2009 luglio - agosto

BOLLETTINO PARROCCHIALE Giornale dell’Unità Pastorale S. Luigi Orione MENSILE DELLE PARROCCHIE DI CASTELNUOVO SCRIVIA, ALZANO, GUAZZORA, MOLINO, OVA

19 giugno 2009 - 19 giugno 2010

foto Controluce

Anno 96, n. 7 - 8

LUGLIO - AGOSTO 2009

Anno sacerdotale

Iscritto al Tribunale al n° 4/69 il 22 giugno 1969.

Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/AL. Direttore editoriale: il parroco Don Costantino Marostegan Direttore Responsabile: Dott. Roberto Carlo Delconte Impaginazione e stampa: Dieffe s.n.c. Castelnuovo Scrivia (AL)

l 19 giugno, festa del Sacro Cuore di Gesù e Giornata Mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti, è iniziato lʼAnno sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI per celebrare il 150° anniversario della morte di S. Giovanni Maria

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Vianney (altrimenti conosciuto come il Santo Curato dʼArs).

Sarà un anno di approfondimento dellʼidentità sacerdotale, della teologia del sacerdozio cattolico, della missione dei sacerdoti nella chiesa e nella società.

Segue a pagina 2

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Bollettino Parrocchiale

Il Papa ultimamente ha ribadito le finalità di questo anno: “favorire questa tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende lʼefficacia del loro ministero” (alla Congregazione per il Clero, 16 marzo 2009).

Dovrà essere prima di tutto un anno di preghiera per i sacerdoti e con i sacerdoti al fine di rinnovare ogni singolo presbitero ed ogni presbiterio diocesano.

Contemporaneamente sarà necessario prendere in esame anche le mutate condizioni di vita e di ministero del sacerdote del terzo millennio (età del clero, poche vocazioni, scristianizzazione diffusa, tenue se non scomparso spirito missionario delle chiese occidenta-

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li). Sarà un anno di opportunità. Per i sacerdoti, ma anche per tutti i fedeli.

Non credo sia giusto pensare: “bene o male, per poco o per tanto, comunque un prete cʼè nelle nostre 5 parrocchie”.

Ritengo sia necessaria questa seria riflessione proposta dal Papa per rinnovare la stessa evangelizzazione. Ci sia in ciascuno un forte impegno, sostenuto come sempre dalla preghiera perché il desiderio di Gesù si realizzi anche nel nostro tempo: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9, 37).

don Costantino M.

Il saggio musicale difficile parlare dʼun avvenimento, che ha raggiunto la trentaquattresima “puntata”.

Se poi, questo succedersi via via è stato vissuto in prima persona nei primi due decenni (e oltre), il rischio di ripetere unʼidea, un concetto, un consiglio, diventerebbe inevitabile.

Mi limito a ricordare che il primo ispiratore del “Saggio” è stato San Giovanni Bosco, attraverso i meravigliosi educatori che ha mandato per il mondo a propagare i suoi principi. A servizio dei giovani, con un impegno tanto più vivo, quanto più necessario.

Poi, meriti particolari vanno ai nostri professori di musica, una materia di studio preziosa per la formazione dei ragazzi, e spesso non considerata come meriterebbe.

Castelnuovo è stata fortunata ad avere a scuola esperti che hanno guidato gli appassionati ad eccelsi traguardi. Don Luigi Bernini, che questʼ anno ha raggiunto le trentuno presenze (ed è a riposo, si fa per dire; è un Parroco, e quando mai il capo di una parrocchia o dʼuna unità pastorale è mai a riposo?) tra i nostri ragazzi, guida unʼillustre schiera, in cui sono presenti personaggi come Danilo

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Macchioni, Bruno Risi, Enzo Consogno, Corrado Dabbene, Anna Maria Lamberti (con richiesta di scusa per i dimenticati).

Il “Saggio” è stata la consueta manifestazione di fine anno scolastico, in un momento che è ancora un poco lontano dalla conclusione, vicino alle vacanze, ma staccato dalle fatiche e dalle eventuali amarezze finali.

Originale la scelta dei brani e la loro perfetta esecuzione. Un nostalgico, che sentiva sulle spalle le ottanta primavere, si è ritrovato con trentʼanni in meno, alle brillanti esecuzioni della 3a B. Eʼ una opinione strettamente personale, mi sembrava dʼaver di fronte i miei ragazzi. Devo complimentarmi con le percussioni, delicate e potenti.

Ringrazio il Vescovo, per aver capito i nostri ragazzi e visto ciò che lo spettacolo celava di fatiche e di impegno.

In particolare il senso di servizio e dʼordine: è una piccola dimostrazione di come la scuola concorre con le famiglie nel processo di formazione di ragazze e ragazzi (come recitava la Legge 1859 del 1962, una delle più importanti dʼun recente passato).

In una serata dedicata alla musica,

Un contributo per il “tuo” Bollettino Il nostro Bollettino, ormai giunto al suo novantaseiesimo anno di vita, si è molto rinnovato, sia nella veste grafica che nei contenuti. In particolare, la scelta di stamparlo parzialmente a colori ha comportato una maggiore spesa. Pertanto, per proseguire e migliorare il cammino intrapreso, è anche necessaria la vostra partecipazione.

Se volete aiutare il Bollettino potete recarvi nellʼUfficio Parrocchiale di Castelnuovo, oppure utilizzare il conto corrente postale n° 11692159, intestato alla Parrocchia S.S. Pietro e Paolo - via M. DʼAzeglio n° 9, 15053 Castelnuovo Scrivia, causale “PER BOLLETTINO”.

Per Alzano e Guazzora rivolgersi agli uffici parrocchiali la mattina dei giorni festivi.

Per Molino rivolgersi in Canonica.

Vi preghiamo, inoltre, di segnalarci eventuali disguidi postali.

di L. STELLA voglio ricordare un castelnovese, che da olte mezzo secolo aveva lasciato il paese per motivi di lavoro, ma si sentiva dei “nostri”, Germano Mussini. È stato una delle più belle voci degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. Un tenore delicato e potente, mi si consenta di definirlo un incrocio tra Ferruccio Tagliavini e Mario Del Monaco. Un timido che, prima di lanciare al cielo il suo canto, sembrava voler chiedere scusa… Come quando, in mezzo al campo Spinola (era un bravo difensore) interveniva sul pallone e mai sullʼavversario, con una potenza, che faceva concludere lʼintervento… allo Chalet Colomba, oltre alla porta avversaria, oltre al viale di platani.

