l'Industria Meccanica 718 - novembre-dicembre 2018

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718 Bandi di gara Oil&Gas: ESSERE nelle vendor list non basta

NOVEMBRE DICEMBRE 2018

MAGAZINE uffIcIALE ANIMA confindustria

Sostenibilità: 5 consigli per accedere ai finanziamenti europei ECONOMIA CIRCOLARE: COME DETERMINARE L’ORIGINE DEI PRODOTTI

Medio Oriente e Oil&Gas,

2 miliardi di meccanica da esportare All’interno: Listino prezzi materiali di interesse per la meccanica varia n.733 - Costo medio dell’operaio n.24 - Rilevazioni statistiche prestazioni di personale gennaio 2018


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I Villaggi sos: il mondo come dovrebbe essere. In Italia, 1,3 milioni di bambini vive in condizioni di povertà assoluta. sono oltre 91 mila i minorenni maltrattati e più di 26.000 i bambini e ragazzi che vivono fuori dalla loro famiglia. “Avevo 8 anni quando ho perso mia mamma, tutto il mio mondo è crollato. Abbiamo lasciato la nostra casa per un luogo sconosciuto. Un luogo che poi abbiamo imparato ad amare come casa nostra: il Villaggio SOS, la nostra seconda famiglia. Io e i miei fratelli siamo rimasti uniti - credo sia stata la mia ancora di salvezza - e con mio padre che continuava ad essere presente, ho potuto continuare a crescere spensierata. Oggi sono una donna e una mamma serena. Il Villaggio SOS ha trasformato la mia “mancanza” in straordinaria “ricchezza” di sentimenti, opportunità, interessi, conoscenze, valori. Ricchezza di motivi per essere felici.”

Lucia

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Nel Villaggio SOS ogni bambino viene accolto e accompagnato in ogni fase della sua crescita. In un Villaggio SOS il bambino ritrova il calore di una casa, l’amore e le cure di un’educatrice che, con professionalità e passione, è al suo fianco... ogni giorno. Prepara la colazione, lo accompagna a scuola, lo segue nei compiti, lo ama e lo aiuta a diventare grande e indipendente. Proprio come farebbe un genitore.

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Le sfide dell’export nel Middle East Una copertina dedicata al Medio Oriente, all’area del Golfo in particolare, e al settore dell’Oil&Gas. Siamo andati a geolocalizzare una selezione di nuovi progetti – da nuovi siti di estrazione in mare e onshore, fino allo stoccaggio, alla costruzione di pipeline, o rinnovamento di impianti petrolchimici e raffinerie – per individuare le aree più interessanti per l’export italiano. Il Medio Oriente è infatti una destinazione sempre in crescita per le tecnologie Oil&Gas della meccanica italiana. Nel 2017, secondo i dati dell’Ufficio Studi Anima, l’export si è attestato a 2 miliardi di euro (1.955 milioni per la precisione), +19% sul 2016. Sono cresciute le valvole (+3,6% sul 2016), le turbine a gas (+58,3%), è inoltre un’importante destinazione per le pompe, che pur scendendo di 11 punti percentuali sull’anno precedente si attestano comunque su 334 milioni di euro, e poi i pressure equipment, che fanno un balzo in avanti del 64,2%. «Viviamo in un’epoca che ci presenta delle sfide geopolitiche particolari e nuove» ha detto il presidente di Anima Alberto Caprari nel corso dell’ultimo Export Day organizzato a Milano a dicembre, «le nostre imprese investono e continuano ad investire, questo è un fattore che distingue la meccanica italiana». Il focus di copertina di questa rivista nesce proprio per aiutare le imprese a mantenere alto il proprio livello di competitività negli Emirati Arabi e nel Medio Oriente in generale. Spieghiamo quindi come accreditarsi presso le compagnie Oil&Gas e partecipare alle gare d’appalto internazionali, analizziamo lo scenario geopolitico, e ripercorriamo la partecipazione italiana alla fiera Adipec (Abu Dhabi). In questo numero parliamo inoltre di progetti per la sostenibilità ambientale, e insieme alla Commissione Europea individuiamo alcuni consigli per presentare i propri progetti nel modo più efficace. Nella sezione Automazione e Produzione raccontiamo invece la collaborazione fra un produttore di impianti di finitura e le esigenze della più grande azienda di cerniere zip al mondo. Parliamo poi dell’impiego di simulazioni numeriche per effettuare prove di collaudo su una valvola a sfera (e non solo). E ci concentriamo sui bandi aperti per i progetti di ricerca e sviluppo in ambito “Fabbrica intelligente”. Chiudiamo con l’economia circolare, e ci concentriamo sui criteri per determinare l’origine dei prodotti. E con la sicurezza sul lavoro, con riferimento particolare allo stress da lavoro correlato. Approfondimenti tecnici e recensioni completano questo numero dell’Industria Meccanica.

L’Industria Meccanica - Pubblicazione bimestrale di ANIMA/Confindustria Registrazione Tribunale di Milano N. 427 del 17.11.73

Direttore responsabile Giuseppe Bonacina - bonacina@anima.it Direttore editoriale Alessandro Durante - durante@anima.it Comitato editoriale Michele Bendotti, Giuseppe Bonacina, Sandro Bonomi, Maurizio Brancaleoni, Alberto Caprari, Alessandro Durante, Paola Ferroli, Andrea Orlando, Mario Salvi Comitato tecnico-scientifico Pierangelo Andreini, Antonio Calabrese, Roberto Camporese, Pietro Luigi Cavallotti, Alessandro Clerici, Rodolfo De Santis, Marco Fortis, Ennio Macchi, Giovanni Riva, Pietro Torretta, Giuseppe Zampini Redattore Carlo Fumagalli - fumagalli@anima.it Segretaria di redazione Cinzia Alchieri - alchieri@anima.it - Tel. 02 45418.211 Hanno collaborato a questo numero: Laura Aldorisio, Franco Canna, Leonardo Cosma, Antonio Gerardi, Simone Gila, Matilde Poidomani, Rachele Sessa, Domenico Scardigno, Stefania Spaziani, Renzo Zonin Impaginazione Abc Production Fabio Lunardon - lunardon@anima.it Responsabile della pubblicità Mario Salvi - salvi@anima.it Direzione e Redazione ANIMA Confindustria Meccanica Varia Via Scarsellini 13 - 20161 Milano | Tel. 02 45418.500 - Fax 02 45418.545 www.anima.it - anima@anima.it Online: www.industriameccanica.it | Twitter: @IndMeccanica Gestione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità A.S.A. Azienda Servizi ANIMA S.r.l. Via Scarsellini 13 - 20161 Milano - Tel. 02 45418.200 Abbonamento annuo (6 numeri) Italia 80 euro - Estero 110 euro Si comunica ai Sigg. abbonati che, avvalendosi del contenuto dell’art. 74 lettera C del D.P.R. 26.10.1972 N. 633 e del D.M. 28.12.89, A.S.A. S.r.l. non emetterà fatture relative agli abbonamenti Progetto editoriale e grafico ANIMA - L’Industria Meccanica Stampa Bonazzi Grafica - Sondrio - www.bonazzi.it

È vietata la riproduzione di articoli e illustrazioni de “L’Industria Meccanica” senza autorizzazione e senza citarne la fonte. La collaborazione alla rivista è subordinata insindacabilmente al giudizio della Redazione. Le idee espresse dagli autori non impegnano né la rivista né ANIMA e la responsabilità di quanto viene pubblicato rimane degli autori stessi.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana ROC N. 4397

La Redazione - @IndMeccanica

l’industria meccanica 718 | 10


14 RUBRICA | Donne e uomini al timone 16 RUBRICA | i 400 caratteri

20 AUTOMAZIONE&PRODUZIONE 22 Fabbrica intelligente: 225 milioni per progetti di ricerca e sviluppo di Franco Canna

26 Le zip più famose al mondo, e la loro superficie di Carlo Fumagalli

28 Virtual Manifacturing di Leonardo Cosma, Antonio Gerardi e Domenico Scardigno

32 Tecnologia, novità da tenere d’occhio in collaborazione con Tecn’è

42 Digitale e automazione insieme per il rinascimento dell’industria di Franco Canna e Renzo Zonin

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SOMMARIO N. 718

EFFICIENZA&ENERGIA 48 Finanziamenti europei: 5 errori da evitare per passare le selezioni di Laura Aldorisio

La prontezza è l’anima degli affari (Philip Stanhope, IV conte di Chesterfield)

11 | NOVEMBRE DICEMBRE 2018


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78 Lo stress lavoro-correlato, in Europa costa 20 miliardi di Rachele Sessa e Stefania Spaziani

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82 Il mondo casseforti di Simone Gila

86 RUBRICA | Recensioni

EXPORT&MERCATI

88 ABBONAMENTI

54. Che c'è di nuovo nel Golfo 58 Sei nella vendor list? Non basta.

89 TABELLE ANIMA – BIANCHE, BLU, ARANCIO

di Carlo Fumagalli

60 Per le Pmi è il momento del Medio Oriente. di Alessandro Durante

62 Nuovo fronte caldo in Medio Oriente. Ma l’economia degli Emirati non sembra risentirne di Mauro Ippolito

64 Emirati Arabi Uniti: potenza economica, non solo per il petrolio 65 Flash internazionalizzazione 68 Uno sguardo all’economia globale, mentre crescono le insolvenze 70 Assopompe e Uman hanno lanciato un nuovo corso di formazione

SOMMARIO N. 718

72 SICUREZZA&AMBIENTE 74 Il made in Italy nell’economia circolare, regole chiare per determinare l’origine dei prodotti di Matilde Poidomani

Nessuno può fischiettare una sinfonia. Ci vuole un’intera orchestra per riprodurlo. (HE Luccock)

13 | NOVEMBRE DICEMBRE 2018


Antonio Bertoli

Alfredo Arpaia

L’assemblea di Fiac ha eletto all’unanimità Antonio Bertoli come nuovo presidente dell’associazione fabbricanti italiani articoli per la casa, la tavola e affini, federata ad Anima Confindustria. Andrea Barazzoni, past president Fiac, lascia la carica presidenziale dopo sei anni di mandato. «Desidero innanzitutto ringraziare tutte le aziende associate a Fiac per la fiducia accordatami», dichiara il neopresidente Antonio Bertoli. «Nel corso dei prossimi anni sarà mio preciso intento dare continuità all’ottimo lavoro svolto dal mio predecessore, Andrea Barazzoni».

Alfredo Arpaia, senior partner di Roland Berger Italia, assume la carica di amministratore delegato. In Roland Berger Italia dal 2007, Arpaia ha maturato un’esperienza ventennale nelle attività di consulenza strategica nei settori delle telecomunicazioni, dei media e in generale dei servizi. «L’Italia è sempre più centrale nelle strategie di sviluppo di Roland Berger» ha dichiarato Alfredo Arpaia, «Nei prossimi anni, rafforzeremo ulteriormente il nostro posizionamento crescendo “double digit” a livello worldwide ed ancora di più in Italia».

David Pasolli

Stefan Klebert

La San Marco SpA, azienda italiana specializzata nella produzione di macchine per caffè espresso, macinacaffè e altre apparecchiature professionali per bar, ristoranti e hotel, annuncia la nomina di David Pasolli in qualità di nuovo direttore commerciale e marketing. «È per me motivo di grande orgoglio poter far parte di un’azienda che, da quasi un secolo ormai, rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per uno dei settori industriali italiani con maggiore reputation a livello globale» dichiara Pasolli a poche settimane dal suo ingresso in azienda.

Il Consiglio di sorveglianza del Gea Group Aktiengesellschaft ha nominato Stefan Klebert nuovo Ceo della società con effetto dal 15 novembre 2018. «Gea è uno dei maggiori e più importanti fornitori al mondo per l’industria alimentare con una vasta gamma di altri settori; per me è una sfida poter far progredire l’ulteriore sviluppo strategico dell’azienda insieme ai suoi dipendenti», afferma Stefan Klebert. Helmut Perlet, presidente del consiglio di vigilanza di Gea, commenta: «Siamo lieti di dare il benvenuto a Stefan Klebert, un manager di grande successo con esperienza internazionale».

RUBRICA | Donne e Uomini al timone

è il nuovo presidente Fiac

è il nuovo direttore commerciale e marketing di La San Marco

nuovo Ad di Roland Berger Italia

è il nuovo Ceo di Gea

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Donne e Uomini

Oliver Jung

è il nuovo presidente del consiglio di amministrazione di Festo Il Comitato di supervisione Festo ha nominato Oliver Jung membro del consiglio direttivo. Con effetto dal 1° novembre 2018 entra a far parte della società in qualità di presidente del Consiglio direttivo. Nella sua nuova funzione di presidente del consiglio direttivo Oliver Jung porterà la sua esperienza acquisita presso grandi aziende internazionali nell’azienda familiare Festo. All’interno del consiglio direttivo Jung dirigerà il settore Corporate management and strategy.

Sergio Occhi

è il nuovo direttore commerciale Italia di Cristina Rubinetterie Cristina Rubinetterie, marchio del Gruppo Caleffi, annuncia l’ingresso di Sergio Occhi in azienda in qualità di direttore commerciale Italia. Occhi avrà il compito di proseguire il percorso di crescita di Cristina, consolidando la presenza del marchio nelle aree geografiche di interesse e concentrando le energie verso i propri partner di fiducia. Sergio Occhi commenta: «Sono entusiasta di questa nuova avventura. Cristina rappresenta, infatti, una storia italiana il cui successo internazionale è dato dall’assoluta qualità made in Italy».

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i 400 caratteri ADDITIVE MANUFACTURING

APP

Con Poliefun le soluzioni per la finitura delle superfici

Immagini satellitari e intelligenza artificiale: start-up italiana premiata dal Pentagono

I sistemi di stampa industriale basati sul concetto dell’additive manufacturing sono ormai presenti in diverse tra le aziende manufatturiere più avanzate. Di pari passo nasce l’esigenza di creare conoscenze e tecnologie per modificare le superfici delle parti prodotte: finitura superficiale, trattamenti e rivestimenti, controllo delle tensioni residue. Poliefun ha organizzato a novembre, al Politecnico di Milano, il Tst2018 (Tecnologie avanzate di superficie per l’additive manufacturing), una giornata per riunire esperti, utilizzatori e aziende produttive in un momento di aggiornamento tecnico e scientifico, e per condividere soluzioni ai limiti principali della stampa 3D, come l’alta rugosità dei componenti prodotti all’interno di canali e camere. Ma cosa si stamperà in futuro nell’industria? «I mercati che si stanno affacciando sono spesso legati alle parti di ricambio, oltre a produzioni customizzate» dice i responsabile della sezione meccanica di Poliefun Maurizio Vedani, «Un altro tema più visionario, e su cui si sta lavorando, è poter disporre ricambi da remoto. Penso, per esempio, al caso di una piattaforma petrolifera in mezzo al mare».

CYBER SECURITY

Il nuovo laboratorio di Ul a Francoforte Ul - Underwriters Laboratories Inc, organizzazione indipendente di certificazioni di sicurezza con sede negli Usa, ha inaugurato a settembre un nuovo laboratorio a Francoforte per la cyber-security. Ul esegue certificazioni in ambito elettrico, informatico, antincendio, sostanze pericolose, qualità dell'acqua, qualità del cibo, sostenibilità ambientale. Il nuovo laboratorio di Ul a Francoforte si occupa di tecnologie connesse, compresa una serie di servizi di training, certificazione e test – creati sulla base degli standard – che si rivolgono trasversalmente a diversi settori quali: elettrodomestici, illuminazione, Hvac, elettronica e industry 4.0. Il nuovo laboratorio è stato inaugurato all’inizio di un forum di due giorni sulla cyber-security. Sessioni specifiche sono state dedicate alle minacce emergenti in materia come ad esempio gli attacchi ai canali laterali (punti di debolezza di un crittosistema che permette di violare il sistema stesso), diventati famosi attraverso le vulnerabilità “Spectre” e “Meltdown”. Durante il convegno, il vice presidente di Ul Europe Ingo M. Rubenach ha ricordato l’importanza della gestione dei rischi inerenti alle tecnologie connesse, alla digitalizzazione e alla cyber-security.

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Studiomapp, start-up italiana con sedi a Ravenna e Roma, si è piazzata al quarto posto in un concorso organizzato dal Pentagono sullo sviluppo di tecniche di computer vision applicate a immagini aeree in grado di rilevare disastri naturali emergenti e quantificarne gli impatti. Dagli edifici danneggiati alle strade non più percorribili a ponti sommersi d’acqua, le immagini dall’alto hanno fornito informazioni essenziali per i soccorritori e per gli interventi di ripristino.


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i 400 caratteri manutenzione

materiali

Insetti robot per il settore aerospace

Murales antismog, a Roma il più grande d’Europa

Otto anni di lavoro hanno portato Rolls-Royce allo sviluppo di robot grandi quanto insetti, in grado di entrare all’interno dei motori di aerei per eseguire ispezioni ed effettuare manutenzione e riparazioni. Tale progetto consentirebbe di effettuare ispezioni e riparazioni di grandi motori aerei senza la necessità di smontare i dispositivi dei velivoli, operazione che può richiedere un minimo di 5 ore e personale altamente specializzato. RollsRoyce prevede che questi robot potrebbero già essere pronti e operativi entro i prossimi cinque anni.

alta velocità

San Francisco - Los Angeles in meno di un’ora A Los Angeles il primo mezzo di trasporto ad alta velocità, Hyperloop. Simile a una metropolitana, l’11 dicembre apre al pubblico il primo tunnel di prova. L’annuncio viene da Elon Musk, ideatore del progetto e patron di Tesla e Space X. Il tunnel di prova, spiega il sito della Boring Company di proprietà di Musk, sarà usato per la ricerca e lo sviluppo del sistema di trasporto pubblico. Secondo le previsioni, il super-treno sarebbe in grado di collegare Los Angeles a San Francisco in meno di un’ora.

Inaugurato nel quartiere Ostiense di Roma, si chiama Hunting Pollution ed è il più grande murales green d’Europa. La vernice antismog (Airlite) abbatte i livelli di ossidi d’azoto emessi dalle auto, il benzene e la formaldeide, agisce contro il fumo di sigaretta, i cattivi odori ed elimina persino i batteri resistenti agli antibiotici. Un prodotto che potrebbe diventare sempre più diffuso.

progetti

Aumentare la qualità del sistema elettrico nel sud Italia Il consorzio formato da Ansaldo Energia e Abb si aggiudica un ordine da Terna del valore di 70 milioni di euro per aumentare la sicurezza e sostenere la qualità del sistema elettrico nel sud Italia. Lo scopo di fornitura include progettazione, fornitura, messa in servizio e manutenzione di tre compensatori sincroni da 250 Mvar ciascuno, due a Matera e uno a Manfredonia. La messa in opera sarà completata nel 2020.

