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Piccoli mammiferi

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PUÒ SEMBRARE STRANO MA QUESTO PICCOLO RODITORE È UN BUON SUGGERIMENTO PER UN CLIENTE CURIOSO ALLA RICERCA DI UN PET MOLTO INTELLIGENTE E STIMOLANTE

IL RATTO DA COMPAGNIA

Serena Sola Medico veterinario, GPCert ExAP, Delegato Regione Veneto Sivae, Società italiana veterinari animali esotici V ale proprio la pena di abbandonare i luoghi comuni perché il Rattus norvegicus o ratto da compagnia è un animale estremamente dotato, docile e molto legato all’uomo, affettuoso, socievole e curioso: insomma è un pet interessante e tutto da scoprire. Ottimi animali da compagnia, riconoscono l’amico umano e gli si affezionano. Necessitano di più attenzioni di quanto in genere richiedano i piccoli roditori, ed è opportuno che il proprietario interagisca con loro almeno un’ora al giorno, permettendo anche l’uscita dalla gabbia. Raramente questi animali mordono, a meno che non siano maneggiati in modo maldestro o rude.

Amati nei paesi di cultura anglosassone

La pratica di tenere i ratti come animali da compagnia ebbe origine nella prima metà dell’Ottocento nel Regno Unito, ma si è diffusa in modo significativo solo a partire dagli ultimi

LE VARIETÀ DI COLORE E FORMA

Le varietà non sono delle vere e proprie razze, ma delle combinazioni di tratti che possono essere ereditati l’uno indipendentemente dall’altro. Nell’arco del tempo, le varie associazioni di amanti dei ratti come pet e gli allevatori hanno stabilito i principali tratti che vanno considerati per la classificazione. • Colore del pelo: per motivi genetici il colore del pelo e il colore degli occhi variano in modo correlato. La classificazione prevede colori a base uniforme e colori a base agouti (caratteristici anche delle razze selvatiche) quando il pelo ha bande di diversa tonalità passando dalla base alla punta. Gli occhi, invece, possono essere neri, rubino (rosso scuro), rosa e rossi. • Marcature: molti ratti presentano il manto in parte bianco e in parte colorato. Per marcatura si intende la forma secondo cui è distribuito sul corpo il pelo colorato. Alcune tra le principali marcature sono il self(unico colore uniforme senza aree bianche), hoodeed (colore sulla testa, spalle, collo e torace e una striscia di colore che corre al centro del dorso fino alla coda), il capped (testa colorata fino alle orecchie e il resto del corpo bianco) e ancora innumerevoli altre. • Tratti somatici caratteristici: caratteristiche del pelo o sua assenza, caratteristiche delle orecchie, eventuale assenza della coda. Per esempio

Dumbo si riferisce ai ratti con delle orecchie più grandi e arrotondate, posizionate nella zona più laterale sulla testa e orientate verso il basso.

Ci sono poi i ratti nudi (hairless) con baffi ricci e corpo glabro o i satin con pelo lungo e setoso, generalmente associato a colori beige chiari.

Questi sono solo alcuni dei tratti somatici più ricercati.

decenni del Novecento. Fu all’inizio del XX secolo, grazie a Mary Douglas, antropologa britannica appassionata di questo animale, che anche i ratti furono ammessi all’esposizione del National Mouse Club britannico per la prima volta (dal 1912 divenne National Mouse and Rat Club). Dal 1900 poi, l’interesse per i ratti si diffuse dall’Inghilterra alle altre nazioni, e in particolare agli Stati Uniti. Le associazioni di allevatori americani contribuirono all’evoluzione del ratto da compagnia selezionando nuove varietà (la varietà Dumbo è americana di nascita). Oggi i ratti sono considerati dei veri e propri pet in gran parte del mondo, nonostante ci siano ancora delle resistenze culturali legate soprattutto all’idea che siano portatori di malattie e, alcuni paesi, abbiano posto dei veri e propri divieti legislativi nei loro confronti.

Differenze rispetto ai ratti selvatici

I ratti da compagnia presentano alcune differenze rispetto a quelli selvatici che sono legate sia alle conseguenze dell’allevamento selettivo, sia a fattori ambientali. La differenza più evidente è legata alla colorazione: mentre i ratti selvatici hanno una colorazione uniforme tendenzialmente grigio/marrone senza grosse differenze a meno che non ci siano delle mutazioni casuali, i nostri pet sono stati selezionati secondo una grande varietà di colori base e marcature di colore (per marcatura si intende la distribuzione nel corpo del pelo non bianco). Ricerche mostrano che i ratti selezionati come animali da compagnia rispetto a quelli selvatici sembrano reagire in modo più moderato a stimoli visivi e sonori (come cambiamenti di luce o rumori improvvisi): questo è sicuramente un fattore legato alla domesticazione. Questi pet, rispetto ai cugini selvatici, sono meno sospettosi nei confronti degli alimenti che non conoscono, oltre a essere sicuramente più longevi.