Torno al “Saggio”: le ragazze ed i ragazzi castelnovesi, se vogliono, sono meravigliosi. Nessun paragone con il passato; il tempo va, la bravura innata resta, continua.

In questi giorni sono rifioriti i tigli e lanciano nellʼaria il loro tipico profumo. Un profumo… dʼesami. La stagione è in anticipo, ma è arrivata. Con le rondini. Poche, ma cercano i vecchi nidi. Come sempre. Sono una nota di speranza. Ad multos annos.

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“Le nostre parole sono come un assegno, che deve essere emesso soltanto nella consapevole copertura dei depositi dello spirito. Solo così possiamo parlare. E solo così possiamo saldare i nostri debiti di verità”.

arlare si fa presto, il problema è cosa dire, come dirlo e, soprattutto, le conseguenze che ne derivano. Il Manzoni diceva: “Le parole fanno un effetto in bocca ed un altro negli orecchi”. Non si tratta soltanto di esercitare la virtù (importante) della prudenza, ma di essere consapevoli della responsabilità

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che abbiamo per le nostre parole. La Bibbia ci istruisce con abbondanza di consigli.

“Meglio chi nasconde la sua stoltezza di chi nasconde la sua sapienza” (Siracide 41,15). “Hai visto un uomo precipitoso nel parlare? Cʼè più da sperare in uno stolto che in lui” (Proverbi 29,20).

“Un colpo di frusta

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Oblò produce lividi, ma un colpo di lingua rompe le ossa” (Siracide 28,17).

“Vi è chi parla senza riflettere: trafigge come una spada; ma la lingua dei saggi risana” (Proverbi 12,18).

Anche se sono abbastanza dʼaccordo con Dashiell Hammet, quando afferma che: “Parlare è una di quelle cose che

di R. C. D.

non si possono far bene se non ci si tiene in allenamento”, non dimentico neppure questa osservazione di Montesquieu: “Pensare è parlare a sé stessi; e quando si parla a sé stessi, non viene in mente di parlare agli altri”.

Perché…“Il mio sapere è più che le mie parole” (Siracide 34,11)

Il pellegrinaggio a Caravaggio che si è svolto il 26 maggio scorso.

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Lʼarcivescovo emerito di Firenze in visita a Castelnuovo Scrivia Roberto Carlo DELCONTE foto Controluce

a serata di giovedì 4 giugno, per la comunità di Castelnuovo Scrivia, può essere davvero considerata memorabile: il cardinale Silvano Piovanelli – arcivescovo emerito di Firenze – è intervenuto per presentare il libro su Pio XI scritto da Giordano Stella (per lʼEditore Gribaudi di Milano).

Ricordiamo che Piovanelli – nato a Ronta di Mugello il 21 febbraio del 1924 – risulta uno dei più illustri discepoli dellʼarcivescovo fiorentino Elia Dalla Costa, fino a diventare, dapprima vescovo ausiliare di Firenze con il cardinale Giovanni Benelli, e poi suo successore, il 18 marzo del 1983, alla guida dellʼarcidiocesi, dove rimarrà fino al 2001, ricoprendo anche lʼincarico, dal 1990 al 1995, di Vice-presidente della Conferenza episcopale italiana.

Alla presenza di un attento pubblico, e nella bellissima cornice della nostra Collegiata, il cardinale Piovanelli ha illustrato i meriti storici e morali di questo importante papa, che firmò – tra lʼaltro – i Patti Lateranensi del 1929.

Non ha mancato inoltre di evidenziare i pregi del

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libro di Stella, che è riuscito proprio a rendere chiaro il complesso periodo storico vissuto da questo papa. Pio XI fu, senza dubbio, un uomo molto colto: conseguì tre lauree (in Teologia, Diritto canonico e Filosofia) e divenne anche Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e poi Prefetto della Biblioteca Vaticana.

In un recente articolo sullʼOsservatore Romano, scritto dal direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, viene detto che, secondo le cronache, la domenica pomeriggio papa Ratti – nellʼautunno del 1932 (3 anni dopo la firma del Concordato) – amava visitare la Pinacoteca Vaticana in fase di allestimento, in compagnia dellʼallora direttore dei Laboratori di restauro Biagio Biagetti. E Paolucci si chiede: “Chissà di cosa avranno parlato il colto Pontefice e il suo restauratore nei loro sopralluoghi domenicali? Di collocazione dei quadri – è facile immaginare – di studio delle altezze, delle distanze, delle luci e poi di tecniche pittoriche… di sfumature, di velature”. Ed è sorprendente questo ritratto di un papa che, pur attraversando un periodo storico così difficile, riesca a trovare il tempo da dedicare allʼarte, anche a beneficio delle future generazioni.

Oltre al presule, sono intervenuti: il parroco don Costantino, il vescovo di Tortona Martino Canessa, lʼaddetto stampa della Gribaudi Patrizia Sola, lʼautore del libro (che ha anche fatto alcuni rapidi cenni allʼaltro suo libro dedicato a Daniele Comboni) ed il sindaco di Castelnuovo Gianni Tagliani, mentre ha introdotto la serata – svolgendo poi il ruolo di moderatore – il sottoscritto.

Il ricavato della vendita del libro su Pio XI è stato devoluto ai terremotati abruzzesi.

Lʼincontro – di alto livello culturale e spirituale - è terminato con un breve ma apprezzatissimo concerto della nostra corale “Stefano Bandello”.

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c r o n a c h e di L. STELLA Da Manzoni con la Corale Bandello

uel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e golfi…”, ad un tratto si restringe e diventa fiume, lʼAdda, un tratto pianeggiante a destra, e ripido a sinistra, ma pieno di tante casette, che formano un insieme ordinato di villaggi. Un ponte, che unisce le due rive, ancor più attesta che siamo di fronte a un fiume. Dallʼalto scendono quattro torrenti. In tempi passati fornivano energia meccanica alle tante officine, che lavoravano la siderite, carbonato di ferro, che si estraeva dalle viscere dei monti circostanti. Il prodotto finito era un pregiato filo di ferro, che serviva a rafforzare le corazze dei soldati; inoltre i fabbri lavoravano, scolpivano il metallo, e ne sono prove le cancellate delle ville, tuttora esistenti. Poi lʼAdda, scorrendo verso sud, ridiventa lago per un buon tratto, per poi restringersi definitivamente e correre verso il Po: dietro le case sʼalzano montagne.