Sulla rivista online puoi trovare altre notizie di impresa, economia e industria. Visita industriameccanica.it e seguici su Twitter @IndMeccanica

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Sanmarco Informatica per le imprese che producono

Produzione Macchine Utensili: sistemi per produrre Fortemente specializzata nella gestione dei processi delle aziende manifatturiere, Sanmarco Informatica offre, con Jgalileo, soluzioni applicative volte a soddisfare le esigenze delle aziende che producono a lotti, su configurazione o per commessa. Jgalileo integra tutti i processi aziendali. Nella produzione a lotti, Jgalileo gestisce tutte le risorse coinvolte, non solo nei processi di produzione interni, ma anche esterni, di conto lavoro attivo e passivo. La produzione viene gestita tramite MRP e può essere ottimizzata con lo schedulatore. Il modulo della logistica ottimizza le movimentazioni di magazzino in ingresso e in uscita e, grazie all’implementazione di funzioni di tracciabilità e rintracciabilità dei lotti, supporta le aziende che abbiano la necessità di tracciare il prodotto dall’origine fino alla trasformazione in finito. Le offerte e gli ordini clienti possono essere raccolti in varie modalità: inserimento diretto nel gestionale, caricamento tramite portale web B2B/B2C o tramite app mobile. Nella produzione configurata, JTCE consente la generazione di configurazioni guidate, facilitando via web la redazione di preventivi, l’inserimento ordine automatico con generazione di codici/distinte e cicli. Nella sua verticalizzazione per le aziende che operino nella produzione industriale su commessa, Jgalileo garantisce la gestione ottimale della commessa in ciascuna sua fase: preventivazione, progettazione, pianificazione dei materiali e delle risorse produttive, logistica, produzione interna ed esterna, controllo dei costi e delle marginalità, pianificazione finanziaria.

Sanmarco Informatica SpA è un’azienda italiana che si occupa di consulenza applicata e sviluppo software con una forte specializzazione nella progettazione e realizzazione di soluzioni IT a supporto della riorganizzazione di tutti i processi aziendali e professionali. Alcuni indicatori: • Da oltre 30 anni focalizzata sulla consulenza applicata • Centro Sviluppo interno con oltre 130 risorse dedicate • 2000 aziende seguite quotidianamente nella loro crescita • 400 dipendenti • Sponsorizzazioni e collaborazioni con Università e Osservatori di Ricerca • 20% del fatturato investito annualmente in ricerca e sviluppo • Proprietà operativa in azienda • Sedi di proprietà dell’azienda: Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna • Certificazione ISO 9001

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AUTO ZION PROD ZION l’industria meccanica 718 | 20


OMANE E DUNE 21 | NOVEMBRE DICEMBRE 2018


AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

Fabbrica intelligente: 225 milioni per progetti di ricerca e sviluppo Dal 27 novembre via libera alle domande per accedere ai contributi per i progetti di ricerca e sviluppo di Franco Canna

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Le risorse si assegnano con due diverse procedure a seconda dell’entità del progetto: una procedura a sportello per i progetti tra 800 mila euro e 5 milioni di euro; e una procedura negoziale per i progetti tra 5 e 40 milioni di euro Dal 27 novembre imprese, centri di ricerca e reti di impresa possono depositare le domande che avvieranno la procedura negoziale volta ad accedere ai nuovi incentivi che il ministero dello Sviluppo economico ha messo in campo a inizio 2018 per stimolare ricerca e sviluppo nell’ambito delle aree tecnologiche collegate ai tre Cluster Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita.

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o scorso 5 marzo il ministero dello Sviluppo economico ha emanato un decreto che introduce nuove agevolazioni in favore dei progetti promossi nell’ambito delle aree tecnologiche collegate ai tre cluster Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita. Le risorse stanziate sono 562 milioni di euro che provengono per la maggior parte (440,1 milioni) dal Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” 2014-2020 del Fondo europeo per lo Sviluppo regionale e sono dedicati in gran parte, ma non esclusivamente, alle regioni centromeridionali. Di questa cifra 225 milioni sono dedicati a progetti nell’ambito dell’area fabbrica intelligente (sul sito del ministero è possibile scaricare l’elenco ufficiale

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delle tecnologie e degli ambiti applicativi sui quali devono vertere i progetti di ricerca e sviluppo). «Le risorse sono da assegnare con due diverse procedure, a seconda dell’entità del progetto: una procedura a sportello per i progetti tra 800 mila euro e 5 milioni di euro; e una procedura negoziale per i progetti tra 5 e 40 milioni di euro. Gli incentivi, per entrambe le procedure, sono di due tipi: contributo diretto e finanziamento agevolato», ha spiegato Giuseppe Incardona, dirigente della Direzione generale incentivi alle imprese del ministero, in occasione di un convegno organizzato proprio dal Cluster Fabbrica Intelligente alla fiera Bi-Mu. I soggetti ammissibili all’incentivo sono le imprese che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i centri di ricerca. Sono ammessi, per i soli progetti congiunti (fino a tre per la procedura a sportello e fino a cinque per quella negoziale), anche gli organismi di ricerca.

Come funziona la procedura negoziale Lo scorso 27 settembre è stato emanato il primo decreto direttoriale che regolamenta la procedura negoziale per i progetti più grandi. La procedura, semplificando, è questa: le imprese inviano, dal 27 novembre, una proposta di massima che illustra il contenuto e la finalità del progetto, la coerenza con i settori agevolati (in questo caso la fabbrica intelligente), la rilevanza dei risultati della ricerca ecc. Questa domanda viene esaminata da un esperto del Cnr. Il ministero intanto avvia un’interlocuzione con le regioni dove si farà l’investimento per capire se intendono partecipare al sostegno. Se la valutazione del Cnr è positiva si stipula un "Accordo per l’Innovazione". A questo punto si definiscono i soggetti, i costi e le agevolazioni concedibili che, come dicevamo, possono essere un contributo alla spesa o un finanziamento agevolato. Poi le imprese possono presentare i progetti dettagliati. E parte così la vera e propria istruttoria tecnica che condurrà alla concessione delle agevolazioni.

Quanto si può ottenere? Il contributo alla spesa è negoziato (ma non inferiore al 20% dei costi ammissibili); il finanziamento agevolato riguarda il 20% delle spese ammissibili; c’è poi l’ulteriore contributo dalla Regione, che vale almeno il 3%. Qualora la Regione superi il 3%, ogni ulteriore punto

I soggetti ammissibili all’incentivo sono le imprese che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i centri di ricerca. Per i soli progetti congiunti sono ammessi anche gli organismi di ricerca di contributo concesso dalla regione sarà raddoppiato dal ministero.

Alternativa: la procedura a sportello La procedura a sportello è più breve rispetto a questa, perché si parte direttamente con la presentazione del progetto. «Le agevolazioni sono del medesimo tipo. Per i progetti di ricerca i contributi sono più elevati che per i progetti di sviluppo e per le iniziative delle Pmi maggiori che per le grandi imprese. L’incentivo massimo, considerati questi fattori, è il 60% delle spese ammissibili e vale per i progetti di ricerca delle Pmi. Il contributo minimo invece è il 15% e vale per i progetti di sviluppo delle grandi imprese», spiega Incardona. Quanto al finanziamento agevolato, il tasso agevolato è pari al 20% del tasso di riferimento e si applicherà a un finanziamento del 20% dei costi ammessi. Incardona in conclusione sottolinea una nota importante: «Trattandosi di aiuti di Stato, questi incentivi non sono cumulabili con altri aiuti della stessa tipologia, ma sono invece cumulabili con il credito d’imposta per le spese incrementali in Ricerca e Sviluppo”.

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AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

Le zip più famose al mondo, e la loro superficie Utilizzata dall’alta moda allo sport e al casual, dietro un piccolo oggetto è presente una lavorazione meccanica di grande precisione

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el 1971 i Rolling Stones uscivano con il loro album Sticky Fingers. Per disegnare la copertina, Andy Warhol aveva avuto carta bianca dalla band: mise in primo piano un uomo con indosso dei jeans, e al centro una lampo (una zip reale e funzionante) che poteva essere abbassata e richiusa. Fece subito scandalo, ma divenne un’icona. Cerniere zip aprono e chiudono abiti, capi e accessori in pelle, calzature, tende da campeggio e tessuti di tappezzeria. Non soltanto nel mondo del casual, ma in tanti esempi di alta moda. Dietro a questo piccolo oggetto, che può avere diverse caratteristiche, a spirale, in metallo, invisibile, fisso e divisibile per adattarsi a ogni situazione, è presente una lavorazione meccanica di precisione. Soprattutto nella fase di finitura delle superfici metalliche. La perfetta sbavatura anche dei pezzi più piccoli deve assicurare superfici tanto piacevoli esteticamente quanto sicure e gradevoli al tatto, mentre la lucidatura e la finitura dei componenti conferiscono ai prodotti la brillantezza più elevata. La finitura delle zip più famose al mondo Rösler, azienda specializzata in finitura di massa e granigliatura, in combinazione con il lavaggio industriale, lavora con numerose applicazioni nel settore moda. E ha collaborato con il più grande produttore di accessori di chiusura. Fra cui le zip. Ykk Italia – parte dell’omonimo gruppo nato in Giappone nel 1936 – è attiva da 50 anni con lo stabilimento di Prarolo (nel Vercellese), dove vengono prodotte le chiusure lampo, mentre il polo di Ascoli Piceno (si chiama Ykk Mediterraneo) produce cursori, galvaniche, minuterie metalliche e bottoni a pressione. Le macchine Rösler sono impiegate nella sbavatura e nell’asportazione del sottile sovrametallo presente nella produzione delle zip. «Dopo alcuni test in laboratorio che ci hanno permesso di simulare l’andamento del ciclo in tutte le sue fasi e di valutare, insieme al cliente, il raggiungimento del target» spiegano in Rösler, «la scelta è stata quella di utilizzare la macchina a forza centrifuga, che ci permetteva di arrivare a target con più velocità, rispetto alla macchina a vibrazione, senza utilizzare nessun media abrasivo, ed effettuando l’asciugatura dei pezzi direttamente nella stessa macchina». Il tutto potendo gestire il ciclo completamente in automatico con l’ausilio di un Plc. Una nuova linea automatica Nello stabilimento Ykk di Ascoli Piceno, si stanno specializzando in un processo sempre più richiesto dal mercato: la riscopertura delle superfici. Il prodotto – in questo

caso il cursore della zip – viene prima rifinito con uno strato metallico (per esempio di palladio, nichel oppure oro nelle sue diverse sfumature di colore), che poi viene parzialmente rimosso per ottenere un effetto anticato. «Abbiamo sviluppato e installato un telaio totalmente automatico che ci permette di realizzare internamente un processo che richiede molta personalizzazione» dice Massimo Andreani, manager della Ykk Mediterraneo, «un impianto ideato grazie al knoh how sviluppato dai nostri tecnici e ingegneri qui ad Ascoli, e che oggi produce in media 800 mila pezzi al mese, con picchi di 1,3 milioni». Durante il processo, il trasferimento del metallo avviene senza la rotazione dei pezzi tipica della tecnologia “roto”. Ma in maniera statica, senza contatto fra i diversi pezzi. La linea automatizzata installata effettua i passaggi all’interno di diversi bagni galvanici, ed è possibile determinare al micron lo spessore del metallo e impostare il tempo di permanenza per ottenere uno specifico colore. «Colori che spaziano da svariate tonalità di oro, marrone, verde, rosa» spiega Andreani, «è un mercato spesso guidato dai produttori chimici e dalle aziende di abbigliamento o moda che determinano i trend del momento e, di conseguenza, i colori da ottenere in produzione». L’impianto è totalmente automatizzato, e per questo consente di avere una produttività decisamente elevata. Da qui parte il processo per dare al cursore l’effetto anticato. Per farlo, un impianto di burattatura (anche in questo caso è un impianto Rösler, al momento si stanno effettuando i test) riscopre il precedente strato di metallo. In un’ultima fase viene poi aggiunta una lacca, neutra o colorata, che può avere finalità estetiche o anche servire a garantire maggiore resistenza, per esempio, agli agenti atmosferici. c.f. Chi è Ykk Italia Ykk Italia SpA è parte del Gruppo Ykk, player mondiale negli accessori per chiusura. Fondata nel 1968, è costituita dalla sede centrale a Pero (Mi) e da varie unità produttive dislocate sul territorio. La casa madre, Yoshida Kogyo KabushikiKaisha, questa l’origine del suo nome è stata fondata in Giappone nel 1934. Chi è Rösler Italiana Rösler è fornitore di trattamenti superficiali che produce impianti e componenti per finitura di massa e granigliatura, in combinazione con il lavaggio industriale. Il tutto soltanto con impianti e componenti sviluppati e prodotti internamente. La sede italiana è a Concorezzo (Mb).

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AUTOMAZIONE&PRODUZIONE

Virtual Manufacturing L’impiego di simulazioni numeriche per l’ottimizzazione di una valvola a sfera: maggiore precisione e abbattimento dei costi

di Leonardo Cosma e Antonio Gerardi, Cetma, e Domenico Scardigno, Alas Meccanica

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alle numerose prove di collaudo sui prodotti in fase di sviluppo, alla digitalizzazione. Il virtual manufacturing permette di diminuire i costi e di sviluppare una progettazione molto più mirata, nell’industria meccanica – e non solo; in questo modo si può prevedere il comportamento di sistemi complessi senza dover ricorrere a controlli o osservazioni reali. La soluzione in software guidati da esperti. Cetma, Centro di ricerche europeo di tecnologie, design e materiali con sede a Brindisi, ha sviluppato una serie di test virtuali basati su modelli matematici in grado di sostituire test sperimentali (più costosi) svolti direttamente sui prodotti per verificarne la resistenza e l’efficacia. Tale approccio, in linea con le direttive di Industria 4.0, può essere esteso a tutti i contesti produttivi in cui occorre risolvere problematiche complesse e dove l’approccio tradizionale di tipo “trial and error” limita fortemente la capacità competitiva e la flessibilità delle imprese. Cetma è un'organizzazione di ricerca e tecnologia fondata nel 1994 (attualmente anche Asa Srl fa parte della compagine sociale). Nata da una collaborazione pubblica-privata promossa da Enea, svolge attività di ricerca applicata, sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico nel settore dei materiali avanzati (compositi, polimeri, materiali bio-based e da riciclo), dell’Ict (sviluppo di software specialistici per applicazioni innovative nell'ingegneria, nella produzione e nei servizi) e dello sviluppo di prodotto, con la finalità di potenziare i processi di innovazione del sistema Industriale nazionale, in particolare delle regioni del mezzogiorno d'Italia. Nell’ambito del progetto di ricerca “V.Man” finanziato dalla Regione Puglia, Cetma e Alas Meccanica (azienda specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione e nella progettazione e costruzione di valvole a sfera con sede a Molfetta) hanno collaborato per ottimizzare il design di una valvola a sfera metal-seated da impiegare nel settore oil & gas. È stato quindi elaborato uno specifico modello numerico termo-fluidodinamico e sono state impiegate procedure di ottimizzazione con strumenti di calcolo avanzati per modificare e ottimizzare la geometria delle valvole, migliorando la dispersione di calore nelle zone più calde. Esaminare e trattare il problema della temperatura La principale problematica affrontata e risolta ha riguardato il controllo dei valori di temperatura in cor-

rispondenza di alcune zone critiche in prossimità dello stelo. Era infatti indispensabile ridurre la temperatura in tali zone al di sotto di determinati valori limite per incrementare l’affidabilità della valvola nelle condizioni di esercizio previste.

Le simulazioni multifisiche in cinque passi Analisi delle temperature sul componente Il primo step del progetto è servito per determinare la distribuzione delle temperature sul componente in esame una volta definite le condizioni di lavoro, ossia la tipologia di liquido presente all’interno della valvola, la pressione e la temperatura all’ingresso, la temperatura dell’ambiente esterno. Allo scopo di validare il modello numerico sviluppato, sono stati effettuati test sperimentali facendo fluire all’interno della valvola acqua calda a temperature note e acquisendo, mediante termografia a infrarossi, le temperature esterne. Tali prove sono state riprodotte mediante simulazioni numeriche in digitale, per la corretta definizione dei coefficienti di scambio termico sul corpo valvola. Ciò ha consentito di minimizzare lo scarto fra le temperature ottenute dalle simulazioni e quelle sperimentali, validando la bontà e l’accuratezza del modello numerico.

Confronto fra mappa termografica della valvola e mappa termica ottenuta da simulazioni.

Raffreddamento Successivamente, si è simulata la presenza di un sistema di raffreddamento in corrispondenza delle parti più calde dello stelo. Il modello numerico, precedentemente validato, è stato modificato inserendo un sistema di alettatura; in funzione dei principali parametri (sezione, spaziatura e numero di alette) il software ha provveduto automaticamente ad aggiornare la geometria e a calcolare i relativi

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risultati in termini di distribuzione delle temperature nel corpo valvola.

I modelli matematici permettono di analizzare virtualmente e in tempi rapidi ben 5.000 differenti geometrie. Tra queste viene scelta la migliore per forma, efficienza e riduzione dei costi. deformativo di tutti i componenti della valvola, dovuti a carichi sia meccanici che termici nelle condizioni di esercizio con particolare attenzione al comportamento strutturale delle tenute presenti.

Temperatura sulla valvola a sfera ottimizzata.

Fase di calcolo Alle equazioni di risoluzione dello scambio termico, è stata accoppiata una procedura per il calcolo dei costi associati ad ogni configurazione, analizzata in termini di materiali e lavorazioni aggiuntive per realizzare il sistema di raffreddamento. Si è ottenuto, pertanto, un modello numerico avente come input i parametri geometrici dell’alettatura e come output le temperature in condizioni di esercizio ed i relativi costi di lavorazione. Analisi di tutte le alternative Tale procedura ha consentito di analizzare virtualmente e in tempi rapidi ben 5.000 differenti geometrie, per poi ricavare la forma che fosse in grado di garantire il non superamento delle temperature di soglia nella zona critica, alla sommità dello stelo, al minor costo possibile. In tal modo, l’impiego del sistema di alettatura ottimizzato ha permesso una diminuzione delle temperature massime nei componenti critici di oltre 20°C rispetto alla configurazione base, ottimizzando i costi per materiali e lavorazioni. Verifica stato di deformazione Si è completata l’attività di ricerca con uno studio termo-meccanico al fine di verificare lo stato tensionale e

Modulo delle deformazioni termiche (sx) e tensioni equivalenti (dx) sulla valvola.

