CalviGIUGNO18
27-06-2018
12:59
Pagina 1
CALVISANO - MALPAGA MEZZANE - VIADANA Editore don Tarcisio Capuzzi - Dir. resp. Gabriele Filippini - Aut. Trib. Bs n. 31/97 del 7/8/97 - Anno XXXII - N° 263 - Fotocomposizione: GraficaCM - Leno (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)
LUGLIO 2018
TU SEI CON ME Con la conclusione del tempo pasquale il cristiano soffre un po’ di solitudine: dopo i tempi forti dell’Avvento e del Natale, della Quaresima e della Pasqua, fino al Corpus Domini, in cui si è sentita più forte la presenza del divino, ricomincia il tempo ordinario, l’abituale quotidianità che rischia di essere un po’ grigia. E’ in periodi come questi che si può forse trovare sostegno in uno dei più bei salmi dell’Antico Testamento, il numero 22, attribuito tradizionalmente al re Davide:
ll Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. Chi crede davvero a queste parole, conosce la felicità perfetta già in questa vita: Dio è rappresentato come un pastore buono, che guida il suo gregge con amore (immagine spesso ripresa da Gesù, ad esempio nella parabola della pecorella smarrita): a chi lo segue non manca alcun conforto, né materiale (pascoli erbosi, acque tranquille) né spirituale (mi rinfranca). Non solo: chi ama Dio ha sempre la certezza di essere sulla giusta via. Quante volte siamo attanagliati dall’angoscia, perché non sappiamo se le nostre scelte sono opportune, se ciò che facciamo sia la cosa migliore per noi e per i nostri cari! Ma in realtà il credente può vivere con assoluta serenità in ogni circostanza, perché il Buon pastore lo sta guidando per il giusto cammino. Perfino quando esso si fa aspro e oscuro, quando il dolore, le delusioni, le difficoltà rischiano di soffocarci, non dobbiamo temere, perché possiamo guardare a Dio dicendogli, con assoluta fiducia: “Tu sei con me”. E quella con Dio è probabilmente l’unica relazione in cui questa sicurezza non viene mai meno: in ogni relazione umana l’altro, che sia amico, coniuge, figlio, genitore, presto o tardi ci lascerà. Dio no: per amore del suo nome, per fedeltà a sé stesso non può venirci meno, ed è sempre con noi. Neppure i nostri avversari hanno potere su di noi: chi può davvero farci del male, se siamo sotto la protezione di Dio? Gesù
più volte, nel Vangelo, annuncia ai suoi discepoli che incontreranno persone ostili, ma ogni volta per ripetere: “Non abbiate paura”, nemmeno di quelli che hanno il potere di uccidere il corpo, perché Dio ha vinto la morte. E sconfitta quella, cos’altro mai può spaventarci? Dio cosparge di olio il nostro capo: antichissimo gesto di benedizione, ripreso nel battesimo, nella cresima, nell’ordinazione sacerdotale, nell’unzione degli infermi. Ma che cosa significa essere benedetti? Significa partecipare della natura divina, essere portatori di un amore fecondo per cui ogni cosa che tocchiamo porta frutto: magari non subito, magari neppure nell’arco della nostra vita, ma sicuramente ciò che abbiamo fatto con amore porterà altro amore, altra benedizione. Il nostro calice trabocca: c’è abbondanza di tutto nella nostra vita, ma spesso noi non ce ne rendiamo conto. Alzarsi al mattino, godere di una buona salute, avere un tetto sulla testa, una famiglia, la possibilità di mangiare ogni giorno e di godere delle infinite bellezze del creato, poter studiare e lavorare per migliorare la nostra vita e quella degli altri: sono tutte cose che viviamo quotidianamente, ma non ce ne rendiamo conto, tutti presi dal pensiero di ciò che riteniamo ci manchi, avvolti nei nostri meschini rancori come in un mantello che ci soffoca e ci impedisce di vedere tutto ciò che Dio ci offre. Sarebbe invece opportuno che imparassimo a vedere tutti questi doni, e a ringraziarlo per essi. Se davvero crediamo a tutto ciò che il salmo ha detto, la conclusione è inevitabile: la Grazia divina è con noi, e noi siamo felici: non nel futuro, in paradiso, ma qui e ora, perché già siamo nella casa del Padre, per tutti i giorni della nostra vita. Con questo articolo si conclude il mio incarico sulla prima pagina di questo bollettino, per una giusta rotazione. Ringrazio don Tarcisio per l’opportunità che mi ha offerto: io l’ho letta come un segno dei tempi, dato che per la prima volta nella storia del giornale parrocchiale la prima pagina è stata assegnata non solo ad un laico, ma a una donna. Ringrazio le persone che mi hanno mostrato il loro apprezzamento, e faccio i miei auguri a chi verrà dopo di me. Buona estate a tutti. Monica Gavazzi