Si nota il San Martino a nord, e più a sud-est il Resegone (u Resgò).

La Corale Bandello, nel nome e nel ricordo di Manzoni, ha visitato quei luoghi. Il romanzo “I Promessi Sposi”, come tutti i capolavori veri della letteratura, gode di estimatori e denigratori; due categorie di studiosi che spesso neppure conoscono

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perfettamente lʼopera. Causa anche la scuola, che la presenta nel momento sbagliato o non lʼinquadra nel momento storico in cui si svolge.

Pensavo di conoscere il romanzo in modo più che sufficiente. Ho dovuto ricredermi, e di ciò devo essere grato agli organizzatori ed alla colta e simpatica guida. Ci siamo mossi in quei luoghi, che il fanciullo Alessandro percorreva ogni giorno, tra quella gente che viveva un momento di difficoltà, con eserciti stranieri che scorrazzavano nel territorio, una magra economia che si basava sulla produzione della seta. Come i castelnovesi dellʼinizio del secolo XX. Dalla chiesa del convento di Pescarenico (dotata dʼun originale campanile a pianta triangolare) si riesce facilmente a immaginare la casa di Lucia, e lʼabitazione-laboratorio di Renzo, filatore di seta e coltivatore dʼuna vigna a tempo perso. Ecco i due fidanzati in fuga, per sfuggire alla prepotenza di Don Rodrigo, mentre attraversano il fiume a valle del ponte; Don Abbondio, nella sua canonica, impreca contro il destino che gli aveva procurato guai, non cercati, né voluti.

Siamo passati a visitare la casa dello scrittore, un ambiente triste, quasi tetro, dove trascorse la fanciullezza un bambino di genitori separati (sʼusava anche allora), nei pochi momenti di vacanza dal collegio. Non poteva formarsi diversamen-

La Corale Bandello in visita ai luoghi manzoniani

te da quello che fu. La pagine del romanzo diventano via via sempre più chiare nella memoria.

Ancora una volta la Corale ci ha offerto cultura, senza farlo pesare. Una prerogativa che vorrei possedesse, sempre, una scuola…

Il pranzo, dopo quellʼitinerario guidato, ci fece sentire come Renzo, Tonio e Gervaso alla trattoria. Attorno, un paesaggio del seicento. Così ci si trovò a Bellagio, un breve tragitto in battello, un modo per ammirare, con maggior spazio innanzi, il paesaggio. Non si poteva concludere il viaggio in modo migliore.

Aspettiamo le prossime proposte. Ignoravamo che tra le compagne di viaggio cʼera un gruppetto di aspiranti consorelle della Confraternita.

Promessa per il futuro della chiesa castelnovese.

Qualcuno, lassù, ci guarda (quanta inutile retorica!).

lʼessenziale. Come possono gli studenti procedere senza una guida mirata allʼessenziale? Noi ricordiamo, nel tempo, le poesie apprese a memoria. E i ragazzi di oggi?

Perché soffrono il mal di scuola? Pure noi avevamo la nostra Presenzini. Ma una sola…

Che vale la presenza di più maestri, se nessuno affascina? Sono i bravi che devono farsi strada.

Ho sentito un bimbo di V elementare (lo so che si chiama primaria!) dire che le sue maestre erano “due angeli”.

Ne era convinto, ed era preoccupato di quanto poteva trovare lʼanno prossimo.

Conclusione: anche oggi cʼ è chi sa volare alto. Deve essere incoraggiato. Una gallina non sarà mai unʼaquila.

Qualcuna, quandʼero un ragazzo, ci provava, saliva sul fienile e… si buttava giù, tra gli strilli del gallo. Sempre meglio di chi nemmeno sʼalzava dʼun centimetro.

Breve nota alla fine di un anno scolastico Medioevo l solito pensiero critico. Non è nostalgia del passato; ma negli ultimi miei anni dʼattività sʼera ideato uno slogan, star bene a scuola. Non è una cosa facile. Se si chiede troppo o lo si chiede male, gli alunni seguono “lʼUccello Lira” dʼun noto poeta francese, e nella loro mente cancellano tutto quello che è scuola, anche le mura periferiche.

Che pena le ricerche su internet da cui si dovrebbe trarre

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a rievocazione storica, centrata, se non sulla figura, almeno sul giorno che ricorda il martirio del nostro Santo Patrono San Desiderio, è riuscita a motivare la nostra Confraternita, che è sfilata, stendardo in testa, fra le comparse dʼuna laica festa, che di medievale esibiva qualche costume. Facile la ricerca delle “vestimenta”,

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c a s t e l n o v e s i considerato il lungo periodo che va dalla caduta dellʼimpero romano dʼoccidente alla fine di quello dʼoriente, quasi un millennio. Se come data conclusiva scegliamo lʼimpresa di Cristoforo Colombo verso le ignote terre occidentali, i mille anni si superano.

Forse, si esagera troppo, a presentare ai Pellegrini polenta e patate, e balle di paglia per sedili. Queste ultime furono ideate ben più tardi, da quei bravi artigiani tortonesi e vogheresi che imposero al mondo le loro geniali invenzioni. Tra i tanti ricordiamo Pietro Orsi, tutto meno che medievale.

Ispirandomi a Matteo Bandello, immagino come poteva essere una camera da letto in qualche nostro palazzo del tempo.

Il signor Pompeo esibisce di fronte ad un gruppo di amici una sua “conquista” ottenuta con la frode (che non era male per la società maschilista del tempo). Non parlo della vittima, ma dellʼambiente ove si trovava. Mobili, tessuti, profumi, altro che paglia e iuta. Alle pareti, quadri di Leonardo da Vinci.

La balla di paglia come abituale sedia in cucina la vidi, ragazzino, in via Zibide a casa dʼuna signora che mi vendeva il latte. Non certo nel medioevo, sʼera a metà del sec. XX… Il medioevo castelnovese fu un grande momento storico, con personaggi che raggiunsero la gloria non solo in sede locale. In tutti i campi, arte, scienza, letteratura. È bello poter dire, quando si ricorda qualche avvenimento, Castelnuovo cʼera.