Al termine del progetto, l’impiego di simulazioni multifisiche applicate allo studio di una valvola a sfera si è rivelato uno strumento indispensabile. Efficace ed efficiente per l’ottimizzazione del design del componente stesso, ha consentito ad Alas Meccanica un notevole risparmio in termini di tempo e costi di sviluppo prodotto. Utilizzando tecniche avanzate di virtual manufacturing è possibile prevedere il comportamento di sistemi complessi senza dover ricorrere a sperimentazioni o osservazioni reali, con un abbattimento dei costi e una progettazione molto più mirata, in quanto in grado di prendere in considerazione più grandezze fisiche e un maggior numero di scenari. Oltre all’azzeramento dei rischi a cui il personale è esposto in contesti produttivi pericolosi.

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L’innovazione è il nostro business.

inside the future

Nati per informare

C r o n a c a

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T E C N O LO G I E

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M ACC HI NE

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selezione delle Tecnologia, piùUnainteressanti soluzioni novità da per la meccanica tenere d’occhio In collaborazione con la redazione di Tecn’è.

Approfondimenti su www.industriameccanica.it

ASPORTAZIONE

RUBRICA

Rettifica economica La rettificatrice in tondo universale a Cnc, favorit, presentata da Studer, è stata progettata per una produzione singola e in serie, con un rapporto prezzo/prestazioni ottimale. Facilmente automatizzabile, grazie a diverse opzioni quali il controllo di misura, il sistema di bilanciamento, il rilevamento del ciclo e il posizionamento longitudinale, può essere adattata successivamente per altri compiti. Il banco macchina in Granitan massiccio garantisce precisione, prestazioni e sicurezza. www.studer.com

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In alto LAVORAZIONE LAMIERA Tagli al plasma Hypertherm ha presentato l’ultimo nato della linea di prodotti plasma X-Definition, una soluzione che rappresenta la tipologia più aggiornata di tecnologia basata su plasma ad alta definizione, in grado di dettare i nuovi standard della qualità di taglio su acciaio al carbonio, acciaio inox e alluminio. Il risultato finale consiste in bordi di taglio più squadrati, angolarità decisamente più contenute e superfici con finiture eccellenti su metalli non ferrosi come l’alluminio e l’acciaio inox. www.hypertherm.com A destra METROLOGIA L’ottavo asse Due soluzioni metrologiche aggiungono funzionalità di misura innovative alla famiglia CAM2 Arm: CAM2 Arm Quantum a 8 assi e la sonda di scansione laser CAM2 Prizm. In particolare, il sistema a 8 assi integra le soluzioni portabili CAM2 Arm Quantum o CAM2 ScanArm Quantum con un sistema a 8 assi che consente di ruotare la parte in tempo reale rispetto al braccio. L’ottavo è un asse di rotazione completo, identico a un’estensione naturale di tutti i prodotti CAM2 Arm. www.faro.com

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In alto METROLOGIA Trentasei configurazioni A otto anni dal primo Romer Absolute Arm, Hexagon Manufacturing Intelligence ha presentato una serie con polso modulare che consente di rimuovere sia lo scanner laser RS5 sia l’impugnatura a pistola, agevolando la misura in spazi ristretti. Tra i modelli, l’Arm Compact è, a detta del costruttore, il braccio di misura più preciso al mondo, con valori entro 6 µm. La serie prevede 7 dimensioni, con raggi di misura da 1,2 a 4,5 m e 3 livelli di precisione, per 36 configurazioni di braccio uniche. www.hexagonmi.com A destra COMPONENTI UA misura di cobot Semplice, immediata e con un raggio d’azione ancor più ampio: è la nuova soluzione che Rollon e Universal Robots hanno presentano al Motek di Stoccarda. Il Gruppo di Vimercate, specialista in soluzioni per movimentazione lineare, ha infatti sviluppato la demo di un settimo asse pensato per i cobot dell’azienda danese. Obiettivo? Incrementare il raggio d’azione, migliorando le performance dei robot Ur nei processi automatizzati di diversi settori, senza comprometterne la facilità di utilizzo. www.rollon.com/it

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UTENSILI Linee di foratura Tra le innovazioni proposte da Sorma all’Amb di Stoccarda, l’anteprima assoluta è stata riservata alla famiglia di punte a cuspide Dex Drill di Nikko Tools, disponibili per ora nelle versioni 3xD e 5XD, con diametri da 12 a 20 mm, in due geometrie: Gp, per uso generico su materiali Iso P e Iso K, e Te, con tagliente rinforzato, per performance ottimali su produzioni in serie su Iso K. La Casa si è proposta, inoltre, in un segmento del tutto nuovo, con il lancio della linea Nsd di punte integrali in metallo duro, disponibili nelle geometrie Gp, per applicazioni su Iso P, Iso K e Iso M, nelle versioni 3XD e 5XD forate e non, con gamma di diametri da 3 a 20 mm, e Smooth Cut SC, per applicazioni Iso M, Iso P e Iso S, nella versione forata 3xD e 5XD, con range di diametri da 3 a 20 mm. Terza novità la linea di sistemi per foratura con punte pilota da 6xD e 9XD della famiglia Drs, con diametri da 18 a 30 mm. www.sorma.net

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In alto AUTOMAZIONE Attuazione lineare Gli attuatori lineari cyber force, divisione del gruppo Wittenstein che progetta e commercializza sistemi di servoazionamento a tecnologia brushless trifase, sono sicuri anche in condizioni estreme, sottovuoto fino a 10-8 mbar, radioattivi o ad alte temperature, fino a 300 °C. L’affidabilità è garantita dal collaudo e dalle prove di carico e durata specifiche per l’applicazione a cui sono sottoposti. Dimensionamento del motore e meccanica assicurano elevata dinamica e tempi ciclo minimi. www.wittenstein.it

A destra ATTREZZATURE Marcature eterne Il marcatore Laser Topmark Neo di Phoenix Contact ridefinisce la siglatura laser mediante incisioni, carbonizzazioni o processo di tempra laser che determinano marcature resistenti e di elevata qualità. Compatto, facile da usare e con display touch a colori, è equipaggiato con un laser da 20 W e consente di processare fino a 250 etichette/min: disponibili oltre 650 cartellini diversi in acciaio inossidabile, alluminio, transply-Abs, poliacrilato e policarbonato. www.phoenixcontact.com

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CNC Un mondo di App Celos garantisce un’interfaccia unica per tutte le nuove macchine high-tech di Dmg Mori, con un portafoglio a 360° di soluzioni modulari per la digitalizzazione completa della fabbrica, a partire dalle macchine fino ai processi e ai servizi. In particolare, il pacchetto di App Digital Monitoring visualizza tutte le informazioni fondamentali della fabbrica digitale ai fini di una maggiore trasparenza in produzione, e può includere le seguenti App Celos: Messenger, Condition Analyzer e Perfomance Monitor. È inoltre possibile visualizzare i dati delle App Production Planning e Tool Analyzer, utilizzando il Cockpit delle App come maschera di visualizzazione per tutte quelle menzionate. L’App Celos Condizion Analyzer offre l’acquisizione, l’archiviazione, l’analisi e la visualizzazione dei dati rilevati con i sensori installati sulla macchina. www.dmgmori.com

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In alto AUTOMAZIONE Presa e rotazione Il modulo compatto di presa e rotazione Festo Ehmd è ideale per la manipolazione di piccoli oggetti come le provette. Grazie a dimensioni contenute, si presta non solo per l’automazione di laboratorio, ma anche per l’assemblaggio di piccole parti nell’industria elettronica, degli alimenti e delle bevande. Nel settore delle scienze biologiche, il modulo apre e chiude le provette di campioni biologici fino a 15 ml e viene utilizzato per la presa e il posizionamento delle piastre microwell. www.festo.it

A destra AUTOMAZIONE Comunicazione assicurata Efa Automazione ha presentato Anybus X-gateway della svedese Hms Industrial Networks. La soluzione apre una via innovativa, più semplice e potente verso l’IIoT, grazie al supporto di Mqtt e Opc Ua, oltre ai comuni standard di comunicazione industriale. Indipendentemente dal fatto che i dati siano generati in un singolo dispositivo, in una serie di macchine o nei sistemi di automazione, X-gateway IIoT integra, monitora e analizza i dati provenienti dai moderni sistemi IIoT. www.efa.it

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AUTOMAZIONE Frenate in sicurezza Grazie all’Industria 4.0, le opportunità offerte dall’Internet of Things and Services entrano in ogni azienda. È per tale motivo che mayr power transmission è pronta ad affrontare le sfide della quarta rivoluzione industriale. La Brake Technology 4.0 si basa infatti su moduli di monitoraggio intelligenti, grazie ai quali l’azienda definisce un nuovo punto di riferimento sul mercato. I moduli Roba-brakechecker o i Roba-torqcontrol permettono di monitorare in tempo reale lo stato dei freni di sicurezza, in modo facile e veloce, facilitando la decelerazione uniforme e regolando macchine e dispositivi. Altra soluzione per il controllo continuo delle condizioni di commutazione dei freni è il modulo Roba-SbCplus, sviluppato in collaborazione con Pilz, mirato in particolare alle applicazioni che devono soddisfare i requisiti per la protezione delle persone. www.mayr-italia.it

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In alto AUTOMAZIONE Sensori logistici Sick ha istituito l’Agc-Automated Guided Carts team, una squadra di ricerca trasversale tra i diversi dipartimenti incaricata di mettere a punto soluzioni ad hoc per questo tipo di veicolo. I primi risultati della nuova startup, una delle realtà interne di Sick per anticipare le tendenze di mercato, rendono possibile la movimentazione autonoma degli Agc grazie a sensori che forniscono informazioni per la guida della traiettoria o per determinare la posizione assoluta della piattaforma mobile. www.sick.com

A destra ELETTROUTENSILI Avvitare (e svitare) Gli avvitatori a impulsi Dcf894 e Dcf897N-Xj cordless, con motore brushless e tecnologia Precision Wrench, prodotti da DeWalt trovano impiego nei settori automobilistico e industriale e per montaggio e smontaggio di impalcature e impianti. La tecnologia Precision Wrench permette all’utensile, in fase avvitatura, di fermarsi prima del fondo corsa per evitare un serraggio eccessivo, mentre in fase svitatura consente di ridurre la velocità quando la vite fuoriesce, evitandone lo smarrimento. www.dewalt.it

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UTENSILI Versatilità in fresatura La famiglia di frese elicoidali T4-12 è stata ampliata da Seco Tools con cinque frese per operazioni di sgrossatura e semifinitura, economiche e versatili. L’aggiunta di tre misure metriche e di due misure in pollici rende la gamma di frese elicoidali tangenziali, con terminale sostituibile per lunghe sporgenze, la più completa dI settore, con diametri da 40 a 100 mm. Progettate specificatamente per il settore aerospaziale, le nuove frese, con attacco Hsk-100A, consentono di ottimizzare le operazioni di contornatura. Grazie al terminale sostituibile, garantiscono soluzioni personalizzate quando necessarie e offrono la possibilità di sostituire la prima fila di inserti senza cambiare l’intero corpo fresa. Gli utensili forniscono prestazioni eccellenti quando si lavora con materiali con tendenza all’incollamento del truciolo, ad esempio acciai inossidabili e leghe resistenti ad alte temperature. www.secotools.it

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SPS Italia Hub

RUBRICA

Digitale e automazione insieme per il rinascimento dell’industria L’industria vale un quarto del mercato dell’Ict, crescono i wearable, intelligenza artificiale e cognitive computing di Franco Canna e Renzo Zonin

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La strada verso la fabbrica connessa: cambiare il modo in cui umani e macchine interagiscono e imparano l’un l’altro

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e tecnologie digitali sono sempre di più un driver di crescita per l’industria. E l’industria un mercato di riferimento per gli operatori del digitale. Secondo gli ultimi dati presentati da Assintel, il mercato dell’Ict quest’anno ha raggiunto i 30 miliardi di euro, crescendo dello 0,7% sul 2017, con una prospettiva di incremento del +1,6% nel 2019. E l’industria, con i suoi 7 miliardi di euro, rappresenta quasi un quarto del mercato. Il merito, spiegano i ricercatori, è della trasformazione digitale, su cui investono soprattutto le grandi aziende, e delle tecnologie che ruotano intorno alla cosiddetta Terza Piattaforma e agli acceleratori dell’Innovazione, che da sole valgono 18 miliardi e che hanno ritmi di crescita a due cifre: cloud +25%, IoT +18%, intelligenza artificiale +31%, realtà virtuale e aumentata +72%, wearable + 43%, big data e analytics +26%. Ferme invece le micro e piccole imprese: quasi il 30% non ha in atto o in progetto nessuna strategia di trasformazione digitale. Diversi, ma dello stesso segno, i numeri elaborati da Anitec-Assinform, secondo i quali il digitale, che nel 2017 valeva 68,7 miliardi di euro, raggiungerà quest’anno i 70 miliardi. A mostrare maggior dinamismo sono le tecnologie indossabili (+29%), intelligenza artificiale e cognitive computing, cresciute al tasso medio annuo del 61,4% fino a quota 79,8 milioni.

Il fattore umano necessario Il matrimonio tra tecnologie It e Ot, tra digitale e industria, “s’ha da fare”; ma siamo solo agli inizi e molte incognite gravano ancora sull’integrazione tra questi mondi storicamente così diversi, prima tra tutte quella delle competenze. «Per cogliere in pieno i benefici macro-economici della trasformazione digitale occorre creare condizioni di contesto che incentivino sia la collaborazione, sia una governance del processo: penso alla creazione di sinergie e reti fra gli operatori dell’offerta, come ad esempio la collaborazione fra Pmi e startup innovative, ma anche all’innovazione delle filiere del made in Italy che coinvolga anche le micro e piccole imprese, e infine alla

grande criticità della digitalizzazione mancata della pubblica amministrazione», commenta Giorgio Rapari, presidente Assintel. «Occorrono cluster di competenze correlate fra loro – spiega Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube – ed è compito della politica creare formazione, nuove risorse competenti. Tutto questo ha a che fare con una profonda riforma del sistema della formazione essenziale per creare un mercato del lavoro che renda le risorse, oggi rare e costose, accessibili anche alle Pmi».

Oracle: verso la Smart Connected Factory Intanto la locomotiva tecnologica va avanti. Fra le aziende che da tempo hanno avviato un percorso di integrazione It/Ot, uno dei casi più interessanti è quello di Oracle, il gigante dell’It che partito come produttore di database vanta oggi un portfolio completo di soluzioni informatiche per la gestione e l’operatività aziendale. Oracle ha presentato già alla scorsa Sps Italia la sua visione di quella che chiama Smart connected factory. In breve, Oracle sostiene che per rimanere sul mercato, le aziende devono trasformarsi in Digital Enterprise, in grado di fare digital business con quelli che ormai sono dei digital customer. Ma per fare ciò, non basta che siano digitali i settori della distribuzione e della vendita: anche la produzione deve essere una “smart manufacturing”, una produzione digitalizzata che consenta di creare prodotti innovativi tramite una logistica flessibile. Solo le digital factory si integreranno nel puzzle tecnologico dell’Industry 4.0, composto da tessere come il cloud, l’augmented reality, big data & analytics, It security, integrazione software, intelligenza artificiale, customizzazione e robotica. Non si tratta di sostituire gli attuali macchinari con altri nuovi, ma piuttosto di cambiare il modo in cui umani e macchine interagiscono e imparano l’uno dall’altro. Una smart connected factory realizza in pieno il paradigma di Industry 4.0 perché in essa macchine, dispositivi, sensori e persone connesse producono dati che possono essere analizzati e tradotti in azioni in modo fortemente automatizzato, mediante l’utilizzo del machine learning e dell’intelligenza artificiale; inoltre, la fabbrica può avere un gemello digitale generato dall’It, per la massima trasparenza delle informazioni; macchine dedicate possono supportare gli umani nei compiti più rischiosi, duri o scomodi; e specifici apparecchi possono prendere decisioni autonomamente, decentralizzando il processo decisionale. La convergenza fra la smart connected factory e l’It

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aziendale si realizza tramite sistemi IoT enabled, che permettono il collegamento con le applicazioni business, magari operanti sul nuovo Cloud Gen 2 appena annunciato. La IoT Cloud Enterprise Platform, per esempio, fornisce strumenti per l’asset monitoring, il production monitoring, il fleet monitoring, oltre che per i connected worker e il service monitoring for connected assets. Quando tutte le tessere sono in posizione, e i dati possono fluire fra i vari comparti, si realizza una vera e propria “connected value chain”, ben più flessibile di quelle tradizionali, che consentirà all’azienda di esplorare nuovi paradigmi come la customer centric economy e la mass customization.

Dassault Systèmes: un Rinascimento industriale Altro approccio interessante, parlando di integrazione tra It e Ot, è quello di Dassault Systèmes, una delle aziende più importanti nello sviluppo di soluzioni di realtà virtuale e aumentata al servizio dell’industria. In occasione del recente 3dx forum 2018, Olivier Ribet, vice president Industry della multinazionale francese, ha parlato di un “Rinascimento industriale” e ha detto che la sfida di oggi è permettere al mondo virtuale di estendere e migliorare quello reale. Ci è riuscita, per esempio, Dallara che, nonostante il parere negativo di qualche ingegnere esperto in azienda che diceva non fosse possibile, ha sviluppato un simulatore di guida affidando il compito a giovani ignari di sfidare l’impossibile. Secondo Andrea Pontremoli, ceo di Dallara, l’abbondanza di tecnologia mette in risalto l’importanza del fattore umano. «Dobbiamo chiederci dove potremo fare la differenza nella capacità di utilizzo della tecnologia. Per questo dobbiamo provare a pensare cosa vorremmo fare dando per scontato che la tecnologia per farlo c’è. E qui viene fuori l’uomo». Che le persone siano importanti lo ha ribadito Sergio Terzi, docente di tecnologia industriale al Politecnico di Milano, che il Rinascimento industriale lo vede «anche se nei grandi numeri la maggioranza delle aziende italiane dal punto di vista delle competenze per la trasformazione digitale non c’è ancora». Per il docente dell’ateneo milanese è importante attrarre competenze e concedere «capacità di agire al personale tecnico e creativo che deve avere la possibilità di muoversi con maggiore libertà. I loro capi devono dargli spazio». Restando in ambito Automotive, Roberto Sicigliano, head of design di Brembo, ha raccontato come la virtualizzazione sia stato un elemento fondamentale del pro-

cesso che ha contribuito a tenere bassa la complessità. «In un prodotto complesso gli elementi sono fortemente correlati con un input generando un comportamento poco prevedibile». Insieme alla società francese e ad altri partner è stato costruito un processo di sviluppo «per integrare quello che è il processo di progettazione tipico del manifatturiero tradizionale con quelli che sono i processi top down dello sviluppo dei prodotti complessi con l’analisi dei requisiti e le necessità degli stakeholder. Le iniziali necessità di alto livello sono state calate su strutture funzionali e architetturali fino a gestire il deploy verso la progettazione di dettagli e la parte meccanica e del software. Questo in un frame all’interno di un una piattaforma in cui ci fosse anche un cappello legato alla gestione del progetto e per garantire i requisiti di qualità necessari per lo sviluppo della safety».

