Rivista speciale fiera 2017

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ritornano a suonare trombe, tromboni e trombette sul Turismo Equestre

Vi proponiamo una doppia intervista uscita sulla rivista CAVALLO MAGAZINE, dove, cari Lettori si possono trarre le conclusioni su chi lavora seriamente a vantaggio del turismo equestre

Fitetrec-ante ed engea a confronto                                    Parla Alessandro Silvestri, presidente Fitetrec-Ante «No a interventi spot Serve un’unica regia» Ippovie: quali le regioni virtuose? «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un proliferare di iniziative: alcune di successo, altre fallite. Le regioni che hanno dimostrato maggior sensibilità sono Trentino Alto Adige, Basilicata e Piemonte». Quali quelle meno servite dalle strade dei cavalli? «Tante non mettono a sistema le potenzialità che offre il territorio. Manca una cabina di regia a livello nazionale: ho provato più volte a sensibilizzare i ministeri del Turismo e dell’Ambiente, ma senza risultato». Quanti chilometri ippotransitabili abbiamo nella Penisola? «Non si può dire con esattezza: tante non sono segnate. Dove ci sono cavalli ci sono percorsi praticabili: l’Italia è una grande ippovia». Quanti sono gli ippoturisti in Italia? «I dati non sono attendibili perché legati ai tesseramenti, ci sono molti praticanti “apolidi”. Direi che in Italia il comparto muova almeno un milione di persone». Esiste un censimento dell’utilizzo di queste ippovie? «Manca un coordinamento centrale, quindi i dati non sono reali. Ma oggi il Turismo Equestre è soprattutto appannaggio di cavalieri dai quarant’anni in su, i giovani vengono attratti maggiormente dalle discipline agonistiche». Quando un’ippovia può dichiararsi davvero tale? «Per essere certificata dalla Fitetrec Ante un’ippovia deve avere: • Lunghezza minima di 25 Km; oltre, ogni tratta deve essere max 35/40 Km; • Larghezza minima del sentiero mt. 0.70 (per tratte interessate da Turismo Equestre Attacchi di mt. 2,50 ) con pendenza non superiore al 50%; • Il fondo dell’intera ippovia non può prevedere più del 5% di asfalto, più del 10% di sentiero con sassi e/o rocce, più del 15%di acciottolato di fiume e più del 20%di acciottolato d’erba; • Garantire punti di accesso ai soccorsi motorizzati, almeno l ogni 10 km: • In ogni tratta almeno l punto di abbeveraggio perenne per i cavalli, oltre quello presente all’inizio e alla fine della stessa; • In ogni tratta almeno l punto sosta ogni 20 km. oltre quelli di partenza e arrivo; • Prevedere spazi per legare i cavalli sul percorso, possibilmente ombreggiati; • Guadi: l’altezza dell’acqua non può mai superare l mt.». I fondi europei... perché vengono regolarmente sotto-impiegati? «Questo è un male tutto italiano. Anche noi come Federazione abbiamo usufruito poco dei fondi europei e a tal proposito abbiamo costituito un Centro Studi che monitori proprio le possibilità offerte dall’Europa». Quali sono i problemi delle nostre ippovie? «Bisogna fare sistema tra istituzioni ed enti e far sì che le ippovie siano realmente fruibili tutto l’anno, basta con interventi spot che servono solo gli interessi di pochi». Come si fa per migliorare? «Bisogna affidarsi a professionisti. Il mio rammarico in questi 5 anni di presidenza è che nuove discipline agonistiche assegnateci dal Coni hanno tolto risorse al Turismo Equestre, il nostro core business. Per questo stiamo sviluppando una serie di progetti per il rilancio del comparto». E nel resto d’Europa come va? Sono molto invidioso di quello che avviene all’estero: loro sono riusciti a fare sistema e offrono dei prodotti qualitativi di cui proprio noi italiani siamo i maggiori fruitori. Per questo come federazione vogliamo far capire quando è bella l’Italia a cavallo.