Un anniversario: cronaca del “cinquantanove”

ono passati centocinquantʼanni da quando venne condotta, da tre stati

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europei, una guerra, che interessò direttamente il nostro territorio.

Il regno di Sardegna, che comprendeva anche Piemonte, Liguria, la Lomellina e lʼOltrepò pavese, con capitale Torino e re Vittorio Emanuele II, si battè, alleata la Francia, con lʼImpero austriaco. Le motivazioni, inaccettabili per la nostra attuale mentalità, le lascio ai vecchi libri di storia, dal momento che allora il pettegolezzo, in politica, si sussurrava, ma suscitava limitati interessi.

I testi di storia citano cinque episodi di battaglie sanguinose. Ma che accadde prima, durante e dopo? Alcuni castelnovesi militarono nelle armate sarde e parteciparono agli scontri. Ma a casa, che avvenne? Alle donne, agli anziani, ai bambini?

Mi affido alla cronaca di due illustri nostri concittadini, Mauro Bertetti e Carlo Guerra, questʼultimo sulla scorta dei ricordi della mamma.

Dichiarate le ostilità, gli austriaci non perdettero tempo e invasero il territorio sabaudo: i piemontesi, per il momento, attendevano gli alleati. Era maggio. Il tempo piovoso aveva reso difficile il movimento sulle strade, mente i torrenti si erano ingrossati. Il confine orientale aveva come limiti naturali Ticino e Trebbia. Gli austriaci attraversano il Ticino, occupano Vigevano, scendono a Sannazzaro. Oltrepassato il Po, quattromila austriaci, il pomeriggio del giorno quattro occupano Castelnuovo.

Alcune squadre si spingono fino a Tortona. Alcuni militari salgono di vedetta sulla torretta di via Molina (oggi via Dante) e sparano i primi colpi contro un reparto di cavalleggeri piemontesi in perlustrazione sulla sponda sinistra di Scrivia. Viene colpito il cavallo dʼun soldato castelnovese.

In paese inizia una raccolta di prodotti vari, grano, mais,

riso, sale, che vengono collocati su capaci bigonce poste su carri. Vengono alleggerite le stalle con la confisca di bovini, inviati oltre il Po, conduttori alcuni giovani castelnovesi precettati. È la guerra… Eʼ proclamato il coprifuoco. Lʼanziana bisnonna del maestro cronista non sʼaccorge dellʼoccupazione e al mattino presto sʼavvia al forno per fare il pane, incurante dellʼintimazione delle sentinelle.

Tranquilla coscienza di quei nostri antenati… Mio nonno aveva due mesi, e non poteva ricordare. Però, da quanto udito da piccolo, raccontava che nel suo cortile avevano collocato una cucina da campo, e bruciato in un solo giorno tutte le provviste di legna previste per un anno. Il giorno dopo i militari ne portarono altrettanta, raccolta nei depositi dei vicini. Si era ristabilito un equilibrio sul combustibile.

Il 6 maggio giunse lʼordine di ritirata. Il generale Giulay sembrava facesse di tutto per evitare scontri. I piemontesi non erano da meno. I francesi avanzavano con lentezza esasperante. Agli alti comandi il comportamento non piacque. Giulay fu silurato. Ci si preparò alla battaglia.

Intanto le zattere che dovevano traghettare il bestiame sequestrato si rovesciarono nel Po. Gli animali, a nuoto, raggiunsero la riva destra, e lentamente, attraverso i loro itinerari abituali di lavoro, tornarono alle loro stalle. Il mio bisnonno, felice, ritrovò il bue che gli avevano confiscato.

Intanto, lʼesercito piemontese aveva raggiunto Lungavilla (allora Calcababbio).

Un ragazzino fu inviato su un albero, da un ufficiale, per vedere se cʼerano reparti austriaci nei paraggi. Una fucilata lo colpì in pieno petto, e cadde a terra. Portato allʼ ospedale di Voghera, vi morì qualche mese dopo. De Amicis, in Cuore lo immortalò come “Piccola vedetta lom-

barda”, uno degli eroi delle nostre letture alla scuola elementare. Recentemente, due ricercatori di Voghera ne hanno ritrovato le generalità.

Il giorno dopo avvenne lo scontro a Montebello. Tanti giovani perdettero la vita. Gli austriaci, in ritirata, si attestarono sui colli morenici posti a sud del lago di Garda. Ci si battè, al sopraggiungere degli alleati franco-piemontesi, balza per balza, cascina per cascina. A sera, giacevano morte decine di migliaia di soldati: i feriti, abbandonati a sé aggiungevano altra nota di tristezza. I due imperatori, Franz e Napoleone si domandarono a chi era giovato arrivare a tanto.

Decisero di smettere. Il presidente del Consiglio italiano protestò, diede in escandescenze. Il suo principale, re Vittorio, più avveduto, osservò: “Se non ci stai, vattene!”

Se ne andò. Era Camillo.

Benso, conte di Cavour…

La guerra finì con lʼacquisto dʼun pezzo di Lombardia, la cessione della Savoia e di Nizza, un cambio alla pari. I morti? Ci ammoniscono, nei tanti templi-ossari. Pensò alla vita un giornalista svizzero, Henry Dunant, che ideò e fondò, tra ostacoli dʼogni genere, la Croce Rossa. Al di sopra ad ogni interesse di parte.

A Castelnuovo, durante e dopo lʼoccupazione austriaca, la vita continuava. Una neonata venne abbandonata in via Zibide, e il sindaco Butteri ne verbalizzò ritrovamento e destino (in orfanotrofio). Qualche giorno dopo, nel nostro ospedale, decedettero due militari francesi, entrambi di ventidue anni. Altri frammenti dellʼ inutile strage. Tanti sacrifici, tante sofferenze per il popolo.

Sul nostro monumento ai Caduti domina la figura dʼuna Madre. Non è fiera del suo sacrificio, dice solo che dobbiamo batterci per la pace.

In guerra, per nessuno ci sono vittorie.

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Domenica 10 maggio, festa degli anziani opo la santa messa, gli anziani

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molinesi si sono trovati nel salone parrocchiale per un brindisi e un

pensiero loro offerto dallʼAmministrazione Comunale, il tutto allietato da un piccolo intrattenimento teatrale.

ome di consueto, domenica 3 maggio si è svolta la ultracentenaria “via Lucis” che ripete i misteri relativi alla resurrezione ed alla gloria di Gesù. La processione si è snodata dalla chiesa parrocchiale ed ha raggiunto lʼultimo cippo – stazione situato lungo la strada di Po. I misteri sono stati letti dai giovani e dalle signore che accompagnavano la processione.

