IL CAVALLO LIBERO_LUGLIO 2021

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S C I E N Z A & N AT U R A

SAFARI NELLA PLASTICA? UNA GRANDE MINACCIA PER TUTTI GLI ECOSISTEMI E COSA SI PUÒ FARE PER RIMEDIARE

DI SABRINA COLOMBO                                     A Dicembre 2020 mi sono recata al Parco Nazionale Kruger per un paio di giorni, alloggiando nel campeggio in uno dei campi designati nel parco. Avendo deciso all’ultimo minuto, non avevo nemmeno portato la tenda, dormendo cosi sul retro del fuoristrada...guardando le stelle. La zanzariera era la mia unica barriera con il mondo esterno. Dormire nel bush ha dell’incredibile, in quanto nonostante sia notte, la savana e’ popolata dagli animali notturni, ognuno con un richiamo diverso. Così, spesso, si ha il privilegio di sentire leoni, leopardi, iene, ippopotami, gufi etc...il cui richiamo si fa padrone nelle notti Africane. Le visite al Parco Kruger sono sempre suggestive, in quanto si possono vedere i famosi Big 5 (leoni, leopardi, elefanti, rinoceronti e bufali), ma non solo! Con la sua superficie di due milioni di ettari, il parco Kruger ospita diversi eco-sistemi, animali selvatici e vegetazione molto variegati. Il Covid ha portato ingenti cambiamenti a livello mondiale, incluso al parco Kruger e a tutte le riserve Africane. Non per quanto riguarda gli animali, che continuano la loro vita imperterriti, come nulla fosse, in quanto non sono “scalfiti” dalla pandemia. Mi riferisco piuttosto all’afflusso di visitatori e ai pro e contro di questa situazione. Il Cavallo Libero

IL LAVORO DEL RANGER IN SUDAFRICA Vivendo in Sudafrica e lavorando come Ranger, ho la fortuna di vivere in mezzo alla natura ed esplorarne le sue bellezze di continuo, osservando i comportamenti degli animali, raccogliendo dati, lavorando per preservare gli ecosistemi ed educando le persone sulla necessita’ di vivere in maniera sostenibile, per il nostro futuro. Il mio lavoro, mi porta di conseguenza a notare l’evoluzione degli ecosistemi e lo spazio a disposizione per la natura nel tempo. Nel bene e nel male. Guidare in un parco solitamente piuttosto affollato e vedendo pochissime persone, godendosi il parco “tutto per se”, e’ molto gratificante. Il lato negativo, però, è che per colpa del covid, il parco e tutte le riserve naturali godono di entrate economiche minori e quindi coprire i costi, pagare gli stipendi dei ranger, dei team anti-bracconaggio e di gestione generale, diventa molto difficile, se non impossibile. Per non parlare dell’inquinamento derivante da mascherine usa e getta, bottigliette dei gel disinfettanti e delle solite bottiglie in plastica, sigarette, sacchi in plastica, contenitori take-away etc... E’ alquanto preoccupante come nonostante ci siano poche auto in giro nel parco, la spazzatura non diminuisca, poichè gettata dai finestrini da persone poco responsabili, “rubata e sparsa” da animali curiosi dall’odore di cibo intriso nei pacchetti (mi riferisco

soprattutto a scimmie e babbuini) oppure trasportata da fiumi e torrenti per chissà quanti chilometri, arrivando anche in zone inaspettate e remote. Mentre guidavo dentro al parco, mi sono fermata ad osservare un gruppo di babbuini nel fiume sottostante al ponte dove avevo parcheggiato. Soltanto in pochi posti del Kruger, è consentito scendere dall’auto (per ovvie ragioni di sicurezza) e sui ponti, in zone delimitate, è possibile sgranchirsi le gambe e guardarsi intorno per individuarei ippopotami, coccodrilli, uccellini e altri animali, godendo di una posizione sopraelevata. I babbuini sono sempre divertenti da osservare, in quanto sono sempre presi in qualche attività; quel giorno, mentre ero sul ponte, osservavo un gruppo abbastanza numeroso; alcuni giocavano, altri si spulciavano, bevevano, allattavano il piccolo o semplicemente,


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