L’evoluzione delle tecnologie software nell’Industria 4.0 A Milano il 6 febbraio il forum dedicato al Software Industriale

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mart manufacturing, virtual manufacturing e augmented reality, intelligent and connected product e industrial cyber security saranno i quattro focus al centro del Forum Software Industriale, l’evento organizzato da organizzato da Anie Automazione in collaborazione con Messe Frankfurt Italia che si terrà al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, il prossimo 6 febbraio. Questa edizione del Forum è dedicata specificamente all’evoluzione delle tecnologie software nell’Industria 4.0. «Nel corso degli anni – spiega Marco Vecchio, segretario dell’associazione – il software per l’automazione industriale è diventato un fattore strategico per il funzionamento delle aziende. Oggi i sistemi informativi sono il motore dell’evoluzione del manufacturing e il concetto di fabbrica intelligente e, appunto, digitalizzata sintetizza tale ruolo». La convergenza tra It e Ot è un fattore caratterizzante ed essenziale per implementare al meglio la trasformazione digitale nell’industria (e non solo). «L’investimento in infrastrutture It – spiega Marco Vecchio – si configura sempre più come una delle leve principali per garantire alle aziende manifatturiere l’efficienza e l’efficacia necessarie alla loro stessa sopravvivenza andando a incidere sulla competitività». Questo perché la digitalizzazione è anche un driver per implementare nuovi modelli di business basati sulla cosiddetta servitizzazione, cioè la possibilità di creare un rapporto duraturo tra produttore e utilizzatore attraverso l’erogazione di servizi collegati alla fruizione del prodotto.

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EFFICIEN ENER l’industria meccanica 718 | 46


ZA & RGIA 47 | NOVEMBRE DICEMBRE 2018


EFFICIENZA&ENERGIA

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Finanziamenti europei: 5 errori da evitare per passare le selezioni di Laura Aldorisio

Life, un programma per la sostenibilità ambientale: l’italiana Laura Giappichelli di Easme suggerisce alle imprese le informazioni da non tralasciare e i dettagli da esplicitare.

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mbiente e clima sono i binari su cui corre “Life”. È l’unico strumento dell’Unione europea che finanzia la sostenibilità ambientale e, dal 2014, la lotta ai cambiamenti climatici. I numeri lo testimoniano: il programma dal 1992 ha collezionato 4.500 progetti per un totale di 9 miliardi di euro. Piccole aziende, medie e grandi, associazioni, enti di ricerca possono parteciparvi. I due bandi sono annuali e pubblicati solitamente tra aprile e maggio. Per il ciclo dal 2014 al 2020 il budget totale di 3 miliardi e 5 milioni è destinato per il 75% al tema ambiente e il 25% al clima. «Per il bando dedicato all’ambiente riceviamo circa 120 proposte annue dai paesi membri. Ne selezioniamo all’incirca 40, una su tre. Non è poco, se si paragona alla probabilità di Horizon 2020», dice Laura Giappichelli project adviser di Easme, l’agenzia esecutiva per le piccole e medie imprese della Commissione europea. Life garantisce un cofinanziamento al 55% della Ue e al 100% nel caso di un prototipo da sviluppare. Ci si può candidare come impresa singola o in cordata e non ci sono tetti massimi o minimi di finanziamento. In media i progetti sono da due milioni di euro. «L’esigenza principale del progetto Life è attuare le politiche europee in materia di clima e ambiente: cerchiamo progetti che ci aiutino a rispondere a questi obiettivi». È anche vero che molti documenti inviati raccontano di un vuoto legislativo, racconta la Giappichelli, o chiedono un cambiamento. Questo perché le normative europee hanno una pertinenza in un certo contesto mentre in altri possono trovare barriere attuative o infrastrutturali. «Grazie a Life possiamo capire quale sia la realtà. Non si parla quindi solo di tecnologie efficienti, ma di governance & information, progetti che migliorino la proposta istituzionale». L’Italia è la prima classificata in termini di partecipazione al programma Life e, per alcuni anni, anche in termini di proposte selezionate. Ultimamente si è ridotta la percentuale di progetti selezionati, un leggero calo forse strutturale o dovuto a una qualità maggiore da parte degli altri

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paesi. Dal 1992 a oggi sono 839 i progetti italiani finanziati, di cui 497 nel campo ambiente ed efficienza energetica, 287 in biodiversità, 30 in progetti di ambiente e informazione, 35 nel settore del cambiamento climatico, 38 in altri campi. Molti i settori coinvolti: ad esempio una delle idee finanziate mira alla gestione e alla prevenzione delle emergenze alluvionali, e in particolare del fiume Adige. O ancora, è stata sovvenzionata una fornace per cuocere la ceramica che riduce le emissioni e aumenta l’efficienza energetica. O si punta al risparmio di energia isolando il tetto con tegole ventilate, brevettate da un’industria veneta, in consorzio con una società francese e una tedesca, e il supporto dell’Università di Ferrara. «Non si tratta di un fondo europeo al quale è complicato accedere. È un finanziamento alla portata di tutti per un’economia verde, circolare e più efficiente come utilizzo delle risorse. Vogliamo che ogni iniziativa diventi una realtà di lungo periodo e di lunga visione così che i benefici siano espansi: una realtà, insomma, che si trasformi in qualcosa di sostenibile», assicura la Giappichelli. Come proporre un buon progetto Si valuta la proposta secondo solo quello che viene scritto. Non bisogna dare nulla per scontato. Il business plan deve seguire un quadro logico e, per essere credibile, deve

rispondere a tre domande: Quali problemi volete risolvere? Qual è l’obiettivo? Qual è la strada per raggiungere l’obiettivo? Ma i progetti secondo quali criteri vengono valutati? E quali sono gli errori più comuni? 5 i principali: 1. Il primo criterio di valutazione è la sostenibilità. Spesso non è chiaro come l’idea voglia raggiungerla e mantenerla nel tempo, mentre per noi è fondamentale capire come possa crescere. L’Unione europea deve vedere il potenziale. In assenza di questo fattore, si perdono dei punti. 2. Un elemento che spesso manca, e che rende la proposta debole, è la descrizione chiara del contesto attuale. È necessario chiarire quale sia lo status quo e la problematica. Si dettagli come la si intende affrontare, quali siano le soluzioni già esistenti e perché non possano essere usate. 3. Gli obiettivi ci sono ma è un problema ricorrente il divario tra un fine ambizioso e un’attività che non può puntare al suo raggiungimento. Se ci si vuole impegnare nel recupero e riutilizzo del calore, ridurre le emissioni, incrementare l’efficienza, è chiaro che lo sviluppo di un tool non sarà sufficiente. Si dovrà proporre la sostituzione della fornace o alcuni sistemi interni. L’obiettivo politico del ridurre le emissioni allora sarà raggiunto. 4. Il programma Life intende diffondere buone pratiche e

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rendere omogenea l’applicazione della direttiva europea. Il concetto di replicazione indica che l’innovazione finanziata diventi una conoscenza anche in altri contesti. Il programma non finanzia semplicemente un’impresa ma un’idea di cambiamento. Tutto deve essere adattato al contesto. Si può creare un gruppo di industrie dello stesso settore, magari della stessa categoria, con cui condividere attività e problematiche. O promuovere corsi di formazione in cui coinvolgere altre aziende. O cercare di capire come sfruttare l’invenzione in altri settori. Coinvolgere altri soggetti e trasferire conoscenze acquisite dà diritto a punti aggiuntivi nella valutazione. 5. Un altro elemento spesso debole è la parte di contributo alle politiche europee cioè se si abbia intenzione di coinvolgere i politici del proprio Paese. L’impresa deve ambire a informare le istituzioni. All’interno del progetto deve trovare spazio la possibilità di organizzare le giornate a porte aperte o, magari, una tavola rotonda con i propri stakeholders o sedere ai tavoli di lavoro a livello internazionale e nazionale. Si vuole essere sicuri che questo sarà fatto. Life ha predisposto delle linee guida molto chiare che dettagliano i cinque punti qui sintetizzati e molto altro. Consultarle aiuterà a ridurre il margine di errore e ad aumentare la possibilità di essere selezionati.

Laura Giappichelli, project adviser di Easme, è stata tra i relatori del convegno "Italy first: le eccellenze tecnologiche nazionali per l'efficienza energetica protagoniste del piano 2030", organizzato da Italcogen, associazione dei costruttori e distributori di impianti di cogenerazione e recuperi termici, federata ad Anima Confindustria meccanica varia nell’ambito di Key Energy - Ecomondo. Un’occasione di dialogo con le istituzioni e di arricchimento delle conoscenze sugli strumenti e le tecnologie italiane. Il presidente Italcogen, Marco Golinelli, ha ricordato il ruolo e l’impegno di italcogen per l’efficienza energetica e ha chiesto poi «alle Istituzioni presenti di farsi carico di alcune esigenze del settore della cogenerazione: prima di tutto che gli sconti energivori siano erogati solo se finalizzati agli investimenti in efficienza energetica. In seconda battuta, è necessario potenziare lo strumento dei certificati bianchi e, intanto, migliorare l’esistente. Italcogen è certa che il Climate and Energy Package sia un’opportunità anche e soprattutto di politica industriale. Per questo, è importante il coinvolgimento del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Ci auguriamo di poter assistere presto all’avvio del tanto atteso fondo nazionale per l’efficienza energetica e chiediamo una nuova governance del Gse, volta a superare contenziosi e sbloccare investimenti», conclude Golinelli.

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Che c’è di nuovo nel Golfo Dall’upstream al downstream il Medioriente continua a investire. Mentre la meccanica italiana per l’Oil&Gas esporta già in quest’area tecnologie per 2 miliardi di euro, fra valvole, turbine, pompe, pressure equipment e componentistica. Dove andare e come partecipare alle gare.

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Prossimi investimenti a Bu Hasa

Una selezione di progetti aperti nel settore Oil&Gas da tenere d’occhio Abu Dhabi, un grande progetto a Qusahwira

Compagnia: Adnoc Onshore | Contractor: Larsen & Toubro, Cpecc (Integrated facility project, Bu Hasa - Abu Dhabi)

La Abu Dhabi National Oil Company investirà 5,1 miliardi di Dh per migliorare ed espandere il suo giacimento di Bu Hasa, che aumenterà la produzione di greggio da 550.000 a 650.000 barili al giorno. Il progetto fa parte del suo piano di investimenti da 486 miliardi di dollari per espandere massicciamente la sua capacità petrolifera e diventare prima autosufficiente, e poi esportatore di gas nei prossimi anni. Un contratto di ingegneria, approvvigionamento e costruzione è stato poi assegnato a Tecnicas Reunidas dalla controllata di Adnoc, Adnoc Onshore, che gestisce il campo.

Compagnia: Adco | Contractor: Petrofac (Qusahwira field)

Il progetto prevede l’espansione di un campo di produzione di greggio onshore di 143.000 barili al giorno situato a Qusahwira, Abu Dhabi. Il piano comprenderà anche la costruzione di infrastrutture come pozzi, impianti Gosp (separazione oil-gas) e nuovi compressori a iniezione di gas, nuove pompe di spinta della linea principale del petrolio, pompe per lo smaltimento dell’acqua, nuovi pozzi per l’acqua e per il gas naturale (Wag), linee di flusso e impianti associati.

Abu Dhabi, dal campo di Shah una pipeline per zolfo liquido

Fujairah, stoccaggio sotterraneo di greggio Compagnia: Adnoc | Contractor: Sk E&C (Underground crude oil storage system)

Il progetto riguarda la costruzione di un deposito di greggio, da parte della sudcoreana SK E&C, tra le montagne nei pressi di Fujairah. Il progetto comprende anche 3 aree con serbatoi in grado di stoccare 42 milioni di barili e di eseguire le attività collegate allo stoccaggio. L’impianto di Mandos Offshore Oilfield soddisferà la crescente domanda di stoccaggio del greggio a prezzi più bassi.

Contractor: MMEC Mannesmann | Compagnia: Adnoc

A Bu Haseer si raddoppia l’estrazione offshore

(Sulfur pipeline, Shah)

Sono in corso i lavori per la costruzione di un nuovo gasdotto in zolfo, per trasportare lo zolfo fuso prodotto dalle operazioni di Shah, in quanto massimizza il valore delle proprie risorse. Il gasdotto aggiuntivo trasporterà lo Zolfo liquido dall’impianto principale di lavorazione all’impianto di granulazione zolfo situato a 11 chilometri di distanza, dove lo zolfo viene granulato, stoccato e infine trasportato, via ferrovia, a un terminale di movimentazione dello zolfo presso l’hub di Ruwais Downstream dell’Adnoc. L’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione e la messa in servizio del nuovo gasdotto è effettuata dalla tedesca MMEC Mannesmann. La messa in servizio del gasdotto, che si occuperà della futura espansione della produzione di zolfo, creerà maggiore valore da una delle principali materie prime della lavorazione del gas naturale e aumenterà la flessibilità delle operazioni esistenti, è prevista per il 2019.

Compagnia: Al Yasat Company for Petroleum Operations Contractor: Npcc (Offshore Bu Haseer field, Abu Dhabi)

La National Petroleum Construction Company di Abu Dhabi si è assicurata un contratto di ingegneria, approvvigionamento e costruzione per il campo offshore Bu Haseer negli Emirati Arabi Uniti, tra le isole Das e Zirku. Il contratto, assegnato dalla controllata Al Yasat Company di Adnoc per le operazioni petrolifere, comprende i lavori Epc e la messa in servizio di tutti gli impianti offshore associati. Dovrebbe così raddoppiare la capacità produttiva dal campo di Bu Haseer a 16.000 barili al giorno nel 2020.

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Nuovo sviluppo del gas ad Abu Dhabi

Nuova unità di propilene

Compagnia: Adnoc | Contractor: Adnoc Lng, Tecnicas Reunidas, Target Engineering Construction Company

Compagnia: Borouge V | Contractor: Tecnimont

(IGD-E, Das Island)

L’ultimo progetto aggiudicato dal gruppo Maire Tecnimont riguarda un contratto Epc per una nuova unità di polipropilene (PP5 Project) a Ruwais, 230 chilometri ad ovest della capitale Abu Dhabi. Borouge è la joint venture fra Adnoc e Borealis, produttore austriaco di soluzioni petrolchimiche e plastiche. Lo scopo del lavoro di Tecnimont per il progetto PP5 consiste in una nuova unità di polipropilene da integrare nel già esistente complesso Borouge 3. L’unità di polipropilene avrà una capacità di 480.000 tonnellate all’anno.

(Polipropilene PP5 Project, Borouge)

Adnoc Lng, società controllata dalla Adnoc-Abu Dhabi National Oil Company, ha firmato il contratto di ingegneria, approvvigionamento e costruzione per la seconda fase del progetto Igd-E (Integrated Gas Development Expansion) con un consorzio della spagnola Tecnicas Reunidas Reunidas e della Target Engineering Construction Company di Abu Dhabi. Il contratto ha un valore pari a 860 milioni di dollari.

Un impianto di lavorazione del greggio in Iraq

Disidratazione Gas, un nuovo contratto in Bahrein Compagnia: Tatweer Petroleum | Contractor: Petrofac (Gas dehydratation facility, Bahrein)

La divisione Engineering & Production Services East di Petrofac si è aggiudicata dalla Tatweer Petroleum, in Bahrain, un ulteriore ambito di lavoro multimilionario in seguito alla riuscita installazione di un impianto di disidratazione del gas da 500 Mmscfdd per il cliente. Petrofac eseguirà su base forfettaria chiavi in mano l’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione (Epc) di ulteriori pozzi di gas e li collegherà all’impianto di disidratazione del gas.

Compagnia: Basra Oil Company | Contractor: Petrofac (Central processing facility, Majnoon)

Petrofac si è aggiudicata un contratto del valore di circa 370 milioni di dollari dalla Basra Oil Company per l’espansione del Central Processing Facility, situato nel Majnoon Field, nel sud dell’Iraq. In base ai termini del contratto di 34 mesi, il progetto EPC (lump-sum engineering, procurement and construction) comprende due train per la lavorazione del petrolio, in grado di trattare 200 kbopd. Petrofac si è precedentemente aggiudicata un contratto nel 2011 e ha consegnato l’ingegneria, l’approvvigionamento e la gestione della costruzione per l’esecuzione e il completamento del Central Processing Facility esistente a Majnoon.

Abu Dhabi, Ampliamenti alla raffineria di Ruwais

Un nuovo impianto di ammoniaca in Arabia Saudita

Compagnia: Takreer - Abu Dhabi Oil Refining Co Contractor: Cb&I, Samsung Eng

Compagnia: Ma’aden | Contractor: Daelim

(Ruwais industrial complex & refinery)

(Phosphate 3, Umm Wu’al)

Un contratto da 3,1 miliardi di dollari per CB&I (Houston) da parte di Adnoc Refining (la ex Takreer), per aumentare la flessibilità di lavorazione del greggio e migliorare i margini presso lo stabilimento occidentale di 417.000 bpd degli oltre 800.000 bpd del complesso di raffinazione di Ruwais. L’ambito di lavoro di CB&I comprenderà inoltre l’ingegneria, l’approvvigionamento, la fabbricazione e la costruzione di 14 serbatoi a fondo piatto e 10 riscaldatori di processo per il Crude Flexibility Project.