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el mese di febbraio si è tenuto a Laigueglia il soggiorno anziani organizzato dal Comune. Gli anziani, durante il soggiorno, sono stati visitati dal Sindaco e dai componenti della Giunta Comunale.

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PARROCCHIA S. MARIA DELLE GRAZIE - Molino dei Torti

BILANCIO 2008 ENTRATE 1. rendite fabbricati 2. offerte per celebrazioni sacramenti (Battesimi, Cresime, Matrimoni, Funerali, SS Messe) 3. offerte per benedizione famiglie 4. questue in chiesa 5. altre offerte 6. offerte per attività parrocchiali - reddito netto 7. offerte in cassette (candele) 8. altri contributi (da bacheca) 9.

Giornate Diocesane Totale entrate 2008

€ 7527.16 € 4742.50 € € € € € € €

1147.00 5086.50 18563.64 2737.00 3385.50 38210.33 136.00

€ 81535.63

USCITE 1. manutenzione ordinaria 2. manutenzione straordinaria 3. assicurazione 4. spese ordinarie di culto 5. spese per predicazioni, funzioni 6. spese acqua, gas, luce elettrica, riscaldamento 7. altre spese

€ € € € € € €

Totale uscite 2008

€ 63510.70

963.50 46574.00 415.00 564.00 5394.00 8128.10 1472.10

ENTRATE 2008 € 81.535,63

USCITE 2008 € 63.510,70

SALDO NETTO 2008 € 18.024,93 Avanzo di cassa al 31.12.2007 € 15.662,60

Rimanenza di cassa al 31.12.2008 € 33.687,53

Venerdì 22 maggio nella chiesa di San Rocco a Castelnuovo

LA CONFRATERNITA HA FESTEGGIATO SAN DESIDERIO Helenio PASQUALI

n occasione della ricorrenza del nostro patrono, la confraternita di San Desiderio si è ritrovata venerdì sera 22 maggio nella chiesa di San Rocco dove è stata celebrata una funzione solenne dal parroco don Costantino e animata dalla corale "Bandello".

Durante il rito religioso, oltre alle promesse confraternali, sono stati presentati anche i nuovi "confratelli bianchi" che il prossimo anno entreranno ufficialmente

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Bollettino Parrocchiale nella confraternita. E quest'anno la presenza è di quelle sostanziose ed anche molto eterogenea essendo ben dieci i nuovi ingressi: Riccardo Albanese, Enrica Brollo, Giuseppina Brugnadelli, Anna Bruni, Pompeo Danza, Renzo Ferrari, Chiara Fossati, Luisa Gavio, Carla Nardo, Ingrid Sottotetti. Così, durante la

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celebrazione, è stata rivolta una preghiera per i "confratelli bianchi" alla Madonna della Speranza ed allo Spirito Santo affinchè li accompagnino sempre ed in modo particolare durante questo anno di noviziato.Da parte di tutta la confraternita la vice-priore Albina Farinetti ha salutato ed accolto con

soddisfazione e ringraziamento i nuovi confratelli. Molto emozionante è stato anche il saluto rivolto dall'assemblea al priore Lelio Sottotetti che da 25 anni è la guida e l'immagine di questa Confraternita "che ha amato e servito sempre con spirito di fede e di preghiera veramente ammirevoli".

RINGRAZIAMENTI E SALUTI DEL PRIORE LELIO SOTTOTETTI arissimi confratelli e consorelle di San Desiderio ed amici tutti, sento il dovere di ringraziare il Signore per avermi concesso lʼonore di presiedere la Veneranda Confraternita di San Desiderio per ben 25 anni, dalla rifondazione nel 1983 ai nostri giorni.

Oggi, ricorrenza di Pentecoste, festa della Chiesa, il mio pensiero di gratitudine cerca di raggiungere tutti: - i due Vescovi che ci sono stati da guida: Mons. Bongianino e Mons. Canessa; - i cappellani della confraternita: Don Bruno, Don Gianfranco, Don Costantino ed il prevosto Don Ezio per tanti anni emerito parroco e nostro prezioso maestro; i loro curati per la disponibilità dimostrata; - il parroco di Alluvioni; Don Gino Rizzi dellʼOpera di Don Orione per tutte le messe celebrate nella chiesa di San Rocco per far fronte allʼimpegno del martedì sera; - il confratello Diacono Ernesto per lʼassistenza spirituale e tutti i sacerdoti che sono venuti in confraternita a portare la Parola di Cristo; - tutti i confratelli viventi e quelli passati alla casa del Padre, gli Officiali in carica e la valida e sensibile Vice Priora Albina ed a chi con lei collabora.

Mi sento particolarmente vicino al gruppo dei primi confratelli

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che, con Don Bruno, operarono per la rifondazione, per la riforma dello statuto e per lʼassistenza ai lavori, il merito raggiunga anche: - chi collaborò per il restauro della chiesa e delle opere dʼarte di cui ci vantiamo; - alla sovraintendenza dei beni artistici e culturali ed alle autorità comunali; - al gruppo del centro ricreativo San Rocco ed ai suoi validi dirigenti volontari e collaboratori; - alla corale Beato Stefano Bandello, alla nuova maestra ed ai coristi vecchi e nuovi; - a tutti i benefattori che ci hanno permesso di realizzare le importanti opere strutturali dellʼedificio chiesa e di quanto è stato necessario per il decoroso svolgimento delle funzioni ed in particolare dei coniugi Arzani – Scotti e per le doverose opere di carità specialmente a favore delle missioni che ritengo debbano essere ulteriormente incrementate.

Sono orgoglioso per il buon numero di giovani che in questi ultimi tempi hanno aderito al nostro sodalizio e per il consistente numero di confratelli bianchi che in questi ultimi giorni hanno iniziato il loro noviziato.

Dal profondo del cuore un grazie per tutti quelli che ho citato e che tengo impressi nel mio animo ed a tutti quelli che mi hanno sostenuto con la preghiera, con lʼaffetto e con

lʼoperosità quotidiana, silenziosa e preziosa agli occhi di Dio. Dal canto mio vi assicuro che ho sempre operato confidando in Dio e nellʼintercessione di San Desiderio e della Madonna della Speranza, il cui inno, sin dai primi giorni della riapertura è stato la nostra bandiera.