G U I D E E Q U E S T R I A M B I E N TA L I

Parla Mauro Testarella Presidente di ENGEA Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali Arieccoci... ritornano a suonare trombe, tromboni e trombette sul turismo equestre! Ippovie: Quali le Regioni virtuose? Le regioni della bella Italia sono tutte Virtuose ogni regione con le sue peculiarità ed ogni regione con percorsi certificati da Noi in qualità di ente certificatore e annualmente percorse da trekkers da tutto il mondo. Quali quelle meno servite dalle strade dei cavalli? Nessuna. In qualsiasi territorio ed in qualsiasi area geografica della nazione vi è una nostra ippovia certificata ISO9001Vision2008 percorribile. Non servono fondi da chiedere a nessun ente governativo e non! Sono stati centinaia i finanziamenti nazionali, regionali e provinciali che si mettevano in cantiere per sviluppare il turismo equestre! Risultato: soldi buttati in tabellazioni, depliant e cartine che non servono a niente, la Guida Equestre Ambientale è il tutore ed il manutentore del percorso, Lui conosce i sentieri che con piede fermo accompagna col suo cavallo i turisti. I percorsi ci sono e annualmente ne vengono tracciati di nuovi. Quanti chilometri ippotransitabili abbiamo nella penisola? Solo in Sardegna ne abbiamo certificato 1540 Km! Ed in Toscana 2400 Km! Insomma in tutta la Penisola oltre 18.000 km di percorsi a cavallo certificati e percorribili, con un patrimonio equino di 11.700 capi. Quanti sono gli ippoturisti in italia? Nel 2012 sono stati censiti in occasione di fiera CavalliVerona 400 mila trekkers e appassionati, oggi sono aumentati nel 2016 superano i 500.000. Pensate che sta crescendo il numero di trekkers che stanchi del mal lavoro degli enti e la tanta disinformazione li conduce a non tesserarsi più con nessun ente e si possono prevedere circa 200.000 unità. Esiste un censimento dell’utilizzo di queste Ippovie? Rimango raggelato dalle esternazioni del presidente Silvestri! Tutte le fasce di età praticano turismo equestre e di tutte le estrazioni sociali. Per nulla vero che il turismo equestre non attragga i giovani! In seno al nostro ente la fascia di età va dai 16 ai 24 per percorsi di uno o due giorni, dai 24 agli 80 per percorsi di piu giorni. Non serve una regia centrale o coordinamento! Basta dare tutti gli strumenti e la formazione necessaria ai propri circoli ippici, perché sono loro che lavorano con gli utenti e cavalieri. Quando un’ippovia può dichiararsi davvero tale? Andate a leggere e vedere il manuale delle “Ippovie Italiane Certificate” che ha insegnato all’italia e a tutti gli altri enti come si deve fare un’ippovia. I fondi Europei perché vengono regolarmente sotto impiegati? Per fortuna che non accediamo anche a quei fondi! per due motivi: Il primo perché farebbero la stessa fine che altri hanno già fatto e cioè in Cartelloni e depliant ed in tasca agli amici di merenda; La seconda è che noi siamo gli unici autofinanziati con traccie, collaudate e certificate senza soldi pubblici con un sistema monitorato e certificato. Quali sono i problemi delle nostre Ippovie? Ci vuole più educazione e rispetto per la natura. Come si fa per migliorare? Innanzitutto consiglio ad Alessandro Silvestri presidente della disciplina Associata Fitretec di destinare i soldi del Coni al turismo equestre come giusto che sia e poi giocare con i Cowboy, che forse sarebbero più di competenza della federazione! Per rispornderVi... eliminerei tutti i raduni e assemblamenti equestri che servono solo a bere, mangiare, inquinare la natura e devastare aree verdi che vanno solo ammirate; in più senza introiti economici. E nel resto d’Europa come va? Siamo onorati di comunicarvi che solo quest’anno abbiamo aperto Engea Croazia, Engea Slovenia, Engea Malta e certificato il Cammino di Santiamo de Compostela tra Francia e Spagna! Che dire Siamo già presenti in oltre 14 Paesi esteri. Dateci una leva e solleveremo il mondo! Come disse Archimede! I l C a v a l l o L i b e r o | S p e c i a l e F i e r a C a v a l l i Ve r o n a 2 0 1 7


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