Le caratteristiche e il comportamento sociale

La vita media è di tre anni o più. Il maschio pesa mediamente 450-520 grammi, mentre la femmina 250-300 grammi. Rispetto al maschio la femmina ha un pelo più liscio, non ha odore e raramente marca il territorio. La distinzione dei sessi è semplice: il maschio è riconoscibile per la presenza dei testicoli, che scendono a 20 giorni di età e per la mancanza dei capezzoli. Come in tutti i roditori, gli incisivi sono a crescita continua e vengono mantenuti di lunghezza costante con l’uso, mentre i molari smettono di crescere dopo l’eruzione.

Dietro il globo oculare si trova una ghiandola lacrimale, detta ghiandola di Harder, che produce un secreto rossastro. In condizioni di stress o malattie la ghiandola di Harder può produrre un eccesso di secreto che macchia di rosso il pelo della faccia, dando la falsa impressione che l’animale sanguini dagli occhi.

Diversamente dalla maggior parte

dei roditori, i ratti sono animali estremamente sociali ed è importante acquistarli almeno in coppia. Gruppi più numerosi permettono lo sviluppo di relazioni sociali più complesse. Essendo animali dotati di una spiccata territorialità, è comunque necessario introdurre nuovi soggetti in un gruppo già formato con una certa gradualità. La vita sociale permette il mantenimento della salute fisica e psichica che un animale tenuto da solo non ha e pertanto gode di aspettative di vita più brevi.

La preparazione di un buon alloggio

I ratti devono essere ospitati in strutture relativamente spaziose. Sono adatte sia gabbie di metallo (con le barre), che quelle in plastica o plexiglass. Oltre allo spazio è importante che la struttura di alloggiamento fornisca una buona aerazione, che sia facile da pulire e a prova di fuga.

Per il fondo si possono usare trucioli, pellet di carta riciclata o segatura o materiali assorbenti e non tossici.

Il fondo deve essere pieno perché la rete può causare lesioni ai piedi. Dentro la struttura contenitiva va posto un nido, la classica casetta con dimensioni superiori a quelle per i criceti; essa può essere anche costruita, dal cliente amante del fai da te, con una scatola, e lasciando a disposizione della carta morbida (del tipo da cucina) per imbottirla. Per arricchire l’ambiente, oltre ai prodotti appositi facilmente reperibili in commercio, si mettono nel ricovero tubi, scatoloni, vasi.

I ratti sono animali molto puliti, ma in caso di necessità è possibile lavarli utilizzando uno shampoo per cani o gatti. Vanno poi asciugati con cura facendo attenzione che non prendano freddo.

L’alimentazione

Allo stato naturale i ratti sono onnivori e mangiano qualunque cosa. Sono in grado di ingerire in un giorno sino a un terzo del loro peso in alimento. L’ideale è un pellet specifico per ratti, che contenga il 20-27% di proteine. In cattività il problema principale consiste nell’evitare l’obesità, molto frequente a causa di fuoripasto grassi e/o ricchi di zuccheri.

I ratti sono “neofobi”, ossia tendono a evitare alimenti sconosciuti a cui non sono mai stati abituati; a variare gli alimenti devono essere educati fin da piccoli.

L’acqua va sempre lasciata a disposizione, preferibilmente con un beverino a goccia.

La cure e la manipolazione

I ratti non devono essere vaccinati, ma è bene suggerire una visita subito dopo l’acquisto e delle visite di controllo periodiche due-tre volte l’anno. Il ratto va portato dal veterinario con tempestività qualora presenti segni di malessere come ad esempio anoressia (mancanza di appetito), respiro difficoltoso, abbattimento. Purtroppo sono soggetti all’insorgenza di forme tumorali, in particolare a carico dell’apparato riproduttore, motivo per il quale si consiglia la sterilizzazione.

I ratti vanno afferrati con una presa sicura ma delicata, circondando con una mano il torace mentre l’altra sostiene le zampe posteriori.

Questi roditori raramente mordono e vanno abituati a essere manipolati regolarmente, con gentilezza, offrendo un bocconcino perché associno le mani umane a un’esperienza piacevole.

Amano essere coccolati e spesso restano a lungo in grembo al proprietario a godersi le attenzioni.

Come tutti i piccoli mammiferi devono essere maneggiati vicino al suolo e non sospesi ad altezza delle braccia umane. ●

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