Ho lavorato con trasparenza, senza clamore ma con tanto amore!

Alla parola “confraternita” ho dato il significato: stare insieme da fratelli. Quindi, con spirito dʼamore, di comprensione e di perdono. Spesso abbiamo intrapreso iniziative coraggiose e ciò è stato gradito da nostro Signore che intervenne con la sua provvidenza.

Con grande malinconia e rincrescimento, per motivi di salute, non mi sono ricandidato.

Mi auguro che gli eletti possano continuare ad operare ottenendo nuovi e fruttuosi risultati.

Mi raccomando vivamente di aver molta Fede e di mettere in pratica il comandamento dellʼamore. Dio penserà di premiare ognuno: “Justus ut palma florebit”. Con commozione depongo la cappa di priore e vi assicuro nuovamente che ognuno di voi è e resterà nel mio cuore.

Un caloroso abbraccio.

Vostro Lelio Pentecoste 2009

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Bollettino Parrocchiale

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a l 24 Maggio un gruppo di parrocchiani di Guazzora con alcuni Castelnovesi e Alzanesi si sono recati in gita alla Sacra di San Michele, Avigliana e Venaria Reale. La visita alla Sacra è stata effettuata con una guida volontaria della Val di Susa e con un Padre Rosminiano, congregazione che cura la Sacra stessa.

Le visite di Avigliana e Venaria Reale sono state guidate dalla dottoressa Valeria Moratti, responsabile dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tortona.

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Iniziative Parrocchiali di Maggio e Giugno mesi di maggio e giugno sono stati connotati da significative iniziative parrocchiali che hanno visto la piccola comunità aggregarsi in diverse occasioni.

Durante tutto il mese mariano la recita del rosario si è svolta in Chiesa, guidata dai volontari Piera Contardi Salvi e Fabrizio Damaschi; su indicazione del parroco Don Costantino, si è pregato anche per le vocazioni con unʼ intenzione ed unʼorazione particolare.

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ome lo scorso anno, per tre sabati, la recita del rosario ha avuto luogo alle ore 21 nei rioni: il 16 maggio, al termine di Via Statuto (fraz. Gazzolo) ; il 23 maggio, allʼincrocio tra Via Canepari e Via Pedrito Librè e il 30 maggio in Via Giovanni XXIII allʼincrocio con Via Cova. In ogni occasione è stato allestito un piccolo altare con la statua della Madonna, che è diventata “pellegrina” e itinerante nelle diverse zone del paese. Come per le precedenti, anche nellʼultima tappa, che ha coinciso con la chiusura del mese di maggio, la preghiera mariana è stata rivolta per tutti i parrocchiani e in particolare per gli ammalati e per i defunti del rione. Al termine dellʼorazione, i coniugi Luciano Valle ed Angela Allegri, con ospitalità e accoglienza hanno offerto un gradevole incontro di fraternità conviviale presso il giardino della loro abitazione.

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nche questʼanno, come è tradizione da molto tempo, una rappresentanza della Parrocchia di Guazzora è stata presente ed una delle sere del triduo mariano a Casoni di Sale, in preparazione della festa della Madonna di Fatima, solennizzata domenica 7 giugno alla presenza del parroco Don Piero e di Padre Lino Tagliani, missionario. Si tratta di un appuntamento molto sentito dalle due piccole comunità, in ragione del rapporto di amicizia e di reciprocità che ha legato e lega le due realtà ecclesiali, consolidatasi allʼepoca in cui Don Opilio svolgeva il servizio pastorale a Casoni.

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omenica 28 giugno in Chiesa, su iniziativa della Parrocchia, si è celebrata lʼannuale S. Messa di anniversario a suffragio di Don Opilio Carrà e di Don Giuseppe Mariani, suo predecessore; durante la stessa liturgia si è ricordato anche Giuseppe Pessina, padre del nostro Vice-parroco Don Fabrizio, mancato tragicamente nello scorso mese di aprile. I parrocchiani di Guazzora hanno voluto ricordare e pregare per Giuseppe Pessina, e per lʼaffettuoso legame nei confronti di Don Fabrizio e il rapporto di conoscenza con il papà, in quanto hanno avuto modo di incontrarlo personalmente molte volte, unitamente alla moglie, durante le Messe domenicali a Guazzora. La celebrazione è stata animata dal coro parrocchiale, accompagnato alla tastiera da Guido Coscia.

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Bollettino Parrocchiale

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La Festa del Perdono C'è un'esperienza umana essenziale per crescere: è il riconoscersi in cammino verso il bene; è il prendere coscienza di non essere mai arrivati, perché il Signore è sempre più in là di dove attualmente sono giunti i nostri passi; è il riconoscersi peccatori, deboli, imperfetti e quindi bisognosi di forza per ricominciare, bisognosi di perdono. È, in sintesi, il riconoscersi creature. Anche per questa esperienza, che non capita una volta soltanto, ma che ci accompagna sempre, ogni giorno, Gesù ha voluto donarci un Sacramento, cioè un incontro particolare con lui: il Sacramento della Riconciliazione, chiamato, popolarmente, la Confessione.

I bambini delle classi terze lo hanno ricevuto per la prima volta domenica 17 Maggio presso il Santuario della Madonna delle Grazie.

In preparazione a questo importante appuntamento, i bambini sono stati guidati a comprendere il significato del peccato (la mancanza d'amore verso Dio e verso il prossimo), a recepire la dimensione del dono di tale Sacramento, a vivere i suoi diversi momenti come tappe di un viaggio.

Ogni incontro ha avuto come punto di riferimento la mappa del nostro paese con i "lampioni della Parola di Dio", cioè citazioni dei brani del Vangelo più adatti. Con questa cartina topografica sotto gli occhi, è stato facile domandarsi "Ho camminato al buio oppure mi sono lasciato illuminare dalla Parola di Dio?" Il giorno della celebrazione i bambini sono entrati processionalmente in chiesa con le braccia aperte per andare incontro al Padre, certi del suo perdono.

Sono poi stati accesi tre grossi ceri accompagnati da alcune riflessioni sul perdono che brilla nel cuore quando questo vive giorni di buio.

