenza - non può succedere quello che è successo con la Polverini - più giustizia - bisogna ridistribuire la ricchezza - più legalità - questa città deve tornare un giardino e non essere una giungla". Alle 19 si stappa la bottiglia, il brindisi e Zingaretti saluta. Senza accennare, però, alla coalizione che lo sosterrà. Per l'ultimo appuntamento della serata, corre a Testaccio. L'agenda è fitta ma è solo l'inizio: la campagna elettorale per la corsa alla Regione è appena cominciata. SILVIO GALEANO

All'Auditorium di via della Conciliazione, a poche ore di distanza, c'erano invece Giorgia Meloni e Guido Crosetti che hanno lanciato le primarie delle idee. E che - sempre per archiviare la leadership di Berlusconi ma con una consultazione popolare - hanno dato vita a Fratelli D'Italia. Movimento in cui, qualche giorno dopo, è confluito anche il Centrodestra Nazionale di Ignazio La Russa, perdendo così in buona parte l'appeal di equivalente della rottamazione a destra con cui l'evento si era caricato. Ma se questi ultimi - per la maggior parte ex AN - hanno scelto come strategia elettorale la scissione e le dimissioni dal partito, pur dando per scontato l'appoggio al Pdl, la convention di Italia Popolare si è rivelata l'ennesima vetrina per Silvio Berlusconi. È stato infatti proprio l'ex premier, in un videomessaggio lanciato dal palco, a pren-

ITALIA POPOLARE, IL PDL MONTIANO NON RIESCE AD ACCANTONARE BERLUSCONI GLI EX FEDELISSIMI DEL CAVALIERE SI RIUNISCONO AL TEATRO OLIMPICO PER SOSTENERE L'OPERATO DEL PROFESSORE. MA IL BLITZ DI BERLUSCONI BLOCCA IL TENTATIVO DI SCISSIONE E LA MANIFESTAZIONE SI TRASFORMA IN UNA DIREZIONE DEL PARTITO. ALL'ITALIA POPOLARE ADERISCONO TRE CONSIGLIERI MUNICIPALI: MARCO DARI, MASSIMO MANCUSO, ALBERTO GRAZIOSO. anno debuttato lo scorso 16 dicembre al Teatro Olimpico di Roma come movimento filo montiano all'interno del Pdl. Hanno consegnato al segretario Angelino Alfano il manifesto di Italia Popolare, convinti di poter forzare la mano nel partito e chiedere a Silvio Berlusconi di fare un passo indietro a favore del Professore. Si tratta di Gianni Alemanno, Franco Frattini, Andrea Augello, Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Fabrizio Cicchitto, Adolfo Urso. Sono le facce di ben nove fondazioni interne al Pdl: Nuova Italia, Alcide De Gasperi, Capitani Coraggiosi, Rete Italia, Europa e Civiltà, Costruiamo il futuro, L'Occidentale, Magna Carta, Nuova Italia, Riformismo e Libertà, Fare Italia. Tutti assieme partiti con l'intenzione di ricucirsi il vestito per rifondare il centrodestra italiano, mettere una pietra sul fondatore di Forza Italia e accantonare l'alleanza con la Lega per ottenere finalmente il patrocinio del PPE. Fino a poche ore prima dell'incontro, che si trattasse di postfascisti, ciellini o ex forzisti, sembravano tutti d'accordo e determinati ad andare fino in fondo. Peccato che, con la scelta a sorpresa di Berlusconi di chiedere al leader del governo tecnico di diven-

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tare il leader dello schieramento, siano stati presi in contropiede. Così, quella che era stata annunciata come una vera e propria scissione, è stata ancora una volta evitata. In un messaggio inviato al convegno, infatti, è stato proprio il Cavaliere a lanciare l'appello, scavalcando i frondisti: "L'Italia dei moderati è maggioranza nel Paese - ha detto Berlusconi - Nell'attuale contesto, se lo riterrà, il professor Mario Monti potrà essere il federatore di quest'area". Il passo definitivo dei malcontenti del Pdl verso il mare aperto delle prossime elezioni non si è potuto consumare e la manifestazione ha assunto i caratteri di una vera e propria direzione del partito. Con la regia del solito noto. Ma si tratta dell'ennesimo e fallimentare tentativo di mostrare un Pdl compatto e senza faide interne. Perché, alla stessa ora, a pochi chilometri di distanza dall'Auditorium di via della Conciliazione, Giorgia Meloni (ex AN) e Guido Crosetti (ex Forza Italia) hanno lanciato le Primarie delle Idee ribadendo la necessità di scegliere la leadership del centrodestra attraverso una consultazione popolare. E Silvio Berlusconi, che non è nuovo a cambiamenti repentini di umore, ha continuato per tutta la settimana successiva con la solita soap opera: Monti sì, Monti no. SILVIO GALEANO

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