3 minute read

Tutte le incrinature del mondiale in Qatar

ALESSANDRO BALOSSI, 5A

“La scelta del Qatar è stata un errore” sono le parole di Sepp Blatter, presidente della FIFA dal ’98 al 2015, quando fu accusato ed espulso per corruzione (relativa ad eventi tra il ‘99 e il 2002). È giusto premettere, però, che è anche una delle edizioni più viste della storia, forse perché non è stata organizzata nel periodo estivo o forse perché i gironi si potevano vedere in classe… Vediamo dunque perché la scelta del 2010 di far ospitare la Coppa del Mondo 2022 al Qatar sia stata criticata e condannata dai media e dalla stessa opinione pubblica. In primis, molti hanno sollevato, giustamente, il problema dei diritti umani: non vi è libertà di parola, in quanto è presente una forte censura dei giornali e dei media; i diritti dei lavoratori sono un miraggio del deserto, i sindacati sono illegali tanto quanto gli scioperi; i processi sono iniqui, con tanto di torture e “confessioni” estorte con la forza; le donne sono discriminate per legge e sempre e comunque subordinate all’uomo; “gli atti di sodomia o di depravazione”, quindi inclusi i rapporti tra persone omosessuali, sono puniti fino a 7 anni di carcere e le persone transgender sono obbligate a terapie di conversione per essere scarcerate. Sull’argomento, l’ambasciatore dei Mondiali in Qatar, Khalid Salman, ha affermato “Essere gay è haram ed è una malattia mentale. Molte cose entreranno nel Paese, parliamo di gay. Tutti accetteranno che vengano qui ma dovranno accettare le nostre regole”, paragonando l’omosessualità ad una vera e propria malattia mentale.

Advertisement

A ciò, si aggiungono anche lavori forzati, condizioni di lavoro disumane e la scarsità dei giorni di riposo dal lavoro. Questo sfruttamento lavorativo è stato lampante durante la costruzione degli 8 stadi per questo mondiale: per mettere in piedi queste strutture, che infatti mancavano in toto, sono morti più di 6500 lavoratori dal 2010 al 2020, costretti a lavorare in condizioni pericolosissime e nemmeno immaginabili per noi europei. Perché allora è stato scelto il Qatar? Tra tutti i Paesi candidati, era il meno adatto: una monarchia autoritaria, senza alcuna struttura adeguata, senza la benché minima tradizione calcistica, tra l’altro l’unica opzione che obbligava lo svolgimento del torneo tra novembre e dicembre per evitare la calura estiva. Basti pensare che il costo stimato dell’organizzazione è di ben 220 miliardi di euro, il mondiale più costoso di sempre (al secondo posto quello del 2014 in Brasile, che però costò “solo” 16 miliardi). È stato facile per tutti dunque accusare la FIFA di corruzione… Tema caldo, quello della corruzione, dato che in questo 13 dicembre 2022 è scoppiato un enorme scandalo che ha coinvolto l’Europarlamento, il cosiddetto “Qatargate” (nome ispirato al famoso scandalo “Watergate” del 1974 in USA). Nelle case di alcuni europarlamentari, tra cui la vicepres-

identessa (ora ex) Eva Kaili, sono stati trovati centinaia di migliaia di euro in banconote. Si sospetta che questo danaro provenga da tangenti illecite versate dal governo del Qatar, in cambio di un sostegno all’interno dello stesso Parlamento Europeo. Ai politici in questione pare fosse chiesto di chiudere un occhio di fronte ai tanti problemi qatarioti, oltre alla stipulazione di diversi patti (come uno sui trasporti aerei e un altro che prevedeva un rafforzamento dei passaporti del Qatar in UE). Tutti questi accordi sono stati ora sospesi e gli europarlamentari coinvolti, 60, sono in attesa di processo. Insomma, se è vero che “il calcio riunisce il mondo” (è il nuovo slogan della FIFA), non resta che sperare che questa edizione della Coppa del Mondo possa in qualche modo “occidentalizzare” il Qatar, prospettandoci un difficile quanto necessario progresso verso l’ottenimento degli inalienabili diritti umani.