Un racconto del Parroco ha condotto i bambini a capire che non ci si accosta al Sacramento della Riconciliazione per scoprire i propri peccati, ma per conoscere l'amore che Dio ha per noi, da sempre, anche quando noi non ci comportiamo bene.

Infine è arrivato il momento della confessione individuale in cui i bambini sono stati accolti dal sacerdote di turno con amicizia e disponibilità.

Al termine è stato consegnato a tutti un segno per la vita: un piccolo crocifisso da collocare sul comodino accompagnato da questo messaggio "Ogni volta che i tuoi occhi si poseranno su di Lui, ricordati della gravità del peccato e della grandezza dell'amore di Dio".

Le catechiste

Accordi entirsi in disaccordo con il proprio tempo può essere anche una colpa.

Non dimenticarlo mai” (Pier Angelo SOLDINI). Per questo dobbiamo cercare di capire l'"oggi" che ci è dato e, soprattutto, impegnarci a fare la nostra parte.

“Non domandare: Come mai i tempi antichi erano migliori del presente? Poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza” (Qoelet 7,9).

Non ci resta allora che vivere il nostro presente, ricordando lʼantico adagio secondo cui: “Bisogna essere servi delle circostanze”.

Vale a dire cercare di dare risposte concrete alle necessità e ai problemi che adesso la vita ci pone.

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R.C.D.

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Bollettino Parrocchiale

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Tortona – Casa del Giovane, 22° torneo di calcetto

Oratorio Castelnuovo Scrivia – terza classificata

Le vostre offerte

a Castelnuovo Scrivia

dal 1° maggio al 4 giugno 2009, in euro

Ci scusiamo per eventuali errori e omissioni

Suffragio per i Defunti N.N. 50. - N.N., ricordando Pia Giorgi 40. - Romana Boem 20. Tonino Bloise 20. - Sergio Cairo 30.

- Famiglia Marini, ricordando Mario 50. - Assunta Oliva 50. - N.N. 50. Maria Rosa Bassi 30. - Alessandra Veronese 50. - Pino Civelli 40. N.N. 50. - N.N. 20. - Famiglia Viazzo 10. - Famiglia Pisa 20. N.N. 10. - Roberto e Massimo Torti 30. - Sig.ra Rapetti 50. - Bordon 15. - Famiglia Burlon 30. Annamaria 30. - Lunasco, ricordando Lina 50. - Maria Grazia Balduzzi 15. - Teresa Simone 10. - Sig. ra Stella 50. - Famiglia Cairo 50. Familiari di Gregorio Soverino 20. Famiglia Soverino, ricordando Gregorio 50. - Bruna Brandolini, ricordando Peppino Leva 20. - N.N. 20. - Giuseppe Tripepi, ricordando Maria Soccorsa 20. - Nicola Olivero, ricordando Teresa Crusco 50. - Luigi e Aldo 20. - Famiglia Bravi, ricordando Pietro 150. - Angiolina Campiglio 20. - N.N. 20. - Classe 1932 20. - Annalisa Isetta, ricordan-

do Oreste 10. - Ester e Armando 100. - Famiglia Salvadeo, ricordando Rita 50. - N.N. 20. - Famiglia Ferrari 20. - Francesca Bensi 50. I figli di Arturo Beozzo e Rita Bindellati 20. - La moglie, ricordando Angelo Saccomanno 20.- Cei e Marchetti 30. - Silvano Moro, ricordando Biagio ed Elvira 50. - Patrizia Simonelli 50. - N.N. 50. - Giuseppe Cirimele 30. - Rita Pagella 20. N.N. 20. - Claudia Chierico, ricordando Orsola Cucco 20. - Maria Rivabella 20. - Marini 20. - Sig.ra Carnevale, ricordando il marito Cesare 30. - Anna Orsi 30. Famiglia Bruno/Curone, ricordando Peppino 50. - Michela ed Attilio 50. - Enrica Soldini 50.

Varie Anna Maria Traschio (per la chiesa) 25. – N.N. (per i poveri) 20. - N.N. per la moto di Don Vittorino 50. N.N. (Carità straordinaria) 50. - Con la stessa motivazione: N.N. 50. Franca Chiesa 20. - N.N. 100. Pinetta e famiglia, ricordando

Peppino Leva, per i terremotati dʼ Abruzzo 100.; alla Chiesa della Croce 100. - Famiglia Ferrante, in occasione del battesimo di Nicholas 50. - Famiglia Dachille, per il battesimo di Francesco 50. - Luisa Sottotetti e famiglia, ricordando Peppino Leva, per i terremotati dʼ Abruzzo 50. - Famiglia Comelli e Pasqualina Torti, nel ricordo di Peppino Leva, per i terremotati dʼ Abruzzo 100.

Sean Gerard e Claudia Mensi, in occasione del loro matrimonio 400. - Coscritti 1985 in ricordo di Peppino Leva, per terremotati 50. - Coscritti 1932, ricordando Pietro Bravi 50. (a S. Rocco) . Nonna Mary, in occasione del battesimo di Andrea 100. - N.N. (per la Madonna di Lourdes) 10. - Sposi Novelli/Dematti 100. - N.N. per grazia ricevuta, in onore di San Giovanni Bosco 100.

Oratorio Ragazzi Centro San Carlo 50. Classi 3e elementari, in occasione della Festa del Perdono, per cucina

Bollettino Parrocchiale 81,70. - Alessio Lo Prete, in ricordo del battesimo 30. - N.N. 50. (offerta pervenuta il 30.04) - N.N. per cucina 50. - Giovanna 40. - 1e Comunioni 2009 , per cucina 680.

- Elena, Giulia e Silvana 50. - B. e D. 30. –N.N. (compleanno) 50. – Contrada Tavernelle, per cucina 600. - Elisa e Michela (cucina) 100.

Giornale dellʼUnità Pastorale (Bollettino) N.N. 20. - Paolo Bailo 20. - N.N. 20. - Marco e Maria Verna 25. Anna Maria Traschio 25. - Famiglia Pico 20. - Carla Burlon 20. – Famiglia Magistrali 20. - Angiolina Bansi 20. - Primina Scabini 10. Delfina Ferrari 10. - N.N. 20. Angelo Bononi 15. - Giovanna Cagnoni 20. – Gian Carlo Scaffino 20. - Giuseppe Prandi 25. - Angelo e Alves 20. - Giuseppe Stella 150.