Ma’aden, a Saudi Arabian Mining Company, ha assegnato a Daelim un contratto di ingegneria, approvvigionamento e costruzione per realizzare il primo impianto del terzo complesso di fosfati su larga scala (Phosphate 3). Il complesso aumenterà la capacità di produzione di fosfato di Ma’aden a 9 milioni di tonnellate, assicurando la posizione globale del Regno come primo produttore ed esportatore di fosfato.

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Sei nella vendor list? Non basta. Come accreditarsi presso le compagnie Oil&Gas negli Emirati e Middle East per partecipare ai bandi di gara internazionali di Carlo Fumagalli

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resce la domanda mondiale di petrolio, secondo i dati dell’Unione petrolifera nel 2018 sale a 99,2 milioni di barili al giorno, 1,3 milioni in più rispetto all’anno scorso. Mentre i prodotti petrolchimici – spiega un report dell’International energy agency – dovrebbero rappresentare più di un terzo della crescita della domanda mondiale di petrolio fino al 2030. Sia nelle attività di upstream che di downstream un player primario è rappresentato dalle regioni del Middle East, in particolare dagli Emirati Arabi Uniti. La meccanica italiana coinvolta nel settore, per esempio, ha esportato in Medio Oriente tecnologie nel 2017 pari a 1.955 milioni di euro (+19,1% sul 2016). In particolare secondo i dati dell’Ufficio Studi Anima, valvole, turbine, pompe, e pressure equipment. Ma partecipare a progetti Oil&Gas (a pagina 54 abbiamo geo-localizzato i più recenti) non è mai semplice. «Nel caso Golfo Persico è buona norma avere un agente locale serio che possa comunicare alla società italiana che fabbrica manufatti i nomi dei progetti in corso di attuazione nel paese dove opera l'agente» spiega Pierluigi Donetti, collaboratore desk Eau e Medio Oriente di Anima, «La sua priorità è l’iscrizione dell’azienda nella “Project vendor list” preparata dal cliente finale».

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Ma non basta semplicemente iscriversi nella vendor list per avere una chance di partecipare al progetto. Non basta per partecipare alle gare. Da diversi anni le società di ingegneria che svolgeranno i lavori di costruzione per conto del cliente finale richiedono al produttore di manufatti copia dell'avvenuto accreditamento presso l’Oil&Gas di turno. Come funziona? Un esempio: Eni e Total vincono la gare in Libano per lo sfruttamento di un campo petrolifero. Total svolgerà attività di acquisto dei materiali per la costruzione del campo petrolifero e le società che vorranno partecipare al bando di gara dovranno necessariamente essere accreditate Total France. È una sorta di garanzia? Sì, questa forma di accreditamento garantisce a Total France che la società costruttrice di manufatti ha le potenzialità, qualora vincesse il bando, di fornire nei tempi pattuiti dal contratto le merci scevre di vizi e perfettamente performanti secondo i requisiti tecnici richiesti. Quali sono i passi per accreditarsi? Per accreditarsi presso le società Oil&Gas del Golfo Persico serve un’azione sinergica tra il costruttore e l’agente locale che opera sul territorio. L’agente locale infatti deve raccogliere tutti i documenti presso l’end user, i quali dovranno essere compilati in ogni parte per poter essere poi letti e giudicati dallo stesso end user. Ma le aziende sono consapevoli delle difficoltà di questo processo? Consapevoli sì. Il problema è il personale, spesso le società costruttrici non hanno nel proprio organico una figura che possa seguire quotidianamente queste procedure. Di conseguenza, anche se in possesso di tutte le qualità necessarie, rinunciano alla gara. Una mancanza di professionalità quindi. Non è tanto mancanza di preparazione, manca più che altro il tempo a disposizione. Inoltre le aziende spesso sottostimano le tempistiche per questi lavori di accreditamento, condizione necessaria per poter partecipare alle gare d’appalto.

Per accreditarsi presso le Compagnie del Golfo serve un’azione sinergica tra il costruttore e l’agente locale che opera sul territorio Come si lavora per aiutare un’azienda a ottenere l’accreditamento? Dopo analisi della società si stabilisce insieme un percorso finalizzato all’ottenimento dell’accreditamento presso i clienti finali residenti nel Golfo Persico. Si fa da tramite con l’agente rappresentante locale, e si seguono tutte le pratiche (lavorando con la contabilità, l’ufficio qualità l’ufficio tecnico, la sicurezza…). L’agente rappresentante poi invia tutto alla Compagnia Oil&Gas. Ma le procedure cambiano continuamente, in ogni momento possono uscire nuove direttive da recepire per il costruttore. Le procedure cambiano anche da nazione a nazione? Sì, ci sono nazioni, per esempio, che richiedono che il tuo bilancio venga certificato da ente terzo e riconosciuto da un ente internazionale, è il caso dell’Arabia Saudita. Oppure in Iran: in quel mercato è necessario che il 20% della tecnologia sia prodotta localmente. Il paese più difficile? Per me è il Kuwait. Le procedure e le documentazioni da inviare hanno tempi molto stretti, il più delle volte scadono i termini e bisogna ricominciare da capo. Nella sua esperienza da consulente le è capitato un caso da raccontare? Penso a un’azienda che ho seguito personalmente, producono cavi di strumentazione. Nel 2011 non era stato facile farsi accreditare negli Eau. È bello pensare come un’azienda con una sede praticamente sulle Alpi Retiche abbia da un certo momento iniziato a partecipare a molte gare sul territorio degli Emirati Arabi.

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Un supporto alle aziende per operare nel Middle East Un “Desk Eau/Medio Oriente” per le imprese: durante la fiera internazionale Adipec (Abu Dhabi) è stata lanciata la nuova iniziativa per sostenere le aziende italiane della meccanica che vogliono approcciare i mercati del mediorientali. Anima Confindustria Meccanica Varia, grazie ai suoi partner locali, insieme a Icim, il Progetto Dogana Facile in collaborazione con Easyfrontier, Lawtelier, e Winh, e l’attivazione degli uffici Ice a presidio dei singoli paesi, è in grado infatti di supportare le aziende italiane su temi come l’inserimento nelle vendor list, pratiche doganali complesse, ricerca agenti e dealer, ricerca opportunità di business, certificazione, attivazione rete vendita, organizzazione di incontri B2B.

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«L’elemento umano è fondamentale nelle relazioni di business con paesi esteri» dice Stefano Boldorini, collaboratore

del Desk e partner di Winh, «nel nostro lavoro diamo supporto nell’individuazione, nel presidio e nel follow up delle attività commerciali in area mediorientale, attraverso la nostra conoscenza della mercato e della mentalità locale, in particolare nelle relazioni con gli stakeholder». Il Desk fornisce supporto per ricerche di mercato, consulenza per inserimento nelle vendor list delle Epc, supporto alla certificazione presso le Epc, individuazione dei possibili progetti aperti in Eau/Medio Oriente, business development (one to one/tender), deputy country, management in Eau/Medio Oriente, supporto legale (export control, contrattualistica, garanzia bancarie), Supporto doganale e fiscale, corporate identity/JV in Eau e Medio oriente, supporto allo sviluppo economico-commerciale delle imprese italiane sui mercati esteri, attrazione degli investimenti esteri in Italia.

Per le Pmi è il momento del Medio Oriente l’industria meccanica 718 | 60


Ad Adipec, la fiera Energy ed Oil&Gas ad Abu Dhabi, erano presenti 130 aziende italiane, e 32 nella collettiva Ice-Anima-Anie

alta l’attenzione sulle soluzioni tecnologiche innovative e che attrae un forte interesse da parte delle filiere industriali nazionali. Anche per questo» prosegue il direttore Bruno, «abbiamo supportato la partecipazione italiana ad Adipec con una copertura media dedicata ai canali di informazione locale e attraverso l’organizzazione di incontri tematici con grande apprezzamento da parte delle aziende». I dati di export delle tecnologie italiane per la produzione di energia ed Oil&Gas parlano chiaro: sono ben 1,9 miliardi di euro il fatturato che proviene da export verso il Medioriente. Quest’area rappresenta uno dei principali mercati per le tecnologie più innovative ma nel prossimo futuro per le aziende che vogliono operare negli Emirati Arabi Uniti sarà determinante dimostrare la partecipazione attiva dell’impresa alla creazione di valore direttamente nel Paese. A questo scopo è stato creato dalle istituzioni Emiratine uno specifico indicatore chiamato Icv, “In Country Value”, che determinerà il grado di partecipazione delle aziende straniere alla valorizzazione del proprio operato sul territorio attraverso la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo di una filiera specifica, il trasferimento tecnologico. Tutti elementi che costituiscono l’essenza di quel local content che anche negli altri paesi dell’area, con modalità diverse, è sempre più richiesto a chi vuole operare in questi paesi.

di Alessandro Durante

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omplice l’innalzamento del prezzo del petrolio, quello che era già un appuntamento imperdibile per gli operatori del settore energia ed oil&gas è diventato una kermesse in cui tutti i più importanti operatori del settore hanno mostrato il meglio di sé: Adipec, la fiera Energy ed Oil&Gas ad Abu Dhabi (dal 12 al 15 novembre scorso) ha superato se stessa per densità di visitatori ed espositori. Presenti anche 130 aziende italiane, di cui 32 all’interno della collettiva realizzata da Ice in collaborazione con Anima ed Anie. «Abbiamo aumentato lo spazio espositivo e saturato immediatamente gli spazi disponibili quest’anno» dice Ferdinando Pastore, dirigente Ice dell’Area tecnologie industriali «il fatto che le aziende italiane sentano la necessità di essere presenti anno su anno, conferma la necessità e l’urgenza di essere protagonisti attivi in questa grande occasione». Secondo il direttore dell’ufficio Ice di Dubai Gianpaolo Bruno «la fiera Adipec è la vetrina prestigiosa di un settore che in questi anni è riuscito comunque a mantenere

Siamo perciò di fronte a una nuova fase di interlocuzione con i partner mediorientali in generale ed emiratini in particolare. Non si potrà più prescindere dall’Icv se si vorrà mantenere alto il livello di competitività. Oltre al rapporto prezzo qualità si aggiunge l’elemento creazione di valore a livello locale per le strategie future e lungo termine. Anche per le Pmi è il momento di pianificare il futuro con una visione di medio-lungo periodo per operare efficacemente in Medioriente.

Sarà determinante in futuro dimostrare la partecipazione attiva dell’impresa alla creazione di valore direttamente nel paese

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EXPORT&MERCATI

Nuovo fronte caldo in Medio Oriente. Ma l’economia degli Emirati non sembra risentirne Forti investimenti e apertura agli imprenditori stranieri, ma restano le tensioni con alcuni paesi dell’area I rapporti tesi di Eau e Arabia Saudita con il Qatar potrebbero danneggiare l’economia degli Emirati, che già si stanno muovendo su più fronti per aumentare le entrate e la produttività.

di Mauro Ippolito, Wings Partners

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e recenti tensioni generate dall’uccisione del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi nel consolato dell’Arabia Saudita di Istanbul rappresentano solo l’ultima delle alte tensioni che si registrano nell’area medio orientale, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti in rotta con il ramo sciita dell’area. Da ricordare infatti come nel giugno 2017 Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrain avevano imposto un embargo marittimo, aereo e di terra al Qatar, accusato di aver appoggiato le organizzazioni terroristiche iraniane. L’embargo per un paese che confina solo con l’Arabia Saudita avrebbe dovuto portare il paese a subire conseguenze disastrose in termini economici nonché a interrompere le relazioni diplomatiche (e non solo) con l’Iran. Il Qatar ha sfruttato la situazione avversa stringendo ulteriormente i rapporti con Iran, Oman e Turchia; quest’ultima in particolare era vitale per favorire le rotte aeree verso l’occidente, oltre a consentire il transito dei beni di primaria importanza per il paese. Considerando che l’80% del fabbisogno di cibo e di altre materie prime è dipendente dall’import, l’aver consolidato i rapporti con alcuni partner storici ha favorito la tenuta economica-sociale del paese. Tuttavia, questo è stato possibile grazie alla decisione dello stato di coprire le spese di riorganizzazione. La capacità del Qatar di risolvere gran parte delle problematiche economiche ha rinviato alcune contromosse che, però, restano in cantiere. Tuttavia, Doha ha voluto inviare un chiaro segnale (politico) all’Arabia Saudita ed ai suoi alleati proprio in occasione dell’ultima riunione dell’Opec del 2018. Infatti, il Qatar ha deciso inaspettatamente di uscire dall’organizzazione petrolifera dopo ben 57 anni di presenza ininterrotta ufficialmen-


te per concentrarsi sull’estrazione del gas (ampliando la produzione da 77 a 110 milioni di tonnellate annue di Gnl). Tuttavia, la decisione del Qatar ha risvolti politici più importanti a seguito della stringente collaborazione con la Russia che proprio il Qatar ha avvicinato all’Opec in quello che è divenuto l’Opec+. A questo punto altri paesi produttori potrebbero decidere di allinearsi con il Qatar ed uscire dall’Opec, e tra questi l’Iran è quella che beneficerebbe maggiormente da una fine degli accordi dell’organizzazione, recuperando ad anni di imposte limitazioni estrattive a seguito delle sanzioni sul nucleare e successivamente dal taglio produttivo del cartello. Come detto, però, altre manovre di carattere politico-economico restano aperte. Una di queste, e probabilmente la più efficace, è la chiusura dello stretto di Hormuz da parte dei paesi alleati quali Iran e Oman. Lo stretto di Hormuz è il passaggio nodale dal Golfo all’oceano Indiano ed una sua chiusura bloccherebbe l’export marittimo del golfo Persico colpendo soprattutto i paesi esportatori di petrolio; tra questi i più colpiti sarebbero gli Emirati Arabi Uniti – e in parte anche l’Arabia Saudita che dovrebbe spostare l’export nel Mar Rosso. Infatti, nonostante il petrolio non sia la sola fonte di entrata degli Emirati Arabi (che da tempo hanno dirottato parte delle proprie risorse a favore del turismo di lusso), rimane comunque la principale fonte di finanziamento per le importanti opere ingegneristiche del paese.

Dove sta andando l’economia degli Emirati Arabi Uniti? Proprio gli Emirati Arabi Uniti potrebbero risentire di un rallentamento economico, complice il calo del

settore privato che deve far fronte a tassi di interesse in aumento, anche a causa della politica monetaria restrittiva degli Stati Uniti nonché del crollo dei prezzi degli immobili. Tuttavia, un ruolo cruciale continua a svolgerlo il petrolio. L’economia degli Emirati ha beneficiato dell’aumento dei prezzi del petrolio degli ultimi mesi consentendo al governo di aumentare la spesa pubblica per il 2019 del 17,3% rispetto al budget del 2018. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’aumento della spesa pubblica attualmente al 30% del Pil potrebbe crescere ulteriormente nel prossimo biennio, anche in vista dei forti investimenti per Expo 2020. Questo aumento potrebbe essere in parte compensato dall’aumento del Pil della regione (atteso in crescita al 2,9% quest’anno ed al 3,7% nel 2019 rispetto allo 0,8% del 2017), in parte dall’aumento dei prezzi del petrolio. La decisione dell’Opec di lasciare invariata la produzione di greggio dei paesi del cartello dovrebbe favorire costanti entrate di liquidità nelle casse del governo, favorendo altresì l’investimento nei settori non-oil che continuano ad essere sotto pressione a causa delle continue ristrutturazioni aziendali, degli sbalzi immobiliari e degli inasprimenti delle condizioni finanziarie. Per quanto riguarda gli investimenti, i settori dell’edilizia, del commercio, del turismo e dei trasporti dovrebbero rafforzarsi, poiché gli investimenti in infrastrutture e progetti di sviluppo riprendono dopo il rallentamento degli ultimi due anni. Accanto alla spesa per il progetto associata all’Expo 2020 di Dubai, Abu Dhabi ha annunciato un pacchetto di stimolo triennale da 13,6 miliardi di dollari per dare il via alle attività non petrolifere.

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Apertura agli investimenti stranieri Gli sforzi per promuovere settori chiave non petroliferi e attrarre investimenti sono stati messi in evidenza per incrementare l’attività negli Emirati e creare posti di lavoro, con nuovi incentivi che prevedono visti di residenza decennali per investitori e professionisti stranieri e il 100% di proprietà di società a investitori stranieri. Sebbene le autorità stiano adottando un approccio più prudente nei confronti dei progetti di lancio, con nuove normative e una migliore governance, la spinta economica dell’Expo sarà significativa. L’afflusso di investimenti stranieri passerà da Dubai ad altri importanti centri urbani come Abu Dhabi. Altri emirati hanno appena iniziato ad aprire le loro economie e imitare le politiche economiche di Dubai. Mentre la loro espansione non raggiungerà la grandezza di Dubai, sosterrà lo slancio di crescita del paese. Uno dei fattori importanti che contribuiranno alla crescita a lungo termine degli Eau è il grande volume di risorse fiscali attualmente destinate alle infrastrutture e all’istruzione. Sia il governo federale che quelli dei singoli emirati stanno investendo nell’espansione delle strade del paese e nello sviluppo del trasporto ferroviario. Tuttavia, per quanto le attese siano positive e gli investimenti nel paese continuino a crescere, i fattori di incertezza rimarranno. L’economia degli Emirati Arabi Uniti continuerà a essere dipendente dall’andamento del prezzo del petrolio e dalle strette relazioni con l’Arabia Saudita, mentre dal lato geopolitico le recenti tensioni nei paesi dell’area medio orientale potrebbero minare il potenziale di crescita del paese.


