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«GALASSIA MELOTTI»

La grande ceramica di un artista poliedrico in mostra alla Fondazione Ragghianti

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Il 2 dicembre 1947 fu inaugurata, nella sede della House of Italian Handicraft a New York, la mostra Handicraft as a Fine Art in Italy: una realizzazione della CADMA, la Commissione Assistenza Distribuzione Materiali Artigianato, nata nel 1945 con sede a Firenze, e presieduta da Carlo Ludovico Ragghianti. L’intento dell’iniziativa era chiaro ed esplicito: sostenere e valorizzare negli Stati Uniti, dopo gli anni bui del regime fascista e il disastro della guerra, la cultura progettuale e produttiva del nostro Paese, presentando opere e oggetti disegnati da artisti italiani contemporanei. Le ripercussioni per la nascita di un immaginario collettivo identitario del designed and made in Italy furono ampie e importanti, benché non prive di contraddizioni. L’idea di partenza era stata quella di evidenziare al contempo la forza del nostro artigianato e la possibilità di una sua stretta collaborazione con il mondo delle ricerche più avanzate nell’àmbito delle arti visive. Tra i pezzi esposti c’erano creazioni di Afro e Mirko Basaldella, Pietro Cascella, Filippo de Pisis, Piero Fornasetti, Renato Guttuso, Leoncillo, Marino Marini. E inoltre tessuti, mosaici, nonché i vasi in ceramica di Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986). Il piccolo catalogo che accompagnava la mostra presentava un testo introduttivo di Ragghianti ed era un autentico gioiello editoriale firmato da Bruno Munari.

Anche per ricordare quell’importantissimo incontro tra lo storico dell’arte lucchese e il grande scultore, pittore, disegnatore e poeta trentino (cognato dell’architetto Gino Pollini, padre del celebre pianista Maurizio), dal 25 marzo al 25 giugno la Fondazione Ragghianti organizza la mostra Fausto Melotti. La ceramica, a cura di Ilaria

Bernardi: un viaggio tra le opere di un protagonista indiscutibile del rinnovamento espressivo italiano del Novecento. La scelta è proprio d’indagare un settore solitamente meno analizzato della produzione dell’artista, che, dal secondo dopoguerra fino al- l’inizio degli anni Sessanta, trovò nella tecnica della ceramica uno strumento d’invenzione e trasformazione della sua scultura. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti di Milano e il MIC di Faenza, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio e il patrocinio della Provincia e del Comune di Lucca, e della Regione Toscana, la mostra si sviluppa in quattro sezioni.

La prima inserisce e storicizza la produzione ceramica dell’autore all’interno della sua vita e attività, attraverso una cronologia illustrata che dalla nascita nel 1901 giunge alla scomparsa dell’artista nel 1986. Questa ‘linea del tempo’ è accompagnata da teche per accogliere importanti documenti legati in modo specifico alle opere che sono oggetto della mostra, fra cui due quaderni mai esposti finora.

La seconda sezione è dedicata alle più note tipologie di sculture in ceramica concepite da Melotti: da quelle di tema sacro ai bassorilievi, dagli animali alle figure femminili, dai Bambini fino ai Teatrini. Fra i pezzi presentati compare anche la preziosa Lettera a Fontana (1944), che fu esposta nel 1950 alla Biennale di Venezia.

Nella terza sezione è possibile guardare il video In prima persona. Pittori e scultori. Fausto Melotti (1984) di Antonia Mulas, che include l’unica intervista in cui l’artista, analizzando il proprio percorso e la sua concezione estetica, parli della ceramica. Nell’ultima parte dell’itinerario della mostra sono raccolte differenti tipologie di manufatti – vasi, coppe, lampade, piatti – che, anche se ispirati a oggetti d’uso quotidiano, furono realizzati da Fausto Melotti svincolandoli dalla loro funzione e rendendoli autentiche sculture, per così dire a sé stanti e libere da finalità ‘pratiche’.

Accanto alle opere del protagonista, sono esposte, nelle sale della Fondazione Ragghianti, quelle di importanti artisti e designers con cui, in maniera diretta o indiretta, egli ebbe contatti, concesse in prestito dal MIC di Faenza: da Giacomo Balla a Lucio Fontana, da Leoncillo a Enzo Mari, da

Arturo Martini a Bruno Munari, e ancora

Guido Gambone, Alfonso Leoni, Gio Ponti, Aligi Sassu, Emilio Scanavino, Ettore Sottsass, Nanni Valentini e altri.

Con Fausto Melotti. La ceramica la Fondazione Ragghianti desidera non soltanto rendere omaggio a un artista che ha saputo coniugare la tradizione classica con le avanguardie europee, l’abilita poetico-letteraria con quella di disegnatore, pittore e scultore, la conoscenza scientifico-matematica e musicale, ma vuole in special modo ricordare la sua multiforme e innovativa produzione in ceramica attraverso un allestimento che, individuandone le tipologie più ricorrenti, possa delineare una nuova di mappatura di quella che fu chiamata la «galassia Melotti».

La mostra è accompagnata da un libro-catalogo in italiano e inglese pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, con le immagini di tutte le opere esposte, documenti e materiali d’epoca, i saggi di Ilaria Bernardi e di Claudia Casali, direttrice del MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, e i testi introduttivi del sottoscritto e di Edoardo Gnemmi, direttore della Fondazione Fausto Melotti.

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