Lavori Tonino Bloise (organo) 30. - N.N. per organo, ricordando Peppino Leva 50. - Elisabetta Testa e famiglia, ricordando Peppino Leva (organo) 50. - Classe 1976, ricordando Peppino Leva (organo) 105.

- Familiari di Sara Trovamala (1a Comunione) per organo 200. Pinetta e famiglia, in ricordo di Peppino Leva, per lʼorgano 200. - I cognati Silvana e Luigi Sorlini ed i nipoti di Peppino Leva, ricordandolo, offrono 100 euro per il restauro dellʼorgano (offerta pervenuta il 27.04) – Rina Gavio, ricordando il marito Emilio Sacchi, per pianerottolo scala campanile, firmato, 100. (offerta pervenuta il 30.4) - Famiglia Mauro Lavezzari, in ricordo di Peppino Leva (organo) 20. - Bruna Brandolini, con la stessa motivazione 20. – Complesso Effetti Collaterali , per lʼ organo 610. N.N. per organo 35. - Residenza Biondi per organo, ricordando Peppino Leva 90. - Figlie di Giovannina Rolandi, ricordandola (organo) 250. - Chiara Parente (organo) 20. – Famiglia Conti 50.

- Anna Orsi (organo) 20. -

Luglio - Agosto 2009

Elettrostampi (organo) 300. Ramaplast (organo) 300. - N.N. ricordando Cosimo Campo (organo) 25.

a Molino dei Torti

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G u a z z o r a

MATRIMONI 31 Maggio Migliavacca Franco con Castellini Luisa

Offerte per la chiesa e per il campanile Famiglia Zampolini, ricordando Carlo 100. Livia e Carlo Dallera 50. (60° di matrimonio) - Dott. Piera Rizzotti 50.

- Classe 1932 40. - Bruno Torti, ricordando il Papà Virginio 150. - N.N. 20.

- I figli, in ricordo di Giuseppe Crepaldi 120. - Famiglia Perotti, in suffragio di Remigio 100. - Mauro Torti 40. - Famiglia Dellacasa 35. Maria Cagnoni 40. - Norma Torti 15.

- Famiglia Pleba/Leva ricordando Peppino 500. - Giampaolo Brocchi 70. - N.N. 100. - Fratello e cognata, ricordando Franceschino Chimenti 80. - I nipoti di Franca Merlo 100. Classe 1941, ricordando Franca Merlo 100. - I neocomunicandi con un “grazie” a Gesù 410. - Offerte lampade maggio/giugno 375. Per il Bollettino: Ada Giani 10. - Adele Cattaneo 10. - Elena Torlaschi 10.

M o l i n o d e i To r t i

Castelnuovo Scrivia

BATTESIMI 17 maggio Sofia Anna Maria Angeleri Alessio Loprete Andrea Alfano Francesco Dachille Nicholas Ferrante Edoardo Pavan

MATRIMONI 16 maggio Alessandro Novelli con Delia Dematti Seen Gerard Nee con Claudia Mensi 31 maggio Angelo Vizza con Vera Gaudio 6 giugno Gabriele Bassi con Simona Secondo

MATRIMONI 2 maggio Dimitri Balduzzi con Laura Dallera

TORNATI AL PADRE Carlo Zampolini (6.6.20 – 8.3.09) Giuseppe Crepaldi (27.4.32 – 4.3.09) Virginio Torti (16.6.21 – 8.4.09) Franca Merlo (10.1.41 – 15.5.09) Franceschino Chimenti (10.11.28 – 9.5.09) Rosetta Zampolini (5.12.20 – 24.5.09)

TORNATI AL PADRE Pietro Mario Marini (20.12.23 – 1.5.09) Gregorio Soverino (29.11.23 – 13.5.09) Francesco Perrotta Teresa Crusco Oliveto (26.11.25 – 17.5.09) Pietro Bravi (28.6.32 – 18.5.09) Giovannina Rolandi Alberici (24.10.16 – 20.5.09) Giovanni Cairo (17.11.34 – 22.5.09)

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Bollettino Parrocchiale

Luglio - Agosto 2009

Trasmesse anche via radio

Concluso il primo ciclo di letture dantesche ella splendida cornice della Cappella lunga – che fa parte della nostra Roberto Carlo DELCONTE antica Insigne Collegiata – si sono svolte questʼanno le Letture della Cattedra “Pietro Caligaris” dedicate al Paradiso. Si conclude così un fecondo cammino, di cultura di letteratura e spiritualità, iniziato il 13 aprile 2007 e terminato il 6 giugno scorso, che ha voluto riproporre la ricchezza - di poesia e di umanità - della Divina Commedia.

Perché leggere ancora oggi lʼopera di Dante? Come annotava il sociologo Francesco Alberoni: “Se un paese perde le sue radici culturali, la sua storia, la sua arte, la sua lingua, diventa incapace di creare, e svanisce…

I nostri manager, professionisti o politici hanno spesso gravi lacune culturali. Ma chi non sa leggere libri seri, importanti non saprà mai nemmeno scrivere. E nemmeno fare un progetto, perché non saprà pensare in grande e in modo logico e sistematico”.

Come ricordavo, poi, nel mio intervento del 15 maggio (dedicato allʼinterpretazione del canto X) occorre considerare la terza cantica dantesca non certo unʼopera noiosa ma gioiosa, capace di illustrarci, con la musicalità della sua alta poesia, il fascino ed il senso del mistero della vita. Ed il valore di Dante non risiede tanto nelle singole e specifiche affermazioni filosofiche e teologiche della sua opera (molte delle quali, comunque, geniali e sempre trasfigurate in splendida poesia), ma nel sistematico tentativo di dare delle risposte alle domande ultime e più difficili dellʼuomo.

Tuttavia non è vero che si potrebbe preferire una letteratura più dinamicamente narrativa e “divertente”?

Ecco il punto, Dante riesce a non dividere “significato” e “gioia”, nella luminosa grazia dei suoi versi. Del resto “divertire” non vuol dire “di-vertere” cioè distogliere dai problemi, perché è poeticamente possibile comunicare – piacevolmente – forti contenuti.

Biblioteca Civica “P. A. Soldini”

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Comune di Castelnuovo Scrivia

Centro Studi “Matteo Bandello”

Provincia di Alessandria

Diocesi di Tortona