EXPORT&MERCATI

Emirati Arabi Uniti: potenza economica, non solo per il petrolio Minori restrizioni sugli investimenti stranieri e opere pubbliche in vista di Expo 2020

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ette emirati, tra cui Dubai e Abu Dhabi, 9,4 milioni di abitanti e uno dei Pil più alti del mondo. Oltre 5 miliardi di dollari di import dall’Italia (dati Ice Agenzia). Quali voci concorrono a formare il Pil? Come hanno fatto gli Emirati Arabi Uniti a diventare in pochi anni uno dei paesi più ricchi del mondo? Idrocarburi Come si può immaginare, gli Eau sono fra i maggiori produttori al mondo di petrolio e di gas naturale, e i proventi petroliferi continuano ad essere il fulcro delle entrate governative. Esiste inoltre un importante piano di espansione previsto da Adnoc (Abu Dhabi National Oil Company), una delle principali compagnie petrolifere al mondo, costituito da un investimento di 25 miliardi di

dollari fino al 2020 per incrementare le estrazioni scavando oltre 450 nuovi pozzi. Il governo nazionale ha inoltre recentemente varato un importante piano industriale per lo sviluppo del settore petrolchimico, avviando parallelamente un progetto di diversificazione dell’economia che punta a portare all’80% del Pil il contributo dei settori non petroliferi per il 2021. Investimenti stranieri Nonostante l’introduzione dell’Iva e di una serie di accise, sono numerosi gli investimenti stranieri in questo paese che continua ad avere un carico fiscale complessivo tra i più bassi al mondo. Si prevede un progressivo alleggerimento delle restrizioni sulla proprietà straniera, mentre le numerose zone franche continueranno ad attrarre investimenti esteri. Una limitazione fondamentale rimane, per chi volesse avviare un’attività negli Eau, l’obbligo di partecipazione per almeno il 51% di un cittadino locale. Considerando i dati dell’Italian trade agency, l’Italia rappresenta l’ottavo esportatore nel Paese, con un trend positivo per quanto riguarda le macchine di impiego generale (+49%), motori e generatori elettrici (+10%), abbigliamento (+5%) e cosmetica (+12%). Costruzioni Negli ultimi anni gli Eau hanno avviato un processo di diversificazione economica che apre strade alternative al settore degli idrocarburi. Il settore immobiliare e delle costruzioni è fra i comparti che maggiormente ha concorso, finora, al successo di questo processo, contribuendo anche allo sviluppo del paese. Dopo una partenza relativamente modesta, il mercato dei progetti di costruzione e di trasporto ha avuto un boom negli anni 2005-2008, ha subito la crisi scoppiata fra il 2008 e il 2009 e iniziato una graduale ripresa negli anni seguenti. Oggi il settore sta vivendo una fase di incertezza: da una parte l’Expo 2020 sembra avere dato un grande slancio, dall’altro preoccupano il calo della domanda e la riduzione dei prezzi nel settore immobiliare. Expo 2020 Dubai Evento di portata internazionale che si svolgerà in un’area di oltre 400 ettari nei pressi di Dubai tra il 20 ottobre 2020 e il 10 aprile 2021, Expo 2020 riunirà 180 paesi e sarà destinato ad attirare 25 milioni di visitatori da tutto il mondo. Si tratta della prima esposizione universale ospitata da un paese arabo. L'evento cadrà nel 50º anniversario dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti, indipendenti dal Regno Unito dal 1971. Expo 2020 apre importanti prospettive di business grazie all’accelerazione dei progetti in ambito turistico, infrastrutture e trasporti, hospitality, s.g. retail e commerciale.

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flash internazionalizzazione Vietnam: Propak Vietnam (Ho Chi Minh City, 19-21 marzo 2019) Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con l’associazione di categoria Ucima, organizza un padiglione italiano alla fiera Propak Vietnam 2019, che si terrà a Ho Chi Minh City. La Propak Vietnam, alla sua quattordicesima edizione, è una delle più interessanti fiere dell’area, dedicate al settore del packaging e del processing. L’Italia è il terzo maggiore esportatore con un totale di 28,2 milioni di euro (–2,4% sul 2016). Nel paese le potenzialità di crescita del mercato rappresentano uno sbocco di notevole importanza per la produzione italiana del settore e in quest’ottica la partecipazione alla Propak Vietnam può rappresentare un punto di vista privilegiato per sondare le concrete opportunità e modalità d’ingresso nel mercato e per consolidare i rapporti d’affari già in essere. Fonte: Ice

Omc Offshore Mediterranean Conference (Ravenna, 27-29 marzo 2019) L’Offshore Mediterranean Conference and Exibition (Omc) nasce a Ravenna nel 1993 su iniziativa della Camera di Commercio di Ravenna, di Assomineraria e dell’Associazione Ravennate degli Operatori Offshore (Roca), con l’obiettivo di creare un’arena di confronto per l’industria energetica italiana, europea ed internazionale. Con il passare degli anni Omc diventa l’evento internazionale sull’oil&gas più importante nel bacino del Mediterraneo e festeggia i suoi primi 20 anni di attività nell’edizione 2013. L’edizione 2017 di Omc conferma la rilevanza interna-

zionale della manifestazione con la partecipazione dei ministri di 6 Paesi (Italia, Cipro, Egitto, Grecia, Iraq, Libano), oltre a Ceo, executive, ricercatori, consulenti dell’industria energetica. Omc non nasce a Ravenna per caso. Dopo le scoperte di giacimenti negli anni ’50, la città si afferma come solido distretto petrolifero e come punto naturale di incontro tra due grandi continenti (Europa e Africa) a conferma del ruolo dell’Italia quale testa di ponte nel flusso di energia che transita nel Mediterraneo dai paesi produttori del sud ai consumatori del nord. Ne è la prova la presenza a Omc di tutte le maggiori oil company europee, del nord Africa e del medio Oriente. Dal 2017 Anima partecipa con una collettiva di aziende che nell’edizione 2019 sarà ampliata e rafforzata dalla presenza di un’area Ita-Ice Agenzia. Fonte: Anima

Accordo Sace - Ethiad Credit Insurance per incrementare le opportunità di business tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti In occasione del secondo Business Forum Italo-Arabo a Roma, Sace (gruppo Cdp) ed Ethiad Credit Insurance (Eci) hanno firmato un accordo di collaborazione per rafforzare le opportunità di business tra Italia e Emirati Arabi Uniti. La firma dell’accordo è avvenuta presso la sede del Ministero dello sviluppo economico alla presenza del ministro Luigi Di Maio, del ministro dell’Economia degli Eau Saeed Al Mansoori e di Saed Al Awadhi, Presidente del Comitato Esecutivo di Eci. Oltre a intensificare gli scambi commerciali tra i due Paesi, si intende focalizzarsi sull’industria Halal attraverso soluzioni assicurativo-finanziarie coerenti con i principi della finanza islamica (Shariah-compliant).

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In ripresa le attività di ricerca Oil&Gas nel mediterraneo, e a marzo torna la fiera OMC Informazione Redazionale

Intervista a Enzo Titone, chairman di Omc 2019 www.omc2019.it

Expanding the Mediterranean Energy Sector:

OFFSHORE MEDITERRANEAN CONFERENCE & EXHIBITION

Fuelling Regional Growth

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Mancano poco più di due mesi all’edizione 2019 di Omc (Offshore Mediterranean conference) in programma a Ravenna dal 27 al 29 marzo prossimi. Si tratta di uno degli appuntamenti internazionali più importanti per il mondo dell’oil&gas, capace ad ogni edizione di richiamare oltre 21 mila visitatori e un migliaio di delegati in rappresentanza di enti e compagnie del settore. Con Enzo Titone, chairman di Omc2019, abbiamo fatto il punto sull’andamento delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi e sull’organizzazione dell’evento che ha come tema “Expanding the Mediterranean energy sector: fuelling regional growth”.

Dopo diversi anni di crisi del settore oil&gas e dell'indotto, tra il quale anche l'industria meccanica, il rialzo del prezzo del petrolio ha favorito la ripresa delle commesse legate alle attività di ricerca e produzione energetiche. Dal suo osservatorio come valuta la situazione? Le attività di ricerca sono decisamente in ripresa. Lo testimoniano anche i recenti accordi, come l’ultimo in Libia tra Bp e Eni per dare il via all’attività di due blocchi a terra e uno a mare. Poi abbiamo l’Egitto che ha messo a gara ulteriori blocchi sia a terra che a mare, la Grecia e il Libano che stanno avviando l’assegnazione di nuove attività. Purtroppo da questo elenco manca l’Italia e questo fattore continua a pesare sulle difficoltà delle aziende italiane del settore.

Il Mediterraneo è certamente uno degli scenari più interessanti. Non a caso le opportunità di sviluppo di quest'area saranno al centro del dibattito durante la prossima edizione dell'Offshore Mediterranean Conference. Perché la scelta di questa tematica? Perché il Mediterraneo rappresenta un ponte tra territori di produzione (l’area africana) e l’Europa che è un grande consumatore. Nei giorni scorsi ho partecipato ad un dibattito promosso dall’Ispi (Istituto studi politica internazionale) nell’ambito della World energy week Milan 2018. In uno dei panel si è parlato appunto del ruolo “ponte” del Mediterraneo, un’anticipazione di quanto parleremo a Ravenna in apertura di Omc2019. Da una parte abbiamo questi paesi produttori ai quali va offerta la possibilità di un progressivo sviluppo sostenibile e un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione utilizzando le ingenti scoperte di gas ma anche quella componente di energia da fonti rinnovabili di cui sono ricchi. Dall’altra c’è l’Europa, grande consumatrice di energia e impegnata nella diversificazione delle fonti di

approvvigionamento energetico. Nel mezzo, a fare da “ponte”, il Mediterraneo.

Ci sono le prime anticipazioni sugli ospiti stranieri? Alla giornata inaugurale, il 27 marzo, sono già confermate le presenze del ceo di Eni, Claudio Descalzi, del ministro del Petrolio dell’Egitto, Tarek el Molla che parteciperà, anche con gli altri ministri interessati, al panel del pomeriggio sull’attuazione di un gas hub per l’export di gas. I governi di Libano e Grecia hanno già confermato i rappresentanti dei rispettivi ministeri energetici per il panel del giorno successivo per discutere sul potenziale delle aree di rispettiva competenza.

Oltre l'80% degli spazi espositivi di Omc sono già stati assegnati. Anche questo è un segnale di ripresa? O almeno di “voglia” di ripresa? È un segnale positivo, senza dubbio. Nei momenti di difficoltà sono eventi internazionali come Omc ad attrarre le compagnie. C’è la possibilità di incontrare oltre mille delegati provenienti da oltre 30 paesi con i quali avviare relazioni”.

Ricerca e produzione in Italia. Il Green data center di Eni ha rivalutato al rialzo i quantitativi di gas giacenti nell’Adriatico. Quale evoluzione pensa che avrà il settore estrattivo nazionale? È vero. La reinterpretazione dei vecchi dati sismici ha evidenziato nell’Adriatico un ulteriore potenziale quantitativo di gas che potrebbe contribuire positivamente al fabbisogno nazionale. Teniamo conto che per ogni metro cubo di gas importato, il 25% viene bruciato per comprimere il gas e farlo viaggiare nei gasdotti, con ricadute negative su ambiente, erario e famiglie. Con il gas a “km 0” i vantaggi sono molteplici per i cittadini: minore spesa per approvvigionarci di energia, minori emissioni di CO2, un gettito consistente di royalty nelle casse erariali e non si esporta valuta.

Per prenotazioni ed informazioni: www.omc2019.it Per contattare la segreteria organizzativa: exhibition@omc.it e conference@omc.it

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Uno sguardo all’economia globale, mentre crescono le insolvenze Il Global Insolvency Index di Euler Hermes resta al rialzo per il secondo anno consecutivo I tassi di interesse della Fed già oggi vicini al 3% stanno attraendo investimenti e liquidità sul mercato americano, da cui i grandi investitori si erano allontanati alla ricerca di rendimenti più elevati.

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a meccanica rappresenta una quota rilevante dell’export italiano. Nei primi nove mesi del 2018 il comparto ha rappresentato il 17,8% del totale delle esportazioni, con un rilevante saldo positivo commerciale del settore che compensa i deficit di altri comparti. Desta però alcune preoccupazioni la recente frenata registrata nel settore dei macchinari, che ha visto il tasso di crescita delle esportazioni all’1,4%, ossia circa la metà del tasso di incremento delle esportazioni italiane totali. Quali sono i rischi per l’immediato futuro per l’export dell’industria meccanica italiana, in un contesto che vede un rallentamento della congiuntura economica internazionale? Certamente la politica economica de-

gli Stati Uniti è destinata nel breve termine a causare tensioni e incertezze sui mercati. I motivi sono legati alle politiche pro-cicliche di stimolo fiscale dell’amministrazione Trump, a cui seguirà la normalizzazione della politica monetaria da parte della Fed, con i tassi di interesse già oggi vicini al 3%: una leva per il rientro degli investimenti e della liquidità sul mercato americano, da cui i grandi investitori si erano allontanati alla ricerca di rendimenti più elevati. Ciò potrebbe avere ripercussioni globali sulle economie e sulle aziende maggiormente dipendenti dalla liquidità degli investitori internazionali. Ma se Cina, Giappone e Eurozona sembrano essere in grado di assorbire i venti negativi generati da questa turbolenza, alcune economie più o meno emergenti, in primo luogo Argentina e Turchia, appaiono oggi maggiormente vulnerabili. Inoltre, l’amministrazione Trump nel corso del 2018 ha innalzato i dazi all’importazione in media di circa due punti percentuali e questo potrebbe determinare tensioni per i paesi emergenti che sono esportatori netti nei confronti degli Stati Uniti. Tale instabilità sarà limitata comunque ad alcune aree e non dovrebbe avere effetti letali sull’economia globale: al contrario, si prevede che questa sarà in grado di resistere alla tempesta, con la crescita del Pil mondiale che dovrebbe rimanere solida nei prossimi anni. Secon-

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World’s leading trade fair

Insolvenze globali: mentre in nord America ed Europa occidentale la situazione migliora, in Cina numerose aziende legate ad apparati pubblici protraggono situazioni di debito elevato da diverso tempo do le nostre stime, la crescita globale sarà del 3,2% nel 2018 – la stessa registrata nel 2017 – con una revisione al ribasso di -0,1 punti rispetto al nostro scenario precedente. Nel 2019 ci aspettiamo inoltre un’ulteriore crescita, sebbene a ritmi più contenuti, pari al 3,1%. Andamento delle insolvenze globali Ci si aspetta che il numero delle insolvenze globali sarà nei prossimi anni in linea con questo scenario. Il Global Insolvency Index di Euler Hermes resta infatti al rialzo per il secondo anno consecutivo nel 2018 (+ 7%, dal + 6% del 2017) e continuerà a crescere nel 2019 (+ 5%). Tuttavia, questo andamento globale maschera delle tendenze disomogenee delle diverse regioni e dei singoli paesi. La diminuzione delle insolvenze dovrebbe rimanere in linea nel 2018 nel nord America, mentre dovrebbe attenuarsi nell'Europa occidentale, in particolare in Francia e in Italia, con diversi paesi che registrano invece un rimbalzo delle insolvenze (Regno Unito, Paesi Nordici, Svizzera, Belgio). Il miglioramento in Brasile dovrebbe segnare una pausa nel 2018 e posticipare la diminuzione delle insolvenze per l'America latina nel suo complesso solo a partire dal 2019. Si prevede che l'ondata di insolvenze continuerà in Cina, in particolare per le aziende improduttive legate ad apparati pubblici, con situazioni di debito elevato che si protraggono nel tempo e di difficile rientro. E con un impatto negativo sulle stime complessive per l’intera area Asia Pacifico. Sono le cosiddette aziende zombi. La quasi-stabilizzazione delle insolvenze nell'Europa centrale e orientale infine maschererà un incremento dei default in Polonia e Turchia.

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Assopompe e Uman hanno lanciato un nuovo corso di formazione Porta alla certificazione della figura professionale del tecnico manutentore delle stazioni di pompaggio antincendio rilasciata da Icim

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egli ultimi anni si sta assistendo, in svariati settori, alla crescente richiesta di figure professionali specializzate e qualificate in grado di svolgere le proprie mansioni in maniera sempre più organica e strutturata: è questo un segno evidente che la professionalità sta divenendo un’espressione di garanzia per la qualità delle attività svolte. Lo stesso settore antincendio sta ricorrendo alla certificazione di terza parte della figura professionale quale strumento di attestazione di garanzia. L’associazione Uman, che rappresenta le aziende della sicurezza e antincendio all’interno di Anima, è partita nel 2010 con lo sviluppo dei primi percorsi formativi propedeutici alla certificazione di terza parte della figura professionale rivolti ai tecnici manutentori di estintori e componenti reti idranti. Nel 2017, ha unito esperienze e competenze con Assopompe per mettere a punto un percorso formativo dedicato ai tecnici manutentori di stazioni di pompaggio antincendio. Dab Pumps è la prima delle aziende di Assopompe ad essersi qualificata come soggetto erogatore per la formazione dei tecnici manutentori di stazioni di pompaggio antincendio, spinta dalla necessità di promuovere un maggior riconoscimento della professionalità di questa figura. La multinazionale produttrice di pompe ha infatti realizzato il primo polo di test e training pratico in Italia all’interno dello stabilimento produttivo di Bientina, in provincia di Pisa, rendendolo uno snodo centrale per elettronica e antincendio. «L’investimento è stato imponente, quindi ci aspettiamo che si possano creare preziose sinergie – afferma l’amministratore delegato di Dab, Sandro Stramare – e che il polo creato presso il nostro stabilimento di Bientina possa diventare un punto di riferimento nazionale, se non europeo per i professionisti della manutenzione antincendio». D.Lab è un vero e proprio laboratorio dove sperimentare le tecnologie dei gruppi antincendio ed apprendere

competenze in modo concreto ed efficace sotto la guida di trainer professionisti. Un’area di 150 m² dedicata alla crescita ed alla formazione, grazie alla disponibilità di prodotti funzionanti, banchi attrezzati, strumenti di misura e materiale didattico sviluppato ad hoc. Il percorso formativo ha durata di due giorni, tra teoria e pratica, ed è propedeutico all’esame di certificazione tenuto da Icim. Recentemente Dab ha investito in un nuovo stabilimento produttivo. «Nel 2013 la creazione di un dipartimento dedicato alla formazione, il D.Training, e oggi gli investimenti nel nuovo stabilimento produttivo sono coerenti alla strategia di sviluppo di Dab. Siamo leader nel mercato italiano – prosegue Sandro Stramare – innovativi ed in continua evoluzione. La tecnologia che integriamo alle nostre soluzioni, rende necessaria la formazione continua per noi e per i nostri partner». Il training all’interno di D.Lab è realizzato attraverso due gruppi antincendio, di cui uno funzionante con motore elettrico 37kW e uno con motore diesel da 30kW, oltre a gruppi con pompe ad asse verticale, un Kvt e un gruppo di pressurizzazione. A Bientina, Dab offre training in italiano, francese, inglese, arabo e spagnolo. Dab è attrezzata con un dipartimento dedicato alla formazione, con sette ingegneri e tecnici che lavorano in tutto il mondo per tenere corsi e aggiornamenti. È stata fatta formazione con ingegneri e idraulici in tutti i continenti, portati anche allo stabilimento produttivo di Dab e nella sede di Mestrino, dotata di una sala training. Un altro importante investimento dell’ultimo anno è avvenuto nel campo dell’e-learning. È stata sviluppata una piattaforma online multilingua che contiene tutorial per il settaggio delle pompe e corsi per l’utilizzo dei prodotti, e punta a diventare un riferimento per manutentori ed esperti del settore. s.g.

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SICUREZZA&AMBIENTE

Il made in Italy nell’economia circolare, regole chiare per determinare l’origine dei prodotti La dogana mette a disposizione delle imprese strumenti che rendono vantaggiosa l’implementazione di un modello aziendale basato sul riutilizzo e sul riciclo di Matilde Poidomani, team ricerca e sviluppo Easyfrontier

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I rifiuti derivanti dal processo di produzione e i materiali giunti alla fine del proprio ciclo di vita possono essere reimpiegati nella lavorazione di nuovi prodotti

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egli ultimi anni è cresciuta - e continua a crescere - l’attenzione della società ai temi dell’ecologia, della sostenibilità, della green economy. Anche le aziende stanno sviluppando una spiccata sensibilità in tale ambito. È sempre più diffusa la convinzione che il futuro dell’economia e dell’industria stia nella capacità di rinnovarsi: le imprese reinventano continuamente i processi aziendali nell’ottica di un’attività più sostenibile anche da un punto di vista ambientale. Gli scarti, i rifiuti e gli sprechi aumentano: solo nell’Unione europea vengono prodotte 5 tonnellate di rifiuti per persona ogni anno, secondo i dati Eurostat. Per tale ragione, le imprese puntano all’implementazione di modelli che riducano al minimo lo spreco di risorse e che consentano il riutilizzo di materiali con processi produttivi non più lineari del tipo produzione-consumosmaltimento ma circolari del tipo produzione-consumoreimmissione nel ciclo produttivo, sulla base di schemi di produzione in cui la fine di un ciclo corrisponde all’inizio del ciclo successivo. È proprio da questa idea che nasce il concetto di economia circolare, intesa come sistema auto-rigenerante in cui il riciclo e il riutilizzo dei materiali costituiscono una parte centrale del processo produttivo. Le imprese della meccanica diventano quindi tra i protagonisti dell’economia circolare. I rifiuti derivanti dal processo di produzione e i materiali giunti alla fine del proprio ciclo di vita possono essere reimpiegati nella la-

vorazione di nuovi prodotti. In tal senso, gli incentivi sono svariati e di diversa natura. La normativa doganale ne fornisce alcuni, certamente di interesse per le imprese italiane del settore della meccanica. Tali incentivi sono strettamente collegati al tema dell’origine (non preferenziale e preferenziale) e del made in Italy, simbolo di pregio e qualità che contraddistingue l’industria meccanica italiana nel mondo. Quando tratta di origine, il Codice Doganale dell’Unione (Cdu) opera una distinzione tra prodotti “interamente ottenuti” in un unico paese e prodotti lavorati in due o più paesi.

Come determinare l’origine del prodotto Nella determinazione dell’origine non preferenziale dei prodotti lavorati interviene il principio, universalmente riconosciuto, di ultima lavorazione sostanziale che la Ue, per alcuni beni, ha tradotto in regole ben precise (contenute nell’allegato 22-01 del Regolamento Delegato (Ue) 2015/2446 e successive modifiche): i prodotti alla cui produzione hanno contribuito più paesi si considerano originari del paese in cui hanno subito l’ultima lavorazione sostanziale. I prodotti, invece, interamente ottenuti in un solo paese possono essere automaticamente considerati originari di tale paese. Non tutti i beni sono suscettibili di essere considerati interamente ottenuti. Il Cdu fornisce una lista delle merci interamente ottenute: per esempio, i prodotti minerali estratti, gli animali vivi allevati, i prodotti del regno vegetale raccolti in un paese sono prodotti interamente ottenuti e quindi originari di tale paese. Il Cdu include, poi, in tale categoria di beni “i cascami e gli avanzi risultanti da operazioni manifatturiere e gli articoli fuori uso, sempreché siano stati ivi raccolti e possano servire unicamente al recupero di materie prime”. Ciò significa che i materiali derivanti da scarti o da prodotti in disuso riciclati per ricavarne materie prime sono da considerarsi originari del paese in cui sono stati recuperati, a prescindere dall’origine non preferenziale iniziale del materiale o prodotto riutilizzato. Non solo, il Cdu prevede che i prodotti fabbricati esclusivamente a partire da detti prodotti interamente ottenuti siano considerati anch’essi interamente ottenuti. Per capire gli effetti di tali disposizioni, prendiamo ad esempio un’azienda produttrice di valvole metalliche. Durante il processo di produzione delle valvole vengono prodotti scarti di materiale metallico. L’impresa produt-

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trice decide di recuperare i cascami e di fonderli per riutilizzarli nel processo di produzione delle valvole. Sulla base di quanto previsto dalla normativa doganale, i residui di lavorazione sono considerati interamente ottenuti in Italia e, dunque, sono di origine non preferenziale Italia. La valvola fabbricata a partire da tali cascami sarà, di conseguenza, 100% made in Italy. Il concetto di prodotti interamente ottenuti non è limitato esclusivamente all’origine non preferenziale delle merci ma viene ripreso anche nell’ambito dell’origine preferenziale dagli accordi di libero scambio siglati dall’Unione europea con paesi terzi. I prodotti considerati interamente ottenuti ai fini dell’origine preferenziale sono pressoché identici a quelli previsti dal Cdu. Per esempio, il Ceta (l’accordo tra Unione europea e Canada) annovera, tra gli interamente ottenuti, le materie prime derivanti da prodotti in disuso recuperati in una delle parti contraenti e i componenti recuperati dai prodotti usati, a condizione che tali componenti siano incorporati in altri prodotti o che subiscano delle lavorazioni tali da renderli equivalenti a prodotti nuovi dello stesso tipo. Si prenda, ad esempio, una caldaia non più funzionante il cui bruciatore, però, è ancora utilizzabile. Tale componente viene recuperato in Italia e sottoposto ad una lavorazione che lo rende praticamente uguale, in termini di prestazione e di aspettativa di vita, ad un bruciatore nuovo. Il bruciatore sarà di origine preferenziale Ue e potrà essere mandato in Canada con beneficio daziario. Peraltro, in Canada potrà essere impiegato come componente di una nuova caldaia come se fosse originario del Canada, in forza dell’applicazione del cumulo bilaterale, contribuendo al raggiungimento dell’origine preferenziale Canada della caldaia. Pertanto, l’ecologia, la sostenibilità, l’economia circolare sono temi cari anche alla dogana che mette a disposizione delle imprese strumenti che rendono non solo conveniente, ma anche vantaggiosa l’implementazione di un modello aziendale basato sul riutilizzo e sul riciclo. Il tema dell’economia circolare è caro alle aziende tanto che le associazioni industriali (Confindustria in primis) si sono impegnate nell’organizzazione di un ciclo di eventi, seminari e workshop per sensibilizzare e guidare le imprese nell’attuazione di un modello circolare. Il progetto Dogana Facile Anima Confindustria è a disposizione delle imprese per la valorizzazione dei principi dell’economia circolare, anche nell’ambito degli scambi internazionali e dell’ancor più orgoglioso e pregevole utilizzo del marchio “Made In Italy”.

Da Sapere

Economia Circolare Favorire il riutilizzo dei prodotti e degli scarti evitando lo smaltimento crea un ciclo che prende il nome di economia circolare.

Origine preferenziale È il riconoscimento dello status specifico a una merce proveniente dall’estero; è la condizione necessaria per ottenere benefici daziari all’importazione.

Cosa si intende per merci interamente ottenute in un paese? Sono prodotti che derivano da materie prime ricavate nel paese stesso.

Luogo di provenienza e paese d’origine Luogo di provenienza è qualunque luogo indicato come quello da cui proviene il prodotto, che deve differire dal “paese d’origine” definito come il luogo nel quale il prodotto è integralmente ottenuto – o, nel caso di concorso di due o più paesi nella sua realizzazione, il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale.

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SICUREZZA&AMBIENTE

CENTRO STUDI FONDAZIONE ERGO

Lo stress lavoro-correlato, in Europa costa 20 miliardi Il fenomeno va considerato anche alla luce dei nuovi modelli organizzativi del lavoro dovuto alla trasformazione dell’industria 4.0.

di Rachele Sessa e Stefania Spaziani, Centro Studi Fondazione Ergo

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a cosa più stressante è dare una definizione allo stress» diceva Hans Selye, medico austriaco celebre per aver studiato lo stress e per aver definito la Sindrome generale di adattamento. Usando invece le parole dell’agenzia europea per la sicurezza e la salute «lo stress legato all’Attività lavorativa si manifesta quando le richieste dell’ambiente di lavoro superano la capacità del lavoratore di affrontarle o controllarle». A volte, lavorare sotto pressione ha un effetto positivo sul lavoratore che si impegna a migliorare le sue prestazioni al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. La pressione, tuttavia, se spinta a livelli eccessivi è da ritenersi un fattore negativo su chi opera, in quanto provoca stress. L’effetto negativo è indubbio e si propaga all’azienda in cui si lavora, in termini di minore produttività e competitività. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute individua effetti negativi su due livelli, quello aziendale e quello individuale. A livello d’impresa, lo stress ha impatto sulla partecipazione dei lavoratori, sulle prestazioni (non solo riduzione della produttività ma anche maggiore rischio infortuni) e sui costi. Si tratta, dunque, di un disagio avvertito dal lavoratore nel suo ambiente di lavoro in presenza di alcuni fattori. Con cause che possono essere psicosociali, legate alla gestione e organizzazione del lavoro (come l’eccessivo carico di lavoro o lo scarso controllo) nonché vessazioni e violenze sul posto di lavoro; oppure fisiche, come le caratteristiche dell’ambiente di lavoro quali la rumorosità e la temperatura. Lo stress non è di per sé una malattia, ma può causare problemi di salute mentale e fisica se si manifesta con intensità e perdura nel tempo; può comportare depressione, ansia, nervosismo, affaticamento e malat-


tie cardiache fino a degenerare in una vera e propria malattia professionale. Una situazione di tensione prolungata può ridurre l’efficienza sul lavoro e determinare un cattivo stato di salute, ma è bene dirlo con chiarezza: non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro devono essere considerate come stress lavoro-correlato.

Quanto sono diffuse queste situazioni negli ambienti di lavoro? In Italia i numeri delle denunce presentate all’Inail per malattia professionale per disturbi psichici e comportamentali sono piuttosto bassi. Nel 2017 sono stati denunciati 500 casi. Tuttavia, non va sottovalutato un fenomeno che ha dimensioni indirette piuttosto gravi. Come mostrano i dati Inail, lo stress interessa il 22% dei lavoratori nell’Unione europea e ne soffre un lavoratore su 4, con un costo di 20 miliardi di euro dovuto alle assenze. Si pensi che il 50% delle assenze totali è imputabile allo stress. Come detto, le malattie professionali denunciate per disturbi psichici e comportamentali sono state 501 nel 2016 e 464 nel 2017, in lieve diminuzione rispetto al 2012 (523). Appartengono a questa classe di disturbi quelli psichici di natura organica, compresi quelli sintomatici, schizofrenici, dell'umore, nevrotici (legati a stress e somatoformi), della personalità e comportamentali. I disturbi più frequenti, rappresentativi di circa il 74% del totale, sono quelli nevrotici legati allo stress, passati da 394 nel 2012 a 410 nel 2016 e in diminuzione nel 2017 con 369 denunce. Seguono per numerosità, pari al 19% del totale, i disturbi dell’umore che si attestano nel 2016 a 104 casi e 93 nel 2017. Le denunce si concentrano principalmente nel commercio

La sfida dell’industria 4.0 sarà attivare percorsi formativi, definire i profili di rischio in relazione all’uso delle nuove tecnologie, introdurre policy aziendali legate all’assegnazione di device mobili (15%) seguito dall’industria manifatturiera (13%). Quelle maturate nell’ambito della sanità e assistenza sociale rappresentano l'11% del totale, seguite da un 7% nei settori dell’Amministrazione pubblica. La distribuzione nell’industria manifatturiera Nell’industria manifatturiera, il numero delle denunce nel 2016 si è attestato a 83 casi, con una decina di casi nell’industria alimentare, fabbricazione dei computer e fabbricazione dei macchinari. Nell’ambito delle 83 denunce, i disturbi dell'adattamento con 40 casi rappresentano la casistica con maggiore diffusione. Seguono i disturbi depressivi ricorrenti con 10 casi. Le 83 denunce per malattie da stress lavoro-correlato si concentrano maggiormente nell’area manifatturiera del Nord-Est, con un 46% rispetto al totale nazionale (38 nel 2016; in aumento rispetto al 2015, quando se ne registravano 23). Segue il Nord-Ovest con 20 denunce, il Sud con 13 e il Centro con 10. Nelle Isole si registrano soltanto 2 casistiche. Tra i lavoratori il genere maschile è quello più soggetto a questi disturbi: il 66% contro il 34% nell’anno 2016.

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Quali le cause e come prevenire lo stress in un contesto manifatturiero Anche se i numeri nel contesto italiano sono ancora contenuti, il fenomeno non è da sottovalutare, perché il settore è in una fase di radicale trasformazione. Si pensi all’industria 4.0, all’introduzione di nuove macchine e/o tecnologie, ai cambiamenti nei modelli organizzativi del lavoro, alla continua ricerca della qualità, e quindi alle profonde modificazioni nelle attività lavorative, con impatto sulle condizioni di lavoro e sui livelli di salute e sicurezza dei lavoratori. Una serie di fattori di rischio organizzativo potenzialmente presenti in questo settore sono stati individuati in una scheda sul tema dello stress lavoro-correlato e dei rischi psicosociali specificatamente per il settore manifatturiero, realizzata da Regione Lombardia, in collaborazione con Inail e con il ministero della Salute, nella quale si indicano alcune misure correttive utili alla prevenzione o alla riduzione del rischio da stress lavoro-correlato.


Fattori di rischio organizzativo nel settore manifatturiero

Fattori di rischio Stress lavoro-correlato

Misure di prevenzione e/o gestione del rischio

Non adeguato controllo dei rischi fisici, chimici, biologici ed ergonomici legati alle tecnologie in uso sulla base della valutazione aziendale dei rischi

Messa in atto di adeguate misure tecniche, organizzative e procedurali sulla base delle risultanze della valutazione dei rischi aziendali

Attività monotone e ripetitive, processi di lavoro a cicli brevi (lavori in catena di montaggio, lavori di assemblaggio, lavori nell'industria alimentare, ecc.) Con necessità di adeguarsi ad alcune procedure (procedure di qualità, auto-valutazione della qualità, soluzione autonoma di problemi imprevisti, necessità di apprendere velocemente nuove nozioni)

Riprogettare il lavoro e l'ambiente di lavoro secondo criteri ergonomici; Stabilire programmi di lavoro flessibili con sufficienti periodi di recupero; Costituire squadre di lavoro affiatate, valutando esperienza, capacità e attitudini dei lavoratori Attivare adeguati percorsi formativi e di apprendimento all’uso delle nuove tecnologie, finalizzati a potenziare le capacità dei lavoratori, con particolare attenzione ad alcune categorie di lavoratori (anziani, disabili, ecc.);

Adattamento difficoltoso dei lavoratori alle innovazioni tecnologiche ed organizzative ed alle tecnologie industriali digitali nei processi manifatturieri ("Industria 4.0", "Smart industry" o "advanced manufacturing")

Definire profili di rischio specifici in relazione alle pratiche d’uso delle nuove tecnologie in riferimento ai livelli organizzativi (operatori, quadri, middlemanagement, ecc) ed alle differenze di genere, età e provenienza culturale; Procedere a definire la policy aziendale relativa all'assegnazione dei device mobili ed al loro corretto uso Ridistribuire le risorse umane in relazione all’andamento dei volumi di attività; Monitorare frequentemente il carico di lavoro, le specifiche mansioni assegnate ed i turni stabiliti;

Elevato ritmo di lavoro e pressione lavorativa, legati alle scadenze, pause brevi e/o poco frequenti, elevato carico di lavoro

Inserire pause adeguate attive e/o passive (per durata e frequenza) durante il turno di lavoro; Prevedere adeguata formazione e addestramento al fine di garantire ai lavoratori idonee competenze e conoscenze

Lavoro su turni (compresa turnazione notturna), orari prolungati e protratti, lavoro straordinario, inadeguata gestione

Programmare mensilmente il calendario dei turni, se possibile con la consultazione dei lavoratori; predisporre una turnazione in ritardo di fase (mattina - pomeriggio – notte); Pianificare lo schema di turnazione/la rotazione oraria dei turni tenendo conto delle condizioni di lavoro e della tipologia dei compiti; Limitare il ricorso al lavoro straordinario (compatibilmente con le necessità organizzative con eventuali emergenze)

Elevato grado di attenzione e concentrazione richiesto dalle attività svolte (es. sale di controllo impianti chimici o termici, lavori ad alta precisione)

Le misure elencate fanno pensare che la sfida dell'Industria 4.0 nel contesto manifatturiero non sarà solo quella di acquistare nuovi macchinari, ma piuttosto quella di attuare cambiamenti dei modelli organizzativi e miglioramenti significativi della qualità della forza lavoro. Un modello organizzativo evoluto, infatti, prevede la collaborazione e la partecipazione di personale, anche operativo, coinvolgendolo nelle attività aziendali come nella progettazio-

Favorire un’equa distribuzione dei carichi di lavoro fra gli operatori con criteri trasparenti e condivisi; Nell’ambito della sorveglianza sanitaria prevedere accertamenti mirati per gli operatori con esiti di patologie neuropsichiche/ cerebrovascolari volti a monitorare le capacità cognitive (memoria, attenzione, concentrazione, tempi di reazione)

ne ergonomica dei posti di lavoro. Le aziende che decidono di valorizzare la conoscenza e il contributo delle persone con strumenti di partecipazione diretta in modo strutturato e formalizzato, nonché di progettare un’organizzazione del lavoro (turni, periodi di recupero, misurazione del lavoro) che assegni maggiore autonomia e responsabilità a operai e operaie, delegando loro compiti di prima manutenzione e di controllo della

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qualità, mettendo la componente umana al centro, avranno fatto un passo verso un miglioramento della “produttività che viene dal basso”, e attuato quegli accorgimenti che favoriscono il benessere lavorativo e un clima aziendale “democratico” in grado di far crescere tanto il singolo quanto la competitività aziendale. La salute e la sicurezza diventano quindi, nella nuova manifattura 4.0, driver per la crescita del business.


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Il mondo casseforti Fra le tecnologie destinate a uso domestico e a uso professionale la varietà dei prodotti e delle possibilità di utilizzo è vastissima. Abbiamo chiesto a cinque produttori italiani di raccontarci la loro esperienza.

di Simone Gila

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Il mercato estero fa registrare entrate fondamentali per il bilancio di molte aziende L

e casseforti più diffuse? Sono le cosiddette casseforti a uso professionale e le casseforti a uso domestico. Le caratteristiche e le certificazioni di entrambe sono determinate da due norme europee: UNI EN 11431 e UNI EN 14450. In particolare le casseforti uso gioielleria o banca, e le casseforti a uso professionale fanno riferimento alla UNI EN 1143-1, che ne definisce le caratteristiche principali: grande resistenza agli attrezzi da scasso e un peso che varia dal quintale fino a oltre una tonnellata. La UNI EN 14450 regola invece le casseforti a uso domestico (compresi gli armadi corazzati per uso privato), classificate per la prima volta nel 2005. In base alla resistenza viene assegnata una classe, S1 o S2, che viene determinata in seguito a test eseguiti con attrezzi da scasso come il martello, il piede di porco o il trapano elettrico. Considerata la varietà dei prodotti e le possibilità di utilizzo, abbiamo chiesto ad alcuni produttori di casseforti di indicarci il tipo di clienti a cui sono indirizzate, i trend di mercato, le novità tecnologiche e i punti di forza dei produttori italiani. In que-

sto caso ci siamo rivolti a: Assa Abloy, Bordogna, Juwel, Technomax, Viro. A quale mercato sono indirizzati i prodotti Il campo di applicazione delle casseforti è abbastanza vasto da avere differenti tipologie di clienti a seconda del settore. Per Riccardo Bordogna, presidente di Bordogna Casseforti, i clienti fanno parte di «tutti i mercati, dai privati alle aziende, biglietterie automatiche, ferramenta e banche». Ma anche – è il caso di Marco Quaresima, senior product manager di Juwel «ferramenta, grossisti, specialisti della sicurezza, oltre a palestre, centri benessere, camper e yacht». «Le casseforti vengono commercializzate nel canale distribuzione generica e hospitality» commenta Gian Piero Marchetti, head of product marketing management & Marcom Security solutions di Assa Abloy, «dalle versioni certificate EN 14450, alle ignifughe per la protezione dei dati sensibili, per finire con proposte mirate al mondo hotel e b&b». Il mercato estero fa registrare entrate fondamentali per il bilancio di alcune aziende. L’amministratore delegato di Viro Gianfranco Dondarini afferma che «il 49% del fatturato di Viro deriva dai mercati esteri, dall’Europa all’Africa, medio ed estremo Oriente, centro e sud America». Così vale per Technomax, che rivolge metà della propria attività al di fuori dei confini nazionali: «In particolare verso il mercato francese» commenta il sales manager Maurizio Brillantino, «dove abbiamo una filiale diretta, e tutti i paesi europei, il nord Africa, il medio Oriente e il sud America». Qual è il trend di mercato del settore I produttori concordano: il settore non sta vivendo un periodo di particolare crescita, ma rispetto alla crisi la ripresa c’è stata.

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I produttori di casseforti stanno sfruttando nuove tecnologie come il riconoscimento delle impronte digitali e sistemi coordinati per gestire diverse unità all’interno di una struttura Secondo Marco Quaresima: «Il settore è strettamente collegato al mondo dell’edilizia e ha quindi sentito in maniera particolare il contraccolpo della crisi, specialmente nel 2012. Anche l’infiltrazione del mercato cinese in Italia ha ostacolato la crescita del settore per quanto riguarda la vendita delle casseforti a uso domestico». Anche Riccardo Borgogna sembra confermare il trend: «Il settore è abbastanza stabile, di sicuro c’è stata poca crescita negli ultimi anni. Per quanto riguarda le singole aziende, i dati particolarmente positivi per una rappresentano più che altro la cessione di “quote” da parte di un altro produttore. Quindi non è una vera crescita di mercato, ma uno spostamento di utilizzatori finali". Il primo semestre del 2018 ha comunque registrato +2,3% nella produzione di casseforti, porte corazzate e cassette di sicurezza – dati Ufficio studi Anima – rispetto all’anno precedente e +2,7% per quanto riguarda l’export.

Quali sono le novità tecnologiche nel settore La tecnologia di ultima generazione ha permesso di rendere il settore della sicurezza più affidabile. I produttori di casseforti hanno innovato molti dei loro prodotti, sfruttando nuove tecnologie come il riconoscimento delle impronte digitali e sistemi coordinati per gestire diverse unità all’interno di una struttura. «Nel 2006 Viro ha progettato e realizzato la sua prima linea di casseforti con apertura ad impronta digitale» spiega Gianfranco Dondarini, «temperatura e umidità all'interno della cassaforte sono visualizzabili a display; un allarme sonoro, inseribile dall'utente, avvisa della possibile formazione di condensa per prevenire l'ossidazione di gioielli e orologi e gli eventuali danni al contenuto cartaceo. L’utente, aperta la cassaforte, grazie all'archivio storico potrà sapere: quando è stata aperta la cassaforte prima di lui, l’eventuale apertura con chiave di emergenza brevettata, quando e quanti tentativi di apertura

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con codici errati sono stati compiuti, le modifiche alle impostazioni di menù». Assa Abloy ha invece sviluppato «una nuova cassaforte che utilizza la tecnologia di prossimità Mifare, che dà la possibilità di aprire la cassaforte con la stessa tessera della camera o con un codice Pin per duplicarne la sicurezza» come spiega Gian Piero Marchetti, «Il vantaggio principale è poter gestire con lo stesso sistema di controllo di accessi dell’hotel anche la cassaforte, oltre ad un’estrema facilità d’uso per l’utente». Innovazioni che sono anche strutturali: «Un anno fa abbiamo presentato una tipologia di cassaforte da muro “antitaglio” certificata EN 1143-1» spiega Riccardo Bordogna, che rende altamente improbabile l’apertura della porta con un attacco frontale, pure condotto con strumenti da taglio professionali». Maurizio Brillantino di Technomax parla invece di due recenti innovazioni: «La realizzazione di una nuova serratura con chiave a doppia mappa


“Evo-Lock” che contrasta in modo efficace il grimaldello “bulgaro”». E lo sviluppo di un nuovo materiale brevettato dall’azienda e denominato Diamantech, «un materiale che offre un’eccezionale resistenza al disco da taglio utilizzato dai malintenzionati nei furti in appartamento». Innovazione e made in Italy come punti di forza Il made in Italy rappresenta un fattore importante per molti produttori. «Tra i punti di forza di Technomax», spiega ad esempio Maurizio Brillantino, «troviamo certamente la produzione 100% made in Italy di gran parte del nostro programma di casseforti». Anche per Bordogna Casseforti la produzione locale e il customer service sono fattori di elevata qualità: «I prodotti sono totalmente made in Italy» spiega Riccardo Bordogna «dalle materie prime al prodotto finale, viene tutto lavorato nei nostri stabilimenti di Palazzolo sull’Oglio. Così come le ultime gamme di prodotti esprimono un design innovativo, sviluppato anch’esso in Italia». Per Gian Piero Marchetti «un’installazione su dieci al mondo utilizza i nostri prodotti Assa Abloy» azienda che conta in Italia tre siti produttivi e unisce all’offerta del gruppo marchi storici del mercato italiano. Anche la personalizzazione del prodotto è un argomento di vendita importante per le aziende italiane: «Da alcuni anni abbiamo attivato sul nostro sito internet un configuratore (simile a quelli che si utilizzano per le automobili) che consente agli utenti di creare la propria cassaforte su misura» spiega Gianfranco Dondarini di Viro «si scelgono dimensioni, struttura e funzioni ed è poi possibile trovare il punto vendita più vicino».

ASSA ABLOY Assa Abloy Italia è nata nel 2007 e appartiene al gruppo Assa Abloy, player importante nei sistemi di apertura porte e nella sicurezza degli accessi. La produzione spazia dai sistemi meccanici alle più innovative soluzioni elettromeccaniche e digitali. Nel mondo industriale, commerciale e residenziale, è nota grazie al marchio Yale. Yale Italia, storica azienda ora integrata nel gruppo Assa Abloy, ha sempre avuto una forte presenza e know-how sul settore casseforti, sia per uso privato ma soprattutto rivolte al settore hospitality.

BORDOGNA CASSEFORTI Fondata nel 1943, negli anni Cinquanta l’attività primaria di Bordogna Casseforti era caratterizzata da una moltitudine di lavorazioni della lamiera in genere. Nel Cinquantacinque l’azienda si trasforma da piccola “bottega” artigianale a industria. A seguito di questo processo, l’acquisto di macchinari innovativi aumentano la capacità produttiva, e i progetti di Ottorino e Tullio Bordogna fanno sorgere la necessità di costruire nuovi insediamenti produttivi nella zona sud di Palazzolo sull’Oglio, che divanta poi l’attuale zona industriale.

JUWEL Operativa dal 1922 a livello industriale, nel 1925 prende il nome Juwel. Nello stabilimento di Polverigi, in provincia di Ancona, è concentrata la produzione di casseforti e serrature. Molti prodotti hanno ottenuto certificazioni riconosciute

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a livello europeo, come la EN 11431 per le casseforti professionali e la EN 14450 per le casseforti ad uso domestico. Juwel srl produce anche serrature di sicurezza con il marchio Sercas.

TECHNOMAX Dal 1987, anno della sua fondazione come ditta artigiana per la produzione di piccole casseforti ad uso privato, Technomax rappresenta oggi una delle maggiori e più complete realtà a livello europeo specializzata nella produzione e commercializzazione di casseforti e sistemi di sicurezza passivi, sia per il settore privato che per quello professionale. La struttura produttiva conta di due moderni stabilimenti, con una superficie coperta di 10.000 m2, situati a S. Giovanni in Croce, dove nell’insieme sviluppano un completo ciclo produttivo: progettazione, produzione, verniciatura, assemblaggio, collaudo finale e imballo.

VIRO Viro SpA, che in Italia occupa circa un centinaio di persone e investe ogni anno in ricerca e sviluppo, può anche contare su due aziende produttive consociate in Romania e sulla commerciale Eurolocks in Sud Africa, realtà che complessivamente impiegano un ulteriore centinaio di persone. Nata nel 1942, risale al 1964 l’apertura dello stabilimento di Zola Predosa, in provincia di Bologna. A Viro va il merito di numerose ideazioni nel settore della sicurezza, una su tutte la prima cassaforte elettronica in Europa – nel 1985 – dotata di funzioni avveniristiche che sorpresero e conquistarono il mercato.


recensioni Giustizia e mito Marta Cartabia, Luciano Violante Ed. Il Mulino www.mulino.it Euro 13,00

Antigone, ovvero il conflitto tra coscienza individuale e ragion di stato, tra legge morale e legge positiva. Edipo, ovvero la tensione tra verità storica e oggettiva e verità soggettiva, tra domanda di giustizia e intransigenza nell’amministrarla, tra colpa, errore e responsabilità. Creonte, ovvero il contrasto tra la legge e la sua opposizione. Altrettanti dilemmi del diritto che riaffiorano continuamente nelle nostre società. Per quanto emancipata dal suo primitivo nucleo vendicativo, e oggi amministrata con molte garanzie, sancite soprattutto dalle costituzioni contemporanee, la giustizia infatti non risana mai del tutto i conti, né per le vittime né per i carnefici.

RUBRICA | Recensioni

La scienza delle organizzazioni positive Veruscka Gennari, Daniela Di Ciaccio Ed. FrancoAngeli www.francoangeli.it Euro 24,00

Questo libro sfida il modello organizzativo convenzionale, il sistema di valori, i principi e le credenze su cui oggi la maggior parte dei leader fonda il proprio approccio al lavoro. Le scienze – dalla chimica all’epigenetica, dalla fisica alla biologia alle neuroscienze – ci offrono informazioni, dati ed esperienze solide e preziose per costruire un nuovo paradigma: la positività e il benessere “pagano” perché attivano i centri dell’apprendimento, della creatività e della concentrazione, innescando un circolo virtuoso che si traduce in maggiore produttività e innovazione. Il libro integra le informazioni scientifiche e la letteratura manageriale, offrendo anche un risvolto pratico, grazie alle voci di esperti e a diverse storie italiane di successo, che dimostrano che un nuovo modo di fare impresa, scuola, informazione e amministrazione esiste già nel nostro Paese.

Gestire la direzione lavori nei cantieri con WhatsApp & Facebook Daniele Verdesca Ed. EPC Editore www.epc.it Euro 20,00

L’uso di WhatsApp e Facebook sul telefonino è un valore aggiunto per gli studi professionali e i professionisti poiché garantisce una riduzione dei costi e dei tempi necessari alla direzione lavori nei cantieri. Scattare una foto dinamica di un componente strutturale danneggiato, come anche videoregistrare a 360° l’esecuzione corretta di una lavorazione, rende più efficace l’assolvimento degli obblighi di controllo previsti dal D.M. 49/2018 e protegge dai potenziali contenziosi con le imprese esecutrici. Con WhatsApp e Facebook, inoltre, è possibile creare – direttamente in cantiere e in presa diretta – un vero e proprio “libro dei lavori” su quanto effettivamente realizzato, come anche sulla diligenza nel portare a termine il proprio compito di vigilanza.

Vademecum dell’ambiente Stefano Sassone Ed. EPC Editore www.epc.it Euro 25,00

Il volume si rivolge a Pubbliche Amministrazioni, Enti ed imprese pubbliche e private nonché ai consulenti di settore ed offre un panorama completo delle competenze, responsabilità, procedure, operazioni ed altre prescrizioni da adottare in merito alle principali tematiche ambientali, richiamando la normativa vigente e la documentazione di riferimento. Numerose e rilevanti sono state le modifiche e le integrazioni apportate, in tempi recenti, alla legislazione ambientale che vengono riportate nel volume. Il Vademecum illustra, con chiarezza e rigore scientifico, le recenti novità sulle procedure autorizzative ambientali (VIA, AIA, VAS ed AUA), a seguito della riforma operata con il D.Lgs. n. 104/2017, le modifiche alla disciplina sulla gestione dei rifiuti operate con la Legge di Stabilità 2018 (L. n. 205/2017), la nuova disciplina delle emissioni in atmosfera (D.Lgs. n. 183/2017), la disciplina del “danno ambientale” e gli “ecoreati”.

Il sistema di gestione della sicurezza sul lavoro Antonio Terracina, Lucina Mercadante Ed. EPC Editore www.epc.it Euro 30,00 I sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro rappresentano da anni strumenti organizzativo-gestionali utili a gestire il processo di valutazione dei rischi di origine lavorativa, garantendo al tempo stesso una forma di tutela dei lavoratori. La riconosciuta validità di tali sistemi ha peraltro trovato espressione nel D.Lgs. 81/08 che ne ha indicato la solidità, richiamandoli come strumenti atti a garantire una efficacia esimente della responsabilità amministrativa degli enti, disciplinata secondo quanto previsto dal D.Lgs. 231/01. Questo testo, presentato da Lorenzo Fantini, ha come obiettivo quello di avvicinare le organizzazioni ai Sgsl, attraverso una lettura ragionata dell’impianto normativo affiancata dalla integrazione con i Sgsl. Fa da chiave di lettura la norma UNI ISO 45001:2018, prima norma riconosciuta a livello internazionale sui Sgsl.

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(disponibili anche in inglese) Listino prezzi materiale di interesse della meccanica varia | Tabella arancio ultimo aggiornamento n. 733 - 1^ Quindicina di dicembre 2018 - pubblicata su questo numero Computo costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale | Tabella azzurra ultimo aggiornamento n. 24 - 31 gennaio 2018 - pubblicata su questo numero | Tabella bianca 1° gennaio 2018 “Settore industria meccanica varia ed affine” e “Settore impianti e componenti di grande dimensione per la produzione di energia” - pubblicata su questo numero


TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

IN ITALIA

SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2018

Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services in Italy Sector mechanical and engineering industries

AREA RISERVATA alle aziende associate alla Federazione ANIMA e agli abbonati della rivista


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TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia


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TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale in Italia


TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

ALL’ESTERO

SETTORE INDUSTRIA MECCANICA VARIA ED AFFINE January 2018

Statistical survey on average tariff quotation for staff ’s services abroad Sector mechanical and engineering industries

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TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale all’estero


TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni di personale

nei Paesi europei ed extra europei

SETTORE IMPIANTI E COMPONENTI DI GRANDE DIMENSIONE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA January 2018 Statistical survey on average tariff quotation for staff services in Europe and outside Europe Sector energy generation plants and large components

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TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei


TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei

Janvier 2018

Enero 2018

Relevés statistiques des cotations moyennes des tarifs pour les prestations du personnel en europe et en dehors de l’europe Secteur installations et composants de grandes dimensions pour la production d’energie Estudio estadìstico de las cotizaciones medias de las tarifas por prestaciones del personal en europa y fuera de europa Sector instalacionesy grandes componentes para la producción de energía

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TABELLA GENNAIO 2018 | Rilevazioni statistiche delle quotazioni medie delle tariffe per prestazioni personale nei Paesi europei ed extra europei

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TABELLA N. 24 - 31 GENNAIO Costo| orario di un operaio del settore della meccanica generale TABELLA N. 23 - 2018 GENNAIO| 2017 Costo medio orario medio di un operaio del settore della meccanica generale


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TABELLA N. 23 - GENNAIO 2017 | Costo orario medio di un operaio del settore della meccanica generale


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TABELLETABELLE 1^ QUINDICINA | Listino Materiali di Interesse della Meccanica 733 (Piazza di Milano) 1^ QUINDICINADIDIDICEMBRE DICEMBRE 20182018 | Listino PrezziPrezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N.Varia 733N.(Piazza di Milano)

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TABELLE 1^ QUINDICINA DI DICEMBRE 2018 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 733 (Piazza di Milano)


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TABELLE 1^ QUINDICINA DI DICEMBRE 2018 | Listino Prezzi Materiali di Interesse della Meccanica Varia N. 733 (Piazza di Milano)

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